PIETRO MENNEA

ATLETICA

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    Pietro Mennea

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    Pietro Paolo Mennea (Barletta, 28 giugno 1952) è un ex atleta, politico e avvocato italiano.

    Olimpionico (1980) e detentore del primato mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 (con il tempo di 19"72, attuale record europeo).

    Biografia

    Nasce in una modesta famiglia di Barletta. Il padre è sarto e la mamma - casalinga - lo aiuta a cucire. Dopo le medie si iscrive a ragioneria. A 15 anni, su uno stradone di Barletta, sfidava in velocità una Porsche color aragosta e un'Alfa Romeo 1750 rossa: a piedi, sui 50 metri, batteva l'una e l'altra e guadagnava le 500 lire per pagarsi un cinema o un panino. Prosegue gli studi all'I.S.E.F..

    Ha sposato Manuela Olivieri, avvocatessa. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, su consiglio di Aldo Moro, allora ministro degli Esteri. Poi ha conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere.

    Pietro Mennea esercita la professione di avvocato e dottore commercialista ed è autore di 20 libri.

    Nel 2000 il nome di Mennea tornò agli onori delle cronache quando l'Università dell'Aquila, presso cui aveva partecipato ad un concorso per la cattedra di Sistematica, regolamentazione e organizzazione dell'attività agonistica presso la Facoltà di Scienze Motorie, gli negò l'assunzione, nonostante si fosse classificato primo in graduatoria. La vicenda provocò polemiche ed interrogazioni parlamentari.

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    Attualmente Mennea è docente a contratto di Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso la Facoltà di Scienze dell'Educazione Motoria dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti - Pescara.

    Nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla "Fondazione Pietro Mennea", Onlus con lo scopo primario di carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti. Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società.

    Oltre alla carriera sportiva, ha operato come curatore fallimentare e insegnante di educazione fisica, eurodeputato (a Bruxelles dal 1999 al 2004) e commercialista.

    Carriera sportiva

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    Mennea iniziò la sua lunga carriera atletica internazionale nel 1971, quando debuttò ai Campionati europei con un terzo posto nella staffetta 4×100 metri e un sesto nei 200 metri. Fece il suo debutto olimpico a Monaco di Baviera, ai Giochi olimpici estivi del 1972, dove raggiunse la finale dei 200 m, la specialità nella quale era più forte. Tagliò il traguardo al terzo posto, dietro al sovietico Valerij Borzov e all'americano Larry Black. A questa sarebbero seguite altre tre finali olimpiche nella stessa specialità.

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    Ai Campionati europei del 1974, Mennea vinse l'oro nei 200 m davanti al pubblico di casa di Roma, e si piazzò secondo nei 100 m (dietro a Borzov, suo rivale storico) e nella staffetta veloce. Dopo alcune prestazioni deludenti, nel 1976 Mennea decise di saltare i Giochi olimpici, ma il pubblico italiano protestò e Mennea andò a Montréal. Riuscì a qualificarsi per la finale, ma vide l'oro finire nelle mani del giamaicano Don Quarrie, mentre lui finì ai piedi del podio, quarto. Lo stesso risultato, mancando di poco il bronzo, venne raggiunto nella staffetta 4x100 metri. Nel 1978, a Praga, difese con successo il suo titolo europeo dei 200 m, ma mostrò le sue doti anche sulla distanza più breve, vinta anch'essa. In quell'anno si aggiudicò anche l'oro nei 400 metri piani agli europei al coperto.

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    Nel 1979, Mennea, studente di scienze politiche, prese parte alle Universiadi, che si disputavano sulla pista di Città del Messico. Il tempo con cui vinse i 200 metri piani, 19"72, era il nuovo record del mondo: esso resistette per ben 17 anni, ma va tenuto conto del fatto che fu ottenuto correndo a oltre duemila metri di quota (si noti comunque che Mennea detenne anche il record del mondo a livello del mare dal 1980 al 1983, con 19"96, tempo stabilito nella sua città natale, Barletta). Il record venne battuto da Michael Johnson ai trials statunitensi per le Olimpiadi del 1996.

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    In quanto detentore del primato mondiale, Mennea era senz'altro uno dei favoriti per l'oro olimpico a Mosca anche a causa del boicottaggio statunitense delle Olimpiadi del 1980. Nella finale dei 200 m, Mennea affrontò il campione uscente Don Quarrie e il campione dei 100 m Allan Wells. Wells sembrò dirigersi verso una vittoria netta ma Mennea gli si avvicinò sul rettilineo e lo sopravanzò negli ultimi metri, aggiudicandosi l'oro per 2 centesimi di secondo. Vinse anche il bronzo con la staffetta staffetta 4×400 metri.

    Mennea, soprannominato la Freccia del Sud, nel 1981 annunciò il suo ritiro concedendosi più tempo per lo studio. Successivamente ritornò sui suoi passi e l'anno dopo prese parte agli europei gareggiando però solo nella 4x100 che arrivò quarta.

    Il 22 marzo 1983 stabilì il primato mondiale (manuale) dei 150 metri piani, con 14"8 sulla pista dello stadio Comunale di Cassino: questo primato è ancora imbattuto, perché il tempo di 14"35 stabilito il 17 maggio 2009 da Usain Bolt a Manchester non è stato omologato dalla Federazione in quanto stabilito su pista rettilinea.

    Successivamente partecipò alla prima edizione dei mondiali che si svolse ad Helsinki dove vinse la medaglia di bronzo nei 200 e quella d'argento con la staffetta 4x100. Un anno dopo, scese in pista nella sua quarta finale olimpica consecutiva dei 200 m, primo atleta al mondo a compiere tale impresa. In quest'occasione, anche se campione uscente, terminò al settimo posto e, a fine stagione, si ritirò dalle competizioni per la seconda volta.

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    Ancora una volta, Mennea fece il suo ritorno e gareggiò nelle sue quinte Olimpiadi a Seul, sempre nei 200 metri, dove si ritirò dopo aver superato il primo turno delle batterie. In quest'edizione dei Giochi fu alfiere portabandiera della squadra azzurra durante la cerimonia d'apertura.

    Dal punto di vista tecnico Mennea (come in seguito Carl Lewis) aveva una partenza dai blocchi relativamente lenta ma progressivamente accelerava riuscendo a raggiungere velocità di punta superiori a qualunque atleta. Questa partenza lenta ha relativamente penalizzato le sue prestazioni sui 100 metri (dove comunque ha primeggiato a livello europeo), mentre le gare sui 200 si concludevano spesso con rimonte ai limiti del prodigioso (come la finale delle olimpiadi di Mosca). Sempre grazie alla sua eccezionale velocità di punta le ultime frazioni e le relative rimonte di Mennea nella 4x100 (nelle quali partiva lanciato) erano impressionanti per la superiorità sugli altri atleti.

    È stato, per alcuni mesi, direttore generale della Salernitana nell'annata 1998-1999.

    Record nazionali
    Seniores

    100 metri piani: 10"01 (Bandiera del Messico Città del Messico, 4 settembre 1979)
    200 metri piani: 19"72 (Bandiera del Messico Città del Messico, 12 settembre 1979) Record europeo
    Staffetta 4×200 metri: 1'21"10 29 settembre 1983 Record europeo (Stefano Tilli, Carlo Simionato, Giovanni Bongiorni, Pietro Mennea)

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    Palmarès

    1971 Europei Helsinki
    200 metri 6º 20"9
    4×100 metri Bronzo 39"80

    Giochi del Mediterraneo Smirne

    200 metri Oro 20"7

    1972 Giochi olimpici Monaco
    200 metri Bronzo 20"30
    4×100 metri 8º 39"14

    1973 Universiadi Mosca

    100 metri Bronzo 10"48
    200 metri Oro 20"56
    4×100 metri Bronzo 39"55

    1974 Europei Roma

    100 metri Argento 10"34
    200 metri Oro 20"60
    4×100 metri Oro 38"88

    1975 Giochi del Mediterraneo Algeri

    100 metri Oro 10"43
    200 metri Oro 20"52

    Universiadi Roma

    100 metri Oro 10"28
    200 metri Oro 20"28

    1976 Giochi olimpici Canada Montréal

    200 metri 4º 20"54
    4×100 metri 6º 39"08

    1978 Europei indoor Milano

    400 metri Oro 46"51

    Europei Cecoslovacchia Praga

    100 metri Oro 10"27
    200 metri Oro 20"16

    1979 Universiadi Città del Messico

    200 metri Oro 19"72 Record mondiale
    4×100 metri Oro 38"42 Record europeo

    Giochi del Mediterraneo Jugoslavia Spalato

    100 metri Oro 10"24

    1980 Giochi olimpici URSS Mosca

    100 metri semifinale 10"58
    200 metri Oro 20"19
    4×400 metri Bronzo 3'04"54

    1982 Europei Grecia Atene

    4×100 metri 4º 38"96

    1983 Mondiali Finlandia Helsinki

    200 metri Bronzo 20"51
    4×100 metri Argento 38"37 Record nazionale

    Giochi del Mediterraneo Marocco Casablanca

    200 metri Oro 20"30

    1984 Giochi olimpici Stati Uniti Los Angeles

    200 metri 7º 20"55
    4×100 metri 4º 38"87
    4×400 metri 5º 3'01"44

    1988 Giochi olimpici Corea del Sud Seul
    200 metri batteria 21"10

    Campionati nazionali

    3 volte campione nazionale nei 100 metri piani (1974, 1978, 1980)
    11 volte campione nazionale nei 200 metri piani (1971, 1972, 1973, 1974, 1976, 1977, 1978, 1979, 1980, 1983, 1984)
    1 volta campione nazionale nella staffetta 4×100 metri (1974)

    Onorificenze
    Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana - Roma, 27 settembre 1979. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.

    Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana - Roma, 11 settembre 1980. Di iniziativa del Presidente della Repubblica.

    Riconoscimenti

    Medaglia d'oro al valore atletico (1972 e 1980)
    Sportivo mondiale dell'anno de La Gazzetta dello Sport (1980)

    da Wikipedia - foto dal web
     
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    Addio Pietro Mennea, la Freccia del Sud


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    E' morto stamattina in una clinica a Roma, all'età di 61 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri. Da tempo lottava con un male incurabile.

    Appresa la notizia della morte del campione Pietro Mennea, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l'allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. Mennea è stato primatista del mondo dei 200 metri dal 1979 al 1996.

    LA FRECCIA DEL SUD E QUEL 19"72 DURATO 17 ANNI - Pietro Mennea, che è morto stamattina in una clinica romana, stroncato da un male incurabile, può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano. Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith. Un altro statunitense, Michael Johnson gli strappò il primato alle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996.

    Soprannominato la 'Freccia del sud', tutt'ora detiene il primato europeo e italiano dei 200 metri. nel 1980, a Mosca, con una straordinaria rimonta, conquistò la medaglia d'oro, sempre nei 200 metri, che si somma ai quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani. Stamattina, però, ha perso la sua gara più importante. BERRUTI, ERA ASCETA SPORT,UN INNO A SOFFERENZA - "Scompare un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà, determinazione". Livio Berruti, medaglia d'oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960, ricorda così Pietro Mennea, morto oggi a Roma. "Mennea - aggiunge - è stato un inno alla resistenza, alla tenacia e alla sofferenza. All'atletica italiana manca questa grande voglia di emergere e di mettersi in luce". "Tra noi c'é stato un rapporto molto dialettico - ricorda ancora Berruti -: per lui l'atletica era un lavoro, io lo facevo per divertirmi; lui era pragmatico, io idealista. Il nostro è stato uno scontro, come tra Platone e Aristotele".




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    È morto Pietro Mennea, l'olimpionico di Mosca 200




    Lo storico arrivo di Mosca 1980



    Lo sprinter, medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Mosca 1980 sui 200 metri e per 16 anni detentore del record del mondo sulla distanza, era nato a Barletta il 28 giugno 1952. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, "appresa la notizia telefonicamente mentre era in viaggio verso Milano, ha deciso di annullare gli impegni istituzionali e di far rientro a Roma. Nel pomeriggio sarà allestita la camera ardente al Coni"



    Terzo di cinque figli, il papà Salvatore è un sarto e la mamma Vincenza, una casalinga. Dopo le medie si iscrisse a ragioneria. A 15 anni, su uno stradone di Barletta, sfidava in velocità una Porsche color aragosta e un'Alfa Romeo 1750 rossa: a piedi, sui 50 metri, batteva l'una e l'altra e guadagnava le 500 lire per pagarsi un cinema o un panino



    Il podio dei 200 metri all'Olimpiade di Mosca 1980



    La 4x100 argento ai Mondiali di Helsinki 1983 con il primato italiano: 38"37. Da sinistra, Mennea, Tilli, Simionato e Pavoni



    Pietro Mennea all'Universiade di Messico 1979



    Un altro scatto d'epoca: Pietro Mennea con Sara Simeoni



    Smessi i panni dell'atleta, Mennea è stato è stato un politico e avvocato italiano. Ecco con Usain Bolt



    Mennea e Michael Johnson, lo statunitense che ad Atlanta 1996 abbassò il record del mondo dell'azzurro nei 200 metri da 19''72 a 19''32



    Mennea in tv per una maratona di Telethon



    Ancora Mennea con Carl Lewis



    Mennea e Josè Mourinho



    Mennea con Rita Levi Montalcini



    Ancora Mennea con Bolt



    Il penultimo di venti libri scritti da Pietro Mennea, "La corsa non finisce mai"


    Nato a Barletta nel 1952, aveva 60 anni e lottava da tempo contro un male incurabile. Nel 1979 corse i 200 in 19"72, stabilendo un record del mondo durato quasi 17 anni

    È morto stamattina in una clinica a Roma, all'età di 60 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri. Era nato a Barletta il 28 giugno 1952. Da tempo lottava con un male incurabile. Appresa la notizia, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l'allestimento della camera ardente per oggi pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma.

    Il mare di Formia deve essersi intristito di brutto stamattina. Pietro Mennea è morto a 60 anni e pochi mesi – era nato a Barletta il 28 giugno del 1952 - e oltre alla sua Barletta, al suo studio di avvocato, ai tanti stadi frequentati, al dolore di sua moglie Manuela, c’è venuto da pensare a quei giorni infiniti fra l’hotel Miramare e la scuola dello sport di Formia, la sua seconda casa, diventata negli anni prima, primissima, alle mille ripetute sui 150 metri, gli allenamenti durante le feste di Natale, di Pasqua e di Capodanno, lui con quella strana tuta blu della nazionale che portava larga larga e il professor Vittori con il cronometro in mano. L’atletica era la sua vocazione, il terreno su cui aveva scelto di spremere se stesso, come disse lui in una delle tante biografie: “da quando non contavo nulla a quando una gara era diventata un esame”. E che esami. Quelli vinti, stravinti, sempre con qualche retroscena alle spalle, riempito da un’insicurezza che si trasformava in forza della natura. La natura di uomo normale che s’era messo a sfidare i marziani.

    record e medaglie— Pietro Mennea è stato campione olimpico a Mosca nel 1980 sui 200 metri, un anno prima s’era preso a Città del Messico il primato del mondo con quel 19”72 che sarebbe rimasto sul trono fino al 1996 (lo battè Michael Johnson prima degli anni dell’uragano Bolt), 6018 giorni di regno, e che ancora oggi è il migliore tempo di un europeo sulla distanza. Ma nel suo curriculum interminabile c’è di tutto: i tre titoli europei fra Roma ’74 (100) e Praga ’78 (100 e 200). E poi un argento mondiale con la staffetta a Helsinki ‘83. Ma a proposito di staffetta, chi non ricorda quella prodigiosa rimonta che portò al bronzo la 4 x 400 a Mosca? E non uno, ma due ritorni, come se l’atletica fosse qualcosa di cui non si riusciva a fare a meno, prima nell’82, poi nell’87. In tutto cinque finali olimpiche, 528 gare per 52 presenze in Nazionale.

    Mennea, l'uomo dei record

    Era tutto cominciato a Barletta, dove aveva cominciato con l’Avis. La pista che ha difeso con il cuore negli ultimi anni in cui l’avrebbero voluta smantellare, quella in cui realizzò quel 19”96 post olimpico, un’altra medaglia d’oro per lui. Poi era venuta quella notte a Termoli, il giorno in cui Tommie Smith l’aveva preceduto nell’albo d’oro del record del mondo dei 200 metri. Il giorno dopo avrebbe dovuto correre lui, una gara giovanile. Il momento in cui scatta qualcosa, in cui senti dentro di te una storia che prende la strada giusta. Quella che l’avrebbe portato al bronzo di Monaco, alla delusione del quarto posto di Montreal, a Praga, a quel ragazzino messicano con cui aveva condiviso la vigilia delle Universiadi nel villaggio di Città del Messico, un’amicizia portafortuna di cui ci aveva parlato a lungo. Quindi Mosca, la botta sui 100 metri, il “non corro” prima dei 200, un grande tira e molla dell’animo. E ancora il primo ritiro e poi il ritorno a Helsinki e quel viaggio all’inferno, 1984, a Los Angeles già andata, l’”assaggio” del doping, quasi il gusto perverso di vedere per un solo attimo ciò che era più lontano da lui, un atleta tutto e solo allenamento.

    uomo di legge— Raccontò e poi si mise a lottare contro il doping a testa bassa: libri, denunce, proposte di legge. Già, la Legge. Mennea ne aveva fatto la sua seconda vita. Giurisprudenza, la sua prima laurea, nell’89, subito dopo Seul. E poi Scienze Politiche, Lettere, Scienze Motorie. Un record del mondo pure questo. Se n’è andato a 60 anni. Vivendo tante vite. A un certo punto, finiti tutti i ritorni possibili, aveva cominciato a non sopportare l’atletica. Qualcosa di strano, come se si fosse convinto che quell’impegno, quelle corse, gli avessero portato via tutta la vita che c’era. Era finito pure nel calcio, procuratore di giocatori e poi direttore generale della Salernitana alla fine degli anni ’90. Ma non era il suo ambiente. Quindi, in politica, deputato europeo con Di Pietro e relatore del Rapporto sullo sport votato a Strasburgo nel 2000. Poi era tornato al mestiere di avvocato, aveva riscoperto l’atletica, facendoci pace. Voleva dare, voleva trasmettere anche se lo sport, lo sport che deve organizzare, dirigere, promuovere, non era riuscito mai a considerarlo una risorsa. Il matrimonio con Manuela aveva spostato parecchio in questa trasformazione. Forse si era finalmente reso conto dell’importanza delle pagine scritte incontrando il gusto di rileggerle. Gli piovevano i complimenti di tutto il mondo. Quelli di Mourinho, per esempio, che dichiarò di essersi ispirato a lui. Questi ultimi mesi li ha vissuti in silenzio. E noi qui a interrogarci su un segnale che ci avrebbe potuto portare a quel dramma che si stava consumando e di cui non sapevamo niente. Una scheggia di conversazione riferita da un amico: “Scusa, non ti ho potuto rispondere, ero in clinica”. Di certo c’è lo smarrimento di tutto lo sport italiano, soprattutto delle persone di mezze età, quelle abituate al “Mennea, Mennea” pronunciato tante volte da Paolo Rosi, quelle che da ragazzini prendendo l’autobus al volo si sentivano dire dal conducente “e chi sei, Mennea!”. Da oggi quegli italiani lì si sentono più vecchi, più soli, più tristi.

    Valerio Piccioni


    Fonte:www.gazzetta.it,web
     
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    Addio a Pietro Mennea, il re dei 200
    Da tempo lottava contro un male incurabile
    Berruti: «Era un asceta. Noi come Platone e Aristotele»

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    È morto in una clinica di Roma, all'età di 60 anni, Pietro Mennea, ex velocista azzurro, campione olimpico a Mosca 1980 e per 17 anni detentore del record del mondo dei 200 metri. Da tempo lottava contro un male incurabile.

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    LA BIOGRAFIA - Originario di Barletta, dove era nato il 28 giugno 1952, Mennea ha cominciato la sua lunga carriera internazionale nel 1971, agli Europei, piazzandosi al sesto posto nei 200 e conquistando il bronzo assieme alla staffetta 4X100. L'anno dopo il debutto olimpico a Monaco di Baviera e la prima medaglia, un bronzo, nei 200 mentre nel '74, agli Europei di Roma, sale sul gradino più alto del podio oltre a conquistare l'argento nei 100, alle spalle del sovietico Borzov. Dopo qualche anno sottotono ma coronato da successi a Giochi del
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    Mediterraneo e Universiadi (all'Olimpiade di Montreal chiuse senza medaglie), Mennea si rilancia a Praga, nel '78, centrando l'accoppiata europea 100-200. Ma per scrivere la storia bisogna aspettare Città del Messico e le Universiadi del '79. Studente di scienze politiche (si è laureato poi a Bari e successivamente ha conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere), Mennea vince i 200 in 19"72, nuovo record del mondo che resisterà per ben 17 anni, battuto solo da Michael Johnson ai Trials per Atlanta '96.

    Pietro Mennea, la Freccia del Sud che fece sognare l'Italia

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    L'ORO OLIMPICO - L'anno dopo a Mosca, ai Giochi Olimpici, Mennea vince l'oro, beffando per due centesimi Allan Wells. «La Freccia del Sud«, questo il soprannome dato all'atleta italiano, torna dalla Russia anche col bronzo della 4X400 e nel 1981 annuncia il ritiro salvo poi tornare sui suoi passi. Per lui arrivano altre due medaglie mondiali (bronzo nei 200 e argento nella 4X100 a Helsinki '82) e un oro ai Giochi del Mediterraneo nei 200 mentre le successive partecipazioni olimpiche (Los Angeles '84 e Seul '88) gli riservano solo delusioni anche se in Corea del Sud si toglie la soddisfazione di fare da alfiere per l'Italia durante la cerimonia d'apertura. Per lui, nel 1983, anche il primato mondiale dei 150 piani con 14"8 a Cassino. Sposato con Manuela Olivieri, Mennea ha ricoperto, a livello sportivo, anche la carica di direttore generale della Salernitana nella stagione '98-99 ma è stato anche eurodeputato dal '99 al 2004 e docente universitario all'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti-Pescara.

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    «ERA UN ASCETA» - «Scompare un asceta dello sport, interpretato sempre con ferocia, volontà, determinazione». Livio Berruti, medaglia d'oro nei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960, ha ricordato così Mennea: «E' stato un inno alla resistenza, alla tenacia e alla sofferenza. All'atletica italiana manca questa grande voglia di emergere e di mettersi in luce». «Tra noi c'è stato un rapporto molto dialettico - ricorda ancora Berruti -: per lui l'atletica era un lavoro, io lo facevo per divertirmi; lui era pragmatico, io idealista. Il nostro è stato uno scontro, come tra Platone e Aristotele».

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    LA CAMERA ARDENTE - Appresa la notizia della morte del campione, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è rientrato precipitosamente da Milano, dove si trovava per impegni di lavoro. Il numero 1 dello sport italiano ha disposto l'allestimento della camera ardente per giovedì pomeriggio, nella sede del Coni, a Roma. In una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno aveva tracciato un bilancio sulla sua vita.

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    Grande Mennea,un mito
     
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  8. gheagabry
     
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    Durante la sua carriera vinse tre medaglie olimpiche (un oro a Mosca e due bronzi), due medaglie ai mondiali (un oro e un argento), sei medaglie agli europei (tre ori, due argenti e un bronzo), un oro agli europei indoor, cinque ori e due bronzi alle universiadi e cinque ori ai giochi del Mediterraneo. Mennea era laureato in Scienze Politiche, Giurisprudenza, Scienze dell’educazione motoria e Lettere: aveva studiato molto dopo aver lasciato lo sport e faceva l’avvocato, il docente universitario e il commercialista. Dal 1999 al 2004 era stato parlamentare europeo, prima con l’Italia dei Valori e poi con Forza Italia. Insieme a sua moglie ha fondato una ONLUS dedicata ad attività di beneficenza e solidarietà.(ilpost.it)



    Edited by gheagabry - 1/4/2015, 19:13
     
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  9. tomiva57
     
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    Ciao Pietro! clapw4iv0
     
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  10. arca1959
     
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    Edited by arca1959 - 25/10/2013, 14:35
     
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    buon paradiso pietro! :a108.gif:
     
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  12. arca1959
     
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    Atletica - Il Frecciarossa 1000 sarà intitolato a Mennea
    Sarà intitolato a Pietro Mennea, il grande atleta italiano record del mondo, deceduto giovedì, il primo Frecciarossa 1000, il nuovo simbolo dell'alta velocità italiana da 400 km all'ora
    975450-15941367-640-360



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    Al più grande velocista e recordman italiano della storia, Pietro Mennea, sarà intitolato il primo Frecciarossa 1000, il nuovo simbolo dell'alta velocità italiana da 400 km all'ora. Il nuovo gioiello tecnologico, all'avanguardia nel mondo, uscirà come prototipo in composizione ridotta il prossimo 26 marzo dallo stabilimento AnsaldoBreda di Pistoia per iniziare il percorso di test e collaudi che proseguiranno a maggio, sul treno completo, nello stabilimento Bombardier di Vado Ligure.

    "Sarà il binomio della velocità e dell'eccellenza italiana. Questa nostra scelta è una dimostrazione di riconoscenza e di affetto per chi con il suo impegno, la sua serietà, la sua professionalità e le sue qualità ha dato lustro internazionale al nostro Paese" - con queste parole l'AD di FS Italiane, Mauro Moretti, ha reso nota e motivata la decisione. Il Frecciarossa 1000, ordinato in 50 esemplari al consorzio AnsaldoBreda - Bombardier, vincitore della gara bandita da Trenitalia, potrà raggiungere i 400 km/h e viaggiare su tutta la rete ferroviaria europea. La prima corsa commerciale, aperta ai viaggiatori, è prevista entro la fine del 2014.

    974918-15934984-640-480




    http://it.eurosport.yahoo.com
     
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  13. arca1959
     
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    Mennea
    Ai Mondiali di Mosca per ricordare il grande campione scomparso.




    Ai Mondiali di atletica di Mosca, in programma dal 10 al 18 agosto, gli azzurri indosseranno divise con le iniziali di Pietro Mennea, in onore del campione recentemente scomparso.
    Lo ha deciso il Consiglio federale della Fidal, che ha approvato per
    l43-pietro-mennea-130321104800_medium
    acclamazione la proposta dei rappresentanti degli atleti Francesco Pignata e Alessandro Talotti di apporre sulle divise le lettere «PM».
    L'ESEMPIO DI OWENS. Un modo per ricordare il campione olimpico dei 200 metri, scomparso giovedì 21 marzo, che proprio nella capitale russa, nell'estate del 1980, colse l'alloro a cinque cerchi, coronando una carriera già straordinaria.
    Un gesto, questo dell'apposizione della sigla sulle maglie, già compiuto nel recente passato (nell'edizione dei Mondiali di Berlino 2009) dalla squadra statunitense, in ricordo di Jesse Owens e delle sue quattro medaglie d'oro ai Giochi del 1936.


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    Ecco perchè i fratelli di Mennea impugnano il testamento




    (da Visto)

     
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