GRATTACIELI

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  1. gheagabry
     
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    Tutto a inizio così.....
    “Un tempo tutta l’umanità parlava la stessa lingua e usava le stesse parole. Emigrati dall’oriente gli uomini trovarono una pianura nella regione della Mesopotamia e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: ‘Forza! Prepariamoci mattoni e cuociamoli al fuoco!’. Pensarono di adoperare mattoni al posto delle pietre e bitume invece della calce. Poi dissero: ‘Forza! Costruiamoci una città! Faremo una torre alta fino al cielo! Così diventeremo famosi e non saremo dispersi in ogni parte del mondo!’. Il Signore scese per osservare la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Disse. ‘Ecco, tutti quanti formano un sol popolo e parlano la stessa lingua. E questo non è che il principio delle loro imprese! D’ora in poi saranno in grado di fare tutto quel che vogliono! Andiamo a confondere la loro lingua: così non potranno più capirsi tra loro’. E il Signore li disperse di là in tutto il mondo; perciò furono costretti a interrompere la costruzione della città. La città fu chiamata Babele, cioè Confusione, perché fu lì che il Signore confuse la lingua degli uomini e li disperse in tutto il mondo.


    I GRATTACIELI

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    ..così il mito biblico della Torre di Babele... l’uso babilonese di costruire le ziggurat, alte torri destinate all’osservazione del cielo; e l’idea che i babilonesi, storici nemici del “popolo eletto”, fossero per questo invisi a Dio, e dunque andassero considerate maledette le loro usanze. Compresa quella, appunto, di voler costruire edifici così alti, quali mai l’antichità ne avrebbe conosciuti di eguali. Non solo nel geloso monoteismo ebraico, tuttavia, l’idea di “avvicinarsi al cielo” attraverso costruzioni era considerata empia. Anche nella mitologia greca c’è la storia dei titani che ammucchiano montagne una sopra all’altra apposta per dare l’assalto al trono di Zeus, sull’Olimpo. In modo meno umoristico e più crudo, rispetto al mito biblico, il sovrumano piedistallo fu abbattuto dal dio del cielo a colpi di fulmini, e le eruzioni dell’Etna non sarebbero altro che le esplosioni di ira del capo-ribelle, rimasto sepolto dal crollo sotto il vulcano siciliano. Si può d’altronde ricordare che non solo gli alti palazzi ma un po’ tutte le costruzioni erano considerate dagli antichi violazioni dell’ordine stabilito nella natura, cui bisognava porre riparo con scongiuri e sacrifici, di cui resta ancora oggi un retaggio nell’annuale benedizione delle case fatta dalla Chiesa Cattolica.

    Sarebbe facile oggi irridere a queste “superstizioni”, ma profondamente sbagliato. Sia che le si consideri inerenti all’Universo, sia che le si consideri manifestazione di una superiore intelligenza divina, le leggi della fisica infatti esistono, e vanno conosciute a fondo, se si vuole “correre verso il cielo” con la vetta di un edificio, senza vederselo crollare al suolo. Un esempio dall’esito fortunosamente felice, ma comunque eloquente di ciò a cui può condurre un progetto velleitario non sorretto da un’adeguata cultura costruttiva, è rappresentato dalla Torre di Pisa. Divenuta “pendente” proprio per essere stata costruita su un terreno sbagliato. .....Il Tempio di Salomone, le ziqqurat, i menhir e i dolmen delle culture celtiche e pre-celtiche, le piramidi, i campanili e la cattedrali gotiche del cristianesimo, i minareti del mondo islamico, i templi induisti, le pagode buddiste: come si vede, malgrado l’eco di sacrilegio del mito della Torre d Babele, gran parte degli edifici che in passato hanno sfidato il cielo avevano un interesse e un significato di tipo religioso. ....Altre volte, le alte costruzioni avevano invece un interesse militare. Una torre medioevale era infatti un effettivo mezzo di difesa, che consentiva ai suoi occupanti di scorgere il nemico da lontano e, quando si avvicinava, di bombardarlo con proiettili che l’altezza rendeva micidiali. Sempre nel Medio Evo, altre volte ancora l’altezza di un edificio aveva funzioni di prestigio. Dalla Bologna comunale ci arriva la nota storia delle due famiglie degli Asinelli e dei Garisendi che si sfidarono a chi faceva la torre più alta.


    1852:
    è questa la data in cui viene inventato quello che, stando alle statistiche, è tutt’ora “il più sicuro mezzo di trasporto del mondo moderno”. Ovvero, l’ascensore. Ed è la combinazione tra questo nuovo ritrovato tecnologico e il sovraffollamento delle grandi città degli Stati Uniti, a partire dal boom industriale del secondo ‘800, a far nascere il moderno grattacielo. In italiano, traduzione letterale dello scherzoso inglese sky-scraper, in cui però resta sempre come un’eco della maledizione biblica. Non si sfida più il cielo, ma si cerca comunque di fargli il solletico! Per la cronaca, il primo vero grattacielo moderno fu la torre di dieci piani della Chicago Home Insurance, costruita nel 1883, e purtroppo demolita nel 1927. Fu il primo saggio di quella scuola architettonica ribattezzata appunto “Scuola di Chicago” e il capostipite di molti altri eretti in città come New York e Dallas, e il cui profilo, spinto fino alle nuvole, ha da allora caratteristicamente contraddistinto l’aspetto delle grandi città degli stati Uniti. E dagli Stati Uniti si sono poi diffusi in altre regioni del mondo, anche se non particolarmente in Italia, che sembra in qualche modo diffidente verso questo tipo di architettura. Non senza precise conseguenze, a proposito di estensione del tessuto abitativo. Roma, ad esempio, è la municipalità più estesa d’Europa, ed ha una superficie che è equivalente a quella di New York City. Ma con meno di un sesto dei suoi abitanti.
    (Maurizio Stefanini)


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    L'etimologia del termine, deriva dall'inglese skyscraper, che significa letteralmente "coloro che grattano il cielo". La parola skyscraper veniva utilizzata nel XVIII secolo per indicare gli altissimi alberi maestri che reggevano le vele nelle navi inglesi. Sin dagli inizi del XX secolo e in tutta l'era moderna e contemporanea, il termine skyscraper indica tuttavia una particolare tipologia di edificio, la più imponente costruzione fisica concepita dagli esseri umani: la torre moderna caratterizzata da una struttura metallica con scansione in piani.


    Il grattacielo è una creatura ibrida e in evoluzione, frutto di un darwinismo progettuale ed economico che parte faticosamente da una storia che quasi sconfina nel mito. Il mito della catastrofe, in questo caso, come quella causata dal Great Fire del 1871 a Chicago, dalla cui distruzione si generò l’impulso a costruire in altezza utilizzando l’innovativo telaio metallico sperimentato in Europa vent’anni prima nell’avanguardistico Crystal Palace di Joseph Paxton per l’esposizione universale di Londra del 1851....Nei primi edifici per le esposizioni, infatti, nelle serre e nei giardini d’inverno, nelle arcades e nei passages, nelle stazioni ferroviarie delle capitali industriali europee va ricercata l’origine del tema, la nuova possibilità offerta dalla tecnologia del ferro e del vetro al superamento del limite. Fu d’altra parte Decimus Burton (autore della Palm House ai Kew Gardens di Londra, 1845-48) a proporre il rimontaggio del Crystal Palace non più in orizzontale ma secondo la verticalità di una torre telescopica, forse impossibile da erigere, ma chiara e leggibile nella sua definizione di un edificio ad andamento verticale. Se il know how era europeo, la sua traduzione in operabile realtà non poteva non essere debitrice dello spregiudicato pragmatismo americano. Così che la storia dei primi grattacieli – anzi dei "commercial buildings" è la storia oscura, e non sempre gloriosa, di imprenditori e speculatori, di investitori, di self made men e di committenti attenti al profitto e alle regole della rendita urbana. Una storia "melmosa" come la Chicago descritta da Sullivan quando giovanissimo arriva nella capitale del Midwest con i suoi genitori. Una storia dove i pionieri non sono architetti ma ingegneri e tecnici, come William Le Baron Jenney, il primo a comprendere immediatamente il valore risolutivo della tecnologia del ferro nell’espansione di una tipologia costruttiva che doveva sfidare il fuoco, oltre che i limiti del cielo....

    Il Leiter Building (1879) o l’Home Insurance Building (1885), assieme al Manhattan Building a Chicago sono i tozzi progenitori di una razza di colossi per uffici che Sullivan per primo cercò di teorizzare nell’incertezza della loro identità: goffe applicazioni dello schema del palazzo rinascimentale o della cattedrale gotica, gli embryoskyscrapers della fine del XIX secolo .... Fu proprio l’invenzione dell’ascensore a capovolgere le sorti del palazzo per uffici, rivalutando le posizioni alte, connotate sempre di più dal simbolismo della gerarchia e permettendo in pochi decenni l’incredibile "crescita" dell’altezza media delle costruzioni in America. Fu invece merito di Sullivan riconoscere in quest’"altezza" il principio simbolico del grattacielo e a codificarne la sua forza espressiva in edifici come il Wainwright Building di Saint Louis (1891) e il Guaranty Building di Buffalo (1895), dove tutto, dalla distribuzione delle finestre in verticale alla folta decorazione vegetale, rimanda all’idea trionfante di una risalita che si assimila alla metafora vegetale della linfa lungo il fusto di un albero.
    (Maria Vittoria Capitanucci)


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    Edited by gheagabry1 - 11/11/2023, 20:35
     
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21 replies since 5/11/2011, 12:28   5631 views
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