I MESTIERI PERDUTI NEL TEMPO

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  1. gheagabry
     
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    I NIVAROLI



    Già mille anni or sono, infatti, esistevano i nivaroli, ossia coloro che d’inverno raccoglievano la neve (dall’Etna o dai monti Nebrodi) per conservarla in apposite ghiacciaie chiamate neviere, scavate sotto terra e ricoperte di cenere. D’estate, al contrario, i nivaroli prelevavano la neve e la trasportavano, coperta di paglia e felci, nelle città e in riva al mare.
    I "nivaroli" carica i blocchi di ghiaccio all'interno di sacchi di juta. In precedenza, le "nivarole" erano state protette dallo scioglimento coprendole con polvere lavica e sterpi

    “Per il medesimo motivo, la neve del vulcano è preferita al ghiaccio prodotto industrialmente… Ogni mattina verso mezzogiorno, una carovana di carretti grondanti d’acqua discendono da oltre duemila metri di altitudine verso i centri abitati. Sono carichi di sacchi di neve.
    Dove la prendono, se d’estate sull’intero massiccio dell’Etna non se ne vede traccia? Dalle ‘nivarole’, che sono vere e proprie miniere di neve rese invisibili da una camicia di lava farinosa. Questo materiale vetroso ha un elevato potere isolante del calore, e basta che uno strato di pochi centimetri venga steso alla fine dell’inverno perché questo si conservi per l’intera estate. Il personale dell’Istituto di Vulcanologia dell’Università di Catania ha recentemente scoperto un giacimento vecchio di almeno un secolo!
    Un tempo le ‘nivarole’ alimentavano un florido commercio: i velieri trasferivano la neve perfino in Egitto, dove era venduta a prezzi favolosi.
    Ora siamo agli sgoccioli: le ‘nivarole’ si contano sulle punte delle dita ed è probabile che fra qualche anno il ghiaccio e più ancora il frigorifero avranno il definitivo sopravvento.
    I carrettieri che si dedicano alla distribuzione della neve sono però convinti che tale calamità è lontana perché il suo uso nelle case come nei locali pubblici sopravvive più che altro perché quella neve ha un sapore del tutto particolare che la rende adatta ad allungare e rinfrescare i forti vini etnei”.

    (GUSTAVO TOMSICH)

     
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30 replies since 1/5/2012, 12:28   5146 views
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