FENOMENI NATURALI

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    Eric Gross, fotografo di paesaggi del Colorado, ha immortalato onde ghiacciate che riflettevano il paesaggio sulla loro elegante superficie tra le Montagne Rocciose innevate.

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    Le Cascate di sangue


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    Una cascata di colore rosso sangue, alta come un palazzo di cinque piani, fluisce molto lentamente fuori dal Ghiacciaio Taylor, in quelle che sono conosciute come le valli secche di McMurdo, in Antartide. I geologi scoprirono la cascata ghiacciata per la prima volta nel 1911, e pensarono che il colore rosso fosse dovuto ad alghe pigmentate.

    In realtà, circa due milioni di anni fa, il ghiacciaio Taylor sigillò al proprio interno un piccolo serbatoio d'acqua, che conteneva intere comunità di microbi. Intrappolati dietro uno spesso strato di ghiaccio, i microbi sono rimasti lì fin da quel momento, isolati in quella che è una vera e propria capsula del tempo naturale. Evolvendosi indipendentemente dal resto del mondo, i microbi sono sopravvissuti in un luogo senza luce e senza ossigeno, e con pochissimo calore. Sono a tutti gli effetti un "brodo primordiale". Il lago intrappolato dal ghiacciaio ha una salinità elevatissima, ed è ricco di ferro, che conferisce alla cascata il suo colore così intenso. Una fessura nel ghiacciaio permette al lago subglaciale di fuoriuscire ogni tanto, senza contaminare l'ecosistema all'interno. Fluendo molto lentamente, le acque ferrose formano un deposito ben visibile sul ghiacciaio.

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    Al contrario della maggior parte dei ghiacciai antartici, il ghiacciaio Taylor non è del tutto ghiacciato alla base e questo è probabilmente dovuto alla presenza di salamoie ipersaline presenti sotto di esso. Per giustificare l'ipersalinità di tali soluzioni acquose sono stati supposti due meccanismi. Secondo la prima teoria, la crioconcentrazione del sale sarebbe avvenuta nell'acqua di mare quando quest'ultima è cristallizzata formando cristalli di ghiaccio puro ed espellendo i sali in essa disciolti, man mano che la temperatura continuava a scendere a causa dello scambio di calore con l'enorme massa di ghiaccio del ghiacciaio soprastante. In conseguenza di ciò, l'acqua di mare rimasta non ghiacciata sarebbe quindi diventata una salamoia con una salinità pari a due o anche tre volte quella media degli oceani. Secondo un'altra teoria, invece, la formazione di salamoie ipersaline sarebbe avvenuta, prima che queste fossero ricoperte dal ghiacciaio, a causa dell'evaporazione dell'acqua dalla superficie di laghi normalmente esposti al sole e situati in un ambiente polare estremamente secco come quello delle valli secche di McMurdo. In teoria, se si potesse aver accesso a tali salamoie, si potrebbe capire quale dei due meccanismi è intervenuto attraverso un'analisi degli isotopi stabili presenti in esse.



    Un'analisi del fluido ipersalino campionato fortuitamente attraverso una frattura nel ghiaccio ha mostrato che esso è quasi privo di ossigeno disciolto e ricco di solfati e ioni ferrosi. La presenza di solfato è la traccia geochimica di un precedente ambiente marino mentre il ferro bivalente, solubile, era stato probabilmente prodotto sotto condizioni riducenti a partire dai minerali del suolo roccioso esposto all'attività microbiologica.

     
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    La Primavera sul Lago Michigan, uno dei Grandi Laghi dell’America del Nord


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    Il lago rimane congelato per gran parte dell’inverno, dopo le temperature estreme portate dal vortice polare in alcune zone degli USA. Con l’arrivo della nuova stagione, il lago, che ha una superficie di 58.000km², si è ritrovato coperto da spettacolari pezzi di ghiaccio. Il fenomeno è causato dall’acqua che si muove sotto il ghiaccio mentre il Lago Michigan inizia a scongelare. Il lago sciogliendosi velocemente, fa sì che l’acqua spinga le lastre di ghiaccio in superficie.

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    L'occhio del drago è una formazione rocciosa naturale, si trova lungo il bellissimo litorale della spiaggia Uttakliev nelle Isole Lofoten in Norvegia del nord.


    "Una sera sulla strada verso Henningsvær. Mentre guidavo intravidi una forma più scura stagliarsi e muoversi tra le rocce appuntite. Fermai la macchina sul lato della strada deserta. Il silenzio era totale. Il mondo privo di ombre aveva perso rilievo. Guardai a lungo ispezionando la parete rocciosa protesa verso il cielo. In alto, lontano da dove l’avevo scorta in precedenza, riecco quella forma. Irregolare e massiccia, immobile come una pietra. Ma avevo la strana, sgradevole impressione che quel qualcosa mi stesse osservando. Come un animale che rimane immobile mentre lo si osserva e che comincia a muoversi ogni volta che distogliamo lo sguardo."

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    “Mentre l’uomo parlava, cominciai a sentire un suono cupo, crescente, simile al muggito di una mandria di bufali nella prateria americana, e nello stesso tempo notai che l’aspetto dell’oceano sotto di noi, da quello che i marinai chiamano rotto stava rapidamente mutandosi in una sorta di corrente diretta verso est. Mentre l’osservavo, questa corrente acquistò una impressionante velocità, che cresceva ad ogni istante… fino a diventare travolgente: in cinque minuti l’intero mare fino a Vurrgh fu travolto da una furia incontrollabile; ma fu tra Moskoe e la costa che il fragore raggiunse la massima violenza. Qui il vasto letto delle acque si fondeva e si divideva in mille torrenti in lotta tra loro, esplodendo all’improvviso in frenetiche convulsioni – gonfiandosi, ribollendo, sibilando – roteando in innumerevoli, giganteschi vortici, turbinando e precipitando verso oriente con la velocità dell’acqua di una cascata.

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    Ancora pochi minuti ed ecco un altro radicale mutamento di scena. La superficie si calmò, divenne liscia, sparirono i vortici, mentre comparivano strisce di spuma dove prima non c’erano. Queste strisce s’allungarono, si fusero l’una con l’altra, fino a formare l’embrione di un ben più vasto vortice. E infatti all’improvviso, questo prese consistenza sotto forma di un cerchio di oltre un miglio di diametro. L’orlo del vortice era formato da una larga fascia di spuma scintillante, ma nemmeno una goccia di tale frangia cadeva nella bocca del terrificante imbuto, il cui interno, fino dove arrivava l’occhio, era una parete d’acqua liscia, brillante, nerissima, inclinata a quarantacinque gradi sull’orizzonte, animata da un moto rotatorio e insieme ondulatorio lungo il perimetro esterno, capace di emettere un suono pauroso, per metà urlo e per metà ruggito, più intenso di quello che sia mai salito al cielo nella sua angoscia dalla possente cascata del Niagara.”


    (Una discesa nel maelström – E.A. Poe)

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    Tutti i colori dei fulmini

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    Tra i diversi fattori che ne determinano il colore prevalente sono:

    - l'eccitazione delle molecole di gas (Azoto e Ossigeno) presenti nell'atmosfera;
    - la temperatura dell'aria;
    - il pulviscolo presente;
    - l’umidità dell’aria.

    Il fulmine, colpendo le particelle in sospensione nell'aria, disperde la luce in modo diverso, conferendo al loro contorno colori diversi. Può quindi essere anche solo bianco o assumere contorni blu, rossi, viola e via dicendo.

    Post e foto Marcella Giulia Pace - greenflash.photo
     
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    L’arco circumorizzontale

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    L’arco circumorizzontale è un fenomeno piuttosto raro, perché il sole deve essere ad almeno 58 gradi sopra l’orizzonte e devono essere presenti dei cirri nei quali i cristalli esagonali di ghiaccio devono essere allineati prevalentemente in direzione orizzontale.

    Lo chiamano “arcobaleno di fuoco” perché, visto dal basso, somiglia a una fiamma colorata che divampa nel cielo. In realtà il fenomeno dell’arco circumorizzontale si verifica in condizioni climatiche particolarmente fredde. Perché sia visibile infatti, occorre che i raggi del Sole colpiscano i cirri (nuvole che si formano ad altezze maggiori di 6 mila metri) con un’inclinazione di 58°. A creare il suggestivo effetto sono i cristalli di ghiaccio esagonali di cui le nubi sono costituite, allineati orizzontalmente in modo da rifrangere la luce come un unico, gigantesco prisma.

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    Le Trovants


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    Le trovants possono essere rimirate nella riserva naturale di Muzeul Trovantilor, gestita dall’associazione Kogayon, patrocinata dall’Unesco. Si trova a una quarantina di chilometri da Ramnicu Valcea. Il territorio si è formato sei milioni di anni fa, in seguito a fenomeni di natura sismica.
    Il nome “trovants” deriva dal tedesco “Sandsteinkonkretionen”, che significa “sabbia cementata”.
    Oltre che in Romania, altre rocce simili si possono incontrare in Russia, Kazakistan e nella Repubblica Ceca.

    Le trovants appaiono come grandi pietre di forma varia – circolare, ellissoidale, a otto, bitorzoluta – , con dimensioni variabili da pochi centimetri a un paio di metri. Così particolari da essere state ritenute nei secoli passati uova di dinosauro o materiale di origine aliena.

    Queste pietre enigmatiche, note come "trovants" in Romania, crescono, si muovono e si riproducono. Prendono i minerali della pioggia dopo ogni forte acquazzone, che si combinano con le sostanze chimiche già esistenti nella roccia per produrre una reazione e una pressione all'interno che alla fine provocano la crescita e la riproduzione della pietra.

    Sono pietre costituite da sabbia (arenaria)a base di sabbia, carbonato e acque calcaree che, reagendo con l’acqua piovana, sviluppano delle concrezioni concentriche che si accrescono parafrasando lo sviluppo degli alberi. Le hanno battezzate trovant che in romeno significa “sabbia cementata”.

    Quando gli elementi entrano in contatto con l’acqua piovana, si innescano delle reazioni chimiche che determinano un aumento di pressione all’interno della massa rocciosa, scatenando l’emergere di escrescenze, protuberanze, sulla superficie della trovant che possono anche staccarsi per effetto di gravità e dare inizio a un nuovo processo “riproduttivo”. É tale fenomeno a fornire ad occhi inesperti l’impressione di un “parto” di nuove pietre figlie a partire dalla pietra madre. In realtà si tratta di un processo invisibile all’occhio umano, in quanto estremamente lento. La velocità di accrescimento di una trovant è di circa 4/5 centimetri ogni 1200 anni. Oggi ci si può imbattere in pietre anche di 6-10 metri di diametro, “nate” da piccole formazioni inizialmente inferiori al centimetro. La loro formazione si stima sia iniziata 6 milioni di anni fa, nel Miocene Medio, a partire da sedimenti sabbiosi, per effetto di una intensa e prolungata attività sismica “modellante”.

    .... storia e leggende ....


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    Il primo studio sulle pietre fu condotto nel 1883 nella zona dei Carpazi a Cobalcescu (Bucarest).
    Nel 1900, il medico, batteriologo e microbiologo tedesco Heinrich Hermann Robert Koch (1843-1910), diede una prima spiegazione riguardo alle origini. Secondo il “fondatore della moderna batteriologia e microbiologia”, le pietre erano costituite da un nucleo di pietra con un guscio esterno di sabbia.
    Ci sono stati pochi studi sull’origine di queste pietre crescenti della Romania, e ci sono molte ipotesi, alcune anche fantastiche. Secondo il Congresso Geologico Internazionale svoltosi a Oslo nel 2008, questi “Trovanti” sono stati impropriamente considerati “concrezioni di arenaria”.
    In realtà si è scoperto che non c’è alcuna differenza mineralogica tra queste pseudo concrezioni e le sabbie circostanti e che il loro “cemento” è di tipo carbonato.


    Nel folclore popolare gli abitanti rumeni nei giardini delle loro abitazione hanno delle pietre Trovants. Le pietre sono annaffiate regolarmente come delle piante con un pò di timore nei loro confronti. Potrebbero arrabbiarsi senza acqua e smettere di portare fortuna come vuole la leggenda.

    Una leggenda narra che le pietre Trovants siano il peso delle nuvole. Secondo la leggenda sono quindi libere di andare liberamente da un luogo ad un altro e loro stesse hanno deciso di popolare il pianeta Terra.
     
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    A proposito di vento

    COME FUNZIONA UNA MANICA?


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    Le maniche sono degli strumenti che permettono di conoscere in tempo reale come si comporta il vento: dal grado di rigonfiamento del cono si può valutare la forza del vento, mentre la direzione di provenienza del vento è quella in cui la manica sta puntando.
    Le maniche non sono dipinte a strisce bianche/rossa per caso, ognuna di queste strisce da un valore molto importante: la velocità del vento.
    Ogni banda indica un aumento di 3 nodi di vento, quindi se vediamo la manica completamente orizzontale e tesa, possiamo stimare la velocità del vento ad almeno 15 nodi (circa 28 Km/h).
     
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    Una foto scattata da Rick Geiss da Gulf Shores, Alabama nel luglio 2016, che mostra una maestosa nube cumulus congestus con un microesplosione che versa un pozzo di pioggia sull'oceano.

     
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    "minuscoli miracoli di bellezza"

    WILSON BENTLEY

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    Wilson Bentley era un ragazzino ossessionato dalle condizioni atmosferiche a cui i genitori regalarono un microscopio il giorno del suo 15° compleanno. Iniziò così la sua passione, dapprima disegnando i cristalli di neve per poi specializzarsi con gli anni nella fotografia. Fu uno dei primi a dedicarsi ai cristalli di ghiaccio sviluppando una tecnica usata ancora oggi: lasciava posare la neve su un vassoio ricoperto di velluto per poi posizionare i cristalli sul vetrino del microscopio usando un sottile strumento metallico.
    Bentley immortalò la bellezza dei fiocchi di neve, che lui stesso definiva "minuscoli miracoli di bellezza", per quarant'anni, fino al 1931. Durante la sua vita scattò più di 5.000 fotografie, ma dopo quaranta anni non aveva ancora osservato due cristalli identici.
    Mesi prima della sua morte, il lavoro della sua vita è stato finalmente pubblicato sotto il titolo Cristalli di neve — una monografia di 2.500 delle sue fotografie più seducenti, che rimane in stampa oggi come Fiocchi di neve in fotografie.

    "Ogni fiocco di neve ha una bellezza infinita che è arricchita dalla consapevolezza che l'investigatore, con ogni probabilità, non ne troverà mai un altro esattamente simile. Di conseguenza, fotografare queste forme transitorie di natura dà all'operaio qualcosa dello spirito di uno scopritore. Oltre a combinare la sua più grande abilità e abilità artistica nella produzione di fiocchi di neve, la Natura lava generosamente gli esemplari più belli su un piano molto sottile in modo che siano appositamente adattati per lo studio fotomicrografico."





     
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