LA CUCINA NEI LIBRI...

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  1. ZIALAILA
     
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    PIAZZA GOURMAND



    di Roberta Schira



    gourmand




    Quante volte ci è capitato di affacciarci da una finestra e fantasticare sulle vite dei nostri dirimpettai, dei passanti, dei vicini?
    Stavolta a essere raccontate sono le storie degli abitanti di piazza Gourmand, che rappresenta non solo il fulcro delle loro esistenze, ma anche e soprattutto il grande pentolone in cui tanti ingredienti diversi interagiscono e si mescolano.
    Ci sono quasi tutti i personaggi che ci si aspetta di avere come condomini: il monotono impiegato di banca quarantenne che vive ancora con la madre; l’annoiata moglie di un commenda che trova rifugio nella cocaina poiché lui non le dedica le attenzioni che si merita; il medico vanesio e dongiovanni.
    La piazza come luogo aperto, prima di tutto mentalmente, che riesce ad accogliere anche coloro che nella realtà difficilmente trovano posto in un simile contesto sociale: un clochard dalle straordinarie doti culinarie, che diviene subito il beniamino del lettore, perché in grado di tenere testa ai pretenziosi avventori della migliore gastronomia, un transgender che si guadagna da vivere spacciando. Non manca, ovviamente, una certa dose di tradimento, per buona grazia anche delle pettegole che affollano il negozio del coiffeur. Il tradimento che viene vissuto con tutte le accortezze del caso e persino, almeno per quanto riguarda una della abitanti della piazza, con un’invitante spruzzata di trasgressione.
    In aggiunta, tra le pagine del romanzo troviamo poesie, citazioni di altri libri, consigli di famosi chef, schede tassonomiche sul veleno, note a pie’ di pagina, inserti grafici presi da siti Internet...
    In questo libro ci si rende conto ancora una volta che per gli italiani il cibo non è soltanto un bisogno fisiologico : è una presenza costante, il cui pensiero accompagna durante le giornate, di cui parlano spesso e molto volentieri.
    Non è un libro di cucina, ma un libro con cucina : le ricette chiudono ogni capitolo, si mescolano alla narrazione, quasi sempre ci rivelano il punto di vista dell’autrice e non solo sul metodo di cottura dei piatti. Perché il purée dovrebbe essere chiamato purea, quali sono i migliori risotti (sempre secondo il gusto soggettivo di Roberta Schira, gourmet sensibile e competente), le teorie, o meglio gli assiomi sull’importanza della qualità degli ingredienti quando si cucina.
    Un romanzo culinario, come ci avverte il sottotitolo, che fa venire l’acquolina in bocca, ma che non riesce a saziare, forse perché tenta di amalgare troppi sapori. Sconsigliata la lettura a fine giornata per non addormentarsi affamati!

    da www.mangialibri.com

     
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38 replies since 26/8/2012, 16:44   3599 views
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