LE DONNE nel MONDO

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    IL MONDO INTORNO A NOI

    LA DONNA DEL GIORNO: Moira Orfei

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    LA REGINA CIRCENSE
    Care lettrici, anche oggi vi parliamo di una donna eccentrica dal look inconfondibile ed esuberante. Da molti considerata un’icona kitch, è nota per il suo trucco da bambolina, gli occhi sempre marcatamente cerchiati dal rimmel, il rossetto appariscente rosa fucsia, il neo accentuato sopra il labbro, la grande quantità di cipria e l’inseparabile turbante a slanciare al cielo la capigliatura. Il suo nome è Moira Orfei e noi oggi l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Miranda Orfei, meglio nota come Moira, nasce il 21 dicembre 1931 a Codroipo, in provincia di Udine. Nata in una famiglia circense di lunga tradizione, il padre Riccardo Orfei, la mamma Violetta Arata, i fratelli Paolo , che divenne giocoliere e acrobata di gran successo, e Mauro, abile acrobata alle biciclette. Con il tempo Moira è diventata il simbolo stesso del circo in Italia, portando con la forza e l’aiuto della famiglia il Circo Orfei ad essere conosciuto ed apprezzato anche nel mondo.Fu il grande produttore cinematografico Dino De Laurentiis a suggerire all’artista di adottare l’immagine eccentrica ed esuberante per la quale è nota; fu sempre De Laurentiis che le suggerì anche di cambiare nome. Considerata l’inconfondibile immagine assunta e tappezzando con la foto del suo viso le città nelle quali si fermava il suo circo, Moira Orfei è diventata nel tempo uno dei volti più riconosciuti d’Italia.Moira Orfei, però, non è solo una straordinaria rappresentante del Circo, nata come passione quasi per caso, Moira vanta un’invidiabile carriera di attrice: ha interpretato circa quaranta film, dalle commedie leggere fino a film di autori impegnati. Pietro Germi in un’occasione ha avuto modo di dichiarare che se Moira Orfei avesse studiato con costanza recitazione avrebbe potuto essere brava quanto Sophia Loren.Domatrice di elefanti sul lavoro, di pubblico sullo schermo, e di uomini nella vita, Moira Orfei – che ama definirsi “una zingara di successo” – ha comunque sempre interpretato ruoli che si avvicinavano al suo personaggio pubblico. Fra i numerosi film ricordiamo “Casanova ’70”, con Marcello Mastroianni, “Totò e Cleopatra” e “Il Monaco di Monza” a fianco del principeAntonio de Curtis.In televisione Moira è famosa per la sua schiettezza e per l’esuberanza del suo personaggio. Nel 1995 ha partecipato come ospite fissa a Domenica In, con Mara Venier. È tornata al cinema nel 2003, interpretando il ruolo di se stessa nel film Natale in India. Alcune scene di questa pellicola sono ambientate nel suo circo.Il 4 agosto 2006 Moira Orfei è stata colta da un ictus cerebrale durante uno spettacolo a Marina di Gioiosa Jonica. Dopo una lunga convalescenza l’artista è tornata in pista in occasione dello show natalizio a Napoli nel dicembre 2007.Oggi Moira continua ad occuparsi personalmente del suo circo insieme al marito Walter Nones, impresario circense, che oltre ad aver portato al successo il Circo Moira Orfei, ha prodotto per l’Italia numerosi spettacoli. I due hanno due figli: Stefano e Luca. Anche se non si esibisce più come attrazione, Moira continua a sfilare fra gli artisti nel finale di ogni spettacolo. È episodicamente ospitata in trasmissioni televisive come personaggio simbolo.



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    IL MONDO INTORNO A NOI

    LA DONNA DEL GIORNO: Sabrina Ferilli

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    SOGNO PROIBITO DEGLI ITALIANI
    Care lettrici, buone feste! Oggi vi parliamo di una donna straordinaria del mondo del cinema e della televisione, molto amata, soprattutto dagli uomini. Era e rimane il sogno proibito di molti di loro. Il suo nome è Sabrina Ferilli e noi oggi l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.La spumeggiante attrice romana, entrata nel cuore di tutti gli italiani grazie alla sua vérve comica che la rende così naturale e spontanea, nasce a Fiano Romano il 28 Giugno del 1964, da mamma casalinga e papà impiegato dell’allora Partito Comunista. Queste radici familiari spiegano fra l’altro la passione politica della ‘Ferillona’, che non ha mai nascosto le sue preferenze politiche, decisamente orientate a sinistra e alimentate dal contesto sociale in cui è cresciuta: l’hinterland romano.Dopo aver conseguito la maturità classica Sabrina dopo aver frequentato la compagnia teatrale del paese, su suggerimento del regista Beppe De Santis, tenta senza successo l’ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia. È una ragazza tenace e non si dà per vinta facilmente. Inizia da subito a prendere lezioni di dizione e nel frattempo comincia ad ottenere piccoli ruoli al cinema, attenta a non impantanarsi nell’erotico al quale la sua prorompente fisicità sembrava destinarla.Nel 1990 arriva la grande svolta. Il cineasta Alessandro D’Alatri la sceglie per la pellicola “Americano Rosso”. È l’inizio della sua carriera cinematografica che la porterà ad intraprendere un percorso ricco di avvenimenti e di successi. Non necessariamente sul grande schermo, ma anche sul piccolo, con l’immancabile “fiction” (si tratta di “Commesse”, piuttosto che di “Il padre di mia figlia”), che la proietterà nel cuore degli italiani. Solo nel 1994, invece, con il film “La bella vita” di Paolo Virzì viene consacrata ufficialmente diva del cinema.Arrivano poi “Ferie d’agosto”(1995) di Paolo Virzì, in cui è un’arricchita coniugata ad un uomo che non la comprende pur amandola; e “Vite strozzate” (1996) di Ricky Tognazzi, dove è la moglie di un imprenditore vittima dell’usura. Allo stesso tempo, riscuote grande successo in teatro con “Un paio d’ali” (1996) di Pietro Garinei ( e trionferà 4 anni dopo, accanto a Valerio Mastandrea, in una nuova versione del “Rugantino”). Purtroppo, in seguito stenta a trovare per il grande schermo dei personaggi adeguati e finisce in film che non la portanoproprio al successo, come “A ruota libera”, nel 2000, di Vincenzo Salemme; “Christmas in Love”, 2004, di Neri Parenti; “Eccezziunale veramente – Capitolo secondo…me”, 2006, di Carlo Vanzina. Recentemente l’abbiamo vista in seguito della popolare fiction “Anna e i Cinque”.Le sue curve mozzafiato e il fisico perfetto l’hanno anche resa soggetto ideale per quei calendari sexy che così tanto successo hanno riscontrato nel Bel Paese, decretando Sabrina fra le campionesse di vendite del genere.
    L’attrice comunque, amante dell’autoironia, non ha mai nascosto la sua aspirazione ad essere la più amata dagli italiani e anzi si è definita “aspirante Totti con le tette”. Ama profondamente anche gli animali tanto che vive con il gatto Romolo e la cagnetta Nina. Da buona italiana-modello, adora naturalmente la pasta all’amatriciana e le buone letture.Quanto alla sua vita privata, Sabrina Ferilli è convolata a nozze il 14 luglio 2003 con Andrea Perone, dopo 8 anni di fidanzamento, a Fiano Romano in una cerimonia super protetta da 25 guardie del corpo. Dopo due soli anni di matrimonio, i due si lasciano per l’infedeltà di lui, arriva la separazione consensuale.

     
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    IL MONDO INTORNO A NOI

    LA DONNA DEL GIORNO: Oriana Fallaci

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    LA SCRITTRICE CONTROVERSA
    – Care lettrici, buone feste! Oggi vi parliamo di una donna straordinaria della letteratura italiana, molto stimata, sia in Italia che all’estero. Era e rimane una scrittrice controversa e contestata, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, a causa dei suoi interventi relativi ai rapporti con l’Islam. Il suo nome è Oriana Fallaci e noi oggi l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.La controversa scrittrice nasce a Firenze il 26 giugno 1929, in piena era fascista. Gli anni della sua infanzia sono quelli del potere mussoliniano. L’aria che respirava in casa non è certo favorevole alla dittatura. Il padre è un attivo antifascista, così convinto delle sue scelte e delle sue idee che addirittura coinvolge la piccola Oriana – allora di soli dieci anni – nella lotta resistenziale con compiti di vedetta o simili. La piccola impara anche ad utilizzare le armi grazie alle battute di caccia organizzate dal padre, che si trascina dietro la bambina durante le sue escursioni venatorie.Divenuta un poco più grande Oriana si unisce al movimento clandestino di resistenza, sempre guidato dal padre, diventando un membro del corpo dei volontari per la libertà contro il nazismo. È un periodo assai duro per la Fallaci, cui padrw viene catturato e torturato dalle truppe naziste, riuscendo poi a salvarsi. Sarà proprio in quegli anni che la futura scrittrice riceve un riconoscimento d’onore dall’Esercito Italiano per il suo attivismo durante la guerra, e questo a soli quattordici anni! È proprio da quegli avvenimenti che si può far risalire la sua celebre tempra di donna di ferro, tempra che poi la contraddistinguerà negli anni della maturità e della celebrità.Terminato la guerra Oriana decide di dedicarsi alla scrittura in maniera attiva e continuativa, con il serio proposito di farne una professione di vita. Prima di approdare al romanzo e al libro, Oriana Fallaci si dedica prevalentemente alla scrittura giornalistica, quella che di fatto le ha poi regalato la fama internazionale. Fama ben meritata, perché a lei si devono memorabili reportages e interviste, indispensabili analisi di alcuni eventi di momenti di storia contemporanea.Gli inizi sono legati all’ambito cronachistico per vari giornali, ma i direttori con cui viene a contatto non faticano a riconoscere in lei una stoffa di ben altro tipo. Cominciano a fioccare incarichi di più vasto respiro e di grande responsabilità, come le interviste a importanti personalità della politica o il resoconto di avvenimenti internazionali. La sua eccezionale bravura la porta all’”Europeo”, prestigioso settimanale di grande spessore giornalistico e culturale, per poi collaborare anche con altre testate, sia in Europa, che nel sud America.Fra gli exploit più memorabili è da ricordare la sua infiammata intervista all’Ayatollah Khomeini, leader del regime teocratico iraniano e poco incline a riconoscere diritti e dignità alle donne, contrariamente alla Fallaci, che è sempre stata all’avanguardia in questo genere di rivendicazioni. Khomeini fra l’altro non è stato trattato meglio o ricordato con indulgenza neanche nelle dichiarazioni contenute nell’articolo-scandalo “La rabbia e l’orgoglio”. Da ricordare inoltre l’incontro con Henry Kissinger, indotto dalla giornalista, con incalzanti domande, a parlare di argomenti mai affrontati con altri interlocutori, come alcune questioni riguardanti la sua vita privata. La summa dei colloqui con i potenti della Terra viene raccolta nel libro “Intervista con la storia”.L’impatto dei suoi libri è di grande portata, ma anche di grande discussione. Ricordiamoci solo di “Lettera ad un bambino mai nato”, edito nel 1975, scritto proprio in seguito alla perdita di un possibile figlio. Un significativo esempio del pathos che la Fallaci riversa nei suoi libri è costituito dal best-seller “Un uomo” (1979), romanzo steso in seguito alla morte del compagno Alekos Panagulis. Nel romanzo “Insciallah” scrive la storia delle truppe italiane stazionate in Libano nel 1983. Come nella maggior parte dei suoi libri anche in questo caso la scrittrice mostra lo sforzo, da parte di normali individui piuttosto che di vasti gruppi, di liberarsi dal giogo di oppressioni e ingiustizie di vario tipo e specie. I suoi libri sono stati tradotti in più di trenta paesi. Fra i riconoscimenti va segnalata la laurea ad honorem in Letteratura ricevuta dal Columbia College of Chicago.Seppure di origini fiorentine, Oriana Fallaci ha risieduto a lungo a New York: “Firenze e New York sono le mie due patrie”, racconta lei stessa. Ed è proprio dal grande attaccamento per gli Stati Uniti, dalla grande ammirazione che la Fallaci sente per questo paese, che nasce la sua reazione al terribile attentato terroristico dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers. Con una lettera inviata all’allora direttore del “Corriere della Sera” Ferruccio De Bortoli, Oriana Fallaci ha rotto il silenzio che durava da tempo. Lo ha fatto nel suo stile, uno stile viscerale e potente che non lascia mai indifferenti e che ha sollevato una vasta eco in tutto il mondo.Da tempo sofferente di un male incurabile Oriana Fallaci è scomparsa a Firenze all’età di 77 anni il 15 settembre 2006. Il suo ultimo lavoro, intitolato “Un cappello pieno di ciliegie”, esce postumo nel 2008 e racconta la storia della famiglia Fallaci su cui Oriana aveva lavorato per oltre dieci anni. Il libro viene pubblicato su ferma volontà di Edoardo Perazzi, nipote ed erede universale di Oriana Fallaci, il quale ha seguito precise disposizioni riguardo alla pubblicazione.



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    LA DONNA DEL GIORNO: Alessandra Mussolini

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    LA DONNA CONTROVERSA DELLA POLITICA ITALIANA – Care lettrici, buone feste! Oggi vi parliamo di una donna della politica italiana, di origini controverse che spesso fa discuttere. È stata un’attrice in passato, ora la vediamo spesso in veste dell’opinionista tv. Il suo nome è Alessandra Mussolini e noi oggi, nel giorno del suo compleanno, l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Alessandra Mussolini nasce a Roma il giorno 30 dicembre 1962, figlia di Romano Mussolini, quarto figlio di Benito Mussolini e Anna Maria Scicolone, sorella minore di Sophia Loren. Sposata dal 1989 con Mauro Floriani, Alessandra è madre di tre bambini, Caterina, Clarissa e Romano.Nei primi anni ’80 tenta di iniziare una carriera nel mondo dello spettacolo come attrice, fotomodella e cantante. Conduce insieme a Pippo Baudo l’edizione 1981-1982 del programma tv “Domenica In”. Si fa strada, poi, come attrice, partecipando ad alcune commedie di stampo sexy tipiche di quegli anni. Purtroppo, la sua carriera avrà un battuta d’arresto, grazie alle conseguenze di un suo servizio fotografico apparso nel 1983 su Playboy. Dopo “Sabato, domenica e lunedì” di Lina Wertmuller (1990, con Luciano De Crescenzo e Sophia Loren) decide di ritirarsi definitivamente dal mondo dello spettacolo per dedicarsi alla politica. Non prima però di pubblicare anche un disco: si tratta di una vera rarità nel mercato collezionistico, in quanto uscito solo in Giappone.Laureatasi in Medicina e chirurgia nel 1992, nello stesso anno viene eletta per la prima volta alla Camera dei Deputati per il partito Movimento Sociale Italiano. L’anno seguente è in corsa per diventare sindaco di Napoli, ma viene battuta da Antonio Bassolino al ballottaggio finale. Vissuta l’evoluzione del partito da Msi a Alleanza Nazionale, i rapporti con il leader Gianfranco Fini non sono stati sempre idilliaci, tanto che nel novembre del 2003, Alessandra Mussolini abbandona An. L’evento che scatena la sua decisione di lasciare il partito è la visita di Fini in Israele, dove nell’occasione, scusandosi con il governo israeliano per le leggi razziali del 1938, in riferimento ai drammi dell’Olocausto Fini dichiara che il fascismo “è stato il male assoluto del XX Secolo”.In breve Alessandra Mussolini fonda “Libertà di Azione”, un nuovo partito di estrema destra che confluisce in “Alternativa Sociale”, insieme ad altri movimenti di estrema destra. “Libertà di Azione” muterà poi il nome in “Azione Sociale”. Alle elezioni europee del 2004 la Mussolini viene eletta al Parlamento europeo. Nel marzo 2006 emerge un presunto scandalo che vede Francesco Storace, Ministro della Salute esponente di An, nonché avversario della Mussolini nel Lazio alle Regionali dell’anno prima, coinvolto in attività di spionaggio nei confronti della Mussolini. L’episodio porta alle dimissioni di Storace da ministro.Nel 2006 Silvio Berlusconi riapre le trattative con Alessandra Mussolini in vista delle elezioni politiche: i risultati sono al di sotto delle aspettative e non le consentono di essere eletta. Due anni dopo Alessandra Mussolini decide di candidarsi nelle liste del Popolo della Libertà per le elezioni politiche del 2008 e viene eletta nella circoscrizione Campania 1, lasciando a Roberto Fiore la carica di deputato europeo.Il 21 luglio 2008 diffonde in Aula alla Camera le note dell’Inno nazionale, ponendo un telefonino davanti al microfono, in risposta alle affermazioni denigratorie pronunciate nei confronti dell’Inno di Mameli dal ministro Umberto Bossi. Dal luglio dello stesso anno è a capo della Commissione parlamentare bicamerale per l’Infanzia.Nell’autunno dell’anno successivo vengono avviate indagini in relazione ad un presunto ricatto che avrebbe coinvolto la Mussolini, a causa di un video hard che ritrarrebbe Roberto Fiore e Alessandra Mussolini in intimità nella sede romana di Forza Nuova. Per tale vicenda è stato indagato dalla Procura di Roma per tentata estorsione Andrea Cacciotti, produttore cinematografico con precedenti per truffa. Nel 2010 Alessandra diviene consigliere regionale della Campania, dopo aver ottenuto quasi ventimila voti di preferenza, ma si dimette poco dopo, dando la preferenza all’incarico di deputato.Oltre dalla politica, la Mussolini è molto attratta della tv. Al grande pubblico sono noti i suoi interventi televisivi, spesso diretti e duri, che hanno causato liti con altri personaggi (come ad esempio Vittorio Sgarbi o Vladimir Luxuria) generando conseguentemente ascolti record.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Isabel Allende

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    LA SCRITTRICE CILEANA AMATA DAI LETTORI
    – Care lettrici, buon anno e buone feste! Cominciamo il 2012 in grande stile, parlandovi di una donna straordinaria del mondo della letteratura mondiale, amata molto dagli amanti della buona lettura. Il suo nome è Isabel Allende e noi oggi l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Isabel Allende nasce il giorno 2 agosto 1942 a Lima. La famiglia si trova in questo periodo in Perù per motivi di lavoro. La madre, Francisca Llona Barros, divorzia dal padre, Tomás Allende, quando la scrittrice ha solo tre anni. Isabel, di conseguenza, non conoscerà mai suo padre, che dopo la dissoluzione del matrimonio sparirà nel nulla. Sola, con tre figli e senza alcuna esperienza lavorativa, la madre si trasferisce a Santiago del Cile, ospitata nella casa del nonno. Grazie all’aiuto dello zio Salvador Allende e grazie alla sua influenza, non mancheranno a Isabel e ai suoi fratelli borse di studio, vestiti e svaghi.Bambina vivace ed inquieta, durante l’infanzia trascorsa nella casa dei nonni impara a leggere e a nutrire la propria fantasia con letture prelevate dalla biblioteca del nonno, ma anche con libri che la scrittrice racconta di aver trovato in un baule ereditato dal padre, contenente raccolte di Jules Verne o Emilio Salgari. L’immaginazione della piccola si alimenta anche di romanzi rosa, ascoltati alla radio, in cucina assieme alle inservienti e soprattutto di racconti narrati dal nonno o dalla nonna, quest’ultima caratterizzata da una propensione particolare verso i misteri dello spiritismo.Questi anni fantasiosi e meravigliosi si interrompono nel 1956, quando la madre si sposa con un altro diplomatico. Data anche la natura particolare di quella professione la coppia comincia a viaggiare e ad effettuare permanenze in vari paesi. Le esperienze in Bolivia, in Europa ed in Libano sveleranno alla piccola sognatrice un mondo diverso da quello in cui è cresciuta. Isabel Allende vivrà sulla propria pelle le prime esperienze della discriminazione sessuale. In quel periodo la giovane comincia a leggere libri di filosofia, conosce Freud e le tragedie di Shakespeare. Frugando nella camera del patrigno, trova un “libro proibito” che resterà tra le sue maggiori influenze letterarie: “Le mille e una notte” che leggerà nascosta in un armadio.All’età di 15 anni, desiderosa di indipendenza, ritorna a Santiago ed a 17 anni inizia a lavorare come segretaria presso il “Dipartimento dell’informazione”, uno degli uffici della FAO. A 19 anni sposa Miguel Frías 1962, con cui avrà due figli: Nicholás e Paula. In questo periodo accede al mondo del giornalismo che insieme all’esperienza teatrale sarà il suo migliore elemento formativo. La sua prima esperienza sarà nel campo della televisione, con un programma di quindici minuti sulla tragedia della fame nel mondo, per approdare poi nella rivista femminile Paula, per la quale scriverà dal 1967 al 1974. I suoi lettori fedeli saranno anche i bambini, che nel periodo 1969 – 1974 la seguiranno in rivista Mampato. In ambito televisivo s’impegnerà nella Channel 7 dal 1970 al 1974. Isabel Allende conquista la fama negli anni Sessanta, grazie alla rubrica “Los impertinentea” che la sua amica Delia Vergara le riserva all’interno della rivista Paula. Da allora la scrittrice non ha mai smesso di decantare il giornalismo come grande scuola di scrittura e di umiltà.L’11 settembre 1973 il colpo di stato militare guidato dal Generale Augusto Pinochet termina un’altra fase della vita della Allende. L’evoluzione dei fatti la costringe ad inserirsi per la prima volta attivamente nella vita politica del suo paese. La scrittrice s’impegna a favore dei perseguitati dal regime trovando loro asilo politico, nascondigli sicuri e facendo filtrare notizie del paese. Il regime dittatoriale le permette di collaborare ancora con le televisioni nazionali, ma ben presto decide di abbandonare il lavoro, perché si rende conto che il governo militare la sta usando. Decide allora di emigrare e, seguita in breve dal marito e dai figli, si ferma per tredici anni in Venezuela, dove scrive su vari quotidiani.È allora che Isabel comincia a scrivere per sfogare la propria rabbia e sofferenza. Nasce così il primo romanzo, rifiutato da tutte le case editrici latino-americane per il fatto di essere firmato da un nome non soltanto sconosciuto, ma addirittura femminile. Nell’autunno del 1982 “La casa degli spiriti”, una cronaca familiare sullo sfondo del mutamento politico ed economico nell’America latina, viene pubblicato a Barcellona da Plaza y Janés. Il successo divampa inizialmente in Europa e da lì passa negli Stati Uniti: le numerose traduzioni in varie lingue fanno conoscere la scrittrice in moltissime parti del mondo. Da quel momento in poi, inanellerà un successo dopo l’altro, a partire da “D’amore e ombra” fino a “Paula”, il resoconto della tragedia della morte dell’omonima figlia della scrittrice, passando per “Eva Luna”.A 45 anni Isabel Allende divorzia dal marito e nel 1988 si sposa in seconde nozze con William Gordon che conosce durante un viaggio a San José, negli Stati Uniti. La storia della vita del nuovo compagno della scrittrice ispira un nuovo romanzo che viene pubblicato nel 1991 col titolo “Il piano infinito”.Molti critici hanno definito l’opera di Isabel Allende come un collage di idee e situazioni tratte dai suoi colleghi più famosi. Ma una delle critiche più persistenti è quella del paragone costante con Gabriel García Márquez e, in effetti, una certa influenza dello scrittore colombiano risulta essere innegabile, dal momento che viene tutt’ora considerato un punto di riferimento per le nuove generazioni di scrittori iberoamericani.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Dalida

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    LA CANTANTE FRANCESE AMATA DA TUTTI
    – Care lettrici, buone feste! Oggi vi parliamo di una donna straordinaria, di origini italiane, che ha incantato tutto il mondo con la sua bellissima voce e le canzoni piene d’emozioni che vivono anche oggi, nonostante fossero passati anni dalla sua scomparsa tragica. È stata una cantante e un’attrice molto amata. Il suo nome è Dalida e noi ogg l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Yolanda Gigliotti, nota con il nome d’arte di Dalida, nasce il 17 gennaio 1933, da genitori emigrati dall’Italia in Egitto, a Choubrah, piccolo sobborgo alle porte de Il Cairo. La sua infanzia è turbata da un disturbo agli occhi che la costringe ad indossare gli occhiali e che la renderà leggermente strabica.
    Inizia a farsi notare per il suo bell’aspetto già a 17 anni vincendo il concorso di bellezza “Miss Ondine”. Poi viene eletta Miss Egitto: la vittoria le offre l’opportunità di iniziare a farsi strada nel mondo del cinema. Nel film “Giuseppe e i suoi fratelli” presta la voce per doppiare Rita Hayworth e recita poi nel 1954 nei film “La maschera di Tutankhamon” di Marc de Gastyne e “Un bicchiere, una sigaretta”.È il 1956 quando, ispirandosi al film “Sansone e Dalila”, decide di adottare il nome d’arte Dalila. Sarà poi Fred Machard, scenarista della “Villa d’Este”, a consigliarle di sostituire la seconda ‘L’ con la ‘D’, di Dio Padre, e lei accetta. Nello stesso anno registra il primo 45 giri con “Madona”, versione francese di “Barco negro”, successo della portoghese Amalia Rodriguez. Registra anche “Bambino” (traduzione della canzone napoletana “Guaglione”), lanciata da “Radio Europe 1″, e dal suo direttore Lucien Morisse, di cui Dalida si innamorerà.In due anni sono più di 500.000 le copie dei dischi di Dalida vendute in Francia. Recita in “Rapimento al secondo ufficio”, di Jean Stelli, con Frank Villard. Si esibisce in un récital a Il Cairo, dove canta la versione italo-francese di “Come prima”, per cui riceve un premio Bobino in, “Piove”, successo di Domenico Modugno e “Gli zingari (“Les Gitans”), rifacimento di una canzone spagnola. Dalida si fa conoscere in Italia cantando “Gli zingari” durante il “Musichiere”, trasmissione tv condotta da Mario Riva, poi incide “La canzone di Orfeo” e “Milord”, la canzone portata al successo, in italiano, da Milva. Nel 1959 ottiene l’Oscar della canzone (ex-aequo con Tino Rossi). Un anno dopo riceve l’Oscar di Radio Monte Carlo come vedette preferita dagli ascoltatori e riceve inoltre il Gran Premio della canzone per l’interpretazione in francese di “Romantica”, dal Festival di Sanremo 1960.L’8 aprile 1961 sposa Lucien Morisse davanti al sindaco del XVI° arrondissement parigino. Pochi mesi dopo incontra a Cannes Jean Sobieski, giovane e bellissimo pittore, di cui si innamora. Dalida lascia Morisse e si trasferisce col nuovo amore a Neuilly. Con Charles Aznavour vince l’Oscar per la canzone 1961, precedendo Gloria Lasso ed Edith Piaf. Tre anni più tardi è la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto più di 10 milioni di dischi. Sempre nel 1964 segue il Tour de France (sarà vinto da Jacques Anquetil), cantando più di 2000 canzoni lungo 29300 km. Nel 1965 i risultati di un sondaggio nazionale dicono che Dalida è la cantante preferita dai francesi.Nello stesso anno recita in “Menage all’italiana” , con Ugo Tognazzi, Romina Power e Paola Borboni, incide “La danse de Zorba” (in italiano “La danza di Zorba”), su un base di sirtaki, “Amore scusami” (cover di un successo di John Foster), “Cominciamo ad amarci” e “La vie en rose”, storico cavallo di battaglia di Edith Piaf, scomparsa due anni prima. Dopo una storia di tre anni con Christian de la Mazière, nel 1966 instaura una relazione con l’italiano Luigi Tenco.Il Festival di Sanremo, che l’aveva corteggiata negli anni precedenti, nel 1967 ospita Dalida che canta insieme a Luigi Tenco “Ciao amore ciao”, scritta dallo stesso Tenco. Dalida inciderà la canzone anche in francese, mantenendo stesso titolo. Colpita dalla bellezza della canzone, pare sia stata la stessa Dalida a convincere il cantautore piemontese a partecipare alla manifestazione; addirittura gli organizzatori, che l’avevano esclusa in prima battutta, la fecero poi partecipare al Festival perché Dalida minacciava di non prendervi più parte.
    La giuria poi elimina “Ciao amore ciao” e il 26 gennaio Luigi Tenco si suicida con un colpo alla tempia. È Dalida che entrando nella stanza d’albergo di Tenco lo trova rivolto per terra. La cantante, che chiedeva di fermare il Festival, lascia Sanremo per volontà degli organizzatori.Il 26 febbraio Dalida tenta di togliersi la vita a Parigi in maniera molto lucida: finge di recarsi all’aereoporto di Orly per depistare il suo staff, affitta la camera 410 all’hotel “Principe di Galles”, utilizzando il suo nome Yolanda Gigliotti, appende sulla porta il biglietto su cui è scritto “Si prega di non disturbare” e ingerisce molti farmaci dopo aver scritto tre lettere: una all’ex marito, una alla madre in cui le dice di non disperarsi, ed una al pubblico che adorava. Una cameriera, insospettita dal fatto che una luce accesa filtrava dalla porta della stanza, non riordinata da 48 ore, avverte il direttore che entra da un’altra stanza e trova Dalida in coma. Dopo cinque giorni la cantante esce dal coma e si salva.Un anno dopo partecipa a “Partitissima” (ex “Canzonissima”) e vince con “Dan dan dan”. Ritirando il premio, Dalida dice “Lassù qualcuno è contento”, riferendosi evidentemente a Luigi Tenco. È una vittoria chiacchierata e sofferta: chiacchierata perché considerata “politica”, dovuta più all’enorme pubblicità che il tentato suicidio le ha procuratche a meriti effettivi. Nello stesso anno recita in Italia recita in “Io ti amo”, film di Antonio Margheriti con Alberto Lupo. Il 18 giugno 1968 ottiene il titolo di “Commendatore delle Arti, delle Scienze e delle Lettere”, conferitole dal presidente francese Charles De Gaulle, e il 5 dicembre è la prima donna a ricevere la medaglia della Presidenza della Repubblica.Nel 1969 Dalida si innamora di un ragazzo italiano di 22 anni di nome Lucio, ma le pressioni del suo staff – che teme uno scandalo – la inducono presto a desistere dal continuare la storia. Un anno dopo Dalida va in Nepal e soggiorna in un ashram per studiare la religione indù, e dedicarsi intensamente alla ricerca interiore.
    Nel 1975 il Quebec nomina Dalida “personaggio più popolare”, dopo Elvis Presley, e “donna dell’anno”, insieme a Jackie Kennedy.La carriera è sempre più trionfale, ma il male di vivere si ripresenta nel 1977 e spinge nuovamente Dalida a tentare il suicidio. Nel 1981 Dalida festeggia i 25 anni di carriera con la consegna di un disco di diamante per aver venduto 86 milioni di dischi in tutto il mondo e per aver interpretato ben 38 dischi d’oro in 7 lingue. All’inizio del 1986 Dalida parte per l’Egitto, dove recita nel film “Il sesto giorno”, di Youssef Chahine. Tornando a Parigi dichiara che, dopo aver rivisto i luoghi della sua infanzia, è stanca e incapace di riprendere la vita e i ritmi di sempre.Approfittando del lungo ponte in occasione della festa dei lavoratori, Dalida architetta un piano lucido e disarmante: sabato 2 maggio 1987 Dalida chiama il fratello-manager Orlando che le annuncia di aver rinviato un previsto servizio fotografico a causa del freddo; la sera, la cantante dice alla cameriera che farà tardi perché ha intenzione di recarsi a teatro e le chiede di svegliarla verso le 5 pomeridiane del giorno successivo. In realtà, con la macchina fa il giro dell’isolato, per poi barricarsi nella sua villa della rue d’Orchamps ed ingerire un cocktail di barbiturici.A Montmartre, il 3 maggio 1987, Dalida si toglie la vita, a vent’anni dal primo tentativo e a dieci dal secondo.
    Accanto al corpo lascia appena un biglietto: “La vita mi è insopportabile. Perdonatemi.”.Tra i primi a scoprire la tragedia vi è il fratello Orlando, nominato erede universale ed oggi custode intransigente dell’immagine di Dalida. La morte di Dalida lascia sotto shock la Francia intera; ai funerali, lo storico Claude Manceron la saluta dicendo: “Yolanda arrivederci. Dalida grazie.”. Dalida riposa nel cimitero di Montmartre a Parigi.




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    SALMA HAYEK nominata alla Legion d’Onore: scatta la polemica


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    Salma Hayek diventa cavaliere della Legion d’onore e piovono critiche anche in Inghilterra – Una delle più conclamate verità per una donna è senza dubbio quella del “matrimonio che cambia la vita”: mettersi una fede al dito è infatti la sicura formula per ottenere uno stravolgimento anche se non sempre in positivo; ci sono donne che dopo le nozze iniziano una straordinaria avventura, altre per cui comincia un incubo imprevedibile e altre ancora per cui si aprono strade fino al giorno prima inimmaginabili.Provate a pensare ad esempio che proprio un matrimonio è ciò che intercorre tra l’essere un’attrice messicana e il trovarsi investita della più ambita onorificenza di Francia, la Legion d’onore: questo è quanto accaduto ultimamente all’affascinantissima Salma Hayek che, dopo essere diventata moglie dell’industriale François-Henri Pinault nonchè nuora di François Pinault, si è vista conferire un titolo al quale, siamo certi, neanche lei pensava di poter accedere.I cugini d’oltralpe non hanno fatto poi così caso all’evento mentre sono stati paradossalmente gli inglesi ad indignarsi di più nel vedere la Legion d’onore oramai svenduta come un maglione fuori moda durante i saldi: i primi sono del resto oramai abituati ad assistere al conferimento di simili titoli non tanto per merito quanto per conquistare favori elettorali (Sarkozy sa bene quanto la famiglia Pinault non abbai grande simpatia nei suoi confronti e con l’avvicinarsi delle elezioni gradirebbe senza dubbio un po’ di appoggio in più) mentre i secondi proprio non riescono a concepire una simile leggerezza.Ecco allora che l’Express apre un dibattito fra i suoi lettori, domandando se non si debba dare la Legion d’onore anche a Tintin e Milù; nei blog invece si giustifica una simile proliferazione di nomi dello spettacolo tra i titolati con la voglia di far sentire Carla Bruni un po’ meno sola tra le alte sfere del Paese.La polemica è dunque aperta e per combattere le armi migliori sembrano quelle dello scherno e delle battute al vetriolo: noi italiani però non scendiamo ancora in campo, un po’ perchè è nostra abitudine schierarci solo quando il vincitore è oramai quasi conclamato e un po’ perchè guardando tra le sedute del nostro Parlamento ci sono nomi che fanno sembrare Salma Hayek la degna erede di Chirac… il silenzio sembra dunque quanto mai d’oro!

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Gina Lollobrigida

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    L’ATTRICE ITALIANA AMATA NEL MONDO
    – Care lettrici, buone feste! Oggi vi parliamo di una donna straordinaria, eterea e pura, dotata di quella bellezza abbagliante capace di far perdere la testa a qualunque maschio (e ne sanno qualcosa i suoi colleghi di lavoro). Il suo nome è Gina Lollobrigida e noi oggi l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Gina Lollobrigida, che in realtà si chiamava Luigina, nasce a Subiaco (Roma) il 4 luglio 1927. Dopo aver fatto la comparsa a Cinecittà e nei fotoromanzi, fu notata appunto grazie alla sua procace bellezza, al concorso di Miss Italia nel 1947. Concorso che naturalmente non poteva non vincere. Ma la Lollo, come verrà poi affettuosamente chiamata dagli italiani, era anche un “peperino”, un carattere capriccioso e ribelle che non si accontentava certo di un semplice concorso, per quanto prestigioso. Il suo obiettivo era quello di elevarsi, di crescere artisticamente. E c’era solo un modo per farlo: approdare su un set cinematografico. E in effetti la Lollo fece bene ad intestardirsi a voler intraprendere quella carriera, segnando indubbiamente il cinema italiano del dopoguerra.L’esordio dell’interprete laziale arriva nel 1946 con un piccolo ruolo nella “Lucia di Lammermoor” ma da lì a poco sarà proiettata nel gran giro internazionale. Nel 1949 sposa il regista Milko Skofic (dal quale avrà un figlio) e cominciano i suoi primi successi, fra i quali sono da annoverare “Campane a martello” di L. Zampa nel 1949, “Achtung, Banditi!” di Lizzani – 1951, “Fanfan la Tulipe” di Christian Jaque – 1951. Nel 1952 Renè Claire la sceglie per interpretare una piccola parte nel film “Belle di notte”, che però la lancia di fatto sul mercato internazionale; mentre in Italia, nello stesso anno, conquista una vasta popolarità con “Altri tempi””di Blasetti, con l’episodio “Il processo di Frine”.Da allora ha interpretato innumerevoli film, tra i quali ricordiamo “Moglie per una notte” di Camerini (1952), “La provinciale” di Mario Soldati (1953), “Pane amore e fantasia” di Comencini (1953), forse la sua prova migliore. Nel triennio successivo, gira “La romana” di Zampa, “Pane amore e gelosia” sempre di Comencini e “La donna più bella del mondo”, in cui diede prova anche di un discreto talento canoro, e che fece di lei una diva di straordinaria popolarità. Seguirono superproduzioni internazionali come “Trapezio” di C. Reed (1955), “Notre Dame de Paris” (1957), “Salomone e la regina di Saba” (1959), “Venere imperiale” Delannoy (1962), in cui si metteva in evidenza soprattutto la sua bellezza.Divorziatasi nel 1971 e ritiratasi dal cinema nel 1975, si è intensivamente dedicata sia al giornalismo che alla fotografia, in cui ha saputo esprimere un non comune talento. Fra il 1984 e il 1985 ha invece fatto uno strappo alla regola e ha accettato di apparire in alcune puntate del serial americano “Falcon Crest”, mentre nel 1988 ha girato il remake televisivo del film tratto dal romanzo di Alberto Moravia per la regia di Patroni Griffi, “La Romana”. In questa occasione il regista ha operato un curioso gioco di specchi e di rimandi. Nella versione del 1954, infatti, la Lollo aveva interpretato il ruolo della protagonista mentre nella pellicola moderna fatto il ruolo della madre della protagonista.Ora Gina Lollobrigida sta conducendo una serena vecchiaia, onorata come un monumento nazionale e comparendo di quando in quando in qualche programma televisivo. Nell’ottobre del 2006 ha annunciato il suo prossimo matrimonio, con il ragazzo barcellonese Javier Rigau Rifols, più giovane di lei di ben 34 anni. La loro love story, che andava avanti da ben 26 anni, è stata corronata con le nozze, avvenute in gran segreto nel novembre 2010.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Giovanna D’Arco

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    LA DONNA SIMBOLO DELL’UNITA’ FRANCESE
    – Care lettrici, buone feste! Oggi vi parliamo di una delle donne della storia che hanno lasciato il segno indelebile. Simbolo dell’amore patriottico e dell’unità della Francia, ha ispirato molti scrittori come Shakespeare, Schiller e Shaw e musicisti come Verdi, Listz, e Cajkovskij. Il suo nome è Giovanna D’Arco e noi oggi, a seicento anni dalla sua nascità, l’omaggiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita. Giovanna d’Arco nasce il 6 gennaio 1412 a Domrémy, in Lorena, in una Francia che da circa cinquant’anni è un paese continuamente in subbuglio, soprattutto a causa dei feudatari che mirano a superare in potenza il sovrano e sobillati dalla monarchia inglese che punta conquistare la nazione. Giovanna è la figlia più piccola di una famiglia di poveri contadini, è a 13 anni, narra la storia, Dio manda una voce per guidarla. Già in tenera età era solita a passare le sue giornate in preghiera, si confessava più volte e spesso non solo udiva “voci” celesti, ma aveva anche strane e sorprendenti visioni.Alla morte dei re Enrico V di Inghilterra e Carlo VI di Francia, avvenute entrambe nel 1422, gli inglesi proclamarono Enrico VI, allora ancora bambino, re di Inghilterra e di Francia. L’erede legittimo al trono francese, Carlo VII, detto il Delfino, si rifiutò di abdicare ribadendo i suoi diritti di successione al trono, ma non potè far celebrare la sua incoronazione secondo il rito ufficiale che avrebbe dovuto tenersi nella città di Reims, allora sotto il dominio inglese.Nel 1429, forte della sua fede, convinta di essere stata scelta da Dio per salvare la Francia piegata dalla guerra dei Cent’anni, Giovanna D’Arco, umile pastorella diciassettenne e analfabeta, dopo aver percorso 2500 chilometri si presenta alla corte di Carlo VII chiedendo di poter cavalcare – senza nessun comando – alla testa dell’esercito che andava a soccorrere Orléans, stretta d’assedio dall’esercito di Enrico VI.Nonostante la diffidenza dei consiglieri Giovanna D’Arco convince il Delfino che cede alle sue richieste. Così Giovanna, che aveva infiammato l’animo di tutti i francesi, sostenuta dalle acclamazioni delle genti dei villaggi e degli uomini d’armi, con un bianco stendardo sul quale vi erano scritti i nomi di Gesù e Maria, si pone alla testa dell’esercito che si proponeva di condurre alla vittoria.Tra maggio e luglio la Pulzella e il suo esercito rompono l’assedio di Orléans, liberano la città e sconfiggono i nemici. È il 7 luglio 1429 quando Carlo VII viene finalmente consacrato re. Alla grande vittoria purtroppo il sovrano, incerto ed esitante, non fa seguire un’azione militare risolutiva e Giovanna D’Arco viene lasciata sola. Invano l’8 settembre organizza un’azione sotto le mura di Parigi. Nonostante fosse stata ferita dalla freccia di un arciere nemico continua a combattere ma, alla fine, suo malgrado, deve obbedire ai capitani e ritirarsi da Parigi.Giovanna però non si arrende, nella primavera del 1430 vuole marciare su Compiègne per difenderla dagli anglo-borgognoni. Durante una ricognizione cade in un’imboscata subendo l’umiliazione di essere catturata e consegnata a Giovanni di Lussemburgo, che la cede a sua volta come bottino di guerra agli Inglesi. Carlo VII non tenta neppure di liberarla.Comincia allora il martirio del carcere e l’onta dei processi. Tradotta a Rouen, davanti a un tribunale di ecclesiastici, nel 1431 viene incolpata di eresia ed empietà, false accuse che tendevano a celare il significato politico della sua condanna. All’alba del 30 maggio 1431 la Pulzella d’Orlèans viene arsa viva. Tra il fumo e le faville, mentre già il suo corpo era avvolto dalle fiamme, fu udita gridare con voce forte, per sei volte: “Gesù!” – poi chinò la testa e spirò. “Siamo tutti perduti! - gridarono i carnefici - abbiamo bruciato una santa”.Diciannove anni dopo, quando Carlo VII rioccupa Rouen, Giovanna viene riabilitata. Canonizzata nel 1920, Giovanna d’Arco ha ispirato scrittori e musicisti, come Shakespeare, Schiller, Giuseppe Verdi, Liszt e G. B. Shaw, esaltata come simbolo di fede, di eroismo e di amore patriottico.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Cher

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    LA CANTANTE AMATA
    Care lettrici, oggi vi parliamo di una cantante, attrice, una leggenda vivente, che si è differenziata da tutto il resto semplicemente per il suo stile e per la sua capacità di aggiornarsi, di risultare sempre al passo con i tempi. Ed ha avuto un’incredibile carriera, lunga ben 40 anni, che l’ha resa di sicuro un punto di riferimento nel mondo del cinema come in quello della musica.Lei è Cher, e noi oggi l’omagiamo, ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Cherilyn Sarkisian La Pierre nasce ad El Centro, California, il 20 maggio 1946, come figlia dell’attrice Jakie Jean Crouch ,in arte Georgia Holt, e di John Sarkisian La Pierre. A 16 anni lascia la scuola superiore e si trasferisce a Los Angeles, dove incontra il produttore e compositore Sonny (Salvatore) Bono, di chiare origini Italiane, in un bar. Tra i due si instaura subito un forte legame che ben presto diventerà qualcosa in più di un’amicizia.Un giorno Cherilyn segue Sonny presso i Gold Star Studios e, durante una registrazione, viene messa al posto di una corista che era assente. Da quel momento Cherilyn comincia a cantare canzoni di basso successo come “Be My Baby” e “You’ve Lost That Loving Feeling”, oltre ad incidere qualche duetto con Sonny. Ma il successo non decolla. Durante gli anni ’60 Cherilyn e Sonny si sposano: il nome della futura Cher diventa Cherilyn Sarkisian La Pierre Bono. Dopo alcuni anni vedrà la luce Chastity Bono, la loro primogenita. Fu soltanto nel 1965 con il duetto rock-pop “I got you babe” che la carriera comincia a decollare, infatti riescono a piazzare ben 5 canzoni nella classifica americana, impresa riuscita soltanto ai Beatles e ad Elvis Presley.Inizialmente il duo è chiamato “Cesar and Cleo”, e firmano un contratto con la casa discografica “Atlantic”. Il successo raggiunge l’apice della notorietà con lo show televisivo “The Sonny and Cher Comedy Hour” del 1971, in cui i due coniugi riescono a mettere in risalto le loro capacità di recitazione, oltre a quelle canore. Ma Cesar and Cleo continuano ad incidere e Cherilyn ottiene un bel flop con la canzone solista “Classified 1 A”.La situazione si aggrava nel 1974, quando oltre ai vari insuccessi collezionati in ambito professionale il matrimonio con Sonny finisce. Inaspettatamente Cherilyn esce dal sodalizio più forte del marito e ciò non può far altro che bene alla sua instabile carriera. Nonostante ciò non si allontana troppo da Sonny, che resta suo collaboratore in ambito professionale.Negli anni successivi Cherilyn si trasferisce a New York e abbandona un po’ il mondo musicale per dedicarsi a quello della recitazione, ed in questo contesto conosce il suo futuro marito, Greg Allman, con il quale sarà sposata per due anni, oltre ad avere un figlio, Elijah Allman. Dopo il secondo divorzio Cherilyn fa cancellare all’anagrafe i suoi cognomi, diventando semplicemente Cher. La sua carriera di attrice è ricca di successi, nel 1983 riceve una nomination Oscar come attrice non protagonista per il film “Silkwood” e vince un Golden Globe per il ruolo stesso.Nel 1985 viene premiata come migliore attrice al Festival di Cannes per il film “Mask”, e nel 1987 è protagonista in “Le Streghe di Eastwick” , “Suspect” e “Stregata dalla Luna” con cui vince il secondo Golden Globe e l’Oscar come migliore attrice. Nello stesso anno Cher torna nel mondo della musica con il successo “I Found Someone”. Due anni dopo, nel 1989 incide l’album “Heart of Stone” che include gli hits “Just like Jesse James” e “If I Could Turn Back Time”. Nel 1990 Cher entra a testa alta nelle classfiche di tutto il mondo con il singolo “The Shoop Shoop Song”. Un altro successo collezionato. La carriera di Cher si stabilizza definitivamente nel 1995 grazie all’album “It’s a Man’s World”, dal quale vengono tratti successi come “One by One” e “Walking in Memphis”.Nel 1998 recita nel film “Un Té con Mussolini”, di Franco Zeffirelli. Nello stesso anno un pesante lutto sconvolge la vita della diva: in un incidente sciistico perde la vita Sonny. Al funerale Cher lo elogia ripetutamente, e lo fa con grande forza. In sua memoria incide un nuovo album, “Believe”, dal quale oltre al singolo omonimo sono estratti anche “Strong Enough” e “All Or Nothing”. “Believe” diventa un successo planetario, che le fa vincere un Grammy Awards e ridefinisce il concetto di musica dance. Vende oltre 10 milioni di copie ed è l’album più venduto da parte di un’artista donna.Nel 2000 duetta con Eros Ramazzotti in “Più Che Puoi” e due anni dopo Cher incide ancora un nuovo album, l’ultimo della sua carriera, “Living Proof”, che contiene il singolo “The Music’s No Good Without You”. Con questi due album Cher riesce a farsi conoscere anche dai più giovani: le sue canzoni sono ascoltate e ballate in tutto il globo.Dopo 40 anni di carriera Cher decide ad abbandonare il mondo della musica per sempre: il tour d’addio porta il nome di “Living Proof ? The Farewell Tour”, probabilmente il più lungo del mondo per salutare i suoi fan. Oltre a essere la cantante e l’attrice, Cher è anche la scrittrice. Il suo primo libro, “The first Time”, è divenuto un cult negli Stati Uniti.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Margaret Thatcher

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    LADY DI FERRO
    Care lettrici, la giornata di oggi la dedichiamo a una donna del mondo della politica mondiale che ha lasciato l’indelebile segno nella storia internazionale. Il suo nome è Margaret Thatcher e oggi, insieme a voi, ripercorriamo la strada della sua vita.Margaret Hilda Roberts Thatcher figlia di un droghiere che si era faticosamente conquistato il suo posto ad Oxford, nasce il 13 ottobre del 1925. Dopo una serie di studi regolari, che non evidenziano in lei nessuna particolare dote straordinaria sul piano intellettuale, la giovane Margaret si dedica agli studi di chimica, laureandosi all’università di Oxford. Dal 1947 al 1951 lavora come ricercattricenel campo della chimica, ma nel 1953, avendo anche studiato come avvocato, diventa fiscalista.Questa indimenticabila signora, che molti storici hanno definita una persona dotata di una incredibile grinta, di grande buonsenso e di uno straordinario fiuto politico, ha segnato profondamente la storia del suo paese. All’epoca in cui tutti davano per scontatto il tramonto della Gran Bretagna, è scesa in pista lei ed è riuscita in poco tempo, usando anche i metodi ferrei, a restituire ai suoi concittadini l’orgoglio di essere inglesi, conducendoli anche nella famosa guerra con l’Argentina per le isole Falkland,.Nel 1959 Margaret entra nel Partito Conservatore e viene subito eletta alla camera dei comuni nel 1959 ricoprendo, fra l’altro, il ruolo di ministro dell’istruzione e delle scienze nel governo Heath per quattro anni, dal 1970 al 1974. Dopo la sconfitta conservatrice nelle elezioni del 1974, sfida Heath per la leadership del suo partito e la conquista nel 1975. Quattro anni dopo conduce il partito alla vittoria, promettendo di fermare il declino economico del Gran Bretagna e di ridurre il ruolo dello stato.Margaret Thatcher fondò la sua politica sull’idea che “la società non esiste. Ci sono solo individui, uomini e donne, e ci sono famiglie”. La “purga thatcheriana” consistette in sostanza nella deregolamentazione di lavoro e mercati del capitale, nella privatizzazione di quelle industrie nazionalizzate che lo stato britannico aveva assunto come risultato della guerra, della depressione economica e dell’ideologia socialista. Il risultato fu più che positivo, come lo confermano anche gli analisti e i dati macroeconomici.Rinfrancata dal successo della sua politica sulle isole Falkland nel 1982, conduce i conservatori ad una grande vittoria alle elezioni del giugno 1983. Nell’ottobre del 1984 sfugge ad un attentato quando esplode una bomba degli estremisti repubblicani irlandesi al Grand Hotel di Brighton durante un congresso del partito. Nuovamente vittoriosa nel giugno del 1987 diventa il primo premier britannico nel ventesimo secolo che ha vinto tre mandati consecutivi. La “Lady di ferro”, così soprannominata per il suo polso fermo e per la decisione con cui ha portato aventi le sue riforme, ha volontariamente lasciato ufficialmente Downing Street, dimettendosi, nel novembre 1990, in piena crisi del Golfo, soprattutto a causa di alcuni contrasti sorti nel partito sulla sua politica fiscale e sul suo euroscetticismo.L’importanza storica di Margaret Thatcher consiste nell’essere stata la prima in Europa a portare avanti una politica basata sulla necessità di combattere lo statalismo e di individuare nell’intrapresa privata e nel libero mercato il mezzo migliore per rilanciare l’economia.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Maria Antonietta

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    LA REGINA DELLA ROVINA
    – Care lettrici, il giorno 2 novembre ha segnato il destino di molti personaggi della storia che, nonostante siano passati secoli, fanno ancora parlare di sé. Una di loro, nata proprio oggi, è Maria Antonietta la cui figura storica è sempre stata piuttosto incompresa. Sono passati più di duecento anni dalla sua morte, ma i libri di storia non hanno mai smesso di descriverla come una donna sciocca e superficiale che portò alla rovina la Francia d’epoca. Maria Antonietta forse era una donna sciocca ma anche determinata e forte e non sorprende il fatto che ancora crei interesse tra gli studiosi di tutto il mondo. Chi era esattamente l’ultima regina della Francia? CENNI STORICI: Il 2 novembre 1755 l’imperatrice d’Austria Maria Teresa d’Asburgo dà alla luce il suo quindicesimo figlio: una bella bambina che battezza Maria Antonia. La ragazza non ha ancora 14 anni quando viene promessa in sposa al nipote ed erede di Luigi XV che sposerà in pompa magna nell’aprile del 1770. Una volta arrivata in Francia prenderà il nome Maria Antonietta. Luigi, erede al trono di Francia, è cresciuto diffidando degli austriaci ed è tutt’altro soddisfatto del matrimonio che da subito parte con il piede sbagliato. L’imperatrice Maria Teresa viene infatti informata dall’ambasciatore austriaco che il matrimonio non è stato consumato, e che l’unica responsabile è sua figlia Maria Antonietta che non fa che divertirsi, trascurando i propri doveri coniugali. In realtà è Luigi che non può avere rapporti sessuali a causa di una malformazione fisica, che un intervento chirurgico correggerà solo anni più tardi.Nel 1774, Luigi XV muore e Maria Antonietta e il marito diventano i nuovi sovrani di Francia. Luigi XVI non fa che soddisfare le richieste della moglie, che vive da sola nel Petit Trianon, nei giardini di Versailles. Lo sfarzoso stile di vita che Maria Antonietta vi conduce è molto lontano da quello del popolo francese. All’inizio del regno di Luigi XVI, la regina viene informata che è interrotto l’approvvigionamento del pane. La frase che le viene attribuita (“Dategli le brioches“) anche se falsa testimonia assai bene l’ostilità che la circonda. Il popolo non l’ama, molti a corte la detestano a causa dell’influenza che ha su Luigi XVI. Dopo otto anni di matrimonio, e quando Luigi si è finalmente sottoposto ad un’operazione chirurgica, Maria Antonietta rimane incinta. Il 18 dicembre 1778, dà alla luce una bambina. Nel 1781 arriva anche il sospirato erede maschio. Nel frattempo la situazione finanziaria dello stato si fa sempre più grave.Nel rigido inverno tra il 1788 e il 1789, Versailles è colpita da un’altra tragedia: il figlio maggiore di Maria Antonietta, l’erede al trono di Francia tanto atteso, si ammala di tubercolosi e muore. In primavera, mentre i sovrani sono ancora sconvolti dal dolore, la situazione politica precipita: i membri eletti degli Stati Generali costituiscono l’Assemblea Nazionale e, sfidando l’autorità assoluta del re, giurano di non sciogliersi finché la Francia non avrà una costituzione. La situazione sfocia in rivolta il 14 luglio 1789, quando il popolo di Parigi insorge contro la monarchia. Mentre i rivoltosi prendono d’assalto la Bastiglia, Maria Antonietta cerca invano di convincere il re che è arrivato il momento di usare la forza.Il popolo di Parigi insorge di nuovo in ottobre. Maria Antonietta fugge dal Petit Trianon, che non rivedrà più. All’alba del giorno seguente, è preso d’assalto il palazzo reale. Braccati e spaventati, il re e la regina si rifugiano nel palazzo abbandonato delle Tuileries. Vi resteranno, di fatto prigionieri, per 18 mesi. La notte del 20 giugno 1791 Maria Antonietta e la famiglia reale tentano la fuga, ma vengono bloccati nella cittadina di Varenne. Nel settembre del 1791, Luigi XVI accetta la costituzione, nonostante l’opposizione della regina. Intanto, Maria Antonietta in segreto chiede aiuto ai sovrani stranieri che dichiarano guerra alla Francia. All’alba del 10 agosto 1792, ventimila parigini circondano il palazzo reale. Luigi XVI è conscio che ogni resistenza è inutile. La famiglia reale viene portata nel Tempio, una fortezza medievale che diventa la sua prigione.Nella disgrazia, Luigi XVI e Maria Antonietta si riavvicinano ma sarà tardi. Il re di Francia Luigi XVI viene ghigliottinato il 21 gennaio 1793 mentre Maria Antonietta viene trasferita alla Conciergerie, la prigione tristemente nota per ospitare i condannati a morte prima della ghigliottina. Il verdetto del processo a cui viene sottoposta è scontato: il 16 ottobre 1793 le toccherà la stessa sorte.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Maddalena Corvaglia

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    LA VELINA AMATA
    – Care lettrici, oggi vi parliamo di una showgirl simpatica, una giovane donna che è rimasta nei cuori di tutti noi come la velina bionda più amata di “Striscia la notizia”. Lei è Maddalena Corvaglia, e noi nel giorno del suo compleanno l’omagiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.La famosa “Velina bionda” nasce il 12 gennaio 1980 vicino a Lecce. Prima di essere scelta da Antonio Ricci per partecipare alla fortunata trasmissione, Maddalena viveva a Presicce, in provincia di Lecce, insieme al suo saldo nucleo familiare: la mamma Isabella, il fratello Tony e l’adorato cane Tequila.Trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Presicce quando, a diciassette anni, vince il suo primo concorso importante, aggiudicandosi il primo premio di Miss Wella Umbria.Due anni dopo Maddalena parteciperà per gioco, in fondo credendoci poco anche lei, alle selezioni delle nuove veline per Striscia. Nonostante la concorrenza di altre mille bionde, poche settimane dopo viene ufficialmente assunta a “Striscia la Notizia”. È la svolta definitiva della sua carriera, l’entrata nel mondo dello spettacolo dal portone principale.Fra i servizi fotografici che l’ hanno immortalata, famosissimo è diventato quello del Febbraio 2000 con la collega Elisabetta Canalis. In seguito, è apparsa su varie altre riviste come “Chi”, “Fit for Fun”, “Sorrisi e Canzoni Tv” e altre ancora. Anche in televisione la sua presenza è stata costante, passando da “Buona Domenica” a “Quelli che il calcio”, da “Fuego” a “Verissimo”. Dopo un po’ Maddalena si trasferisce in pianta stabile a Milano. Poco si sapeva della sua vita privata, prima che diventasse nota la sua relazione con uno dei conduttori del programma, Enzo Iacchetti.Maddalena è appassionata di moto, tanto da essere un vero e proprio centauro. Fra i suoi vizi preferiti ci sono i dolci, dal cioccolato ai biscotti. È una grande tifosa del Lecce. Maddalena ama leggere, sia i classici che la letteratura contemporanea, con una inclinazione per Seneca e Oscar Wilde, mentre in campo cinematografico le sue preferenze vanno a Roberto Benigni.Forte della sua notevole esperienza in fatto di televisione, acquisita in così breve tempo, Maddalena Corvaglia dopo “Striscia” ha condotto una striscia quotidiana dedicata alla fortunata trasmissione di Italia Uno “Operazione Trionfo” (2002) condotta da Miguel Bosè. Dopo questo periodo la sua relazione con Enzo Iacchetti viene ufficializzata, durante una puntata del Maurizio Costanzo Show. Poi Maddalena passa a Rete 4. Diventa inviata speciale per due edizioni di Alberto Castagna nel suo storico “Stranamore”. Co-conduce insieme a Davide Mengacci “La Domenica del Villaggio”, programma domenicale di Rete 4.Nel 2005 torna a “Strisca la Notizia” con l’ ex collega Elisabetta Canalis: le due questa volta conducono il programma per una settimana. Nel 2006 conduce “Sanremo Lab giovani” ed è speaker radiofonica per R101, in cui conduce “Pop Cafè” insieme a Giancarlo Cattaneo. Durante l’estate conduce con Max Novaresi il noto concorso “Miss Muretto” di Alassio.Alla fine dell’anno esce un suo calendario per Max, dove a causa dei pochi veli utilizzati nelle foto, pare che la relazione con il compagno Iacchetti sia messa a dura prova, e pare che lui abbia ripiegato consolandosi con Elisa Triani, altra molto giovane fanciulla, ex letterina di Passaparola.Oggi Maddalena è sposata con Stef Burns , chitarrista della band di Vasco Rossi 20 anni più grande di lei, con il quale è convolata a nozze lo scorso 28 maggio. In autunno invece, il 28 settembre, è nata la loro primogenita Jamie Carlyn.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Stefania Belmondo

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    LA CAMPIONESSA AMATA
    – Care lettrici, oggi vi parliamo di una donna straordinaria, una campionessa tenace e combattiva che ammiriamo per quello che è e i traguardi importanti raggiunti. Lei è Stefania Belmondo, e noi nel giorno del suo compleanno l’omagiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Stefania Belmondo, campionessa italiana dello sci di fondo, nasce a Vinadio, in provincia di Cuneo, il 13 gennaio 1969. La mamma Alda, casalinga, e il papà Albino, dipendente dell’Enel, le fanno indossare i primi sci alla tenera età di 3 anni. Stefania passa l’infanzia sulle montagne cuneesi e inizia a sciare proprio nei bianchi campi innevati davanti alla sua casa. Pare che inizialmente, come tutti i bambini, Stefania preferisse la slitta. Da bambina ha frequenta le scuole elementari e vari corsi di sci. Di carattere forte, testardo ed energico già dall’infanzia la giovane trova nello sport la possibilità di sfogare la sua energia.Inizia a partecipare a qualche gara e subito arirvano risultati positivi. Nel 1982 entra a far parte della Squadra Regionale del Piemonte, e nel 1986 in quella della Nazionale giovanile. Stefania Belmondo fa il suo esordio nelle gare di Coppa del mondo nella stagione 1986/87, periodo in cui se un’atleta italiana arrivava nelle prime 30 posizioni si poteva parlare di evento eccezionale.La stagione seguente entra nella squadra A della Nazionale. All’inizio del 1988 vince le sue prime medaglie ai Campionati mondiali juniores: è seconda nella 5 km e terza nella staffetta. Grazie ai suoi risultati la giovane Belmondo viene chiamata come riserva alle Olimpiadi invernali di Calgary 1988, in Canada: a causa dell’infortunio di un’altra atleta partecipa a quattro gare.Se qualcuno ancora non l’aveva notata, nella stagione 1988/89 il nome di Stefania Belmondo comincia a far parlare: partecipa ai mondiali assoluti di Lahti (in Finlandia) piazzandosi decima e undicesima; vince due medaglie d’oro ai Mondiali juniores (prima donna italiana a vincere un oro ad un mondiale). In più vince tre titoli italiani assoluti. Nel 1989 vince la sua prima gara di Coppa del mondo a Salt Lake City (USA, prima donna italiana a vincere una gara di coppa del mondo) e chiude la Coppa del mondo al secondo posto.La serie di successi è iniziata e sembra inarrestabile: nella stagione 1990/91 vince alcune gare di coppa del mondo, ai Mondiali 1991 in Val di Fiemme ottiene un bronzo nella 15 km (la sua prima medaglia individuale) e un argento nella staffetta. La stagione seguente sale sul podio in modo costante e alle Olimpiadi invernali di Albertville del 1992 ottiene il tanto atteso oro, nell’ultima massacrante prova dei 30 km ed è la prima donna italiana a vincere un oro olimpico. Instancabile, conclude la Coppa del mondo finale al secondo posto. Dal 1992 Stefania entra a far parte del Corpo Forestale dello Stato.Nel 1993 partecipa al suo secondo Mondiale assoluto e vince due ori individuali: nella 10 e nella 30 km. Nel mese di aprile dello stesso anno subisce un intervento all’alluce valgo del piede destro. Inizierà per Stefania Belmondo un lungo calvario lungo quattro anni.Dopo una seconda operazione, nel febbraio del 1994 vola in Norvegia per le Olimpiadi di Lillehammer. La protagonista italiana sarà un’altra grande regina del fondo italiano, Manuela Di Centa, la cui rivalità con Stefania ha dato molti spunti ai giornalisti sportivi. Manuela Di Centa porta a casa due medaglie d’oro, due d’argento ed una di bronzo. Stefania Belmondo vince due medaglie di bronzo: considerate le prestazioni post-operatorie il medico le consiglia di smettere, ma la testardaggine di Stefania prevale.I grandi risultati cui era abitutata non arrivano più ma Stefania non molla. Torna alla grande durante la stagione 1996/97 e dopo tanti anni vince nuovamente in tecnica classica, in cui il piede operato causa non pochi problemi. Partecipa al suo quarto Mondiale assoluto e vince quattro medaglie d’argento, tutte dietro la fortissima russa Valbe. Poi nel 1988 è la volta delle Olimpiadi di Nagano in Giappone, dove arriva terza nella staffetta e seconda nella 30 km. La successiva è un’altra stagione straordinaria, costellata da tanti podi e coronata da due ori ai Campionati del Mondo in Austria, più un argento nella staffetta. L’ultima stagione agonistica di Stefania Belmondo è quella del 2001/02: a 10 anni di distanza dal precedente, vince un sofferto oro olimpico, oltre che un argento nella 30 km. Chiude al terzo posto nella classifica finale di Coppa. Oggi Stefania è una mamma felice di Mathia, nato nel 2003. È molto impegnata a livello sociale, continua a far parte del Corpo Forestale dello Stato e collabora con la Federazione Sportiva Sport Invernali. Nel 2003 è uscito il suo libro “Più veloci di aquile i miei sogni”. Il suo ultimo grande risultato sportivo è stato quello di ricoprire il prestigioso ruolo di ultima tedofora nella cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Per Stefania Belmondo l’accensione del braciere olimpico è valsa un’emozione grande tanto quella della vittoria dell’oro olimpico.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Giovanna Mezzogiorno

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    L’ATTRICE PREMIATA
    Care lettrici, la giornata di oggi la dedichiamo a una delle più bravi attrici italiane, nata proprio il 9 novembre. È una stella del cinema che ci ha sempre emozionato con il suo modo brillante di interprettare una vasta gama di personaggi. Il suo nome è Giovanna Mezzogiorno. Le facciamo i nostri migliori auguri di buon compleanno, percorrendo insieme a voi le tappe più importanti della sua vita.Giovanna, figlia dell’indimenticato attore Vittorio Mezzogiorno, scomparso purtroppo in giovane età , e dell’attrice Cecilia Sacchi, nasce a Roma nel 1974. Da perfetta figlia d’arte, inizia a studiare la recitazione niente meno che presso il laboratorio teatrale di quel genio di Peter Brook a Parigi, dove si fermerà a lavorare per due anni. Nel 1995 esordisce con i fiocchi al teatro con “Qui est là”, l’addattamento di Amleto, nel ruolo di Ofelia che un anno dopo le porterà il Premio Coppola – Prati. Al cinema, invece, arriverà nel 1997 grazie a Sergio Rubini che la sceglie per il film “Il viaggio della Sposa”. La sua prima interpretazione cinematografica raccoglie giudizi entusiastici e porta alla Mezzogiorno i primi importanti riconoscimenti come Targa d’Argento “Nuovi talenti del cinema italiano” alle Grolle d’oro, Globo d’oro della stampa estera e il Premio Flaiano come migliore interprete femminile. Un’ inizio davvero strepitoso per una giovane donna che oltre ad essere bella ha le qualità artistiche da vendere.Nel 1998 arriva Michele Placido, che la dirigerà nel lungometraggio “Del perduto amore”, e non mancheranno i nuovi successi e premi d’estrema importanza per un’attrice ancora agli esordi come il Nastro d’Argento, il Ciak D’oro e il premio Pasinetti come migliore attrice. Nello stesso anno gira il film TV “Più leggero non basta” diretto da Elisabetta Lodolo. L’anno 2000 la porterà a lavorare tra Praga e Parigi alla miniserie “I miserabili”, mentre nella Patria lavorerà, accanto a Stefano Accordi, suo compagno per un lungo periodo, nella famosa pellicula di Gabriele Muccino “L’ultimo bacio”. Quel film, che ha saputo toccare benissimo alcuni punti nevralgici della crisi di coppia nella generazione dei trentenni, la lancerà definitivamente nel firmamento delle star.Due anni più tardi Giovanna ci regala di nuovo tante emozioni, interpretando la sua omonima nel commovente film “La finestra di fronte” di Ferzan Ozpetek, in cui il suo partner era il collega Raul Bova. Per il ruolo di Giovanna ricevere tantissimi premi: il Ciak d’oro, il David di Donatello, il nastro d’Argento e ancora una volta il Premio Plaiano. Nello stesso periodo, sotto la regia di Ferdinando Vicentini Orgnani, ha interpretato la protagonista di un film ad alto contenuto civile, basato sulla tragedia della giornalista Ilaria Alpi, assassinata vigliaccamente in Somalia il 20 marzo 1994. Seguono, poi, “Il segreto di Thomas”, “Lamore ritorna” e “Il club delle promesse”. Nell’anno 2005 la vedremo ne “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini che le porterà la Coppa Volpi. L’anno successivo è Fermina Daza in L’amore ai tempi di colera, con l’attore spagnolo Javier Bardem.Sempre nel 2007 è sul grande schermo con il film di Francesca Archibugi “Lezioni di volo” e in quello d’esordio di Davide Marengo, “Notturno bus”, al fianco di Valerio Mastandrea.Nel 2008 le viene assegnato il ruolo da protagonista in “Vincere”, film diretto da Marco Bellocchio, in cui interpreta Ida Dalser, presunta prima moglie di Benito Mussolini (non esiste alcun documento ufficiale) e madre di suo figlio Benito Albino. Nel 2009 è protagonista, insieme a Riccardo Scamarcio, del film “La prima linea”. Inoltre è co-produttrice e voce narrante del film-documentario Negli occhi, sulla vita e sulla carriera del padre, presentato in concorso nella sezione “Controcampo Italiano” della 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.Nel 2010 partecipa insieme a Max Gazzè, Rocco Papaleo, Alessandro Gassman, e Paolo Briguglia, al film “Basilicata coast to coast” interpretando il ruolo di una giornalista. Nel gennaio 2011 negli Stati Uniti è stata premiata come migliore attrice protagonista per il ruolo di Ida Dalser in “Vincere” dal National Society of Film Critics Awards 2010 - l’associazione a stelle e strisce di critici cinematografici.Proprio sul set di questo film, l’attrice ha conosciuto il macchinista Alessio Fugolo, suo marito. Da lui ha avuto Leone e Zeno, i due gemellini nati il 26 agosto 2011.

     
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    LA DONNA DEL GIORNO: Kate Moss

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    LA MODELLA FAMOSA
    – Care lettrici, oggi vi parliamo di una modella famosa, controversa e chiacchierata, idolatrata e criticata come ogni mito. È una top model dal corpo esile, non alto, e magrissimo che ha scatenato negli anni ’90 le ire di chi vedeva in lei una minaccia per le milioni di adolescenti a rischio anoressia. La chiamano “Queen of Cool” (Regina della Tendenze), ed è arrivata a guadagnare oltre 10.000 dollari al giorno. Lei è Kate Moss, e noi nel giorno del suo compleanno l’omagiamo ripercorrendo, insieme a voi, le tappe più importanti della sua vita.Nata il 16 gennaio 1974 a Croydon, nel Surrey (Inghilterra), Kate Moss è figlia d’arte: la madre è Donna Jordan, una mannequin assai nota negli anni ’70. Pare che la prima proposta di lavoro di Kate Moss le sia stata offerta da Sarah Doukas, dell’agenzia Storm, all’aeroporto JFK di New York, quando aveva solo quattordici anni. Da allora è apparsa in moltissime campagne fino a diventare la “musa” e il simbolo di Calvin Klein dove il suo viso rimane legato al lancio dei profumi “Obsession” e “One”.Di classe, affabile e discreta, disinvolta ed elegante sulle passerelle, Kate Moss è stata immortalata da molti fotografi famosi, fra cui Steven Meisel per Glamour Italia, Richard Avedon per Versace. Non si contano le copertine di “W”, “Harper’s Bazaar”, “Vogue”, “Allure”, “Elle”, dove Kate Moss compare. Il mago dell’obbiettivo Peter Lindbergh l’ha inclusa nel suo libro “10 Women”.Pari passo con la sua carriera di successo, va anche la sua vita amorosa. Dopo una storia turbolenta e chiacchieratissima con l’attore Johnny Depp, Kate si è legata a Jefferson Hack, direttore editoriale della rivista britannica “Dazed & Confused”, con il quale ha avuto Lila Grace, nata il 29 novembre 2002. Due anni prima aveva deciso di lasciare il mondo delle passerelle e vederla sfilare da allora in poi diventerà una cosa rara, ma il suo volto e la sua immagine continueranno a essere i suoi ferri del mestiere.All’inizio del 2005 è uscito negli Stati Uniti “Kate Moss: Model of Imperfection”, una biografia non autorizzata, scritta da Katherine Kendell. I dettagli scandalosi inseriti nelle pagine, raccontano la vita della bellissima top model, da quando avrebbe iniziato a fumare a 13 anni, quando a 14 anni avrebbe perso la verginità, e a 15 avrebbe deciso di interrompere gli studi. In questa biografia vengono inoltre elencati i flirt, veri e presunti, attribuiti alla modella. Nello stesso anno, a settembre per la precisione, la Moss vieno travolta da uno scandalo che farà parlare di lei in tutto il mondo.Tutto parte da “The Mirror”, che pubblica foto sfocate in cui si vede la modella assumere grandi quantità di cocaina. Kate Moss arrivava già da un recente passato in cui aveva trascorso un periodo di disintossicazione da alcool e droga in una clinica londinese. La conseguenza immediata della notizia sono state le interruzioni di molti, ricchissimi contratti di notissime case di moda con cui la modella era legata. Quella immagine negativa del mondo della moda fece sì che il pubblico delle ragazzine e adoloscenti, le quali spesso idolatravano le top model, cercassero esempi positivi in altri ambiti sociali.Senza rispondere in modo specifico alle accuse di “The Mirror”, Kate Moss ha poi chiesto scusa pubblicamente in una conferenza stampa in cui ha dichiarato che si assumeva la piena responsabilità delle sue azioni. In tale occasione disse: “Ammetto anche che ci siano diverse questioni personali di cui mi devo occupare e ho cominciato a fare i primi passi, difficili ma necessari, per risolverle. Voglio scusarmi con tutte le persone che ho deluso a causa del mio comportamento che ha avuto delle ripercussioni negative sulla mia famiglia, gli amici, i colleghi, i partner commerciali ed altre persone”.In quell’epoca la modella era sentimentalmente legata al cantante rock inglese Pete Doherty, con cui nel 2006 aveva girato l’Europa per seguirlo nel suo tour, intervenendo anche ogni sera sul palcoscenico. Dopo essere scoperta, la Moss decide di disintossicarsi e finisce la travagliata storia con Doherty. Dopo essersi lasciata alle spalle la disintossicazione, Kate inizia una storia d’amore con Jamie Hince, chitarrista dei “The Kills”, con il quale si unisce in matrimonio il giorno 1 luglio 2011.

     
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