IL GIORNALE DELL'ISOLA FELICE ... ANNO 2° ... NUMERO 147 ...

giovedi', 15 settembre 2011

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  1. gheagabry
     
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    .........Claudio non ha potuto postare il giornale, come ogni mattina..

    BUONA GIORNATA!!!!!
    -gabry-



    BUONGIORNO GIORNO... 15 SETTEMBRE 2011


    Edizione Giornale Anno 2° Numero 147


    RIFLESSIONI


    Jussif, il narratore di odori a colore

    Jussif Muhammad Arrab si svegliò di colpo e si ritrovò seduto sul pavimento fresco della sua nuova casa.
    Era fine estate e lui dormiva per terra su di una stuoia, come faceva quando ancora abitava in Marocco, sulla terrazza della casa dei nonni, sotto al cielo asciutto della notte.
    Aveva sognato l'asino nano di Ibraim. Ibraim era stato il suo vicino di casa ed il suo asino era stato un buon compagno nei pomeriggi lunghi d'estate. Si lasciava cavalcare, gli veniva addosso e lo spingeva con il muso umido ed a volte sembrava ridere di lui con i denti in mostra tra le grosse labbra. Era un asino molto piccolo e biondo.
    Jussif lo salutava quando, all'alba Ibraim lo portava via con le borse di paglia larghe sui fianchi, per usarlo nel trasporto della menta, ed era felice al suo ritorno. Profumava di menta, di fieno e di caldo umido. Così Jussif si svegliò un po' triste e pensando all'asino si preparò per uscire. Era il suo terzo giorno di scuola e già conosceva la strada da percorrere svelto al mattino. In questa città a quest'ora, la strada odorava di pane, ma solo sull'angolo vicino alla scuola, e per il resto di umido. Diverso dall'odore di frittura e di menta a cui era abituato.
    E i compagni odoravano di detersivo e dentifricio, non di olive e montone. La classe odorava di ...niente, e non di stuoie e di legno come quella di prima.
    Le cose nuove da imparare, oltre agli odori, dovevano essere una quantità inimmaginabile, questo l'aveva capito subito al suo arrivo Jussif, ma non lo preoccupavano. Lui, pensava, poteva mettere insieme gli odori di lì e di qui e ricordarli tutti, dunque avrebbe potuto mettere insieme suoni, parole e qualsiasi altra cosa.
    A scuola arrivarono i compagni e le compagne. Arrivò anche la maestra ed iniziò la lezione. Raccontava di un popolo antico che combatteva con lance e scudi ed aveva occupato anche l'Africa: i Romani.
    Jussif vedeva squadroni compatti di uomini armati, con tuniche ed elmi, sulle illustrazioni del suo libro. Camminavano nella spianata al di là delle mura della città... e poi si accorse che dall'altra parte delle mura c'era la sua città, c'erano arabi scalzi e con i turbanti e piccoli cavalli scalpitavano dietro le mura.
    Iniziò a disegnare, mentre la maestra raccontava. Alla fine della lezione ebbe un gran successo tra i compagni con il suo disegno. Solo lui gli aveva mostrato cosa c'era dietro il muro della città. Ebbe più successo di quanto avesse con la trottola da lancio e certamente assai più che a parlare con loro e più di anche di quando giocavano a pallone, cosa in cui se la cavava benino.Ed imparò anche che con il disegno attirava l'attenzione degli altri, meglio che con le parole!.....
    Scendevano insieme, Jussif e gli amici, facendo dondolare secchi e pentole, li lasciavano a Kamal, e nell'attesa andavano al mercato ebreo profumato di mandarini a fare un giro. Magari comperavano un cartoccio di ceci arrostiti o un chewing gum, se qualcuno di loro aveva un mezzo dirham. Ciondolavano sul muretto, aspettando, e guardavano le bambine che a quell'ora del pomeriggio passavano con le lunghe assi sulla testa su cui portavano il pane al forno per farlo cuocere. Poi era quasi notte quando risalivano verso le loro case con le pentole ed i secchi aggiustati e lucidati. Così quando tornò a scuola ed ognuno doveva scrivere un tema dal titolo "casa mia", Jussif mise solo una parola "Marocco" e poi iniziò a disegnare ...odori.
    Odore di asino di Ibraim, e il suo calore ...e vene fuori dalla sua matita il muso dell'animale, la coda corta, i fianchi larghi. Odore del mercato di spezie e disegnò cesti ripieni di spezie colorate, di ceci arrostiti, nocciole, semi di ogni tipo. Odore di colazione del mattino e disegnò il friggitore di ciambelle con il suo grosso bidone di olio bollente, il gesto veloce con cui faceva filare la pasta morbida delle ciambelle, il bastone con cui le infilava. Odore di quando si esce da scuola e si pestano la menta e le erbe rimaste a terra dopo il mercato, e disegnò gli uomini seduti davanti ai caffè , le donne davanti ai tavolini bassi di casa, con i loro bicchieri di tè fumante e profumato. Ed odore di terra battuta, cioè odore di giochi in piazza, e disegnò la trottola con il lungo filo ed i bimbi più piccoli seduti per terra o saltellanti su un piede.
    Odore di mandarino e Jussif disegnò il mercato ed i suoi amici con i secchi e le teiere ed il vecchio Kamal nella sua bottega, come un armadio nero aperto sulla strada. Odore di pelle e di mordente, e disegnò i pozzi colorati dove uomini scalzi, con i pantaloni arrotolati, si immergevano per tingere le pelli e ne uscivano ognuno di un colore diverso: un uomo giallo sino alla vita, uno rosso sulle braccia e le gambe, uno nero.
    Jussif non finì il tema quel giorno, e nemmeno il giorno dopo. I suoi compagni e la maestra guardavano i suoi disegni e chiedevano mille cose, guardavano i suoi disegni e gli dicevano le parole italiane per descrivere le cose. Gli raccontavano le loro storie di giochi, di colori, di odori, di vita quotidiana o di fantasia.
    Jussif continuò a disegnare per giorni. Alla fine aveva esaurito gli odori, consumati i pastelli e fatto molti amici ed imparato a conoscere la sua nuova terra attraverso i suoi amici.
    Jussif da grande girò il mondo e diventò un narratore di storie d'odore a colori.
    (arab.it )




    ATTUALITA’


    Addio a Walter Bonatti, alpinista e scrittore
    Il grande alpinista, giornalista e scrittore Walter Bonatti, leggenda dell'alpinismo italiano, è morto improvvisamente, ieri sera, a Roma, per una malattia. Lo riferisce in una nota l'editore Baldini Castoldi Dalai. La salma sarà trasportata a Lecco dove sabato e domenica verrà allestita la camera ardente.
    La notizia della morte di Bonatti è stata anticipata dal sito lastampa.it. Nato a Bergamo il 22 giugno 1930, Walter Bonatti è stato uno dei più grandi alpinisti a livello nazionale e internazionale, firmando alcune delle più audaci e complesse ascensioni tra gli anni '50 e '60. Inoltre è stato un apprezzato esploratore e autore di reportage sulle sue imprese in tutto il mondo. Iniziò a scalare sulle Prealpi lombarde subito dopo la guerra per poi cimentarsi sulle Dolomiti e sul Monte bianco. Nel 1951 compì la prima grande impresa: la prima scalata della parete est del Grand Capucin sul Monte Bianco. Seguirono altre ascensioni di assoluto valore nella stessa zona. Nel 1954 fece parte della spedizione italiana che conquistò il K2: per anni fu al centro di polemiche per il ruolo ricoperto durante la scalata, nella quale fu costretto a bivaccare a oltre 8.000 metri di quota e si salvò miracolosamente. Dopo un lungo caso giudiziario, sia i Tribunali sia lo stesso Cai riconobbero la sua versione come l'unica vera. Negli anni seguenti compì altre imprese sul Monte Bianco (pilastro sud-ovest del Petit Dru, la Poire, il Pilone centrale del freney) prima di chiudere la carriera con la prima scalata invernale in solitaria del Cervino nel 1965. Successivamente si dedicò alle attività di esploratore e reporter. Bonatti era stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica Italiana e di Ufficiale della Legion d'onore francese.
    Walter Bonatti era ''cittadino onorario'' del Monte Bianco. Il riconoscimento gli era stato assegnato il 31 luglio del 2010, sulla terrazza di punta Helbronner, a 3.462 metri di quota, dai sindaci di Courmayeur e Chamonix. ''Non pensavo che il Monte Bianco potesse ancora regalarmi delle emozioni cosi' grandi'', disse nell'occasione con la voce rotta dall'emozione. ''E' l'uomo che piu' di tutti ha rappresentato i valori dell'alpinismo e della montagna - avevano commentato i sindaci Fabrizia Derriard e Eric Fournier - oltre ad essere un simbolo della montagna che unisce. E' figlio del Monte Bianco come nessun altro''. Sempre sul Monte Bianco Bonatti aveva ricevuto nel 2009 il Piolet d'Or alla carriera, il piu' prestigioso premio dell'alpinismo internazionale. ''E' un riferimento nell'universo della montagna, un alpinista ma anche un esploratore un reporter, si leggeva nelle motivazioni -, un mito ma soprattutto un uomo la cui storia e il cui stile di vita rappresentano e testimoniano in modo emblematico quei valori che sono alla base della manifestazione''. Bonatti visse a lungo a Courmayeur, dove compi' alcune delle sue piu' grandi imprese. Si stabili' ai piedi del Monte Bianco nel 1957 e vi resto' fino all'inizio degli '60.
    Walter Bonatti nel 2004 ricevette dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Alla cerimonia di premiazione, il 21 dicembre 2004 al Quirinale, l'alpinista scopri' di essere stato premiato insieme ad Achille Compagnoni, il primo a salire sul K2 (con Lino Lacedelli), di cui aveva una pessima opinione dopo le aspre polemiche relative all'ascensione sul colosso pakistano. Con una lettera al Segretario Generale della Presidenza della Repubblica del 25 dicembre 2004, Bonatti restitui' quindi l'onorificenza.
    Erminio Quartiani del Pd ha ricordato nell'Aula della Camera Walter Bonatti, il grande alpinista, giornalista e scrittore, leggenda dell'alpinismo italiano, morto improvvisamente, ieri sera, a Roma, per una malattia. Le parole di Quartiani sono state sottolineate da un applauso unanime dell'Assemblea di Montecitorio.(Ansa)




    Greenpeace, 40 anni di blitz a difesa dell'ambiente
    Greenpeace si prepara a soffiare sulle candeline. L'associazione non governativa ambientalista e pacifista, fondata a Vancouver, compie 40 anni. Era il 15 settembre 1971 quando, in piena guerra fredda, un gruppo di attivisti decise di opporsi ai test nucleari programmati dagli Stati Uniti in Alaska facendo rotta sull'isola di Amchitka a bordo di un vecchio peschereccio, il Phyllis Cormack. La nave venne fermata prima di giungere a destinazione, ma il movimento di opinione creatosi a seguito di questa azione spettacolare portò alla sospensione dei test nucleari. Da quella vittoria è nata Greenpeace, che oggi conta 27 uffici in 41 Paesi, tre milioni e mezzo di sostenitori e circa undici milioni di attivisti online che diffondono le sue campagne attraverso il web e i social media. "Quello che 40 anni fa ha mosso i primi attivisti era la consapevolezza che il mondo avesse bisogno di un movimento ambientalista e pacifista che parlasse direttamente alle persone per ispirarle ad agire", spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. "Dopo quattro decenni rimaniamo fedeli all'idea che la nostra missione è quella di testimoniare e denunciare in maniera indipendente e diretta i crimini ambientali commessi dai governi e dalle multinazionali, per dare voce al Pianeta che non ne ha". (Ansa)




    gossippando

    PIERACCIONI E LAURA, È CRISI: LEI TORNA DAI SUOI GENITORI


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    ROMA – Quest’estate piena di colpi di scena per il gossip sembra non voler finire. Alle molte coppie scoppiate con il solleone, da quelle italiane nate “U&D, alle”star” come Clooney-Canalis e Jennifer Lopez -Marc Anthony, se ne potrebbe aggiungere un’altra. Secondo il settimanale “Chi” tirerebbe aria di tempesta fra Leonardo Pieraccioni e Laura Torrisi, genitori dallo scorso 14 dicembre della piccola Martina : l’ex gieffina-attrice avrebbe fatto i bagagli e salutato il compagno per tornare a casa a Pescara dai genitori. I motivi della rottura rimangono tutt’ora misteriosi, ma secondo la rivista diretta da Signorini, la “lite” è iniziato poco tempo e l’epilogo della vicenda è stato piuttosto inaspettato…



    ... CURIOSANDO E RACCONTANDO …


    Le SEYCHELLES



    Le isole granitiche e coralline delle Seychelles sono situate ad Ovest dell’Oceano Indiano in una zona che si estende tra i 4 e i 10 gradi a sud dell’equatore e dista tra 480km e 1600km dalle coste dell’ Africa orientale.
    Le 115 isole delle Seychelles si dividono in due gruppi distinti. Le isole granitiche, dette isole ‘vicine’ (Inner Islands), sono montagnose e si trovano tutte sulla piattaforma oceanica, relativamente poco profonda, situata a 4° a sud dell’equatore e approssimativamente a 1800 km dalle coste est africane, mentre le isole coralline, chiamate le isole ‘lontane’ (Outer Islands), sono tutte alquanto piatte e basse, giacciono in maggioranza oltre la piattaforma e si trovano fino a 10° a sud dell’equatore. Le isole ‘lontane’ si dividono a loro volta in cinque gruppi: il gruppo delle Amirantes, situato a 230km da Mahe, il Gruppo Corallino Del Sud, il gruppo di Alphonse, il gruppo di Farquhar e il gruppo di Aldabra che dista di circa 1150 km da Mahe. Il gruppo di isole ‘vicine’ e’ composto da 43 isole: 41 granitiche e 2 coralline; le isole ‘lontane’ contano 72 isole coralline.
    Le Seychelles hanno, tra i loro tesori, nientemeno che due siti dichiarati patrimonio mondiale dall’UNESCO: la leggendaria Vallee de Mai ove l’incredibile Coco de mer cresce allo stato naturale e la mitica Aldabra.
    Le 72 isole dette ‘lontane’ (outer islands) si trovano oltre la piattaforma oceanica delle Seychelles. Si tratta di banchi di corallo ed atolli che distano tra i 230km e i 1150km da Mahe. Semplici banchi di sabbia o solitari affioramenti rocciosi sono in realta’ dei piccoli mondi intatti e senza tempo. Molto meno visitati delle isole granitiche per via della loro distanza, offrono degli habitat inesplorati, regno di numerose specie di piante ed animali.

    Le Seychelles sono un museo di storia naturale vivente ed un santuario per alcune delle specie piu’ rare al mondo. In nessun altro luogo al mondo si trovano specie endemiche uniche quali il favoloso coco-de-mer, il seme piu’ grande del mondo, l’albero medusa del quale esistono solo otto esemplari, l’affascinante uccello “Vedova” delle Seychelles (Tersiphone corvina) e l’elusivo usignolo delle Seychelles (Acrocephalus sechellensis)....Dalla rana piu’ piccola della terra alla tartaruga gigante piu’ pesante del mondo, all’unico uccello dell’oceano indiano incapace di volare: le Seychelles nascondono un’impressionante gamma di specie endemiche in un’ambiente naturale di bellezza.



    ...storia.....


    La popolazione delle Seychelles è relativamente giovane le cui origini risalgono all’anno 1770 con l’arrivo dei primi coloni Francesi a capo di un piccolo gruppo di bianchi, Indiani e Africani. Le isole rimasero dominio Francese fino alla disfatta di Napoleone a Waterloo e vennero cedute all’Inghilterra nel 1814 con il trattato di Parigi. Nel frattempo la popolazione era passata da poche decine a 3500 abitanti. Durante quel periodo le Seychelles conobbero la politica illuminata di amministratori eccezionali quali Pierre Poivre, il brillante attivismo politico del governatore Queau de Quinssy e le terribili ripercussioni della Rivoluzione Francese.
    Nel 1825, sotto il dominio Inglese le Seychelles raggiunsero una popolazione di 7 000 abitanti. Fu durante quegli anni che nacquero grandi tenute agricole, piantagioni di cocchi, di cotone e canna da zucchero. Durante quel periodo le Seychelles videro anche la citta’ di Victoria diventare capitale, come videro l’esilio di diversi e pittoreschi agitatori politici dell’impero, la devastazione causata dalla grande valanga d’acqua del 1862 e le ripercussioni economiche dell’abolizione della schiavitu’.
    Nel 1976 le Seychelles ottennero l’indipendenza dal Regno Unito e diventarono una repubblica all’interno del Commonwealth.



    ......l' atollo di Aldabra......


    L’atollo di Aldabra, situato a 1150 km a sud-ovest di Mahe, e’ l’atollo di corallo emerso piu’ grande del mondo. Comprende piu’ di una dozzina di isole che orlano una laguna cosi grande che l’intera isola di Mahe potrebbe entrarci.
    Le condizioni eccezionali e incontaminate di Aldabra sono tali che l’atollo e’ uno dei due siti delle Seychelles designato patrimonio mondiale dall’UNESCO così come sito Ramsar.
    La natura dell’isola racchiude un vasto assortimento di flora e fauna uniche al mondo oltre che la popolazione piu’ numerosa della terra di tartarughe giganti. La sua laguna vanta una vita marina tra le piu’ esuberanti e piene di salute dell’intero arcipelago.
    Aldabra fu cosi chiamata dai marinai Arabi che furono tra i primi ad avvistarla. L’ambiente duro, assolato e riarso, le acque della laguna che scorrono veloci hanno da sempre tenuto al largo tutti gli esploratori ad eccezione dei piu’ intrepidi. Ciononostante dal 1874, vi risiede un minuscolo stanziamento composto soprattutto da braccianti sotto contratto provenienti da Mahe impegnati di volta in volta nella pesca, nella raccolta del guano e nella produzione della coprah per la l’esportazione.



    ......la Vallée de Mai..........


    La Vallée de Mai è una delle più piccole aree al mondo ad essere stata dichiarata Patrimonio Naturale Mondiale. Si tratta di una piccola valle nascosta al centro della riserva naturale di Praslin ed è il luogo d’origine della famosa e magnifica palma del Coco De Mer.
    Nel 1948 la Vallée de Mai venne acquistata dal Governo in quanto necessaria al progetto di raccolta delle acque a Praslin e venne dichiarata Riserva Naturale soltanto nel 1966.
    Da tempo immemorabile la palma del Coco De Mer è oggetto di innumerevoli miti e leggendo visto anche che sia il frutto femmina, sia il frutto maschio (che crescono da palme separate) hanno forme alquanto suggestive!
    Le palme maschio crescono fino ad un’altezza di circa 30m e le palme femmina fino a circa 24m. Le noci prodotto dalle palme femmina contengono i semi più grandi del mondo: una sola noce può pesare fino a 20Kg! Il seme vero e proprio è avvolto in un involucro e impiega sei o sette anni a maturare, la prima foglia appare soltanto un’anno dopo la germinazione. Nella Vallée de Mai le foglie delle giovani palme possono raggiungere una larghezza di addirittura 14m!
    Il tronco è inesistente fino a che la pianta non ha raggiunto i 15 anni, mentre la maturità è raggiunta tra i 20 ed i 40 anni.



    (Gabry)



    RUBRICHE


    good-morning129


    Giovedì, 15 Settembre 2011
    B.V. ADDOLORATA


    Settimana n. 37
    Giorni dall'inizio dell'anno: 258/107

    A Roma il sole sorge alle 05:51 e tramonta alle 18:20 (ora solare)
    A Milano il sole sorge alle 06:02 e tramonta alle 18:34 (ora solare)
    Luna: 8.46 (tram.) 19.23 (lev.)
    Apogeo lunare alle ore 8 - distanza: km. 406.064.

    Proverbio del giorno:
    Alla Madonna di marzo si scopano, e alla Madonna di settembre si trovano.

    Aforisma del giorno:
    Non v'accorgete voi che noi siam vermi / nati a formar l'angelica farfalla, / che vola alla giustizia senza schermi? (Dante)


    (Mela)



    L’ISOLA NELLO SPORT


    NOTIZIE CURIOSE NELLO SPORT


    Eder, il micidiale mancino dei Mondiali del 1982

    In Brasile lo chiamano ancora O Canhão, il Cannone, oppure la Bomba di Vespasiano, la sua città, perché se è vero che tirava solo di sinistro, è altrettanto vero che se lo faceva bastare egregiamente, anzi di più...Eder Aleixo de Assis è nato a Vespasiano, stato di Minas Gerais, Brasile, il 25 maggio 1957. Ha giocato sempre in Brasile, pur avendo avuto offerte dall’estero (anche la Sampdoria), vivendo l’apice della carriera nell’Atletico Mineiro tra il 1980 e il 1985. Si è ritirato nel 1997. Ha sommato 52 presenze e 8 reti nella Seleçao tra il 1979 e il 1986. Pallone d'argento brasiliano nel 1983.
    Quando il 5 luglio 1982 nel pomeriggio caldissimo dello stadio Sarrià di Barcellona, Eder Aleixo de Assis si portò all’angolo estremo del campo, sotto la torcida dei tifosi brasiliani, per battere l’ultimo calcio dalla bandierina all’ombra del novantesimo, l’Italia intera smise di respirare. Conoscevamo tutti chi fosse, noi e loro. In Brasile lo chiamano ancora O Canhão, il Cannone, oppure la Bomba di Vespasiano, la sua città, perché se è vero che tirava solo di sinistro, è altrettanto vero che se lo faceva bastare egregiamente, anzi di più. Noi avevamo cominciato a temerlo, Eder, l’ala sinistra più forte del mondo come era stato presentato a quel mondiale, qualche giorno prima. Contro la Scozia il 18 giugno, con quel sinistro aveva deliziato il mondo con un pallonetto a scavalcare il portiere, ma soprattutto il 14 giugno, al debutto della Seleçao a Siviglia, si era presentato con controllo, palleggio al volo e bordata a mezz’altezza da fuori area, che Rinat Dasaev, portiere di grandissimo valore dell’Unione Sovietica, ancora si chiede se quel missile terra-aria fosse realmente un pallone.
    Quando dunque a pochi sospiri dalla fine di Italia-Brasile, Eder, allora venticinquenne, si portò alla bandierina facendo volare per aria i cartelloni pubblicitari per dare aria e metri al suo sinistro, il mondo si intero trattenne il respiro su quel piccolo stadio catalano che sarebbe poi saltato per aria nel 1987, sotto una carica di dinamite, per far spazio a un centro commerciale. La dinamite Eder ce l’aveva nel piede, e prima dell’avvento delle diavolerie odierne, qualcuno già allora aveva misurato i suoi bolidi a 187 orari. Quell’angolo calciato con rabbia non portò da nessuna parte, e fu l’uscita di scena di Eder (e del Brasile di Zico, Falcao, Junior e Socrates, bellissimo e incompiuto) dalla storia dei Mondiali. Quattro anni prima era stata una fucilata - reale - su un suo braccio all’uscita di una discoteca, pare per un suo sguardo troppo intenso a una ragazza, a fargli saltare il Mondiale argentino, lasciandogli un tatuaggio permanente sulla pelle; quattro anni dopo, nel 1986, gli sarebbe costata carissima la sua innata precisione nel mancino: con un pugno - di sinistro - aveva colpito un avversario. Tele Santana, suo méntore dagli inizi della carriera nel Gremio, non potè più proteggerlo, tantomeno convocarlo per il Messico.
    Oggi Eder, che vive da sempre con l’accento sulla prima “e”, ha i capelli brizzolati e ha superato i cinquant’anni con un profilo più arrotondato: nel 1997 ha smesso di giocare e dopo una parentesi da direttore sportivo nell’Atletico Mineiro, è tornato a vivere a casa, a Vespasiano, circa 100.000 abitanti nella regione di Belo Horizonte. Qui esiste uno Sport Center con il suo nome, ha aperto una scuola giovanile di calcio, qui Eder lavora come rappresentante di prodotti petroliferi, di biocarburanti, qui svolge il ruolo di direttore marketing dell'Ademg, l'amministrazione degli stadi dello Stato di Minas Gerais. Oggi, commentatore per Rede Globo, dice chiaramente che “rifarei tutto ciò che ho fatto”, ma se non avesse avuto un carattere esplosivo come il suo piede, la sua carriera sarebbe stata sicuramente un’altra. Giura di aver messo un freno anche alle scorribande amorose, «sono sposato, oggi, felicemente, quella fase è finita». Perché solo nella settimana dopo il gol all’Urss, al Mundial 1982, aveva ricevuto più di duemila lettere di fans scatenate, fino a sedicimila in un mese in quel periodo, «molte con proposte indecenti». Non ha mai detto di averle rifiutate tutte, lui che era stato eletto il simbolo sexy del calcio brasiliano. Quel Mundial 1982 oggi non gli brucia più, così sostiene: «Quella Seleçao non vinse, è vero, ma è rimasta famosa, in Brasile e in tutto il mondo». Anche grazie a lui, e al suo sinistro di dinamite.


    Casagrande, il ritorno dell'ex punta dell'Ascoli

    Ha ripreso a far parlare di sé, non in campo, però, ma dalle tribune, apprezzatissimo commentatore Tv...Ha ricominciato a farsi sentire, o Casão, all'anagrafe Walter Casagrande Junior, 48 anni ad aprile, antico centravanti di Corinthians, Porto, San Paolo, Flamengo, ma anche di Ascoli e Torino, portato in Italia da Costantino Rozzi ed esaltato dall'ultimo Toro d'assalto in Europa, quello del Mondo Mondonico e della finale maledetta contro l'Ajax. Ha ripreso a far parlare di sé, non in campo, però, ma dalle tribune, apprezzatissimo commentatore Tv. Proprio per le sue capacità di critica e per la sua competenza, lo ha aspettato per oltre un anno la più grande tv brasiliana, Rede Globo, che di aspiranti commentatori ha la fila fuori della porta: ha atteso che riemergesse dalle sue nebbie più fitte, e quando si è ripresentato, o Casão come lo chiamano laggiù, lo ha festeggiato da star. Nessuno, lui per primo, si azzarda a proclamare che le sue sventure siamo ormai alle spalle, ma di sicuro Walter è tornato in prima fila, critico e incisivo tanto da aver sostenuto qualche settimana fa una polemica accesa con Ronaldo, del quale aveva esplicitamente messo in dubbio il ritorno ad alto livello. Ronaldo rispose acido, i giornali vi andarono a nozze, ma la storia di questi giorni d'inverno 2010 racconta chi abbia avuto ragione nella querelle.
    Non è solo per questo motivo che Rede Globo nel momento in cui ha ridisegnato il proprio staff di commentatori, lo abbia confermato in pole position, opinion leader o "comentarista principe", proprio nei giorni scorsi: accantonato Paulo Roberto Falcão, Casagrande rimane invece saldamente in sella, secondo nelle gerarchie interne al solo Caio Ribeiro. Una vita trascorsa a rimettersi sempre in piedi, Casagrande, centravanti modernissimo già trent'anni fa: alto, aitante, potente, con piedi di velluto, un Ibra educato e disciplinato già negli Anni Ottanta, quando il Corinthians con lui vinse il campionato Paulista. Con Socrates, o doutor, Casagrande era uno degli esponenti di quel movimento di pensiero applicato allo sport passato alla storia come Democracia Corintiana, piedi e testa in perfetta sintonia, abile con la chitarra e con il microfono tanto che tra le sue esperienze radiofoniche ci sono state anche trasmissioni rock. In quei primi Anni Ottanta, il Brasile di Tele Santana lo avrebbe portato in braccio ai Mondiali spagnoli se Casagrande non fosse incappato, raccontano le cronache, già in una disavventura giudiziaria legata al possesso di droghe. E così quel Brasile di Socrates, Junior, Falcao e Zico, là davanti al Sarrià di Barcellona aveva non lui, Casagrande, ma Serginho: che era sì una garanzia, ma per gli altri, e gli azzurri sentitamente ancora ringraziano.
    Rozzi scommise su di lui dopo una frattura alla tibia che gli aveva fatto mancare la finale di Coppa Campioni con il Porto di Madjer e del suo tacco, lo pagò un miliardo, lo portò al Del Duca e ne ebbe in cambio 38 reti in tre anni, poi Walter si vestì di granata, e chi sulla pelle ha il marchio del Toro ancora lo ricorda non tanto per la Coppa Italia vinta nel 1993, quanto per i due gol nella finale di andata di Coppa Uefa con l'Ajax a Torino, chiusa 2-2 in doppia rimonta, e per uno dei tre pali colpiti in quella di ritorno, ad Amsterdam, finita zero a zero e addio Coppa. All'uscita, Casagrande aveva commentato: "Avremmo potuto giocare fino a mezzanotte, avremmo colpito solo altri pali". Ma non sono state certo quei pali le sventure di Casagrande, che chiuse la carriera nel 1996 e piombò in una spirale di depressione da cui è riemerso soltanto due primavere or sono. Nel 2006 la separazione dalla moglie Monica da cui ha avuto tre figli, il ricovero in clinica per disintossicarsi, cocaina ed eroina, la lenta risalita grazie a un medico psichiatra di nome Karina, diventata poi la sua compagnia, inseparabile anche in una sera del settembre 2007 quando lui con lei a bordo si cappottò con la sua Cherokee in rua Tito, nel quartiere Lapa di San Paolo, annebbiato dai medicinali e "da qualche bicchiere di vino" come riferì in verbale alla Polizia che accorse a tirarlo fuori dall'auto insieme con i vigili del fuoco. Ancora in barella, fece segno di star bene: tre giorni di terapia intensiva lo rimisero a posto, al resto ha pensato la sua tenacia e la sua voglia di non tornare giù nelle nebbie. E così ha rialzato la testa: ancora più in alto di tutti, come faceva tanti anni fa in area, a svettare con la sua chioma riccia, inarrivabile, a rendersi degno di mille ricordi e altrettanti rimpianti.
    Walter Junior Casagrande è nato a San Paolo del Brasile il 15 marzo 1963. Centravanti agile e potente, abilissimo nei colpi di testa, 191 cm per 85 kg di peso forma, ha giocato con Corinthians, la sua squadra di riferimento (102 i gol), Caldense, San Paolo, Porto, Ascoli (1987-91), Torino (1991-93), Flamengo, Corinthians, Paulista e Sao Francisco. In Nazionale ha sommato 19 presenze, segnando otto gol.



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    NOVITA’ MUSICALI


    Dirty Vegas - Little white doves

    dirty

    A volte ritornano...questa volta tocca ai Dirty Vegas che qualche anno fa si fecero notare grazie ad una loro hit prestata alla pubblicità di un'autovettura.
    Il brano era Days go by ed è riconosciuto come pezzo più famoso di questo trio di ragazzi specialisti della house music.
    Se non vi dice niente il titolo del brano ascoltatelo e lo ricorderete quasi sicuramente, un brano particolarmente famoso che è valso ai 3 anche un Grammy award.

    Sembravano sciolti e invece Ben e Paul Harris e il vocalist Steve Smith si sono ritrovati e hanno pubblicato nuovo materiale sotto il nome Dirty Vegas.

    Electric love è il nome del nuovo album e per promuoverlo dopo l'omonimo singolo è stata scelta questa Little white doves, una scelta particolarmente azzeccata.

    Si tratta, a mio parere, di un brano interessante, adatto a far capire l'evoluzione del progetto dei Dirty Vegas, specialisti dell'elettronica e di remixes per altri artisti e ora più aperti anche a chitarre elettriche e sonorità che in precedenza non erano nemmeno prese in considerazione.
    Sto ovviamente parlando di contaminazioni, il tratto caratteristico della band rimane, così come la timbrica interessante di Smith.
    Siamo dalle party di Moby, con qualche ammiccamento anche a band come New Order.
    Qualcuno ,addirittura, ascoltando Little white doves potrebbe trovarlo un buon brano pop con sonorità elettroniche, per farla breve si tratta di un pezzo adatto sia alla trasmissione radiofonica che ai dancefloor, non a caso si moltiplicano come funghi i remixes del brano, sollecitati anche da un contest.

    Giudizio positivo per questo gradito ritorno, un singolo azzeccato e un album interessante che tuttavia sta raccogliendo molto meno del suo effettivo valore.
    Chiariamoci, niente di stupefacente, ma merita sicuramente un ascolto e in attesa del video ufficiale, eccovi una piccola preview, come sempre a voi giudicare.

    Christian Valbonesi, martedì 13 settembre 2011