TORTE, DOLCI e la loro storia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. gheagabry
     
    .

    User deleted



    Il gattò sardo



    Lo scrittore Alexandre Dumas nel suo “Il Grande dizionario di cucina”, alla voce gateau, scrive:

    “E’ quasi sempre di forma rotonda, preparato con farina, uova, burro; lo si prepara anche con il riso. Il nome deriva senz’altro dall’abitudine di viziare (gater significa viziare) i bambini distribuendo loro dolci come ricompensa o incoraggiamento gastronomico”.

    In Italia il nome francese viene storpiato e lo si scrive come lo si legge “gattò”. Le interpretazioni italiane del piatto sono diverse: a Napoli è un piatto salato, con patate lessate e schiacciate, condite con salumi, formaggio e cotto in forno..




    In Sardegna il gattò è dolce, un’evoluzione di antichi dolci sardi, e medievali spagnoli e diventa un croccante. Inizialmente era fatto di ceci tostati (metodo già conosciuto nel mondo antico per preparare dolci rituali e dolcificati con miele o saba) e zucchero, ancor oggi preparato, ma il più raffinato e moderno è con le mandorle, zucchero e scorza di limone.
    In diversi paesi dell’isola, come il piccolo e delizioso Asuni, in provincia di Oristano, il dolce è diventato occasione di una sagra promossa dalla locale Pro Loco, nel mese di maggio. La rassegna viene intitolata “Gattou”, forse per una ulteriore storpiatura dialettale del nome francese. Un’anziana maestra asunese, Dora Macis, ha recuperato le tecniche di preparazione e prima che se ne perdesse memoria ha realizzato i dolci nelle più svariate forme artistiche, coinvolgendo le signore del paese. I gattò dai piccoli formati si presentano come gioielli, che richiamano le composizioni delle famose porcellane di Capodimonte; si presentano come dei mazzi di fiori, dove petali e foglie sono di mandorle tostate e tagliate secondo l’uso, poi sono incollate con zucchero caramellato. Nell’appagare la lussuriosa voglia di gustarli non si può non rompere, con gusto, i meravigliosi gioielli e con voluttà mangiare arte.
    (taccuini storici)




    ...la ricetta...

    Ingredienti:
    300 g di Mandorle Dolci Sarde
    260 g. di Zucchero Semolato
    1 Limone Bio
    Foglie di Limone


    Fate sciogliere lo zucchero in un tegame di alluminio (non antiaderente!) con il succo di mezzo limone. Aspettate che assuma un bel colore dorato, quindi unitevi le mandorle precedentemente spellate e tagliuzzate e la buccia grattugiata di un limone e rimescolate con energia finché lo zucchero si caramella. Nel cuocere lo zucchero abbassate la fiamma perché un calore troppo forte porterebbe rapidamente lo zucchero da un colore biondo a un colore bruno scuro acquistando un sapore di bruciato. Togliete dal fuoco e rovesciate il composto su un ripiano con carta da forno, spianate e pareggiate tutto, mettete sopra un altro foglio di carta da forno e appiattite aiutandovi con un mattarello, dovete ottenere uno strato di circa ½ cm. di spessore. Tagliate a rombi appena si raffredda (ma non troppo altrimenti diventa troppo duro e tagliarlo sarà impossibile!). Ricavatene tanti rombi di media grandezza, sistemateli su delle foglie di limone che acuiscono l’aroma e lasciate raffreddare.


     
    Top
    .
53 replies since 13/4/2012, 13:31   16268 views
  Share  
.