LA CUCINA NEI LIBRI...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted


    .

    Il sasso del pane
    Si narra che durante l’epidemia di peste, che si sviluppò nel 1630, la popolazione di Bellaggio evitò il contagio grazie alla conformazione del territorio. Bellaggio produceva del pane con grano sano per gli abitanti di Varenna. Lo scambio veniva effettuato su un grosso masso, poco lontano dalla riva, dove veniva lasciato il pane. Quelli che lo compravano, dopo aver preso il pane, depositavano i soldi in un contenitore riempito d’aceto per disinfettarli. Il sasso fu successivamente fatto esplodere perché rappresentava un pericolo per la navigazione.
    (leggenda)




    Mangiarsi le parole. 101 ricette d’autore


    a cura di Luca Clerici


    Mangiarsi le parole. 101 ricette d’autore è un ricettario letterario appena pubblicato dalla casa editrice Skira e curato da Luca Clerici, professore di letteratura italiana all’Università degli Studi di Milano. Raccoglie consigli su come preparare piatti della tradizione contemporanei o completamente inventati da scrittori e giornalisti italiani dal Novecento a oggi, come Giovanni Pascoli, Sibilla Aleramo, Gianrico Carofiglio e Chiara Gamberale: la prima ricetta è del 1926, il “Balsamo di Ciprigna” di Omero Rompini, la più recente del 2017, di Stefania Giannotti. Il libro fa parte del più ampio progetto “Mangiarsi le parole”, che ripercorre e approfondisce il rapporto tra cibo, vino e letteratura italiana, che è iniziato con l’EXPO di Milano e ha portato a seminari, articoli, convegni, un sito di prossima apertura e appunto il ricettario.

    Il libro è diviso in due parti, i Menù alla carta e i Menù a tema. Nella prima le ricette sono suddivise in portate in ordine alfabetico, dall’aperitivo ai dolci: sono sette sezioni, ognuna aperta da una overture, ovvero un ricordo, un aneddoto o una riflessione appositamente scritta da un autore contemporaneo: Simonetta Agnello-Hornby, Antonio Franchini, Giuseppe Lupo, Michele Mari, Walter Siti, Hans Tuzzi e Andrea Vitali. Anche la seconda sezione è suddivisa in sette parti, ognuna con un menu a tema, dall’afrodisiaco, al dietetico, a quello rosa (scritto solo da donne) e giallo. Conclude l’elenco per ordine alfabetico delle ricette, con l’indicazione della fonte più antica e completa, e una raccolta di immagini a tema tratte da libri per bambini, riviste, documenti e lettere; le ricette invece sono accompagnate da disegni dell’illustratore statunitense John Alcorn, conservati nel Centro APICE dell’Università degli Studi di Milano.



    Molte delle ricette provengono dalla rubrica “La tavola dei buongustai” della Cucina italiana, la storica rivista di gastronomia fondata nel 1929, che raccoglieva quelle proposte da esponenti della buona società, delle istituzioni e dell’industria dell’epoca, e soprattutto di scrittori e giornalisti, come Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli e Corrado Govoni. Altra fonte di ispirazione è Gli intellettuali in cucina, un manualetto uscito nel 1933 che raccoglieva sempre ricette proposte da intellettuali. Per le vostre prossime cene potrete quindi spaziare tra gli arancini di Montalbano consigliati da Andrea Camilleri, lo spezzatino di Grazia Deledda, la polenta di Arrigo Boito, o la zuppa di tartaruga di Umberto Eco. Qui di seguito potete provare la costata “novecentesca” di Massimo Bontempelli, da servire con insalatina fresca e mai con verdura cotta, il celebre risotto alla milanese di Carlo Emilio Gadda (con indicazioni minuziosissime, comprese su quale burro e zafferano comprare) e, da preparare al volo in emergenza, gli spaghetti alla Ungaretti, che solo per il nome vi faranno comunque fare bella figura.
    (www.ilpost.it)




    Si tratta infatti del rapporto fra letteratura italiana e rappresentazione del cibo, del vino, della civiltà della tavola più in generale e delle pratiche di socializzazione conviviale.
    Il volume Mangiarsi le parole, curato da Luca Clerici, è uno straordinario viaggio sensoriale tra arte culinaria e letteratura.
    La più antica risale al 1926 (il Balsamo di Ciprigna si legge nel curioso Manuale culinario afrodisiaco per gli adulti dei due sessi di Omero Rompini) e la più recente è del 2017, firmata da Stefania Giannotti. Il volume non è solo un’antologia letteraria di testi rari e spesso sconosciuti ma anche un menù e un ricettario. Ognuna delle sette sezioni è introdotta da un inedito di argomento culinario – racconto, ricordo, divagazione – firmato da uno scrittore contemporaneo. Apre Andrea Vitali con la rievocazione di un’antica leggenda (Il Sasso del Pane), chiude Michele Mari con In cauda, godibile e colto resoconto della formazione sub specie culinae dell’autore, alla Statale. Per equilibrio sono sette anche i Menù a tema, comprendendo il Menù del lettore con cui la serie finisce. Non mancano le pagine bianche lasciate a chi vorrà cimentarsi con le ricette. Si parte con il Menù afrodisiaco, seguito da quello dietetico, e poi di genere: nel Menù rosa ecco solo piatti firmati da donne. Gli ultimi due sono un gioco: se il Menù di soli primi in versi comprende le poesie in dialetto di Biagio Marin e di Arrigo Boito, il Metamenù è fatto di ricette “al quadrato”, e termina con una lettura quanto mai adatta, la Ricetta per far ricette di Giuseppe Prezzolini.

    Dopo il dolce ogni Menù a tema propone infatti le Letture da meditazione, versione letterariamente analcolica dei tradizionali vini da meditazione: passiti, sauternes, moscati. Ma i Menù a tema non esauriscono le rispettive proposte: alla carta si possono per esempio scegliere portate “gialle” (infallibile la Madeleine “dell’avvelenatrice che la fa franca” di Katia Brentani), ricette in versi e piatti afrodisiaci, come gli Spaghetti cu’ l’ova di rizzi di Giuseppina Torregrossa, illuminati dal rosso fuoco delle unghie della cuoca, maliziosamente esibite a piedi scalzi. E poi non manca qualche sorpresa: gli Spaghetti io di Vanni Scheiwiller fra i Contorni e le proposte di due non scrittori: Mario Sironi e Aimo Moroni, il noto chef.




    Le tavole e tutti i documenti riprodotti provengono dal Centro APICE (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale) dell’Università degli Studi di Milano, così come le immagini “culinarie” – in gran parte inedite – raccolte nell’Album illustrato che completa il volume. Sono riproduzioni da libri per bambini e da testate giornalistiche, fotografie originali e documenti inediti, come la lettera con la ricetta del brodetto di lavarello – “il piatto va servito quanto più possibile bollente” – spedita da Luigi Veronelli a Mario Soldati il 28 ottobre 1966.
    (https://mondointasca.it)

     
    Top
    .
38 replies since 26/8/2012, 16:44   3599 views
  Share  
.