FAVOLE accanto al camino

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  1. gheagabry
     
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    Lascia una luce accesa...
    (La Storia di Mezzanotte)


    C’era una volta, in verità non molto tempo fa, un’anziana signora, che viveva da ben 12 anni con un vecchio birmano, un birmano un po’ spelacchiato a dire il vero, perché in gioventù aveva avuto l’onore e l’onere di partecipare a diverse gloriose battaglie feline con i gatti del vicinato, per altrettanto diverse conturbanti gattine, e ancora, saltuariamente, non disdegnava la compagnia di dolci micine, ma non aveva più voglia di battersi per loro oramai ! Il gatto si chiamava Mezzanotte. Mezzanotte non era il suo vero nome, era un nomignolo che gli era stato affibbiato dal marito della signora, quand’era ancora in vita, perché quel gatto aveva una stranissima particolarità: temeva il buio!! Ovviamente la cosa aveva fatto il giro del vicinato e la storia del gatto che temeva il buio era a metà fra una barzelletta ed una leggenda metropolitana. Eppure era vera!! Se Mezzanotte restava in una camera completamente buia gridava a squarciagola e si arrampicava ovunque chiamando e gridando. Era cura della sua proprietaria non lasciare mai tutte le luci spente in casa se usciva di sera, e lasciare la propria abat jour accesa se restava a casa, perché Mezzanotte da buon gatto birmano aveva tanti vizi ed agi, fra cui quello di poter ronfare tutta la notte sul letto assieme all’amata padrona.
    Un mattino d’inverno Mezzanotte uscì per la consueta passeggiata da “gatto anziano” che faceva quotidianamente, ma all’ora del pranzo, nonostante gli fosse stata preparata la sua pappa preferita e nonostante i ripetuti richiami, di lui non c’era nemmeno l’ombra. La sua padrona dopo un primo momento di preoccupazione decise di andare a cercarlo e, aiutata anche da amici, vicini di casa e parenti, perlustrò l’intero quartiere, ad ogni coda che intravedeva s’illudeva che fosse Mezzanotte, ad ogni miagolio sperava che fosse lui che chiedeva aiuto, s’immaginava il suo adorato gattone chiuso chissà dove o magari ferito, forse morente . E quando alla sera tornò a casa tutta sola sapeva che se Mezzanotte non fosse tornato una parte di lei sarebbe morta, e che la sua vita non sarebbe più stata la stessa…
    Un pensiero assillante si fece strada in lei al calare delle tenebre: ovunque fosse Mezzanotte avrebbe avuto paura del buio !! E non ci sarebbe stato nessuno ad accendere la luce per il suo milione che temeva l’oscurità. L’assalì una tristezza ed uno sconforto infiniti e le lacrime scesero copiose dai suoi occhi, poi le venne in mente di accendere una candela e di lasciarla accesa sul davanzale della finestra, magari Mezzanotte vedendo al luce accesa sarebbe tornato da lei !! Almeno poteva illudersi di fare qualcosa. Ma i giorni trascorrevano placidi e Mezzanotte non tornava a casa. L’anziana signora si era quasi rassegnata, anche se ad ogni rumore sospetto balzava a controllare se “lui” fosse tornato. Una notte, poco prima di Natale iniziò a nevicare, tanti candidi fiocchi cadevano dal cielo, e pareva che tutto il mondo fosse più piccolo e ovattato…la signora desiderò con tutto il cuore sentire il corpicino caldo del suo Mezzanotte accoccolato fra le sua braccia come tutte le sere…e le parve di udire un miagolìo alla finestra della cucina al piano di sotto, dove c’era la candela accesa… Corse giù per l e scale il più velocemente possibile e si precipitò alla finestra…inizialmente non vide nulla, poi scorse delle impronte indubbiamente feline sulla neve fresca, il cuore le balzò nel petto e corse fuori e…sorpresa…proprio sotto alla finestra della cucina c’era un gattino piccolissimo, tutto intirizzito e bagnato, sembrava un fagotto scuro, ma quando la signora lo avvicinò alla luce della finestra vide che era proprio uguale a Mezzanotte da piccolo !! Riguardò le impronte, erano troppo grandi per essere di quel piccolo micino che a malapena riusciva stare in piedi !! Poi sentì uno strano rumore di fusa, alzò lo sguardo al muretto che circondava la casa e le parve di vedere, stagliato contro i fiocchi di neve che cadevano copiosi, la sagoma famigliare di Mezzanotte, sbattè un attimo le palpebre e lo chiamò, ma la sagoma diventava sempre più indistinta pur non muovendosi, fino a sparire del tutto. Alla signora piace credere che Mezzanotte sia andato in cielo e che le abbia lasciato un ultimo ricordo di sé per non essere troppo triste, e che , attirato dalla luce della candela simbolo del suo amore per lui, sia venuto a darle un ultimo saluto. Il gattino non si chiama mezzanotte, perché non teme il buio, ma dorme ugualmente con lei tutte le notti ( e buona parte del giorno), invece la signora lascia sempre una candela accesa sul davanzale per il suo dolce Mezzanotte.
    (dal web)



     
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53 replies since 8/11/2011, 23:32   13830 views
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