i bimbi crescono..aiutiamoli

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  1. Lussy60
     
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    Uno schiaffo serve?
    Londra ne discute (di nuovo)

    Il ministro della Giustizia britannico riapre il dibattito sulle punizioni corporali in famiglia. Che in Italia non sono vietate. Che cosa ne pensate?
    di Francesca Bussi

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    «Quando i bambini si comportano male, bisogna punirli. I miei genitori lo facevano con me. Non sono contro gli schiaffi, in certe occasioni vanno dati. A volte mandano un messaggio. Ma non desidero che si ritorni ai giorni in cui i bambini venivano picchiati con forza a scuola». Non è stata una buona domenica, quella di Chris Grayling, ministro della Giustizia britannico, due figli di 20 e 14 anni.


    Le sue dichiarazioni al Mail on Sunday hanno fatto scalpore, riaprendo il dibattito sulle punizioni corporali in famiglia e sulle leggi che le disciplinano. In Gran Bretagna, ai genitori non è esplicitamente vietato di schiaffeggiare i propri figli. Ma, con il Children’s Act del 2004, valido in Inghilterra e Galles, non possono più usare la difesa del «giusto castigo» nel caso producano sui bambini lividi, gonfiori, tagli, graffi o escoriazioni. Le loro punizioni non devono produrre più di un lieve arrossamento della pelle. Leggi simili esistono in Scozia e in Irlanda del Nord.

    Ma che cosa si intende per «punizioni corporali» nei confronti dei bambini? Il Comitato Onu sui diritti dell'infanzia le definisce «qualsiasi punizione per la quale viene utilizzata la forza fisica, allo scopo di infliggere un certo livello di dolore o di afflizione, non importa quanto lieve». Nel 2007 oltre un terzo degli Stati membri del Consiglio d’Europa le ha messe fuori legge, anche in famiglia. A oggi, nell’Unione Europea, sono vietate in Svezia, Finlandia, Norvegia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria, Germania, Romania, Ungheria, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna.

    E in Italia? Il codice penale punisce i «maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli» (art. 572 codice penale), o l'abuso di mezzi di correzione (art. 571 codice penale), vieta le punizioni corporali in ambito scolastico ma non espressamente in quello familiare, nonostante alcune sentenze della Cassazione in proposito. Secondo Save the Children, che nel 2012 ha lanciato la campagna “A mani ferme - Per dire no alle punizioni fisiche nei confronti dei bambini", più di un quarto dei genitori italiani di bambini dai 3 ai 16 anni ricorre allo schiaffo, eccezionalmente (49%), qualche volta al mese (22%) o quasi tutti i giorni (5%).

    In generale, i tre quarti delle mamme e dei papà sono convinti che lo schiaffo di per sé sia un gesto prevalentemente violento e non un metodo da utilizzare sistematicamente nell’educazione dei figli. Quando vi ricorrono è in situazioni eccezionali: tra le motivazioni principali, per quasi il 45% ci sono «l’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento», mentre per il 38% si tratta di «voler segnalare in modo inequivocabile che si è superato un limite estremo».

    E voi, che cosa ne pensate? Uno schiaffo ogni tanto «manda un messaggio» o le punizioni corporali in famiglia andrebbero abolite anche in Italia?
    (04/02/2013 10:23)

    fonte:vanityfair.it

     
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