GRATTACIELI

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  1. gheagabry
     
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    "Il 2 maggio scorso hanno avuto inizio i primi lavori di demolizione dei vecchi fabbricati di Brusada, sull'area dove vedremo sorgere la grande torre di trenta piani, destinata ad accogliere gli uffici della Sede Centrale della nostra Società e di altre del Gruppo.
    Il Comm. Olivieri, che ha seguito da vicinol'immenso lavoro degli architetti e dei progettisti, ci ha fornito alcuni dati generali di grande interesse: il nuovo complesso edilizio si comporrà di tre fabbricati di cui due, bassi, saranno situati rispettivamente agli angoli di via Galvani e di via Pirelli con via Filzi mentre il terzo, altissimo, sorgerà partendo da una collinetta verde, parallelamente alal via Pisani.La facciata della torre, dell'altezza di 125 metri circa, sarà tutta in materiali leggeri, probabilmente in vetro, posto, in strisce alternate, in una intelaiatura di duralluminio".
    Il seme è posto: di lì a cinque anni nascerà l'" albero di trenta piani" che diventerà il simbolo di Milano.
    (Sul numero di maggio 1955, Fatti e Notizie)



    Il grattacielo PIRELLI


    "Pazzesco per quei tempi, ardito. Sì, eravamo consapevoli che quel palazzo avrebbe cambiato il profilo della città,che sarebbe diventato un mito. Era il primo pavimento flottante, nel senso che poggiava su pannelli di masonite per consentire l'alloggiamento dei cavi, e incollarci sopra fogli di gomma e linoleum a quei tempi era un problema. E' stata una bella emozione tornare a lavorarci dopo quarant'anni: sostegno e rinforzo delle strutture danneggiate, soprattutto pilastri e soffitti; messa in sicurezza delle facciate e rifacimento dei pavimenti con materiali identici agli originali,in fogli di linoleum e gomma gialla e nera fatti ad hoc. Il Pirellone per me simboleggia il legame , la continuità di rapporto mio e della mia famiglia con Milano''. (Brano tratto dall'intervista con Giorgio Squinzi, Amministratore Unico di Mapei)
    Le parole del dr. Squinzi, milanese doc, se possibile, tolgono qualsiasi dubbio sul misto di orgoglio e affetto che circondò allora la costruzione di quello che divenne subito per tutti il Pirellone.
    La sua storia ha inizio negli anni 50 quando Alberto e Piero Pirelli decisero di realizzare il nuovo centro direzionale della loro società nell'area dove i bombardamenti del 1943 avevano distrutto il vecchio complesso produttivo della Cascina Brusada, localizzato vicino alla Stazione Centrale: proprio qui venne costruito il Grattacielo Pirelli tra il 1956 e il 1960. L'opera venne affidata all'architetto Gio Ponti che propose ai committenti un progetto assolutamente all'avanguardia, un edificio dalle linee ardite che sarebbe divenuto nel tempo l'espressione del nuovo spirito d'impresa che risorgeva a Milano dopo gli anni tragici della guerra. L'architetto Ponti, per quello che riguardava la parte strutturale, volle essere affiancato dai massimi esperti del settore di quel periodo, gli ingegneri Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso.
    L'edificio, che “sconvolse” lo skyline di Milano sia per l'altezza (il più alto d'Italia grazie ai suoi 127 metri e ai suoi 30 piani) che per la cubatura di 122mila metri, affascinò immediatamente i milanesi per la sua
    leggerezza strutturale. L'architetto Ponti riconfermò, anche in quella che viene considerata la sua opera più famosa e conosciuta, la forma della pianta a “diamante”: infatti il Grattacielo Pirelli ha una pianta a
    sei lati, di forma molto allungata e stretta. L'armatura dell'edificio è formata da due imponenti pilastri di cemento armato, larghi alcune decine di centimetri e profondi alcuni metri, che scandiscono le facciate e che attribuiscono al grattacielo la familiare struttura tripartita: Punta Galvani,Corpo centrale e Punta Pirelli. L'alto edificio si rastrema verso i piani superiori: infatti i setti sono più larghi ai piani bassi e si
    assottigliano salendo verso l'alto.
    Il Grattacielo Pirelli venne inaugurato il 4 aprile 1960 e ospitava circa 2000 persone: 1.200 dipendenti dell'azienda e il resto occupati negli uffici e nei negozi affittati a terzi. Nel 1978 la Regione Lombardia acquistò sia il grattacielo che i corpi bassi e l'autorimessa per 43 miliardi di lire. Da allora il grattacielo è divenuto il Palazzo della Regione, anche se per tutti i milanesi vecchi e nuovi è rimasto il Pirellone.(mapei)


    ....l'incidente aereo.....



    Il 18 aprile 2002 Luigi Fasulo, pilota di 64 anni, decollò a bordo di un Rockwell Commander A112 HB-NCX dall'aeroporto di Locarno alle ore 17:15, con destinazione Milano-Linate, dove avrebbe dovuto effettuare uno scalo per poi rientrare a Locarno alle 18:15. Il piano di volo prevedeva due possibili rotte: Locarno-Saronno-Torre della Telecom di Rozzano-Rogoredo-Linate, oppure Locarno-Lago Maggiore-Varese-Milano-Linate.
    Intorno alle 17:35, Fasulo chiese all'ATC di Linate l'autorizzazione all'atterraggio alla pista 36R, autorizzazione che gli viene negata per problemi di traffico. Alle 17:42, mentre stava compiendo una holding di attesa prima dell'atterraggio, Fasulo comunicò, prima all'ATC di Locarno e poi alla torre di controllo di Linate, la presenza di un'anomalia al carrello. L'ATC di Milano ordinò a Fasulo di circuitare sull'anello di attesa Ata, un percorso aereo a forma di ellisse che si sviluppa lungo la periferia della città.
    Fasulo, probabilmente impegnato nel controllo dei vari comandi (spie del carrello, comando manuale di apertura di emergenza, fusibili dell'impianto elettrico), non si accorse di aver sbagliato rotta, e, invece di dirigersi sul circuito di attesa, andò verso il grattacielo Pirelli. Nell'ultimo tratto della rotta il pilota aveva il sole in faccia, particolare che può aver contribuito a nascondergli il grattacielo.
    Alcuni testimoni riferirono di aver visto l'aereo accennare una virata con il motore al massimo, ma ormai era troppo tardi per evitare l'ostacolo. Alle 17:46, l'Aero Commander di Fasulo si schiantò contro il 26º piano del grattacielo Pirelli, sprigionando immediatamente un vasto incendio che sarebbe stato spento solo dopo alcune ore.
     
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21 replies since 5/11/2011, 12:28   5631 views
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