IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 3° ... SETTIMANA 025 ...

LUNEDI' 29 OTTOBRE - DOMENICA 04 NOVEMBRE 2012

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    CITAZIONE (Lussy60 @ 1/11/2012, 10:06) 

    (IMG:http://lafrasegiusta.fotoblog.it/photos/00...26014.jpg")

    buona festa a tutti...

    ciao capitano... :emoticons-al-lavoro-06.gif:


    Ciao Lussy ... Buongiorno ... Buon 1 Novembre ... :emoticons-al-lavoro-06.gif:

    POESIE DI STAGIONE


    NOVEMBRE

    lo son Novembre e porto il pastrano,
    passo sui solchi e vi semino il grano.
    Sul mondo stendo leggera la bruma;
    sul focolare il ceppo già fuma.
    Stacco le foglie a foreste e. campagne,
    reco in un cesto le buone castagne.
    Vedo una bimba col roseo ditino
    scriver sui vetri: L'inverno è vicino!


    ( L. Fiorentini)





    CAREZZE AL RISVEGLIO


    ... POESIE E FIABE AL RISVEGLIO…
    ... L’esperimento fatto durante tutta l’estate mi è piaciuto per cui da oggi continuerò ad alleggerire questo mio spazio di riflessione utilizzando il metodo più antico del mondo, le fiabe e le poesia. Credo sia giusto provare a tornare alle vecchie care abitudini di questa mia “rubrica” cercando di regalare un sorriso ed una carezza a chi avrà la pazienza di leggere ciò che scrivo e propongo. Così da oggi inizieremo un viaggio nella poesia; da quelle dell’antichità a quelle più recenti. La poesia è sempre stato il modo con cui il cuore e l’anima hanno cercato di comunicare; la veste visibile delle emozioni. Credo quindi che ogni mattina leggere una poesia ed una favola, soprattutto in questo periodo estivo, sia una bella spinta per tutti ad iniziare con una carezza la giornata … Buon risveglio e buona giornata a tutti … .
    (Claudio)




    Le più belle poesie di tutti i tempi

    Ti cerco

    Ti cerco.
    Non nel tuo nome, se lo dicono,
    non nella tua immagine, se la dipingono.
    Dietro, dietro, oltre.
    Dietro a te ti cerco.
    Non nel tuo specchio, non nelle tue parole,
    né nella tua anima.
    Dietro, oltre.
    Dietro ancora, più indietro
    di me ti cerco. Non sei
    quello che io sento di te.
    Non sei
    ciò che palpita
    con sangue mio nelle vene,
    senza che sia io.
    Dietro, oltre ti cerco.
    Per incontrarti, smettere
    di vivere in te, e in me,
    e negli altri.
    Vivere ormai dietro a ogni cosa,
    dall'altra parte di ogni cosa
    -per averti incontrato-
    come se fosse morire.

    (PEDRO SALINAS)


    Favole Classiche

    Gian Porcospino

    C’era una volta un ricco contadino che non aveva figli. Spesso, quando si recava in città con gli altri contadini, questi lo canzonavano e gli domandavano perché‚ non avesse figli. Un giorno si arrabbiò e quando arrivò a casa disse: “Voglio avere un figlio, fosse anche un porcospino.” Ed ecco, sua moglie mise al mondo un bambino, mezzo porcospino e mezzo uomo, e quando lo vide inorridì e disse: “Vedi, ci hai gettato un maleficio!” Disse l’uomo: “Che cosa ci vuoi fare? Dobbiamo battezzarlo lo stesso, ma non possiamo prendere un compare.” La donna rispose: “E non possiamo chiamarlo che Gian Porcospino.” Dopo il battesimo, il parroco disse: “Con questi aculei non può entrare in un letto normale.” Così sistemarono un po’ di paglia dietro la stufa e ci misero Gian Porcospino. Egli non poteva neanche essere allattato dalla madre, perché‚ l’avrebbe punta con quegli aculei. Così se ne stette dietro la stufa per otto anni, e suo padre non ne poteva più e si augurava solo che morisse; ma egli non morì e se ne stava là disteso. Ora avvenne che ci fu un mercato in città, e il contadino volle andarci, perciò domandò alla moglie che cosa dovesse portarle. “Un po’ di carne e qualche panino, quel che occorre in casa,” disse lei. Poi chiese alla serva, che voleva un paio di pantofole e delle calze con lo sprone. Infine chiese: “E tu, Gian Porcospino, cosa vuoi?” - “Babbino,” disse questi, “portami una cornamusa.” Quando il contadino tornò a casa, diede alla moglie ciò che aveva comprato, carne e panini; poi diede alla serva le pantofole e le calze con lo sprone, infine andò dietro la stufa e diede la cornamusa a Gian Porcospino. E quando questi ebbe la cornamusa, disse: “Babbino, andate alla fucina e fatemi ferrare il mio gallo, così partirò e non tornerò mai più.” Il padre era felice di potersene liberare; gli fece ferrare il gallo e, quando fu pronto, Gian Porcospino gli salì in groppa, portando con s‚ anche asini e porci che voleva custodire nel bosco. Nel bosco il gallo dovette volare con lui su un albero alto, ed egli rimase lassù a custodire asini e porci. Egli rimase molti anni lassù mentre il suo branco si ingrossava e suo padre non sapeva più nulla di lui. Sull’albero, egli suonava la sua cornamusa, e la musica era bellissima. Un giorno un re che si era perduto passò di là e udì la musica; se ne meravigliò e mandò un suo servo a vedere da dove venisse. Quello si guardò attorno ma vide soltanto un animaletto seduto in cima a un albero; sembrava un gallo, con un porcospino in groppa che suonava. Allora il re ordinò al servo di domandargli perché‚ se ne stesse là seduto, e se sapesse dove passava la strada per il suo regno. Allora Gian Porcospino scese dall’albero e disse che gli avrebbe indicato il cammino se il re gli prometteva per iscritto la prima cosa che a corte gli fosse venuta incontro al suo arrivo. Il re pensò: “Puoi farlo benissimo, tanto Gian Porcospino non capisce nulla e tu puoi scrivere quello che vuoi.” Così prese penna e inchiostro e scrisse qualcosa e, quando ebbe finito, Gian Porcospino gli indicò la strada ed egli arrivò felicemente a casa. Ma sua figlia, vedendolo da lontano, piena di gioia gli corse incontro e lo baciò. Egli pensò a Gian Porcospino e le raccontò quel che gli era successo: che aveva dovuto promettere per iscritto a uno strano animale ciò che a casa gli fosse venuto incontro per primo; l’animale stava in groppa a un galletto e suonava molto bene; ma egli aveva scritto che non gli avrebbe dato nulla perché‚, tanto, Gian Porcospino non sapeva leggere. La principessa ne fu felice e disse che era ben fatto, perché‚ non ci sarebbe andata in nessun caso.

    Ma Gian Porcospino custodiva gli asini e i porci, era sempre allegro e sedeva sull’albero a suonare la cornamusa. Ora avvenne che un altro re arrivò in carrozza con i suoi servi e alfieri; si era perduto e non sapeva tornare a casa, poiché‚ il bosco era tanto grande. Udì subito la bella musica da lontano e disse al suo alfiere di andare a vedere cos’era e di dove veniva la musica. Questi andò sotto l’albero e vide il gallo con Gian Porcospino in groppa. Gli domandò che cosa stesse facendo lassù. “Custodisco asini e maiali; ma voi, cosa volete?” L’alfiere rispose che si erano persi e che non potevano più tornare nel loro regno, e s’egli voleva indicare loro il cammino. Allora Gian Porcospino scese dall’albero con il gallo e disse al vecchio re che gli avrebbe indicato la strada se gli avesse concesso la prima cosa che gli fosse venuta incontro davanti al suo castello. Il re rispose di sì e firmò la promessa a Gian Porcospino. Allora questi lo precedette in groppa al suo gallo, gli mostrò la strada, e il re fece ritorno felicemente nel suo regno. Quando giunse a corte, la gioia fu grande. Il re aveva un’unica figlia, molto bella; lei gli venne incontro, gli saltò al collo, lo baciò, felice che il vecchio padre fosse tornato. Gli chiese dove fosse stato così a lungo in giro per il mondo, ed egli le raccontò di essersi perso e che forse non avrebbe più fatto ritorno; ma mentre attraversava un gran bosco, un essere mezzo porcospino e mezzo uomo, che stava in cima a un albero in groppa a un gallo, e suonava molto bene, lo aveva aiutato e gli aveva mostrato il cammino; in cambio però egli aveva dovuto promettergli la prima cosa che gli fosse venuta incontro a corte, e questa era lei, e ora egli era tanto afflitto. Ma lei gli promise che, all’arrivo di Gian Porcospino, lo avrebbe seguito volentieri per amore del suo vecchio padre.

    Ma Gian Porcospino custodiva i suoi porci, e i porci mettevano al mondo altri porci e diventarono tanti che tutto il bosco n’era pieno. Allora Gian Porcospino mandò a dire a suo padre di sgombrare tutti i porcili del villaggio e di fare spazio, poiché‚ egli sarebbe arrivato con un branco tale di porci che, se avessero voluto, tutti avrebbero potuto macellare. All’udire questa notizia, il padre si rattristò perché‚ pensava che Gian Porcospino fosse morto da un pezzo. Gian Porcospino, invece, salì in groppa al suo gallo, menò i porci fino al villaggio e li fece macellare. Ah, fu una strage il cui rumore si poteva udire a due ore di distanza! Poi Gian Porcospino disse: “Babbino, andate nella fucina a far ferrare ancora una volta il mio gallo; poi me ne vado e non torno più in vita mia.” Allora il padre fece ferrare il gallo ed era felice che Gian Porcospino non volesse più tornare.

    Gian Porcospino se n’andò nel primo regno; il re aveva ordinato che, se arrivava uno in groppa a un gallo e con una cornamusa, gli sparassero tutti contro, lo battessero e lo ferissero, perché‚ non entrasse nel castello. Così quando arrivò Gian Porcospino, gli si gettarono addosso con le baionette; ma egli spronò il suo gallo, e volò oltre la porta, fino alla finestra del re; vi si posò e gli gridò di dargli ciò che aveva promesso, altrimenti avrebbe ucciso lui e sua figlia. Allora il re pregò la figlia di andare da Gian Porcospino, per salvare la sua vita e quella del padre. Lei si vestì di bianco, e il padre le diede una carrozza con sei cavalli, valletti sfarzosi, denaro e beni. Lei salì in carrozza e Gian Porcospino vi si sedette accanto con il gallo e la cornamusa; poi presero congedo e partirono, e il re pensava che non l’avrebbe mai più rivista. Invece andò in modo ben diverso. Quando furono a qualche distanza dalla città, Gian Porcospino la svestì e la punse con i suoi aculei finché‚ fu tutta sanguinante e disse: “Questa è la ricompensa per la vostra slealtà; vattene, non ti voglio.” Così la cacciò e la rimandò a casa, e lei fu disonorata per tutta la vita.

    Gian Porcospino invece proseguì sul suo gallo e con la sua cornamusa verso il secondo regno, dove si trovava l’altro re al quale aveva indicato la strada. Questi aveva ordinato, se arrivasse uno come Gian Porcospino, di presentargli le armi, lasciarlo entrare liberamente, gridare evviva e introdurlo nel castello. Quando la principessa lo vide, inorridì perché‚ il suo aspetto era davvero bizzarro; ma pensò che non c’era nient’altro da fare, l’aveva promesso a suo padre. Così diede il benvenuto a Gian Porcospino, egli dovette accompagnarla alla tavola regale, e lei sedette al suo fianco, mangiarono e bevvero insieme. Alla sera, quando fu ora di andare a dormire, lei aveva molta paura dei suoi aculei, ma egli le disse di non temere, non le avrebbe fatto alcun male; e disse al vecchio re di mandare quattro uomini che facessero la guardia davanti alla porta della loro camera e accendessero un gran fuoco: entrato in camera per mettersi a letto, egli sarebbe sgusciato fuori dalla sua pelle di porcospino e l’avrebbe lasciata davanti al letto; allora i quattro uomini dovevano raccoglierla in fretta, gettarla nel fuoco e aspettare che il fuoco l’avesse distrutta. Quando la campana suonò le undici, egli entrò in camera, si tolse la pelle di porcospino e la lasciò per terra davanti al letto; allora vennero gli uomini, la presero in fretta e la gettarono nel fuoco; e quando il fuoco l’ebbe distrutta, egli fu libero dall’incantesimo, e giaceva nel letto ormai del tutto uomo; però era nero come il carbone, come se lo avessero bruciato. Il re mandò a chiamare il suo medico, che lo lavò con dei buoni unguenti e lo profumò; ed egli divenne un giovane signore, bianco e bello. Quando lo vide, la principessa ne fu felice; si alzarono contenti, mangiarono e bevvero, si festeggiarono le loro nozze e Gian Porcospino ottenne il regno dal vecchio re.

    Quando fu trascorso qualche anno, andò con la sua sposa dal padre e gli disse che era suo figlio; ma il padre rispose che non ne aveva: glien’era nato solo uno che aveva gli aculei come un porcospino, e se n’era andato in giro per il mondo. Allora egli si fece riconoscere e il vecchio padre si rallegrò e lo seguì nel suo regno.

    (F.lli Grimm)

    ATTUALITA’

    Maltempo sferza l'Italia
    Nubifragi e acquazzoni. Danni in Ciociaria, acqua alta a Venezia. Stop collegmanenti Napoli-isole. Una forte ondata di maltempo si è abbattuta sull'Italia nella notte, con nubifragi su Triveneto, Emilia, basso Lazio, Campania, Calabria Ionica e Salento. Allarme acqua alta a Venezia. Evacuazioni nello Spezzino e nel Frusinate.

    E c'é anche una vittima per il nubifragio: è una donna di 82 anni morta ieri sera a Gaeta (Latina) dove tra la zona di Vindicio e Canzatora c'é stato l'allagamento di numerose abitazioni. L'acqua, da quanto si è appreso, ha raggiunto un'altezza di un metro e mezzo. L'anziana, che era per strada con il marito, è stata travolta dalla violenza delle acque. Il corpo della donna é stato ritrovato dalla guardia costiera a distanza di qualche decina di metri. Il marito è rimasto invece incastrato tra una vettura e un albero e è stato ricoverato per ipotermia.

    La Ciociaria è finita di nuovo sott'acqua. Il nubifragio della notte scorsa ha causato molti allagamenti in diverse zone della provincia. Case e cantine inondate dall'acqua, strade allagate, frane, torrenti in piena e fiumi ingrossati. Un quadro di piena emergenza che ha provocato disagi e danni. A Pontecorvo i pompieri hanno liberato alcune persone nella zona delle Tre Fontane dopo l'allagamento che ha interessato anche qualche abitazione. Le zone più colpite tra Frosinone, Ceccano, Torrice, Pontecorvo, ma i vigili del fuoco sono dovuti intervenire anche a Cassino, Castro dei Volsci, Ripi e Castrocielo. A Trevi nel Lazio una frana minaccia alcune abitazioni e sul posto ci sono i vigili del fuoco del distaccamento di Fiuggi. Numerose le vetture in panne. Per tutta la notte i vigili del fuoco sono stati impegnati con diverse squadre per fronteggiare la situazione di emergenza da nord a sud della provincia.

    L'acqua alta ha toccato poco fa a Venezia il metro e 40 centimetri sul medio mare; un livello - spiegano gli esperti del Comune - che potrebbe essere ritoccato all'insU' nel corso della notte di qualche centimetro, ma anche restare stabile, prima che inizi il deflusso di marea. Da più di un'ora i mareografi in città sono su questo livello, ma al largo il mare non ha ancora iniziato a 'sgonfiarsi', spinto dal forte vento di bora. Con 140 centimetri é sommerso circa il 58% del suolo cittadino; in Piazza San Marco, punto più basso di Venezia, ci sono circa 60 centimetri d'acqua. Molti gli scantinati, i negozi ed i primi piani allagati; un forte stress per il delicato sistema di Venezia, pur abituato alle alte maree. Un'acqua alta come questa, definita eccezionale e classificata con 'codide rosso', non si verificava dalla vigilia di Natale del 2010, quando il fenomeno raggiunse il metro e 44. Due anni prima, il primo dicembre 2008, si verificò invece una delle maggiori alte maree di sempre, 156 centimetri. Il maltempo sta colpendo duramente anche la terraferma. A Padova molti gli interventi dei vigili del fuoco per allagamenti, soprattutto in provincia, e gli alberi abbattuti dal forte vento. A Rubano, comune alle porte della città, un cedro alto oltre 20 metri si è schiantato al suolo andando a colpire in pieno un furgone parcheggiato, per fortuna senza alcuno all'interno. Anche in città un altro albero si è abbattuto su un'auto in sosta, provocando solo danni materiali.

    Oltre 100 interventi, la scorsa notte, per i vigili del fuoco tra Napoli e provincia. E' soprattutto il forte vento a determinare disagi e a causare, in particolare, la caduta di alberi in strada e di cornicioni. Tredici, al momento, le squadre in strada e, secondo quanto conferma la centrale operativa, solo danni ma nessun ferito per le numerose cadute di alberi che si sono verificate nella zona ospedaliera di Napoli, ma anche a Pianura, a Monteruscello. E' in particolare la provincia la zona dove si è registrato il più alto numero di interventi, come a Castellammare di Stabia, Pozzuoli e Torre del Greco. Circa trenta gli interventi da espletare.

    I forti temporali della notte scorsa hanno causato diversi allagamenti nella zona dell'Agro Sarnese-Nocerino a nord del capoluogo. Dieci famiglie sono state costrette precauzionalmente ad abbandonare le proprie abitazioni a Nocera Inferiore. Altre evacuazioni sono state messe in atto a Sant'Egidio del Monte Albino e a San Marzano sul Sarno per gli allagamenti registrati soprattutto nei vani terranei. In via Vasca a Nocera Inferiore il torrente Solofrana, affluente del fiume Sarno, ha rotto gli argini. In queste ore i vigili del fuoco dei distaccamenti di Nocera e Sarno stanno operando nella zona per liberare dall'acqua i garage e le cantine.

    Dopo il freddo degli ultimi tre giorni, secondo le previsioni, le temperature sono in graduale risalita. Le nevicate non interesseranno più gli Appennini (tranne i massicci centrali, e solo a quote vicine ai 2000 metri); sulle Alpi dovrebbero imbiancare i rilievi più alti di 1000-1200 metri, secondo le zona. Neve a quote più basse cadrà solo nella Valle dell'Adige (800-900 metri, quindi fino a Vipiteno) e sul basso Piemonte (ancora in collina, poi sui 600-700 metri). Il ponte di Ognissanti non sarà del tutto compromesso dal mini-ciclone delle prossime ore. Dalla serata dell' 1 novembre, per tutta la giornata del 2, e parte della mattinata di sabato 3, il tempo sarà generalmente buono, e caratterizzato da temperature che potranno riavvicinarsi ai 20 gradi al Centro e superarli facilmente al Sud.

    Termometri non oltre 10-14 di massima sulle pianure del Nord. La 'tregua' sarà comunque breve: dal pomeriggio di sabato di nuovo maltempo al Nordovest, con piogge diffuse - prevede 'IlMeteo.it' - su Nordovest, Toscana in estensione verso le Marche, l'Umbria, il Viterbese, e il Nord Lazio in generale. Domenica 4 sarà il giorno peggiore: un fronte perturbato atlantico promette nuove precipitazioni al Nord e piogge forti soprattutto sulle aree centro-orientali e sul levante Ligure.

    Maltempo anche al Centro, specie sui settori più esposti, quindi coste e versanti tirrenici; particolarmente intense le precipitazioni che dovrebbero colpire la Toscana. Sono stimati in 6,9 milioni gli italiani in viaggio per il ponte del 1 novembre, informa la Federalberghi, che trascorreranno almeno una notte fuori casa. Il dato è in calo di un 5% rispetto ai 7,3 milioni del 2011. L'88% di italiani (l'87% nel 2011) rimarranno in patria mentre l'8% (il 10% l'anno scorso) andranno all'estero. La spesa media pro-capite, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, è stimata sui 247 Euro (-1,6% rispetto al 2011). In calo dunque il giro d'affari complessivo che si attesterà su 1,71 miliardi con una contrazione del 6,6% rispetto a 1,83 miliardi dell'anno scorso.(Ansa)



    Sangue su Halloween: 3 morte in Spagna, sparatoria in Usa
    A Madrid, calca fatale per tre ragazze. Altre due sono gravissime. In Usa, 17enne in fin di vita. Due gravi episodi di hanno insanguinato la notte di Halloween.

    Tre ragazze, tra i 18 e i 25 anni, sono morte nella calca durante una festa di Halloween nel padiglione sportivo dell'arena di Madrid intorno alle 4 del mattino. Altre due, riferisce il Pais on-line, versano in condizioni critiche. L'Arena di madrid ha una capienza di 10mila persone. econdo una prima ricostruzione della polizia, la calca si sarebbe creata in seguito al lancio di un bengala dentro l'arena: i ragazzi presi dal panico si sarebbero messi a correre verso l'unica uscita disponibile, le altre erano inspiegabilmente chiuse, e questo ha creato un 'ingorgo' micidiale. L'incidente riporta alla memoria la tragica Love Parade di due anni fa a Duisburg, Germania, nella quale morirono 21 giovani, tra cui l'italiana Giulia Minola. Anche in quel caso, la strage fu provocata dal sovraffollamento presso l'ingresso principale dell'area in cui si teneva l'evento.

    Quattro ragazzi sono rimasti feriti, di cui uno - di 17 anni - in modo grave, in seguito ad una sparatoria avvenuta la notte scorsa durante una festa di Halloween al campus della Southern California University, a Los Angeles.

    La sparatoria al campus universitario, riporta il Los Angels Times, è avvenuta intorno alle 22.00. Il ferito più grave, un diciassettenne, è stato colpito al torace e ad una gamba ed è stato ricoverato al Cedars-Sinai Hospital. Testimoni hanno riferito che i feriti sono tre ragazzi e una ragazza.

    Un sospetto è stato fermato dalla polizia di Los Angeles circa due ore dopo la sparatoria. La polizia ha chiesto a tutti "gli studenti di rimanere nelle loro stanze e di non aprire la porta a persone sconosciute". Il campus è stato comunque chiuso. L'università, che conta 38.000 studenti in tutto, ospita il più alto numero di studenti stranieri degli Stati Uniti.

    La Southern California University, dove la notte scorsa quattro ragazzi sono rimasti feriti in una sparatoria durante una festa di Halloween, era stata già protagonista di un simile incidente nel 2008. Lo riferisce la Bbc. Allora, lo sprinter Bryshon Nellum era stato gambizzato per ben tre volte sempre ad una festa per la notte delle streghe poco fuori dal campus. L'atleta si è poi ripreso completamente e quest'anno ha vinto la medaglia d'argento nella staffetta 4x4 alle Olimpiadi di Londra.(Ansa)



    Le Province saranno 51 Riforma attiva da 2014
    Patroni Griffi: la riforma sarà attiva dal 2014, elezioni si terranno a novembre 2013. Via 35 province: si passerà da 86 a 51. Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge di riforma delle province, che prevede che gli enti intermedi tra regioni e comuni siano ridotti a 51, "comprese le città metropolitane". Si tratta di un decreto "di tipo ordinamentale e strutturale, nella logica avviata con la spending review", ha riferito il ministro Filippo Patroni Griffi, secondo il quale la riduzione degli enti "è un processo irreversibile".

    La riforma sarà attiva a partire dal 2014, a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici delle province, ha spiegato Patroni Griffi. La riduzione è "un processo irreversibile e da gennaio verranno meno le giunte provinciali": il governo "si è mosso tra spinte opposte, tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale".

    "Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il Presidente delegare non più di tre consiglieri. Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014", ha affermato il ministro della Funzione pubblica. La riforma prevede inoltre il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali e abolizione degli Assessorati. ''Gli organi politici dovranno avere sede esclusivamente - hanno spiegato i ministri Patroni Griffi e Cancellieri - nelle città capoluogo''.

    Sul riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale "ci occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più", ha detto Patroni Griffi, aggiungendo che "la Sardegna ha già provveduto mentre la Sicilia ora è impegnata su altro".

    Per assicurare l'effettività del riordino delle Province "senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall'eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta".

    UPI, CI SONO FORZATURE SU ALCUNI TERRITORI - "Il decreto legge consegna al Paese una nuova organizzazione delle istituzioni locali. E' un percorso che come Upi abbiamo contribuito a portare avanti, ma riteniamo che su alcuni territori siano state fatte forzature che non tengono conto a pieno delle realtà socio economiche delle comunità". Lo dichiara il presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione.(Ansa)
     
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