MOSTRE STORIA

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  1. gheagabry
     
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    “Argenti di Marengo,
    un tesoro nel tesoro a Palatium Vetus”


    A circa un secolo dal rinvenimento (primavera 1928), dopo la pubblicazione di Goffredo Bendinelli (1937) e di numerosi contributi di illustri archeologi e storici dell’arte romana, una serie di eventi ha negli ultimi anni attirato nuovamente l’attenzione su un singolare complesso di argenti di età romana (II-III secolo d.C.), noto come “Tesoro di Marengo” e conservato nel Museo di Antichità di Torino. Dal 15 maggio al 31 luglio, l’antico “broletto” ospita la mostra “Argenti di Marengo, un tesoro nel tesoro a Palatium Vetus” e, per la prima volta nella storia della città, gli alessandrini possono, al contempo, visitare Palatium Vetus e ammirare il Tesoro di Marengo. Palatium Vetus è la più antica testimonianza di edilizia civica, risalente alle origini di Alessandria, la cui struttura, nonostante le numerose trasformazioni, è rimasta autentica. Recuperato al termine di un radicale e accurato restauro su progetto di Gae Aulenti, architetto di fama internazionale, recentemente scomparsa, è sede della Fondazione.
    Il Tesoro di Marengo ritorna ad Alessandria a distanza di ottantacinque anni dal ritrovamento nel 1928, nei pressi di Marengo, alla cascina Pederbona, sulla strada Alessandria Tortona. E’ costituito da un complesso di 24 reperti d’argento di età romana, risalenti al II – III secolo d.C., e occupa un posto unico ed eccezionale nel panorama archeologico nazionale e nella storia dell’argenteria romana. La mostra costituisce un momento importante del progetto di valorizzazione del Tesoro di Marengo che ha preso avvio con il convegno “Il Tesoro di Marengo. Storie, misteri, ricerche e prospettive” (Alessandria, 20 marzo 2010) e che, a breve, porterà, attraverso un percorso di studi e di analisi scientifiche, al suo riallestimento nel Museo di Antichità di Torino ed a nuove iniziative editoriali. Dopo tanti tentativi fatti in passato, anche in veste istituzionale, - afferma Pier Angelo Taverna, presidente della Fondazione - senza alcun successo, oggi, finalmente vediamo il Tesoro di Marengo ritornare ad Alessandria. La mostra che presentiamo è dedicata agli Alessandrini tanto che non abbiamo programmato alcuna pubblicità fuori dai confini della nostra provincia, anche se l’evento è tale da fare sicuramente notizia e portare in città molti visitatori. Il titolo dell’esposizione è di per sé evocativo in quanto ospitiamo questo tesoro, casualmente rinvenuto presso la cascina Pederbona, all’interno di un altro tesoro, il “broletto”, riscoperto nel corso del restauro di Palatium Vetus e che, ricordiamo, è il secondo del Piemonte.
    L’evento è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dalla società strumentale Palazzo del Governatore srl e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggi del Piemonte – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, in collaborazione con Civita Arte.
    Il Comitato Scientifico della mostra è composto da Marcello Barbanera (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”), Egle Micheletto (Soprintendente per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie), Gemma Sena Chiesa (Università degli Studi di Milano), Paul Zanker (Scuola Normale Superiore di Pisa). Il progetto scientifico è di Egle Micheletto e di Marica Venturino Gambari, Funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie.Il progetto espositivo è stato curato dallo studio Gae Aulenti Architetti Associati di Milano.


    Il tesoro di Marengo occupa un posto importante nella storia dell’argenteria romana. E’ composto da un complesso di ventiquattro oggetti, risalenti al II – III secolo d.C., e fu rinvenuto nel corso di lavori agricoli nel 1928, nei pressi della cascina Pederbona, nelle vicinanze di Marengo, lungo la strada Alessandria – Tortona. Il rinvenimento di Marengo fa parte di quei complessi preziosi, seppelliti in circostanze calamitose e non più recuperati, di cui non si conoscono le circostanze di deposizione. Al momento del ritrovamento, i reperti presentavano quasi tutti schiacciamenti e deformazioni, tagli intenzionali e, in qualche caso, tracce di bruciature. Tale circostanza induce a supporre che si trattasse di un bottino, frutto di saccheggio in qualche abitazione privata o in un santuario, temporaneamente nascosto per essere recuperato e destinato alla rifusione.I reperti più recenti del complesso sembrano risalire almeno alla prima metà del III secolo d.C.; si può, dunque, pensare alle invasioni della popolazione germanica degli Alemanni della metà del secolo come scenario storico per l’occultamento del tesoro. In tali frangenti la pratica del seppellimento di gruzzoli monetali e di argenterie, da parte di proprietari legittimi e anche di saccheggiatori, era particolarmente frequente.
    Nel 1936, dopo il restauro operato a Roma da Renato Brozzi, scultore e cesellatore prediletto da Gabriele d’Annunzio, il Tesoro di Marengo ebbe definitiva collocazione al Museo di Antichità di Torino, dove si trova in esposizione permanente.(.inalessandria.it)


    Data Inizio:15 maggio 2013
    Data Fine: 31 luglio 2013
    Prenotazione: Nessuna
    Luogo: Alessandria, Palatium Vetus
    Telefono: 0131/294204
    E-mail: [email protected]

    Dove:


    Palatium Vetus
    Città: Alessandria
    Indirizzo: piazza della Libertà 28 – 15100 Alessandria
    Regione: Piemonte
     
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