IL PIANETA DI BABBO NATALE

racconti, fiabe

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  1. gheagabry
     
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    mago

    Elogio dell'inverno


    Narra una dolce canzone popolare del nord, come un vecchio bianco viatore, che aveva conosciuto tutte le vie sotto il sole e le bufere, tutti i sentieri tra i sassi e i rovi.. tutte le strade di sacrifici e di fatiche, avendo dolorato molto in sua vita, e attendendo con rassegnazione il termine del gran viaggio attraverso le ore, i giorni
    e i mesi e gli anni, non sapesse in quale stagione trovare tutta la melanconia sottile e morbida, consigliera buona dell'ultimo camino.
    Non la primavera, ché il vecchio cuore si riempiva di tenerezza tra i primi brividi di penne e il trillar giocondo di passere in amore e di cinciallegre cinguettiere pei rami verdi. Non l'autunno, ché nell'anima sentiva colle foglie gialle e la terra grassa tutta un'agonia disperata di fronde d'oro.
    Non l'estate divampante. pei cieli di cristallo come se una fiaccola accesa ardesse le aurore e i tramonti.
    Ma l'inverno. L'inverno solo, silenzioso e calmo, morbido e fresco gli dava all'anima tutta una melanconia senza scoramenti e senza abbandoni.
    Una melanconia come quella che coglie un convalescente esile e biondo.
    E scelse l'inverno, il vecchio bianco viatore, per andarsene senza sofferenze, come ravvolto in un gran nido di bambagia, abbandonando l'anima affranta a poco a poco, insensibilmente, come si sperdon i segni di chi passa sulla neve...
    Ché l'inverno, senza la ricchezza dei colori primaverili, senza la fiamma biondastra delle messi mature, senza l'oro caldo degli autunni moribondi, ha una poesia e un suo speciale, il fascino bianco.
    E' un brivido ardente di scintille cristalline, un torrente di piccol e stelle assiderate, una filagrana di gemme che copre la terra, lega gli alberi nudi ai rami nodosi, che inghirlanda le case come novella vitalba incanutita.
    E su tutto e su tutti, pei cieli purissimi e per la terra nuda è una sinfonia meravigl!osa senza voci, senza suoni, senza colori. La sinfonia bianca.
    E ritorna a noi, ad ogni giro di anni, primo fra tutti, l'inverno; e ha ancora il viso incorniciato di ghiacciuoli e cammina ancora senza peso, e d'intorno è ancora un turbolento di fiocchi morbidi, un aliar stanco di farfalle bianche... Ancora come quando s'era bambini...
    E si credeva l'inverno, un orco, o una fata, un mago o una strega che venissero da sentieri lontani senza fonti e senza e portassero slitte colme di dolci e di giocattoli e di tante tante piccole cose, che scendevan certo dal cielo, come la neve, come gli
    esili fiocchi bianchi che morivan nella piccola mano che li raccoglieva, come si prendon le farfalle, a primavera.
    L'inverno ritorna ad ogni giro di anno e ha la sua ghirlanda di ghiacciuoli e di neve, la sua corona di stellette e di leggende, le sue poesie e le sue canzoni, il suo fascino e la sua bellezza...

    - Nino Salvaneschi -



    poesie.reportonline.it

    Edited by gheagabry1 - 9/11/2019, 13:08
     
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38 replies since 25/11/2012, 22:07   4734 views
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