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Erta Ale
Erta Ale è una catena di vulcani posta nel Triangolo di Afar, Etiopia. A nord termina nella pianura di sale a sud si estende fino al Lago Afrera detto anche Giulietti, a ovest è delimitata dalla scarpata dell'altopiano etiope e ad est dalla scarpata della Dancalia. Occupa una superficie di 2350 km². Sulle scarpate laterali affiorano sedimenti corallini, tra le quote di meno 30 e più 90. Questi sedimenti, assieme agli importati sedimenti salini, dimostrano che questa depressione fu in passato occupata dal Mar Rosso, si ritiene tra i 200 e gli 80 000 anni fa (Pleistocene superiore). La regione interamente desertica è formata da crosta basaltica, frutto dell'allargamento della crosta terrestre in questa zona. La catena conta molti vulcani a scudo, i principali da nord a sud sono il Gada Ale detto anche Kebrit Ale alto 287 metri, l'Alu-Dala Filla o Dalafilla alto 613 metri, il Borale Ale alto 668 metri, l'Erta Ale, il Hayli Gubbi alto 521 metri e l'Ale Bagu alto 1031 metri; quest'ultimo è l'unico che non si trova sull'asse principale della faglia. Il più famoso porta il nome della catena stessa, è alto 613 metri, con un lago di lava permanente. Il calore indotto dal mantello non riesce talvolta a conservare la crosta alla stato liquido, e perciò ogni tanto sul lago si forma una crosta nera frutto del raffreddamento. Solitamente però la temperatura di 1200º Celsius consente il mantenimento di uno stato liquido al lago, sulla cui superficie si possono osservare pezzi basaltici galleggianti come fossero iceberg. È uno dei quattro vulcani che, nel mondo, permettono l'osservazione di questo straordinario e spettacolare fenomeno. La faglia che attraversa la depressione, che marca l'allontanamento della placca araba dalla placca africana, permette la fuoriuscita di magma, fenomeno che normalmente avviene solo nelle dorsali oceaniche, in mare aperto e a grande profondità, quindi molto difficilmente osservabile.
Lago di lava
Il vulcano Erta Ale
Il vulcano Erta Ale è il più attivo dell'omonima catena, alto 613 m ed è posto nella parte centrale della catena stessa. Nel 1968, una prima spedizione franco-italiana di vulcanologi giunse sulla sommità dell'Erta Ale. Haroun Tazieff e Giorgio Marinelli osservarono due laghi di lava, nel cratere nord un lago di cento metri di diametro molto attivo e nel cratere centrale un lago di 65 metri di diametro meno attivo, i due si trovavano a una profondità di 165 metri dal bordo dei cratere, probabilmente attivi dal 1906. Il livello dei laghi varia molto nel tempo, nel 1971 non era che a una decina di metri dal bordo dei crateri e aveva le stesse dimensioni nelle osservazioni dell'anno successivo, in seguito vi furono delle fuoriuscite di lava che invasero i bordi della caldera. Questa situazione si protrasse fino al 1974. La guerra nella regione non permise altre osservazioni in loco fino al 1992, tranne qualche raro sorvolo o osservazioni dallo spazio. Il livello del lago era nel frattempo sceso a cento metri con una superficie da 40 a 70 metri. Nel 2001, il conflitto con l'Eritrea termina e nuove spedizioni scientifiche possono recarsi in loco. Il lago misurava allora 80 metri per 100, e si situava a una profondità di 80 metri con emissioni regolari di fontane di lava alte cinque-dieci metri. Da questa data il vulcano è regolarmente visitato, il sito mostra repentini e importanti cambiamenti sia nella sua estensione sia nella sua profondità. Dopo un breve periodo di calma l'eruzione è ripartita. Il lago di lava del cratere sud è ricomparso, con variazioni del suo livello che variano da un mese all'altro. Il 5 novembre 2008 una nuova attività vulcanica ha preso inizio con la fuori uscita di colate di lava da una frattura che si suppone si sia aperta a est del vulcano Erta Ale.
La lava emessa dall'Erta Ale è basaltica, leggermente gasata e la sua più alta temperatura raggiunge 1 217 °C. Questi dati indicano che il magma è dello stesso tipo di quello emesso nelle dorsali oceaniche. Il flusso di calore misurato è di 30 kW/m².
Video
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Etiopia
La Repubblica Federale Democratica d'Etiopia (amharico: ኢትዮጵያ, traslitterazione: Ityop'iya) è uno Stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria (tant'è che è considerata il più antico stato africano). L'Etiopia confina a nord con l'Eritrea, ad est con il Gibuti e la Somalia, a sud sempre con la Somalia e con il Kenya, a nord-ovest con il Sudan ed a sud-ovest con il Sudan del Sud; è uno stato senza sbocco al mare.
Nome
Nell'Iliade e nell'Odissea i greci chiamavano Αἰθιοπία (Etiopia) le terre abitate dagli Αἰθίοψ (Etiopi), cioè gli uomini “dal viso lucido”, mentre lo storico Erodoto utilizzava il nome Etiopia per riferirsi a tutte le terre a sud dell'Egitto.
Le fonti etiopi invece fanno derivare il nome dal termine Ityopp'is che designava il popolo figlio di Cush, figlio di Ham, il fondatore della città di Haksum (e tutto questo è confermato nei loro testi sacri). Una terza teoria farebbe derivare il nome dall'espressione nella lingua dei “faraoni neri” del Sudan: et (~ verità o pace) op (alto o superiore) bia (paese o terra): traducibile come “paese della pace più alta”.
In epoca coloniale questa nazione era nota come Abissinia (erroneamente ci si riferisce all'intera Etiopia con questo nome) nome derivante dalla popolazione degli abissini; che a loro volta prendono nome dall'antico clan egemone degli Habashat, che secondo i loro miti migrò qui partendo dall'Arabia.
Storia
Rovine del tempio a Yeha, Tigrè
Attorno al 970 la regina Gudit (detta Mishkinzana VII) perseguitò i cristiani che si trovavano in Etiopia ed aiutò a far crollare il Regno di Axum. Sebbene sia presentata dalle cronache etiopi come ebrea, alcuni studiosi moderni hanno qualche dubbio al riguardo, suggerendo che potrebbe essere stata una pagana. All'inizio del basso medioevo nasce il regno di Etiopia, unico baluardo cristiano in Africa.
La fine del XIX secolo è segnata dall'inizio della colonizzazione europea del continente africano. Con l'apertura del canale di Suez aumenta l'interesse europeo per il Paese. Nel 1870 il porto di Assab, presso l'entrata meridionale del Mar Rosso, è comprato da una compagnia italiana come cessione di un sultano locale. Questo evento pone le basi per la fondazione di una colonia italiana in Eritrea. L'espansione della colonia verso l'interno porta ad un conflitto con l'Impero Etiope, governato dal negus Menelik II, ed alla battaglia di Adua del 1896, quando l'esercito abissino sconfigge l'aspirante potenza coloniale e l'Etiopia riesce a rimanere indipendente. L'Italia e l'Etiopia firmano il trattato di Uccialli che sancisce le relazioni fra i due paesi fino all'inizio della nuova espansione coloniale italiana verso l'Etiopia.
A seguito dell'incidente di Ual Ual avvenuto nel dicembre del '34, l'Italia il 3 ottobre 1935 aggredisce nuovamente l'impero etiope. Gli italiani, agli ordini del generale Pietro Badoglio, riescono a sconfiggere la resistenza degli etiopi e a spingersi fino alla capitale Addis Abeba, nella quale entrano il 5 maggio 1936. L'Etiopia viene annessa all'Africa Orientale Italiana.
A seguito della aggressione all'Etiopia, l'Italia subì l'embargo da parte della Società delle Nazioni, tolto poco dopo la conquista dell'Etiopia da parte delle forze armate italiane.
L'Etiopia viene occupata dagli inglesi nel 1941 e l'Imperatore Haile Selassie I torna al potere fino al 1974. Dopo la seconda guerra mondiale l'Imperatore etiope si adopera affinché la ex-colonia italiana dell'Eritrea venga affidata dalle Nazioni Unite in amministrazione all'Etiopia. Così negli anni '50 del XX secolo l'Eritrea entra a far parte direttamente dell'Impero d'Etiopia. Nel 1974 una giunta militare, il Derg, depone l'Imperatore Haile Selassie I (in carica dal 1930, salvo la parentesi dell'occupazione italiana) e crea un regime socialista, con a capo, dopo una graduale e spietata eliminazione dei concorrenti, Mengistu Haile Mariam. Nel biennio 1984-1985 il paese viene colpito da una carestia di vastissime proporzioni che porta alla morte di 8 milioni di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte, siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime viene in ultimo deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1994 viene eletta un'Assemblea Costituente e le prime elezioni multipartitiche si tengono nel 1995. La guerra di secessione prima, e di dispute confinarie poi, combattuta contro l'Eritrea negli anni '90 del XX secolo ha rafforzato la coalizione al potere, ma ha fortemente indebolito l'economia del paese.
Geografia
Con 1.133.380 km², l'Etiopia è il 27º stato per grandezza (dopo la Colombia). Per grandezza è comparabile alla Bolivia. La secessione dell'Eritrea, nel 1993, ha privato il paese dello sbocco sul Mar Rosso.
La maggior parte dell'Etiopia è localizzata nel Corno d'Africa, che è la parte più orientale del continente africano. All'interno dell'Etiopia si trova un vasto complesso di montagne e scoscesi altopiani divisi dalla Rift Valley, che attraversa il paese da sud-ovest a nord-est ed è circondata da bassopiani, steppe e zone semi-desertiche. La grande diversità del territorio determina una grande varietà di climi, terreni, vegetazione naturale e di aree abitate.
Ambiente
Le fasce altimetriche dell'altopiano Etiopico sono quattro: zona inferiore (acacie, euforbie, palme, tamarindi e, bambù); zona intermedia (alberi e arbusti sempreverdi, aloe e, ginepri) zona superiore (prati e i pascoli sfruttati dalla pastorizia) e aree cacuminali (vegetazione di tipo alpino). Esistono differenze floristiche rilevanti, legate ai diversi regimi delle precipitazioni, tra la parte settentrionale e quella meridionale dell'altopiano, come anche tra il versante del bacino del Nilo e quello della scarpata del Mar Rosso. La fauna selvatica presenta numerose specie, soprattutto di animali di grossa taglia, come leoni, leopardi, elefante, ippopotami, rinoceronti e antilopi. Sono molto comuni anche la iena, lo sciacallo, la lince e numerose varietà di scimmie e di uccelli, tra cui l'airone, il pappagallo, l'aquila, il falco e l'avvoltoio. La deforestazione per ottenere legname da combustione e lo sfruttamento intensivo dei pascoli per l'allevamento sono tra i maggiori problemi ambientali che il Paese deve affrontare in questi anni.
Alcuni fiumi sfociano direttamente nell'Oceano Indiano. Le valli principali, sono dirette prevalentemente verso Ovest e Nord Ovest nelle alte terre nordoccidentali, verso Sud Est in quelle meridionali; a Nord (alto Tacazzè) o addirittura a Sud (Nilo Azzurro). I maggiori corsi d'acqua sono però in genere navigabili solo per brevi tratti, date le forti variazioni di portata; I principali fiumi che solcano la sezione settentrionale dell'altopiano sono: il Barka, che attraversa l'Eritrea e si perde nelle sabbie prima di arrivare al Mar Rosso; il Tacazzè, che scorre in un canyon grandioso, scende verso la depressione nilotica e confluisce, uno dei maggiori tributari del Nilo e soprattutto il Nilo Azzurro, emissario del lago T'ana, che piega verso O e raggiunge, in territorio sudanese, il Nilo Bianco. Solcano invece gli altopiani meridionali l'Omo e, il Giuba (Insieme di Genale, Dawa e Weyb). Il lago maggiore dell'Etiopia è il T'ana nel cuore dell'acrocoro, e seguono L’Abaya e il Tana.
La temperatura media di Addis Abeba è di circa 15 °C in dicembre e di circa 18 °C in maggio. Luglio e agosto, i mesi delle grandi piogge, hanno temperature medie intorno ai 15-16 gradi (minime intorno agli 11). Le minime più basse (5-6 °C) si hanno in novembre e dicembre. La piovosità annua media è di circa 1200 mm. (minima da novembre a gennaio, massima da giugno a settembre). Gli estremi registrati: minima -7 °C massima 40 °C. Possiamo definire il clima subequatoriale d'altura nell'acrocoro, visto che il paese è situato vicino alle montagne, e caldo umido al centro e vicino all'Eritrea, visto che soffiano i monsoni. Il clima umido, permette la coltivazione di caffè tabacco e cereali.
Nel 2012 l'Etiopia aveva una popolazione di 91.195.675 abitanti, con una densità media di 68 unità per km²; la speranza di vita è di 49 anni, una delle più basse del mondo. Elevatissima la percentuale di popolazione rurale: l'84% (2005); poiché gran parte degli abitanti vive di agricoltura di sussistenza, gli insediamenti più popolati si trovano nella regione centrale, dove il terreno si presta maggiormente alle coltivazioni.
In Etiopia, come nella confinante Eritrea, vigono le particolari regole dell'Onomastica abissina, per le quali il nome di ogni persona è costituito da quello proprio seguito da quello paterno (non esistono perciò i cognomi).
Aspetto sociale
L'area di Addis Abeba è quella più popolata, e comunque la popolazione urbana è solo un sesto del totale. Le meno popolate sono le zone più periferiche al confine con la Somalia e il Sudan date le sue caratteristiche desertiche. La capitale è di fatto il fulcro di tutta l'organizzazione territoriale etiopica e ha acquistato le dimensioni di una grande città che da sola ospita oltre un terzo dell'intera popolazione urbana del Paese, di cui è il massimo centro culturale, politico ed economico. Una città importante e vivace è Harar, in una zona di ricca agricoltura commerciale (caffè specialmente) e valorizzata dalla vicinanza alla ferrovia per Gibuti, notevole centro commerciale, sede di industrie. Tra aree a diverso grado di densità esistono dei limiti precisi: si tratta infatti di limiti ecologici legati alle diverse altitudini e alle condizioni generali, più o meno favorevoli all'agricoltura e alle attività sedentarie in genere. Elemento comune del Paese, nonostante la diversità etnica, la varietà ambientale, climatica e le condizioni economiche regionali, è la scarsità dell'insediamento sparso a favore del villaggio, che garantisce una minima sicurezza collettiva. Il mercato è un aspetto fondamentale della vita e dell'assetto territoriale del Paese: è l'unico centro di coagulazione degli interessi elementari in spazi spesso molto estesi. Poiché gran parte degli abitanti vive di agricoltura di sussistenza, gli insediamenti più popolati si trovano nella regione centrale, dove il terreno si presta maggiormente alle coltivazioni.
Etnie
Vita quotidiana nel sud dell'Etiopia
La composizione etnica è assai diversificata, a causa della mescolanza razziale e linguistica che ebbe inizio sin dai tempi antichi; i principali gruppi sono:
gli Amhara (o Amara o Abissini, 38%), presenti sull'altopiano a nord di Addis Abeba;
i Oromo o Galla (35%), nella zona centro-meridionale, prevalentemente dediti alla pastorizia e all'agricoltura;
i Somali (2% circa), a oriente, nella regione dell'Ogaden;
i Sidama (2% circa), che risiedono principalmente nelle regioni sudoccidentali;
i Danachili (Dancali, o Afar), stanziati nelle pianure semidesertiche della zona nordorientale del paese.
Tra i gruppi non autoctoni si segnalano yemeniti, indiani, armeni, greci, italiani e, singolarmente, una piccola comunità di rastafariani provenienti dalla Giamaica[9].
Secondo altre fonti i maggiori gruppi etnici sono nell'ordine:
Oromo o Galla (40%), al centro-sud;
Amhara (32%), al centro-nord;
Sidama (9%), a sud-ovest;
Tigrini e Tigrè (7%), a nord;
Shankella (6%), nilotici (Nuer e altri) a ovest;
Somali (6%), a est;
Afar (4%), a nord-est;
Gurage (2%), a sud-ovest;
altri (1%).
Nel paese è ancora presente una piccola comunità di italiani rimasti in Etiopia anche dopo il 1941.
Lingue
Le lingue autoctone più parlate sono: Amharico, Oromigna, Tigrigna, Guragigna, Somalo, Arabo, altre lingue locali. Fra le lingue europee le più conosciute sono l'inglese (diffuso tra i giovani) e l'italiano (soprattutto nel nord e nella capitale, molto meno al sud).
Città principali
Strada affollata nella Valle dell'Omo, Etiopia meridionale
Addis Abeba (3.384.588 abitanti), a 2360 m s.l.m., la capitale dell'Etiopia e capitale della regione omonima, circondata dalle regione Oromo, quasi al confine con la regione Amhara, abitate dalle due principali etnie dell'Etiopia.
Dire Daua (398.000 abitanti) è la capitale della regione omonima e si trova a 1095 m s.l.m., al confine fra la regione Oromo e la regione Somali. Importante centro sulla Ferrovia Addis Abeba-Gibuti, la città si è sviluppata come polo commerciale, agricolo (caffè) e del bestiame ed è inoltre sede di industrie tessili, alimentari e del cemento.
Gondar (195.000 abitanti), posizionata poco a nord del lago Tana a 2160 m s.l.m., nella regione Amhara, antica capitale del regno etiope.
Macallé o Mekele (169.000 abitanti) è situata tra gli altopiani del Ghevà e del Gabàt a 2062 m s.l.m. ed è la capitale dello Stato del Tigrè e prima città dell'Etiopia settentrionale. Importante mercato agricolo (cereali e cotone) con varie industrie alimentari, la città è il capolinea della carovana del sale, che trasporta il minerale a dorso dei cammelli dal deserto della Dancalia.
Grazie alla sua eccellente postazione strategica la città fu scelta nel 1881 come capitale del Paese dall'imperatore. Occupata dagli italiani nel 1895 a seguito della campagna etiope fu ripresa dall'esercito abissino l'anno dopo. Macallè fu uno dei primi obiettivi riconquistati nel 1935 dalle truppe italiane che portarono a termine l'occupazione dell'Etiopia.
Bahir Dar (167.000 abitanti), sul lago Tana a 1700 m s.l.m., capitale della regione Amhara.
Gimma (159.000 abitanti), nella regione Oromo, è la maggiore città dell'Etiopia sud-occidentale.
Harar o Harer (132.000 abitanti) è la capitale della regione omonima e si trova a 1856 m s.l.m. sul versante nord-orientale del Gebel Mullata, al confine fra la regione Oromo e la regione Somali. La città, caratterizzata da un clima molto secco e caldo, è collegata per rotabile a Gibuti, Addis Abeba e Dire Daua. Importante ed attivo mercato agricolo ospita anche industrie alimentari e dell'artigianato (tessitura ed intreccio dei cesti).
Harar fu fondata dagli Arabi, provenienti dallo Yemen, nel VII secolo e nel 1520 divenne capitale dell'emirato musulmano di Adal. Invasa dagli egiziani nel 1875. Il 26 gennaio 1887 fu riconquistata dalle truppe imperiali e passò a far parte dell'Impero Etiopico. Nel 1989 fu riconosciuta dall'Unesco come patrimonio culturale dell'umanità e considerata quarta città santa islamica del mondo grazie alle sue numerose moschee.
Jijiga (98.000 abitanti), a 1609 m s.l.m., capitale dell'Ogaden, il territorio abitato dai somali nell'Etiopia sud-orientale.
Economia
L'economia versa in condizioni gravissime; le guerre civili e le frequenti siccità hanno reso l'Etiopia uno dei paesi più poveri del mondo (nella graduatoria ISU si trova nella 155ª posizione) (2008). Circa il 40% della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno.
L'agricoltura è praticata con metodi tradizionali; sugli altopiani si coltivano il caffè per l'esportazione, ortaggi, legumi e frumento; nelle zone più umide si coltivano cotone e tabacco. L'allevamento del bestiame è abbastanza sviluppato, ma le risorse forestali sono scarse, e nel sottosuolo si trovano giacimenti di platino e oro. L'industria è limitata alla produzione del cemento, tessile e alimentare. In Etiopia ci sono pochi giacimenti di petrolio che costituiscono la base principale dell'economia del paese.
L'Etiopia esporta caffè, di cui esistono alcune buone varietà, e pelli grezze. A parte questi prodotti tradizionali, l'Etiopia non esporta alcun bene, a causa del suo gravissimo stato di povertà. Risulta però che discrete quantità di una sostanza leggermente psicotropa (di natura anfetaminica), le foglie di Kat ottenute da una pianta che cresce spontanea in Etiopia, siano esportate al di là del Mar Rosso, nella Penisola araba, dove vi è un notevole consumo.
Turismo
Il turismo in Etiopia non è sviluppato, anche a causa delle infrastrutture poco adeguate. Tuttavia il governo dell'Etiopia considera il turismo, per il futuro, come una delle fonti di entrate potenzialmente più importanti per il Paese. Il tentativo è di puntare su turisti a reddito medio-alto, che siano attratti dalla cultura locale, e dalle bellezze naturali. Nel 1998 hanno visitato l'Etiopia circa 250.000 persone; tuttavia questo dato è parziale, la maggior parte di questi visitatori si reca in Etiopia di passaggio, o per affari.
Parco Nazionale di Abijatta-Shalla, è un parco nazionale dell'Etiopia istituito nel 1963.
Situato nella regione di Oromia a 200 chilometri a sud della capitale e a est della strada che collega le città di Zuai e Sciasciamanna.
Creato nel 1963, si estende su 887 km² nella valle del rift. I due laghi di Abiata e di Sciala ne sono la principale attrazione. Essi dono divisi da una striscia di terra di tre chilometri. Il parco si trova a una altitudine tra 1540 e 2075 metri, il rilievo più elevato è il monte Fichè che tra i due laghi si erge in altezza sino a 2171 m.s.l..
Oltre ai laghi, le principali attrazioni del parco sono le numerose sorgenti calde e i numerosi uccelli acquatici che popolano le rive dei laghi, tra qui i fenicotteri rosa e i pellicani bianchi.
Sebbene il parco alle origini fosse pensato per proteggere gli animali selvaggi, attualmente questa popolazione è molto diminuita. Durante il governo Derg, poco sensibile ai problemi ambientali, parecchie popolazioni nomadi si sono insediate nella zona con molte greggi, attualmente non meno di 15000 capi di bestiame popolano la regione
Parco Nazionale di Awash, limitato a sud dal fiume Awash.
Awash National Park è la riserva naturale più antica e sviluppata in Etiopia. Caratterizzata da 1.800 metri Fantalle Vulcano, ampie calde sorgenti minerali e straordinarie formazioni vulcaniche, questo tesoro naturale è delimitata a sud dal fiume Awash e si trova 225 chilometri a est della capitale, Addis Abeba. La fauna è costituita principalmente da animali tipici delle pianure dell'Africa orientale. Oryx, volpe dalle orecchie pipistrello, caracal, Aardvark, colobi, Anubis e babbuini Hamadryas, saltarupi, leopardo, bushbuck, ippopotami, gazzelle Soemmering's, ghepardi, leoni, kudu e 450 specie di uccelli che vivono tutti all'interno del parco di 720 chilometri quadrati .
Parco Nazionale delle Montagne di Bale, è un parco nazionale della regione di Oromia, in Etiopia sudorientale. Creato nel 1970, questo parco ricopre circa 2200 chilometri quadrati delle montagne di Bale, ad ovest ed a sudovest di Goba, nella zona di Bale. All'interno dei suoi confini vi sono alcune delle vette più alte dell'Etiopia, tra cui il monte Batu.
Le montagne di Bale comprendono tre distinte ecoregioni: le pianure, le macchie e i boschi settentrionali; l'altopiano di Sanetti, nella regione centrale, con un'altitudine media di oltre 4000 metri; e la foresta di Harenna, a sud, nota per i suoi mammiferi, anfibi ed uccelli, tra cui molte specie endemiche.
L'altopiano di Sanetti, nelle zone centrali, è dimora della popolazione più numerosa del raro e minacciato lupo etiope (Canis simensis).
Parco Nazionale di Gambela.
L'area del fiume Baro, accessibile via terra o aria attraverso la città occidentale etiope di Gambela, rimane un luogo di avventura e di sfida. Viaggio attraverso le sterminate pianure ondulate di alta erba sudanese, i visitatori possono godere di un senso di realizzazione e da soli trovare la loro strada. Questa è vera zona tropicale Etiope e qui si trovano tutti gli elementi del safari africano, impreziosita da un sapore nettamente etiope. Pesci del Nilo con peso di 100 chili possono essere catturati nelle acque del Baro, strappati dalle fauci di enormi coccodrilli che crescono lungo la riva del fiume. La Kob dalle orecchie bianche vive lungo il Baro, insieme ad altri residenti che includono il lichi del Nilo, bufali, giraffe, Tiang, waterbuck, antilope Roan, zebra, bushbuck, Reedbuck abissino, facoceri, antilopi, leoni, elefanti e ippopotami.
Parco Nazionale di Mago, è un parco nazionale dell'Etiopia, istituito nel 1971.
È situato nelle immediate vicinanze del Parco nazionale dell’Omo, a est del fiume Omo, e occupa una superficie di 2.160 km². Il suo territorio è composto prevalentemente da savana e da zona semidesertica nella parte più meridionale. All'interno del parco si trovano degli insediamenti della tribù di allevatori seminomadi dei Mursi.
Le temperature variano da 14 a 41 gradi, le piogge sono quasi assenti.
Parco Nazionale di Nechisar, bagnato dai laghi di Abaya e Chamo;
(detto anche Nech Sar) è uno dei parchi nazionali d'Etiopia, istituito nel 1966. È situato nel sud della nazione, nella Regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud, immediatamente a est di Arba Minch.
La vegetazione è prevalentemente formata da savana; ci sono foreste lungo i corsi d'acqua, sulle rive dei laghi e alle quote più elevate. La foresta è tipicamente dominata da esempalri di Ficus sycomorus, alti fino a 30 m.
Tra i mammiferi erbivori presenti nel parco, sono da segnalare in particolare zebre di Burchell (Equus quagga burchellii), gazzelle di Grant (Gazella granti), antilopi di Swayne (Alcelaphus buselaphus swaynei), queste ultime endemiche dell'Etiopia. Tra i mammiferi carnivori, è presente anche il leone (Panthera leo). Il licaone (Lycaon pictus) si sarebbe estinto in tempi recenti nel territorio del parco.
Sono state censite oltre 200 specie di uccelli
Parco Nazionale di Omo, uno dei più estesi, nella valle del fiume Omo; confina con il Parco Nazionale di Mago.
A sud-ovest si trova Omo National Park, il più grande del Paese, con una superficie di 4.068 chilometri quadrati. Si tratta di una vasta distesa di deserto vero, adiacente al fiume Omo, che scorre verso sud nel lago Turkana ed è uno dei più ricchi e meno visitati santuari della fauna selvatica in Africa orientale. Eland, orici, zebre di Burchell, Hartebeest Lelwel, bufali, giraffe, elefanti, waterbuck, kudu, leoni, leopardi e ghepardi vagano all'interno dei confini del parco.
A sud-ovest si trova Omo National Park, il più grande del Paese, con una superficie di 4.068 chilometri quadrati. Si tratta di una vasta distesa di deserto vero, adiacente al fiume Omo, che scorre verso sud nel lago Turkana ed è uno dei più ricchi e meno visitati santuari della fauna selvatica in Africa orientale. Eland, orici, zebre di Burchell, Hartebeest Lelwel, bufali, giraffe, elefanti, waterbuck, kudu, leoni, leopardi e ghepardi vagano all'interno dei confini del parco.
Il fiume passa variegati paesaggi, tra cui una foresta a galleria di tamarindi e fichi, con colobi. Sotto il baldacchino, lungo le rive del fiume si può vedere molti uccelli coloratissimi. Aironi Golia, Martin pescatori dal petto blu, turachi dalle guance bianche, colombe legno smeraldo macchiato e red-fronted gruccioni sono tutte le principali attrazioni, mentre varani si intravedono solo nel sottobosco. Al di là della foresta, pascolano ippopotami sui pendii della savana contro le pareti di montagna, e waterbuck, bushbuck e buceri della terra abissina solo a volte possono essere visti. Abbondante fauna selvatica, torrenti e innumerevoli cascate, canyon e le sorgenti termali, tutti concorrono a rendere la Omo una delle avventure sul fiume più classici del mondo.
Ad est del fiume Omo e proseguendo l’allungamento a sud verso il bacino del Chew Bahir si trova il Mago National Park, ricco di fauna selvatica e con pochi abitanti umani. La vegetazione è prevalentemente savana con pascoli a macchia, che si estende su un'area di 2160 chilometri quadrati. totale 81 specie di mammiferi, tra cui antilopi, giraffe, antilopi roan, elefante, leone, leopardo e forse anche un raro rinoceronte nero.
Parco Nazionale del Simien, che include la vetta più alta d'Etiopia, Ras Dejen (4620 m), e ospita numerose specie endemiche.
Si trova nella provincia di Semien Gondar, nella regione degli Amhara; ha un territorio prevalentemente montuoso che comprende i monti Semien, tra cui il Ras Dascian, la più alta vetta d'Etiopia e la quarta dell'Africa.
Il parco ospita un gran numero di specie animali e vegetali, molte delle quali endemiche e in pericolo; si possono citare fra le altre il lupo d'Abissinia, il babbuino Gelada e lo stambecco del Semièn.
Nel 1978 il parco nazionale Semièn è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. A causa di un drastico calo nella popolazione delle specie native della regione, nel 1996 è stato inserito nella lista dei Patrimoni mondiali in pericolo.
Parco Nazionale di Yangudi Rassa, nella regione di Afar.
A questi si devono aggiungere altri tipi di aree protette a livello nazionale: santuari naturali, foreste, riserve, aree di caccia controllata, ecc.
Sport
Gli atleti etiopi si distinguono nelle discipline atletiche del fondo e mezzofondo, con una tradizione che risale agli anni sessanta del secolo scorso con il maratoneta Abebe Bikila, vincitore delle maratone olimpiche di Roma 1960 e Tokyo 1964. Altri plurivincitori di medaglie olimpiche sono stati Myrus Yfter, Haile Gebrselassie, Kenenisa Bekele. Fra le donne da segnalare Derartu Tulu e le sorelle Dibaba (in particolare Tirunesh). È importante segnalare che, ad oggi, l'unica mezzofondista etiope che sia stata squalificata per doping è stata la maratoneta Shitaye Gemechu nel 2009
da Wikipedia
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Addis Abeba
Addis Abeba (nome ufficiale dell'Ethiopian Mapping Institute; inglese: Addis Ababa; amarico: አዲስ አበባ, Āddīs Ābabā e significa nuovo fiore; Oromo: Finfinne) è la capitale dell'Etiopia e dell'Unione Africana con 2.739.551 abitanti al censimento 2007. Nella città convivono 80 nazionalità e lingue diverse, con comunità religiose cristiane, musulmane ed ebraiche.
La città giace ai piedi del Monte Entoto, ed ha la caratteristica di una grande escursione altimetrica passando dai 2.326 metri della periferia meridionale nella zona dell'aeroporto di Addis Abeba-Bole agli oltre 3.000 della zona settentrionale.
Storia
Fondatore di Addis Abeba è considerato il missionario italiano - e poi cardinale - Guglielmo Massaia, iniziatore della missione di Finfinnì sul luogo dove l'imperatore Menelik II volle poi la sua capitale. Menelik, come re dello Scioa, aveva riconosciuto nel monte Entoto una base militare utile per operazioni verso la parte meridionale del suo regno e, nel 1879, aveva visitato le rovine di una città medioevale e di una chiesa rupestre incompiuta che era testimonianza di attività precedenti alle campagne di Ahmad Gragn. L'interesse dell'imperatore crebbe quando sua moglie Taitù cominciò dei lavori di restauro su una chiesa sul monte Entoto e Menelik decretò la costruzione di un'altra chiesa nella zona. Comunque l'area non incoraggiava la fondazione di una città per la scarsità di legna ed acqua, per cui uno stanziamento cominciò nella vallata a sud della montagna nel 1886. Inizialmente Taitù costruì una casa vicino alle sorgenti minerali di Filwoha, conosciute dalla popolazione locale oromo come Finfinne, dove i membri della corte reale passavano delle vacanze termali. Altri nobili e personale di servizio si stabilirono nelle vicinanze e Menelik ampliò la casa della moglie per farne il Palazzo Imperiale che rimane a tutt'oggi la sede del governo nella città.
Addis Abeba divenne la capitale dell'Etiopia quando Menelik II divenne imperatore d'Etiopia nel 1889.
A causa della penuria di legna da ardere, cui dovette fare fronte la popolazione di Addis Abeba poiché in rapida espansione, Menelik II decise di trasferire la capitale in una nuova città che avrebbe fondato, e nel 1896 inizio a costruire Addis Alem a circa 40 km. a ovest di Addis Abeba. Nel 1903, iniziarono i lavori di costruzione della prima strada pavimentata d'Etiopia tra Addis Abeba e la nuova capitale, e fino a quell'anno, su consiglio di uno straniero (pare francese), introdusse l'eucalipto, una pianta a crescita rapida, fino quell'anno, quando Menelik II abbandonò l'idea di trasferimento, mantenendo al suo posto l'antica capitale. I numerosi alberi di eucalipto voluti da Menelik, lungo le principali strade della città, sono ancora oggi ben visibili.
Governatorato di Addis Abeba
Inaugurazione del Cinema "Italia" ad Addis Abeba in piazza del Littorio
Monumento a Menelik II in Addis Abeba (1937).
Il 5 maggio 1936 la città venne occupata dalle truppe italiane nell'ambito della guerra d'Etiopia e divenne la capitale dell'Africa Orientale Italiana. Addis Abeba entrò a fare parte del Governatorato di Addis Abeba il 1º giugno 1936, poi l'11 novembre 1938 con la creazione del Governo dello Scioà entrò a fare parte di quest'ultimo. Primi federali fascisti della città furono: dal 1936, Guido Cortese; dal 1937, Marcello Bofondi: a quest'ultimo la città di Reggio Emilia inviò in dono una copia del primo tricolore.
Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale migliaia di coloni italiani si trasferirono in Etiopia, e nel 1941 ben 40.000 italiani vivevano ad Addis Abeba.
In questo periodo furono predisposti alcuni importanti progetti e un nuovo piano regolatore, per migliorare la città e costruire nuovi quartieri. I criteri che furono alla base del progetto si ispiravano al principio di creare per la colonia dell'Africa Orientale Italiana una nuova capitale che coniugasse la funzionalità e la monumentalità. Questi confluirono tutti nel piano regolatore di Addis Abeba del 1938 che fu attuato solo in parte (soprattutto per quel che riguarda la viabilità e la costruzione di alcuni edifici secondari). La sconfitta, nel 1941, impedì momentaneamente ogni ulteriore sviluppo del progetto che fu in alcune parti ripreso dall'imperatore Hailè Selassiè nel dopoguerra.
L'indipendenza
Haile Selassie venne aiutato dall'Organizzazione dell'Unità Africana nel 1963 e invitò la nuova organizzazione a mantenere il suo quartier generale nella città. La OUA venne dissolta nel 2002 e sostituita dall'Unione Africana, sempre con sede ad Addis Abeba. La Commissione Economica delle Nazioni Unite per l'Africa ha anch'essa sede in città.
Recentemente molti nuovi edifici, oltre a un nuovo terminal aeroportuale, sono stati costruiti nella zona di Bole.
Una replica dell'ominide Lucy è conservata al Museo Nazionale di Addis Abeba.
Addis Abeba è anche il titolo di due canzoni: una degli italiani Disciplinatha e una dei giamaicani Culture.
Addis Abeba è considerata città "sacra" per i rastafariani in quanto qui ras Tafari, il messia secondo la religione fondata da Marcus Garvey, salì al trono d'Etiopia nel 1930 con il nome di Haile Selassie I.
Monumento al Leone di Giuda
da Wikipedia
foto web.