La STORIA del PANETTONE e del PANDORO

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    La storia del panettone


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    Tradizionale con uvetta e cedro candito, oppure farcito con creme di ogni tipo, alto o basso, ricoperto di cioccolato o aromatizzato con liquori, il panettone è uno dei simboli del Natale: molte sono le leggende legate alla sua origine, che resta comunque indiscutibilmente milanese.



    ...La storia...



    La storia del Panettone si perde nella notte dei tempi. Si sa che è un tipico dolce di origine milanese e lombarda, fatto con la cucina povera, cioè con ingredienti che tutti avevano nella dispensa, e resti di altre ricette.
    Nel milanese c'era un’antica consuetudine storica del IX secolo legata al Natale, e cioè che tutta la famiglia si riuniva a tavola e il capofamiglia spezzava un pane grande, dandone un pezzo a tutti in segno di comunione.
    Nel XV secolo ai fornai di Milano era vietato produrre il pane dei nobili (il pane bianco) ma potervano fare solo quello per i poveri (pane di miglio) ma a Natale aristocratici e plebei potevano consumare lo stesso pane, che era regalato dai fornai ai loro clienti. Era chiamato il pan de ton, ossia il pane di lusso, di farina, burro, zucchero e zibibbo.
    Nel 1700 poi i forni si arricchiscono anche di dolci secondo la moda francese e nel 1800 durante l’occupazione austriaca, il panettone era di abitudine offerto dal il governatore di Milano al consigliere Metternich come dono personale.



    ...La leggenda...



    panettone



    IL "Pane grande"



    Da tempo immemorabile il panettone caratterizza, con la sua tipica forma a cupola, la tavola natalizia dei milanesi, sulle quali troneggia pressoché invariato almeno dal XV secolo. Lo storico Ludovico Antonio Muratori, vissuto tra il 1672 e il 1750, riconduce la nascita del dolce a tempi ancor più remoti, collegandola a un'usanza di derivazione pagana attestata in Lombardia già nei primi anni dopo il Mille. Di fronte al pasto natalizio il capofamiglia versava un po' di vino dal proprio bicchiere sul ceppo acceso, insieme a un piccolo fascio di rami e bacche di ginepro, quindi spezzava il 'pane grande', dopo averne inciso la superficie con una croce, distribuendone un po' a tutti i componenti della famiglia. Una piccola parte di questo pane veniva poi conservata fino al Natale successivo. Il pane, preparato per l'occasione con cura particolare, diventava dunque simbolo dei legami familiari. Con l'andar del tempo si diffuse la consuetudine di preparare il pane natalizio solo con farina bianca, di frumento, ingrediente che ne sottolineava l'eccezionalità: il pane di Natale venne dunque chiamato "pan del ton" ("pane di lusso"), da cui "panettone".



    Il Duca e il fornaio



    panettoneSu questi antichi riti si innestano molte leggende, tra cui quella che vuole che il nome "panettone" derivi da "pane di Toni", dal nome di un garzone di cucina della corte di Ludovico il Moro che lo inventò. La suggestiva tradizione narra infatti che, nel corso di un banchetto offerto dal Duca in occasione del Natale, il cuoco di corte bruciò il dessert: la situazione fu salvata appunto dal garzone Toni, che aveva preparato un pan dolce con burro, canditi e pasta avanzati. Il dolce ebbe un tal successo che il Duca domandò quale fosse il suo nome e, quando Toni disse di non aver ancora pensato come chiamarlo, il Duca decise per "pan del Toni". Secondo un'altra versione, invece, il Toni della leggenda - sempre vissuto alla corte di Ludovico Sforza detto il Moro - sarebbe un fornaio ("offellaio", da "offella", focaccia), padre della bella Adalgisa, amata dal cavaliere Ughetto degli Antellari. Per conquistare l'amata, Ughetto si finse apprendista fornaio e, una volta entrato nel laboratorio di Toni, preparò un dolce da offrire ad Adalgisa: l'impresa fu coronata dal successo, e Ughetto riuscì a sposare la sua bella, nientemeno che sotto la protezione di Ludovico il Moro e della moglie Beatrice.



    La monaca Ughetta



    panettoneTra le leggende fiorite intorno all'origine del panettone vi è anche quella, dai tratti decisamente fiabeschi, che attribuisce l'invenzione del dolce alla giovane Ughetta, monaca in un convento molto povero: per celebrare il Natale insieme alle sue sorelle, Ughetta aggiunse all'impasto del pane un po' di zucchero, burro, canditi e uvetta (in milanese "ughetta"), tracciando con il coltello una croce sulla sommità del dolce, in segno di benedizione. Qualunque sia la sua origine, a partire dal XV secolo il panettone si diffuse sempre più, prima in Lombardia e poi nel resto d'Italia, fino a diventare il dolce-simbolo del Natale. Presente anche nella celebre Opera, trattato di cucina scritto nel 1570 da Bartolomeo Scappi, cuoco personale di Papa Pio V, l'ascesa del panettone continua nel Settecento, quando l'illuminista Pietro Verri ne tesse le lodi. Il Vocabolario Milanese Italiano di Cherubini lo descrive nel 1839 come Panatton o Panatton de Natal: "Specie di pane di frumento addobbato con burro, uova, zucchero e uva passerina (ughett) o sultana, che intersecato a mandorla quando e' pasta, cotto che sia risulta a molti cornetti. Grande e di una o più libbre sogliamo farlo soltanto per Natale; di pari o simil pasta ma in panellini si fa tutto l'anno dagli offellai e lo chiamiamo Panattonin..." Nel 1847, Paolo Biffi ne prepara uno di dimensioni da record per il papa Pio IX, cui venne recapitato per mezzo di una carrozza. Nel Novecento il panettone comincerà a essere esportato, e da lì inizierà un successo mondiale, che continua ancor oggi. Ed è sempre nel Novecento, infine, che il panettone assume la forma "alta" che noi tutti oggi conosciamo, grazie all'inventiva di Angelo Motta, che fasciò per primo lo stampo con carta sottile, imponendo all'impasto una crescita in verticale. E si arriva ai giorni nostri: per tutelare la preparazione artigianale del panettone tradizionale, si sta lavorando alla stesura di un disciplinare che permetta di ottenere la concessione del marchio europeo DOP (Denominazione d'Origine Protetta) per il panettone: un riconoscimento ulteriore per una specialità che da sempre lega il suo nome alle festività natalizie.



    Una lunga preparazione



    panettone_lavorazione3Lunga e laboriosa, la preparazione del panettone avviene ancora, in alcuni laboratori artigianali, come un vero e proprio rito: il primo passo è quello della preparazione della "madre", il lievito naturale fatto con un impasto di acqua e farina, che riposa all'aria per un tempo molto lungo (fino a 36 ore). Alla perfetta riuscita della madre, la cui 'maturazione' è controllata accuratamente dal pasticcere, si devono la consistenza dell'impasto e la sua morbidezza. La madre viene quindi sottoposta a diversi "rinfreschi", aggiunte di acqua e farina che accrescono la forza del lievito, effettuati ogni 4 ore. Successivamente vengono incorporati gli ingredienti del "primo impasto", farina, uova, zucchero, burro di panna e acqua: la pasta così ottenuta è lasciata lievitare ancora, quindi vi si uniscono canditi e uvetta. A questo punto il "pan del ton" viene posto negli stampi, quindi inciso a croce sulla calotta. La cottura avviene in grandi forni, appositamente costruiti; dopo essersi raffreddato per 12 ore il panettone è lasciato riposare per altre 10, quindi è pronto per essere consumato. La ricetta tradizionale del panettone prevede che esso sia confezionato con farina di frumento, zucchero, burro di panna, uova, uvetta sultanina e cedro candito: alla versione piemontese sono aggiunte anche nocciole tonde e gentili delle Langhe, utilizzate per la glassa.



    Fonte:aetnanet, panettonedinatale e web
     
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    panettoneeeeee...wauuuuu
     
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    grazie Giulia
     
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    Grazie Giulia...
     
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    La storia del pandoro

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    Il Pandoro, dolce tipico veronese dalla tipica forma “a stella a 5 punte”, è il dolce per eccellenza (insieme al Panettone) delle festività natalizie.
    Le origini del pandoro non sono ben chiare, ma secondo alcuni sarebbe nato in Austria ai tempi dell’impero Asburgico, dove si produceva il cosiddetto “Pane di Vienna”, probabilmente derivato a sua volta dalle brioches francesi; fin dal ‘700/’800, infatti la tecnica per ottenere questo pane era molto conosciuta, la sua lavorazione prevedeva di completare l’impasto aggiungendo una maggiore dose di burro (come si fa per la pasta sfoglia) con il risultato che, durante la cottura il dolce acquisti volume...
    Più probabilmente, i pasticceri veneti appresero la tecnica di preparazione dell'impasto durante la dominazione asburgica: i pasticceri viennesi, infatti, avevano perfezionato il “pan brioche” francese, creando un nuovo dolce (detto “Pan di Vienna”) piuttosto simile al pandoro stesso.

    Secondo altri, invece, deriverebbe dal “Pan de oro”, un dolce ricoperto completamente di sottili foglie di oro zecchino (da cui probabilmente il nome attuale) che veniva servito sulle tavole dei più ricchi veneziani.
    Le origini, comunque, più accreditate, sarebbero quelle secondo le quali il pandoro deriverebbe dal “Nadalin” un dolce a forma di stella che per tradizione le famiglie veronesi preparavano per Natale…è probabile, comunque, che nell’ideazione di questo dolce ci sia stata anche la collaborazione dei pasticceri austriaci, molto impiegati nelle pasticcerie più importanti di Verona.
    Creato nel 1260 per festeggiare il primo Natale dopo l’investitura dei nobili Della Scala e dei Signori di Verona, inizialmente costituito da un tronco a stella con 8 punte e non troppo alto ricoperto da una glassa. Intorno alla fine dell’Ottocento, il dolce cambiò forma, venne alzato, le punte ridotte a 5 e la glassa eliminata… Cambiando anche il suo nome in “Pandoro”.
    In ogni caso, qualunque sia stata la sua origine, nel 1894 fu brevettata la ricetta da Domenico Melegatti, che brevettò anche lo stampo dalla forma caratteristica… un’altra versione, vuole invece che, sì Melegatti brevettò la ricetta del panettone, ma che lo stampo fosse disegnato dal pittore impressionista Angelo Dell’Oca Bianca, che lo disegnò con il corpo a forma di stella a 8 punte.



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    Una cosa è abbastanza certa: il nome Pandoro deriva proprio dal colore dorato di questo dolce, dato dalla presenza, nell’impasto, di una gran quantità di uova.
    Fra gli ingredienti del pandoro si annoverano: Farina, zucchero, uova, lievito, burro e burro di cacao. La tecnica di preparazione è estremamente complessa e si svolge in più fasi consecutive, con molte ore di lavoro dietro.
    I suoi elementi caratteristici sono la consistenza soffice e leggera, simile a quella della pasta brioche, il sapore delicato e il profumo di vaniglia.
    La ricetta originale del pandoro non prevede che questo venga guarnito internamente con creme o canditi, anche se col tempo le case produttrici hanno cercato di ampliare la loro offerta variando le loro ricette, facendo nascere così diversi tipi di pandoro: da quello farcito al cioccolato a quello alla crema, o ancora a quello ricoperto di glassa.
    Il pandoro tradizionale non viene guarnito internamente con creme o canditi (come il panettone).
    Con il tempo le case produttrici hanno cercato di differenziare la propria offerta inventando o riutilizzando particolari ricette, ed è oggi possibile quindi gustare il pandoro in diverse versioni, farcito con crema pasticcera o ricoperto da uno strato di cioccolato, ecc.
    Il classico di oggi, è però quello senza farcitura ricoperto da uno strato di zucchero a velo…
    Semplice e ..inimitabile!
    È consigliabile riscaldarlo prima di consumarlo.
    Sovente il Pandoro viene venduto in scatole di cartone con lo zucchero a velo in un sacchettino a parte che gli acquirenti dovranno versare sul dolce personalmente al momento dell'apertura (questo anche per evitare che lo zucchero a velo con un contatto prolungato con il dolce durante il periodo di confezionamento perda le sue caratteristiche). Trattandosi di un dolce già piuttosto zuccherato in molti però non ne fanno uso.




    Fonte:meravigliosonatale.blogspot.com e web

    Edited by gheagabry1 - 29/10/2019, 18:56
     
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  6. gheagabry
     
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    "Le ricette dei piatti di Natale sono molto speciali e seguono in ogni Regione antiche tradizioni..... grandi banchetti di piatti prelibati, sia per la Cena della Vigilia di Natale che per il Pranzo di Natale..."

    ""La pasta è giallo oro, soffice e ricca di uvetta e canditi; la crosta è scura, fragrante con in cima il tradizionale taglio a croce; la sua forma ricorda un battistero: non ci sono dubbi, è il panettone.....Di storie relative alla nascita del panettone se ne raccontano ancora tante, come quella che ha per protagonista un certo Toni, apprendista di cucina alla corte di Ludovico il Moro. Il ragazzo, dopo che lo chef aveva sbadatamente bruciato il dolce che era nel menù, decise di improvvisarne un altro con gli ingredienti che aveva a disposizione come pane, zucchero, uvetta e frutta candita. Il successo fu tale che il nuovo dolce fu battezzato, in suo onore, "Pan de Toni", che poi nel tempo si sarebbe trasformato in "panettone".....una versione assai romantica su un falconiere di nobili origini, un certo Ughetto degli Atellani, vissuto intorno alla fine del XV secolo. Egli, perdutamente innamorato di Adalgisa, la figlia di un fornaio i cui affari andavano male, a sue spese e con molta creatività confezionò il primo panettone della storia."

    "Delicato, profumato e invitante, il pandoro incontra i gusti di tutti .....Alcuni identificano nella ricetta della brioche francese un antenato del pandoro e anche Virgilio e Tito Livio citano un dolce simile chiamandolo Libum.....Altri ritengono che il pandoro sia nato nella Repubblica Veneta del '500, quando le ricche tavole dei nobili offrivano alcuni dolci di forma conica, ricoperti da foglie d' oro zecchino, chiamati "Pan de Oro"......e poi ancorar altri dicono che l'origine deriva da un antico dolce, a forma di stella, che i veronesi consumavano a natale: il "Nadalin" . Ma la tesi che riscuote più consensi rimane quella che identifica il luogo di nascita del dolce nella Casa Reale degli Asburgo, dove già dal '700 a fine '800 si conoscevano le tecniche di lavorazione del cosiddetto "Pane di Vienna"..."

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    Edited by gheagabry1 - 29/10/2019, 18:58
     
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    ...La storia del panettone in musica...



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    Il panettone

    ...qualche curiosità...



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    Nato sotto la corte degli Sforza oltre 500 anni fa, il Panettone, o forse sarebbe meglio chiamarlo “panaton” viste le sue origini, è un dolce tipico milanese, e basta un semplice assaggio di questa prelibatezza culinaria per ritrovarsi immersi nelle atmosfere natalizie. Inoltre, dal 22 luglio del 2005, tramite Decreto Ministeriale è stato riconosciuto come dolce tipico italiano.



    Dimensioni e produzione


    Diversamente da quello piemontese tipicamente basso e largo, l’originale “panaton” meneghino prevede una base cilindrica di 30 cm. di altezza che termina a forma di cupola, venendo notariamente riconosciuto come quello “alto”. Viene ottenuto attraverso un impasto a base di acqua, farina, burro, uova, frutta candita, scorza di arancia e cedro in ugual misura ed uvetta.



    Le caratteristiche indispensabili


    Il Panettone Tipico della Tradizione Artigiana Milanese è classificato come prodotto da forno a pasta morbida e lievitazione naturale. Ha la tipica forma cilindrica con la crosta superiore screpolata dove reca il classico taglio (scarpatura). Due sono le caratteristiche principali stabilite dalla tradizionale ricetta milanese:
    Non meno del 20 % in peso sul prodotto di uvetta sultanina, scorze di arancia candite e cedro candito sull’impasto (calibro minimo 8 x 8);
    Non meno del 10 % in peso di materia grassa butirrica sull’impasto.



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    ...Si narra...



    Il panettone, indipendentemente dai gusti personali, è un dolce classico di Natale.
    La pasta del panettone viene fatta lievitare più volte con un procedimento piuttosto laborioso che può durare ben oltre le 72 ore per ottenere un buon Panettone a lenta lievitazione naturale da pasta acida. Gli ingredienti principali sono: acqua, farina (occorre una farina forte), burro, zucchero, lievito naturale, uvetta sultanina, cedro candito, scorze di arancio candite, uova, vaniglia e sale.
    Il panettone tradizionale milanese, sulla cui nascita la fantasia popolare ha creato le affascinanti leggende, era originariamente nient'altro che un grosso pane, alla preparazione del quale doveva sovrintendere il padrone di casa, che prima della cottura vi incideva col coltello una croce in segno di benedizione.
    Il grosso pane veniva poi consumato dalla famiglia solennemente riunita per la tradizionale cerimonia natalizia "del ciocco".
    Il padre, o il capo di casa, fattosi il segno della croce, prendeva un grosso ceppo, solitamente di quercia , lo adagiava nel camino, vi poneva sotto un fascetto di ginepro ed attizzava il fuoco.
    Versava il vino in un calice, lo spruzzava sulle fiamme, ne sorseggiava egli per primo poi lo passava agli altri membri della famiglia che, a turno, l'assaggiavano. Il padre gettava poi una moneta sul ceppo che divampava e successivamente distribuiva altre monete agli astanti.
    Infine gli venivano presentati tre grandi pani di frumento ed egli, con gesto solenne, ne tagliava solo una piccola parte, che veniva riposta e conservata sino al Natale successivo.
    Il ceppo simboleggiava l'albero del bene e del male, il fuoco l'opera di redenzione di Gesu' Cristo; i pani, progenitori del panettone, simboleggiavano il mistero della Divina Trinita'. Di quest'antica e suggestiva tradizione a noi sono giunti due elementi: la credenza del "potere taumaturgico" dei resti del "pangrande" consumato a Natale, e lo stesso "pangrande" in veste di panettone.




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    Non e' certo il dolce piu' semplice..., anzi! Se, pero', per chi vuole cimentarsi, qui di seguito forniamo la ricetta meno complicata che abbiamo trovato.


    Ingredienti



    Farina 350 gr.
    burro 120 gr.
    zucchero 80 gr.
    lievito 60 gr.
    uvetta sultanina 100 gr.
    canditi(arancia e cedro)60 gr.
    4 uova
    un pizzico di sale



    Preparazione



    Sciogliere il lievito di birra in 1/2 dito d'acqua tiepida, impastare il lievito disciolto con 100 gr. di farina, praticare un taglio a croce sul panetto e lasciare lievitare per circa 20/25 minuti avvolta in un panno di lana.
    Riprendere il panetto e impastarlo con 125 gr. di farina e 2/3 cucchiai di acqua tiepida.
    Rimettere a lievitare la pasta avvolta nel panno fino a che non avra' raddoppiato il proprio volume.
    Tagliare a dadini la frutta candita.
    Mettere a bagno l'uvetta per 15 minuti, poi asciugarla.
    Fare sciogliere lo zucchero diluito in 1 dito d'acqua.
    Unire allo sciroppo, sbattendo con una frusta, i 4 tuorli d'uovo e circa meta' di uno degli albumi, quindi mettere a cuocere il tutto a bagnomaria per intiepidire il composto
    Sciogliere 90 gr di burro.
    Unire alla palla lievitata la farina rimasta, la scorza di limone grattugiata, una presa di sale e lo sciroppo tiepido.
    Impastare aggiungendo se necessario un po' di acqua tiepida per circa 15 minuti ottenendo una pasta liscia e omogenea
    Aggiungere i canditi e l'uvetta, accendere il forno sui 220 gradi.
    Lasciare riposare l'impasto per circa 15/20 minuti.
    Imburrare un pezzo di carta da forno.
    Rivestire con la carta una forma dai bordi alti e porvi l'impasto.
    Praticare un taglio a croce sull'impasto.
    Infornare il dolce e lasciarlo cuocere per circa 1 ora.
    Dopo 10 minuti porre sulla superficie del dolce il rimanente burro.
    (Abbassare di qualche grado il forno man mano che la superficie si colora, in modo che non si brucia).



    Fonte:dal web

    Edited by gheagabry1 - 29/10/2019, 19:07
     
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    Lavorazione artigianale del panettone

    ....Le varie fasi...








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    Edited by gheagabry1 - 29/10/2019, 19:26
     
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    Classici, ipermoderni, fantastici, essenziali... i Panettoni


    I Panettoni 2012 incontrano il cake design

    Il Natale non è vicinissimo, ma come gli stilisti di moda presentano in anticipo le collezioni, anche i grandi pasticceri hanno portato in passerella le loro interpretazioni del panettone. I professionisti dell'arte bianca, riuniti a Brescia per il XIX Simposio dei maestri pasticceri, hanno dato lustro al tipico dolce delle feste. Tra modelli classici e innovazione, spazio alla fantasia, alla memoria rivisitata, alle nuove tendenze dei dolci, in sintonia col successo del cake design. I maestri dell'Ampi hanno voluto raccontare il Natale attraverso l'oro e il bianco, il rosso e il verde. Ma anche con esplosioni di montagne di neve, realizzate col torrone, alberelli, pupazzetti, confetti multicolori. Classici, ipermoderni, fantastici, essenziali. Panettoni che, se non si facesse torto alla gola, potrebbero essere utilizzati come elementi di design, addobbi per le tavole in festa. Piccole opere d'arte, dove la manualità si coniuga con la bontà (a cura di Eleonora Cozzella).


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    Paolo Sacchetti - pasticceria, caffè Nuovo Mondo, Prato


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    Santi Palazzolo - pasticceria Palazzolo - Cinisi (Palermo)


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    Fabrizio Galla - Pasticceria Fabrizio Galla - San Francisco - ambasciatore AMPI negli USA


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    Emanuele Valsecchi - pasticceria Arte Sapori - Oggiono (Lecco)valsecchi


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    Antonio Campeggio - pasticceria Arte bianca - Parabita (Lecce)


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    Maurizio Busi - pasticceria Paola - Poggio Renatico (Ferrara)


    1353050714550_16giovannicavalleri-pasticceriaroberto-erbuscobrescia

    Giovanni Cavalleri - pasticceria Roberto - Erbusco (Brescia)


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    Pietro Moffa - pasticceria Moffa - Foggia


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    Salvatore De Riso -Sal De Riso Costa d'Amalfi - Tramonti (Sa)


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    Carmelo Sciampagna - Sciampagna pasticceria - Marineo (Palermo)


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    Riccardo Patalani - pasticceria Patalani - Viareggio


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    Riccardo Ferracina - pasticceria Ferracina - Camisano vicentino (Vicenza)


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    Giancarlo Cortinovis - pasticceria Cortinovis - Ranica (Bergamo)


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    Maurizio Colenghi - pasticceria Dolce Reale - Montichiari (Brescia)


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    Marco Ercoles - Pasticceria Canasta - Cattolica


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    Alessandro Dalmasso - pasticceria Dalmasso - Avigliana (Torino)


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    Emmanuele Forcone - consulente di Montenero di Bisaccia - Campobasso


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    Roberto Rinaldini - pasticceria Rinaldini- Rimini


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    Massimo Albanese - pasticceria cioccolateria Max - Treviso


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    Pasquale Marigliano - pasticceria Marigliano - San Gennarello di Ottaviano (Salerno)


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    Fabrizio Camplone - Caprice - Pescara


    1353050790797_19raffaeleferraro-pasticcerialafiorente-sangiuseppevesuvianonapoli

    Raffaele Ferraro - pasticceria La Fiorente - San Giuseppe vesuviano (Napoli)


    1353052314029_34ginofabbri-ginofabbripasticcere-bologna

    Gino Fabbri - Gino Fabbri pasticcere - Bologna


    1353051947584_25giannitomasi-pasticceriatomasi-verona

    Gianni Tomasi - pasticceria Tomasi - Verona


    1353051980261_26giovannipace-consulentedipalermopace

    Giovanni Pace - consulente di Palermo


    1353052137118_28sandroferretti-pasticceriaferretti-rosetodegliabruzziteramo

    Sandro Ferretti - pasticceria Ferretti - Roseto degli Abruzzi (Teramo)


    1353052162774_29salvatorevarriale-pasticceriavarriale-napoli

    Salvatore Varriale - pasticceria Varriale - Napoli


    1353052195931_30francescoelmi-pasticceriareginadiquadri-bolognaelmi

    Francesco Elmi - pasticceria Regina di quadri - Bologna


    1353052226118_31salvatoregabbiano-gabbianopasticceria-pompeinapoli

    Salvatore Gabbiano - Gabbiano pasticceria - Pompei (Napoli)


    1353052376092_36alfonsopepe-maestropasticcere-santegidiomontealbinosalernopepe

    Alfonso Pepe - Maestro pasticcere - Sant'Egidio Monte Albino (Salerno)


    1353050640758_14giovannipina-pasticceriagiovannipina-trescorebalneariobergamo

    Giovanni Pina - pasticceria Giovanni Pina - Trescore Balneario (Bergamo)


    1353050589910_12iginiomassari-pasticceriaveneto-brescia

    Iginio Massari - pasticceria Veneto - Brescia


    1353050525415_11davidecomaschi-pasticceriamartesana-milano

    Davide Comaschi - Pasticceria Martesana - Milano


    1353050491121_10gianlucafusto-consulentediabbiategrasso-milano

    Gianluca Fusto - pastry chef, consulente di Abbiategrasso - Milano


    1353050467368_09armandolombardi-pasticcerialombardi-osimoancona

    Armando Lombardi - pasticceria Lombardi - Osimo (Ancona)


    1353050271958_03diegocrosara-vicenza

    Diego Crosara - Vicenza

    (Immagini LonatiFotografia)



    Fonte:www.kataweb.it
     
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    Risotto al panettone


    risotto-al-panettone


    Ingredienti


    150 gr. di riso vialone nano o carnaroli
    100 gr. di parmigiano grattato fresco
    25 gr. di burro di ottima qualità
    1 fetta di panettone da 80 gr.
    1 lt. di brodo vegetale
    olio extra vergine
    ½ cipolla
    sale


    Preparazione


    Tagliare finemente la cipolla e farla stufare fino a che non diventerà trasparente, aggiungere il riso e tostarlo fino a che non diventa trasparente, poi aggiungere gradualmente il brodo appena il riso inizia ad asciugarsi. Tagliare il panettone a dadini piccolini, aggiungerlo solo alla fine insieme al parmigiano e al burro per la mantecatura. Servire subito con altro parmigiano sopra.



    Fonte:www.dissapore.com
     
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    Panettoni artigianali


    jpg

    Inediti panettoni artigianali

    Panettone+Liquirizia+e+cioccolato

    Panettone liquirizia e cioccolato

    panettone%20rivoire

    Panettone ricoperto di cioccolato fondente



    Panettoni decorati con pupazzi di neve



    gif



    Gelato al panettone


    Gelato+al+panettone


    Ingredienti


    900 gr. acqua
    400 gr. panettone
    50 gr. zucchero (circa)


    Preparazione


    Innanzitutto ho fatto bollire l'acqua e lo zucchero, fino allo scioglimento completo di quest'ultimo.


    Sciroppo+di+acqua+e+zucchero

    Ho poi fatto raffreddare qualche minuto, ho tagliato il panettone


    Panettone+tagliato

    e ho frullato insieme allo sciroppo di zucchero.


    Sciroppo+e+panettone Frullato

    Altro riposo nel mixer una decina di minuti e poi ho diviso nelle vaschette.

    Nelle+vaschette

    A questo punto la ricetta prevedeva la mantecatura nella gelatiera, io ho sostituito in questo modo: - per le prime due ore, ogni 40 minuti ho ripreso il gelato dal freezer e mescolato con un cucchiaio. Passate le prime due ore, ho fatto riposare un'ora in freezer, ho ripreso il gelato, tagliato a pezzi, frullato nel mixer e rimesso in freezer. Ho ripetuto l'operazione un'altra volta, facendo passare un paio d'ore. Al momento di servire il gelato, ho tolto dal freezer, lasciato a temperatura ambiente per un po' e poi frullato nuovamente nel mixer, ottenendo un gelato morbido e bello cremoso. Ho servito insieme ad alcune fettine di panettone e pandoro tostate.



    Fonte:www.dissapore.com,Immagine Stanislao Porzio,Il Panettone,myartrobertomurgia.blogspot.it,zolfina.corrierefiorentino.corriere.it,blog.giallozafferano.it/marylucreazioni,da Chi,ricetta di Davide Oldani,lacucinadichiaraeale.blogspot.it,web
     
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    Panettoni e pandori decorati per xmass4tree73Natale littlehouse


    ricetta-pandoro-farcito-280x259





    Edited by gheagabry1 - 2/1/2023, 10:36
     
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    "La farmacia di New York City a Natale è piena di panettoni. Confezionati in ingegnose scatole trapezoidali, siedono accanto ai Kit Kat e agli accendini. Sulle loro confezioni si legge “D'Onofrio” e “Bauducco”, nomi che sembrano provenire dalle strade milanesi o dai mercati romani. In effetti, il panettone che potresti aver portato a casa dal tuo locale Duane Reade probabilmente viene da lontano, ma non dall'Italia. No, più probabilmente è stato prodotto in Brasile o in Perù, oggi sede dei maggiori produttori di questo dolcetto natalizio.

    Allora come ha fatto questa prelibatezza italiana a farsi strada dalla Lombardia del XIII secolo al Sud America del XXI secolo? E cosa significa per il panettone che una nuova generazione di consumatori americani sia esposta a un prodotto brasiliano o peruviano prodotto in serie piuttosto che a una pagnotta artigianale spedita dall'Italia?"



    Il Panettone in Sud America

    panettone_peru


    Alla fine del 1800, dopo che l'Unità d'Italia rovesciò la proprietà terriera feudale, iniziò seriamente la migrazione italiana verso le Americhe. Tra il 1880 e il 1900 gli immigrati italiani invasero il Sud America , prima in Argentina e poi in Brasile, portando con sé le tradizioni culinarie. Lì, il panettone ha preso piede, raccogliendo alcune inflessioni distintamente locali: la papaya essiccata piuttosto che il cedro in Perù, o le gocce di cioccolato che fanno un "chocotone" brasiliano.


    D’Onofrio, il cui capostipite Pietro (nato a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, nel 1859), arrivò in Sud America nel 1911. Il pasticcere errante si dedicò inizialmente alla vendita di gelato con un carrettino (narra la leggenda che, inizialmente, per fare i suoi gelati, utilizzasse la neve delle Ande), poi piano piano allargo il proprio business includendo anche la produzione e la vendita di cioccolata. Diversi anni più tardi, suo figlio Antonio, che rileva l’azienda negli anni '60, decide di dedicarsi al panettone, e grazie a un importante accordo siglato con l'Alemagna di Milano l’azienda peruviana ottiene la ricetta originale e il diritto di utilizzare la caratteristica confezione dell'azienda milanese.



    D'Onofrio, un marchio dolciario peruviano, era stato fondato a Lima nel 1859, vent'anni prima che l'ondata di immigrazione italiana in Perù prendesse piede. Man mano che la popolazione italiana del paese cresceva, cresceva anche la domanda di panettone. Così hanno iniziato a produrlo e rimangono ancora oggi uno dei più famosi rivenditori di panettoni peruviani. Come le milanese o la pizza, cibi originariamente italiani che sono stati adottati sia in Argentina che in Brasile, il panettone è entrato a far parte della cucina sudamericana. Non più solo un pane di Natale, si mangia anche nel Giorno dell'Indipendenza di luglio del Perù , segno della sua totale integrazione nella cultura peruviana.

    La popolarità del panettone in Sud America ha alimentato l'ascesa di due dei più grandi produttori di panettoni contemporanei: D'Onofrio e Bauducco, entrambi fondati in Sud America da immigrati italiani (Antonio D'Onofrio in Perù e Carlo Bauducco in Brasile, rispettivamente). E questi enormi produttori hanno creato una specie di panettone specifico del Sud America, tempestato di papaya o cioccolato, e se inizialmente il dolce rispettava la ricetta italiana al 100%, con il tempo ha finito per peruanizzarsi, diversificandosi dall’originale per una forma più svasata.

    Ma ci sono diverse versioni e ricette a seconda della zona di produzione.si trovano le varianti con aromi di frutta come arancia, banana o mela, bisogna andare nella zona di Huancayo per trovare panettoni preparati con farina di patate, mentre è tipica della zona della Sierra la ricetta con patate dolci o carote. Sul mercato si trovano versioni integrali, realizzate utilizzando l'avena, la quinoa e al kiwicha, mentre al confine con la Bolivia non è insolito che il dolce venga arricchito anche con le foglie di coca.

    I produttori italiani, dal canto loro, sembrano un po' stressati dall'ubiquità del panettone sudamericano. Nel 2004, la città di Milano ha chiesto di registrare il panettone ai sensi delle leggi dell'Unione Europea sul diritto d'autore alimentare, richiedendo determinate qualità per designare un panettone ufficiale. La legge risultante, DM 22-07-2005, impone che il panettone contenga determinate percentuali di uova, burro e frutta secca, un modo per rendere ancora più esclusivo il club del panettone. All'epoca, il ministro dell'Agricoltura italiano Paolo de Castro affermò che la legge era stata espressamente formulata per proteggere i produttori italiani di panettoni dalla crescente concorrenza dei marchi sudamericani.

    Il panettone peruviano è praticamente identico al panettone italiano, il sapore è sempre delicato e morbido, ma all’impasto spesso vengono aggiunte anche cannella e noce moscata.
    Avendo un sapore delicato, in Perù solitamente il panettone viene accompagnato insieme a bevande dal sapore forte e deciso come la chocolatada, la cioccolata tipica del Perù preparata con la tavoletta di cioccolato Sol del Cuzco.

    Ma ci sono diverse versioni e ricette a seconda della zona di produzione.si trovano le varianti con aromi di frutta come arancia, banana o mela, bisogna andare nella zona di Huancayo per trovare panettoni preparati con farina di patate, mentre è tipica della zona della Sierra la ricetta con patate dolci o carote. Sul mercato si trovano versioni integrali, realizzate utilizzando l'avena, la quinoa e al kiwicha, mentre al confine con la Bolivia non è insolito che il dolce venga arricchito anche con le foglie di coca.
     
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