ALESSANDRO BORGHESE ... “cuoco gentiluomo”

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    Borghese: «Italiani, vi sfido!»


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    Borghese durante «Ale contro Tutti», su Sky Uno dal 19 ottobre


    Dalla padella alla brace: se fino a poco fa Borghese guidava le persone ai fornelli in Tv (come per esempio in Cortesie per gli ospiti o Chef per un giorno), ora il gioco si fa più duro. Alessandro accetta la sfida degli italiani, dal 19 ottobre su Sky UnoHD alle 19.45, con Ale Contro Tutti condotto dallo chef (40 puntate, fino al 13 dicembre).


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    di Sara Tieni

    Il format è cucito addosso al «social chef» più amato dalla Rete (ha oltre 230 mila fan su Facebook) ed è ispirato al programma francese Beat my dish. Noi lo abbiamo incontrato durante la registrazione di una puntata a base di cacciucco, contro due (agguerriti) cognati toscani.

    È mai stato battuto?
    «Come no! Sono "cintura nera" di parmigiana di melanzane. Però una signora e sua figlia hanno avuto la meglio su di me con un'interpretazione ligure di questo piatto "affogata" nel pesto: io ero sicurissimo di farcela. Peccato che al bambino in giuria avesse una passione proprio per il pesto».

    Le brucia molto perdere?
    «Ovvio! Per questo cerco sempre di depistarli, quando siamo fuori onda, ma non ci cascano mai (ride, ndr). In realtà molti di loro sono in grado di "impiattare" come al ristorante. Ho notato subito che il livello di bravura è alto rispetto a qualche anno fa. Oggi saper fare la pasta all'uovo in casa è all'ordine del giorno: credo sia merito di una crescente passione per il cibo e forse anche di tutti i programmi che hanno visto in Tv. In concorrenti sanno già distinguere i colori degli ingredienti giusti, come vanno abbinati sapori...è sorprendente».

    E' vero che cucinerà a suon di musica?
    «Sì, durante il programma si mettono due brani musicali che, a scelta mia e dei concorrenti, meglio si adeguano secondo noi al piatto in preparazione».

    Come vengono scelti i suoi sfidanti?
    «Gli spettatori propongono semplicemente ioro piatti preferiti. Si va dal ragù di faraona ai ravioli ripieni. Ci sono ingredienti base uguali per me e per loro. E ci sono i "trucchi" per personalizzare sulla ricetta».

    E la giuria da chi è composta?
    «Da due adulti e da un bambino, o bambina, che cambia a seconda della puntata. Sono i più divertenti. Ognuno ha un modo particolare di assaggiare i piatti: ci sono due gemelle per esempio, molto preparate, e un ragazzino che è così serio da sembrare "posseduto" da un notaio di 60 anni».

    Le famiglie che cucinano sono tutte italiane?
    «No, visto che viviamo in una società multietnica. Ricordo una famiglia vietnamita che vive a Verona da anni e hanno proposto degli involtini fritti, alla vietnamita ovviamente, con ingredienti che non avevo mai usato: hanno cercato di prendermi in contropiede. Poi ci sono state una mamma e una figlia turche che mi ha messo in seria difficoltà con altri involtini, stavolta alle foglie di vite, che non avevo mai fatto. Come è finita? Lo scoprirete».

    Che cosa vincono i concorrenti?
    «Un diplomone grande così - che io odio firmare perché devo dichiarare e siglare la mia sconfitta - e un kit con grembiule e cappello. E poi lo sfottò quando mi hanno battuto: in media dura un pomeriggio intero».

    Lei è stato ribattezzato «social chef», perché è amato e molto seguito in Rete: che ruolo avranno i social network nel programma?
    «Importantissimo: prima della sfida vera e propria, in ogni puntata, lancerò il guanto della sfida anche al pubblico a casa tramite Facebook. Darò poi alcuni indizi per la scoperta del brano del giorno: sulla fanpage di Sky Uno, il pubblico potrà tentare di indovinare la scelta musicale e conquistare punti per “scalare” la classifica di Ale contro Tutti. Ogni giorno infatti chi ci segue da casa potrà inoltre cimentarsi in un secondo contest che riguarda la ricetta del giorno successivo. Dalla fine della puntata – e fino alla messa in onda della puntata successiva – sulla fanpage compariranno una serie di indizzi che condurranno alla scoperta della ricetta scelta dalla famiglia successiva per sfidarmi. E su Twitter e Facebook darò consigli e suggerimenti agli spettatori, che potranno interagire con il programma attraverso il l'hashtag twitter #alecontrotutti».

    A che cosa è dovuto, secondo lei, il proliferare di programmi di cucina?
    «Credo che, finalmente, abbiamo capito che è uno dei patrimonio che ci invidiano tutti come l'arte, la moda o il calcio, e di cui si parla tantissimo. Grazie a questi programmi i bambini si avvicinano alla gastronomia a imparano a distinguere i prodotti, gli adulti si riappropriano delle ricette tradizionali. Forse, per assurdo, di questa passione che noi italiano abbiamo per la buona tavola ce ne siamo accorti fin troppo tardi e sicuramente in ritardo rispetto al resto del mondo. Basti pensare che all'estero i programmi di cucina hanno fatto il loro successo con la cucina italiana, e con la cucina mediterranea in genere».

    Che cosa ne pensa dei programmi in cui si usano scatolette e surgelati?
    «Che sono buoni comunque perché avvicinano tutti al concetto che cucinare è bello e lo si può imparare».

    Quanto c'è di Jamie Oliver, il cuorco star britannico, nel suo personaggio tv?
    «Neanche un po'. Oliver è un eccellente comunicatore con un eccellente staff alle spalle. Dal punto di vista gastronomico non mi sento di competere perché le sue ricette, sono sincero, rispetto alle nostre non sono un granché. Ha avuto successo in un mercato "vergine", quello angosassone, usando la cucina mediterranea. La sua solarità? Anch'io amo ridere e scherzare in diretta ma non certo perché mi ispiri a lui. Chi mi conosce sa che sono così anche nella vita».

    In Ale contro Tutti deve misurarsi con i piatti preferiti degli italiani: il suo qual è?
    «Non ho dubbi: il pollo arrosto»

    Il suo conduttore preferito invece?
    «Cattelan, siamo amici. Viene pure lui dalla gavetta e ce la fatta per merito».

    La sua passione per il rock è nota: condurrebbe mai un programma di musica?
    «Vado pazzo per i Led Zeppeling: il mio brano preferito è Starway to Heaven. Che dire? Non si sa mai! meglio la cucina. E poi ho già realizzato il mio sogno di abbinare la musica alla cucina. E ad un'altra mia grande passione...».

    Quale?
    «I bambini: ho un grande seguito tra di oro. Imparano a cucinare con me, mi mandano mail, vogliono sapere quale utensili uso, dove possono iscriversi a una scuola di cucina. Forse nel mio futuro c'è un programma proprio con loro. Anche sui social network il successo che ho tra i ragazzi si sente tantissimo. Mi sono misurato con un sedicenne che è iscritto alla scuola alberghiera e molti bambini che vengono a sfidarmi con i genitori. E vi assicuro che non sono semplici esecutori».

    E che cosa bevono i bambini in abbinamento con i piatti? Vino come gli adulti?
    «Ah, no! Su quello non transigo: i miei piccoli giudici bevono acqua. E pure non gassata (ride ancora)».


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    Fonte:www.vanityfair.it
     
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