La casa fai da te (pitture e trucchi).impariamo

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    Colori e tecniche di pittura

    I colori influenzano il nostro stato psico-fisico: ecco perchè è importante sceglierli e applicarli con cura

    Chi di noi non è mai stato colpito da un colore particolare?

    Chi non ha un colore preferito?

    Diverse teorie sostengono che i colori influenzano il nostro spirito, lo stato d’animo e, addirittura, il nostro stato psico-fisico.

    La cromoterapia, ad esempio, utilizza i colori come cura per le cromoterapiadisfunzioni fisiche, associando ad ogni colore un effetto diverso.
    Secondo la cromoterapia, i colori aiutano il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio, e hanno effetti fisici e psichici in grado di stimolare il corpo e calmare alcuni sintomi.

    In cromoterapia, ogni colore è associato a particolari caratteristiche psichiche e spirituali degli individui, oltre ad avere particolari effetti sul funzionamento dell'organismo.

    A ciascun colore vengono quindi associate delle proprietà specifiche:

    Rosso
    Questo colore viene associato alla forza, alla salute e alla vitalità e rappresenta il fuoco, la gioia, la festa.
    Il rosso è in grado di accelerare il polso, aumentare la pressione arteriosa e la frequenza respiratoria.
    Il rosso renderebbe loquaci, aperti, premurosi.

    cromoterapia_2Arancione
    L'arancione ha, secondo la cromoterapia, un’azione liberatoria sulle funzioni fisiche e mentali e un grosso effetto di integrazione e di distribuzione dell’energia, inducendo serenità, entusiasmo, allegria, voglia di vivere, ottimismo, positivizzazione dei sentimenti, sinergia fisica e mentale.

    Giallo
    Il giallo viene associato alla parte sinistra del cervello e in genere al lato intellettuale, con effetti di stimolazione e aiuto nello studio.
    È considerato un colore protettivo e concreto, in aiuto a chi è troppo aperto o troppo creativo, associato alla felicità, alla saggezza e alla immaginazione, generatore di buon umore, sia se si indossano indumenti di tale colore sia come tinteggiatura per le pareti.

    Utile per stimolare l'attenzione e l'apprendimento, acuire la mente e la concentrazione.

    Verde
    Il verde, colore fondamentale della natura, è il colore dell'armonia:
    simboleggia la speranza, l'equilibrio, la pace e il rinnovamento.
    È un colore neutro, rilassante, favorisce la riflessione, la calma, la concentrazione.
    In cromoterapia viene usato per sostenere il sistema nervoso.

    Blu
    Il blu è un colore calmante e rinfrescante.
    Esso ha un effetto molto tranquillizzante su persone troppo aggressive e impazienti.
    Il blu è un colore che calma e modera e che fa dimenticare i problemi di tutti i giorni; per tale ragione le pareti tinteggiate di blu tranquillizzano.
    La cromoterapia utilizza il blu per curare stress, nervosismo, ansia, insonnia, irritabilità e infiammazione e lo considera dotato di capacità antisettiche, astringenti e anestetizzanti.

    cromoterapia_3Spesso chi pratica cromoterapia come tecnica della medicina ayurvedica è solito abbinare i colori ai chakra, punti di energia posti in corrispondenza di diverse ghiandole endocrine:
    secondo questa teoria, le energie dei chakra sarebbero collegate con il sistema nervoso parasimpatico e autonomo e con la regolazione degli ormoni.

    I chakra sono sette, divisi in tre superiori e quattro inferiori.

    Ognuno dei sette corrisponde a uno dei sette colori dell'arcobaleno (più il bianco) e influisce su un particolare organo o su una delle principali ghiandole del nostro corpo.

    Tenuto conto delle varie influenze dei colori sui nostri stati d’animo, è importante scegliere per la pittura delle pareti della nostra casa e per i mobili di arredamento, colori che oltre a rendere l’ambiente gradevole si abbinano bene anche alle caratteristiche psico-fisiche di chi vi abita.
    Varie sono le tecniche per pitturare e decorare le pareti di casa propria:

    Spugnatura (a mettere o levare):
    jpgla spugnatura e’ una delle tecniche più facili da eseguire.
    Si realizza grazie ad una spugna (in commercio ne esistono di diversa fattura e forma).

    a mettere:
    si tratta di intingere la spugna nella pittura e tamponare lievemente la superficie scelta.
    Per evitare difformità di realizzazione è consigliabile durante l’esecuzione di scostarsi dalla parete per verificare l’effetto globale del tutto.

    Prima di iniziare è necessario ricordarsi di bagnare la spugna e strizzarla alcune volte per aumentarne la morbidezza.
    Inoltre, sono sconsigliati accostamenti di colori troppo forti tra il fondo e la finitura superficiale.
    Si può semplicemente tamponare la spugna sulla parete o eseguire dei movimenti rotatori.

    a levare:
    il procedimento prevede, dopo aver applicato sia il colore di base che la velatura superiore un’ulteriore passaggio con la spugna per far apparire il colore di fondo.
    Si può eseguire con diverse modalità (tamponando, chiazzando…).
    Cosa importante è eseguire piccole porzioni per volta della superficie, definendo prima di cominciare una precisa sequenza.
    Quando la spugna è impregnata di colore va lavata accuratamente.

    Velatura:
    6(1)tecnica che prevede l’utilizzo di diversi strumenti (panni, pennellesse o pennelli vari) e consiste nel passare una vernice superiore (ovvero il velo) su un fondo preventivamente definito.
    Logicamente a seconda dello strumento utilizzato si ottengono finiture completamente diverse:
    nel caso di un panno si avrà un effetto molto morbido, nel caso di utilizzo di pennelli l’effetto sarà più evidente.
    Di solito è realizzata con fondi in bianco ma nulla vieta l’utilizzo anche di tinte più forti come base.

    Cenciatura:
    E’ anche questa una tecnica molto nota grazie alla sua rapidità, versatilità e velocità di esecuzione. Esiste una vasta gamma sia di velature che di stracci in commercio (in pelle sintetica scamosciata o meno) che permettono di ottenere diverse finiture dalle più aggressive alle più tenui.
    Si esegue imbevendo lo straccio nella pittura preventivamente scelta per la superficie e tamponando (anche con movimenti rotatori del polso)

    Patinatura:
    cromoterapia_5Si ottiene mediante l’utilizzo di un pennello che rimuove l’impregnante in superficie; attraverso il movimento del pennello, di solito incrociato, si lasciano i classici segni delle setole sulla parete.

    Si tratta nella sua esecuzione di una tecnica molto vicina alla velatura.

    Tecniche con utilizzo di rulli:

    Relativamente semplici nella loro esecuzione prevedono l’utilizzo di diverse tipologie di rulli (nido d’ape, scamosciati, increspati, con frange più o meno grandi) che, imbevuti nella finiture in modo moderato, eseguono increspature o disegni diversi a seconda della tipologia prescelta.
    Le passate devono essere leggere e non sovrapporsi tra loro.
    E’ importante provare preventivamente l’effetto anche su un supporto in cartone.

    Parato:
    Tecnica con maggiori difficoltà delle precedenti, si esegue con un pennello da battitura che trascina la pittura in righe verticali dall’alto verso il basso.
    Richiede una mano ferma ed esperienza.
    Di norma tra fondo e pittura superficiale si utilizzano tinte abbastanza vicine nei colori per moderare l’effetto generale.

    cromoterapia_6E’ importante ricordare che per ottenere risultati uniformi è sempre consigliabile realizzare delle prove di colore prima dell’inizio di ogni applicazione, anche su fogli di cartone.

    E’ comunque sempre auspicabile realizzare delle prove anche per la scelta degli accostamenti cromatici.
    Molto spesso su superfici vaste l’effetto può essere difforme da quello immaginato specialmente nella combinazione tra fondi colorati e finiture superficiali (diverso il caso del fondo bianco, facilmente definibile).

    Combinate con l’utilizzo di stucchi in gesso queste tecniche contribuiscono a mettere in risalto le cornici.

    www.decorare.info
    www.covemavernici.com

     
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    Come arricchire le pareti con lo stencil

    stencil-300x195

    Per rinnovare le pareti con un nuovo stile, per aggiungere un tocco di colore ad una stanza che appare spenta e buia o semplicemente per divertirsi un pò con il fai da te: lo stencil è una tecnica semplice e divertente che si realizza grazie all’utilizzo di apposite mascherine. Ovviamente la prima volta è meglio fare pratica e iniziare in un angolo nascosto sopra la porta o intorno al caminetto ad esempio, sempre dopo avere scelto il motivo che più si addice alla propria casa e ai propri gusti. La pittura acrilica è la migliore perchè si asciuga facilmente, mentre per gli altri accessori come il pennello da stencil o il foglio di acetato con il motivo, saranno reperibili in tutti i negozi di bricolage.

    Prima di iniziare, è buona norma mettere intorno all’area di lavoro dei teli di protezione, che evitano che le gocce di pittura che cadono in ogni caso, possano rovinare qualcosa di delicato e importante. Per creare un nuovo bordo in una stanza:

    Iniziate da un angolo e, soprattutto, misurate la distanza che volete lasciare tra il soffitto e la parte alta del disegno. Con una matita, quindi, segnate tale punto in ogni parte:
    Per unire tutti i riferimenti, servitevi di una livella a bolla. Attenzione però, se la vostra casa non è nuovissima e i muri sono leggermente storti, è meglio servirsi di una riga;
    Allineate ora il bordo dello stencil con la riga segnata con la matita e, con il nastro adesivo, fissate la mascherina al muro;
    Versate la pittura in un recipiente ricordandovi che ne serve poca, ma certamente saranno necessari più colori;
    Bagnate il pennello e asciugatelo su della carta assorbente;
    picchiettate la pittura nella mascherina all’interno del disegno, partendo dall’esterno verso l’interno;
    non fate scivolare il pennello sullo stencil, per evitare che il colore passi sotto il foglio;
    ripetete l’operazione in tutta la stanza.

     
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    Come realizzare un mosaico

    mosaico

    L’arte del mosaico ha radici lontane nel tempo, ma ancor oggi affascina quanti hanno voglia di creare piccoli capolavori dal sapore antico o pezzi unici da collezionare. Si tratta di una pratica che prevede l’uso di tessere di svariati materiali (ceramica, vetro, conchiglie) messe l’una accanto all’altra per formare determinate figure.

    Si può lavorare su un supporto piano (una tavola, una parete, una porta) o si può decidere di rivestire un oggetto, vale a dire un vaso, un piatto, un orologio da parete…

    I materiali si possono reperire nei negozi specializzati a prezzi accessibili per tutte le tasche, ma si può anche scegliere di utilizzare ciò che si ha in casa, come cocci di bottiglie colorate e pezzi di vasi rotti. Come procedere?

    La prima fase prevede l’uso della matita o del carboncino per disegnare sulla superficie da trattare il soggetto dell’opera. Chi non è particolarmente abile nel disegno può aiutarsi con l’uso della carta-carbone per definire i contorni della figura, ripassando poi il tutto con pennarello o una biro.

    Ora si comincia con il lavoro di riempimento, incollando le varie tessere l’una accanto all’altra in modo che resti uno spazio nel mezzo. L’accostamento dei colori e l’allineamento delle tessere sarà di fondamentale importanza per la riuscita della vostra opera, quindi cercate di seguire un ordine logico in ogni fase della lavorazione.

    Quando avrete incollato tutte le tessere, lasciate asciugare la colla e cominciate a riempire tutti solchi tra le tessere con del cemento a presa rapida o con gli appositi prodotti pronti all’uso (li trovate sempre nei negozi di bricolage). Una volta riempite tutte le giunzioni, definite i bordi delle tessere con un taglierino ed eliminate i grumi di polvere con un panno pulito ed asciutto.

    A questo punto potete lasciare il capolavoro allo stato grezzo o optare per una lucidatura con un prodotto per ceramiche. Ora non vi resta che rilassarvi e godervi il vostro bel mosaico.

     
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    Come posare una moquette

    moquette-300x203

    Un tempo, con la parola francese “moquette” si intendeva un tappeto intessuto, oggi invece viene applicata a qualunque rivestimento tessile che copre un pavimento. Se ne possono utilizzare due tipi: quella tradizionale è composta da fibre naturali ed è realizzata su un supporto di tela o juta, mentre quella sintetica ha le fibre trapuntate e fissate da schiuma di gomma o plastica.

    Per fissare una moquette, sono indispensabili, intanto, degli attrezzi specifici che potrete anche noleggiare, dato che vi serviranno solo per l’arco di tempo in cui dovrete sistemarla nella vostra casa. Si tratta, nello specifico di:


    martello da posatore: che permette di affondare i chiodi senza fare troppo pressione sui denti di fissaggio, grazie soprattutto alla penna di tale strumento . E’ utile per fissare i listelli d’ancoraggio sulle scale;
    tendimoquette da ginocchio: con la sua base dentellata, è possibile agganciare il rivestimento di fondo, mentre la parte posteriore che è imbottita, viene sistemata con il ginocchio;
    tagliamoquette: è indispensabile per tagliare in modo preciso la moquette che copre gli zoccolini della stanza;
    Per eseguire la posa, invece, questi sono i passaggi fondamentali:

    posate la moquette a terra e srotolatela; se le strisce appaiono strette rispetto alla grandezza della stanza, saranno necessarie delle giunte. Con il cutter e una riga metallica, potrete praticare i tagli.
    sistemate gli angoli e lasciate che la moquette risalga di qualche centimetro verso la parete e gli zoccolini;
    ora tirate la base per farla aderire bene al pavimento;
    inserite il biadesivo lungo il perimetro della stanza e fissate la moquette ben lisciata sulla superficie;
    tagliate la parte eccedente con il tagliamoquette o, in alternativa, con il cutter e la riga metallica che vi fornirà il punto preciso dove effetturare la lavorazione.
    lo stesso metodo va utilizzato per le pose incollate, solo che dopo aver tagliato la moquette, sarà necessario ripiegare le strisce a fisarmonica e stendere la colla sul pavimento. Tale operazione va eseguita con la spatola dentellata a partire dal muro.




    Come scegliere il pennello giusto


    pennelli

    Il primo passo da compiere in un’operazione di tinteggiatura o verniciatura è quello della scelta del pennello, di fondamentale importanza se si vuole ottenere un risultato apprezzabile alla fine del lavoro. Ma come districarsi nella vasta offerta che troviamo generalmente in ferramenta o nei negozi di vernici?

    Occorre tenere conto di diverse caretteristiche sia per quanto riguarda il materiale del pennello che per quanto riguarda la grandezza, a seconda anche del prodotto che stiamo per utilizzare.

    Per prima cosa occorre che il pennello sia di buona qualità, onde evitare di veder vanificato il nostro lavoro a causa di uno strumento poco costoso ma anche poco utile. Assicurarsi quindi che le setole sia fitte, che la ghiera (la parte dove sono attaccate le setole) sia stabile e che l’impugnatura sia ergonomica e perfettamente fissata alla ghiera.

    Ora bisogna stabilire quale sia il pennello più adatto a stendere il materiale utilizzato: nel caso si stia usando della tinta ad acqua o vinilica, il pennello ideale è quello a setole sintetiche, mentre per la vernice sarà meglio utilizzare un pennello a setole naturali (più costoso, ma decisamente migliore per trattare gli smalti sintetici).

    A seconda dell’uso, poi, i pennelli possono avere forme e dimensioni diverse. Oltre al classico pennello piatto, si può utilizzare la cosiddetta ovalina, con punta rotonda o ovale, utile per dipingere superfici attaversate da scalanature. C’è poi il pennello a testa curva, che presenta una ghiera piegata per facilitare il lavoro in determinate situazioni in cui risulta difficoltoso l’inserimento dell’attrezzo classico (pensiamo ad esempio ai caloriferi).

    La cosiddetta pennellessa (o plafoniera) serve invece per dipingere le grandi superfici, diminuendo il tempo di applicazione e la fatica. Ne esistono anche alcune dotate di canali antigoccia, utili soprattutto nella tinteggiatura dei soffitti. Infine ricordiamo il rullo, non un vero e proprio pennello, ma certamente lo strumento più utile per ottenere il risultato desiderato nel tempo più breve possibile.



    Come applicare la carta da parati

    carta-da-parati

    In un precedente capitolo vi abbiamo spiegato come si fa a staccare la carta da parati. Ma una volta completata l’operazione, come fare per dare un tocco di novità alle nostre pareti? Si può optare per un’operazione di tinteggiatura, oppure si può decidere di applicare della nuova carta, donando un tocco di eleganza alla nostra casa.

    A questo punto, potete scegliere di chiamare un imbianchino che si faccia carico del lavoro, preparandovi a pagare materiali e tempo speso, o come al solito, potete leggere i nostri consigli e magari lasciar uscire l’artista che in voi.

    E allora continuate a leggere queste poche righe e scoprirete ogni segreto del mestiere, imparando in pochi passi ad applicare la vostra nuova carta da parati.

    Prima di tutto dovete assicurarvi che la superficie da trattare sia perfettamente liscia e libera da impurità (piccoli residui della vecchia carta, ad esempio) o crepe. Nel caso, procedete con il distacco dei residui e con la chiusura degli eventuali buchi, in modo da poter lavorare senza intoppi.

    A questo punto occorre misurare l’altezza della parete, dal pavimento al soffitto, e poi tagliare una striscia di carta un po’ più lunga rispetto a tale misura (un paio di centimetri, per non sbagliare).

    Ora si passa una mano di colla vinilica sul retro della carta e si lascia riposare per qualche minuto su un piano d’appoggio. Ed eccoci al momento più delicato, vale a dire quello della posa sul muro. Come fare per applicare la carta in modo perfettamente verticale? Il sistema più semplice è quello di partire da un angolo della stanza, aiutandosi – se necessario – con un filo di piombo e segnando una linea retta con la matita.

    Per applicare la carta da parati è opportuno partire dall’alto, incollando poi pian piano il resto e stendendo la superficie con il palmo della mano. Una volta incollata la striscia, si deve verificare che non siano rimaste delle bolle, premendo eventualmente sulla superficie per eliminarle.

    Si procede poi con lo stesso sistema, applicando gli altri fogli, in modo che i bordi combacino in modo perfetto con quelli già applicati. Infine si lascia asciugare il tutto e si elimina con una taglierina la parte in eccedenza (ricordate i due centimetri in più?), facendo attenzione a non rovinare tutto il lavoro.

     
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    Come risolvere un problema di pittura squamata

    Pittura-pareti-300x300

    Non è raro che la pittura di una parete si sfaldi anche se il lavoro precedente è stato fatto con tutti i criteri del caso; di solito, il problema che sta alla base, è quasi sempre legato all’umidità. Se il pittore stende più mani di colore e quest’ultimo non aderisce bene, inizierà a sfaldarsi e, irrimediabilmente, sarà necessario carteggiare e ridipingere di nuovo, per ottenere un risultato perfetto. L’alternativa è quella di preferire uno sverniciatore termico che elimini tutta la vecchia pittura e poi ricominciare con una mano di fondo e una di finitura. Si può evitare tutta questa lunga e complessa operazione, però, nel caso in cui si squami soltanto l’ultimo strato, visto che si può rimediare senza che rimangano segni evidenti della riparazione avvenuta.

    Ecco come cercare di risolvere, i vari problemi di finitura:

    inaderenza totale: quando si stacca la finitura, di solito alla base c’è una cattiva preparazione della superficie, risalente all’ultima volta che si è deciso di rinnovare la stanza. E’ probabile, ad esempio, che sia stata data una mano di pittura ad acqua, su una a solvente già esistente. In questo caso, prima di procedere, bisogna togliere ogni residuo precedente e per evitare che accada di nuovo, è indispensabile pulire bene la superficie prima di cominciare;
    se si dipinge su un supporto instabile, è meglio aggiungere alla pittura un apposito prodotto in grado di fornire maggiore adesività;
    pittura squamata intorno a porte o finestre: vicino ai telai questo tipo di inconveniente, ha ancora più probabilità di verificarsi, soprattutto se la casa è rivestita in mattoni o con stucco. Questo perchè d’inverno, l’aria calda trattiene maggiore umidità che condensandosi, fa perdere alla pittura l’originale aderenza. Un buon espediente, in questo caso, è quello di utilizzare uno speciale prodotto acrilico per sigillare le fessure tra i muri e i telai all’interno. La stessa cosa vale per le aree intorno alle prese di corrente, che potrebbero contenere dei pericolosi spifferi.

     
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    Come riparare la carta da parati che si stacca

    cartaparati

    Dopo aver deciso di rivestire la propria abitazione con la carta da parati ed aver “sfoggiato” con gli amici, quello che è a tutti gli effetti un importante complemento d’arredo, può capitare che, nemmeno dopo troppo tempo, la stessa inizi a staccarsi. Ovviamente che la tappezzeria si sfaldi è piuttosto sconveniente e antiestetico e, quindi, bisogna intervenire subito, anche per evitare che il problema diventi più visibile. I motivi che causano questo effetto, sono: la colla troppo liquida e non abbastanza adesiva, il muro preparato male in precedenza, la carta posata su una superficie grassa e non carteggiata a dovere o, ancora, dopo l’applicazione potrebbe essersi formata della condensa. In ogni caso, seguendo qualche piccolo gesto, è semplicissimo rimettere tutto a posto. Un tubetto di attaccatutto, acquistabile nei negozi di fai da te, farà il resto.

    La carta da parati staccata, si può riparare in questo modo:

    sollevate la parte staccata e tiratela fino a sentire resistenza, ma non toglietela;
    inumidite la parte che va verso il muro con uno straccio umido e fate lo stesso son la superficie dove era attaccata, per inumidire la colla;
    mettete il beccuccio del tubetto di colla sotto la carta e premete in modo che se ne depositi una minima parte sul muro;
    incollate, quindi, il bordo della carta facendola coincidere, a livello di disegno, all’originale.;
    Asciugate la parete con uno straccio pulito, per togliere la colla in eccesso.
    per essere ancora più certi di un risultato ottimale, potete prendere un rullo per giunte e passarlo nella zona interessata, in modo da fissare ulteriormente i bordi e farli coincidere. Questa operazione, ovviamente, potrebbe causare una nuova fuoriuscita di colla e, anche se avete già pulito la carta, sarà necessario procedere nuovamente per scongiurare la possibilità che si asciughi e diventi parte integrante della vostra carta da parati.

     
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    Come dipingere una parete ad effetto cielo



    Ti piacerebbe avere il cielo sulle pareti della tua stanza? Non serve chiamare un pittore professionista, puoi essere tu stesso a creare questa meraviglia. Può essere un'idea per arredare la cameretta di un bambino in arrivo, o semplicemente per abbellire la tua casa.

    Occorrono:
    lavabile azzurro o rosso diluita
    lavabile bianca diluita
    panni di cotone
    stecca di legno
    nastro di carta
    giornali o teli di plastica
    secchio pieno d'acqua
    guanti
    Scopri come fare:

    1
    Copri coi giornali o con i teli appositi di plastica tutti i mobili e i soprammobili. Rivesti col nastro di carta i battiscopa e, se vuoi, anche lo spazio che c'è tra il soffitto e la parete, se quest'ultimo non lo vuoi dipingere. Ti consiglio di indossare abiti vecchi o una tuta protettiva, onde evitare che il colore, schizzando da tutte le parti, ti sporchi i vestiti buoni.
    2
    Prendi sia il barattolo della lavabile bianca che quello della lavabile colorata diluite con l'acqua. Immergi la stecca nella lavabile colorata e mischia il tutto. Questo perché il colore si deposita sul fondo, dovrai fare questa operazione spesso. Ora, immergi con una mano un solo panno nel colore azzurro e con l'altra mano fai la stessa cosa con la lavabile bianca. Non ti posso dire quanto deve essere diluita la pittura in quanto dipende da te: ti consiglio comunque di fare delle prove, per vedere se l'effetto ti piace.

    3
    Strizza bene i due panni per togliere il colore in eccesso e comincia a dipingere la parete facendo dei movimenti un pò circolari, o puoi fare delle linee irregolari, anche passando lo straccio con la pittura bianca sopra la pittura colorata, in modo da avere l'effetto del cielo. Se gli stracci si inzuppano troppo, strizzali nel secchio pieno d'acqua.

    Questa particolare tecnica é l'ideale se vuoi fare dei ritocchi, in quanto ti basterà solo passare lo straccio col colore desiderato. Prima di rimettere in ordine la stanza e staccare il nastro di carta, attendi 24 ore, per far asciugare bene il muro..



    Edited by gheagabry1 - 7/10/2018, 12:51
     
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    Pareti In Cemento Spatolato: Intonaco In Cemento Levigato

    pareti-in-cemento-spatolato

    Se dobbiamo completare un lavoro appena fatto, per esempio rifinire un muro che abbiamo costruito in mattoni o calcestruzzo oppure ristrutturare la casa di campagna e rifare gli intonaci alle pareti, allora una buona idea potrebbe essere quella di rifinire le pareti in cemento spatolato o cemento levigato.

    INTONACO IN CEMENTO SPATOLATO O LEVIGATO
    L’utilizzo del cemento per finire una parete o una pavimentazione sino a pochi anni fa era riservato ad ambienti cosiddetti ‘di servizio’ come ripostigli, box o cantine. Oggi con la continua ricerca di nuove soluzioni ed una certa apertura alle novita’ si cominciano a vedere soluzioni abitative, soprattutto in immobili di pregio, dove l’impiego del cemento di finitura e’ ampiamente accettato e anzi costituisce un tocco di ricercatezza molto apprezzato.
    Insomma una risposta pratica all’esigenza di avere un gradevole risultato estetico e al tempo stesso una buona resistenza all’usura, il tutto ad un costo decisamente accettabile.
    COME SI APPLICA IL CEMENTO LEVIGATO
    Ovviamente se stiamo parlando di una parete in cemento levigato, la copertura di base della struttura della parete in laterizio avviene come di consueto con la stesura dell’intonaco che altro non e’ che una stabilitura di sabbia e cemento dove la granulosita’ della sabbia e’ variabile. Infatti dalla finezza della sabbia dipende il grado di levigatezza finale della parete, spesso la sabbia viene sostituita da calce o gesso per ottenere la finitura cosiddetta ‘civile’
    Per ottenere la parete in cemento grezzo levigato occorrera’ quindi procedere all’intonacatura avendo l’accortezza di diminuire gradualmente la percentuale di sabbia. Una volta terminata l’intonacatura, dopo una prima asciugatura si dovra’ spolverare la parete con polvere di cemento puro e frattazzare bene per portare la superficie al massimo livello di levigatura.
    Molti preferiscono lasciare la parete in questo stato di semilucentezza, mentre altri piu’ spesso al fine di ottenere una lucentezza usano passare, a parete ben asciutta, due o tre mani (anche quattro) di flatting trasparente, lasciando asciugare bene tra una mano e la successiva.
    L’effetto della prima mano di flatting sul cemento e’ senza dubbio molto interessante in quanto esso viene parzialmente assorbito creando delle sfumature molto piacevoli.


    pareti-in-cemento-levigato

    Naturalmente abbiamo qui parlato di pareti, perche’ in caso si intendesse usare questa tecnica per un pavimento, a seconda delle esigenze di resistenza che si intendera’ conferire al pavimento, occorrera’ calibrare attentamente lo spessore e, se del caso, ricorrere all’eventuale impiego di un reticolo metallico da annegare nel cemento per conferire compattezza ed elasticita’. Inoltre per grandi superfici sara’ opportuno considerare l’esecuzione in ‘campiture’ di misure limitate per evitare problemi di fessurazioni.
    Il vantaggio dell’uso del cemento spatolato soprattutto nelle pavimentazioni consiste anche nella facilita’ di impiego in casi di ristrutturazione. Non risulta infatti necessario rimuovere i vecchi rivestimenti ed e’ anzi possibile stendere l’impasto direttamente sulle piastrelle preesistenti.

    fonte:.manualino.com

     
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    TEGOLE SOLARI, TETTO FOTOVOLTAICO


    tetto-fotovoltaico

    COSA E’ UNA TEGOLA SOLARE, UN TETTO FOTOVOLTAICO
    Siamo ormai nell’era del risparmio energetico, ci siamo finalmente accorti che le risorse del nostro Pianeta non sono infinite e nelle coscienze di tutti sta prendendo forma la consapevolezza che per la nostra stessa sopravvivenza e’ necessario puntare su fonti di energia alternative, che siano fonti rinnovabili e che abbiano il minore impatto possibile sull’ecosistema che, dobbiamo ricordarlo, abbiamo gia’ profondamente violentato e compromesso (in qualche caso in modo tragicamente irreversibile).

    Per queste ragioni anche le imprese costruttrici devono venire incontro (oltre che doversi attenere a lacunose e tardive normative edilizie) alla crescente richiesta di case ecologiche, case a costo zero, materiali ecocompatibili, energia rinnovabile.
    Eccoci al punto: le fonti di energia, a fianco all’idroelettrica, all’eolica, alle biomasse, alle maree, quella che costituisce la migliore alternativa al petrolio e’, probabilmente, l’energia solare, i pannelli fotovoltaici.
    Abbiamo gia’ trattato questo argomento, ma ora vogliamo parlare di tegole solari, come creare un tetto fotovoltaico.
    La tegola solare, in questo campo, costituisce un sitema rivoluzionario che mette insieme due funzioni nello stesso prodotto: la copertura di un edificio che al tempo stesso diventa una superficie fotovoltaica per catturare l’energia solare.
    In pratica si trasforma un tetto da elemento passivo in elemento attivo in grado di produrre energia e quindi contribuire al fabbisogno energetico dell’unita’.
    Un altro elemento positivo e’ rappresentato dalla semplicita’ di installazione e dall’incremento di valore che con questo tipo di copertura andremo ad ottenere.
    Il tetto solare e’ quindi in grado di produrre energia elettrica ed energia termica ed inoltre le tegole solari si integrano perfettamente con l’edificio grazie alla notevole somiglianza con le tradizionali tegole di cotto.
    L’obiezione piu’ comune che viene fatta e’ rappresentata dal costo che, ovviamente, e’ superiore a quello di una comune tegola. Indubbiamente bisogna tenere conto che questo tipo di intervento e’ consigliabile sostanzialmente in due casi:
    per le nuove costruzioni
    qualora sia necessario sostituire le tegole del tetto
    Riteniamo dispersivo e inutile ritornare a precisare che l’impiego di queste tecnologie basate sull’irradiamento solare presuppongono che la casa sia ubicata in una zona soleggiata a latitudini consone, sebbene nel nord europa si stia sviluppando enormemente questo tipo di copertura sfruttando al massimo le ore di sole puntando sull’ottimizzazione delle celle fotovoltaiche.
    In questi ultimi anni molte aziende si sono concentrate nello sforzo di produrre tegole solari che avessero le caratteristiche estetiche delle normali tegole o coppi in cotto o ardesia o altro, ma che avessero incorporato in ciascuna di esse le celle fotovoltaiche.
    Molte sono le case che producono tegole solari, tra le tante citiamo solo a titolo di esempio le principali: la Koramic, Imerys, Luxol, Integrasolar etc.
    Vista l’ampia offerta di prodotti sul mercato, per orientarsi nella scelta occorre tenere presente quali sono le caratteristiche peculiari che una tegola solare deve avere:
    resistenza al calpestio
    resistenza alla grandine
    resistenza all’acqua, oli e sostanze chimiche
    gradi di protezione elevato (ideale IP67)
    mantenimento della trasmittanza nel tempo
    semplicita’ di installazione
    e non ultimo… il prezzo!
    Le tegole footovoltaiche possono essere:
    Curve
    piatte
    a coppo


    tegole-solari

    possono essere:
    con cella incorporata
    con cella solare piatta applicata sulla tegola


    tegole-fotovoltaiche

    INSTALLAZIONE TEGOLE SOLARI
    Per quanto attiene all’installazione delle tegole solari, sebbene superfluo, bisogna sottolineare che si tratta di un lavoro riservato a personale qualificato in quanto e’ necessario il rifacimento integrale della copertura del tetto. Nulla toglie che se proprio si vuole, come per altri lavori impegnativi, sia possibile farlo da soli, con le dovute cautele e sempre che si sia in possesso delle opportune conoscenze. Ovviamente qualora si intenda avvalersi delle agevolazioni, verra’ a mancare l’attestazione e la certificazione di efficenza che puo’ essere rilasciata solo da un tecnico.

    tegole-solari-tetto-fotovoltaico

    Se il tetto su cui dobbiamo intervenire e’ abbastanza recente, si potra’ utilizzare tutta l’intelaiatura di sostegno preesistente, travi, travetti, etc. in quanto le nuove tegole avranno le stesse caratteristiche e dimensioni delle preecedenti, altrimenti si rendera’ necessario procedere al rifacimento integrale. Operazione alquanto dispendiosa, ma che ci ripaghera’ nel tempo con un continuo risparmio energetico che ci fara’ peraltro sentire fieri di partecipare alla difeasa del Pianeta.

    fonte:manualino.com

     
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    Come far diminuire umidità nella propria abitazione



    L'umidità è un problema che spesso ci affligge, poichè fa male alla nostra salute e danneggia anche le nostre abitazioni. Per eliminare o almeno limitare questo fastidio, basta seguire degli accorgimenti semplici semplici che apprenderete grazie all'aiuto di questa guida.

    Scopri come fare:

    1
    Iniziate procurandovi delle vaschette di alluminio facilmente reperibili in tutti i negozi di articoli per la casa; fatto ciò rivestitele all'interno con della pellicola trasparente (quella che si utilizza in cucina per gli alimenti). Se volete, per renderle più belle, potreste decorarle con conchiglie, perline o con tutto ciò che vi consiglia la vostra fantasia.
    2
    A questo punto procuratevi del sale grosso da cucina, anche il più economico va benissimo. Ponetelo dentro le vaschette, sopra la pellicola trasparente. Mettete ora le vaschette in ogni angolo umido della vostra abitazione, in modo da assorbire l'umidità presente. Quando vedrete che il sale si sarà agglomerato diventando un blocco unico, rimuovete tutta la pellicola con quest'ultimo all'interno e sostituite il tutto con del sale e della pellicola nuovi.

    3
    Il sale che ha assorbito l'umidità, non va gettato via, ma nel caso si possedesse un giardino, lo si potrebbe posizionare lungo i bordi delle aiuole o dei marciapiedi. In questo modo assorbendo l'acqua nei periodi di pioggia e stando a contatto col terreno, eliminerà tutte le erbacce, facendole diminuire sempre di più col passare del tempo..



    Come realizzare dei deumidificatori


    L'umidità è un fattore ambientale rischioso per la salute di tutta la famiglia in quanto determina l'insorgere di muffe e crea un habitat favorevole alla proliferazione di acari e microbi. È consigliato, per questi motivi, mantenere il tasso d'umidità, all'interno della propria abitazione, costante e adeguato: cosa che si fa con l'uso di un deumidificatore. Forse non tutti sanno, però, che si possono realizzare deumidificatori da soli utilizzando prodotti naturali come un comune sale da cucina. Vediamo, allora, come fare seguendo questi pochi e semplici passi contenuti in questa guida.


    Occorrono:
    sacchetto di organza
    vaschetta
    bottiglia di plastica vuota
    sale grosso da cucina
    Scopri come fare:



    1

    Il sale grazie alla sua struttura è un ottimo deumidificante perché ha il potere di assorbire l'umidità e rilasciarla successivamente. Quello che ci serve per realizzare un deumidificatore fai da te
    sono un sacchetto di organza ed una vaschetta di plastica. È opportuno che la vaschetta abbia un coperchio forato, una sorta di grata o retina bucherellata, che lasci passare l'acqua. Una volta procurato l'occorrente bisogna introdurre il sale nel sacchetto di organza e appoggiarlo semplicemente sul coperchio della vaschetta. A questo punto il deumidificatore è stato realizzato e questo inizierà ad assorbire l'acqua e a rilasciarla sotto forma di acqua nella vaschetta sottostante.
    2
    Un altro modo più semplice e veloce per realizzare un deumidificatore da se è quello di aggiungere del sale grosso da cucina nel fondo di un contenitore cilindrico, va bene anche una bottiglia di plastica vuota con la parte superiore opportunamente tagliata. Prima di posizionare il deumidificatore così realizzato nella stanza bisogna lasciarlo nel frigo per almeno dodici ore coprendo per bene la parte superiore.

    3
    La quantità di sale giusta che bisogna usare per deumidificare è direttamente proporzionale alla grandezza della stanza dove il deumidificatore deve essere posizionato. Generalmente cento grammi di sale dovrebbero essere sufficienti a deumidificare una stanza di sedici metri quadrati (4mX4m).

    Una volta trascorso il tempo necessario in frigo il deumidificatore può essere posizionato nella stanza umida e man mano che il sale assorbe l'umidità questo risulterà essere sempre più inzuppato. Il tempo che il deumidificatore dovrà essere lasciato nella stanza dipenderà dalla quantità di umidità presente nell'ambiente. Il sale bagnato può essere riutilizzato asciugandolo in forno per una decina di minuti..
    Consigli:
    Il sale può essere riutilizzato diverse volte, fino a quando è capace di assorbire l'acqua



    Edited by gheagabry1 - 7/10/2018, 12:52
     
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    L’intonaco, Come Intonacare Un Muro

    lintonaco-come-intonacare-un-muro

    L’INTONACO, COME INTONACARE UN MURO – Per intonacare bene un muro e’ necessario procedere prima ad una buona preparazione del muro, sia che si tratti di intonaco civile, sia che si tratti di intonaco rustico.
    L’intonaco e’ uno strato di malta o altro materiale plastico con cui viene ricoperto un muro grezzo. Cio’ non ha solo la funzione di conferirgli un migliore aspetto, ma anche quella di proteggerlo dagli agenti atmosferici.


    Il lavoro di intonacatura con malta cementizia puo’ risultare un po’ difficoltoso per un principiante, soprattutto se la superficie da ricoprire e’ piuttosto ampia.
    Per gli amanti del fai da te, esistono pero’ in commercio prodotti piu’ facili da applicare, come gli intonaci plastici gia’ pronti per l’uso che risultano assai piu’ lavorabili e piu’ semplici da adoperare (tali prodotti sono facilmente reperibili nei Centri Commerciali specializzati in Bricolage ed articoli per la casa ed il giardino o anche nei negozi che vendono prodotti e attrezzature per l’edilizia).
    Vi sono alcune semplici regole da tenere bene presenti per ottenere un buon lavoro e affinche’ l’intonaco aderisca bene alla parete:
    il muro non deve essere di recente costruzione, occorre attendere 30-40 gg prima di rivestire un muro nuovo, altrimenti i segni dei mattoni sottostanti si vedranno sempre (e questo sta a significare che il muro non era ben asciutto quando e’ stato intonacato)
    il muro deve essere ben bagnato e se e’ di pietra e’ opportuno martellarne adeguatamente la superficie al fine di garantire una presa migliore.
    le due regole generali appena citate hanno una sola eccezione, quando il muro sottostante e’ di cemento. In questo caso e’ opportuno e anzi consigliabile applicare subito l’intonaco.
    Tornando alla generalita’, la composizione della malta deve essere rapportata al tipo di muro che si deve intonacare, al tipo di intonaco ed al contesto generale (zona geografica, altitudine, livello di umidita’ media, etc.).
    Tra i vari tipi di intonaci ve ne sono due che sono i piu’ diffusi:
    intonaco civile che si applica con due mani di malta (2 parti di calce idraulica 3 parti di sabbia fine. Si mescolano prima a secco poi si aggiunge acqua via via fino ad ottenere un impasto sodo)
    intonaco rustico che viene applicato con una sola mano di malta ed e’ indicato per muri esterni o per locali non abitati (come cantine, solai, box etc)
    Se la superficie da ricoprire e’ molto estesa, per ottenere uno spessore di intonaco omogeneo, si rende necessario creare delle linee di riferimento che si ottengono creando delle strisce verticali di malta di una decina di cm di larghezza e con 1 cm. di spessore, quindi col la cazzuola si ‘lancia’ la malta tra una striscia e l’altra e si livella poi con una assicella che andra’ fatta scorrere dall’alto verso il basso appoggiandola sulle due guide con movimenti a destra e sinistra.
    Per le prime volte si potra’ utilizzare dei listelli di legno spessi 1 cm che inchioderemo provvisoriamente al muro come ‘guide’, col tempo e con la pratica si passera’ al metodo indicato prima che consente di procedere molto piu’ speditamente.
    La rasatura o lisciatura si effettuera’ invece col frattazzo e con un movimento rotatorio dopo aver bagnato l’intonaco con una pennellessa.
    Qualora si tratti di intonaco rustico il lavoro puo’ considerarsi terminato.
    Per quello civile invece occorre procedere ad una seconda mano e quindi alla eventuale finitura a gesso. In tal caso il frattazzo andra’ usato con un’inclinazione di 45° rispetto al muro, utilizzando un impasto abbastanza liquido di gesso (da preparare in quantita’ minime in quanto si indurisce molto in fretta) e agendo dal basso verso l’alto.
    Il tocco finale si dara’ con carta abrasiva per ottenere una perfetta lisciatura.
    Dopo aver intonacato il muro occorre attendere altri 45 gg circa prima di poterlo tinteggiare o rivestire per evitare che appaiano durature macchie di umidita’. Video Youtube Come intonacare un muro: