OLIMPIADI curiosità

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  1. gheagabry
     
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    Le curiosità intorno alle Olimpiadi sono moltissime, e a ogni gara vista in TV – o per quelli veramente fortunati, dal vivo – ne nascono di nuove. Le medaglie d’oro sono veramente d’oro? Perché nelle gare di canottaggio non c’è il podio? Perché le Olimpiadi sono a Londra, ma i discorsi più importanti della cerimonia di apertura sono stati fatti in francese? BBC ha raccolto in due articoli le “cose che si sono notate di meno” e le “stranezze” di questa edizione dei Giochi, rispondendo anche alle domande dei lettori. Abbiamo ripreso o adattato le dieci curiosità più interessanti.

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    FABRICE COFFRINI/AFP/GettyImages


    Doppia cuffia

    Molti nuotatori, come si nota alcune volte dalle riprese televisive, indossano due cuffie. I motivi sono diversi, spiega BBC, e non tutti chiari, dipendendo qualche volta da convinzioni non provate di minore resistenza all’acqua. Il primo motivo e il più diffuso, comunque, è che due cuffie servano a fissare meglio gli occhialini ed evitare che scivolino via nel corso della gara. C’è poi un altro motivo: le cuffie con il logo della nazione sono solitamente in silicone, che è considerato da molti nuotatori come poco adatto a tener fermi gli occhialini e come poco comodo sulla testa. Per questo motivo, molti ci indossano sotto una cuffia di gomma.


    Gli inni nazionali

    Tutte le versioni degli inni nazionali che vengono suonate durante le premiazioni degli atleti sono state riarrangiate appositamente per le Olimpiadi dal compositore Philip Sheppard, che ha registrato per Londra 2012 i 205 inni nazionali insieme alla London Philharmonic Orchestra (le registrazioni sono durate oltre 50 ore, negli studi di Abbey Road). Sheppard ha detto che gli inni nazionali sono stati rielaborati in modo da durare tra un minuto e un minuto e mezzo, il tempo che è solitamente necessario ad innalzare le bandiere, e che le versioni sono state approvate dai capi di stato o dai loro rappresentanti.



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    (DAMIEN MEYER/AFP/GettyImages)

    Il podio del canottaggio

    Al termine delle gare di canottaggio, gli equipaggi vincitori non sono premiati su un podio, ma su una pedana che è allo stesso livello per tutti, caso molto raro nelle premiazioni olimpiche. Le medaglie, inoltre, sono tradizionalmente consegnate subito dopo la gara. Secondo uno dei dirigenti della federazione internazionale di canottaggio (FISA), Matt Smith, questo è dovuto al fatto che nel canottaggio c’è una tradizione di altissimo rispetto per gli avversari.


    Spille da balia

    Le pettorine con i nomi degli atleti sono fissate in molte discipline con semplici spille da balia sui costumi. In molti si sono chiesti se non esistano modi più tecnologici o esteticamente eleganti per fissarle: ma il fatto è che le spille sono molto comode e permettono che le pettorine siano consegnate circa una mezz’ora prima delle gare, quando viene fatto il controllo ufficiale delle attrezzature degli atleti, che invece sono prodotte solitamente mesi prima. Altre opzioni sono meno comode o sicure: pettorine adesive, ad esempio, potrebbero staccarsi e scivolare via in caso di pioggia o per il sudore dell’atleta.




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    MARWAN NAAMANI/AFP/GettyImages


    “Tira!”

    Durante le gare di tiro a volo o tiro al piattello, i concorrenti fanno un urlo, che indica che il piattello può essere lanciato. Le parole sono difficili da capire, ma fin dalla nascita della disciplina si usa la lingua inglese e i concorrenti dicono “Pull!” Il motivo sta nel fatto che fino agli anni Venti, quando la pratica venne messa fuori legge nel Regno Unito, il tiro a volo si faceva su piccioni vivi, e con il comando “Pull” veniva indicato che si poteva tirare la stringa che chiudeva la gabbia del piccione (ancora oggi le macchine automatiche e la specialità in cui vengono usate, la fossa olimpica o trap, si chiamano trap, “trappole”, “gabbie”). Ad ogni modo, oggi il lancio automatico del piattello è comandato da un meccanismo attivato da un segnale acustico, per cui i concorrenti possono dire qualunque suono nell’altoparlante posto vicino a loro.


    La corsia 1

    Nelle gare di corsa sui 200 e 400 metri, a differenza di quelle su più lunghe distanze, non viene usata la corsia numero 1, quella più interna. Questo perché la corsia numero 1 è anche quella in cui la curva è più stretta, il che sembra penalizzare i corridori. La diversa ampiezza della curva fa sì che anche i punti di partenza delle gare siano diversi a seconda della corsia, mentre il punto di arrivo rimane lo stesso per tutti per comodità di misurazione. Nelle gare sulle medie e lunghe distanze che si corrono negli stadi olimpici (dagli 800 ai 10.000 metri) gli atleti corrono tutti sulla corsia numero 1, e anzi cercano di stare il più possibile vicini al bordo interno, dato che nelle corsie esterne i giri di pista sono più lunghi.



    I numeri degli atleti

    Ad ogni atleta è stato assegnato un numero di quattro cifre, a partire da 1001. Anche se BBC non lo specifica e il sito dei Giochi non sembra chiarire il dubbio, i numeri sembrano assegnati in ordine alfabetico per paese e per nome all’interno di ogni paese. Il primo numero è andato infatti all’atleta afgano Massud Azizi, che ha corso una batteria di qualificazione nei 100 metri piani (ed è stato eliminato). Il numero 2012 sarebbe dovuto andare al maratoneta Alfredo Arevalo, del Guatemala, che però faceva parte della riserva della squadra e non ha corso.


    Le altezze del podio

    Guardando le premiazioni, può capitare di allungare la vista per cercare di capire se l’altezza a cui si mette il vincitore del bronzo sia effettivamente inferiore a quella del vincitore dell’argento: a Londra, come in gran parte delle Olimpiadi, non è così, ma si tratta solo di una tradizione che ha conosciuto diverse eccezioni. Il CIO ha dato istruzioni ufficiali sulle altezze delle pedane solo a partire dalle Olimpiadi di Los Angeles del 1932, dicendo solo che i vincitori dovevano stare su “piedistalli” e che il vincitore dell’oro doveva essere più in alto rispetto agli altri due. Ad ogni modo, in diverse edizioni, come a Mosca nel 1980, la pedana per il bronzo e quella per l’argento sono state messe su due livelli differenti.


    Come son fatte le medaglie

    Le medaglie di Londra 2012 – le più grandi e pesanti di sempre, secondo l’Economist – sono state disegnate appositamente per questa edizione e scelte dal comitato organizzatore. Le medaglie d’oro sono composte quasi tutte… di argento, al 92,5 per cento, e solo per 1,34 per cento d’oro (minimo sei grammi, specifica il sito ufficiale). Quelle d’argento sono fatte per il 92,5 per cento d’argento e per il resto di rame, mentre quelle di bronzo sono fatte per il 97 per cento di rame, per il 2,5 per cento di zinco e per il resto di stagno (il bronzo più comune, oggi, è una lega di 88% rame e 12% stagno). I metalli sono stati estratti nello stato americano dello Utah e nella miniera di Oyu Tolgoi, in Mongolia. Ogni medaglia ha alcuni dettagli per lo sport in cui viene assegnata ma non ha il nome dell’atleta, anche se è stato lasciato dello spazio appositamente per questo scopo, se l’atleta desidera incidervi sopra il proprio nome.


    Si parla francese

    Durante la cerimonia di apertura, i discorsi principali sono stati pronunciati prima in francese e poi in inglese. Il sito ufficiale di Londra 2012 è disponibile solo in inglese e in francese. Il motivo è che il francese è la prima lingua ufficiale del Comitato olimpico internazionale, l’organizzazione internazionale che organizza le Olimpiadi. E infatti il nome dell’ente è spesso abbreviato in molti paesi (tra cui l’Italia) CIO, dalla denominazione in francese Comité International Olympique. Il barone de Coubertin, che inventò le Olimpiadi moderne alla fine dell’Ottocento, era francese, e la sede del CIO ha sede a Losanna, città svizzera di lingua francese. Nelle cerimonie olimpiche, oggi, si parla prima in francese, poi in inglese, poi nella lingua del paese ospitante, con l’unica eccezione degli eventi che si tengono in paesi di lingua francese. In quel caso, e solo in quello, si parla prima in inglese e poi in francese.





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  2. arca1959
     
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    Cos’è la Carta Olimpica
    Le regole del documento più importante per organizzare le Olimpiadi estive e invernali in giro per il mondo
    carta-olimpica


    La Carta Olimpica - che torna d’attualità oggi all’avvio delle Olimpiadi invernali a Sochi, in Russia - è un documento ufficiale creato per raccogliere le regole e le linee guida per l’organizzazione dei giochi olimpici, estivi e invernali. La Carta Olimpica è adottata dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che la rivede periodicamente con modifiche e integrazioni. Viene diffusa in inglese e francese, le due lingue ufficiali delle Olimpiadi e nel caso in cui i due testi abbiano alcune discrepanze, prevale sempre la versione in francese.

    La Carta Olimpica serve per tre scopi fondamentali: formalizzare i principi e i valori delle Olimpiadi, fare da legge per il CIO e definire i doveri delle quattro organizzazioni che fanno parte del Movimento Olimpico (il CIO, le federazioni sportive, i comitati olimpici nazionali e i comitati organizzatori dei Giochi).

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    Il tennis alle Olimpiadi di Atene 1896
    (AP Photo)



    Il documento è costituito da 6 capitoli contenenti in tutto 61 articoli. I capitoli sono dedicati alla definizione del ruolo e degli scopi del Movimento Olimpico, alle regole per le federazioni sportive internazionali e per i comitati olimpici nazionali. L’ultimo capitolo della Carta Olimpica definisce invece le norme che devono essere seguite per la scelta della città che ogni quattro anni ospita i Giochi invernali o quelli estivi, le regole che devono seguire i media per raccontare le Olimpiadi e i tipi di sponsorizzazioni consentiti.

    Un passaggio della Carta Olimpica è dedicato espressamente al principio di uguaglianza e di collaborazione tra chi vuole partecipare ai Giochi:

    La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play.


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    I ciclisti si preparano per la loro gara alle Olimpiadi di Atene 1896
    (AP Photo)



    Molti attivisti hanno ripreso questo principio fondamentale della Carta Olimpica per protestare contro il governo russo – che organizza i Giochi invernali di Sochi che iniziano oggi – accusato di non fare nulla per tutelare i diritti delle persone omosessuali nel paese e avere sostenuto di recente una nuova legge che di fatto vieta di parlare di omosessualità. Molti capi di governo e di stato hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di apertura in segno di protesta, o comunque per rimarcare la loro distanza dalle decisioni sul tema dei diritti agli omosessuali del presidente russo Vladimir Putin. Il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta sarà invece presente, e ha spiegato che “essere in Russia – da presidente del Consiglio di un Paese che storicamente tanta parte ha avuto nella costruzione della coscienza europea – significa esprimere, appunto in una dimensione pubblica, la nostra concezione di libertà, di comunità, di rispetto dell’altro”.

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    L’atleta statunitense Robert Garrett durante il lancio del disco, disciplina per cui vinse l’oro alle prime Olimpiadi dell’era moderna ad Atene nel 1896
    (Getty Images)



    Le prime Olimpiadi dell’era moderna furono organizzate ad Atene nel 1896. I Giochi invernali nacquero molto più tardi, nel 1924, e si tennero per la prima volta a Chamonix in Francia. L’Italia ha ospitato due volte le Olimpiadi invernali: nel 1956 a Cortina d’Ampezzo e nel 2006 a Torino. I Giochi estivi si sono tenuti una sola volta in Italia nel 1960 a Roma.

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    Atleti tedeschi durante un esercizio alle Olimpiadi di Atene 1896
    (AP Photo)
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    L’atleta tedesco Karl Schumann alle Olimpiadi di Atene 1896
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    La famiglia olimpica tedesca nell’aprile del 1896 a bordo di una nave che li sta portando ad Atene per le Olimpiadi
    (AP Photo)
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    Il palco della famiglia reale greca alla cerimonia di apertura dei primi Giochi olimpici dell’era moderna ad Atene nel 1896
    (AP Photo)
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    Membri del team statunitense di atletica durante le Olimpiadi di Atene 1896
    (AP Photo)
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    Il fondatore delle Olimpiadi moderne, Pierre de Cubertin (il primo seduto da sinistra) con altri membri del Comitato Olimpico Internazionale ad Atene nel 1896
    (FILES)/AFP/Getty Images)
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    Lo stadio di Atene 1896
    (Henry Guttmann/Getty Images)
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    Tre atleti si allenano per la maratona prima dei Giochi olimpici di Atene 1896
    (Burton Holmes/Henry Guttmann/Getty Images)
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    Il pubblico nello stadio olimpico di Atene 1896
    (London Stereoscopic Company/Getty Images)
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    La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Atene 1896
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    Le medaglie olimpiche delle Olimpiadi di Atene 1896, le prime dell’era moderna
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    La partenza della gara dei 100 metri piani durante le Olimpiadi di Atene 1896
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