-
.
BUONGIORNO GIORNO... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE
Edizione Giornale Anno 3° SETTIMANA 027 (12 Novembre – 18 Novembre 2012)
BUONGIORNO GIORNO... BUONA SETTIMANA ISOLA FELICE
RIFLESSIONI
... SPERANZA E VITA …
... Queste notizie fanno sobbalzare sulla sedia e sentire il cuore battere forte per l’emozione. Mi riferisco all’unnuncio dato dalla vedova di Pavarotti, Nicoletta Manotovani, che ha annunciato che dopo molti anni di malattia, la sclerosi, è finalmente guarita. La cosa che mi ha fatto riflettere, dopo il naturale entusiasmo per la bellissima notizia, è stato tutto il corollario di commenti scatenatesi in rete e dagli ambienti medici. La signora Mantovani, ha commesso l’errore, secondo la medicina ufficiale, di rivolgersi ed utilizzare il metodo di cure del chirurgo Paolo Zamboni, ritenuto dagli ambienti medici non affidabile. Sembrerebbe che il protocollo di cura utilizzato da quel chirurgo non sia buono per la maggior parte delle persone affette da sclerosi e quindi la Medicina non lo riconosce come metodo valido. In alcune regioni italiane sono state autorizzate le cure in via sperimentale, ma nella maggior parte dei casi quella cura non viene considerata legale o valida. Mi ha fatto riflettere il fatto che nei telegiornali sembrava si evidenziasse più il fatto della cura che non la felicità per una persona che è uscita guarita dal tunnel di una malattia inesorabile. Non sono un medico per poter giudicare validità o meno di una cura; da persona sensibile però non posso non gioire per la guarigione di un essere umano a prescindere dal tipo di cura che esso ha seguito per guarire … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Nicoletta Mantovani 'guarita' da sclerosi
La vedova di Pavarotti si e' affidata al discusso metodo del chirurgo Paolo Zamboni. ''A sei mesi dall'operazione mi ritengo guarita dalla sclerosi multipla''. Lo dice a ''Gente'', in edicola da lunedi' 12 novembre, Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti, che si e' affidata al metodo, molto discusso negli ambienti scientifici, del chirurgo ferrarese Paolo Zamboni.
''Non accuso piu' alcun sintomo: mi e' stata data una seconda vita. E ora ho anche debuttato nella produzione cinematografica - aggiunge - con un film che mi rende molto orgogliosa: 'E la chiamano estate' (in uscita il 22 novembre), sulle anomalie e le perversioni di tante coppie''. (Ansa)CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto durante tutta l’estate mi è piaciuto per cui da oggi continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le più belle poesie di tutti i tempi
Sotto una piccola stella
Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
perdonatemi deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
e tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile, con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
chiedo scusa all’albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
verità, non prestarmi troppa attenzione.
serietà, sii magnanima con me.
sopporta, mistero dell’esistenza, se tiro via fili dal tuo strascico.
non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
chiedo scusa a tutti se non posso essere ognuno e ognuna.
so che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.
(WISLAWA SZYMBORSKA)
Favole Classiche
I quattro fratelli ingegnosi
C'era una volta un pover'uomo che aveva quattro figli; quando furono cresciuti disse loro: -Cari figlioli, ora dovete andarvene per il mondo, io non ho nulla da darvi; mettetevi in cammino e andate in terra straniera, imparate un mestiere e cercate di industriarvi-. I quattro fratelli presero così il bastone del viandante, dissero addio al padre e lasciarono insieme la città. Quand'ebbero fatto un tratto di strada, giunsero a un crocicchio che portava in quattro paesi diversi. Il maggiore allora disse: -Dobbiamo separarci, ma fra quattro anni esatti ci ritroveremo qui e, nel frattempo, tenteremo di far fortuna-. Così ognuno andò per la sua strada, e il maggiore incontrò un uomo che gli chiese dove stesse andando e che intenzioni avesse. -Voglio imparare un mestiere- rispose il giovane. Allora l'uomo disse: -Vieni con me, e impara a fare il ladro-. -No- rispose -non è più considerato un mestiere onesto, e alla fine della canzone si diventa pendagli da forca.- -Oh- disse l'uomo -della forca non devi avere paura: ti insegnerò solo a prendere ciò che nessun altro può acchiappare e dove nessuno può scoprirti.- Così il giovane si lasciò convincere e con l'aiuto di quell'uomo divenne un ladro esperto e così abile che più nulla era al sicuro, qualsiasi cosa volesse. Anche il secondo fratello incontrò un uomo che gli rivolse la stessa domanda, cioè che cosa volesse fare. -Non lo so ancora- rispose. -Allora vieni con me e diventa astronomo: non c'è nulla di meglio, niente ti è nascosto.- Egli accettò e diventò un astronomo così abile che, quando si fu perfezionato e volle proseguire per la sua strada, il maestro gli diede un cannocchiale e disse: -Con questo puoi vedere cosa succede sulla terra e nel cielo, e niente ti può restar celato-. Il terzo fratello incontrò un cacciatore che lo prese con s‚ e lo istruì così bene nell'arte della caccia da farne un cacciatore provetto. Nel prendere commiato il maestro gli diede uno schioppo e disse: -Questo non sbaglia mai: ciò che prendi di mira lo colpisci senz'altro-. Anche il fratello minore incontrò un uomo che gli rivolse la parola e gli chiese che cosa intendesse fare. -Non ti andrebbe di fare il sarto?- -Ah, no- disse il giovane -non mi piace l'idea di star gobbo da mane a sera, di andar su e giù con l'ago e il ferro da stiro.- -macché‚- rispose l'uomo -da me imparerai un'arte ben diversa.- Così il giovane si lasciò persuadere, seguì l'uomo e ne imparò l'arte dal principio. Nel prender congedo, il maestro gli diede un ago e disse: -Con questo puoi ricucire tutto quel che ti capita, sia tenero come un uovo o duro come l'acciaio; e ridiventerà d'un sol pezzo, che non si potrà più vedere la cucitura-. Quando fu trascorso il tempo stabilito, i quattro fratelli si trovarono insieme al crocicchio; si abbracciarono e si baciarono e tornarono a casa dal padre. Essi gli raccontarono com'era andata, e che ognuno aveva imparato il proprio mestiere. Se ne stavano appunto davanti alla casa, sotto un grande albero, e il padre disse: -Voglio mettervi alla prova e vedere quel che sapete fare-. Poi alzò gli occhi e disse al secondo figlio: -Lassù in cima a quest'albero c'è un nido di fringuelli: dimmi un po' quante uova ci sono-. L'astronomo prese il suo cannocchiale, guardò in alto e disse: -Ce ne sono cinque-. -Ora- disse il padre al maggiore -portale giù, senza disturbare l'uccello che sta covando.- Il ladro ingegnoso salì, tolse le uova sotto il ventre dell'uccellino, che non se ne accorse affatto e restò tranquillamente a covare. Egli le portò al padre che le prese, le mise sulla tavola, una per angolo e la quinta nel mezzo, e disse al cacciatore: -Colpisci le uova con un solo colpo e spezzale a metà-. Il cacciatore prese la mira con lo schioppo e colpì le uova proprio come voleva il padre, tutt'e cinque con un solo colpo. -Adesso tocca a te- disse il padre al quarto figlio. -Devi ricucire le uova e anche gli uccellini che ci sono dentro, in modo che il colpo di schioppo non nuoccia loro.- Il sarto prese il suo ago e le cucì, come gli era stato ordinato. Quand'ebbe finito, il ladro dovette riportarle nel nido sull'albero e rimetterle sotto l'uccello, senza che se ne accorgesse. L'uccellino finì di covarle, e dopo qualche giorno uscirono fuori i piccoli, e avevano una piccola riga rossa attorno al collo, là dove il sarto li aveva ricuciti. -Sì- disse il vecchio ai suoi figli -avete impiegato bene il vostro tempo e imparato a dovere. Non posso dire chi di voi sia da preferirsi: lo si vedrà quando avrete l'occasione di usare la vostra arte.- Non molto tempo dopo il paese fu in subbuglio, perché‚ la principessa era stata rapita da un drago. Il re si tormentava giorno e notte e rese noto che, chiunque l'avesse riportata, l'avrebbe avuta in sposa. I quattro fratelli dissero: -Sarebbe un'occasione per farci conoscere- e decisero di andare a liberare la principessa. -Dove sia, lo saprò subito- disse l'astronomo; guardò nel suo cannocchiale e disse: -La vedo: è su uno scoglio nel mare, lontano da qui, e accanto a lei c'è il drago a farle la guardia-. Allora andò dal re, chiese una nave per s‚ e i suoi fratelli e si mise in mare con loro finché‚ giunsero allo scoglio. Là c'era la principessa e il drago le giaceva in grembo e dormiva. Il cacciatore disse: -Non posso sparargli, ucciderei anche la bella fanciulla-. -Allora proverò io- disse il ladro, e tolse la principessa di sotto al drago, ma così piano e con tanta abilità, che il mostro non si accorse di nulla e continuò a russare. Tutti contenti, la portarono di corsa sulla nave e presero il largo. Ma ecco arrivare il drago che al risveglio non aveva più trovato la principessa, e li inseguiva sbuffando furibondo per l'aria. Si librava proprio sopra di loro, e stava per calare sulla nave, quando il cacciatore puntò lo schioppo e lo colpì al cuore, uccidendolo. Il mostro piombò giù, ma era così grosso che nel cadere sfasciò tutta la nave, ed essi si tenevano a galla, in mare aperto, aggrappati a qualche tavola. Ma il sarto, senza perder tempo, prese il suo ago miracoloso, cucì insieme le tavole a punti lunghi, ci si accomodò sopra e raccolse tutti i pezzi della nave. Poi ricucì anche questi, con tanta destrezza che ben presto la nave fu nuovamente pronta a far vela, ed essi poterono tornare felicemente a casa. La gioia fu grande quando i quattro fratelli ricondussero la figlia al re, e questi disse loro: -Uno di voi quattro l'avrà in isposa, ma decidete voi chi debba essere-. Allora essi si misero a litigare, e l'astronomo diceva: -Se io non avessi visto la principessa, tutte le vostre arti sarebbero state inutili: è dunque mia-. Il ladro diceva: -A che serviva vederla, se non l'avessi tolta di sotto al drago? E' dunque mia-.
Il cacciatore diceva: -Ma sareste stati tutti sbranati dal mostro insieme alla principessa, se io non lo avessi ucciso: è dunque mia-. Il sarto diceva: -E se io, con la mia arte, non vi avessi ricucito la nave, sareste annegati tutti miseramente: è dunque mia-. Allora il re sentenziò: -Avete tutti ugual diritto, e poiché‚ non potete avere tutti la fanciulla, non l'avrà nessuno; in premio darò invece a ciascuno la metà di un regno-. I fratelli dissero: -E' meglio così, piuttosto che essere in contrasto-. Il re diede loro un mezzo regno per ciascuno, ed essi vissero felici con il padre.
(F.lli Grimm)
ATTUALITA’
Maltempo flagella il centro-nord, allerta in Toscana: sfollati e danni
Sfollati e danni. Paura in Lunigiana dopo l'alluvione di un anno fa. A Massa Carrara colpiti 5.000 abitanti, circa 200 persone evacuate. Disagi anche nel resto d'Italia. Il maltempo ha flagellato oggi mezza Italia. Colpite soprattutto Toscana, Liguria e Veneto, ma anche il Lazio non è stato risparmiato da nubifragi e allagamenti. Sotto stretta sorveglianza i fiumi per il timore di esondazioni e in Trentino Alto Adige, dove ha nevicato sopra i 2 mila metri, per la caduta di frane sono state chiuse numerose strade. Alcuni canali sono straripati e sono circa 200 le persone evacuate in provincia di Massa e Carrara. Tante le situazioni critiche. Troppe.
"Abbiamo chiesto alla UE di allentare il patto di stabilità per liberare risorse pubbliche per la prevenzione". Lo scrive il ministro per l'Ambiente Corrado Clini su Twitter a proposito degli interventi necessari per la manutenzione e messa in sicurezza del territorio. "Liberare le risorse pubbliche per la prevenzione - aggiunge Clini - è una misura per la crescita e la riduzione del debito". "E' necessario ed urgente un programma nazionale per la sicurezza e la manutenzione del territorio, che rappresenta una misura infrastrutturale per la crescita", sottolinea il ministro dell'Ambiente. "La risposta della Commissione Europea - invoca - è urgente, anche perché il congelamento di risorse pubbliche disponibili per la prevenzione ha effetti economici negativi contrari agli obiettivi stessi del patto di stabilità".
Situazione difficile a Carrara dove il sindaco Angelo Zubbani ha subito attivato il sistema di allarme telefonico, invitando gli abitanti "a non uscire da casa e a salire ai piani alti delle abitazioni". Anologa iniziativa è stata presa dal Comune di Lucca, dove l'onda di piena del Serchio, temuta sin dal mattino, è passata per fortuna senza rotture di argini. Strade allagate e ampie zone senza corrente elettrica a Pisa dove sono stati tantissimi gli interventi dei vigili del fuoco. "Invitiamo i cittadini di Migliarino, Nodica, Avane, Filettole e Vecchiano, in provincia di Pisa, a lasciare i piani bassi delle case e a salire a quelli superiori in vista della piena del Serchio attesa nelle prossime ore", ha detto il prefetto di Pisa, Francesco Tagliente. A Pisa in un sottopasso allagato madre e figlio di pochi mesi sono stati salvati appena in tempo prima che l'acqua entrasse nell'abitacolo dell'auto. Danni e allagamenti anche a Livorno.
Sono 5.000 gli abitanti della provincia di Massa Carrara coinvolti in vario modo dall'alluvione della notte scorsa, in particolare per il danneggiamento subito dalle loro abitazioni. E' quanto risulta dalla sala operativa della protezione civile secondo fonti della Regione Toscana. Inoltre, in serata la protezione civile conta 700 utenze elettriche rimaste ancora scollegate dalla linea a causa del danneggiamento di cabine di smistamento. "Oltre un migliaio di case danneggiate dall'acqua e dal fango, la rete stradale della collina lesionata, otto ponti distrutti o da rifare, la piana tra l'autostrada e il mare ancora allagata": questo un primo bilancio dei danni fatto dal sindaco di Massa, Roberto Pucci. Domani le scuole di ogni ordine e grado resteranno chiuse.
A Romagnano per il maltempo è straripato un torrente travolgendo una vettura: marito e moglie che erano a bordo sono stati tratti in salvo dai vigili del fuoco. Alcune frazioni di Aulla, una delle cittadine colpite dalle alluvioni dello scorso anno, sono rimaste senza corrente elettrica, acqua e gas.
La tempesta di San Martino, che ieri aveva portato a "blindare" Genova e la Liguria con l'allerta 2, ha colpito più duramente soprattutto il Levante ligure. Nello spezzino, le zone più colpite dalla perturbazione sono state quelle dei comuni di Sarzana, Ameglia, Ortonovo e Castelnuovo Magra; oltre un centinaio le persone sfollate nella zona per precauzione, ma quasi tutte sono già rientrate nelle proprie abitazioni.
Massima allerta su tutto il territorio regionale da parte della protezione civile del Veneto per lo stato idrogeologico e idraulico in relazione alle fitte piogge che hanno ingrossato il livello dei fiumi e di tutta la rete di canali minori. A Venezia la massima di marea oggi ha raggiunto i 149 centimetri: è la sesta marea di questa portata nella storia della città lagunare dal 1872. A Vicenza si è sfiorata l'esondazione, con un livello massimo di 6 metri del fiume a Ponte degli Angeli, ma l'ondata di piena del Bacchiglione è passata e la città ha tirato un sospiro di sollievo, dopo ore che avevano fatto temere il ripetersi dell'alluvione di inizio novembre 2010.
In Emilia Romagna la Protezione civile ha attivato la fase di preallarme per rischio idraulico e idrogeologico sull'Appennino reggiano e modenese. Dopo le piogge che hanno colpito il territorio montano, possono verificarsi - si legge nell'allerta - frane, smottamenti, straripamenti di fossi con conseguente chiusura di ponti, interruzioni della viabilità. Fase di preallarme per il fiume Enza, il confine fra Reggio Emilia e Parma e anche per le aree vicine al bacino del fiume Secchia.
Due ragazze sono rimaste bloccate stamani alle 5 con la loro auto (una Renault Clio) nel torrente Quaresimo, a San Bartolomeo, una zona di campagna nel Comune di Reggio Emilia. Sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco. Il torrente in condizioni normali è poco più di un canale guadabile, ma la piena dei fiumi stamani lo ha ingrossato. Con il buio le due giovani non si sono rese conto del pericolo. Sono accorsi i vigili del fuoco che hanno aiutato le due ragazze a scendere dall'auto rimasta bloccata in circa mezzo metro d'acqua e poi hanno proceduto al recupero della vettura. Le due giovani donne sono illese.
Un'abitazione è stata evacuata nel comune montano di Spara in Trentino dopo la caduta di una frana. Il sindaco ha disposto l'allontanamento ed il ricovero di una decina di persone che abitano all'interno dello stabile, investito in parte dalla frana, una ventina di metri di detriti.
Il nubifragio che si è abbattuto nel pomeriggio su Roma ha provocato un blackout di alcuni minuti nella zona nord della città, tra cui lo stadio Olimpico dove si gioca il derby. Sempre nella parte nord, a Boccea, Quartaccio e Torrevecchia, i vigili del fuoco sono intervenuti per alcune automobili rimaste bloccate nell'acqua, che ha raggiunto i 70-80 centimetri d'altezza. Il maltempo ha provocato anche la chiusura della fermata Manzoni della linea A della metropolitana. Le banchine della stazione - in una zona non lontana dal centro storico - sono rimaste al buio, secondo l'Agenzia per la Mobilità, e i treni per circa 20 minuti sono transitati senza fermarsi. Poi il servizio è tornato regolare. I vigili del fuoco della capitale, a causa della forte pioggia, sono intervenuti per rami caduti o pericolanti e per alcuni allagamenti ai piani bassi di edifici. Se a Roma il peggio è passato resta critica la situazione a Civitavecchia, dove tutti i quartieri delle zone basse si sono allagati stamani a causa di un violentissimo nubifragio, ed è scattata un' allerta meteo della Protezione civile regionale per l'Alto Lazio nelle prossime 12-18 ore, in particolare per la provincia di Viterbo.
MASSA; LA RABBIA DELLA GENTE, I CANALI SONO CHIUSI - Prime accuse dei cittadini rimasti alluvionati la notte scorsa a Massa dopo la tracimazione di alcuni torrenti a seguito di forti piogge. La gente protesta non solo per un certo ritardo nei soccorsi, ma anche per la copertura dei canali di scolo delle acqua nella campagna circostante le abitazioni, su cui è stato costruito strade o comunque sono stati coperti dal cemento. L'accusa viene fatta in particolare dai residenti della zona compresa fra l'autostrada Livorno-Genova e Marina di Massa, dove la rottura di un argine del torrente Ricortola ha velocemente alluvionato case, terreni e alcuni campeggi. Le strade della zona hanno solo in parte fogne per la raccolta dell'acqua piovana, mentre, segnalano ancora i residenti, i vecchi canali a cielo aperto sono spariti finendo sotto asfalto e cemento. Tra i danni materiali causati dall'ultima ondata di maltempo anche la morte di numerosi animali d'allevamento (polli e colombi), i danneggiamenti di automobili messe fuori, l'allagamento di cantine, garage e di quasi tutte le case al pian terreno.(Ansa)
L'Egitto dà il via libera alle hostess velate
Cade il divieto di indossare l'hijab sulla compagnia di bandiera del Cairo. IL CAIRO - Da oggi le hostess della compagnia di bandiera egiziana Egyptair potranno indossare il velo. Lo riferiscono fonti dell'aeroporto del Cairo spiegando che l'autorizzazione vale per i voli verso i paesi arabi, il primo dei quali è decollato, due giorni fa, in direzione delle città saudite di Gedda e Medina.
"Ringrazio Iddio, il nostro sogno di portare il velo si è realizzato", ha detto all'ANSA Mayessa Abdel Hady, una hostess ringraziando l'attuale ministro dell'aviazione civile Samir Imbaby e il presidente della compagnia aerea Tawfiq Assy per avere accolto la richiesta, avanzata più volte in passato. In seguito alla rivoluzione e alla vittoria alle elezioni legislative e presidenziali delle forze islamiche la politica di divieto di indossare l'hijab, in vigore durante il regime di Hosni Mubarak, per presentatrici e giornaliste tv e hostess, è stata rapidamente rivista.
"In passato quelle di noi che volevano indossare il velo in servizio dovevano lasciare il lavoro a causa dell'insistenza della precedente amministrazione a vietarne l'uso a bordo degli aerei ", ha spiegato Hady, la quale ha detto che presto compariranno hostess velate anche a bordo dei voli verso le altre destinazioni in Europa, America e Asia. Secondo Hady le hostess velate nelle prossime settimane saranno circa trecento sulle novecento che lavorano presso la compagnia di bandiera egiziana.(Ansa)
I familiari di Luca Ogliengo noleggiano un elicottero per il soccorso. Proseguono nel sud del Cile le ricerche, anche con un elicottero noleggiato dai famigliari, di Luca Ogliengo (25 anni), e di altri due turisti - un russo e un francese - che lo scorso mercoledì hanno iniziato un'escursione sul vulcano Villarica, a circa 700 km a sud di Santiago, e che risultano dispersi.
Il gruppo, che oltre a Ogliengo comprende Guillaume Bellow (25) e Dmitri Sivenkov (35), era atteso di ritorno alla base di Pucon mercoledì sera, e l’ultimo contatto che hanno avuto è stata una telefonata della fidanzata a Sivenkov, quella stessa sera verso le 22.00, nella quale il russo ha detto che si trovavano a circa 20 minuti dalla cima del vulcano e che a causa delle condizioni climatiche sarebbero rimasti lì per il momento.
Le ricerche, ostacolate dal maltempo in un primo momento, non hanno finora dato alcun risultato, malgrado gli elicotteri dei servizi di soccorso cileni abbiano raggiunto il cratere del vulcano e controllato vari sentieri di discesa, secondo informazioni diffuse dai media locali. La Farnesina e l'Ambasciata d'Italia a Santiago sono in costante contatto sia con i soccorritori sia con il padre del connazionale.(Ansa)GOSSIPPANDO
ANDIAMO AL CINEMA
La cornamusa scozzese
Oh, potessi avere tre mani, due per la bagpipe e una per la spada!
(“The Cave Of Gold”, vecchia canzone gaelica)
Ieri come oggi, e per sempre
le bagpipes affidano ai venti del cielo
le emozioni più vere del cuore dello scozzese
in gioia e in tristezza, in guerra come in pace.
(Hugh Mac Diarmid, Lament For The Great Music)
Al di là delle immagini stereotipate che identificano la Scozia con il suonatore di cornamusa in gonnellino, è innegabile l’importanza che questo strumento, dal suono inconfondibile e capace di evocare intense reazioni emozionali, ha rivestito (e riveste tuttora) nella storia e nella cultura di questa regione del Regno Unito. Certo, la maggior parte delle persone associa la cornamusa scozzese – intendendo con questo termine le Highland war pipes – con le parate militari o con i funerali, ovvero con funzioni eminentemente di tipo pubblico, ma ad un esame più attento del “fenomeno cornamusa” risulterà evidente la grandezza di una musica tradizionale tra le più ricche e interessanti dell’intero mondo celtico.
LA STORIA
Sono molti i Paesi del mondo ad avere una tradizione musicale associata alla cornamusa, ma è solo nelle Highlands scozzesi che questa tradizione è arrivata a svilupparsi in forme paragonabili alla musica classica. È ormai universalmente accettato il concetto che la cornamusa non abbia avuto origine in Scozia, ma piuttosto in Medio Oriente, e che da lì si sia diffusa in tutta Europa, ad opera di musicisti itineranti, nel corso del XII e XIII secolo. Già nel XIV secolo piper itineranti erano presenti nelle comunità rurali della Grecia come dell’Irlanda, in Italia come in Svezia. La data dell’arrivo della cornamusa in Scozia è incerta, ma secondo la maggior parte degli studiosi questa data può essere fissata nel corso del XV secolo. La prima attestazione della presenza di una cornamusa in Scozia si avrebbe comunque nel Testament Of Mr. Andrew Kennedy, pubblicato nel 1508.
Quel che è certo è che già nel XVI secolo le pipes erano diventate in Scozia uno strumento di “uso militare”. Fino all’arrivo della cornamusa, la musica popolare nelle Highlands si limitava ad alcune canzoni, accompagnate da un tamburo o da rudimentali strumenti a fiato. L’arpa era lo strumento dei nobili e per le grandi occasioni, ma il suono troppo debole ne limitava l’uso esclusivamente agli ambienti chiusi. Al contrario, il possente suono delle bagpipes, anche in virtù della presenza dei drones, poteva essere ascoltato anche a miglia di distanza, nelle vallate scozzesi.
Il rango sociale del piper era, all’interno del clan, particolarmente elevato, al pari dei bardi e dei suonatori di clarsach, l’arpa celtica: ad essi erano riservate dai capi-clan alcune terre, tramandabili per via ereditaria, e l’arte della cornamusa veniva tramandata di padre in figlio. Verso il 1700 fecero la loro comparsa anche i primi piping college: i capi-clan vi mandavano i propri piper a studiare presso maestri particolarmente esperti e competenti. Alcuni di questi maestri, e le loro dinastie, divennero particolarmente famosi in Scozia: i nomi più celebri in tal senso erano quelli dei Rankin di Mull, dei MacArthur di Skye, dei Mackay di Gairloch e soprattutto dei MacCrimmon, piper del clan MacLeod si Dunvegan (vedi riquadro).
Ripercorrendo a grandi passi la storia delle Highlands, in seguito alla capitolazione della Scozia di fronte alle truppe del Regno d’Inghilterra (Culloden, 1746) , nella Scozia vi fu un vero e proprio tramonto delle tradizioni delle Highlands (cornamusa compresa), e il successivo Atto di Proscrizione fu un duro colpo per l’orgoglio e il senso di auto-stima degliscozzesi. Povertà, sovrappopolazione, tasse esorbitanti e l’ostilità della Chiesa inglese fecero il resto. Molti furono gli scozzesi che decisero di emigrare in alcune regioni del nord-America (e vedremo in seguito l’importanza di questo fenomeno per quanto riguarda la musica per bagpipes), e molti altri andarono ad arruolarsi nei “reggimenti delle Highlands” dell’esercito britannico: ciò contribuì a preservare la musica per bagpipes, che correva a quel punto un serio rischio di estinzione. I piper si unirono ai tamburini (drummer) della tradizione militare inglese, e questa fu l’origine della military pipe band, fenomeno che vide una vera e propria “esplosione” nel periodo d’oro del colonialismo britannico, ovvero nel corso del XVIII e XIX secolo. Per ironia della sorte quindi il declino delle pipes fu arrestato paradossalmente proprio da quell’imperialismo britannico contro il quale i vecchi piper avevano in precedenza combattuto.
Questa rinnovata attenzione nei confronti delle Highland war pipes fu anche la causa indiretta del declino di altri tipi di cornamusa presenti in Scozia, le bellows-blown small pipes (cornamuse a soffietto) e le Border (o Lowland) Pipes.
Lo studioso canadese Hamish Moore è riuscito, a metà degli anni ’80, a far luce sulle verosimili tecniche di esecuzione della musica per Highland pipes del periodo precedente alla sconfitta di Culloden. Tutto nacque dalle considerazioni a proposito della musica per pipes nel territorio canadese della Nova Scozia, e più precisamente nell’isola di Cape Breton. Furono quelli i territori verso cui si diresse il flusso emigratorio scozzese di cui si è detto, in seguito alla sconfitta di Culloden del 1746.
I primi colonizzatori scozzesi importarono a Cape Breton anche il tipico step dancing, che veniva accompagnato proprio dal suono delle bagpipes. Ora, l’accompagnamento di questo tipo di danza richiede uno stile di esecuzione totalmente basato sulla ritmica, per consentire ai ballerini di non perdere il tempo: in altri termini questi colonizzatori portarono con sé i vecchi stili di piping della propria terra natìa, del tutto differenti dallo stile “tradizionale moderno”, basato essenzialmente sulle tecniche dell’abbellimento melodico e sulle cadenze tipiche delle pipe band.
Hamish Moore, un veterinario che insegnava al Gaelic College di Cape Breton, giunse infine alla conclusione che il “vecchio” stile di piping, tutto basato sul ritmo e non sulla tecnica, può oggi paradossalmente essere ascoltato non in Scozia, ma in Canada, precisamente nella regione della Nova Scotia: alla luce degli studi di Moore il suono di reel, jig e strathspey eseguito oggi dai piper di Cape Breton (e con profonde differenze rispetto alle odierne tecniche di piping scozzesi!) sarebbe in altri termini lo stesso che poteva essere ascoltato nella Scozia del XVII e XVIII secolo.
Per usare le parole di Hamish Moore: “…le tecniche di esecuzione erano a quei tempi basate esclusivamente sul ritmo, poiché si trattava di musica per ballare: come il rock’n’roll. In pratica era il rock’n’roll della Scozia del XVIII secolo!”
LO STRUMENTO E LA MUSICA: CEOL BEG E CEOL MOR, I PIBROCH
Le Highland bagpipes, o warpipes, consistono di un chanter (grazie al quale la melodia è suonata mediante le dita) e di tre drones, la parte delle bagpipes che emette un continuo suono di basso. Sia il chanter che i drones sono collegati a un bag, un “sacco”, che viene riempito di aria dalla bocca del piper mediante il blow pipe.
Il piper esegue la melodia sul chanter, che ha una scala di sole nove note. Ciascuno dei tre drones produce un suono continuo. Il senso ritmico e l’espressività vengono ottenuti mediante un preciso senso del tempo e l’uso di grace notes, o note di ornamento, di abbellimento, che possono andare da note molto brevi sino a complesse sequenze di notevole durata.
La musica per Highland bagpipes è di regola suddivisa in due grandi categorie: ceol beg (“piccola musica”) e ceol mor (“grande musica”). Il ceol beg comprende essenzialmente la musica da danza: reel, jig, strathspey, quickstep, marce e slow air: in altri termini, il repertorio tipico delle pipe band.
Il ceol mor si identifica invece con il pibroch, universalmente riconosciuto come “la musica classica per Highland bagpipes”. Il termine gaelico piobaireachd, anglicizzato in pibroch, significa “musica per cornamusa”. Il modo migliore per descrivere un pibroch è probabilmente “un lungo brano strumentale con variazioni sul tema”. Si tratta innanzitutto di musica seria, da riservare per occasioni serie. I tipi più frequenti di pibroch sono lamenti, inni di saluto, o musica per chiamare a raccolta il clan: in altri termini musica destinata a particolari cerimoniali. Le origini del pibroch sono abbastanza oscure. Secondo alcuni studiosi esso deriverebbe dal repertorio del clarsach, ovvero dell’arpa celtica, mentre per altri la sua origine sarebbe la musica vocale.
Se prendiamo in considerazione, ad esempio, il pibroch utilizzato per chiamare a raccolta un clan, il piper eseguiva la melodia caratteristica di quel clan utilizzando la tecnica strumentale e l’inventiva personale con lo scopo di non ripetere all’infinito la stessa linea melodica. In altre parole il pibroch viene costruito su una semplice melodia, con abbellimenti sempre più complessi e strutturati con il procedere del brano: il pibroch inizia con alcune note sparse che si trasformano in un tema dall’andamento solenne, che prende il nome, in gaelico, di urlar. All’esposizione dell’urlar seguono, in maniera sempre più complessa, le variazioni, che culminano nel crunluath, in cui le note fondamentali della melodia di base fanno la loro ricomparsa in modo solenne e ritmato, spesso accompagnate dall’uso di grace notes. La tipica esecuzione di un pibroch è lenta, ipnotica e solenne, e dura in media una quindicina di minuti.
I compositori di pibroch erano in genere i migliori piper in circolazione, alle dirette dipendenze dei capi-clan, ed erano considerati quasi una casta elitaria. La composizione dei pibroch raggiunse il massimo splendore durante il XVII e il XVIII secolo.
Tecnicamente le Highland bagpipes si prestano perfettamente al pibroch. Il loro suono è per forza di cose continuo, ovvero non sono possibili pause tra le note, e manca la possibilità di variare il volume di una singola nota: è cioè impossibile rendere il suono più basso o più alto. L’espressione artistica può dipendere quindi esclusivamente da metodiche differenti, come la lunghezza delle singole note e l’abbellimento ad opera delle grace notes. È tuttavia degno di nota che un corpus musicale così ricco come quello dei pibroch sia nato come repertorio di uno strumento limitato alla esecuzione – è bene ricordarlo – di sole nove note.
I pibroch erano inizialmente composti e tramandati interamente ad orecchio: come del resto per l’arpa, il metodo d’insegnamento era sostanzialmente orale, pur esistendo un particolare tipo di notazione musicale, chiamato canntaireachd: grazie a questo sistema i piper imparavano a cantare la melodia del pibroch dal canto del maestro. La tonalità della nota veniva indicata dal tipo di vocale utilizzata, mentre le consonanti specificavano le grace notes da eseguire debitamente. Questo sistema di notazione musicale esisteva esclusivamente in Scozia, e somigliava, per inflessione e cadenza, alla stessa lingua gaelica.
Per completezza va specificato che il termine pibroch non si applica esclusivamente alla musica per Highland bagpipes: esistono anche fiddle pibroch e pibroch song. I violinisti più esperti riescono infatti a emulare, con le opportune tecniche, le sonorità proprie delle Highland bagpipes ed il loro basso continuo (drone), mentre nel caso delle pibroch song si tratta di canzoni, o poesie, da cantare sulla linea melodica di un pre-esistente pibroch. Così, ad esempio, “MacCrimmon’s Lament”, conosciuta più come una song che come un pibroch, è essenzialmente un testo le cui parole furono adattate alla melodia di un precedente pibroch.
(Lussy)
... CURIOSANDO E RACCONTANDO …
« Credete che un uomo possa tornare ad essere Imperatore? »
(Aisin Gioro Pu Yi a Mr. Johnston)L'ULTIMO IMPERATORE
Titolo originale The Last Emperor
Paese di produzione Cina/Gran Bretagna/Francia/Italia
Anno 1987
Durata 160 min
Rapporto 2,35:1
Genere drammatico, storico, biografico
Regia Bernardo Bertolucci
Soggetto Pu Yi
Sceneggiatura Mark Peploe, Bernardo Bertolucci, Enzo Ungari
Produttore Jeremy Thomas
Distribuzione (Italia) DNC, Dall'Angelo Pictures
Fotografia Vittorio Storaro
Montaggio Gabriella Cristiani
Musiche Ryuichi Sakamoto, David Byrne, Cong Su
Scenografia Ferdinando Scarfiotti
Costumi James Acheson, Ugo Pericoli
Trucco Franco Giannini
Interpreti e personaggi
John Lone: Pu Yi (adulto)
Joan Chen: Wan Jung
Peter O'Toole: Reginald Johnston
Ying Ruocheng: governatore della prigione
Victor Wong: Chen Pao Shen
Dennis Dun: Big Li
Ryuichi Sakamoto: Amakasu
Maggie Han: Gioiello d'Oriente
Ric Young: addetto agli interrogatori
Vivian Wu: Wen Hsiu
Cary-Hiroyuki Tagawa: Chang
Jade Go: Ar Mo
Fumihiko Ikeda: Yoshioka
Lisa Lu: Imperatrice vedova Cixi
Richard Vuu: Pu Yi (tre anni)
Tsou Tijger: Pu Yi (otto anni)
Tao Wu: Pu Yi (quindici anni)
Video
Premi
1988 - Premio Oscar
Miglior film a Jeremy Thomas
Migliore regia a Bernardo Bertolucci
Migliore sceneggiatura non originale a Mark Peploe e Bernardo Bertolucci
Migliore fotografia a Vittorio Storaro
Migliore scenografia a Ferdinando Scarfiotti, Bruno Cesari e Osvaldo Desideri
Migliori costumi a James Acheson
Miglior montaggio a Gabriella Cristiani
Miglior sonoro a Bill Rowe e Ivan Sharrock
Miglior colonna sonora a Ryuichi Sakamoto, Cong Su e David Byrne
1988 - Golden Globe
Miglior film drammatico
Migliore regia a Bernardo Bertolucci
Migliore sceneggiatura a Mark Peploe, Bernardo Bertolucci e Enzo Ungari
Miglior colonna sonora a Ryuichi Sakamoto, Cong Su e David ByrneTRAMA
Nel 1908 a Pechino nella città proibita, l'anziana Imperatrice vedova, prossima a morire, si fa portare Pu-Yi, un fanciullo di tre anni, strappandolo alla madre e lo designa suo successore. Ultimo della dinastia Ching passerà la sua infanzia nella mitica Città, signore e padrone assoluto di uno sterminato Impero. Nel 1912, Sun-Yat-Sen proclama la Repubblica, ma il fanciullo resta là come un simbolo, prigioniero ma onorato (e inoffensivo). Successivamente, divenuto adulto va a vivere in un'altra città del Paese con le due mogli, l'istitutore scozzese Sir Reginald Johnston e alcuni fedeli, in un esilio dorato, che lo vede anche in Occidente. Poi la volontà di governare prende il sopravvento e lo spinge a compromessi: avendo nel frattempo il Giappone, spinto da mire espansionistiche, invaso e occupato la Manciuria, terra natia di Pu-Yi, questi sale sul trono di tale regione, ribattezzata Manciukuo, destinato al ruolo di re fantoccio, collaborando con Tokio, che ne condiziona a fini bellici l'effettivo potere. Finita la guerra e caduto in mano sovietica Pu-Yi trascorre, dopo la seconda guerra mondiale cinque anni in Siberia; poi nel 1949 la Cina di Mao ne chiede il rimpatrio come criminale di guerra. Dopo un decennio di rieducazione politica, l'ex Imperatore viene rilasciato dal campo in cui, con molti altri, è stato confinato: ora è un uomo comune, ha riconosciuto le sue colpe (reali o presunte) e lavora da umile giardiniere nell'orto botanico di Pechino. E nel 1967, nel momento in cui coloro che lo hanno rieducato proveranno gli insulti e le vessazioni della rivoluzione culturale Pu-Yi muore.
Il film ha ricevuto il rarissimo permesso, soprattutto per un regista non cinese, di fare le riprese entro le mura della Città Proibita, dove gran parte della vita di Pu Yi ha luogo, divenendo di fatto il primo film occidentale in cui si mostra l'autentica ambientazione della corte imperiale cinese. In previsione del film, Bertolucci arruolò diciannovemila comparse e trecento tecnici tra italiani, inglesi e cinesi, che lavorarono sul set per circa sei mesi.....recensioni....
Uno degli ultimi kolossal (forse l'ultimo e salutato anche da un congruo numero di Oscar) in cui c'è l'impronta italiana, un film a suo modo epocale perchè era la prima volta che un cineasta occidentale poteva girare il proprio film all'interno della Città Proibita. Il film di Bertolucci più che la storia dell'ultimo imperatore cinese racconta la storia di un epoca che cambia. Il regista si interessa molto ai dettagli privati della vita dell'ultimo imperatore Pu Yi da quando bambino fu rinchiuso suo malgrado nella Città Proibita, unico uomo ammesso (gli altri erano eunuchi) e unico a non poterla mai abbandonare. E se questo quando era un bambino era solo un gioco (esemplari le bellissime sequenze all'inizio in cui il bambino,un vero e proprio soldo di cacio del tutto ignaro del proprio destino e della propria importanza gioca con i drappi colorati e si vede davanti tutta l'enorme massa umana che si prostra ai suoi piedi) poi man mano che cresce questa sua condizione diventa un peso: acquisisce consapevolezza di essere imprigionato in pastoie antiche che lui decisamente non sente sue. Pu Yi finalmente capisce che non è e forse non sarà mai un uomo ma è solo un simbolo di qualcosa che sta morendo. La Cina medievale di cui lui è l'ultimo esponente. Importante per la sua crescita è la figura del suo precettore scozzese Johnston (un disincantato O'Toole) che per un lungo periodo rappresenta il suo unico legame con tutto ciò che è fuori della Città Proibita, grazie a libri, riviste e letture illuminanti. Il destino beffardo farà uscire per la prima volta Pu Yi dalla sua prigione dorata non di sua volontà ma perchè cacciato. E nella sua vita si ritroverà sempre a essere un simbolo. Si ritroverà sempre a recitare un ruolo: come quello di imperatore della Manciuria, in realtà fantoccio dei giapponesi (e quando cerca di ribellarsi si ritrova senza nulla,senza terra e senza mogli) o di capro espiatorio per i rivoluzionari maoisti in disperata ricerca di qualcuno contro cui lottare per rafforzare la loro Rivoluzione Culturale. La sua fine sarà nell'anonimato: operaio tra milioni di altri operai. L'epopea di Pu Yi è raccontata da Bertolucci grazie a continui flashback in cui anche cromaticamente è evidente lo scarto tra la Cina moderna e quella senza tempo all'interno della Città Proibita. Se all'interno dei suoi palazzi l'imperatore bambino è circondato da colori caldi, vivaci, nella Cina della Rivoluzione Culturale è tutto grigio, ha sfumature grigie anche il sangue che fuoriesce dai polsi di Pu Yi quando tenta il suicidio. Il kolossal di Bertolucci sembra l'analogo cinese del suo Novecento italiano, più che un biopic è il ritratto di una nazione che entra definitivamente nel XX secolo. John Lone(doppiato da Giannini) è esemplare nella parte: sempre trattenuto, sempre e comunque regale anche vestito di grigio come un semplice operaio...(bradipo68,filmtv)
"Storia di una solitudine, quella di un uomo eternamente prigioniero, tra mura prestigiose prima, in un esilio dorato dopo, fino al suo approdo tra crisantemi coltivati con amore, nella illusione di una improbabile 'libertà'. Incapace e ambizioso, colpevole, ma anche sfortunato e vittima ad un tempo, testimone sempre di quegli eventi medesimi, fino a una morte ignorata, da uomo comune, non lontano dalle mura di quella splendida Città proibita, dove ogni suo capriccio di bambino Figlio del Cielo era legge per una Corte fastosa e corrotta. La vicenda di Pu-Yi risulta uno sterminato affresco, dove sono raffigurate varie mutazioni di un popolo. Di questi eventi e di una siffatta metamorfosi il film di Bernardo Bertolucci ci da forti e sontuose immagini, atmosfere affascinanti ed attendibili impressioni. E la narrazione puntuale e partecipe di una solitudine sposata alla inefficienza e all'ambizione, che nasce e cresce nei rituali pietrificati di tradizioni millenarie, si spreca e svilisce nei compromessi e nelle colpe, per finire, punita ed umiliata dal lavaggio del cervello, in un angolo oscuro di un ex-Impero. Il senso della Storia è sempre vivo e pungente, anche se la carica narrativa mira ovviamente a privilegiare la psicologia del personaggio, che nella sua triste parabola è del tutto emblematico. L'interpretazione di John Lone è eccezionale per acume, espressioni e silenzi. Un grande spettacolo, senza mai pesantezze né banalità e con una regia eccellente. Con un particolare apprezzamento per la colonna sonora, alla quale hanno posto mano in tre: Cong-Su per le musiche di scena destinate alla Corte Imperiale; il giapponese Ryuichi Sakamoto, per la eleganza dello stile, curiosamente autore delle pagine più occidentali e, soprattutto David Byrne per la parte più orientaleggiante della composita partitura, quella forse più riuscita nel sottolineare tensioni e atmosfere." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 103, 1987)(Gabry)
RUBRICHE
(Redazione)
L’ISOLA NELLO SPORT
CRONACA SPORTIVA
La Roma naufraga, derby alla Lazio. Milan, altro flop. Napoli, poker in rimonta
La Lazio cala il tris nel derby e la Roma naufraga nella partita piu' sentita dell'anno. La stracittadina dell'Olimpico, giocata sotto una fitta pioggia praticamente per tutti i 90 minuti, finisce 3-2. Lamela illude i giallorossi, poi Candreva e Klose capovolgono il risultato e De Rossi lascia i giallorossi in 10 uomini gia' prima dell'intervallo per un colpo proibito a Mauri.
Lo stesso capitano biancoceleste firma il terzo gol in avvio di ripresa e poi si fa espellere nel finale-thrilling. La Roma trova il 3-2 (con esultanza polemica) di Pjanic, ma e' troppo tardi per riaprire il match. Petkovic festeggia cosi' la vittoria all'esordio nel derby e la sua Lazio vola a +5 sui 'cugini'. Per Zeman, invece, si preannuncia un'altra settimana difficile. Un black out nei primi minuti di gioco lascia l'Olimpico al buio, poi il solito Lamela al 10' accende la luce per la Roma: corner dalla sinistra di Totti, incornata di Lamela e 1-0 fra le proteste della Lazio per una spinta dell'argentino a Lulic.
La prima occasione dei biancocelesti al 21' e' solo 'virtuale': Klose colpisce di testa ma e' in fuorigioco e comunque Goicoechea si fa trovare pronto. Sbaglia, invece, il portiere giallorosso al 35' e la Roma paga a caro prezzo. Sulla punizione potente di Candreva il pallone diventa una saponetta per l'estremo difensore uruguaiano, che non trattiene: la 'papera' e' servita, 1-1. Il match cambia volto e la Roma torna la squadra vulnerabile vista troppo spesso quest'anno.
La Lazio mette la freccia al 43' sul solito asse Hernanes-Klose. Il tiro sbilenco del brasiliano diventa un assist per il tedesco, che ha tutto il tempo per addomesticare il pallone e infilare in rete di sinistro. E prima del riposo, la Roma resta in 10 uomini: De Rossi colpisce con un pugno Mauri e rimedia il rosso diretto. Per Zeman, e' il caso di dirlo, piove sul bagnato.
In avvio di ripresa il tecnico boemo sostituisce Lamela per Tachtsidis alla ricerca di un equilibrio, speranze subito vanificate da un errore di Piris che spiana la strada al terzo gol di Mauri: il difensore respinge sul corpo del capitano biancoceleste di destro lascia immobile Goicoechea. Sembra finita per i giallorossi, ma nel finale il derby s'accende di nuovo.
All'85' Mauri rimedia il secondo giallo per un tocco volontario col braccio, due minuti dopo Pjanic vede Marchetti fuori dai pali e lo beffa su punizione da distanza impossibile: 3-2 e esultanza polemica verso la panchina giallorossa. Il gol da' alla Roma le energie per il forcing finale, ma il sipario sul match cala definitivametne al 94' sul sinistro al volo a fil di palo di Marquinho.
Napoli gran finale e Genoa sempre più giù. Il Napoli doma il Genoa con un gran finale e condanna i liguri al quinto ko consecutivo. I partenopei passano al Ferraris per 4-2 grazie alle reti di Mesto, Cavani, Hamsik e Insigne. I rossoblu' vanno avanti due volte, prima con Immobile e poi con Bertolacci, ma non basta per evitare l'ennesima sconfitta. La cura Delneri, ancora a secco di punti, non da' i suoi frutti e i rossoblu' scivolano sempre piu' in basso, al terzultimo posto con 9 punti. Il Napoli, invece, tiene il passo della Juve e conserva il vantaggio di 2 punti sulla Fiorentina.
La squadra di Mazzarri e' pericolosa alle soglie del quarto d'ora con Cavani nell'insolito ruolo di rifinitore: il 'matador' pennella per Maggio che da posizione defilata manda sull'esterno della rete. Il Genoa invece non sbaglia al 23' e la beffa per gli ospiti e' doppia, visto che il gol del vantaggio porta la firma del napoletano Immobile: Kucka tira, Cannavaro respinge (col braccio) e l'attaccante rossoblu' insacca di destro.
La difesa del Napoli traballa ancora nel primo tempo e De Sanctis e' provvidenziale al 34' sul sinistro di Bertolacci: il portiere si salva con l'aiuto della traversa. Mazzarri e' costretto ad operare il primo cambio gia' al riposo per l'infortunio alla caviglia di Pandev, sostituito da Insigne.
In avvio di ripresa il tecnico getta nella mischia anche Mesto e i due neo-entrati confezionano l'azione del momentaneo pari: Insigne palleggia in area e serve l'accorrente Mesto, che va sul fondo e da posizione decentrata batte sul primo palo Frey, non esente da colpe. La gioia del Napoli dura solo due minuti, tanto basta ai rossoblu' per spezzare di nuovo l'equilibrio: Antonelli va via a Maggio sulla sinistra e premia il taglio centrale di Bertolacci che deposita in porta il pallone del 2-1.
Il Genoa sfiora il colpo del ko con una punizione insidiosa di Jankovic che per poco non inganna De Sanctis, poi il Napoli cambia marcia. Insigne centra la traversa al 75' con un gran destro dal limite, ma cinque minuti piu' tardi Cavani fa centro: il 'matador' scatta sul filo del fuorigioco su assist di Hamsik, mette a sedere anche Frey e firma il pari.
Il Genoa e' ancora pericoloso con Seymour, sul cui destro si immola Dossena, poi al 90' la beffa e' servita: Mesto va sul fondo e pesca al centro Hamsik, colpo di testa in tuffo e 3-2. E' il colpo del ko per i liguri e in pieno recupero arriva anche il poker del Napoli firmato da Insigne con un destro rasoterra.
La Fiorentina espugna San Siro e si conferma quarta forza del campionato grazie alla vittoria per 3-1 col Milan, il Torino incorna il Bologna e sale in classifica. Pari e spettacolo al Bentegodi fra Chievo e Udinese, poche emozione e zero gol in Parma-Siena. A San Siro la gara si mette subito bene per i viola, che spezzano l'equilibrio grazie a un gol dell'ex. Dopo un primo acuto di El Shaarawy con un destro a giro alto sopra la traversa, arriva al 10' il vantaggio dei toscani: su una rimessa laterale Toni fa sponda e Aquilani, a tu per tu con Abbiati, non sbaglia, 1-0. La squadra di Allegri prova a reagire prima con un tiro di El Shaarawy e al 21' con Montolivo ma il suo tiro finisce fuori.
La grande occasione per tornare in parita' per i rossoneri arriva al 33'. Roncaglia salta in area e travolge Pato, per l'arbitro Romeo e' rigore. Sul dischetto va l'attaccante brasiliano che tira la palla in tribuna. Passano cinque minuti e gli uomini di Montella raddoppiano con Borja Valero, che realizza grazie a un destro angolato. Nella ripresa Allegri butta nella mischia Bojan e Pazzini, ma la prima palla gol e' di Boateng che di testa spedisce a fil di palo.
Al 59' accorcia le distanze il Milan: su cross di El Shaarawy, Mexes di tacco prende il palo e sul tap-in si fa trovare pronto Pazzini. Il Milan tenta il tutto per tutto gettando nella mischia anche Robinho ma a sfiorare il 3-1 e' la Fiorentina: da calcio d'angolo la palla arriva a Mati Fernandez che tira di destro fuori dall'altezza del dischetto del rigore. All'81' ancora vicinissima al colpo del ko la Fiorentina, Cassani entra in area ma colpisce la base del palo. Appuntamento col 3-1 rinviato di pochi secondi per gli ospiti, il marocchino El Hamdaoui trova una conclusione a giro che si insacca all'incrocio dei pali. E' il colpo del ko: la Fiorentina sale a 24 punti, fermo a 14 il Milan.
Gara ricca di gol quella fra Chievo e Udinese che finisce 2-2. Scaligeri in vantaggio al 38' dopo una azione insistita, il primo tiro finisce sulla traversa ma e' pronto a ribadire in rete Andreolli. L'undici di Guidolin non ci sta e reagisce andando al tiro, e al gol, con Angella ma il guardalinee segnala un fuorigioco.
Il pari e' solo rimandato: al 42' colpo di testa sottomisura per Angella che riporta l'Udinese in parita', 1-1. Nella ripresa spreca al 67' un rigore il Chievo, con Luciano colpisce la traversa. Ancora un penalty per i veneti per fallo su Thereau al 87' e stavolta Paloschi dagli 11 metri non sbaglia. L'Udinese in 10 ha la forza di reagire e trova il pari al 90' ancora con Angella, doppietta per lui.
Sale in classifica il Torino di Ventura impegnato in casa contro il Bologna. Il match non regala grandi occasioni da gol ma si sblocca al 65' con D'Ambrosio che di testa insacca da posizione angolata. I granata salgono in classifica a 14 punti, a 8 il Bologna. Pari senza reti, 0-0, tra Parma e Siena, i toscani salgono a 7 punti, a 16 i ducali.
Palermo-Sampdoria 2-0.Finisce 2-0 per i rosanero la sfida del Barbera Palermo-Sampdoria gara valida per la 12esima giornata di campionato di Serie A. A decidere il match una doppietta dell'argentino Dybala nella ripresa.(Adnkronos)
Golf: MotoGp, a Valencia finisce il mondiale con la vittoria in casa di Dani Pedrosa
Il titolo e' sfumato con una gara d'anticipo, ma il Mondiale lo chiude in bellezza con una vittoria nel gp di casa. Dani Pedrosa si guadagna un bel premio di consolazione e nel Gp di Valencia piazza il doppio 'sorpasso' ai danni di Jorge Lorenzo. Solo in fatto di vittorie, s'intende: 45 in carriera per Pedrosa contro le 44 di Lorenzo, 7 quest'anno per il pilota Honda contro le 6 del pilota Yamaha.
E' un dolce finale di stagione pur se con qualche rimpianto per Pedrosa, un po' amaro per il neo iridato Lorenzo caduto senza conseguenze a meta' gara. In un gran premio ad eliminazione, in cui la scelta delle gomme ha fatto la differenza, Pedrosa piazza l'ultimo assolo e taglia il traguardo con distacchi abissali rispetto ai suoi inseguitori: secondo il giapponese Katsuyuki Nakasuga che con l'altra Yamaha ufficiale si regala un giorno di gloria, terzo l'australiano Casey Stoner con la sua Honda nella gara d'addio alle corse. Valentino Rossi, invece, chiude la sua sfortunata avventura in Ducati con un decimo posto.
La pista umida mischia le carte e in tanti, fra i quali Lorenzo, decidono di montare gomme slick. Stessa scelta, ma con partenza dai box, per Pedrosa, Hayden e Crutchlow. Al semaforo verde Espargaro scatta meglio di tutti e si porta al comando, anche Dovizioso e Rossi partono bene ma con la pista che va asciugandosi le gerarchie sono destinate a cambiare in fretta.
Stoner, Dovizioso e Rossi, protagonisti in avvio, sono costretti a cedere il passo ai piloti con gomme da asciutto, fra i quali Lorenzo e Pedrosa che prendono il comando della gara. Rossi rientra ai box per il cambio della moto al sesto giro e per lui inizia un'altra gara, tutta in salita. Davanti, stavolta, il solito duello tutto spagnolo praticamente non va nemmeno in scena.
La gara del neo iridato Lorenzo dura 14 giri, poi il maiorchino viene disarcionato dalla sua Yamaha mentre tenta di superare un doppiato: nessun danno fisico e, con il titolo gia' in tasca, nemmeno ai fini del Mondiale che per lui si chiude con qualche giro d'anticipo. Pedrosa, intanto, ringrazia e vola indisturbato verso il successo.(Adnkronos)
Vela: Joe Fly domina il Campionato Irc
Farr 40 di Antoniazzi conquista un primo e un 2/o posto a Istra. Il Farr 40 Joe Fly di Luca Antoniazzi, e con Marco Bodini alla tattica, grazie a un primo e un secondo posto, ha dominato la seconda tappa di Istra challenge, il Campionato internazionale Irc di vela, nelle acque slovene di Portorose. Nel week-end si sono svolte due regate a bastone, con bora leggera nella giornata di sabato, mentre oggi una sciroccata con raffiche vicine ai 50 nodi ha bloccato i concorrenti a terra. Secondo il First 40 Due R nel Vento di Roberto Reccanello. (Ansa)
Golf, Manassero vince il Singapore Open
SINGAPORE - Matteo Manassero ha vinto il 'Barclay Singapore Open' battendo allo spareggio il sudafricano Louis Oostuhuizen, e arrivando al 3/o successo da professionista prima di compiere 20 anni.
''E' stato un grande giorno per me - ha detto Manassero dopo la premiazione - l'adrenalina che pompava mi ha fatto andare avanti, oggi sono partito forte, con 4 birdie di fila e cio' mi ha dato tanta fiducia. Nel playoff e' stato un onore affrontare uno come Van Oostuhuizen: e' stato fantastico''.(Ansa)(Gina)
MOSTRE E...... SAGRE
Alla scoperta dell'arte e delle tradizoniMOSTRE
WAGNER A STRISCE
l’immaginario wagneriano raccontato
a fumetti e cartoni animati da Paperino a Capitan Harlock
30 novembre 2012 – 6 gennaio 2013
In occasione delle celebrazioni per il 200° anniversario della nascita di Richard Wagner, e la messa in scena di "Lohengrin" per la prima del Teatro alla Scala il 7 dicembre, WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano ospita l’evento “Wagner a strisce”, una mostra decisamente originale dedicata all’immaginario wagneriano così come lo hanno raccontato, parodiato, reinventato e celebrato i fumetti e il cinema d’animazione.
Un viaggio lungo più di un secolo: si parte dalle mitiche figurine Liebig che hanno portato i personaggi wagneriani nelle case di tutta Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento fino ad arrivare alla presentazione in anteprima di alcuni estratti del film d’animazione "Siegfried", realizzato da Alex Alice e ancora in preparazione in Francia. Non mancheranno ovviamente le riduzioni a fumetti delle opere wagneriane comparse sulle più importanti testate per ragazzi, come L’Avventuroso del 1942, le simpaticissime parodie Disney con Paperino nei panni di Paperin Sigfritto e Paperone in quelli di Paperwotan, la strepitosa riduzione a cartoni animati de La Valchiria con Bugs Bunny protagonista, fino all’anime giapponese con Capitan Harlock immerso nelle atmosfere, e nelle musiche, del "Ring" wagneriano.
Due gli autori a confronto con l’esposizione di opere originali: il grande Carlo Jacono, storico autore delle copertine dei Gialli Mondadori che ha illustrato la vita di Wagner per un volume edito in Cina, e lo statunitense Philip Craig Russell, autore Marvel e DC, con originali dei suoi stupendi “L’Anello del Nibelungo” e “Parsifal”. La mostra, a cura di Enrico Ercole, è realizzata da WOW Spazio Fumetto in collaborazione con il Comune di Milano e il Consiglio di Zona4, con il patrocinio dell’Associazione Wagneriana di Milano e con il sostegno di UNIQA Assicurazioni.
Ovviamente l’anno prossimo, in omaggio al bicentenario verdiano, sarà “Verdi a strisce”!
Sulla scia del successo riscosso dalla mostra “Mozart a Strisce”, allestita lo scorso anno in occasione della messinscena del “Don Giovanni” mozartiano che ha inaugurato la stagione lirica del Teatro alla Scala, quest’anno WOW Spazio Fumetto-Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano propone un percorso espositivo interamente dedicato a Richard Wagner, autore di cui ricorre il 200° anniversario della nascita e a cui il massimo teatro milanese dedica la propria stagione lirica inaugurando con Lohengrin e mettendo in scena l’intero ciclo
dell’Anello del Nibelungo.
Dalle Liebig all’Avventuroso
Il percorso espositivo segue un itinerario cronologico che aiuta il visitatore a prendere confidenza con gli stereotipi wagneriani che si ritroveranno lungo la mostra. Non possono quindi mancare le mitiche figurine Liebig (oltre 40 pezzi originali provenienti dalla Collezione della Filatelia Sanguinetti di Milano) che dall’ultimo decennio dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento hanno portato i personaggi delle opere di Wagner nelle case di tutta Italia insegnando a
grandi e piccini chi erano Wotan, Sigfrido, Brunilde, ma anche l’Olandese volante, Parsifal, Tannhäuser e Lohengrin. E poi ecco, negli anni Quaranta, il protagonista assoluto: il fumetto. Le storie dei Nibelunghi appaiono, più o meno variate, alcune in debito evidente con Wagner altre alla ricerca delle origini mitologiche dei personaggi, su storiche pubblicazioni per ragazzi come L’Audace (1938), L’Avventuroso (1942) e Corriere dei Piccoli (1949) disegnate da grandi matite come Nadir Quinto e Antonio Canale e scritte da penne come Guido Martina, Gialuigi Bonelli (inventore di Tex Willer). In quest’ambito non poteva mancare un omaggio al grande Sergio Toppi recentemente scomparso: ecco quindi esposto il numero originale de Il Corriere dei Piccoli del 1968 con le gesta di Sigfrido da lui illustrate. E molte altre curiosità… nel 1939 i fumetti di Tarzan, in Italia, per ragioni di censura propagandistica, venivano pubblicati con il nome del protagonista cambiato in Sigfrido: in fondo tra l’eroe senza paura che vive lontano dagli uomini protagonista dell’omonima opera wagneriana, tanto amata dai nostri alleati tedeschi, e l’Uomo Scimmia inventato dall’americano Edgar Rice Burroughs non c’era poi tutta questa differenza! Oppure una bellissima pagina illustrata della rivista illustrata dello storico Pasquino (1897) con una divertente vignetta che canzona il disagio del pubblico italiano alle prese con l’invenzione wagneriana del buio in sala durante la rappresentazione dell’opera. Grazie all’archivio della Fondazione Franco Fossati, si possono ammirare le pubblicazioni originali dell’epoca.
Le parodie Disney
In mostra, tra tavole originali e riproduzioni delle pagine più divertenti, trovano posto anche le divertenti Parodie Disney pubblicate su Topolino Si comincia con la divertente storia Paperino e l’oro di Reno (1959): il Reno qui non è un fiume ma l’omonima città americana nel Nevada, dove un certo Paperon-Alberico si vede rubare il suo oro, salvo poi recuperarlo grazie all’intervento di Paperin-Sigfritto, così soprannominato per l'abitudine di esclamare “Sigh! Son fritto!”. Se Paperone e Paperino incontrano i Nibelunghi nella storia Zio Paperone e fungi dei Nibelunghi (1975) a causa degli effetti allucinogeni di alcuni funghetti trovati nella foresta, nella divertentissima Trilogia di Paperin Sigfrido (1989) sono tutti i Paperi di Paperopoli a indossare in prima persona elementi cornuti, trecce e lancia: Wotan (Paperone), i Nibelunghi (Banda Bassotti), Frika (Brigitta), Gudrund (Paperina) e naturalmente lui, Sigfrido (Paperino). Un mondo incredibile dove le Valchirie si cantano da sole il motivetto per la loro cavalcata, dove i draghi muoiono dalla risate e dove la fortezza degli dei sorge su una collina nella verdeggiante Val Halla! Di non soli Nibelunghi ha trattato Topolino: grazie alla collaborazione con The Walt Disney Company Italia spazio anche alle tavole originali della storia Zio Paperone e il Vascello fantasma (1985) in cui lo Zione accetta di buon grado di fare un po’ di compagnia all’errabondo marinaio in cambio del tesoro della nave fantasma!
La vita di Richard Wagner raccontata da Carlo Jacono
Grazie alla collaborazione dell’Archivio Jacono in mostra si potranno ammirare venti tavole originali di Carlo Jacono raccontano la vita di Richard Wagner tra successi, insuccessi e scandali: dalle prime rappresentazioni delle sue opere alla posa della prima pietra del teatro di Bayreuth, dal fruttuoso incontro con re Ludwig II di Baviera alla scandalosa relazione con Cosima Liszt.
Realizzate nel 1996 per un volume illustrato sulla vita di Wagner edito in Cina da Kwang Fu Book, queste tavole vengono esposte per la prima volta al pubblico: un’occasione unica per godere della maestria narrativa di un maestro dell’illustrazione italiana, noto al pubblico per aver illustrato le copertine dei Gialli Mondadori coi suoi mitici “cerchi”, di Urania e Segretissimo.
Philip Craig Russell: un maestro per i Nibelunghi
Philip Craig Russell, fumettista americano che ha lavorato per colossi come Marvel e DC Comics, conosciuto dal grande pubblico per aver disegnato le avventure di Batman, Sandman, Killraven e Dottor Strange, invia dagli Stati Uniti le tavole originali del suo stupendo ciclo di fumetti dedicato all’Anello del Nibelungo e Parsifal. Russell, matita già prestata all’opera lirica con Pagliacci e Il flauto magico, è un grande appassionato d’opera che ha saputo condensare in tre albi l’epica wagneriana senza rinunciare al linguaggio del fumetto… e se sotto il suo splendido tratto Donner finisce per somigliare a Thor e Lodge alla Torcia Umana dei Fantastici4 non si può che sorridere!
Wagnerando…
Uno spazio con le riproduzioni delle pagine più evocative è dedicato alla trasposizione a fumetti dell’Anello del Nibelungo firmata nel 1995 da due colossi come Gil Kane e Roy Thomas: quando il fumetto d’autore incontra il mito trasformandosi in un’epica grafica senza precedenti! Non mancano poi i cosiddetti “accenni wagneriani”, semplice comparsate o omaggi dovuti: si parte così dalla storia in cui Thor, il possente Dio col martello che troviamo tra i protagonisti delle storie degli Avengers, si trova immerso nelle originarie atmosfere della Saga dei Nibelunghi (ricordiamo infatti che il personaggio compare nell’opera con il nome di Donner, anche se nel fumetto veste i panni di Sigfrido) per arrivare allo strampalato personaggio di Siegfrid Von Nibelunghen che irrompe nelle strisce di Sturmtruppen disegnate da Bonvi come incarnazione del perfetto teutonico. O ancora il personaggio di Valchiria che compare nelle serie degli “Avengers”. Non mancherà una nutrita sere di omaggi wagneriani realizzati per la mostra da artisti italiani come Milo Manara, Lola Airaghi, Sandro Dossi, Fabiano Ambu, Claudio Sciarrone, Cristina Stifanic, Luca Usai e molti altri.
Wagneranimati: dall’avanguardia al digitale di Alex Alice
Non poteva mancare una parte dedicata all’animazione. In mostra si potranno ammirare spezzoni tratti dall’anime giapponese Harlock Saga: l’Anello dei Nibelunghi: serie animata con Capitan Harlock protagonista “occulto” della trama dell’Oro del Reno e con temi wagneriani a comporre la colonna sonora; in mostra anche alcune pagine della versione manga (fumetti). C’è poi lo straordinario What’s Opera doc? con Bugs Bunny nei panni della bella Valchiria Bunnylde intento a far ammattire il solito Taddeo (ossia Sigfrido) tra un inseguimento e un duetto d’amore: i due si muovono su musiche tratte dalle opere Rienzi, Il vascello fantasma, Tannhäuser e La Valchiria. Omaggio anche al cinema sperimentale con “Kreise” di Oskar Fischinger, animatore tedesco, instancabile sperimentatore, che nel 1933 realizzò questo corto sulle musiche di Tannhäuser muovendo forme astratte. Si arriva così alle più moderne tecniche del digitale con alcuni estratti da Siegfried, nuovo film d’animazione, ancora in preparazione ma già presentato ai festival più importanti d’Europa, del giovane francese Alex Alice su musiche dell’omonima opera di Wagner; in mostra si potranno visionare anche alcune tavole originali del fumetto da cui è tratto il film.
(fumettodautore.com)FESTE e SAGRE
EVENTI
Premio nazionale L'isola del postino
Pubblicato il bando del concorso multi artistico che scadrà il 26 novembre Massimo Troisi e "Il Postino" sull'isola di Procida sono sempre vivi. E non solo. A 18 anni di distanza, il film vincitore del Premio Oscar per la miglior colonna sonora ed il suo attore protagonista continuano a commuovere spettatori di ogni parte del mondo. E nel solco di questo ricordo e delle grandi emozioni che solo questa pellicola sa creare, oramai entrato di diritto nella storia del cinema mondiale, arriva l'edizione 2012 de "L'Isola del Postino" promossa dalla Pro Loco di Procida e dall'UNPLI Napoli, con il patrocinio morale della Regione Campania e del Comune di Procida.
Un'edizione rinnovata ed allargata con un Premio Nazionale multi-artistico di poesia, fotografia, video e cortometraggi, aperto sia ad autori professionisti che non. Il fil rouge delle varie sezioni del Premio è lo stesso dell'intera manifestazione come si legge nella premessa del bando di concorso: «Con l'Isola del Postino si intende rinnovare ed affermare il legame indissolubile tra le bellezze del Belpaese ed il cinema, la letteratura, la poesia, la fotografia, la pittura e l'arte in genere. Un progetto che nasce a Procida, l'isola scelta come set dal mai troppo compianto Massimo Troisi per la sua ultima fatica cinematografica. Un capolavoro senza tempo che ancora oggi emoziona e coinvolge in ogni angolo del pianeta; un film che dal 1994 continua a tenere vivo il ricordo di Troisi ed a diffondere un'immagine positiva di Procida e dell'Italia all'estero».
L'isola di Procida deve tanto a Massimo Troisi. Se oggi il turismo è cresciuto, in parte, lo si deve anche a lui. "Il Postino" in Italia è stato uno dei primissimi esempi di "movie tourism", cioè di quel filone turistico legato alle location di fiction televisive e pellicole cinematografiche. Un movimento in forte crescita che in pochi anni ha già numeri da capogiro. Basti pensare che il PIL nazionale è dato per il 12% dal cine-turismo non indotto. E per questo che nel 2004 la Pro Loco lanciò, in sordina, il progetto "Isola del Postino" con la straordinaria partecipazione - a titolo gratuito - del maestro premio oscar Luis Bacalov che lasciò tutti a bocca aperta al Procida Hall eseguendo le musiche del film. La data ultima per l'invio delle opere è il 26 novembre 2012. Sono previste due giurie, una tecnica ed una popolare che voterà tramite il web a partire dal 29 novembre. La cerimonia di premiazione, invece, si svolgerà il 28 dicembre a Procida.
(eventiesagre.it)Ho portato tanta posta, migliaia di lettere
ma nessuna aveva il suo nome
ne le onde della Cala di Sotto..quelle piccole e addormentate,
ne le onde grandi..quelle tristi e assenti,
ne il vento della scogliera che urlava di gioia quando
il mio dolore era ormai tanto, e solo
frasi inutili gettate al vento mentre io cercavo solamente il sole
ma pigro mi addormentavo all'ombra del suo sguardo.
ne il vento dei cespugli..poveri nella testa e ignari di tutto il resto,
ne i resti tristi di mio padre che ci guarda ormai dal basso del maestrale,
ne le campane dell'Addolorata..con il prete fermo ad aspettare una volata,
ne il cielo stellato dell'isola avvolto..bello si, ma non me n'ero mai accorto.
E mi si sono chiusi gli occhi dal dolore
Era dunque una poesia, il cuore di Pablito
il tesoro sommerso, la voce che dal pianto
ti lascio come ricordo di questo inutile soggiorno.
(tratto dal film Il Postino)STRANI MUSEI
MUSEO DEGLI STUDENTI
Sono oramai passati anni da quando un gruppo di studiosi e di sostenitori entusiasti cominciò a progettare un "Museo degli Studenti e della goliardia", progetto via via allargatosi fino a includere le varie espressioni del mondo studentesco europeo dalle prime forme ad oggi.
Il progetto ha quindi acquisito una successiva denominazione che ne riflette l’evoluzione: “Museo Europeo degli Studenti” - MEUS.
Nessuna città meglio di Bologna può vantare titoli maggiori per ospitare un tale museo. La città che si fregia degli attributi di dotta, di Alma Mater Studiorum, può considerarsi a buon diritto come "città degli studenti": non solo perché da dieci secoli qui si raccolgono, anno dopo anno, migliaia di giovani, ma anche perché molti secoli fa proprio a Bologna gli studenti si diedero comuni regole di convivenza, fissarono nei propri statuti una precisa disciplina interna, idearono rituali e cerimoniali che divennero altrettanti elementi fondanti la propria identità di gruppo.
Grazie a quei giovani, prendeva corpo quell'Europa degli intellettuali il cui patrimonio di pensiero e di ideali costituisce ancor oggi la base più solida nella costruzione dell'Europa dei popoli.
"I languori del giovane Gunther. Potrebbe intitolarsi così la lettera che uno studente teutonico ha inviato ai genitori a fine ‘800: il giovane, trasferitosi a Bologna e forse incline ai piaceri della gola, chiede ai parenti di fornirgli pecunia sonante per proseguire il suo corso di studi emiliano. Nel Museo degli studenti di Bologna è presente tale missiva e si ripercorrono le origini della prima università del mondo occidentale. Durante il XV secolo molti giovani europei di nobile estrazione scesero nel Belpaese per seguire i loro intellettuali di riferimento, fenomeno che si formalizzò sotto il nome di Università. Questi giovani erano brillanti, inclini ai piaceri della mente così come a quelli del corpo. Tra loro si poteva annoverare un certo Nicolao Kopperlingk, astronomo polacco noto agli italofoni come Niccolò Copernico. Un soggetto capace di rompere le regole dell’universo e avere ragione.
I reperti esposti nel museo sono circa trecento e si articolano in diverse categorie: oggettistica, abbigliamento, stampe, carteggi, codici, diplomi di laurea, regolamenti amministrativi, libretti universitari, programmi di feste studentesche e quaderni. Viene esplorato con dovizia di particolari pure il versante goliardico, con la rievocazione di scherzi famosi e la ricostruzione delle vecchie confraternite."
(Marco Sors,insoliti musei)(Gabry)
NOVITA’ MUSICALI
Parole In Musica
Non si può
sorvolare le montagne
non puoi andare
dove vorresti andare.
Sai cosa c'è
ogni cosa resta qui.
Qui si può
solo piangere...
...e alla fine non si piange neanche più.
(V.Rossi)
(Lussy)
... PARLIAMO DI ...
Le nuove....ARTI
Motoi Yamamoto
Motoi Yamamoto per le sue opere utilizza uno dei più ricercati e affascinanti elementi minerali con il quale crea installazioni minuziosamente elaborate e dettagliatissime. Il suo materiale preferito è il sale da tavola (periodica), con il quale realizza opere spesso molto ampie ed elaborate che si estendono sulle superfici e sui pavimenti delle galleria nelle quali vengono esposte.
A volte i suoi modelli evocano labirinti bizantini, altre volte, sono come proiezioni metereologiche di uragani o perturbazioni. Ma la radice del lavoro di Yamamoto risiede in qualcosa di molto più personale. Nel 1996, sua sorella morì di cancro al cervello, lo shock e il dolore lo portarono ad abbandonare la pittura tradizionale per qualcosa di più ricercato e profondo. Nella cultura giapponese il sale è un materiale funerario, il suo scopo è quello di aiutare a pulire il dolore, una scelta naturale dunque quella dell’artista. Le linee cambiano e svaniscono col passare del tempo, come tracce della sua memoria. I lavori sono quasi interamente improvvisati, errori e imperfezioni spesso lasciati intatti durante le centinaia di ore di creazione meticolosa. Ogni grano di sale, un frammento di vita. Il sale come simbolo apotropaico ed elemento fondamentale per la vita.
Il labirinto si trasforma in un ponte tra il Nirvana e la vita presente. Ci guida in silenzio verso la verità definitiva del destino, attraverso le domande universali sul senso della vita.
(collater.al)“Anche gli oggetti hanno un’anima e ci raccontano stralci di un nostro vissuto. Ciò che ci circonda respira e vive con noi assorbendo le nostre emozioni giorno dopo giorno.”
(“L’Anima degli Oggetti” – La Quintessenza.)Japanese manhole
Quasi in tutto il resto del mondo, praticamente nessuno degna di attenzione i tombini che richiudono i pozzetti di linea o gli sbocchi della rete idrica delle città. Scuri e pesanti, dall’aspetto vagamente minaccioso, questi coperchi metallici vivono nell’anonimato e si lasciano calpestare lasciando lontano e silente le pur utilissime faccende del mondo che scorre sotto alle nostre città.Ma in Giappone, dove tutto è arte e poesia, anche i tombini hanno un aspetto bellissimo e costituiscono una parte importante del paesaggio urbano. La tradizione dei tombini decorati ha avuto origine negli anni ’80 e oggi ogni città decora questi elementi dell’arredo urbano con bei disegni che fanno riferimento alla storia, alla flora, alla fauna, alle tradizioni e all’identità culturale di ogni specifico luogo.
Sono tantissimi i comuni che, in competizione l’uno contro l’altro, lavorano incessantemente per mettere a punto il tombino perfetto. In pratica, ognuno fornisce alle proprie fonderie le indicazioni su quali elementi deve possedere il chiusino dei sogni, queste elaborano dei prototipi in legno che, una volta approvati, vengono conservati in una sorta di enorme archivio centrale.(Gabry)
STRISCIA FUMETTI
I GIOCHI DELLA NOSTRA INFANZIA
Il gioco ‘Regina Reginella’
Regina reginella è un classico gioco d'infanzia ricreativo di gruppo, più che altro praticato spontaneamente dai bambini e di rado proposto dagli educatori, a causa della prevalenza della componente di arbitrarietà, rispetto alla certezza di regole che caratterizza altri giochi, una caratteristica in genere considerata di scarso valore educativo.
Il gioco
Uno dei bambini svolge il ruolo della regina e tutti gli altri degli ambasciatori. Regina e ambasciatori si pongono ai due estremi del campo da gioco. Ciascun ambasciatore, a turno, recita la seguente filastrocca:
« Regina reginella, quanti passi devo fare
per arrivare al tuo castello con la fede e con l'anello,
con la punta del coltello? »
La regina risponde assegnando al giocatore un certo numero di passi, associato ad un animale. Ad esempio: 5 passi da leone, 4 passi da canguro, e così via. Il giocatore deve eseguire il numero di passi assegnato, imitando il relativo animale. Scopo del gioco è raggiungere per primi la regina.
La regina ha completamente in mano esito e durata del gioco, perché può liberamente assegnare ai bambini i passi più sfavorevoli - come quelli da formica o, addirittura da gambero, che vanno eseguiti all'indietro - oppure quelli che consentono loro di raggiungerla per primi.
Il divertimento sta proprio nel ruolo sproporzionato assegnato alla regina, ma anche nella possibilità di impegnarsi per interpretare nel modo più efficace possibile i passi assegnati, anche quando sfavorevoli.(Lussy)
... LA NATURA SULL'ISOLA ...
L'OTARDA UBARA
L'ubara (Chlamydotis undulata, Jacquin 1784) è un uccello della famiglia degli Otididae dell'ordine degli Otidiformes. L'Ubara è presente sulle Isole Canarie e nel Nord Africa. L'ubara è un uccello robusto che si muove su agili e forti zampe. È lungo dai 60 ai 75 centimetri, pesa da un chilo e mezzo a tre chili e possiede un'apertura alare che varia dai 135 ai 170 centimetri. Il piumaggio, uguale nei due sessi, è color sabbia macchiettato di nero nella parte superiore del corpo. Il collo è bianco con delle striature verticali nere. Nella parte inferiore del corpo è bianco. Delle penne erettili si trovano sulla testa e alla base del collo. L'ubara è perfettamente adattata alla vita nel deserto. Beve raramente perché l'acqua di cui ha bisogno la ricava dal cibo. Mangia germogli e semi, ma anche insetti come locuste e grilli, e rettili come lucertole e serpenti.
La stagione degli accoppiamenti dell'ubara inizia a marzo e dura circa un mese. I maschi dell'ubara, per attirare le femmine, adottano uno strano metodo: camminano in circolo e a zigzag, quasi alla cieca, con la testa infossata nelle spalle, in una zona detta "arena del corteggiamento", con le piume erettili del collo e della cresta sollevate.
I maschi di otarda ubara che più si impegnano nel corteggiamento in gioventù sono avvantaggiati rispetto ai loro colleghi più pigri: possono contare infatti su un’ottima qualità di sperma. Ma alla fine, dopo tutte le energie spese nei rituali d’accoppiamento, ad averne la peggio, è proprio la loro produzione di spermatozoi, che risulta più povera rispetto a quella dei rivali più timidi. Ma, poiché nella difficile lotta per la sopravvivenza la probabilità di morire giovani è molto alta, la strategia adottata dai maschi più esibizionisti si rivela paradossalmente più conveniente: “ottenere subito dei vantaggi e pagarne il costo più tardi è la tattica migliore”.(Gabry)
POESIE DI STAGIONE
NOVEMBRE
lo son Novembre e porto il pastrano,
passo sui solchi e vi semino il grano.
Sul mondo stendo leggera la bruma;
sul focolare il ceppo già fuma.
Stacco le foglie a foreste e. campagne,
reco in un cesto le buone castagne.
Vedo una bimba col roseo ditino
scriver sui vetri: L'inverno è vicino!( L. Fiorentini)
LA SERA SULLL’ISOLA
Quattro chiacchiere in allegria
Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...
[color=#f28b03]SERATE D’AUTUNNO…
Ci si sofferma spesso con naso all’insù, cercando di scrutare l’orizzonte, e di cercare con lo sguardo sfumature nei colori che divertendosi si mescolano a regalano spettacolari riflessi ed emozioni colorate. Pennellate nel cielo che fanno sognare mentre le temperature della sera divengono sempre più gradevoli ed avvolgono persone e cose regalando brividi di emozioni che riscaldano cuore ed anima in solo canto di gioia infinita. Autunno stagione di brividi, di colori e di tenue passaggio da temperature calde ad altre più fresche. Delicato passaggio colorato verso l’inverno, dalle spiagge col mare, alle montagne innevate. Brividi di emoizone, colorati sospiri mentre in cielo si avvicendano pennellate di caldi colori forti e vivi come abbracci d’amore …STASERA PARLEREMO DI ...
... TRAMONTI D’AUTUNNO ...(La redazione)
... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...
... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...
(La redazione)
scatto di Jessica Rousseau, My Shot
A stento riesco ancora a continuare questo volo
forse la fantasia non è più accanto a me, ed io... mi sento solo
Molte son le parole che danzano nella mia testa
ma tu non sei con me e le parole sono vuote... senza festa
Vola tra le nuvole del cielo la mia mente
ma c'è foschia nel cuore e non vedo niente
Ricerco allora nei ricordi il sole... il mare, un panorama
per dare un senso a questo volo, poter scrivere un trama
Ma il tempo vola in fretta senza dare spiegazioni
io testardo non mi fermo e continuo a ricercar la foce
tu... il mio mare d'emozioni
Quelle emozioni forti che ti chiudono lo stomaco
come cintura stretta che serra il girovita
Ti ho ritrovata mia emozione
sei tu che mi fai amar la vita.
(Franco Mastroianni). -
.
A tutti ♥..
Ciao Claudio ♥...
. -
.
Buon inizio settimana a tutti. . -
.
bok sorellone mio e a tutti isolani,pusaaaa . -
.
buon inizio settimana a tutti!!!
Sanremo 2013: ecco gli ex concorrenti di Amici e X Factor in gara
SANREMO 2013 – Negli ultimi anni il Festival di Sanremo è diventato un’importante vetrina per gli “esclusi” dai talent show della nostra televisione. Vediamo chi si è proposto alla giuria di Sanremo Giovani quest’anno:
DA X FACTOR:
Antonella Lo Coco con Via
Antonio Maggio (ex leader degli Aram Quartet) con Mi servirebbe sapere
Elisa Rossi con Oltre il vento
I Moderni con Rivoluzionario
Ilaria Porceddu con In equilibrio,
Jessica Mazzoli con Guardo lontano
Lavinia Desideri con Se soltanto
Nicole Tuzii con Non è tutto come appare
Silver con Tre gocce
Simone Giglio (ex dei Kymera) con Sono Dio
DA AMICI:
Amara (Erika Mineo) con Donna libera
Carlo Alberto Di Micco con Un mondo uguale a noi
Giulia Ottonello con Ci sono giorni
i Fourone (Amato Scarpellino, William Di Lello, Gabriele Manzo e Thomas Grazioso) con Noi no
Martha Rossi con Oltre il blu
Matteo Macchioni con Oltreoceano
Ottavio de Stefano con Quello che sarai
Samantha Discolpa con L’amore è ancora un miracolo
Silvia Olari con Niente di me
Stefano Maiuolo con Tempi moderni.. -
arca1959.
User deleted
Nassiriya, nove anni dalla strage
Roma - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato il primo, con una nota scritta questa mattina, a esprimere «l’ammirazione e la riconoscenza» degli italiani ai caduti nelle missioni di pace al ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola: «Nella solenne ricorrenza della Giornata del Ricordo dedicata ai caduti, militari e civili, nelle missioni internazionali per la pace e del nono anniversario della strage di Nassiriya, rivolgo il mio commosso pensiero a tutti coloro che hanno perso la vita nell’adempimento del dovere, al servizio del paese e delle comunità internazionale per la sicurezza e la stabilizzazione delle aree di crisi».
Ancora: «Con la consapevolezza di quanto essi hanno dato, con dedizione e onore, nel diuturno confronto con le grandi sfide del nostro tempo, esprimo l’ammirazione e la riconoscenza dei cittadini italiani per il loro supremo impegno e la mia affettuosa partecipazione al dolore dei familiari».
Un dolore esploso la mattina 12 novembre del 2003, quando nella base Maestrale di Nassiriya, in Iraq, morirono 19 italiani, 12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili, e nove cittadini iracheni. Sotto le macerie sono rimasti i militari della Msu (Multinational specialized unit) Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana e Andrea Filippa; cinque uomini dell’Esercito, Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci); e due civili, il regista Stefano Rolla, che stava facendo un sopralluogo per un film sulle missioni di pace, e un operatore della cooperazione internazionale, Marco Beci.
Il maresciallo capo Ghione era nato a Finale Ligure, dove oggi è stato ricordato dal Comune e dalla sede locale dell’Associazione nazionale Carabinieri: è stata deposta una corona al monumento dei Giardini Daniele Ghione, in via Brunenghi, e alle 11 è stata celebrata una messa per lui nella basilica di San Giovanni Battista.
Fra i messaggi di cordoglio, anche quello del presidente del Senato, Renato Schifani: «Non abbiamo dimenticato i due civili, i 12 carabinieri e i 5 militari dell’Esercito che a Nassirya persero la loro vita a causa di un vile attacco terroristico. Il loro impegno in una terra lacerata dalla guerra rappresenta ancora oggi per tutti noi e per tutti coloro che credono nei valori della pace e della fratellanza tra i popoli il simbolo delle più alte virtù morali. A tutte le forze armate giunga forte la mia gratitudine per la professionalità e l’impegno che quotidianamente mettono al servizio di un mondo senza violenza».
Parole simili dal suo vice, Vannino Chiti: «A nove anni dall’attentato di Nassiriya è doveroso ricordare quel terribile giorno e il sacrificio di chi ha perso la vita mentre svolgeva il proprio lavoro a servizio della pace. L’Italia non può dimenticare l’impegno di tutti coloro, militari e civili, che in tante zone difficili e tormentate del pianeta s’impegnano per la costruzione di un tessuto sociale e civile, in difesa dei diritti umani e della dignità della persona».
Ignazio La Russa, attuale coordinatore del Pdl e ministro della Difesa nell’ultimo governo Berlusconi, ha ricordato che «oggi come allora è forte il dolore di tutti noi al ricordo delle devastanti immagini di quel giorno. Desidero rivolgere il mio sincero apprezzamento ai ragazzi e alle ragazze delle forze armate, che giorno dopo giorno, lontano dalla loro terra e dagli affetti più cari, con dedizione e spirito di sacrificio combattono il terrorismo per riportare la democrazia. Ai familiari dei caduti e a quelli di quei tanti ragazzi che sono attualmente in armi lontano da casa e che quindi vivono queste ore con grande angoscia, giunga il mio pensiero più affettuoso».
www.ilsecoloxix.it
BUONA CENA A TUTTI!!. -
.
BUONGIORNO GIORNO... BUON MARTEDI' ISOLA FELICE
CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto durante tutta l’estate mi è piaciuto per cui da oggi continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le più belle poesie di tutti i tempi
Un amore felice
Un amore felice. È normale?
è serio? è utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?
Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi venuti fra un milione, ma convinti
che doveva andare così – in premio di che? di nulla;
la luce giunge da nessun luogo –
perché proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.
Ciò infrange i principi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po’,
si fingessero depressi, confortando così gli amici!
Sentite come ridono – è un insulto.
In che lingua parlano – comprensibile all’apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano -
sembra un complotto alle spalle dell’umanità!
È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile:
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?
Un amore felice. Ma è necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l’amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.
Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.
(WISLAWA SZYMBORSKA)
Favole Classiche
La volpe e il cavallo
Un contadino aveva un cavallo fedele che era diventato vecchio e non poteva più servirlo; perciò il padrone non voleva più mantenerlo e gli disse: -Ormai non mi puoi più essere utile, ma se hai ancora tanta forza da portami qui un leone, ti terrò: adesso però vattene dalla mia stalla- e lo scacciò in aperta campagna. Il cavallo era triste e se ne andò verso il bosco, per cercare riparo dalla pioggia. E incontrò la volpe che gli disse: -Perché‚ te ne vai in giro da solo con la testa bassa?-. -Ah- rispose il cavallo -fedeltà e avarizia non abitano nella stessa casa: il mio padrone ha dimenticato tutto quello che ho fatto per lui in questi anni, e siccome non riesco più a fare il solco diritto, non mi vuol più dare da mangiare e mi ha scacciato. Ha sì detto che se avrò la forza di portargli un leone mi terrà; ma sa bene che non posso.- La volpe disse: -Ti aiuterò io: mettiti lungo disteso come se fossi morto, e non muoverti-. Il cavallo fece come gli aveva detto la volpe, mentre questa andò dal leone, che aveva la sua tana là vicino, e disse: -Là fuori c'è un cavallo morto; vieni con me e mangerai a volontà-. Il leone andò e quando si trovarono dov'era il cavallo, la volpe disse: -Qui però non hai tutte le tue comodità; sai che facciamo? Legherò la sua coda alla tua zampa, così lo puoi trascinare nella tua tana e mangiartelo in santa pace-. Al leone piacque il consiglio e stette là fermo, perché‚ la volpe potesse legare bene il cavallo. Ma la volpe con la coda del cavallo gli legò insieme le zampe, attorcigliò e strinse tutto così bene e con tanta forza, che non c'era verso che si spezzasse. Quand'ebbe finito il lavoro, gridò al cavallo, battendogli sulla spalla: -Tira, cavallino bianco, tira!-. Allora il cavallo salto su e trascinò il leone con s‚. Il leone si mise a ruggire che gli uccelli del bosco volarono via per lo spavento; ma il cavallo lo lasciò ruggire, lo tirò e lo trascinò per i campi, fino alla porta del suo padrone. Quando il padrone lo vide, cambiò parere e disse al cavallo: -Rimarrai con me e te la passerai bene-. E lasciò che mangiasse a sazietà fino alla morte.
(F.lli Grimm)
ATTUALITA’
'Zampe & co.': ecco le figurine degli animali
La nuova collezione Panini è dedicata alla scoperta del mondo animale. E’ uscita “Zampe & Co. 2012-2013”, la nuova collezione di figurine Panini dedicata al mondo degli animali. Una collezione articolata in 432 figurine (360 di carta e 72 speciali), che potranno essere raccolte in un album da 96 pagine, contenente anche un grande folder centrale sugli animali più strani e pericolosi. Tra le novità di questa collezione, innanzitutto la possibilità di realizzare una vera figurina del proprio animale domestico e di incollarla sull’album. Inoltre, nella raccolta sono presenti alcune figurine speciali dotate di uno speciale codice per accedere on-line ad alcuni video su come comportarsi con cani, gatti e gli altri piccoli amici domestici.
“Zampe & Co. 2012-2013” è un diario di viaggio tra i vari continenti alla scoperta del mondo animale. Le figurine ritraggono gli “animali protagonisti” delle varie aree del mondo (ad esempio, il leone in Africa), gli “animali da record” per le loro caratteristiche (tipo la voracità del piranha nel Sud America) e gli “animali più incredibili” (come la tartaruga dal guscio molle in Asia). Tutte le figurine sono accompagnate da dati e di curiosità su ciascun animale e sul suo habitat. In questo viaggio, i giovani collezionisti saranno accompagnati dal “Team Z”, un gruppo di tre simpatici ragazzini accomunati dalla voglia di scoprire il mondo degli animali per imparare a rispettarli e ad amarli.(Ansa)
Trionfo Swift e Bieber, sconfitta Rihanna
Ema: 'circo' Mtv si infiamma per Psy e Carly Rae Jepsen. Sono i fenomeni del 2012 e per loro i premi non potevano mancare. Psy e Carly Rae Jepsen infiammano la Festhalle di Francoforte, ma negli annali degli European Music Awards restera’ soprattutto il nome di Taylor Swift. Considerarla una veterana, a soli 22 anni, e’ un obbligo, vista la miriade di premi che ha alle spalle, Grammy compresi.
La consacrazione arriva in Germania dove, per la prima volta, la cantante della Pennsylvania con il suo country-pop conquista tre riconoscimenti come miglior artista femminile e per miglior live e miglior look. Con l’ultimo successo 'We Are Never Ever Getting Back Together', gia’ da record su iTunes, la chitarrista e attrice, che punta a sfondare in Europa dopo il successo d'Oltreoceano, ha anche l’onore di chiudere lo show trasmesso su Mtv da una parte all’altra del globo.
Ballerini, acrobati e fachiri formano quel circo delle meraviglie, che e’ il tema dominante dello spettacolo in una scenografia industriale tra ingranaggi, megalampadine e gabbie per uccelli giganti. Sara’ contento anche l’esercito di giovanissimi fan degli One Direction. La boy band del momento conquista la palma per il miglior emergente e per l’artista con piu’ seguaci. Fa sensazione lo zero in classifica di Rihanna, che, assente a Francoforte, era partita con sette nomination, mentre fa meno rumore, visto che ormai e’ una certezza per agli Ema, il triplo successo di Justin Bieber, che si conferma miglior artista maschile, miglior artista pop e si impone per il miglior performance del ciclo ‘World stage’.
La rivelazione dell’anno e’ Psy che porta davanti ai seimila della Festhalle il suo ‘Gangnam Style’, insieme a decine di ballerini scelti anche in Germania, dove una folla di ragazzi ha partecipato alla selezione per contribuire alla danza piu’ pazza del 2012. Il cantante coreano, vincitore nella categoria miglior video, coinvolge in uno stravagante duetto anche la modella Heidi Klum, che presenta la serata cambiando sei abiti, tutti firmati Versace. Carly Rae Jepsen e’ l’altra stella della serata, si impone come miglior artista ‘Mtv Push’ e soprattutto per la miglior canzone 'Call Me Maybe', che a Francoforte canta insieme una folla di presunti fan che invadono il palco. E' più raccolta invece l'atmosfera durante 'We were young' dei Fun. Alicia Keys si esibisce nell’ultimo singolo ‘Girl on fire’.
E' lei a presentare il premio all’icona mondiale per Whitney Houston, scomparsa lo scorso febbraio. Rita Ora esce da una gabbia per uccelli e si ripara con un ombrello da una pioggia di fuochi d'artificio cantando la sua ‘R.I.P.’, mentre Pittbull trasforma l’arena in una bolgia con ‘Don’t stop the party’.
Spazio sul palco anche al rock con The Killers, Muse e No Doubt, al rientro sulla scena dopo quasi dieci anni, ma il premio al miglior artista rock va ai Linkin Park. A Francoforte anche la stella della tv Usa Kim Kardashian insieme al suo fidanzato, il rapper Kanye West.(Ansa)
A X Factor Alanis Morissette e Malika
Su palco talent Sky Uno giovedi. Ancora grandi ospiti a X Factor: sul palco giovedi prossimo una tra le più influenti cantautrici della musica contemporanea, Alanis Morissette. Ma non solo tra gli ospiti del talent musicale in onda su Sky Uno anche Malika Ayane, che a già nei giorni scorsi era andata a trovare i ragazzi, cantando con loro tra l'emozione generale, e offrendo a ciascuno preziosi consigli. Alanis Morissette, la giovane e trasgressiva interprete di "You oughta know" ha intrapreso un percorso interiore che lei stessa definisce "un viaggio spirituale". Per esibirsi sul palco del talent show non poteva scegliere brano migliore di "Guardian" per presentare "Havoc e Bright Lights", il suo nuovo album, che mostra la straordinaria potenza musicale di Alanis Morissette, la sua creatività e la sua voce particolare.. Malika regalerà al pubblico di Sky Uno il brano "Tre cose", estratto dal suo ultimo disco di inediti "Ricreazione", pubblicato da Sugar.(Ansa). -
.
Ciao Claudio..♥..
. -
.
Usa, mistero Vonn: la sciatrice ricoverata
Paura per la campionessa americana, quattro volte campione del MondoLa campionessa di sci americana Lindsay Vonn, quattro volte vincitrice della
Coppa del mondo, è stata ricoverata nell'ospedale di Vail in Colorado, a causa di una
malattia non precisata. Il portavoce della campionessa, Lewis Kay, si è rifiutato di
fornire maggiori dettagli sullo stato di salute della Vonn, costretta ad annullare un
evento pubblicitario perché non si sentiva bene. Nell'ambiente dello sci circolano le voci più disparate.
La star americana dello sci alpino femminile, celebre anche per la sua indiscussa
bellezza, aveva deciso di saltare lo slalom di Levi in Finlandia sabato scorso per
prepararsi meglio alla tappa seguente della Coppa del Mondo ad Aspen (Usa) che si
terrà il 24 e 25 novembre. La Vonn ha di recente espresso il suo desiderio di
partecipare alla discesa libera maschile di Lake Louise in Canada ma la sua richiesta è
stata respinta dalla federazione internazionale di sci (Fis).
da TGCOM...
. -
.
un felice pomeriggio a tutti!!!
Eros Ramazzotti: X Factor ha idee nuove, Sanremo invece è immobile
EROS RAMAZZOTTI – Mentre si accinge a lanciare il suo nuovo alum: Noi, Eros Ramazzotti rilascia alcune dichiarazioni circa i talent show e i concorsi canori come Sanremo.
Ramazzotti ha confessato di amare X Factor perché innovativo, mentre Sanremo, purtroppo rimane fin troppo statico.
Ecco quanto dichiara il cantante:
“Come si fa non guardare Sanremo? Poi però appena lo vedi, ti rendi conto che in tv ci sono migliaia di canali che sono andati avanti. Invece il festival lo guardi e pensi agli anni ’80. Altro che XFactor o Amici. È rimasto immobile, bloccato, è stato investito tutto sull’ospite straniero, sul vestito, sulla farfallina, a livello musicale si è rimasti fermi. Se non tagli le radici e metti piante nuove non potrai mai cambiare. Bisognerebbe prendere tutto e toglierlo, ricominciando dalla musica. Ma il festival resiste perché Sanremo è Sanremo, come dice lo spot”.. -
.
Oggi, 13 novembre, è la Giornata mondiale della gentilezza.
Un po' di gentilezza verso una persona vale più di un grande amore verso l'umanità intera.
Richard Dehmel. -
.
un saluto e un abbraccio a tutta l'isola !!!. -
.
bok sorellone mio e a tutti isolani,pusaaa . -
.
BUONGIORNO GIORNO... BUON MERCOLEDI' ISOLA FELICE
CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto durante tutta l’estate mi è piaciuto per cui da oggi continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le più belle poesie di tutti i tempi
La Gioia di scrivere
Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi a un'acqua scritta
che riflette il suo musetto
come carta carbone?
Perchè alza la testa, sente forse qualcosa?
Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,
da sotto le mie dita rizza le orecchie.
Silenzio - anche questa parola fruscia sulla carta e scosta
i rami generati dalla parola "bosco".
Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.
In una goccia d' inchiostro c'è una buona scorta
di cacciatori con l' occhio al mirino,
pronti a correr giù per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.
Dimenticano che la vita non è qui
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d' occhio durerà quanto dico io,
si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se non voglio.
Senza il mio assenso non cadrà foglia,
nè si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.
C'è dunque un mondo
Di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo Che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?
La gioia di scrivere.
Il potere di perpetuare.
La vendetta d' una mano mortale.
(WISLAWA SZYMBORSKA)
Favole Classiche
I sei servi
Un tempo viveva una vecchia regina che era una maga, e aveva una figlia che era la più bella fanciulla del mondo. Ma la vecchia non pensava ad altro che ad attirare gli uomini per mandarli in rovina; e se arrivava un pretendente, diceva che chi voleva sua figlia doveva prima eseguire un compito o morire. Molti si cimentavano, abbagliati dalla bellezza della fanciulla, ma non realizzavano ciò che la vecchia imponeva loro, e allora non c'era grazia: dovevano inginocchiarsi e gli mozzavano la testa. Ora avvenne che un principe aveva sentito parlare anche lui della grande bellezza della fanciulla, e disse al padre: -Caro babbo, lasciatemi andare, voglio chiedere la sua mano-. -Mai e poi mai!- rispose il padre. -Se parti, vai incontro alla morte.- Allora il principe si mise a letto, ammalato mortalmente, e stette così per sette anni, senza che nessun medico potesse aiutarlo. Quando il padre vide che non aveva più speranza, gli disse pieno di tristezza: -Va' dunque, e tenta la sorte: io non so come aiutarti altrimenti-. All'udire queste parole, il figlio si alzò, sano come un pesce, e si mise allegramente in cammino. Gli capitò di passare per una prateria e da lontano vide qualcosa che giaceva a terra; avvicinandosi, pot‚ capire che era la pancia di un uomo coricato; ma sembrava un monticello. L'uomo grasso, vedendo il cavaliere, si alzò e disse: -Se vi occorre qualcuno, prendetemi al vostro servizio-. Ma il principe rispose: -Che cosa me ne faccio di un uomo così grasso?-. -Oh!- disse l'altro -questo non è nulla! Se mi allargo del tutto, sono tremila volte più grasso.- -Se è così- disse il principe -forse puoi essermi utile: vieni con me.- Così il Grassone lo seguì; dopo un po' trovarono un tale sdraiato per terra con l'orecchio sull'erba. -Che cosa fai?- gli domandò il principe. -Ascolto- rispose l'uomo. -E cosa ascolti?- -Quel che sta succedendo nel mondo, perché‚ io sento tutto, persino l'erba che cresce.- Il principe domandò: -Dimmi un po', che cosa senti alla corte della vecchia regina, che ha una bella figlia?-. E quello rispose: -Sento fischiare la spada che taglia la testa a un pretendente-. Il principe disse: -Puoi essermi utile: vieni con me-. Proseguirono, e d'un tratto videro per terra due piedi e un tratto di gambe, ma non riuscirono a vederne la fine; dopo aver percorso un bel tratto, arrivarono al corpo, e infine la testa. -Ehi!- esclamò il principe -che razza di spilungone!- -Oh- rispose l'altro -questo non è nulla! Se mi distendo bene sono tremila volte più lungo e supero la montagna più alta della terra. Vi servirò volentieri se mi volete.- -Vieni- disse il principe -puoi essermi utile.- Proseguirono e trovarono un tale seduto sul ciglio della strada, con gli occhi bendati. Il principe disse: -Sei cieco, o hai la vista debole, che non sopporti la luce?-. -No- rispose l'uomo -non posso togliermi la benda, perché‚ qualsiasi cosa io guardi, si spezza, tanta è la forza del mio sguardo. Se può esservi utile, vi servirò volentieri.- -Vieni con me- disse il principe -puoi essermi d'aiuto.- Proseguirono e incontrarono un uomo che, sotto il sole a picco, rabbrividiva e tremava tutto per il freddo. -Come mai hai tanto freddo con un sole così caldo?- domandò il principe. -Ah- rispose l'uomo -più fa caldo e più io sento freddo, e il gelo mi penetra nelle ossa; e più fa freddo, più sento caldo: in mezzo al ghiaccio non resisto per il caldo, e in mezzo al fuoco non resisto per il freddo.- -Sei un tipo strano!- disse il principe. -Ma se mi vuoi servire, vieni con me.- Proseguirono e videro un uomo che allungava il collo, girava gli occhi all'intorno e guardava al di là dei monti. Disse il principe: -Che cosa guardi con tanto ardore?-. L'uomo rispose: -Ho una vista così acuta, che posso vedere oltre campi e boschi, monti e valli, per tutto il mondo-. Il principe disse: -Se vuoi, vieni con me: mi manca uno come te-. Poi il principe si recò, con i suoi sei servi, nella città dove viveva la bella e pericolosa fanciulla; andò dalla vecchia regina e disse: -Se volete darmi vostra figlia, farò quel che mi ordinate-. -Sì- rispose la maga -ti darò tre incarichi: se li eseguirai tutti e tre, sarai signore e sposo di mia figlia.- -Qual è il primo?- chiese il principe. -Devi riportarmi l'anello che ho lasciato cadere nel mar Rosso.- Allora il principe tornò dai suoi servi e disse: -Il primo compito non è facile: bisogna ripescare un anello nel mar Rosso. Consigliatemi voi-. Allora quello con la vista acuta disse: -Guarderò dov'è-. Guardò in fondo al mare e disse: -E' là, accanto a una pietra-. -Lo tirerei fuori, se solo lo vedessi- disse lo Spilungone. -Oh, ti aiuterò io!- esclamò il Grassone. Si coricò con la bocca sull'acqua: le onde vi entrarono ed egli bevve tutto il mare, che rimase asciutto come un prato. Allora lo Spilungone si piegò un poco e prese l'anello con la mano. Tutto felice, il principe lo portò alla vecchia. Ella lo osservò e disse meravigliata: -Sì, è proprio quello. Il primo compito l'hai eseguito, ma adesso viene il secondo. Vedi, là su quel prato davanti al mio castello pascolano trecento buoi ben pasciuti; devi mangiarli tutti con il pelo, le corna e le ossa; e giù in cantina ci sono trecento botti di vino, devi bertele tutte; ma se avanza il pelo di un bue o una gocciolina di vino, pagherai con la vita-. Il principe disse: -Non posso invitare qualche ospite? Senza compagnia non c'è gusto a mangiare-. La vecchia rise malignamente e disse: -Per aver compagnia puoi invitarne uno, ma non di più-. Allora il principe andò dai suoi servi e disse al Grassone: -Oggi sarai mio ospite, e una volta tanto mangerai a sazietà-. Allora il Grassone si allargò tutto e mangiò i trecento buoi senza lasciarne neanche un pelo e domandò se non c'era altro dopo la colazione; il vino lo bevve direttamente dalle botti, senza bisogno di bicchiere, e l'ultima goccia se la leccò sul dito. Al termine del pasto, il principe andò dalla vecchia e le disse che il compito era stato eseguito. Ella si meravigliò e disse: -A tanto non era mai arrivato nessuno, ma resta ancora il terzo compito-. E pensava: "Non mi sfuggirai, e non riuscirai a salvarti la testa!". -Stasera- disse -ti porto mia figlia in camera, la lascerò fra le tue braccia; ma bada di non addormentarti! Io verrò allo scoccare delle dodici, e se lei non è più fra le tue braccia, tu sei perduto.- "Oh" pensò il principe "il compito è semplice, terrò gli occhi bene aperti." Tuttavia chiamò i suoi servitori, raccontò loro ciò che aveva detto la vecchia e disse: -Chissà quale astuzia c'è sotto! E' bene essere prudenti: fate la guardia e badate che la fanciulla non esca dalla camera-. Quando si fece notte, la vecchia arrivò con sua figlia e la spinse fra le braccia del principe; poi lo Spilungone si acciambellò intorno a loro e il Grassone si mise davanti alla porta, sicché‚ non poteva entrare anima viva. Se ne stavano là tutt'e due e la fanciulla non diceva una parola; ma, attraverso la finestra, la luna le illuminava il volto, ed egli poteva vedere la sua meravigliosa bellezza. Il principe non faceva altro che guardarla, innamorato e pieno di gioia, e i suoi occhi non erano mai stanchi. Durò così fino alle undici; allora la vecchia gettò un incantesimo su tutti quanti, sicché‚ si addormentarono, senza potersi difendere; e, in quello stesso istante, la fanciulla sparì. Dormirono sodo fino a mezzanotte meno un quarto; allora l'incantesimo cessò ed essi si svegliarono. -Oh che disgrazia, che sciagura!- esclamò il principe -adesso sono perduto!- Anche i servi fedeli incominciarono a lamentarsi, ma Orecchiofino disse: -State zitti! Voglio ascoltare-. Ascoltò un istante, poi disse: -Si trova dentro una rupe a trecento ore da qui, e piange il suo destino. Tu puoi farcela, Spilungone: se ti rizzi, ci sei con due passi-. -Sì- rispose lo Spilungone -però deve venire anche Occhiodifolgore per spazzare via la rupe.- Così si caricò sulle spalle quello con gli occhi bendati, e in un baleno si trovarono davanti alla rupe incantata. Lo Spilungone tolse subito la benda dagli occhi del compagno; questi si guardò attorno e la rupe andò in mille pezzi. Allora lo Spilungone prese in braccio la fanciulla, in un attimo la portò a casa, tornò a prendere anche l'amico e, prima che scoccassero le dodici, erano di nuovo tutti là, allegri e contenti come prima. Allo scoccar delle dodici, arrivò piano piano la vecchia maga con un'aria beffarda, come se volesse dire: -Adesso è mio!- ed era convinta che la figlia fosse dentro la rupe a trecento ore di distanza. Ma quando la vide fra le braccia del principe, inorridì e disse: -Ecco uno che ne sa più di me-. Ma non pot‚ replicar nulla e dovette dargli sua figlia. Tuttavia le disse all'orecchio: -E' una vergogna per te essere stata vinta da dei servi, senza poterti scegliere uno sposo secondo la tua inclinazione!-. Ora la fanciulla, che aveva il cuore orgoglioso, piena d'ira, fece ammucchiare, il giorno dopo, trecento cataste di legna e disse al principe che i tre compiti erano stati eseguiti, ma che lei non l'avrebbe sposato se prima qualcuno non si fosse messo in mezzo alla legna e avesse sopportato il fuoco. Pensava infatti che, per quanto devoti, nessuno dei servi si sarebbe lasciato bruciare per lui, e per amor suo ci sarebbe andato il principe, e così lei sarebbe stata libera. Allora i servi dissero: -Abbiamo fatto tutti qualcosa, soltanto il Freddoloso non ha ancora fatto nulla!-. Lo presero, lo misero in mezzo alla catasta e vi appiccarono il fuoco. Il fuoco divampò e arse per tre giorni, finché‚ consumò tutta la legna; e, quando le fiamme si spensero, il Freddoloso era là, in mezzo alla cenere, tremante come una foglia, e diceva: -Non ho mai sofferto tanto il freddo in vita mia! Se durava ancora, mi sarei assiderato-. Adesso non c'era proprio più scampo: la bella fanciulla doveva sposare il principe. Ma quando andarono in chiesa, la vecchia disse: -Non posso tollerare questa vergogna!- e li fece inseguire dai suoi soldati, che dovevano annientare chiunque si trovasse loro davanti, e riportarle la figlia. Ma Orecchiofino era stato in ascolto e aveva sentito tutto ciò che la vecchia aveva detto. Lo disse al Grassone che vomitò un paio di volte dietro la carrozza; ed ecco formarsi un grande lago, dove i soldati furono sommersi e annegarono. Non vedendoli tornare, la maga mandò i suoi corazzieri, ma Orecchiofino, sentendoli arrivare, tolse la benda dagli occhi di Occhiodifolgore; questi fissò un istante i nemici, che andarono in pezzi come se fossero stati di vetro. Così proseguirono indisturbati, e quando gli sposi ebbero ricevuto la benedizione in chiesa, i sei servitori si congedarono e dissero: -Vogliamo tentare la fortuna in giro per il mondo-. A una mezz'ora dal castello c'era un villaggio, davanti al quale un porcaro custodiva il suo branco; quando vi giunsero, il principe disse alla moglie: -Sai chi sono davvero? Non sono un principe, ma un porcaro, e quello laggiù con il branco è mio padre, e adesso dobbiamo aiutarlo anche noi a custodire i maiali-. Poi scesero insieme alla locanda, e il principe ordinò di nascosto ai padroni di portare via alla sposa le vesti regali durante la notte. Al mattino, quando la principessa si svegliò non aveva più niente da mettersi, e l'ostessa le diede un vecchio vestito e un paio di vecchie calze di lana, con l'aria di farle un gran regalo e disse: -Se non fosse per vostro marito, non vi avrei dato nulla-. Allora ella credette che fosse davvero un porcaro, custodiva il branco con lui e pensava: "Me lo sono meritato con il mio orgoglio! ". Durò così per otto giorni, ed ella non ne poteva più, perché‚ i piedi le si erano coperti di piaghe. Allora arrivò della gente che le chiese se davvero sapeva chi era suo marito. -Sì- rispose -è un porcaro; è appena uscito per vendere un po' di nastri.- Ma quelli dissero: -Venite, vi condurremo da lui-. La condussero al castello, e quando ella entrò nella sala, suo marito era là in abiti regali. Ma ella non lo riconobbe finché‚ il principe non la prese fra le braccia, la baciò e disse: -Io ho tanto sofferto per te, e anche tu hai dovuto soffrire per me- Allora furono festeggiate le nozze, e chi l'ha raccontato, vorrebbe esserci stato.
(F.lli Grimm). -
.
ATTUALITA’
Rolling Stones, esce 'Grrr!'
Due inediti nella raccolta che celebra i 50 anni della rockband. Esce oggi Grrr!, l'atteso Greatest Hits dei Rolling Stones, che dopo 50 anni di carriera hanno sfornato due brani inediti: Gloom And Doom e One Last Shot, registrati poco tempo fa a Parigi. Disponibile in vari formati, tra cui un cofanetto con tre cd (50 brani) e uno Super-Deluxe con 4 cd (80 brani), Grrr! racconta la storia dell'inossidabile rockband inglese. Le nuove registrazioni sono frutto del primo incontro in studio di Mick Jagger & Co dopo A Bigger Bang del 2005.
E intanto Beatles vs. Rolling Stones dopo mezzo secolo la sfida continua. E così nello stesso giorno oltre a Grrr! escono anche gli acclamati album originali di studio dei Beatles in vinile stereo. La richiesta è stata talmente alta che la Emi, nonostante il prezzo (circa 300 euro), ha dovuto aumentare le copie richieste. Pubblicati su cd nel 2009 e in digitale solo su iTunes nel 2010, i 14 album tornano al loro primitivo splendore con dettagli quali un poster nell'album The Beatles (The White Album), degli inserti da ritagliare in Sgt. Pepper's Lonely Heart Club Band e speciali buste interne per alcuni di questi titoli. Ogni album sarà disponibile separatamente o tutti insieme in una edizione in box a libro rigido che include un volume di 252 pagine ricco immagini, e limitato a 50.000 copie in tutto il mondo.(Ansa)
Resti donne in villa: fermato il marito
Omicidio e occultamento di cadavere. Indagato l'ex genero. La Polizia di Caserta ha fermato per omicidio volontario e occultamento di cadavere Domenico Belmonte, 72 anni, marito di Elisabetta Grande e padre di Maria Belmonte, scomparse nel 2004. L'ex genero di Belmonte, Salvatore Di Maiolo, è indagato per gli stessi reati.
Il ritrovamento era avvenuto ieri avvenuto nel corso di una perquisizione effettuata dalla Polizia scientifica all'interno della villetta, in via Palizzi, al numero 71, in località Baia Verde a Castel Volturno. La villetta è di proprietà di Domenico Belmonte. Domenico Belmonte è stato direttore sanitario del carcere di Poggioreale. A scoprire i resti sono stati gli agenti del Servizio Centrale Operativo, della Squadra Mobile di Caserta e del locale commissariato. Le operazioni sono state coordinate dal sostituto Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Silvio Guarriello, e dal Procuratore aggiunto Luigi Gay. I controlli sono stati eseguiti con l'ausilio di particolari apparecchiature in dotazione alla Polizia scientifica di Roma.
Alla trasmissione "Chi l'ha visto?" si era rivolto nelle scorse settimane il fratello e zio delle due donne, Lorenzo Grande. I due corpi, secondo quanto si è appreso, erano all'interno di un locale sotterraneo dell'abitazione. I due corpi erano adagiati a terra, l'uno accanto all'altro; sembra che nella villetta, che ha un doppio accesso, siano entrate pochissime persone negli ultimi otto anni. Il proprietario di casa, infatti, non aveva rapporti con alcuno. I vicini lo vedevano solo quando usciva per curare il giardino. Secondo indiscrezioni, sulle spoglie sarebbero stati trovati due documenti di identità. Sul tavolo nel patio antistante la villetta c'era un libro di psichiatria aperto in corrispondenza della sezione relativa ai temi della depressione.(Ansa)
Toscana in ginocchio. Crolla ponte, tre morti
Allagamenti in via dei Prati Fiscali, via Salaria e via di Tor di Quinto. Protezione Civile in azione. E' arrivata l'onda di piena del Tevere e questo ha causato allagamenti a Roma in via dei Prati Fiscali, via Salaria e via di Tor di Quinto. Alcuni canali hanno avuto dei rigurgiti causando fuoriuscite di acqua. Il Tevere ha superato i dodici metri. I tecnici della Protezione civile regionale stanno valutando la situazione.
A Castel Giubileo le linee bus 302 e 334 non transitano in zona e sono deviate su: Flaminia-Gra-Salaria/Bel Poggio. Lo rende noto l'Agenzia per la Mobilità di Roma. Allagamenti si sono verificati all'alba in via Flaminia altezza stazione Celsa e in via Prati fiscali che è stata chiusa al traffico da via Salaria fino a largo Valtournache.
IERI 3 MORTI IN TOSCANA - Tragedia nel Grossetano: tre dipendenti dell'Enel (tra loro anche una donna) sono morti dopo che la loro auto è finita in una vera e propria voragine che si è aperta sulla "spalla" della strada sul ponte del fiume Albegna. Il crollo ha interessato il ponte in quel punto, la struttura e' rimasta intatta quindi per quasi la sua intera gittata, tranne che nel tratto in cui inghiottito l'auto sulla quale erano a bordo.
Secondo quanto spiegato dal direttore del Dipartimento lavori pubblici della Provincia di Grosseto, il dirigente della Protezione civile, Massimo Luschi, l'acqua dell'Albegna arrivata a livello del ponte, "erodendolo" nella parte vicina all'appoggio su una delle sponde. "Qui si è aperta una voragine di circa 10 metri e l'auto con a bordo i tre operai dell'Enel è finita al suo interno". La strada - secondo Luschi - "era chiusa, come molte altre delle strade intorno, fin dalla notte precedente".
Le vittime sono Antonella Vanni, 48 anni, che era responsabile del personale degli impianti geotermici in Toscana di Enel Green power e Paolo Bardelloni, 59 anni, e Maurizio Stella, 47 anni, addetti alla sicurezza. Tutti erano coniugati e lavoravano nell'impianto di Larderello dove sono riuniti gli uffici della geotermia di Enel. Tornavano a casa dopo essere stati a Roma per un corso.
Omicidio colposo: questo il reato su cui la procura di Grosseto ha aperto un'inchiesta per la morte dei tre dipendenti dell'Enel, secondo quanto si apprende dalla procura di Grosseto.
E' salva per miracolo una giovane donna che vicino a Bolzano è finita con la sua auto nelle acque impetuose del torrente Talvera, ingrossate dalle piogge degli ultimi giorni. Dopo aver perso il controllo della sua Volkswagen Polo, la donna è precipitata per decine di metri in un burrone, ma è rimasta praticamente incolume. La donna è stata tratta in salvo con un elicottero della Protezione civile, che l'ha issata a bordo con il verricello.
Ha 92 anni, stava dormendo nella sua stanza, ha sentito un boato, visto le mattonelle spaccarsi ed entrare terra e acqua. L'hanno salvata i vigili del fuoco facendola uscire dalla finestra. E' successo ad Alteta, frazione di Massa, la notte di domenica. Adesso c'é un buco nella sua stanza e l'anziana si è trasferita presso conoscenti. La vicenda è emersa oggi tra le storie della gente alle prese con l'emergenza alluvione in provincia di Massa Carrara. Dieci le famiglie evacuate ad Alteta nella stessa strada dove vive l'anziana e che è ancora sommerso dal fango.
GABRIELLI: BASTA ALIBI, INVESTIRE IN PREVENZIONE - "L'unica cosa da fare" per smettere di contare i danni - e soprattutto i morti - ogni volta che piove, è "investire in un programma serio" di messa in sicurezza del territorio, che consenta "a questo paese di non cadere a pezzi più di quanto stia cadendo". Dopo l'ennesima tragedia, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli torna a ribadire che l'unica soluzione in questo campo si chiama prevenzione. Che si può fare con le risorse che ci sono e che, spesso, "vengono utilizzate come alibi per non fare le cose".
Parlando dell'ultima ondata di maltempo, il capo della protezione civile ha spiegato che ci sono indubbiamente stati "eventi importanti ed eccezionali", tanto che su alcune zone sono caduti in 48 ore oltre 400 mm di pioggia. Ma questi fenomeni, aggiunge, "hanno impattato su un territorio dove la fragilità è nota e arcinota e dove si è costruito dove non si doveva costruire".
Dunque la "vera scommessa" è "immaginare un percorso più strutturato di messa in sicurezza, che preveda investimenti non eclatanti ma certi e sicuri, che consentano di realizzare gli interventi necessari" per evitare tragedie. "Bisognerebbe mettere mano agli errori del passato - dice Gabrielli - avendo però il coraggio di stoppare gli errori del presente e del futuro. Perché se si continua con politiche di occupazione del suolo indiscriminate, allora non solo non si mette in sicurezza quello che è il frutto del passato, ma si continua a perpetuare comportamenti" sbagliati e pericolosi.
L'unica soluzione contro i danni provocati da alluvioni, terremoti e catastrofi naturali "è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria", ha spiegato Gabrielli sottolineando che l'assicurazione sarebbe "supportata dallo Stato con forme di defiscalizzazione". "E' ora di rendersi conto - afferma Gabrielli - che lo Stato, per quelle che sono le sue risorse, non è più in grado di fornire in maniera equa risposte adeguate dal punto di vista del ristoro dei danni".
Già oggi, ricorda il capo della Protezione Civile, "ci sono stati alluvioni di serie A, B e C, terremoti di serie A, B e C", nei quali c'è stato un diverso trattamento nei confronti di chi ha avuto danni. "Qualcuno mi deve spiegare - dice Gabrielli - la differenza che passa tra il cittadino Franco Gabrielli che è stato colpito dal terremoto a L'Aquila o in Emilia e ha perso la casa e si vede riconosciuto quasi il cento per cento del ristoro, e il cittadino Franco Gabrielli di Mormanno o di Marsciano, al quale ciò non viene riconosciuto. Quale è la differenza? Quelli di Mormanno e Marsciano non pagano le tasse?. Eppure sono cose che si stanno verificando". Dunque, dice il capo del Dipartimento, "l'unica soluzione è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria" in modo tale che "all'esito di catastrofi il ristoro sia fatto dall' assicurazione". "Perché questa - conclude Gabrielli - è l'unica risposta equa" che può essere data.
Di fronte alle tragedie e ai morti per le catastrofi naturali, tutti chiedono interventi. Poi però quando bisogna farli l'Italia mostra il suo vero atteggiamento mentale: "le cose importanti vanno fatte ma a casa degli altri", ha aggiunto il capo della Protezione Civile ricordando come si continua ad invocare la messa in sicurezza del territorio e, allo stesso tempo, si continua a costruire dove non si dovrebbe e si fa poco e nulla per mettere una pezza agli errori del passato. "La vicenda dei rifiuti è paradigmatica dell'atteggiamento mentale di questo paese: non si fa la differenziata, non si vogliono discariche vicino casa, non si fanno gli inceneritori e, siccome siamo un paese ricco, paghiamo per portare i rifiuti all'estero, dove li bruciano, producono energia e guadagnano". "Siamo quelli - conclude - del 'Not in my back yard', 'Non nel mio giardino'".
LUNGHE CODE SU E45 E RACCORDO TERNI-ORTE PER CHIUSURA AUTOSOLE - Diversi chilometri di fila si sono formati in alcuni tratti della E45 e del raccordo Terni-Orte per l'intenso traffico che sta interessando le due arterie in seguito alla chiusura dell'Autosole per il maltempo. In particolare sulla E45 nella zona di Fratta Todina, dove è stato istituito uno scambio di carreggiata per un cantiere, la polizia stradale riferisce che attualmente ci sono sei chilometri di coda verso sud e cinque verso nord (ma sono state toccate punte anche di una decina di chilometri).
Sul raccordo Terni-Orte traffico incolonnato a partire dallo svincolo di Capitone, nel comune di Narni, per i veicoli diretti a sud. Si è quindi praticamente formata - si è appreso ancora dalla stradale - una sorta di fila di circa 12 chilometri fino all'imbocco dell'Autosole. La polizia stradale umbra è quindi impegnata con tutte le pattuglie, anche per dare supporto in ambito autostradale alla sottosezione di Orvieto alle prese con le conseguenze del maltempo.
NAPOLITANO: SOLIDARIETA' E APPREZZAMENTO SOCCORSO - "Il Capo dello Stato esprime la propria solidarietà alle Comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime, e al tempo stesso il vivo apprezzamento a quanti sui territori colpiti sono impegnati nella gestione dell'emergenza e nelle operazioni di soccorso". Lo afferma il Quirinale.
"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l'evolversi della situazione determinatasi a seguito degli eventi alluvionali su vasti territori delle regioni del Centro e del Nord Italia, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate", aggiunge la nota del Quirinale.
CLINI: A CIPE PIANO CONTRO DISSESTO IDROGEOLOGICO - "Presenterò al Cipe il piano contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico e spero che se ne parli nella prossima riunione" del Comitato". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a margine della visita in uno stabilimento di produzione di un'auto elettrica a Roma.(Ansa).