-
.
Condividi
Antonino CannavacciuoloNato a Vico Equense nel 1974, Antonino approda al mondo della cucina giovanissimo, a soli 16 anni, e matura esperienze estremamente significative presso gli illustri tristellati francesi Auberge de l’Il a Illhaeusern e Le Bluerehiesel a Strasburgo, prima di approdare alla definitiva consacrazione presso il ristorante di Villa Crespi, insignito, grazie al suo impegno ed alla sua passione, di ben 2 stelle Michelin e tre forchette Gambero Rosso.
Cannavacciuolo concepisce la propria filosofia culinaria come una fiamma dirompente che lo spinge a rimettersi costantemente in discussione, ideando piatti che vivono una continua ed incessante evoluzione, nell’intento, mai disatteso, di cogliere sempre la vera essenza del prodotto, abbinandolo ad ingredienti tradizionali oppure riproponendolo in maniera assolutamente originale ed innovativa.
Ecco perchè Villa Crespi si caratterizza per una cucina mediterranea rivoluzionaria, in cui il pesce sorrentino, la ricotta di bufala campana e i gamberi di Sicilia non temono di accompagnarsi alle carni piemontesi, ai tartufi di Alba ed al foie gras della vicina Francia, in un perfetto equilibrio tra Nord e Sud che assurge a sintesi perfetta della cultura gastronomica nazionale.
Chef del pluripremiato ristorante dell’Hotel Villa Crespi di Orta San Giulio (Novara), incantevole struttura che gestisce da 9 anni con l’aiuto della moglie, Antonino Cannavacciuolo è uno dei numerosi esempi degli straordinari talenti culinari di cui la penisola sorrentina è, da sempre, culla privilegiata.
Da 7 anni è a Villa Crespi sul lago d'Orta dove con sua moglie Cinzia gestisce la splendida villa della fine del 1800. Antonino si occupa ogni giorno della sua cucina traendo ispirazione anche dal percorso della sua vita: dal sud al nord Italia.
Si ispira sì alla cucina napoletana, che è nel suo Dna ma riesce a conciliarla in modo superbo ed equilibrato con la cucina del nord.
[...] Ecco perchè Villa Crespi si caratterizza per una cucina mediterranea rivoluzionaria, in cui il pesce sorrentino, la ricotta di bufala campana e i gamberi di Sicilia non temono di accompagnarsi alle carni piemontesi, ai tartufi di Alba ed al foie gras della vicina Francia, in un perfetto equilibrio tra Nord e Sud che assurge a sintesi perfetta della cultura gastronomica nazionale.
Antonino Cannavacciuolo e sua moglie Cinzia«Ho sempre saputo che sarei stato uno chef. Come lo era mio padre prima di me, lui che ha preparato delle brigate intere di cuochi a Sorrento e nei dintorni. Ma, a dire il vero, questa convinzione, la devo a mia nonna, al suo "ragù" con cui condiva le paste dei pranzi di famiglia della domenica, al profumo irresistibile che invadeva la casa sin dalle prime luci del giorno. Mi hanno aperto gli occhi sulla necessità di trovare le migliori materie prime, di avere il senso del sacrificio, di essere determinati e totalmente consacrati a questo mestiere.
È su queste basi che ho costruito la mia cucina. I miei viaggi e le mie esperienze hanno fatto il resto: in Francia, da Marc Haeberlin all’Auberge dell'Ill d’Illhaeusern in particolare, ma soprattutto dal Sud o dal Nord dell’Italia, dalla scuola di Vico Equense alla tavola del Grand Hotel Quisisana di Capri diretta all’epoca da Gualtiero Marchesi, senza dimenticare naturalmente il Lago d’Orta. Qui ho incontrato mia moglie, Cinzia, prima di assumere la gestione nel 1999 di Villa Crespi, luogo in cui il nostro impegno è completamente dedicato alla vostra felicità e di conseguenza alla nostra.»
... Intervista ...Qual è stata la sua più grande emozione gastronomica?
Ho sempre ascoltato gli chef famosi che ho incrociato, completamente predisposto a imparare da loro. Marc Haeberlin in particolare mi ha avvicinato ad alcuni prodotti dell’Alsazia che continuo a prediligere, come il foie gras, che utilizzo a modo mio.
L’incidente in cucina più divertente a cui ha assistito?
Il giorno in cui il sacchetto sottovuoto di succo d’indivia è esploso, colorando tutti i componenti della brigata di un verde vivo.
Il suo miglior consiglio per i cuochi della domenica?
Non dimenticare di aggiungere un tocco di passione in ciascuna delle ricette realizzate e insistere. Questo è il prezzo del successo.
I suoi piatti sono un po’ la sintesi, l’unione di questo affascinante tragitto.
Un esempio la purea di broccoli pugliesi che s'incastra in felice sintesi al riso (cotto in brodo di pollo) con vongole. Riso che è mantecato con olio extravergine, parmigiano reggiano e soprattutto «affumicato», tra virgolette, perché inebriato da liquido di scamorza in precedenza separata al micro-onde. Raffinatissima la sua rivisitazione delle ostriche caviale e champagne. Praticamente si appoggia su un velo di mousse di cavolfiore l'ostrica tagliata a fettine sottilissime -tipo carpaccio - che a sua volta viene sormontata da una spuma di Champagne e guarnita con un mucchietto di caviale. Piatti dai sapori davvero delicati e in perfetta armonia tra di loro.
In questo ristorante l’accoglienza dell’ospite è una vera e propria cultura. E' uno dei pochi ristoranti italiani che offre una scelta di formaggi, alcuni introvabili altrove, davvero eccezionale.
Il servizio in sala è premuroso e attento in grado di far diventare un pranzo o una cena una vera e propria esperienza indimenticabile.
La sala blu
... Una grande storia d’amore:
Antonino Cannavaciuolo e Cinzia ...by Carlo Spinelli
L’amore per Cinzia.
«Toni venne a “L’Approdo”, sul Lago d’Orta, quando aveva circa 20 anni per fare una stagione di 3-4 mesi. Ci conoscemmo e qualcosa di speciale scoppiò in un istante. Dopo due anni, nel 1997, ci fidanzammo. Il 28 febbraio 1999 aprimmo “Villa Crespi”, quando avevamo 23 e 24 anni. Una pazzia, però eravamo pieni di entusiasmo». Così iniziano le parole di Cinzia Primatesta, moglie di Antonino Cannavacciuolo e responsabile dell’accoglienza a “Villa Crespi”. Una famiglia, la Primatesta, che lavora nel mondo dell’accoglienza da generazioni. Come Antonino, anche lei ha un carattere forte, deciso e determinato: si vede che iniziare ad amministrare hotel e ristorante ha notevolmente rinforzato le loro personalità, ma quando si parla della loro storia è la coincidenza a far da padrona: «Esistono due aneddoti incredibili circa me e Toni: il primo si riferisce a quando Antonino disse che gli sarebbe piaciuto molto prendere in gestione “Villa Crespi”, non stando insieme a me né sapendo che mio padre l’avrebbe presa più avanti; il secondo si collega al fatto che il direttore dell’Hotel San Rocco propose Toni a mio padre, proprio davanti a “Villa Crespi”. Che incredibili coincidenze, vero?»
Lo chef e Cinzia vivono in una casetta-darsena e da quasi due anni hanno avuto una bambina, Elisa, che ogni volta che la mamma mangia l’insalata liquida di riccia sorride e sembra volerla assaggiare anche lei. «Toni, nonostante sia del Sud, si è ambientato benissimo qua sul Lago d’Orta, forse perché viviamo in un mondo a parte, atemporale e senza spazio, nell’arabescata realtà di “Villa Crespi”. Poi lui è sempre in cucina e quindi non si rende conto più di tanto di ciò che c’è all’esterno. Una cosa però la devo dire: appena può, Toni prende e raggiunge Vico Equense. La sua napoletanità non la perderà mai!» Ce lo auguriamo tutti… aggiungiamo noi!
Con la moglie Cinzia e la piccola Elisa
Fonte:www.mangiarebene.com,www.relaischateaux.com,www.gazzettagastronomica.it,www.italiasquisita.net,www.facebook.com/pages/Hotel-RistoranteVillaCrespi/139021733970,foto:Moscheni,www.lucianopignataro.it,web. -
.
Antonino Cannavacciuolo:
«Gordon Ramsay, fatti più in là»di Sara Tieni
Dimenticatevi del guru della cucina inglese: arriva Cucine da Incubo Italia. Ecco la videochef napoletano che riporterà ordine nel ristoranti del nostro Paese. Complice la «formula di Maradona»
Un metro e 90 di possente abilità culinaria, Antonino Cannavacciuolo è così: sembra la versione giovane di Bud Spencer. Questo giovane chef, classe 1975, ha anche il vocione dell'attore e basta uno sguardo a far capire che non ama contraddizioni. Forse è proprio questo physique du rôle che ha spinto Foxlife a sceglierlo come protagonista di Cucine da Incubo Italia (dall'8 maggio su Foxlife, canale 114 di Sky), versione nostrana del celeberrimo Kitchen Nightmares con Gordon Ramsey, il format televiso che vede il noto chef riportare ordine nei peggiori ristoranti americani e inglesi. Titolare del Ristorante Hotel Villa Crespi ad Orta San Giulio, due Stelle Michelin, napoletano verace sposato con una piemontese, abbiamo incontrato Antonino nel backstage dello spot del programma, dove si sottopone pazientemente a ore di attesa e ci accoglie con un enorme, minaccioso coltello in mano «è per esigenze di copione», chiosa serio.
Ma lei è cattivo come Gordon Ramsay?
«Anche di più. Gordon è Gordon, io sono io. E poi io lo vedo meglio nei panni di attore che in quelli di chef. Io faccio sul serio, quando mi arrabbio».
Beh, anche Ramsey. Che differenze ci saranno rispetto all'edizione americana?
«Moltissime. Prima di tutto in Italia non ho riscontrato la sporcizia che si vede nei ristoranti americani: niente topi o vermi. A salvarci ci sono frequenti controlli di Usl e Nas. E poi la cucina italiana vola molto più alto. Magari vedrete dell'olio da frittura sporchissimo e cucine disordinate ma niente, in menu, che possa mettere a repentaglio la tua vita. A differenza del format americano io cucinerò molto, in questo modo, gli spettatori potranno imparare anche delle ricette. Nella versione con Gordon Ramsey i passaggi sul cibo sono molto più sfumati e veloci. E poi la cucina americana che non mi rispecchia. Io insegnerò a valorizzare gli ingredienti senza coprire con intingoli e salse: bisogna capire che cosa si sta mangiando» [....]
(11/03/2013)...Video intervista a Antonino Cannavacciuolo ...
Identità Golose 2011: intervista a Antonino Cannavacciuolo, Villa Crespi
Fonte:www.vanityfair.it,www.italiasquisita.net,www.youtube.com, Italia Squisita,web. -
.
Tonino, lo chef del lago d'Orta
sarà il primo Gordon Ramsay italianodi Marcello Giordani
Antonino Cannavacciuolo, due stelle Michelin, scelto come protagonista di "Cucine da incubo Italia" a marzo su Sky
Il compito che gli hanno affidato non è di quelli facili: dovrà essere il «Gordon Ramsay italiano», aiutare alcuni ristoranti in difficoltà ad uscire dalla crisi, a reinventare cucina e menù ed affermarsi.
Gordon Ramsay è lo chef che da anni fa il giudice inflessibile, cinico, con i cuochi di mezzo mondo nel programma culto di Fox International, «Cucine da incubo Usa»: Antonino Cannavacciuolo, chef e titolare del Villa Crespi di Orta, è stato scelto per la serie televisiva «Cucine da incubo Italia», che in primavera andrà in onda sul canale 144 di Sky.
"Mi hanno interpellato per questa serie: non sapevo come sarebbe andata. Abbiamo fatto delle prove, ed è stato molto interessante, mi ha appassionato - dice Cannavacciuolo - così abbiamo già girato sia la puntata zero che la prima, e nelle prossime settimane le altre".
Lo chef ortese, di origine campana, dice che "la sfida più interessante del programma è quella di trovarsi in un ristorante in difficoltà e in poco tempo capire gli errori. E risolverli" .
Trentasette anni, originario di Vico Equense, Cannavacciuolo ha avuto un 2012 trionfale: due stelle Michelin, massimi voti in tutte le maggiori guide enogastronomiche, e il ricoscimento internazionale della sua cucina, realizzata coi prodotti del territorio piemontese, ma con solide radici napoletane.
Da marzo lo chef ortese diventerà una presenza fissa in tivù, con dodici puntate dello show: "E’ una produzione molto impegnativa anche sotto il profilo tecnico, per ogni puntata ci lavorano un centinaio di persone, però credo che il risultato sarà apprezzato dal pubblico".
Come ci si sente nelle vesti di Ramsay, lo chef più temuto del mondo, quello che ad ogni puntata fa singhiozzare almeno un paio di cuochi navigati? "Io non sono Gordon, sono Tonino, con il mio carattere e la mia personalità".
Fonte:edizioni.lastampa.it,web. -
.
Cucine da incubo: riuscirà
Antonino Cannavacciuolo a prendere il posto di
Gordon Ramsay nei nostri cuori infranti?di Giorgia Cannarella
L’8 maggio arriva in Italia Cucine da Incubo, versione de noantri del belligerante Kitchen Nightmares, il programma Tv che ha reso leggendarie le sfuriate di Gordon Ramsay, il fumantino e molto ormonabile chef scozzese alle prese con i peggiori ristoranti dove riporta pulizia, qualità, ordine (e clienti).
Nel format italiano, in onda dall’8 maggio su Foxlife, canale 114 di Sky, che si annuncia come la nuova mania collettiva ora che è finito Masterchef, il posto di Ramsay è preso da Antonino Cannavacciuolo, chef epicamente nerboruto del ristorante Villa Crespi sulle rive del lago d’Orta in provincia di Novara: due stelle Michelin.
Detto subito che lo scozzese resta di una fighezza superiore che trascende ogni età e le epoche storiche, il napoletano Cannavacciuolo, intervistato da Vanity Fair, ha promesso scenate ancora più memorabili: “Gordon è Gordon, io sono io. E poi io lo vedo meglio nei panni di attore che in quelli di chef. Io faccio sul serio, quando mi arrabbio”.
A differenza di Ramsay, poi, Antonino si soffermerà sulle ricette, approfondendo, dettagliando, insegnando “a valorizzare gli ingredienti senza coprirli con intingoli e salse: bisogna capire cosa si sta mangiando”.
Nella speranza di conoscere in anticipo i nuovi tormentoni, archiviati i mappazzoni e i vuoichemuoro, abbiamo raggiunto al telefono Cannavacciuolo per avere ragguagli su Cucine da Incubo.
Servizio, cucina, pulizia, stoccaggio, sprechi … ? In cosa ti sono sembrati carenti i ristoranti visitati?
Non ce ne sono stati più carenti di altri, diciamo che nei momenti difficili la gestione familiare crea problemi maggiori. Specie se i familiari non vanno d’accordo tra loro, l’energia negativa si trasmette ai dipendenti e peggiora la situazione.
Com’è stato il livello generale dei concorrenti?
C’erano gli inesperti pieni di passione e voglia di migliorare; i troppo esperti, e per questo poco disponibili ai cambiamenti anche se necessari, quelli poco interessati alla cucina che però ereditavano un ristorante dalla famiglia e dovevano gestirlo. Molte situazioni diverse, insomma.
Hai trovato qualcuno che assumeresti nel tuo ristorante?
Ho incontrato molti ragazzi volenterosi, pieni di curiosità e interesse. Quando mi vedevano cucinare restavano folgorati, è un modo di lavorare a cui non sono abituati. Mi sarebbe piaciuto averli in un ristorante come il mio, con un livello di cucina più alto, se lo meritavano.
Cosa ne pensi di tutti questi cuochi in Tv?
La televisione è il primo mezzo di comunicazione, trovo del tutto normale che gli chef vogliano esserci, e siamo all’inizio, abbiamo visto solo una minima parte di quel che ci aspetta. Negli USA gli chef sono in Tv da anni, in Italia molti format internazionali non sono proprio arrivati.
Allora, vi è piaciuto Antonino Cannavacciuolo? Riuscirà nella missione impossibile di prendere il posto di Gordon Ramsay nei nostri cuori infranti? E cosa vi aspettate precisamente da Cucine da incubo?
[Crediti | Link: Vanity Fair. Immagine: elaborazione di un'immagine di Alessandra Tinozzi]
Fonte:www.dissapore.com,web. -
.
Cannavacciuolo a Cucine da incubo
di Lucia Magi
Antonino Cannavacciuolo si porta nel nome e nell'aspetto la sua italianità verace. E nella risata, c'è Napoli. È lui il cuoco protagonista della versione nostrana di Cucine da incubo, il programma di Fox che nel Regno Unito ha lanciato alla fama lo chef Gordon Ramsay. Cannavacciuolo girerà su e giù per lo stivale, fra i fornelli di ristoranti in difficoltà che dovrà cercare di rimettere in sesto. L'edizione italiana del programma verrà trasmessa la prossima primavera su FoxLife (canale 114 di Sky) in 10 puntate da 60 minuti ciascuna.
Il napoletano Cannavacciuolo ha sul petto appuntate ben 2 stelle Michelin ed è proprietario dell’hotel ristorante Villa Crespi di Novara, un luogo d'incanto degno di Le Mille e una notte, a picco sul lago d'Orta (chiuso nei mesi di gennaio e febbraio, se vi venisse voglia…).
"Con la determinazione, la professionalità e la spiccata simpatia che lo caratterizzano, Antonino cercherà di assistere gestioni con problematiche non indifferenti", fanno sapere dal suo 'castello'. Il programma sarà trasmesso da Fox International Channels Italy, realizzata da Endemol Italia, basata sul format internazionale Kitchen Nightmares. Da lui, bocca cucita, nessuna anticipazione in merito alla linea che adotterà con i malcapitati ai fornelli e nemmeno sul format, perché è tenuto al silenzio.
Come il suo severo collega d'oltre Manica, Cannavacciuolo affiancherà dieci gestori in difficoltà, rivedendo e personalizzando i menu, dando consigli sulla carta dei vini e delle bevande, riaggiornando i locali – tanto dietro le quinte quanto nella sala – e le modalità di gestione del personale. Dovrà quindi alternare determinazione autorevole a comprensione e ascolto, per motivare i gestori demoralizzati. Ce la farà il nostro eroe? Scommettiamo di sì. Speriamo senza tingersi i capelli, però.
Villa Crespi
Fonte:www.puntarellarossa.it,artetecaskitchen.wordpress.com,web. -
.
Ramsay, uno chef inimitabile. Ma anch’io vi farò divertire”
di Marcello Giordani
Antonio "Tonino" Cannavacciuolo scelto per la versione italiana del reality culinario
«E' stato uno dei più bei San Silvestro che io ricordi: in compagnia di tanti clienti che poi sono anche amici, pronto per la grande sfida in tivù».
Antonino Cannavacciuolo, chef e titolare del ristorante «Villa Crespi», inizia il 2013 alla grande, con il cellulare che non smette di squillare: è il cuoco - ormai non più emergente - dell'anno, e a fine primavera sarà in televisione a condurre la trasmissione «Cucine da incubo Italia», diventata famosa in tutto il mondo grazie a uno dei colleghi più blasonati, lo scozzese Gordon Ramsay, che davanti ai giovani alle prese con ricette e fornelli è un giudice inflessibile, che non perdona il minimo errore con severità proverbiale.
Cannavacciuolo è stato scelto per la versione italiana del programma. Tonino, come lo chiamano tutti, dovrà controllare tutta l’organizzazione del ristorante, dall’acquisto e dalla scelta delle materie prime alla ideazione del menù, sino alla parte vera e propria della cucina e del servizio in tavola. «Il successo di un ristorante - dice Cannavacciuolo - dipende da una serie di elementi che funzionano. Si deve capire dove c’è qualcosa che si può migliorare e puntare su quello».
Lo chef di Orta ha già girato la puntata «zero» del programma, e nelle prossime settimane sarà impegnato in tutta Italia a girare le altre puntate. «Non posso fare nessuna anticipazione, anche perchè vogliamo che sia una vera sorpresa per il telespettatore: la formula è davvero molto efficace, mi auguro di coinvolgere, appassionare e divertire i telespettatori>.
Nessun gossip sui ristoranti che verranno «aiutati» a uscire da un momento difficile: «Posso solo dire che, quest'anno, le mie ferie, che faccio nel mese di gennaio e febbraio per motivi di lavoro, le dedicherò a quest'altro impegno, che mi sta piacendo moltissimo. Lavoro con grandi professionisti, quindi penso ci siano tutte le premesse per fare bene».
Cannavacciuolo come Gordon Ramsay o il modello dello chef-giudice cambierà completamente? «Non ho avuto modo di conoscere Ramsay di persona, ma è uno chef straordinario, un personaggio televisivo incredibile, come dimostra anche il successo del programma. Non voglio anticipare come interpreterò il mio ruolo, anche questa desidero che sia una piacevole sorpresa per il pubblico».
Cannavacciuolo ha intanto terminato il 2012 con un Capodanno che ha visto al Villa Crespi molti vip dell'industria e dello spettacolo: li ha conquistati con ricette che uniscono le materie prime del territorio alle radici della Campania, la regione originaria dello chef, che ama ricordare come molti piatti che oggi sono diventati un must della cucina, li ha ripresi, aggiornati e rielaborati, direttamente dalla nonna.
Con la piccola Elisa, c'è anche Andrea l'ultimo nato... Cannavacciuolo e le sue linguine ...
di Fabrizio a.k.a. Artèteca
Ci sono alcuni piatti che rappresentano una vera e propria "firma" dello chef che li ha concepiti; è il caso di questa splendida preparazione dello chef napoletano insediatosi sul lago d'Orta, prossimo protagonista della versione italiana di ‘Cucine da incubo’. Le dosi sono indicative per 5 persone.
Linguine di Gragnano ai calamaretti spillo e salsa al pane di Coimo
di Antonino CannavacciuoloIngredienti
Per la salsa di pane:
• 1/2 pane di Coimo
• 1/2 lt. di brodo di pollo
• 1/2 finocchio tagliato a fettine finissime
• una manciata di noci ed uvetta
• olio extravergine d'oliva
• 3 rametti di timo
• sale e pepe
• vino bianco
• 1 scalognoPer i calamaretti:
• 120 gr. calamaretti spillo puliti
• 1/2 lt. fumetto di pesce
• 5 pomodorini pachino
• 1 spicchio d'aglio
• prezzemolo
• pepe
• sale
• olioPreparazione
• Tagliare a cubetti il pane e tostarlo in forno; rosolare lo scalogno tagliato a julienne con olio, timo, finocchio, noci ed uvetta.
• Aggiungere il pane, sfumare con vino bianco e bagnare col brodo di pollo.
• Continuare la cottura per pochi minuti, frullare il tutto e filtrare al colino fine.
• Far rosolare l'aglio in olio e spadellare velocemente i calamaretti. Aggiungere il fumetto e continuare la cottura per alcuni minuti.
• A cottura terminata, aggiungere i pomodorini privati dei semi ed il prezzemolo tritato.
• Cuocere 400 gr. di linguine e scolarle molto al dente in padella, mantecando a lungo.
• Finitura:con l'aiuto di un coppapasta fare un nido di linguine, disporre la salsa di pane attorno alle linguine ed i calamaretti sulla sommità.
• (Il pane di Coimo è tipico della val Vigezzo; è un pane di segale a pasta acida, venduto in pagnotte dalla forma tondeggiante).
Fonte:edizioni.lastampa.it,www.gastronomiamediterranea.com/2013/02/02/linguine-calamaretti-cannavacciuolo,www.lesaucier.it,web. -
.
Antonino Cannavacciuolo
Intervista esclusiva allo chef del ristorante Villa Crespi, maestro di uno stile esemplare che fonde mirabilmente suggestioni del nord e sud Italia
"Il Mediterraneo, in visita al lago, si innamorò delle Alpi, e decise di portar loro in dote i suoi preziosi sapori..." Lui stesso ama ricordare con una bella metafora il felice incontro di lui, sorrentino autentico, con sua moglie Cinzia (origini piemontesi), quasi a suggellare l’affascinante matrimonio tra nord e sud celebrato dalla sua cucina..." Questa è la nostra filosofia di vita, di cucina ed anche la fonte di ispirazione del nostro quotidiano cammino.
Un piatto esemplare che, a suo avviso, meglio rappresenta la quintessenza della sua cucina.
E' difficile nominare un piatto esemplare della mia cucina, poiché sono tutti rappresentativi e ugualmente importanti per me. Posso citare le linguine di Gragnano con calamaretti spillo e salsa al pane di Coimo: un felice connubio tra nord e il sud ed un piatto che esprime tutto il piacere quintessenziale del mangiare, in grado di coinvolgere tutti i sensi.
La genesi di una sua nuova creazione, come trasforma l'idea in un piatto?
Premetto che lo stesso piatto può modificarsi nel tempo così come si cambia interiormente di giorno in giorno. Ho la tendenza ad essere introspettivo, cerco per prima cosa all'interno di me stesso, per poi rivedere il risultato nel mio modo di cucinare. Prendo l'essenza stessa della materia prima e, ritoccandola con pochi altri ingredienti, tendo a raggiungere e ritrovare l'equilibrio della stessa. Mi piace far provare ai miei ospiti forti emozioni e il mio obiettivo è quello di trasmettere il sentimento autentico attraverso la cucina. Un piatto può essere un remake di qualcosa di tradizionale o di completamente nuovo, il che riflette ciò che è stato il sentimento in un determinato momento, di un determinato ingrediente. Io penso a qualche cosa di rivoluzionario, come mantenere o modificare le mie ricette, con tecniche e idee che sono in un costante stato di evoluzione e mutamento. Quando creo un piatto, non ci penso, non ci ragiono: io guardo in me stesso e ciò che ne esce è una specie di intuizione. In base a questo, però, devo avere una chiara idea in testa, priva di qualsiasi pensiero e devo essere pienamente concentrato sul momento, come stessi osservandomi interiormente senza nient'altro attorno. In quella frazione di tempo io sono nulla, solo il sentimento della mia energia creativa. D'altra parte quando penso ragiono e studio una portata o un accompagnamento, creo un piatto perfettamente corretto, ben eseguito, e bilanciato. Ma non potrà mai avere la stessa anima dei piatti che creo quando la mia mente è libera da ogni ingombro. Questi sono più vivi, e più autentici. E' un po' come nella vita stessa, se ti lasci andare, ti porta dove il tuo vero io, la tua anima vuole arrivare; ma se ti trattieni, se pensi, se ragioni troppo, questa magia non accade...
Lei stesso si considera "un rivoluzionario per la velocità in cui rinnovo ricette, tecniche ed idee". Parla inoltre della sua come cucina della passione e del sentimento. Vogliamo approfondire insieme questi due aspetti?
La mia cucina è di passione e sentimento. Sentimento di famiglia, sento ancora il legame con mio nonno contadino che ha donato al mio Dna la passione e la conoscenza delle materie prime, grande rispetto verso il prodotto e la convinzione di doverlo trattare con sacralità. La passione per questo mestiere mi è stata invece trasmessa da mio padre-cuoco-artista-decoratore.
I requisiti indispensabili per realizzare una cucina d'eccellenza.
Materie prime, serietà, costanza, artigianalità, sensibilità, raffinatezza ed infine aver maturato prima dentro di te dove sei e dove vuoi arrivare.
Un piatto della memoria, profumi e sapori capaci di evocare ricordi lontani.
Il piatto che mi evoca ricordi lontani è la pasta e fagioli di mia mamma, cotta sul fuoco a legna, sprigiona dei profumi ancestrali che toccano le corde dei ricordi della mia infanzia e creano solidità dentro me nella vita presente.
Un cibo che non mangia? E un ingrediente irrinunciabile nella sua cucina?
Non ho ancora trovato un cibo che non mangi... e un ingrediente irrinunciabile della mia cucina è il pesce.
Un vezzo, un tic o una scaramanzia a cui si affida quando lavora.
Un vezzo/scaramanzia quando lavoro è... mando un bacio al cielo!
Le sue mete gastronomiche preferite, in Italia e a Roma. Un collega di cui ammira particolarmente il lavoro.
Le mie mete gastronomiche preferite sono moltissime in Italia, davvero tanti i colleghi che stimo e a Roma città certamente Heinz Beck.
L'ottimismo in cucina, specie nei momenti di crisi come quello attuale: può suggerire una ricetta del buonumore (e spiegare il perché di tale positività?).
La ricetta del buonumore in cucina è... creare ricette nuove, l'evoluzione costante dona voglia di fare, porta dinamismo ed energia positiva! Inoltre cerco di valorizzare e dare importanza ad ogni mio collaboratore poiché sentirsi soddisfatti, importanti e coccolati ti permette di lavorare meglio e dare il massimo in ogni momento.
Se non avesse fatto lo chef...
Se non avessi fatto lo "chef" avrei fatto il "cuoco"...(Aroma di settembre/ottobre 2009)
Fonte:www.aromaweb.it,www.puntarellarossa.it,www.luxgallery.it,waatp.it,web. -
.
“Cucine da Incubo”
Antonio Cannavacciuolo, lo chef dei miracoliIl 15 maggio arriva "Cucine da Incubo", la nuova produzione di Endemol Italia per Fox International Channel Italy in onda su FoxLife (Sky, canale 114) in 10 puntate per la durata di un'ora ciascuna. Protagonista della versione nostrana del celeberrimo "Kitchen Nightmares" con Gordon Ramsey, sarà Antonino Cannavacciuolo, uno dei migliori chef d’Italia e proprietario dell’hotel ristorante a due stelle Michelin Villa Crespi sul Lago d’Orta. Lo chef napoletano avrà il compito di risollevare le sorti di ristoranti sull’orlo del fallimento.
Fonte:vitv.it, FoxTV,www.youtube.com,www.gastronomiamediterranea.com. -
.
Cucine da incubo,
da stasera la versione italiana su FoxLife
di Renato MissagliaArriva la versione italiana di Kitchen Nightmares, il celebre programma condotto dallo chef inglese Gordon Ramsay. Nella versione nostrana toccherà allo chef italiano Antonino Cannavacciuolo, considerato uno dei migliori chef d’Italia e proprietario dell’hotel ristorante a due stelle Michelin Villa Crespi, il duro compito di valutare le cucine e dispensare preziosi consigli a chi vorrà accettarli.
Si parte questa sera 15 maggio alle 21.55 su FoxLife (Canale 114 di Sky). Cannavacciuolo dovrà combattere con il peggio delle cucine nostrane: chef che sputano nel piatto, alimenti marci, frigoriferi mai puliti.
Nel caso presentato questa sera conosceremo Roberto e Paola, una coppia che ha acquistato un ristorante nei pressi di Roma. Anche nella loro cucina lo chef stellato troverà qualcosa che decisamente non va.(di Alessia)
Fonte:tvblog.girlpower.it,cucina.leiweb.it,www.youtube.com,FoxTV,web. -
.
Antonino Cannavacciuolo,
da stasera salva i ristoranti peggiori d'Italiadi Fabio Traversa
Anticipazioni sull'adattamento italiano del format internazionale che andrà in onda dal 15 maggio alle 21.55. Ecco le dichiarazioni del protagonista e dei dirigenti del canale.Uno chef pluristellato, 350 ristoranti visti in tutta Italia, 500 ore di riprese e due litri di lacrime: sono questi gli ingredienti di Cucine da incubo versione italiana, il nuovo programma di Fox Life realizzato da Endemol, che andrà in onda per la prima volta mercoledì 15 maggio alle ore 21.55 (Sky canale 114).
Protagonista è lo chef Antonino Cannavacciuolo, campano doc e piemontese d'adozione, che per tre mesi ha lasciato le cucine di Villa Crespi, sul lago d'Orta, per salvare i ristoranti peggiori d'Italia e diventare il nuovo Gordon Ramsay, lo chef di Cucine da incubo versione americana.
"Abbiamo puntato su di lui - spiega Sara D'Amico, direttore Fox Channels Italia - perché, oltre a essere un eccellente cuoco, è prima di tutto un imprenditore. Antonino sa quanto spende al mese di detersivi, sa gestire le proprie materie prime, così come i clienti".
Orgoglioso del nuovo prodotto anche Alberto Rossini, vice presidente Fox Channels Italia, che non nasconde i dubbi iniziali: "Sono un fan del format americano e temevo che non trovassimo ristoranti italiani pronti ad aprirci le porte. Complice forse la crisi, invece, molti cuochi hanno deciso di affidarsi a noi e credo che per la prossima serie riceveremo tantissime richieste, perché l'intervento di Antonino cambia davvero le sorti dei ristoranti".
In ogni puntata lo chef visiterà un locale con conti in perdita e debiti in aumento: con gestori e staff studierà nuovi menù e darà una nuova luce all'intero ristorante: "Per molti questa è l'ultima spiaggia prima della chiusura - dice Cannavacciuolo - Non volevo fare il bello davanti alle telecamere, ma essere me stesso. Con molti dei cuochi incontrati mi sento ancora oggi per telefono per dar loro consigli e suggerimenti". Non manca una stoccata nei confronti di altri programmi tv sulla cucina: "Non tollero chi illude le persone dicendo che in dieci puntate si può diventare uno chef. Essere chef significa 'sgobbare' in cucina ogni giorno".
Un artista ai fornelli, un ragioniere con le fatture, ecco chi è Antonino Cannavacciuolo, un uomo capace di sputare nel piatto, vomitare, urlare o piangere di commozione quando vede la speranza e la voglia di ricominciare negli occhi dei ristoratori che aiuta a rimettersi in sesto. Il tutto condito da una giusta dose di sarcasmo.
A differenza della versione anglosassone del programma, dove Gordon Ramsay si trova di fronte a problemi come la sporcizia in cucina, cibi avariati e menu "disgustosi", Cannavacciuolo si troverà a fare i conti con proprietari arroganti, cuochi "improvvisati" e staff incompetente. Problemi diversi quelli dell'Italia, dove la mancanza d'imprenditorialità unita alla sfavorevole congiuntura economica, crea per molti ristoranti un mix esplosivo, che richiede l'intervento urgente di un professionista del settore.
Il giorno dell'arrivo al ristorante, come prima cosa Cannavacciuolo incontra il personale e assaggia alcune portate del menu per dare una valutazione del cibo e del servizio. Successivamente è il turno dell'ispezione in cucina dove conosce più da vicino il cuoco e tutta la brigata. In questa fase non mancheranno le prime "lavate di capo" di Cannavacciuolo, che con severità e intransigenza mette in riga proprietari e dipendenti, scontrandosi a volte con le loro resistenze e ammissioni di responsabilità.
Ottenuto il quadro completo della situazione, Cannavacciuolo chiama a raccolta l'intero staff, mostrando loro le mancanze più gravi e dando i primi suggerimenti per migliorare la situazione. A volte, infatti, bastano solo alcuni semplici accorgimenti per vedere i primi risultati, come proporre un menù più semplice ma a base di prodotti freschi e di qualità, possibilmente legati al territorio dove si opera; migliorare i flussi tra cucina e sala o pubblicizzare adeguatamente il locale.
Nella fase finale, grazie ad una squadra di architetti e interior designer, inizia il vero e proprio make over del locale che verrà drasticamente rivoluzionato per creare un ambiente più accogliente e funzionale.
Ultimati i lavori, il ristorante è pronto per la grande riapertura al pubblico: in un ambiente totalmente rinnovato e con un menù a prova di chef stellato. Il lavoro di Cannavacciuolo è terminato ed è pronto per riconsegnare ai proprietari un locale nuovo di zecca, con uno staff pronto a tornare al lavoro con rinnovata grinta e motivazione.
Non mancheranno lacrime di gioia per il risultato ottenuto e per essersi liberati da una cucina da incubo.
Fonte:realityshow.blogosfere.it,www.iodonna.it,www.105.net,goldgarage.it,web. -
.
“Cucine da incubo”
Episodio 1: Borgo Antico
Roberto e Paola, marito e moglie, si trovano in difficoltà dopo aver rilevato il locale che inaugura l’avventura di Cucine da incubo: l'attività non decolla, il Borgo Antico rischia di chiudere i battenti.Ristorante-pizzeria con ben duecento coperti, il Borgo Antico ha bisogno dell'intervento di Antonino Cannavacciuolo per salvarsi. Roberto vuole fare tutto (non si fida nel delegare), c'è grande confusione fra i ruoli e regna il caos ovunque: non solo in cucina, anche in sala. Di conseguenza, i pochi clienti spesso non tornano.
Roberto e Paola si sono dati tre mesi di tempo per fare un ultimo tentativo, prima di abbassare definitivamente la saracinesca... Quella che fra l'altro Antonino trova chiusa appena arrivato. E non va bene: anche se il locale è chiuso a pranzo, le serrande devono rimanere alzate. Altrimenti, ci spiega lo chef, è cattiva pubblicità. Come dargli torto?
L'attesa per il pasto di prova è lunghissima (anche solo per l'ordinazione).
L'igiene delle stoviglie non soddisfa l'ospite.
Come se non bastasse, il fornitissimo menu non corrisponde alla reale disponibilità della dispensa: non è aggiornato e contiene molti piatti che non possono essere serviti.
Il cibo non è fresco. Il pane è congelato e vecchio. Cannavacciuolo si rifiuta di mangiare l'antipasto. Il primo non migliora la situazione: il risotto è pessimo. La spigola in crosta di patate unisce una patata cruda e un pesce troppo cotto.
Insomma: un disastro.
Il giovanissimo chef, Mirko, che ha solo 19 anni, fatica a gestire tutta la pressione della "prova" e le critiche di Cannavacciuolo. Il filetto, cucinato per provare a rimediare, non risolleva le sorti della cucina. L'unica cosa che Cannavacciuolo ha apprezzato è il caffè... Così, dopo aver conosciuto lo staff Cannavacciuolo si rende subito conto che la responsabilità dei pasti disastrosi è divisa fra le sue (scarse) capacità ed esperienza e dalla (scarsa) qualità delle materie prime.
La situazione economica, va da sé, è difficile.
Non so quale sia stata la vostra impressione, ma a me Roberto e Paola, Mirko, Adina e tutto il resto dello staff sono piaciuti subito: brave persone, si capisce subito. Brave persone che si sono trovate a gestire una situazione più grande di loro. La cucina non riesce a smaltire le richieste della sala, le comande sono fuori controllo, il caos regna sovrano. Mancano l'organizzazione e gli approvvigionamenti, ma soprattutto il ristorante vorrebbe funzionare "al contrario": Roberto vorrebbe che i clienti ordinassero ciò che lui vuole servire, in base alla disponibilità del momento (sempre per un menu non aggiornato).
Dopo una serata disastrosa, con una ventina di clienti insoddisfatti, si passa all'ispezione della cucina, nella quale l'igiene lascia molto a desiderare. Così come l'igiene del frigorifero, nel quale ci sono anche alimenti scaduti. È a questo punto che inizia la magia. Cannavacciuolo annuncia che il ristorante aprirà anche a pranzo. Poi va in cucina e dice a Mirko di cucinare un piatto “suo”, aiutandolo a sostituire alcuni ingredienti. Lo chef del Borgo Antico è molto giovane e volenteroso. Con l’aiuto di Cannavacciuolo dimostra di essere appassionato e capace.
Cannavacciuolo affianca Mirko nella preparazione di un menu nuovo di zecca. Il primo pranzo è un successo per la qualità del cibo, ma l’organizzazione continua a mancare. Mirko deve prendere il controllo della situazione e Cannavacciuolo cerca di insegnargli a farlo. E, soprattutto, cerca di fargli capire che in cucina comanda lui. Non possono
Cannavacciuolo non molla: in tre giorni rivoluziona l’immagine del ristorante e gli regala un nuovo nome: Pane e olio. “Serviva un miracolo, lui l’ha fatto” dice Roberto. La sera del terzo giorno si inaugura “Pane e olio” e tutto sembra filare liscio... Finché Roberto abbandona la sua postazione e si infila in cucina a controllare il lavoro di Mirko e a far tornare il caos, facendo aspettare chi ha ordinato le pizze e finendo addirittura per sparecchiare i tavoli. Ancora una volta l’intervento di Cannavacciuolo è provvidenziale e fa capire a Roberto che deve fidarsi del suo staff.
Alla fine di questo primo, appassionante episodio non c’è stata solo la trasformazione del Borgo Antico in Pane e olio. Antonino Cannavacciuolo ha trasformato la mentalità dello staff del ristorante, restituendo fiducia e cambiando in meglio la vita di un gruppo di persone. Se non è un miracolo questo...
Fonte:www.foxlife.it,www.dissapore.com,www.tvblog.it,www.davidemaggio.it,videoplatform.sky.it. -
.
Cucine da incubo Italia, prima puntata:
Cannavacciuolo è il Gigante Buonodi Giorgia Iovane
Se Ramsay è parola, Cannavacciolo è gesto: Ramsay detta tempi e narrazione, Cannavacciuolo non può che seguire un canovaccio non suo: ma sembra l'abbia fatto proprio. E questo è un grande punto a favore.Altro che Gordon Ramsay o Joe Bastianich! Antonino Cannavacciuolo è un pezzo di pane (e olio, verrebbe da dire), un consulente in fondo bonario, che sembra doversi sforzare a battere i pugni sul tavolo, a sputare le cose nel piatto, a sgridare il personale. Chissà perché, ma io nella sua cucina lo immagino con lo sguardo che uccide, non con l’abbaiata furiosa. Più che è un pitbull alla Ramsay sembra un bulldog, musone sì, ma affettuoso.
Perché parliamo solo di Cannavacciuolo? Perché è l’unica sostanziale differenza che c’è tra Kitchen Nightmares e Cucine da Incubo, ovvero tra la versione anglosassone e quella italiana.
Sul fronte ‘fabula’ il copione è identico a tanti altri: un proprietario incapace di svolgere lucidamente il proprio mestiere e soprattutto un uomo che non sa affrontare la realtà, ingenuo e un po’ presuntuoso che si circonda di deboli, come uno chef 19enne che non ha mai fatto cucina e un piazzaiolo che non basta a se stesso. Cucina sporca, materie prime di scarsa qualità, largo uso di cibi vecchi e surgelati e il fallimento è servito.
Basta una rinfrescata agli ambienti e un un po’ di aria nuova in cucina con il menu asciutto e semplice del vero chef e la rinascita è servita.
Sul fronte ‘intreccio’ non ci sono variazioni: dall’arrivo all’assaggio, dal servizio serale alla trasformazione fino alla riapertura lo schema è rispettato. La regia è meno dinamica, meno ’sporca’ di KN, ma naviga sull’onda della linearità. Anche la voce over sembra meno ansiogena di quella usata per l’adattamento di Gordon. Il risultato che tutto sa di sereno, pacifico ma non per questo è noioso o lento, anzi. La puntata sembra essere durata persino meno di quelle USA e UK nonostante vengano abbandonate molte ripetizioni e molti tempi morti che le caratterizzano.
Quindi torniamo allo chef: nonostante la stazza, Cannavacciuolo è meno invadente di Ramsay, meno protagonista e sempre al servizio dei clienti. Poche parole, baritonali, e pochi consigli, precisi e diretti. Alle urla di Ramsay contrappone un ‘guaglio’‘ o un ‘vabbuo” che valgono mille strigliate.
Gordon e Antonino come Asterix e Obelix: uno guizzante e loquace, l’altro posato e taciturno. Ma con poche parole ben assestate, come un saggio indiano. Ma non provate a ingannarlo: ‘cca nisciun’ è fesso. E lo dimostra anche la sicurezza con cui ha fatto confessare a Roberto l’intero ammontare dei debiti, che forse per vergogna taceva..
Insomma Cannavacciuolo è il vero Gigante Buono, per riprendere un personaggio di Carosello. E come Carosello fa tanta pubblicità, forse anche troppa: rivederselo a metà e a fine puntata in veste di testimonial per Lavazza e Ferrarelle rischia di ‘ridimensionarlo’ a puro personaggio tv. E poi da napoletano non può non sapere che prima ci vuole l’acqua e poi il caffè… (e qui ci vorrebbe un bel “‘Guaglio’” assestato a chi ha ‘venduto’ i break, ma questa è un’altra storia).
Ciò detto, lo stile Cannavacciuolo non mi dispiace: non c’è quella tensione, quell’ansia che si vive con la versione di Ramsay (onore agli adattatori e ai doppiatori, eh) ma c’è tutta l’impronta italiana. Anzi, infastidisce un certo ‘indirizzamento’ di scrittura a imitare l’originale, soprattutto nella prima parte, quella dell’ispezione, che a tratti, come dicevamo, sa di forzato.
Beh, siamo solo alla prima puntata: seconda storia e secondo ristorante da trasformare mercoledì prossimo sempre alle 21.55 e sempre su Fox Life.
Fonte:www.tvblog.it,s2.stliq.com,www.foxlife.it. -
.
Antonino Cannavacciuolo beve Ferrarelle
Fox International Channels Italy e Ferrarelle si uniscono per dare vita a un nuovo progetto di branded entertainment
L’iniziativa vede lo chef Antonino Cannavacciuolo protagonista di un filler trasmesso in concomitanza con il programma che lo vede per la prima volta sullo schermo, Cucine da incubo, produzione di Fox International Channels Italy in onda a partire dal 15 maggio 2013 su FoxLife (canale 114 di Sky).
Fonte:www.antoninocannavacciuolo.it,www.youtube.com,www.lastampa.it. -
.
Antonino a Sky Inside
Antonino Cannavacciuolo Cucine da incubo (1° parte)
Antonino Cannavacciuolo: Cinema e Bambini (2° parte)
Antonino Cannavacciuolo: Cucine da incubo (3° parte)Oltre 350 ristoranti italiani visitati per selezionarne 10 da riqualificare. Un rapporto continuativo con i protagonisti degli episodi. La passione per il proprio lavoro e l’orgoglio di aver lavorato con persone vere, con storie vere, in momenti delicati che ti segnano per sempre: questo e molto altro ha raccontato Antonino Cannavacciuolo a Fabio e Gioia, che l’hanno ospitato a Sky Inside.
Una lunga chiacchierata (la puntata è divisa in tre video) da non perdere sul programma che ha catturato subito il pubblico di FoxLife, regalandoci tante emozioni e facendo di Antoniono Cannavacciuolo un personaggio amatissimo... Una lunga chiacchierata tutta da scoprire, che potete vedere qui sotto. Buona visione!
Fonte:www.foxlife.it,video.sky.it,www.facebook.com/pages/Antonino-Cannavacciuolo. -
.
Cannavacciuolo il Ramsay
italiano per “Cucine da Incubo”Dal 15 maggio su Foxlife lo chef campano dovrà risollevare le sorti di dieci ristoranti a rischio fallimento
Portato al successo dallo chef inglese Gordon Ramsay, il programma vedrà come protagonista Antonino Cannavacciuolo, uno dei migliori chef italiani e proprietario dell’hotel ristorante a due stelle Michelin Villa Crespi sul lago d’Orta. La nuova produzione sarà in onda dal 15 maggio il mercoledì alle 21.55 in esclusiva su FoxLife (Sky, canale 114).
Nel corso delle 10 puntate, Chef Cannavacciuolo ha il compito di risollevare le sorti di altrettanti ristoranti in crisi. «A differenza della versione anglosassone del programma, dove Gordon Ramsay si trova di fronte a problemi come la sporcizia in cucina, cibi avariati e menu disgustosi, nella versione italiana ho trovato staff incompetenti, menù troppo lunghi che indicano quindi cibi scadenti, cuochi improvvisati e proprietari che non vogliono ammettere gli errori», dice lo chef italiano pluristellato, raccontando i suoi mesi da incubo vissuti in questi 10 ristoranti rimessi a nuovo.
«In Italia la mancanza d’imprenditorialità e la crisi economica di questo periodo - continua Cannavacciuolo -ha portato all’esasperazione molti ristoratori che non riuscivano più a far quadrare i conti. Oltre che dal punto di vista professionale, ho portato in “Cucine da Incubo” anche il mio lato umano, perché mi sentivo in dovere di dare una seconda possibilità a queste persone».
Il forte temperamento, l’ esperienza di chef e, soprattutto, le spiccate doti imprenditoriali fanno di Antonino Cannavacciuolo il perfetto erede italiano di Gordon Ramsay, pronto a riportare ordine fuori e dentro la cucina e a dare validi suggerimenti a ristoratori disperatamente bisognosi di aiuto. (
Il format come la versione originale vede l’arrivo al ristorante dello chef che come prima cosa incontra il personale e assaggia alcune portate del menu per dare una valutazione del cibo e del servizio. Successivamente è il turno dell’ispezione in cucina dove conosce più da vicino il cuoco e tutta la brigata. In questa fase non mancheranno le prime “lavate di capo” di Cannavacciuolo, che con severità e intransigenza mette in riga proprietari e dipendenti, scontrandosi a volte con le loro resistenze e ammissioni di responsabilità. Ottenuto il quadro completo della situazione, lo chef chiama a raccolta l’intero staff, mostrando loro le mancanze più gravi e dando i primi suggerimenti per migliorare la situazione. A volte, infatti, bastano solo alcuni semplici accorgimenti per vedere i primi risultati, come proporre un menù più semplice ma a base di prodotti freschi e di qualità, possibilmente legati al territorio dove si opera; migliorare i flussi tra cucina e sala o pubblicizzare adeguatamente il locale. Nella fase finale, grazie ad una squadra di architetti e interior designer, inizia il vero e proprio make over del locale che verrà drasticamente rivoluzionato per creare un ambiente più accogliente e funzionale.
Ultimati i lavori, il ristorante è pronto per la grande riapertura al pubblico: in un ambiente totalmente rinnovato e con un menù a prova di chef stellato. Il lavoro di Cannavacciuolo è terminato ed è pronto per riconsegnare ai proprietari un locale nuovo di zecca, con uno staff pronto a tornare al lavoro con rinnovata grinta e motivazione. Non mancheranno lacrime di gioia per il risultato ottenuto e per essersi liberati da una “cucina da incubo”.
Fonte:www.lastampa.it,www.iodonna.it,www.movieplayer.it,www.foxlife.it.