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Claudio, per motivi di lavoro, non ha potuto postare personalmente...
BUON 1° MAGGIO!!!!
- Gabry -BUONGIORNO GIORNO... 1 MAGGIO 2012
Edizione Giornale Anno 3° Numero 011
RIFLESSIONI
....UNMONDO A COLORI......
Nessuno sapeva quando quell'uomo fosse arrivato in città. Sembrava sempre stato là, sul marciapiede della via più affollata, quella dei negozi, dei ristoranti, dei cinema eleganti, del passeggio serale, degli incontri degli innamorati…Ginocchioni per terra, con dei gessetti colorati, dipingeva angeli e paesaggi meravigliosi, pieni di sole, bambini felici, fiori che sbocciavano e sogni di libertà. Da tanto tempo, la gente si era abituata all'uomo. Qualcuno gettava una moneta sul disegno. Qualche volta si fermavano e gli parlavano…Gli parlavano delle loro preoccupazioni, delle loro speranze; gli parlavano dei loro bambini: del più piccolo che voleva ancora dormire ne lettone e del più grande che non sapeva che Facoltà scegliere, perchè il futuro è difficile da decifrare... L'uomo ascoltava, ascoltava molto e parlava poco. Un giorno, l'uomo cominciò a raccogliere le sue cose per andarsene. Si riunirono tutti intorno a lui e lo guardavano. Lo guardavano ed aspettavano. "Lasciaci qualcosa. Per ricordare"…L'uomo mostrava le sue mani vuote: che cosa poteva donare? Ma la gente lo circondava e aspettava…Allora l'uomo estrasse dallo zainetto i suoi gessetti di tutti i colori, quelli che gli erano serviti per dipingere angeli, fiori e sogni, e li distribuì alla gente…Un pezzo di gessetto colorato ciascuno, poi senza dire una parola se ne andò…Che cosa fece la gente dei gessetti colorati? Qualcuno lo inquadrò, qualcuno lo portò al museo, qualcuno lo mise in uncassetto, la maggioranza se ne dimenticò….quell’uomo ti ha lasciato la possibilità di colorare il mondo….non aspettare…
(dal web)
“Sopra un foglio di carta lo vedi il sole è giallo
ma se piove due segni di biro ti danno un ombrello
gli alberi non sono altro che fiaschi di vino girati
se ci metti due tipi là sotto saranno ubriachi
l’erba è sempre verde e se vedi un punto lontano
non si scappa o è il buon Dio o è un gabbiano e va
Verso il mare a volare ed il mare è tutto blu
e una nave a navigare ha una vela non di più
ma sott’acqua i pesci sanno dove andare
dove gli pare non dove vuoi tu
e il cielo sta a guardare ed il cielo è sempre blu
c’è un aereo lassù in alto e l’aereo scende giù
c’è chi a terra lo saluta con la mano
va piano piano fuori da un bar chissà dove va
Sopra un foglio di carta lo vedi
chi viaggia un treno sono tre buoni amici
che viaggiano e parlano piano
da un’America all’altra è uno scherzo, ci vuole un secondo
basta fare un bel cerchio ed ecco che hai tutto il mondo
un ragazzo cammina cammina
arriva ad un muro
chiude gli occhi un momento
a davanti si vede il futuro già.
E il futuro è un’astronave che non ha tempo ne pietà
va su Marte va dove vuole niente mai lo sai la fermerà
se ci viene incontro non fa rumore
non chiede amore e non ne da
Continuiamo a suonare, lavorare in città
noi che abbiamo un po’ paura, ma la paura passerà
siamo tutti in ballo siamo sul più bello
in un acquarello che scolorirà .. che scolorirà.
Sopra un foglio di carta
lo vedi il sole è giallo ma scolorirà
ma se piove due segni di biro
ti danno un’ombrello che scolorirà
basta fare un bel cerchio ed ecco
che hai tutto il mondo che scolorirà”.
(Toquinho, Acquarello)ATTUALITA’
Le colonie spaziali della NASA
Dopo aver sorvolato i grattacieli di Manhattan, venerdì scorso lo Shuttle Enterprise è atterrato all’aeroporto JFK di New York su un Boeing 747 modificato, segnando una delle ultime appendici del programma spaziale degli Shuttle avviato dalla NASA verso la fine degli anni Sessanta e terminato lo scorso anno con l’ultima missione in orbita dell’Atlantis. L’ente spaziale ora è al lavoro per progettare il suo prossimo sistema di trasporto spaziale, mentre alcune società private stanno sperimentando le loro navicelle per raggiungere lo spazio. La NASA ha molti piani per il proprio futuro, ma le risorse economiche sono limitate e stanno condizionando lo sviluppo dei progetti. È un momento delicato e sembrano lontani i tempi in cui si immaginava di poter costruire enormi basi orbitali per ospitare decine di migliaia di esseri umani.
Negli anni Settanta, mentre i tecnici e gli ingegneri si davano da fare per studiare un sistema di trasporto riutilizzabile come lo Shuttle, i progettisti del NASA Ames, il principale centro di ricerca dell’ente spaziale, commissionarono la realizzazione di diverse elaborazioni grafiche per illustrare le loro idee su una futura colonizzazione dello spazio. Ipotizzarono che la soluzione migliore fosse la costruzione di basi orbitali e non planetarie o su satelliti naturali come la Luna. Le basi in orbita intorno alla Terra, in grado di ospitare fino a diecimila persone, avrebbero consentito rifornimenti più rapidi, una grande produzione di energia grazie ai pannelli solari e si sarebbero rivelate più pratiche ed economiche da costruire. I progettisti che si occuparono del progetto per il NASA Ames immaginarono negli anni Settanta che una prima colonia orbitale sarebbe stata costruita entro 25 – 50 anni. Realizzata la prima unità, sarebbe stato poi più semplice costruire le basi orbitali successive. A oggi l’unica struttura che consente di vivere per lungo tempo in orbita è la Stazione Spaziale Internazionale, dove vivono e lavorano astronauti delle principali agenzie spaziali di tutto il mondo. L’aspetto della Stazione è tuttavia molto diverso da quello delle immaginifiche rappresentazioni grafiche commissionate dalla NASA negli anni Settanta. (ilpost)
Il grattacielo più alto di New York
Tempo atmosferico permettendo, oggi pomeriggio un pilastro di acciaio sarà collocato sulla sommità dell’enorme cantiere verticale dello One World Trade Center (1 WTC), il nuovo grattacielo in fase di costruzione a Manhattan nella zona di Ground Zero dove un tempo sorgevano i palazzi del vecchio World Trade Center, distrutti o gravemente danneggiati dagli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001. Il pilastro di oggi sarà il primo del centesimo piano e renderà l’edificio il più alto di tutta la città con 387,4 metri, circa 6,4 metri in più dello storico Empire State Building.
La gestazione del nuovo edificio ha richiesto anni di discussioni per la definitiva approvazione dei progetti, cosa che ne ha rallentato la messa in cantiere. I lavori sono poi proceduti speditamente e a tappe forzate, cosa che ha consentito di arrivare al ritmo di un nuovo piano costruito ogni settimana. 1 WTC è affiorato tra gli altri grattacieli di Lower Manhattan, cambiando lo skyline della città. Entro due mesi la costruzione dello scheletro del grattacielo dovrebbe essere completata, con la collocazione dell’ultimo piano che si troverà a una altezza di 417 metri. Il prossimo anno sulla sommità sarà poi installata una grande antenna che porterà l’altezza complessiva del palazzo a 541, 3 metri, ovvero 1776 piedi per ricordare l’anno della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. La città di New York sta quindi per riavere un grattacielo più alto dell’Empire State Building e chiamato nello stesso modo della Torre Nord del World Trade Center, una delle due torri gemelle che furono distrutte da al Qaida quasi undici anni fa. Con la costruzione del vecchio WTC, l’altezza dell’Empire fu superata il 19 ottobre del 1970 di circa 1,2 metri con la posa di una delle strutture di acciaio che costituivano lo scheletro dell’edificio. Come spiegano sul New York Times, all’epoca la costruzione del World Trade Center fu fortemente osteggiata da proprietari di immobili e costruttori, preoccupati dalla possibilità che i due grandi grattacieli potessero rompere gli equilibri del mercato immobiliare. Lawrence A. Wien, che tra gli anni Sessanta e Settanta era parte della holding dell’Empire State Building, comprò il 2 maggio del 1968 una intera pagina del New York Times per mettere in guardia sui pericoli costituiti dal nuovo WTC. L’annuncio comprendeva il disegno di un aeroplano di linea diretto verso l’ultimo piano del WTC. All’epoca, si riteneva che un palazzo così alto potesse costituire un pericolo per il traffico aereo, o almeno lo pensava Wien. L’accoglienza ai giorni nostri del nuovo 1 WTC da parte di chi controlla l’Empire State Building è stata più all’insegna della cortesia e dell’amicizia. La società ha diffuso un breve comunicato rivendicando di essere “l’antenato di tutti i grattacieli” e salutando il “nuovo cugino più alto nello skyline” della città. L’Empire State Building con i suoi 381 metri rimarrà il secondo edificio più alto di New York, seguito dalla torre della Bank of America che misura 366 metri ed è stata completata nel 2008. Al terzo posto c’è un altro storico edificio della città, il Chrysler Building con 320 metri e al quarto il palazzo del New York Times, con 319 metri. (ilpost)
Magnate minerario australiano costruirà il "Titanic II"
Il ricchissimo magnate minerario australiano Clive Palmer ha annunciato oggi piani per costruire una flotta di navi di lusso di classe mondiale, fra cui una versione del 21/mo secolo del Titanic. Palmer ha detto di aver costituito una nuova linea di navigazione, Blue Star Line Ltd, e di aver firmato un protocollo d'intesa con la compagnia cinese di proprietà statale CSC Jinling Shipyard per costruire il Titanic II. Con i più avanzati sistemi di navigazione e di sicurezza, il Titanic II percorrerà i mari dell'emisfero nord, e il suo viaggio inaugurale da Londra a New York, scortato da unità della marina cinese, è in programma nella seconda metà del 2016, ha detto Palmer ai giornalisti. La ricostruzione del Titanic sarà un contributo allo spirito degli uomini e donne che lavoravano nel transatlantico originale, che affondò 100 anni fa dopo una collisione con un iceberg con oltre 1500 morti fra passeggeri ed equipaggio. Palmer ha detto che è già avviato il lavoro di progettazione, con la collaborazione di una squadra di ricerca storica. Avrà le stesse dimensioni del suo predecessore, con 840 camere e nove ponti. Alla domanda se la nuova nave possa affondare, ha assicurato che sarà progettata e costruita con tutta tecnologia appropriata in modo che non affondi. "Ma naturalmente se uno è superstizioso, non saprà mai cosa può accadere", ha aggiunto.MUSICAL
Aggiungi un posto a tavola (musical)
Aggiungi un posto a tavola è una commedia musicale italiana in due atti di Garinei e Giovannini, scritta tra il 1973 e il 1974 con Iaia Fiastri, liberamente ispirata al romanzo After me the Deluge di David Forrest. Le musiche sono di Armando Trovajoli, le scene e i costumi di Giulio Coltellacci e le coreografie di Gino Landi.
Aggiungi un posto a tavola è una commedia musicale in due atti, scritta tra il 1973 e il 1974 con Iaia Fiastri, liberamente ispirata al romanzo "After me the deluge" di David Forrest. Le musiche sono di Armando Trovajoli, le scene e i costumi di Giulio Coltellacci.
Trama: Don Silvestro, parroco di un immaginario paese di montagna, riceve una telefonata del Padreterno in persona che gli comunica l'intenzione di mandare sulla terra il secondo diluvio universale. Come un novello Noè, riceve l'incarico di costruire un'arca di legno, per mettere in salvo dal diluvio tutti gli abitanti e gli animali del paese.
Per portare a termine il suo compito, il curato avrà bisogno dell'aiuto dei compaesani, che non subito gli crederanno, ma saranno convinti da un miracolo 'in diretta'. Di don Silvestro è perdutamente innamorata Clementina, figlia del sindaco del paese, Crispino; quest'ultimo, avido e miscredente, è invece ostile al parroco e tenta di ostacolarlo in tutti i modi, creandogli non pochi problemi.
Don Silvestro non può ricambiare l'amore di Clementina per rispettare il vincolo del celibato ecclesiastico. La storia è impreziosita da altre figure come Consolazione, una donna di facili costumi che giunge in paese a distrarre dai doveri coniugali gli uomini del paese, proprio nella notte prima del diluvio, destinata dal Signore alla procreazione. A ristabilire l'ordine e riportare gli uomini del paese tra le braccia delle mogli penserà nuovamente il Signore, che ridonerà all'impotente Toto, lo scemo del villaggio, la sua virilità per tenere impegnata Consolazione. Alla fine il diluvio viene scongiurato proprio da Don Silvestro, che convince Dio che è meglio lasciar perdere. Nel gran finale si mangia e si brinda attorno ad una tavola circolare, sulla quale scende una colomba bianca che va ad occupare un posto rimasto vuoto. È per Lui che si aggiunge un posto a tavola.(Lussy)
... CURIOSANDO E RACCONTANDO …
Sia intarsiate a regola d’arte, o di legno grezzo inchiodato, le culle hanno ugual valore di amore, cura e tenerezza per i bambini che ci dormono. Questa è in una modesta stalla, guardata dai grandi occhi della paziente mucca, e rievoca la mangiatoia-culla di Betlemme.. E’ sempre la “cuna fida” come rievoca Dante, attorno alla quale i padri e le madri trastullano i pargoletti cercando di tranquillizzarli e farli addormentare magari cantando una vecchia ninna nanna che ogni regione ha sviluppato sia per i bambini buoni che per quelli piu vivaci.La storia della CULLA
La culla cambiava da regione a regione e a seconda del ceto sociale delle famiglie. C'erano le culle fatte tipo mangiatoia, ricavate da mezzo tronco d'albero oppure quelle a forma di scatola (box) composte da varie assi di legno e sospesa a due aste, oppure in vimini con capote incorporata. Erano costruite in modo da essere maneggevoli e leggere per essere spostate e portate fuori quando ad esempio si andava a lavorare i campi. Erano addirittura appoggiate e legate alle spalle come gerle, usando per lo scopo anche mezzi barili di legno dentro i quali i bambini fasciati erano sistemati. Infatti la fasciatura così stretta permetteva il trasporto e lo spostamento facile e veloce del neonato. La maggioranza poggiavano su traversine di legno ricurve che permettevano il dondolamento della culla (culle basculanti): c'erano due versioni di dondolio: uno verso il lato più corto della culla (tipo francese) e quello verso il lato più lungo (tipo italiano). Esistevano in Toscana anche delle culle a rotelle. I legni maggiormente utilizzati erano quello di pino, di larice, di cipresso, perché più facili da reperibile e da lavorare, e poi resistenti ad assorbire le pipì e naturalmente profumati. L'ebano scuro, usato per le ricche culle aristocratiche, aveva un valore protettivo: il colore scuro allontanava la paura del buio e per questo un pezzetto di ebano scuro veniva appeso sulla culla di tutti i bambini. Ma il legno presentava il rischio di essere infestato da indesiderati ospiti. E allora dapprima fu consigliato l'uso del vimini che consentiva anche una buona aerazione all'interno della culla, ma in seguito fu caldeggiata la struttura in metallo che poteva essere lavata e disinfettata. Ma comunque sia la dolce e premurosa mamma cullava e dondolava la culla, anche se all'orizzonte apparivano i primi segnali dello sviluppo dell'era moderna: nel primo quarto dell'Ottocento si ebbe notizia di una culla che dondolava automaticamente con regolarità e delicatezza....curiosità...
In età romana accanto alla "cuna" vegliava la dea Cunina che allontanava gli spiriti maligni e assicurava sogni belli e sereni; allora colui o colei che per professione faceva dondolare la culla veniva chiamato cunarius o cunaria. Anche nel Rinascimento nelle case ricche e aristocratiche esisteva una serva che era pagata solamente per dondolare la culla e veniva chiamata cullatrice, ma anche in epoche più recenti si ha notizia di domestiche preposte a quella mansione, che dovevano avere tra i requisiti richiesti anche una dolce e bella voce.
Nell'antica Roma si stendeva uno strato di foglie di alloro e mirto sotto il bambino oppure si spargevano petali di fiori in modo da profumare le culle. Nell'ottocento i materassi delle culle erano dei sacchi di tela imbottiti di crine di cavallo, di alghe marine, di paglia e di foglie di felce che rilasciano delicate e profumate fragranze.
Le culle medievali italiane differiva da quelle francese da come erano messe la traversine di legno che consentivano di dondolare. Le francesi dondolavano lungo il lato corto, mentre le italiane lungo il lato lungo. In questo secondo caso la testa del bambino andava su e giù. Questo movimento era associato a quello dell'uccellino che "beccheggia" cioè che becca.
Per allontanare il malocchio e le influenze malefiche la culla doveva essere dipinta con colori scaramantici come il rosso ed addobbata con oggetti di protezione come il corno, il fiocco, pezzi di ferro o di legno scuro come l'ebano oppure con immaginette di santi ..anche le coperte erano tinte con colori scaramantici come il rosso o il verde.
Nella tradizione popolare la culla si trasmetteva da generazione in generazione e prima della nascita di un bambino non doveva essere preparata né dondolata.
(Maria Antonietta Filipponio)(Gabry)
RUBRICHE
Martedì, 1 Maggio 2012
SAN GIUSEPPE ART.
Settimana n. 18
Giorni dall'inizio dell'anno: 122/244
A Roma il sole sorge alle 05:05 e tramonta alle 19:08 (ora solare)
A Milano il sole sorge alle 05:10 e tramonta alle 19:30 (ora solare)
Luna: 1.59 (tram.) 13.49 (lev.)
Proverbio del giorno:
Aprile e maggio son la chiave di tutto l'anno.
Aforisma del giorno:
Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce; piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno.
(Siracide)(Redazione)
L’ISOLA NELLO SPORT
ORIENTEERING
Di corsa a contatto con la natura attraverso boschi, parchi, laghi o fiumi, questa è l’essenza dell’orienteering; ci si sposta su un territorio non conosciuto aiutandosi con una cartina topografica o mappa, una bussola e soprattutto sfruttando la propria capacità di orientamento per scegliere il percorso più veloce e vantaggioso per giungere al traguardo. La corsa e tutti gli sport di orientamento vengono considerati altamente educativi in quanto riescono a coniugare attività sportiva in ambiente naturale con una preparazione fisica e mentale di alta qualità. Le capacità che vengono utilizzate in questo tipo di competizione sono indubbiamente la velocità di spostamento tra le varie lanterne, la resistenza, poiché il percorso è quasi sempre impegnativo e di lunga durata e va a sollecitare l’apparato cardio-respiratorio e la capacità di orientamento spaziale; inoltre, sono di estrema importanza gli aspetti psicologici ogni qualvolta sia necessario superare imprevisti e avere la lucidità per prendere decisioni corrette in pochissimi secondi.La storia
L’orienteering è un’espressione sportiva che nasce e si sviluppa nei primi anni del Novecento nei paesi della penisola scandinava e più precisamente in Svezia intorno al 1919. La prima manifestazione sportiva internazionale avviene nel 1932 tra Svezia e Norvegia; successivamente si ha la partecipazione anche della Danimarca, dell’ex Unione Sovietica, della Svizzera, dell’Ungheria, della Cecoslovacchia. Nel 1959 in Svezia, grazie alla costituzione della “International Orienteering Federation” si è dato un importante impulso alla crescita e alla diffusione di questo sport. Le prime notizie di questo sport in Italia risalgono agli anni ’50; l’orientamento in Italia è inizialmente seguito da gruppi sportivi militari soprattutto nella zona della città di Bolzano, per poi dare origine al Comitato Trentino di Orientamento (C.T.O.). Si mantiene negli ambiti di tipo militare fino a quando nel 1986 nasce la F.I.S.O. (Federazione Italiana Sport Orientamento) grazie a Vladimir Pàcl, fondista e orientista cecoslovacco che segue e coordina la nascita e la fondazione di questa organizzazione. Da qui l’orientamento si diffonde anche sul territorio italiano dove si organizzano le prime gare internazionali come quella presso Castelrotto, in provincia di Bolzano, nel 1993. Dal 1996 si è tentato di portare questa disciplina alle Olimpiadi ma ad oggi non si è arrivati a nessun accordo. Nel 1998 durante la XVIII edizione dei Giochi Olimpici Invernali a scopo dimostrativo è stato introdotto lo Sci-Orientamento (Sci-O), una esperienza importante che non ha avuto sviluppo. Tra le gare di rilevanza internazionale, le più importanti sono oggi l’Orienteering World Cup, il World Orienteering Championship e il World Game.La Corsa di Orientamento (CO)
Una gara di orientamento è di fatto una gara di velocità. I concorrenti partono distanziati di alcuni minuti l’uno dall’altro e devono raggiungere nel minor tempo possibile il traguardo dopo essere passati da una serie di punti prefissati segnalati da un prisma triangolare di colore bianco e arancione che viene chiamato tecnicamente “lanterna”. Questi punti sono segnati su una cartina che viene consegnata dagli organizzatori a ogni atleta prima dell’inizio della gara. Per dimostrare di essere passati dai punti di controllo assegnati il concorrente dovrà “punzonare” il proprio cartellino (testimone) con un apposito attrezzo posto sempre vicino alla lanterna. Da pochi anni nelle manifestazioni e competizioni più importanti non viene più utilizzata la punzonatrice ma un sistema moderno ed efficace consistente in un chip, denominato “Sport-Ident” o “SI-Card”, che si fa registrare ad ogni passaggio di lanterna e i cui dati vanno scaricati all’arrivo su apposito computer. Dopo aver completato il percorso e attraversato tutte le lanterne l’atleta si dirige rapidamente al traguardo dove viene preso il tempo di arrivo Qualora sul cartellino dovessero mancare delle punzonature significa che una o più lanterne sono state saltate e la prestazione non viene ritenuta valida. Questa formulazione di gara è la più classica e dura circa un’ ora. Esiste anche una formula che prevede la partecipazione a squadre (staffetta) in cui i concorrenti partono tutti contemporaneamente e compiono un certo percorso, realizzando le opportune punzonature e vengano successivamente sostituiti da altri giocatori che proseguiranno la gara sino al suo termine. Anche in questo caso vince la squadra che complessivamente impiega meno tempo. Ancora, esistono anche delle formule di “gara a tempo” in cui si stabilisce un tempo massimo entro cui gli atleti devono attraversare più punti di controllo possibile.Sci orientamento (Sci-O)
Anche lo sci di orientamento ha origine scandinava ma la sua diffusione ha interessato paesi come la Russia, l’Italia, la Svizzera e L’Austria oltre che l’Australia, il Canada e la Nuova Zelanda.
L’Italia, grazie alle spiccate doti dell’atleta Nicolò Corradini, nato nella Val di Fiemme, ha acquisito notevole prestigio in questa disciplina, aggiudicandosi per ben quattro volte il primo posto ai Campionati Mondiali.
Le tecniche e l’attrezzatura è quella dello sci di fondo; l’atleta, munito di un leggio rotante e con incorporato una bussola, deve andare a ricercare lungo le piste battute tra i boschi alcuni punti di controllo segnalati su una mappa e riconoscibili grazie alle lanterne bianco- arancioni. Si tratta anche qui di una gara a tempo in cui ci si muove su un territorio difficile e vario e in cui l’aspetto mentale gioca un ruolo determinante.Mountain bike orientamento (Mtb-O)
In questa specialità bisogna essere molto bravi a gestire il mezzo con abilità e padronanza poiché durante il tragitto bisognerà anche controllare la propria cartina topografica e leggere attentamente la bussola nel minor tempo possibile. Si svolge secondo le modalità descritte negli altri sport ma si suddivide in categorie diverse per età e capacità atletica. È obbligatorio percorrere solamente le strade segnate sulla mappa, senza fare percorsi alternativi più brevi, pena la squalifica. Si pratica, ovviamente, nei paesi Scandinavi, nell’Europa centrale, in Francia e nella Repubblica Ceca. Dal 1996 tale attività è regolamentata a livello internazionale dalla Federazione Internazionale (I.O.F.).Orienteering di precisione (Trail-O)
È una disciplina che consente a tutte le persone, comprese quelle con diversa abilità fisica, di poter svolgere una gara di orientamento alla pari con gli altri concorrenti. Vengono accettate carrozzine di tipo manuale o elettriche, hand-bikes e altri supporti. A differenza delle altre competizioni qui la velocità non è un elemento determinante ma ogni atleta di Trail-O deve saper identificare i punti individuati sul terreno dalla cartina e non confonderli con quelli fasulli posti nelle vicinanze di essi; una volta riconosciuta si registra la risposta su un cartellino-testimone.
Esistono due tipi di categorie:
- Open: che comprende le persone normodotate e disabili
- Paraolimpica: riservata ai concorrenti con disabilità fisica.(Gina)
Novita' Musicali
Rita Ora - R.I.P. (ft Tinie Tempah)
E' una corazzata quella che accompagna Rita Ora verso il suo primo album: da quando la ragazza ha convinto Jay-Z a puntare su di lei si è infatti messa in moto una macchina organizzativa fatta di grandi mezzi a disposizione e nomi altisonanti.
Non si conosce ancora il titolo di questa prima fatica, ma scorrere l'elenco dei personaggi che ci hanno messo la faccia rende l'idea della sfarzosa produzione (Kanye West, Will.I.Am e Drake possono bastare?).
Dopo una serie di video incentrati sul lavoro in studio della cantante, è entrata in rotazione da qualche tempo la prima traccia ufficialmente estratta dall'album, ovvero “R.I.P.”.
Trattasi di brano che rientra nell'ormai consolidata categoria da club, ove la voce di Rita Ora si muove su un tappeto elettronico sincopato e viene affiancata da quella rappeggiante di Tinie Tempah.
Il pezzo funziona, è costruito secondo i canoni del genere e si avvantaggia della qualità offerta – ancora una volta – da un team mostruoso: “R.I.P.” nello specifico arriva dalla penna di Drake e passa per la produzione di Chase & Status.
Per quanto riguarda l'interprete, al suo esordio da star dopo svariate collaborazioni, che dire? Timbrica e personalità sembrano create apposta per salire sul treno delle colleghe di genere, e la mancanza di originalità potrebbe (ahimè) essere proprio l'arma vincente per inserirsi nel giro senza rigetti.
Sergio Cadeddu,
Video(Lussy)
... PARLIAMO DI ...
"Crede lei che non ci sia altro che Mantova a questo mondo?"
(Conte Attilio ne "I Promessi Sposi")MANTOVA
“...talmente bella da rimanere storditi” è questo uno dei commenti che ci vengono in mente ad ascoltare uno dei tanti viaggiatori in visita a Mantova, città scelta come patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Come le sue vicine città dell'Emilia e della Lombardia, anche Mantova deve la sua passata grandezza ed i suoi monumenti rinascimentali alle famiglie che l'hanno governata nei secoli, in particolare ad una, i Gonzaga, che da umili origini contadine riuscirono a conquistare la città nel 1328 ed a governarla per quasi quattro secoli, fino al 1707.
Il nome “Mantova” deriva da “Manto”, una divinità adorata dai primi abitanti della città, i quali appartenevano al popolo degli Etruschi.
PALAZZO DUCALE. Oltre 34.000 m² d'estensione per uno dei più vasti palazzi di corte in Europa, il Palazzo ducale di Mantova ha visto nascere e crescere il potere dei Gonzaga, lo stesso palazzo diventò in seguito anche residenza principale della regnante Maria Teresa d'Austria. In oltre 500 camere di valore inestimabile troviamo tesori artistici opere dei più importanti pittori del Rinascimento italiano... Andrea Mantegna, che fu pittore di corte e trascorse la maggior parte della sua vita lavorando a Mantova. Tutti gli artisti che passarono per Mantova hanno lasciato la loro firma nel grande palazzo: del Pisanello si ammira per esempio il ciclo di affreschi 'cavallereschi' arturiani (dipinti tra il 1436 ed il 1444) e riscoperto negli anni sessanta dello scorso secolo dietro un intonaco, non si perda inoltre la Sala degli Arcieri con la grande tela di Rubens raffigurante la famiglia Gonzaga. Alcune delle opere d'arte create per i Gonzaga furono nel tempo trasferite altrove in Europa, per esempio il famoso Parnaso (dipinto per lo Studiolo) è oggi custodito al museo del Louvre di Parigi, così come altre opere del Perugino, di Lorenzo Costa (tra cui il bel Isabella d'Este nel regno di Armonia) e del Correggio. Le tele vennero infatti donate al Cardinale Richelieu per le collezioni reali di Luigi XIV. All'interno del Palazzo si ammirino anche la statua funebre di Margherita Gonzaga Malatesta ed il busto di Francesco Gonzaga, così come il quadro di Domenico Marone, La cacciata dei Bonacolsi. La Sala degli Arazzi, che custodisce preziosi tessuti di provenienza fiamminga, creati su disegni preparati da Raffaello e dalla sua scuola, e la Galleria degli Specchi, con decorazioni pittoriche in stile neoclassico realizzate nei primi due decenni del Seicento e poi rivisitate nel 1779 da Giocondo Albertolli.
Castello di San Giorgio di Mantova. Dalle numerose camere labirinti, corridoi, scale, cortili e direzioni varie si raggiunge il Castello di San Giorgio, diventato nel tempo parte integrante del grande palazzo di Mantova. Il castello nacque come edificio difensivo nel 1395 e poi completato nel 1406. Al suo interno sono conservate importanti testimonianze storiche ed artistiche della Mantova di un tempo: l'Appartamento dei Nani, la Galleria dei Mesi e l'Appartamento Estivale, che si affaccia su un cortile a giardini pensili. La ben nota Camera degli Sposi, (Camera Picta) situata negli appartenenti che furono di Isabella d'Este (furono necessari ben nove anni al Mantegna per completare il ciclo di affreschi alle pareti e alle volte del soffitto), un affascinante testimonianza della vita di corte del Cinquecento.
Il Palazzo del Te è stato costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga per l'architetto e pittore Giulio Romano. Il nome ha origine da una delle isole una volta presenti nel grande canale di Mantova, il Rio, isola di Tejeto e abbreviata a 'Te'.... venne costruito come dimora 'di piacere e tranquillità' e si spiegano così le belle sale interne create dai grandi maestri pittorici dell'epoca. All'interno il grande patrimonio d'arte custodisce: opere di Tiziano, di Anselmo Guazzi e Agostino da Mozzanica, e poi ancora le sale affrescate, come la Camera del Sole e della Luna con le volte in stucco bianco e azzurro, la Sala dei Cavalli, con affreschi delle scuderie dei Gonzaga e soprattutto la famosa Camera dei Giganti, anch'essa del Romano, affrescata con scene classiche di gruppi di Titani e antiche divinità pagane. La Sala Tinelli e la Sala Fruttiere, che serviva da 'serra' invernale per la piante da frutto del palazzo.
Palazzo di San Sebastiano. Accanto ai due palazzi precedenti, troviamo anche il Palazzo San Sebastiano originario del XVI secolo e costruito per conto di Francesco II Gonzaga, dagli architetti Gerolamo Arcari e Bernardino Ghisolfo. Dopo varie destinazioni d'uso, deposito d'armi, caserma, lazzaretto, scuola, l'edificio fu ristrutturato al su antico splendore solo alla fine del XX secolo.....da notare la splendida Loggia dei Marmi e numerosi affreschi di quasi quattro secoli di storia della Mantova dei Gonzaga, sospesa tra Umanesimo e Rinascimento.
Cattedrale di San Pietro (Duomo di Mantova). Il campanile conserva lo stile romanico originario, mentre la facciata, graziosa e in marmo roseo, è decorata da rosoni e pinacoli in un tipico stile barocco.
Basilica di Sant'Andrea. La più grande chiesa di Mantova è anche una delle costruzioni rinascimentali più importanti della città. La sua edificazione venne commissionata a Leon Battista Alberti nel 1462 da Ludovico II Gonzaga, del quale si riconosce la splendida facciata del Quattrocento, mentre la cupola Settecentesca è del Juvarra; l'intero edificio venne infatti costruito in oltre tre secoli. Andrea Mantegna, pittore di corte dei Gonzaga, è sepolto nella prima cappella a sinistra. Nella cripta è ospitata una teca che secondo i fedeli contiene il Preziosissimo Sangue di Cristo (presumibilmente portato qui da Longino, il soldato romano che spinse la sua lancia nel costato di Gesù) ed è oggetto della festa patronale di Sant'Anselmo di Mantova, il 18 marzo.
Le origini del Palazzo d'Arco di Mantova sono recenti, se si considerano altri edifici storici della città. La sua costruzione risale infatti al 1784 e questo si può notare anche dallo stile neoclassico di chiara ispirazione palladiana. Il progetto è opera di Antonio Colonna, un celebre architetto dell'epoca. All'interno si ammirano diverse sale affrescate, tra cui la Sala dello Zodiaco.
La piazza delle Erbe è così chiamata per via del mercato dei prodotti alimentari che traspare da un lato. Già nel medioevo si testimoniava la presenza di un mercato, importante centro di vita cittadina. Si spiegano così anche la serie di palazzi tardo-medievali e rinascimentali inclusi il Palazzo della Ragione e il Palazzo del Podestà, dei secoli XII e XIII e la Torre dell'Orologio, così chiamata per l'orologio astronomico del XIV secolo. Al lato della piazza è situata la struttura religiosa più antica della città, la Rotonda di San Lorenzo, una chiesa in miniatura del XI secolo. Secondo la tradizione la sua costruzione venne commissionata da Matilde di Canossa, in onore al Santo Sepolcro di Gerusalemme e dedicata al martirio di San Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma. L'interno della chiesa, in stile romanico, è di grande effetto visivo e si compone di un abside semircircolare che espone affreschi d'arte di scuola bizantina. La chiesa venne sconsacrata nella seconda metà del XVI secolo per poi venire gradualmente lasciata in abbandono, andando a formare parte del quartiere ebraico di Mantova. Dal 1926 la chiesa è stata riaperta al culto cristiano.
(informagiovani-italia)...storia...
Il primo villaggio risale a circa il 2000 a.C.; in seguito, l'area venne abitata dal popolo degli Umbri. Nel VI secolo a.C. si sviluppò la città etrusca all'interno di un territorio dove numerosi sono i siti archeologici con tracce della civiltà etrusco-padana, il più importante dei quali è il Forcello, nel vicino comune di Bagnolo San Vito. Dopo la dominazione dei Galli Cenomani vi fu la conquista dei Romani avvenuta nel 214 a.C. Divenuta colonia, assurse al titolo di città libera dopo la promulgazione della Legge Giulia del 90 a.C. che estese la cittadinanza romana agli abitanti delle colonie e divenne "municipium" dal 47 a.C. Il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, piccolo villaggio nei pressi di Mantova, nacque Virgilio (Publio Virgilio Marone). Nonostante questi importanti eventi, la Mantua romana rimase ai margine, secondaria rispetto a città vicine come Verona e Cremona. Come già nella capitale dell'Impero Romano anche a Mantova giunse il messaggio cristiano. Nel 37 d.C. fu martirizzato Longino, il centurione romano che ferì al costato Gesù e che divenne custode del suo sangue e alcuni anni dopo giunse a Mantova e vi predicò, Barnaba, autore del vangelo apocrifo Gli Atti di Barnaba.
Nel 452 a Governolo si svolse il celebre incontro nel quale Papa Leone I fermò l'avanzata verso Roma di Attila, ma il destino di decadenza era ormai segnato. Caduto l'Impero Romano per mano di Odoacre nel 476 d.C., Mantova fu invasa dai Goti di Teodorico e successivamente fu occupata dai Bizantini. All'inizio del VII secolo la città divenne longobarda sotto la guida del re Agilulfo che la riconquistò il 13 settembre 602 e dal 774 iniziò il dominio dei Franchi. Intorno all'anno mille, con Tebaldo di Canossa, Mantova entrò a far parte dei possedimenti Canossiani. Fu elevata a capitale da Bonifacio III senza averne in cambio la fedeltà sperata. All'assassinio di quest'ultimo e dopo la quasi immediata morte dei due figli maschi, ci fu la successione con la figlia, la contessa Matilde che a Mantova vi era nata nel 1046. Durante il periodo matildico a Mantova si tenne un Concilio nel 1064 che assolse il papa Alessandro II dall'accusa di simonia e scomunicò l'antipapa Onorio II. Alla morte di Matilde, avvenuta il 25 luglio 1115, la città, formalmente feudo imperiale, poté costituirsi in Libero Comune in seguito alle concessioni dell'imperatore che rinunciò alla nomina di un nuovo conte. Con Pinamonte Benacolsi nel 1273, Mantova divenne una Signoria, ma il suo fulgente momento iniziò sotto la Signoria dei Corrado di Gonzaga, una delle più celebri e longevi famiglie del Rinascimento italiano, che salì al potere dopo l’uccisione in una rivolta popolare il 6 Agosto 1328 di Rinaldo detto il Passerino. Ben presto questa Signoria fu identificata solo col nome del luogo di origine, infatti inizialmente erano Capitani del Popolo, solo dopo il matrimonio nel 1433 di Gianfrancesco Gonzaga, figlio di Ludovico, con Barbara di Brandeburgo nipote dell'Imperatore germanico Sigismondo, il Casato ricevette “Il Marchesato”. La politica dei Gonzaga era una tenace difesa di un continuo equilibrio tra le potenze confinanti: Repubblica di Venezia, Milano, Ferrara e i possedimenti pontifici. Nel 1459 Papa Pio II proclamò una crociata contro i Turchi, così per decenni la maggior parte delle entrate dei Gonzaga, erano le condotte militari, proventi derivanti dal capitanato degli eserciti di stati alleati. Il culmine del prestigio per i Gonzaga si ebbe con Federico II, figlio di Isabella d'Este, che dal 1530 divenne Duca di Mantova, titolo concesso dall'Imperatore Carlo V dopo aver ricevuto un ingente somma. Nel 1536 in seguito al matrimonio tra Federico II e Margherita Paleologo ci fu l'annessione del lontano Marchesato (poi Ducato) del Monferrato. Essendo esaurita la linea primogenita, nel 1627 un ramo cadetto della famiglia, i Gonzaga-Nevers, francesi, salirono al potere con grande contrarietà dell’Imperatore Germanico, che nel 1630 per decidere la successione del Moferrato inviò un esercito di 36.000 Lanzichenecchi, che presero la città d’assalto devastandola e propagarono la peste. La città contava ormai solo 6.000 cittadini e del prestigio del passato non era rimasto più nulla. L'ultimo dei Gonzaga-Nevers, Ferdinando Carlo, si dimostrò politicamente inetto e inadeguato al ruolo alleatosi con i francesi, al tempo della guerra di successione spagnola, per paura del castigo imperiale, si rifugiò a Venezia, portando con sé quadri, gioielli, monili e denaro. Alla sua morte, nel 1708, venne dichiarato decaduto per fellonia e la sua famiglia perse tutti i diritti sul Ducato di Mantova che passò alla casa d'Austria e nel 1745 la città fu unita allo Stato di Milano. Il “Periodo austriaco” andò dal 1707 al 1797, cominciato sotto l’Imperatrice d’Austria Maria Teresa, che s’impegnò di restituire alla città quell’antica dignità e terminò con l’avvento di Napoleone Bonaparte, dopo un lunghissimo assedio dal 4 giugno 1796 al 2 marzo 1797. Durante la dominazione francese il 20 febbraio 1810 Andreas Hofer, considerato eroe della lotta armata tirolese a favore degli austriaci e contro Napoleone ritenuto invasore (ricordato tuttora nell’Inno Tirolese) fu fucilato a Mantova....miti e leggende....
Manto è una maga immaginaria, personaggio letterario della mitologia greca. Figlia dell'indovino tebano Tiresia dal quale aveva ereditato le capacità magiche e divinatorie, è ricordata da Virgilio (Eneide X, 198-200), da Servio nel suo commento a Virgilio, da Ovidio (Metamorfosi VI, 157) e da Stazio (Thebais, IV 463-466 e VII 578)..A seconda degli autori essa ha diversi connotati. Fu consacrata sacerdotessa di Apollo a Delfo. Per Virgilio fu moglie di Tosco (il mago personificazione del fiume Tevere) e madre di Ocno, leggendario fondatore di Mantova che prese il nome proprio da Manto. Secondo altri autori greci generò Mopso. In Stazio, dopo la morte del padre durante l'assedio di Tebe, essa iniziò a vagare per molti paesi, prima di fermarsi lungo le rive del Mincio dove creò un lago con le sue lacrime, il lago che circonda Mantova appunto. Queste acque avevano il magico dono di conferire capacità profetiche a chi le beveva. Dante Alighieri la riprese per includerla tra i dannati all'Inferno, nella quarta bolgia del ottavo girone dei fraudolenti, tra altri indovini mitologici compreso il padre Tiresia (Inf. XX, 52-57). La sua presenza dà l'occasione al poeta di scrivere una lunga parentesi sulle origini di Mantova, che viene fatta pronunciare da Virgilio stesso. Smentendo sé stesso, Dante immagina che egli rettifichi la sua versione dei fatti, circoscrivendo la fondazione a fatti scevri da riti magici: Manto sarebbe morta nel sito dove poi altri uomini, "sanz'altra sorte" cioè senza sortilegi, fondarono la città, scegliendo il nome in onore della donna lì sepolta. In realtà l'Alighieri la cita anche (in Pg. XXII 113) come figlia di Tiresia ospitata invece nel Limbo, commettendo quindi una probabile svista.
Viveva al tempo della guerra tra i Greci e i Troiani una celebre indovina chiamata Manto.
Un giorno ella volle abbandonare la città nativa per recarsi in un luogo più tranquillo. Sbarcò nell’Italia Meridionale e camminando arrivò alle rive del Fiume Tevere. Qui incontrò un giovane dio che aveva il palazzo sotto l’acqua del fiume, ma che doveva cacciare e cavalcare. Il dio del fiume, forte e buono, la sposò. Da quelle nozze nacque un bambino a cui misero nome Ocno Bianoro. Col passare del tempo Ocno imparò molte cose: sapeva suonare la cetra e il flauto, sapeva cacciare i cinghiali per la foresta e costruire forti zattere. Durante una tempesta sul fiume il padre scomparve. Manto e Ocno, rimasti soli, pensarono di abbandonare quella terra piena di ricordi.
Dopo aver vagato qua e là per l’Italia, giunsero ad un fiume detto Mincio che scorreva nella pianura per poi allargarsi e formare una palude. Manto vide in mezzo all’acqua due isolette piene di canne e volle rifugiarsi in quel luogo tranquillo e silenzioso. Ocno, per accontentare la madre, costruì una zattera e con essa arrivarono alle isolette del Mincio. Si costruirono una capanna di canne su una palafitta e qui l’indovina Manto visse fino alla morte. Ocno le fece una tomba sull’isola più bella. Poi invitò i pastori dei dintorni ad abitare in quella isoletta e chiamò quel luogo “Manto” in onore della madre.
(Virgilio)(Gabry)
Gossippando
Al Bano e Loredana Lecciso di nuovo insieme per i figli
AL BANO – Come annunciato solo il mese scorso, Al Bano Carrisi e Loredana Lecciso sono tornati insieme.
Ora, le immagini pubblicate da Gente testimoniano la ritrovata serenità della coppia.
“Siamo tornati a vivere insieme perché siamo una famiglia, unita non solo dai figli, ma anche da reciproco rispetto e stima” dichiara orgoglioso Al Bano, stringendo a sè i figli avuti dalla Lecciso: Jasmine e Albano jr.
La famiglia è stata fotografata presso la loro tenuta di 130 ettari in quel di Cellino San Marco.
“Al Bano e io abbiamo impegni diversi, che continuiamo a mantenere” dichiara la Lecciso.
“Io stimo Loredana, l’ho sempre detto. Se stiamo insieme? Giudicatelo voi” prosegue il cantante, che però non condivide la camera de letto con la madre dei tuoi figli.
Un pò strano no?(Lussy)
...LA NATURA SULL'ISOLA ...
I SIFAKA
I sifaka sono lemuri. A coniare il loro nome sono state le popolazioni del Madagascar; un nome onomatopeico, che riproduce il suono dell’originale richiamo emesso da questi animali, i cui versi echeggiano da un’estremità all’altra delle foreste malgasce. Questi primati passano la maggior parte del proprio tempo sugli alberi, ma per spostarsi usano una tecnica diversa da quella degli altri lemuri. Facendo leva sulle robuste zampe posteriori, i sifaka saltano da un albero all’altro mantenendo sempre una posizione eretta. Possono coprire distanze di 9 metri con un solo salto. Sono veloci anche negli spostamenti a terra, dove si mantengono eretti sulle zampe posteriori e assumono un’andatura a balzi laterali. Sono unici nella loro specie anche per i colori della pelliccia. Possono avere arti e corpo di colori distinti e il capo è spesso variopinto, con macchie nere, bianche, grigie e dorate. Questi primati vegetariani mangiano foglie, fiori, frutti, germogli e cortecce – si calcola che i sifaka mangino un centinaio di piante diverse. Foraggiano nelle ore diurne e, prima che il sole tramonti, si addormentano sulle cime degli alberi. I sifaka vivono in piccoli gruppi familiari che comprendono dai 3 ai 10 membri. È opinione diffusa che sia una sola femmina per gruppo a riprodursi, mentre i maschi possono passare da un gruppo all’altro. Esistono tre specie di sifaka: il sifaka di Coquerel, il sifaka diadema e il sifaka dalla corona dorata. La prima fotografia scattata a un sifaka dalla corona dorata risale al 1982 e solo nel 1988 questo lemure verrà riconosciuto come specie a sé. Sono i più piccoli tra i sifaka e quelli esposti a rischi maggiori. Si calcola ve ne siano meno di 10,000 esemplari in natura. Tutti i sifaka sono minacciati dalla distruzione del loro habitat naturale. Alcune specie sono cacciate per la loro carne, altre sono protette dalla tradizione del Madagascar, che non consente di mangiarne le carni.
(national geographic)
Le femmine di sifaka, quando sono gravide, mangiano le foglie di piante contenenti un veleno forse per ridurre le possibilità che il parto abbia esito negativo. Lo ipotizzano dei biologi dell’università di Kyoto che hanno osservato il maggior consumo di foglie ricche di tannino a partire da poche settimane prima della nascita dei piccoli. Non è sicuro che effettivamente le partorienti di Propithecus verreauxi cerchino una dieta con più alte dosi di tannino con questo scopo, è certo però che altri mammiferi ricorrono a questo veleno per uccidere i parassiti e stimolare la produzione di latte. Il primo pensiero che si può avere è che lo sviluppo del gusto per il tannino sia una stranezza, indipendentemente dalla gravidanza: le piante lo producono come deterrente contro gli erbivori per evitare che le loro foglie siano mangiate in quantità troppo elevate, visto che il tannino si lega alle proteine negli intestini degli animali. “I sifaka, però, sembrano fare qualcosa di irrazionale cibandosene; ma se lo fanno ci saranno delle buone ragioni alla base”, ha commentato Michael Huffman, esperto nella auto-medicazione dei primati alla università di Kyoto. Le partorienti si cibano di maggiori quantità di foglie di fihami e kily, due piante ricche di tannino, rispetto alle altre femmine e ai maschi. Per di più, i ricercatori hanno osservato che i sifaka che si cibano di queste piante avrebbero un tasso di mortalità da parto minore a confronto di altri gruppi di sifaka che non hanno questa abitudine. Huffmann ammette che non è possibile relazionare tale fatto con certezza al tannino, anche perché i gruppi che se ne cibano vivono in un ambiente meno “stressante”. E comunque potrebbero essere altre sostanze chimiche il vero obiettivo delle femmine incinta. Sono numerosi i primati che ricorrono alle piante e alle erbe della foresta come se fosse una farmacia, solitamente per combattere i parassiti. Tra questi gli scimpanzé, i babbuini, i cappuccini e altri.
(interpuntonet.it)(Gabry)
POESIE DI STAGIONE
Maggio
« Viva maggio, mese d'oro! »
Canta il coro
degli uccelli
pazzerelli
sulle gronde
tra le fronde;
« Viva maggio, mese d'oro! »
« Viva maggio, mese bello! »
Canta il bimbo
ridarello,
con le rose più odorose,
le ciliegie
saporose...
« Viva maggio, mese bello!»LA SERA SULLL’ISOLA
Quattro chiacchiere in allegria
Parliamo spesso della nostra Isola Felice dscrivendola come una grande famiglia, come il luogo di ritrovo sereno di tanti amici. Allora volevamo rendere noto a tutti che tutte le sere, dopo le 20,30 ci riuniamo in questo luogo per trascorrere in serenità e divertimento le nostre serate. Approfittiamo allora del nostro giornale per informanre tutti dell’argomento con cui ci divertiremo la sera.. vi aspettiamo tutti tutti tutti e, se avete argomenti da proporre per la sera, mandate un mp a Lussy ...
SERATE DI PRIMAVERA …
L’inverno oramai sta andando via. Le ombre della sera tardano ad arrivare sempre più e le notti da fredde e silenziose pian piano portano con se temperature e luci delle giornate che volgono al bel tempo. La nostra isoletta ,e più specificatamente questo angolo si trasforma in un colorato giardino, immaginate fiori colorati, un grande telo disteso su di un prato, un’altalena che dondola e dalla mansarda osserviamo ed ascoltiamo la natura che lentamente si risveglia . Ci incontriamo ogni sera per scoprire insieme il piacere di conoscere ed emozionarci insieme, di divertirci a veder crescere conoscenze che giorno dopo giorno sono sempre più amicizie consolidate e reali …STASERA PARLEREMO DI ...
... I COLORI DELLA PRIMAVERA ...(La redazione)
... FOTO E IMMAGINI DAL WEB ...
... Il giornale non poteva prescindere da quella che è una usanza che ha unito generazioni intere. Chi di noi non ha almeno una volta passato ore alla ricerca di immagini da inviare alle persone care? Quante volte ci siamo trovati nel bar del luogo di vacanza con una pila di cartoline da mandare alla famiglia, ai parenti, ad amici e conoscenti … ebbene in questo nostro luogo di sogno, dalla nostra isola felice, ci piace raccogliere cartoline dal mondo e pubblicarle sul nostro giornale e, in questo modo sognare insieme guardando quelle immagini di luoghi da sogno del nostro meraviglioso pianeta ...
(La redazione)
scatto di Alessandro Zampieri. -
arca1959.
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gheagabry.
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BUONA GIORNATA!!
BUON 1° MAGGIO!!. -
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buon 1.maggio a tutti..pusaaaa bok bok . -
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buona giornata..
buon primo maggio a tutti..
capitano..topolina..campione..gina...un abbraccio. -
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Buongiorno Claudio..Arca..Gina..Lussy..Gabry
Buona festa dei lavoratori a tutti!. -
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Buona giornata e buona festività a tutti, da Fabrizio.
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Buon 1 Maggio a tutti. . -
tomiva57.
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buon 1° maggio a tutta l'isola
..e a tutti quelli che oggi lavorano!!. -
zara67.
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BUON POMERIGGIO A TUTTI
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