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loveoverall.
CAREZZE AL RISVEGLIO
... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
... L’esperimento fatto durante tutta l’estate mi è piaciuto per cui da oggi continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
(Claudio)
Le più belle poesie di tutti i tempi
Non respingere i sogni perché son sogni
Non respingere i sogni perché sono sogni.
Tutti i sogni possono
essere realtà, se il sogno non finisce.
La realtà è un sogno.Se sogniamo
che la pietra è pietra, questo è la pietra.
Ciò che scorre nei fiumi non è acqua,
è un sognare, l'acqua, cristallina.
La realtà traveste
il sogno, e dice:
"Io sono il sole, i cieli, l'amore".
Ma mai si dilegua, mai passa,
se fingiamo di credere che è più che un sogno.
E viviamo sognandola.Sognare
è il mezzo che l'anima ha
perché non le fugga mai
ciò che fuggirebbe se smettessimo
di sognare che è realtà ciò che non esiste.
Muore solo
un amore che ha smesso di essere sognato
fatto materia e che si cerca sulla terra.
(PEDRO SALINAS)
Favole Classiche
La camicia da morto.
"Una madre aveva un bambino di sette anni, così bello e grazioso che bastava guardarlo per volergli bene, e l'amava sopra ogni cosa al mondo.
Or avenne ch'egli improvvisamente si ammalò e il buon Dio lo chiamò a sé: la madre non si poteva consolare e piangeva giorno e notte. L'avevan sepolto da poco, e il bimbo, di notte, prese ad apparir proprio là dove se ne stava a giocare quand'era vivo; se la madre piangeva, piangeva anche lui e quando veniva il giorno era sparito.
Ma poichè la madre piangeva senza posa, una notte egli le apparve con la bianca camicia da morto, con cui l'avevan messo nella bara, e con la coroncina in testa; sedette ai suoi piedi, sul letto, e disse: - Ah mamma, non pianger più, o io non posso addormentarmi nella bara: la mia camicia da morto è sempre bagnata dalle tue lacrime che ci cadon tutte sopra -.
All'udirlo la madre si spaventò e non pianse più. E la notte dopo il bimbo tornò con una candelina in mano e disse: - Vedi? la mia camicia è quasi asciutta e io riposo nella mia tomba -. Allora la madre offerse il suo dolore a Dio, lo spportò pazientemente, in silenzio; e il bimbo non tornò, ma dormì nel suo lettino sotterra."
(F.lli Grimm).