RON HOWARD

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    RON HOWARD



    Soprannominato Ronny per quanti sforzi faccia per fare film sempre più meravigliosi e belli, sarà sempre ricordato da una certa generazione come Richard 'Ricky' Cunningham, o il bravo ragazzo serio e un po' imbranato che nella celebre serei televisiva "Happy days" era grande amico dell'altrettanto mitico Fonzie.

    Ron Howard nasce in Oklahoma il giorno 1 marzo 1954 da una famiglia di attori. Il padre Rance Howard realizza il sogno di recitare dopo la laurea in drammaturgia. La madre Jean Speegle studia recitazione a New York.

    La prima apparizione cinematografica avviene a 18 mesi nel film "Frontier woman" (1955), ma la prima interpretazione è a cinque anni, nel film d'avventura con Yul Brinner e Deborah Kerr, "Il viaggio", di Anatole Litvak.



    Tra gli anni '60 e '70, ancora bambino, lavora in numerose serie televisive di successo come ad esempio "The Andy Griffith show", sfortunatamente mai approdate nel nostro paese; nel 1963 recita il ruolo dell'intraprendente figlio di Glenn Ford nell'opera di Vincente Minnelli, "Una fidanzata per papà".

    Vista la sua familiarità con i set cinematografici, i genitori nel tentativo di fargli vivere una vita normale, lo iscrivono alle scuole pubbliche. Così per un po' Ron si concentra solo sugli studi. A livello artistico passa così direttamente da attore bambino a regista adulto.
    Nel 1975 sposa la sua compagna di scuola Cheryl Allen.

    Nel 1976 riceve una nomination al Golden Globe per la sua interpretazione ne "Il pistolero" accanto ad attori del calibro di John Wayne, James Stewart e Lauren Bacall. Come attore cinematografico più maturo è da ricordare la partecipazione al film "American Graffiti" nel 1973, diretto da George Lucas, con Richard Dreyfuss.

    Effettua le prime riprese come regista ad appena quindici anni con la sua Super8. Animato da grande passiione, dopo le scuole superiori frequenta per due anni il "Film Program" dell'Università della California del Sud. Interrompe il corso decidendo di imparare direttamente sul campo.
    Nel 1977 realizza la sua prima pellicola grazie ad un accordo con Roger Corman. Ron avrebbe recitato nel film prodotto da Corman "Eat my dust!" ed in compenso lui avrebbe prodotto la prima pellicola di Howard "Attenti a quella pazza Rolls Royce", da lui scritto e interpretato.



    Nel 1982 gira "Turno di notte" con Henry Winkler, il Fonzie di Happy Days, come protagonista.
    Il successo di pubblico arriva nel 1984 con "Splash – Una sirena a Manhattan". L'anno dopo gira "Cocoon – L'energia dell'universo". La pellicola, incentrata su un gruppo di allegri vecchietti, vince due Oscar e un premio a Venezia.

    Negli anni '90 Ron Howard acquista rispetto nell'ambiente cinematografico e il consenso del pubblico. Realizza opere di successo, come "Fuoco assassino" con Robert De Niro e Kurt Russell nel 1991. Nel 1992 gira "Cuori ribelli", pellicola con Tom Cruise e Nicole Kidman.


    Nel 1995 realizza "Apollo 13" (con un intenso Tom Hanks) nel quale, in un cameo, recitano anche i suoi genitori e la figlia Bryce.
    L'anno seguente dirige Mel Gibson in "Ransom - Il riscatto". Il 1999 si apre con "Ed TV", controversa pellicola sul mondo della televisione (con Elizabeth Hurley).

    Due anni dopo, regista ormai maturo, è il momento del capolavoro. Si tratta del commovente "A beautiful mind", che ottiene uno strepitoso successo grazie anche alla presenza di un indovinato Russell Crowe nella parte del geniale matematico schizofrenico John Nash. Alla notte degli Oscar, la pellicola si porterà a casa quattro delle otto statuette cui era candidata, tra cui Miglior film e Miglior regia.



    Alla sua sapiente ed esperta mano è stata affidata la regia de "Il Codice da Vinci", film tratto dal libro di Dan Brown, fenomeno editoriale degli ultimi anni. Il film-evento (con Tom Hanks, Jean Reno e Audrey Tatu) è uscito in contemporanea mondiale il 19 maggio 2006.

    Artista a tutto tondo Ron Howard ha quattro figli: Bryce Dallas, i gemelli Jocelyn e Page Carlyle, e Reed. Ha anche un fratello, Clint, spesso chiamato a recitare nei suoi film.

    Soprannominato Ronny per quanti sforzi faccia per fare film sempre più meravigliosi e belli, sarà sempre ricordato da una certa generazione come Richard 'Ricky' Cunningham, o il bravo ragazzo serio e un po' imbranato che nella celebre serei televisiva "Happy days" era grande amico dell'altrettanto mitico Fonzie.

    Ron Howard nasce in Oklahoma il giorno 1 marzo 1954 da una famiglia di attori. Il padre Rance Howard realizza il sogno di recitare dopo la laurea in drammaturgia. La madre Jean Speegle studia recitazione a New York.

    La prima apparizione cinematografica avviene a 18 mesi nel film "Frontier woman" (1955), ma la prima interpretazione è a cinque anni, nel film d'avventura con Yul Brinner e Deborah Kerr, "Il viaggio", di Anatole Litvak.

    Tra gli anni '60 e '70, ancora bambino, lavora in numerose serie televisive di successo come ad esempio "The Andy Griffith show", sfortunatamente mai approdate nel nostro paese; nel 1963 recita il ruolo dell'intraprendente figlio di Glenn Ford nell'opera di Vincente Minnelli, "Una fidanzata per papà".



    Vista la sua familiarità con i set cinematografici, i genitori nel tentativo di fargli vivere una vita normale, lo iscrivono alle scuole pubbliche. Così per un po' Ron si concentra solo sugli studi. A livello artistico passa così direttamente da attore bambino a regista adulto.
    Nel 1975 sposa la sua compagna di scuola Cheryl Allen.

    Nel 1976 riceve una nomination al Golden Globe per la sua interpretazione ne "Il pistolero" accanto ad attori del calibro di John Wayne, James Stewart e Lauren Bacall. Come attore cinematografico più maturo è da ricordare la partecipazione al film "American Graffiti" nel 1973, diretto da George Lucas, con Richard Dreyfuss.

    Effettua le prime riprese come regista ad appena quindici anni con la sua Super8. Animato da grande passiione, dopo le scuole superiori frequenta per due anni il "Film Program" dell'Università della California del Sud. Interrompe il corso decidendo di imparare direttamente sul campo.
    Nel 1977 realizza la sua prima pellicola grazie ad un accordo con Roger Corman. Ron avrebbe recitato nel film prodotto da Corman "Eat my dust!" ed in compenso lui avrebbe prodotto la prima pellicola di Howard "Attenti a quella pazza Rolls Royce", da lui scritto e interpretato.

    Nel 1982 gira "Turno di notte" con Henry Winkler, il Fonzie di Happy Days, come protagonista.
    Il successo di pubblico arriva nel 1984 con "Splash – Una sirena a Manhattan". L'anno dopo gira "Cocoon – L'energia dell'universo". La pellicola, incentrata su un gruppo di allegri vecchietti, vince due Oscar e un premio a Venezia.

    Negli anni '90 Ron Howard acquista rispetto nell'ambiente cinematografico e il consenso del pubblico. Realizza opere di successo, come "Fuoco assassino" con Robert De Niro e Kurt Russell nel 1991. Nel 1992 gira "Cuori ribelli", pellicola con Tom Cruise e Nicole Kidman.



    Nel 1995 realizza "Apollo 13" (con un intenso Tom Hanks) nel quale, in un cameo, recitano anche i suoi genitori e la figlia Bryce.
    L'anno seguente dirige Mel Gibson in "Ransom - Il riscatto". Il 1999 si apre con "Ed TV", controversa pellicola sul mondo della televisione (con Elizabeth Hurley).

    Due anni dopo, regista ormai maturo, è il momento del capolavoro. Si tratta del commovente "A beautiful mind", che ottiene uno strepitoso successo grazie anche alla presenza di un indovinato Russell Crowe nella parte del geniale matematico schizofrenico John Nash. Alla notte degli Oscar, la pellicola si porterà a casa quattro delle otto statuette cui era candidata, tra cui Miglior film e Miglior regia.

    Alla sua sapiente ed esperta mano è stata affidata la regia de "Il Codice da Vinci", film tratto dal libro di Dan Brown, fenomeno editoriale degli ultimi anni. Il film-evento (con Tom Hanks, Jean Reno e Audrey Tatu) è uscito in contemporanea mondiale il 19 maggio 2006.

    Artista a tutto tondo Ron Howard ha quattro figli: Bryce Dallas, i gemelli Jocelyn e Page Carlyle, e Reed. Ha anche un fratello, Clint, spesso chiamato a recitare nei suoi film.



    Filmografia

    Attore

    Pellirosse alla frontiera (Frontier Woman), regia di Ron Ormond (1956)
    Il viaggio (The Journey), regia di Anatole Litvak (1959)
    The Andy Griffith Show, di Sheldon Leonard (1960) - serie TV, Opie Taylor in 210 episodi (1960-1968)
    Door-to-Door Maniac, regia di Billy Karn (1961)
    Capobanda (The Music Man), regia di Morton DaCosta (1962)
    Una fidanzata per papà (The Courtship of Eddy's Father), regia di Vincente Minnelli (1963)
    Village of the Giants (Village of the Giants), regia di Bert I. Gordon (1965)
    A Boy Called Nuthin', regia di Norman Tokar (1967)
    Smoke, regia di Vincent McEveety (1970)
    Lassie (Lassie) - Gary in due episodi del telefilm (1970)
    La famiglia Smith (The Smith Family) (1971) - serie TV, Bob Smith in 39 episodi (1971-1972)
    Wyoming, terra selvaggia (The Wild Country), regia di Robert Totten (1971)
    American Graffiti (American Graffiti), regia di George Lucas (1973)
    Happy Mother's Day, Love George, regia di Darren McGavin (1973)
    The Migrants, regia di Tom Gries (1974) - film TV
    La banda di Harry Spykes, regia di Richard Fleischer (1974)
    Locusts, regia di Richard T. Heffron (1974) - film TV
    Happy Days (Happy Days), di Garry Marshall (1974) - serie TV, Richard "Richie" Cunningham in 171 episodi (1974-1984)
    Huckleberry Finn, regia di Robert Totten (1975)
    Il primo nudo musicale (The First Nudie Musical), regia di Mark Haggard e Bruce Kimmel (1976)
    Eat My Dust, regia di Charles B. Griffith (1976)
    Il pistolero (The Shootits), regia di Donald Siegel (1976)
    I'm a Fool, regia di Noel Black (1977)
    Attenti a quella pazza Rolls Royce (Grand Theft Auto), regia di Ron Howard (1977)
    American Graffiti 2 (More American Graffiti), regia di Bill L. Norton (1979)
    The Fonz and the Happy Days Gang, di Garry Marshall (1980) - serie TV, Richard "Richie" Cunningham in 1 episodio (1980)
    Act of Love, regia di Jud Taylor (1980) - film TV
    Bitter Harvest, regia di Roger Young (1981) - film TV
    Fire on the Mountain, regia di Donald Wrye (1981)
    Night Shift - Turno di notte (Night Shift), regia di Ron Howard (1982)
    When Your Lover Leaves, regia di Jeff Bleckner (1983) - film TV
    David Letterman's Holiday Film Festival, regia di Hal Gurnee (1985
    Return to Mayberry, regia di Bon Sweeney (1986)
    Il Grinch (How the Grinch Stole Christmas), regia di Ron Howard (2000)
    A Beautiful Mind (A Beautiful Mind), regia di Ron Howard (2001) - unico cameo in un suo film ed ultima apparizione sul grande schermo
    Osmosis Jones, regia di Bobby e Peter Farrelly (2001)
    Arrested Development - Ti presento i miei (Arrested Development), di Mitchell Hurwitz (2003) - serie TV, narratore



    Regista

    Old Paint (1969) - cortometraggio
    Deed of Daring-Do (1969) - cortometraggio
    Cards, Cads, Guns, Gore and Death (1969) - cortometraggio
    Attenti a quella pazza Rolls Royce (Grand Theft Auto) (1977)
    Cotton Candy (1978) - film TV
    Skyward (1980) - film TV
    Through the Magic Pyramid (1981) - film TV
    Night Shift - Turno di notte (Night Shift) (1982)
    Littleshots (1983) - film TV
    Splash - Una sirena a Manhattan (Splash) (1984)
    Cocoon, l'energia dell'universo (Cocoon) (1985)
    No Greater Gift (1985) - film TV
    Gung Ho - Arrivano i giapponesi (Gung Ho) (1986)
    Take Five (1987) - film TV
    Willow (Willow) (1988)
    Parenti, amici e tanti guai (Parenthood) (1989)
    Fuoco assassino (Backdraft) (1991)
    Cuori ribelli (Far and Away) (1992)
    Cronisti d'assalto (The Paper) (1994)
    Apollo 13 (Apollo 13) (1995)
    Ransom - Il riscatto (Ransom) (1996)
    EdTV (EDtv) (1999)
    Il Grinch (How the Grinch Stole Christmas) (2000)
    A Beautiful Mind (A Beautiful Mind) (2001)
    The Missing (The Missing) (2003)
    Cinderella Man - Una ragione per lottare (Cinderella Man) (2005)
    Il codice da Vinci (The Da Vinci Code) (2006)
    Frost/Nixon - Il duello (Frost/Nixon) (2008)
    Angeli e demoni (Angels & Demons) (2009)
    Il dilemma (The Dilemma) (2011)

    Sceneggiatore

    Attenti a quella pazza Rolls Royce (Grand Theft Auto) (1977)
    Cotton Candy (1978) - film TV
    Parenti, amici e tanti guai (Parenthood) (1989)
    Cuori ribelli (Far and Away) (1992)

    Produttore esecutivo

    Gung Ho - Arrivano i giapponesi (Gung Ho), regia di Ron Howard (1986)







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    « Porcospino! »
    (Esclamazione tipica del Grinch)


    Il GRINCH



    Titolo originale Dr. Seuss' How the Grinch Stole Christmas
    Paese USA, Germania
    Anno 2000
    Durata 104 min
    Genere commedia, fantastico
    Regia Ron Howard
    Sceneggiatura Jeffrey Price Peter S. Seaman
    Fotografia Donald Peterman
    Montaggio Daniel P. Hanley, Mike Hill
    Musiche Greg Camp J.C. Chasez Mark Everett Ben Folds Albert Hague Albert Hague James Horner Robert Kinkel Paul O'Neill Jon Oliva Steven Page Busta Rhymes Ed Robertson Dr. Seuss Dr. Seuss Vangelis

    Interpreti e personaggi

    Jim Carrey: Il Grinch
    Taylor Momsen: Cindy Lou Who
    Josh Ryan Evans: Il giovane Grinch
    Bill Irwin: Lou Lou Who
    Jeffrey Tambor: Maggiore Augustus May Who
    Ron Howard: Cittadino di Chinonso (non accreditato)

    Premi

    Oscar 2001: Oscar al miglior trucco e due nomination: per la migliore scenografia e i migliori costumi
    BAFTA: miglior trucco
    MTV Movie Awards 2001 Miglior cattivo (Jim Carrey)


    Il Grinch sta ai bambini americani come Pinocchio sta a quelli italiani. Pubblicato nel 1958 da Theodor Seuss Geisel, nato nel 1904 e divenuto il più famoso autore di libri per bambini negli Usa al punto di aver venduto, al momento della sua morte (1991) più di 400 milioni di libri. Seuss non aveva mai voluto cedere i diritti per una trasposizione cinematografica.



    TRAMA



    Nei fiocchi di neve si trova una comunità di esserini dall'apparenza umana, ma dal muso rattesco, che adorano il Natale al punto da averne fatto il centro della propria esistenza, con tanto di iniezioni di sorrisi e buoni sentimenti.
    Lontano da loro, isolato in un eremo oscuro e gelido che sovrasta la discarica, vive il Grinch, un essere peloso e verde arrivato da chissà dove nella comunità quando era un infante e che da essa è fuggito dopo l'ennesima umiliazione dovuta alla sua diversità.
    Una bambina, che comincia a domandarsi quale sia il vero senso del Natale, viene attratta dalla scontrosità del Grinch e decide di coinvolgerlo nella festa cittadina, ottenendo non senza difficoltà il suo consenso: inizialmente tutto sembra filare liscio, ma alcune rivalità di vecchia data riaffiorano e il Grinch decide di attuare una terribile vendetta alle spese del Natale..

    Da un antro situato sulla cima del monte Crumpit, a nord della cittadina chiamata Kinonsò, un cavernicolo osserva il frenetico viavai degli abitanti, i Nonsokì, che ancora una volta si preparano a festeggiare degnamente il Natale. Il cavernicolo si chiama Grinch ed è scorbutico, fastidioso, sgarbato, soprattutto stufo di questa allegra aria di festa. Nessuno sa perché il Grinch è così irritabile. Di sicuro c'è che, disgustato dall'aria di festa che c'è in paese, il Grinch decide di travestirsi e di portare un po' di disturbo in quell'atmosfera così spensierata. Durante la sua spedizione in città, incontra la piccola Cindy Ki-Lou, l'unica a pensare che tutti siano troppo presi dagli acquisti e dal trambusto generale e a domandarsi quale sia il vero significato del Natale. Il suo papà, il confuso Lou, direttore dell'ufficio postale, non le è di grande aiuto, mentre la mamma è tutta presa dal tentativo di battere la vicina nella gara di illuminazione che viene organizzata ogni anno. Cindy decide allora di affrontare il problema da sola e cerca di scoprire il più possibile sul Grinch: perché non gli piace la festa e perché tutti lo disprezzano tanto. Così Cindy, con la forza e l'ingenuità della sua giovane età, riesce a poco a poco a far cadere le barriere della diffidenza. Gli abitanti di Nonsokì imparano a conoscere un Grinch diverso, e anche lui a contatto con gli altri diventa più affabile. I regali autentici ora possono essere scambiati, e nella cittadina di Kinonsò si celebra finalmente un vero Natale.

    ..recensione..



    "In quel fiocco di neve che ti ha appena sfiorato c’è tutto un mondo che ti verrà svelato."


    Inizia dentro un fiocco di neve la favola moderna diretta da Ron Howard, in cui Jim Carrey veste i panni del perfido Grinch, essere verde e peloso, temuto dai piccoli abitanti di Nonsochi. I Chinonso aspettano Natale tutto l’anno e lo spirito di festa pervade il cuore di tutti, o meglio di quasi tutti. Il Grinch, dal monte Briciolaio, boicotta l’allegria esagerata ad esso connesso ed i suoi festeggiamenti. Nessuno conosce il motivo di cotanto odio, sarà forse perché ha il cuore più piccolo di due taglie? Da bambino il Grinch ha subito angherie e soprusi, a causa non solo della sua diversità fisica, ma anche per il suo singolare temperamento. Umiliato dai suoi piccoli concittadini, decide di ritirarsi a vita solitaria e ogni giorno obbedisce ad una dieta ferrea, per ridurre il suo cuore di una taglia. Finché un giorno incontra la dolce Cindy Lou (Taylor Momsen), il cui spirito natalizio è lontano dall’esuberanza consumistica e più vicino all’altruismo e all’amore per la famiglia e alle gioie del vivere quotidiano. La piccola Lou darà una lezione agli abitanti di Nonsochi sulla vera natura del Natale e la sua dolcezza metterà in discussione perfino l’apatico Grinch sulla forza dei buoni sentimenti.

    Per Il Grinch il regista americano Ron Howard ha scelto la tecnica del live action. Jim Carrey si è sottoposto a quattro ore di trucco giornaliere per assumere le sembianze del perfido misantropo abitante di Nonsochi. Il film prende le mosse dalla letteratura per ragazzi di Theodor Seuss Geisel, restio per lungo tempo a cedere i diritti per trasformare il suo personaggio di carta in pellicola. Come molti cattivi della letteratura, il Grinch piace - soprattutto in America, personaggio conosciuto e molto amato dai bambini. Il suo atteggiamento spavaldo e distaccato è al contempo un’arma di difesa nei confronti di una società che non contempla il diverso e non lo accoglie. Al di là dell’aspetto, il suo modo di entrare in relazione con gli altri o di dialogare con se stesso, è assolutamente originale, unico, esilarante, ma temibile perché privo di una codificazione condivisa dai più. Il Grinch è l’anima ribelle, creativa, giustamente critica presente in ognuno di noi.


    "Regali, regali, regali, regali. Volete sapere che fine fanno i vostri regali? Arrivano tutti da me all’immondezzaio. Mi ci potrei impiccare con tutte le brutte cravatte trovate nel pattume! È l’avidità, la vostra avidità infinita. Voglio diamanti, voglio una mazza da golf, voglio un pony per cavalcarlo due volte, annoiarmi, poi venderlo per farci la colla.”


    Il Grinch come Lucy Lou rappresenta l’altra faccia del Natale. L’emarginazione uno, la solitudine l’altra. Entrambi odiano il Natale per ciò che ne ha fatto il mero consumismo. Il mostro e la bambina ritroveranno il senso del Natale rubato, grazie alle rispettive diversità:


    “Se il calore sale al cuore, a natale amore tu avrai. Se il tuo cuore prova amore tu la pace conoscerai.”
    (Antonella Sugameli)




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  3. gheagabry
     
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    WILLOW



    Titolo originale Willow
    Paese USA
    Anno 1988
    Durata 126 min
    Regia Ron Howard
    Soggetto George Lucas
    Sceneggiatura Bob Dolman
    Produttore esecutivo George Lucas
    Fotografia Adrian Biddle
    Montaggio Daniel Hanley, Michael Hill
    Effetti speciali Dennis Muren, Michael McAlister, Phil Tippett, John Richardson
    Musiche James Horner
    Scenografia Allan Cameron
    Costumi Barbara Lane

    Interpreti e personaggi

    Warwick Davis: Willow Ufgood
    Val Kilmer: Madmartigan
    Joanne Whalley: Sarsha
    Jean Marsh: Regina Bavmorda
    Patricia Hayes: Fin Raziel
    Billy Barty: High Aldwin
    Ruth Greenfield: Elora Danan
    Kate Greenfield: Elora Danan




    TRAMA



    Una profezia ha annunciato che la perfida regina-strega Bavmorda dovrà soccombere a causa di una bambina appena nata, Elora Danan, che, da grande, regnerà al suo posto sul popolo dei Daikini. Per evitare che questo avvenga, Bavmorda manda subito in cerca della neonata i suoi fedeli emissari, comandati dalla sua stessa figlia Sorsha e dal terribile generale Kael. Ma Elora, nascosta dalla levatrice dentro un cesto trasportato lontano dalla corrente di un fiume, giunta nel paese dei Nelwyn, un popolo di pacifici nani agricoltori, viene raccolta dai due figlioletti di Willow Ufgood, un giovane contadino.
    Egli si lascia convincere dai suoi bambini, entusiasti della deliziosa Elora, a tentare di salvare la piccola dai grandi pericoli che la minacciano. Ascoltando i consigli del saggio vecchio del suo villaggio, High Aldwin, Willow, per consegnare la neonata ai Daikini, decide di intraprendere personalmente l'impresa, alleandosi con un rude e abile guerriero ex ladro, Madmartigan. Questi, a poco a poco, conquistato dalla piccola, si batte coraggiosamente per la sua salvezza, e s'innamora, riamato, di Sorsha, che entrerà quindi nel gruppo dei "buoni". Affrontando pericoli d'ogni genere, aiutati da due folletti, dalla strega buona, Fin Raziel, e dall'esercito del guerriero Aiek, Willow e Madmartigan riescono a superare molte dure prove. Ma Bavmorda riesce ad impossessarsi di Elora e, mentre sta per sacrificarla, Fin Raziel affronta la strega rivale nel castello della regina, lottando con la magia e provocando favolosi prodigi. Dopo ulteriori combattimenti il bene trionfa: Elora è salva, Bavmorda soccombe insieme ai suoi soldati, Madmartigan e Sorsha possono finalmente vivere felici, mentre il coraggioso Willow torna trionfalmente alla sua amata famiglia e al suo villaggio.


    ...recensione...



    Uno dei capostipiti del genere fantasy di celluloide, Willow è un vero proprio campionario di personaggi e luoghi tipici del filone. Nato dalla mente di George Lucas, la sua direzione è stata affidata a Ron Howard, uno dei registi più eterogenei di Hollywood. L’ex Happy Days realizza un film avvincente e convincente. Grande ritmo e l’avanguardia degli effetti speciali di allora, gli ingredienti vincenti. Il tutto in una scenografia da... favola. L’eroe è interpretato da un Val Kilmer, all’epoca, in cerca di conferme.
    (Daniele Sesti)

    "L'altro atout sono i nani. Non solo Warwick Davis 17 anni, 102 centimetri di altezza, viso simpatico ed espressivo - che fa Willow protettore e salvatore della bimbetta predestinata (e per il quale passa il ribaltamento del mito dell'eroe guerriero), ma tutti gli altri Nelwyns, tutti veri. All'inizio le scene del villaggio in miniatura mettono un po' a disagio, ma poi conquistano. Lì c'è qualche momento di vera, inquietante favola poetica sulla diversità. Negli Stati Uniti il film è stato classificato nella categoria PG: i minori devono essere accompagnati da un adulto. 'Non ci sono mani tagliate o cose simili - dice George Lucas -. Non c'è mai il piacere di uccidere: si è violenti solo per legittima difesa. In questo ci siamo ispirati ai film degli anni 20 e 30. Bisogna educare i bambini anche spiegandogli che nel mondo la violenza esiste'. Insomma occorre che i genitori conoscano i propri figli, e decidano di conseguenza." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 24 Dicembre 1989)"Cani-cinghiale con coda di topo e lillipuziani in piena regola, guerrieri con elmi alla Darth Vader e fatine luminescenti stile Peter Pan, mostri serpentiformi degni di Alien, soldati trasformati in porci proprio come nell'Odissea, e via di questo passo. Partito da Tolkien e dalle saghe celtiche (ma anche dalla Bibbia), Lucas convoca gli elementi più disparati, schiaccia il pedale della violenza e del contrappunto comico, affida a un convincente Val Kilmer ('Top Secret') il ruolo dell'eroe, rielaborazione in chiave fantasy di 'Mad Max' ma non riesce a fugare il sospetto che tanto accumulo spettacolare mascheri l'irreversibile senescenza del suo cinema, condannato alla logica insostenibile del "di più, sempre di più". Piccolo è bello, certo. Beato chi se lo può permettere..." ('Il Messaggero')"Tra panorami incantati, villaggi usciti dalle pagine di Andersen e dei Grimm, personaggi, a cominciare da 'Willow', percorsi non di rado da accenti umanissimi, ora umoristici, ora patetici.Insomma se nella storia c'è di tutto, c'è poi di tutto anche nella sua rappresentazione perché il giocattolo funzioni a dovere: con i trucchi giusti, un montaggio da fiato in gola, la fotografia curata in ogni dettaglio, fino agli effetti speciali più sofisticati, le musiche messe sempre al servizio dei risultati che si volevano raggiungere sia negli affanni, sia negli intenerimenti. Un'autentica festa, tra le più belle, al cinema, in questo Natale." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 29 Dicembre 1988)
    ("RdC - Cinematografo.it")
     
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