AOSTA

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    Aosta
    Da Wikipedia


    aosta


    Aosta (Aoste in francese; Oûta, Aoûta o Veulla in patois valdostano; Augschtal in lingua walser; Augusta Prætoria Salassorum in latino) è un comune italiano di 35.106 abitanti, capoluogo della regione Valle d'Aosta.


    Citazioni

    « ...la vecchia Aosta di cesaree mura
    ammantellata, che nel varco alpino
    èleva sopra i barbari manieri
    l’arco di Augusto... »

    (Giosuè Carducci, Piemonte vv 17-20)

    (FR)
    « J'étais si heureux en contemplant ces beaux paysages
    et l'arc de triomphe d'Aoste
    que je n'avais qu'un vœu à former
    c'était que cette vie durât toujours. »
    (IT)


    « Ero così felice di ammirare questi bei paesaggi
    e l'arco di trionfo di Aosta
    che avevo un unico desiderio da esprimere
    che la vita durasse per sempre. »
    (Stendha)




    Storia

    La leggenda

    Già abitata in tempi protostorici da una popolazione di cultura megalitica, fu insediamento della tribù Celto-Ligure dei Salassi. Narra una leggenda che nell'anno 1158 a.C. venne fondata la città di Cordelia da Cordelo, capostipite dei Salassi, discendente di Saturno e compagno di spedizione di Ercole. Uniche testimonianze della presenza dei Salassi sono una necropoli e un'area di culto risalente al III millennio nella zona dell'attuale quartiere di Saint-Martin-de-Corléans oltre ad alcune tombe megalitiche.


    La dominazione romana

    Alla fine della Seconda guerra punica, dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale nel 202 a.C., Roma rivolse la sua attenzione verso le Alpi, dove i Galli alleati dei Cartaginesi continuavano a costituire una notevole minaccia. La funzione di un accampamento posto in questa valle era principalmente strategica. Era essenziale consolidare il dominio di Roma sulla Pianura Padana e sui territori prealpini, utilizzando le Alpi come baluardo naturale contro le invasioni barbariche. Per questo nacque allo sbocco delle valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli accessi alle fertili terre della Pianura Padana.

    Tuttavia dal I secolo a.C. la progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo ponendo il problema del controllo della valle abitata a quel tempo da una popolazione, i Salassi, ostacolo al passaggio dei soldati e dei mercanti lungo la Via delle Gallie. Dopo una serie di scaramucce e di spedizioni militari e di trattati dall'incerto esito nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò contro i Salassi il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito consistente. Alla fine, sconfitti, i Salassi vennero probabilmente sterminati o ridotti in schiavitù.

    La fondazione di Augusta Prætoria Salassorum

    Aosta era una città fortificata, costruita in breve tempo su modello dell'accampamento militare romano, Augusta Prætoria Salassorum nacque all'incrocio delle vie del Grande (Mons Jovis o Summus Pœninus) e Piccolo San Bernardo (Columna Jovis o Alpis Graia) presso la confluenza dei fiumi Dora Baltea e Buthier. Un'imponente cinta muraria proteggeva un territorio di 414.128 m2, mentre quattro porte davano accesso alla città costruita sul modello ortogonale cardo-decumanico. La via centrale Decumanus Maximus (l'attuale Via Porta Prætoria, Via Jean-Baptiste de Tillier e Via Édouard Aubert), allora larga nove metri, era la prosecuzione naturale della Via consolare delle Gallie che da Milano arrivava fino al Piccolo San Bernardo. L'accesso alla città era comunque assicurato da un ponte sul Buthier, di cui oggi è visibile solo un'arcata poco distante dal letto del torrente, deviato a causa di un'inondazione. All'interno delle mura sorgevano i quartieri residenziali, il teatro, le terme, il foro e l'anfiteatro, mentre a sud si stendevano i quartieri popolari divisi secondo un modello classico a scacchiera.


    Il popolamento della città in epoca romana

    Ancora molto controverso è il problema sul popolamento della città prima e dopo la conquista romana. Un incerto documento accenna a 3.000 pretoriani, e della convivenza con i Salassi sopravvissuti, in contrasto con un anfiteatro progettato per una città di trenta/quarantamila abitanti. Un'iscrizione risalente al 23 a.C. sembrerebbe smentire le affermazioni degli storici antichi tra cui Strabone, riguardo alle deportazioni in massa dei Salassi e alle loro vendita come schiavi a Ivrea. Inoltre il linguaggio giuridico al tempo dei romani incolae indicava gli abitanti di una colonia in possesso di diritti inferiori a quella dei cives. Tali indizi lasciano supporre che la popolazione salassa si sia integrata con i nuovi conquistatori, così come lasciano supporre numerose iscrizioni funerarie nelle quali appaiono nomi salassi associati ad altri romani, i cui figli nati da matrimoni misti portavano sempre nomi latini. In epoca romana ebbe una grande importanza strategica e militare grazie al controllo esercitato sui due passi del Piccolo e del Gran san Bernardo. Aosta iniziò, fin dal I secolo, ad avere connotazioni inequivocabilmente urbane e monumentali, imponendosi come uno dei più ricchi e popolosi centri abitati dell'Italia Settentrionale.


    Il Medioevo

    Dopo il plurisecolare dominio dell'impero e la sua cristianizzazione la città, grazie alle Alpi ed alle mura, riuscì a subire poche invasioni. Secondo una leggenda Augusta Prætoria sarebbe stata distrutta dai Saraceni e dai Barbari; in realtà la città romana subì i danni maggiori dalla ricostruzione tardo medioevale che utilizzò blocchi di pietra delle costruzioni romane per l'edificazione di torri e chiese.

    La città divenne sede vescovile verso la fine del IV secolo, appartenendo prima alla vastissima diocesi di Vercelli, poi alla chiesa metropolita di Milano fino al VIII secolo. All'inizio del VI secolo la città appartenne al regno dei Goti; successivamente venne contesa tra i Franchi e i Longobardi che la cedettero nel 575 a Gontranno, re di Borgogna. I Franchi di Pipino il Breve giunsero da qui per scacciare i Longobardi dall'Italia Settentrionale. L'impero di Carlo Magno diede impulso alla Via Francigena che collegava Roma con Aquisgrana, infine, alla morte di Carlo III il Grosso, l'ultimo imperatore carolingio, nell'888, seguì dapprima le sorti del regno d'Italia, poi verso la metà del secolo X quelle del regno di Borgogna fino al 1032. Come conseguenza si consolidarono i rapporti politici, economici e commerciali verso l'altro versante delle Alpi. Le conseguenze furono evidenti sul piano culturale e linguistico: dal latino si svilupparono i dialetti francoprovenzali analoghi a quelli parlati in Savoia, nel Delfinato e nella Svizzera Romanda e poi la lingua francese.

    La nascita della Contea di Savoia con capitale Chambéry comportò alla città di seguirne le sorti fino all'unità d'Italia.
    [modifica] Epoca contemporanea

    Aosta ha la particolarità di essere l'unico capoluogo di regione italiano che non è contemporaneamente capoluogo di provincia, dal momento che la provincia di Aosta fu ridotta a circondario della provincia di Torino con la legge Rattazzi e infine trasformata in regione autonoma con la costituzione repubblicana e la relativa legge costituzionale di attuazione del 1948, che non prevede province nella regione.



    Monumenti e luoghi d'interesse


    Preistoria


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    Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans

    Area di studi archeologici situata vicino alla chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, di grande interesse per i ritrovamenti dell'antica città di Cordela.



    Epoca romana



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    Arco d'Augusto
    L'arco d'Augusto è un monumento della città di Aosta. Fu edificato nel 25 a.C. in occasione della vittoria dei Romani sui Salassi ad opera di Aulo Terenzio Varrone Murena.

    Costruito in blocchi di conglomerato, esso si trova in asse con il decumanus maximus, poco distante dall'ingresso orientale della cinta muraria (la Porta Praetoria), e presenta un solo fornice che misura 11,40 metri di altezza sotto la chiave di volta. Nel monumento si riconoscono diversi stili: le dieci semicolonne che ne ornano le facciate e i fianchi culminano in capitelli corinzi, mentre la trabeazione, fregiata di metope e triglifi, è di ordine dorico.

    Durante il XII secolo l'arco ospitò la dimora di una nobile famiglia locale e nel 1318 si costruì al suo interno una piccola fortificazione destinata al corpo dei balestrieri. Nel 1716, a causa delle numerose infiltrazioni che stavano compromettendo l'integrità del monumento, l'attico che anticamente lo coronava venne rimpiazzato da un tetto in ardesia.

    L'aspetto odierno è il frutto dell'ultimo intervento di restauro e consolidamento avvenuto nel 1912. Il crocifisso ligneo esposto sotto la volta è una copia di quello che nel 1449 vi fu collocato come offerta votiva contro le esondazioni del torrente Buthier, che scorre poco distante. L'originale del crocifisso è ora custodito presso il Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta.





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    Arco d'Augusto

    Porta Prætoria e le porte romane di Aosta



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    Teatro romano di Aosta

    Il Teatro romano di Aosta è un antico ed imponente teatro edificato in epoca romana.

    Gli scavi archeologici, che si incontrano subito dopo aver oltrepassato la Porta Praetoria mostrano come la città potesse disporre di una area piuttosto ampia destinata ai pubblici spettacoli, infatti il Teatro e l’Anfiteatro, posti praticamente in asse, occupavano tre isolati attigui alla cinta muraria, vicini alla principale arteria cittadina, il Decumanus Maximus e in prossimità della monumentale Porta Praetoria.

    Si ritiene che la costruzione del Teatro non fu contemporanea alla fondazione della città ma posteriore di qualche decennio, in quanto nell’area sono venuti alla luce i resti di costruzioni preesistenti. L'Anfiteatro, invece, risale all’epoca dell’imperatore Claudio. La caratteristica principale del Teatro romano di Aosta, è data dall'ampia e monumentale facciata, alta ventidue metri e l'unica oggi esistente sul lato sud del complesso architettonico.

    La sua riscoperta ed il suo recupero - con l'allestimento nella stagione estiva la rassegna musicale Aosta Classica e Été au théâtre - sono relativamente recenti.



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    Anfiteatro romano di Aosta



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    Cinta muraria e torri

    Le mura e le torri

    La funzione strategico militare di Aosta è evidenziata dalle mura fortificate, un perimetro di 724x572 metri in travertino. La cinta muraria di Aosta è oggi una delle meglio conservate giunte a noi di tutto il mondo romano: è ancora oggi percorribile quasi interamente, con una passeggiata di circa 3 chilometri. Ai quattro angoli, e ogni 20 metri circa, sorgevano le torri quadrangolari finestrate a due piani.Alcune si sono conservate, in particolare quella del Pailleron (restaurata da D'Andrate a fine Ottocento) e quella del Lebbroso, rimaneggiata nel Medioevo, che prende il nome dal lebbroso Pietro Bernardo Guasco da Oneglia, rinchiusovi dal 1773 al 1803.


    Pailleron
    Torre del Pailleron

    Seguendo lo sviluppo delle mura romane meridionali, raggiunta la piazza della stazione ferroviaria, si può osservare sulla destra la torre meglio conservata della cinta chiamata "del Pailleron" perchè venne a lungo utilizzata quale pagliaio. La torre è a pianta quadrata, aperta su ciascuno dei quattro lati da sei grandi finestre, tre per ogni piano.

    Restaurata alla fine del secolo scorso in seguito ai danni subiti da un incendio, è collegata ad un tratto di mura che nel medioevo furono aperte per ricavarvi la cosiddetta "porta ferrière".




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    Porta Praetoria

    Costituiva l'ingresso da levante in città e risulta aperta al centro dal lato minore orientale della cinta muraria, in asse con la porta Decumana, posta all'ingresso occidentale, distrutta nel secolo scorso. Perfettamente conservata (ha perduto soltanto il suo rivestimento marmoreo), risale al periodo della fondazione di Augusta Praetoria; è la più grande giunta a noi dalla Romanità.

    E' formata da una doppia cortina muraria parallela di blocchi di puddinga, aperta in basso da tre arcate (quella centrale, più larga e alta, per il passaggio dei carri; le due laterali, più piccole, per i pedoni). La cortina esterna è spessa 4,50 metri, quella interna 3,45 metri. La porta è oggi interrata di quasi tre metri a causa del progressivo innalzamento della sede stradale, dovuto alle inondazioni della Dora; il basamento delle arcate meridionali, riportato alla luce, indica il piano stradale originario romano. Lo spazio racchiuso fra le due cortine rappresentava il cortile d'armi, sopra le arcate correva il cammino di ronda, delimitato da finestre ad arco e difeso da due torri angolari.

    Sul lato settentrionale della cortina interna, la torre romanica di pianta quadrata, dimora nel XII secolo dei signori di Quart, massicciata e ben conservata, è nota anche con altri nomi: torre della Vieille Insinuation o torre dei Signori della Porta di Sant'Orso. Vi si riscuoteva il pedaggio a favore del vescovo di Aosta per le merci introdotte in città; privilegio conservato dai conti di Savoia nel 1191 e nel 1239. Il piano terreno è adibito ad esposizioni fotografiche e pittoriche.



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    Criptoportico forense


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    Ponte romano sul Buthier

    La sua struttura è a una sola arcata ribassata, composta da conci radiali che poggiano direttamente su basamenti molto larghi, rinforzati da piloni e costruiti con grossi blocchi di puddinga (conglomerato fluviale estratto dalle cave litoranee della Dora); il diametro è di circa 17 metri, mentre la larghezza, parapetti compresi, è di 5,95 metri.

    In origine il ponte era stato gettato sulle acque del Buthier, ma durante il medioevo, probabilmente a seguito di un evento alluvionale, il torrente si aprì un nuovo alveo più ad ovest - quello attuale - mentre quello più antico si ridusse ad un piccolo canale che col tempo si prosciugò del tutto. Il ponte, parzialmente sepolto da uno strato di detriti, finì per essere progressivamente interrato. Per superare il nuovo braccio del Buthier e ristabilire il collegamento con la città fu necessario costruire un nuovo ponte, questa volta in legno, chiamato ponte dell'Arco.

    I documenti antichi distinguono tra il pons lapideus Bauthegii (nominato anche nella carta delle Franchigie del 1191) e il pons Arcus che è menzionato per la prima volta nel 1193. Il ponte in legno fu bruciato dai francesi nel 1691, ricostruito in pietra nel 1772 e nel 1862, e infine allargato nel 1960. La completa messa in luce e sistemazione del ponte romano, invece, risale agli anni '50 del secolo scorso.

    Il ponte è visibile per chi proviene da est, in prossimità dell'Arco di Augusto, poco prima dell'attuale ponte sul Buthier sulla destra, inglobato nel piccolo nucleo di abitazioni recentemente ristrutturate.

    da:regionevda.it




    Villa romana di Aosta




    Area funeraria fuori Porta Decumana di Aosta



    Epoca medievale



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    Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista



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    La cattedrale


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    Collegiata di Sant'Orso


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    Lo scavo archeologico, condotto in più lotti tra il 1976 e il 1999, ha permesso di ripercorrere le vicende costruttive dell‘edificio. Le indagini hanno interessato un‘area che in antichità faceva parte di una vasta necropoli extraurbana dove, agli inizi del V secolo, sorse un complesso paleocristiano che comprendeva anche la chiesa cruciforme di S. Lorenzo. Al centro della navata sud si è rinvenuto il basamento di un edificio funerario databile tra IV e V sec. d.C.; la chiesa primitiva, sorta a nord di questo mausoleo, era costituita da una semplice aula absidata circondata da un porticato destinato a sepolture privilegiate.

    Nel IX secolo, la chiesa viene completamente ricostruita e ingrandita, spostando verso sud l‘asse generale dell‘edificio; l‘estremità orientale è dotata di tre absidi, mentre la facciata è ricostruita a ovest di quella paleocristiana. Nel 989 si aggiunge alla facciata un campanile i cui resti sono ancora visibili per un‘altezza di circa 15 m.

    All‘inizio dell‘XI secolo, viene costruita la chiesa romanica che ingloba il campanile nella nuova facciata, malgrado la sua posizione sia eccentrica rispetto all‘asse longitudinale della nuova chiesa. L‘edificio è a pianta basilicale, diviso in tre navate concluse da absidi semicircolari.

    L‘attuale torre campanaria, costruita nel XII secolo, apparteneva originariamente ad un sistema difensivo costituito da una cinta muraria e da una seconda torre di grandi dimensioni, i cui resti sono stati scoperti addossati al muro perimetrale nord della chiesa.

    I resti archeologici non sono visibili perché situati immediatamente al di sotto del pavimento della chiesa.

    Da segnalare il bellissimo coro ligneo quattrocentesco, l‘antica cripta e l‘importante ciclo di affreschi ottoniani (sec. XI) visibile nel sottotetto della chiesa.

    Lo scavo archeologico del coro della chiesa di S. Orso ha permesso di riportare alla luce un mosaico pavimentale di forma quadrata, sconosciuto e non menzionato dalle fonti, realizzato con tessere bianche e nere con alcuni inserti di tessere di colore marrone chiaro. Una serie di sei cerchi, inscritti nel quadrato, funge da cornice alle decorazioni centrali. Nel medaglione centrale appare un‘elegante rappresentazione di Sansone che uccide il leone.

    Il chiostro è il gioiello del complesso monumentale di Sant‘Orso cui si accede da un androne aperto sulla destra della facciata. Il primitivo impianto romanico risale quasi certamente al 1133 e fu opera di maestranze provenzali o lombarde; quando la bolla di Papa Innocenzo II impose la regola di Sant‘Agostino ai canonici di Sant‘Orso il chiostro esisteva già, come risulta da un‘iscrizione apposta sopra un capitello. I capitelli, scolpiti in marmo ma rivestiti già in tempi antichi di vernice scura, completano colonne semplici e binate dalle forme diverse e raffigurano mirabilmente scene simboliche del Nuovo e Vecchio Testamento, della vita di Sant‘Orso, personaggi e animali fantastici o contengono elementi decorativi diversi. Sono considerati fra le più alte espressioni della scultura romanica religiosa.

    www.regione.vda.it




    Epoca moderna





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    Cappella di Santa Croce



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    Croce di Calvino

    La Croce di Calvino, chiamata localmente Croce di città (in francese, Croix-de-Ville) è un monumento della città di Aosta. Si trova nel centro storico della città, nell'attuale via Croix-de-Ville, di fronte alla chiesa evangelica valdese.

    Storia

    Fu eretta nel 1541, nel luogo in cui sorgeva precedentemente la croce di San Grato, in memoria della cacciata dei calvinisti dalla Valle d'Aosta, come testimonia l’iscrizione latina sulla base.

    Secondo una tradizione non confermata da documenti, il teologo riformato Giovanni Calvino arrivò segretamente in Valle d'Aosta nel 1536 per convertire gli abitanti al Protestantesimo e convincerli ad aderire alla Confederazione svizzera.
    Le autorità cittadine ed ecclesiastiche adottarono misure repressive per limitare la sua attività e quella dei suoi seguaci, tanto da indurlo alla fuga per mettersi in salvo.
    Per celebrare lo scampato pericolo, fu ordinato alla cittadinanza di dipingere il nome di Gesù su tutte le porte della città e, poco più tardi, fu eretta la croce in pietra.

    Il monumento è costituito da una colonna sormontata da una croce in pietra grigia dell’altezza di circa 6 metri.

    Un basamento, decorato con geroglifici e simboli religiosi, riporta la scritta latina, mentre l’attuale fontana è stata aggiunta al monumento nel 1841.


    L'iscrizione



    (LA)
    « Hanc calvini fuga
    erexit
    anno MDXLI
    Religiosis constatia
    reparavit
    anno MDCCXLI
    Civium pietas
    renovavit et adornavit
    anno MDCCCXLI »
    (IT)

    « Durante la fuga dei calvinisti
    Venne elevato
    Nell’anno 1541
    Per la costante della religione
    Viene riparata
    Per la religiosità dei sudditi
    Nell'anno 1741
    Rinnovato ed adornato
    Nell’anno 1841 »




    Epoca contemporanea




    piazza
    Piazza Émile Chanoux





    Musei


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    Museo archeologico regionale della Valle d'Aosta

    Tale museo, oltre ad ospitare alcune mostre temporanee, conserva numerosi reperti archeologici risalenti prevalentemente all'età preistorica e romana.

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    Museo del Tesoro della Cattedrale


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    Situato nella cattedrale di San Giovanni, contiene diverse opere sacre provenienti sia dalla cattedrale che da altre chiese della regione.

     
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  2. tomiva57
     
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    Arnad


    L’indimenticabile lardo e molto di più


    Arnad è un comune nella Valle d’Aosta che andai a visitare nel periodo di settembre durante una gitarella alla ricerca della bellezza, trovata poi in questi incantevoli posti della Valle.

    Questa cittadina non solo è caratteristica per la sua evidente bellezza ma famosa per tanti elementi che la caratterizzano. Partimmo da casa già consapevoli di DOVER divorare quantità indefinibili di lardo, sì, perché Arnad è famosa per l’inimitabile Vallée d’Aoste Lard d’Arnard DOP, appunto il lardo e per il suo vino D.O.C. Primato che condivide con Montjovet.

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    Insomma, arrivammo a destinazione e cercammo subito un luogo per rifocillarci delle suddette cose, una specie di aperitivo in tarda mattinata. Ebbene è vero! Il lardo è spettacolare, servito poi con le castagne lesse immerse nel miele… uhm… se ci ripenso ho ancora l’acquolina in bocca!!

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    Di vino ne prendemmo uno locale, sinceramente non ricordo il nome perché lo scelse il mio ragazzo, ma fu eccezionale, ovviamente ne prendemmo giusto un bicchiere a testa ed è proprio vero che se un vino è buono non ti fa venire mal di testa né cose simili. Così passammo la prima parte della giornata, tra degustazioni e chiacchiere con i paesani.

    Tra l’altro scoprimmo – sempre per restare in tema di cibo – che l’ultimo fine settimana di agosto si tiene la sagra del Vallée d’Aoste Lard d’Arnad, e ci venne descritto con una tale poesia che mi vidi costretta a segnarmelo, le parole furono “al taglio ogni fetta è bianca ma è possibile scrutare delle vene di carne e un cuore lievemente rosato”. Romantico, non vi pare?

    E lo fu pure per il palato!!


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    Chiesa romanica


    Ma Arnad non è solo cucina, e noi non ci dedicammo solo ad essa. Prima di tutto devo dire che appena entrammo nel territorio fummo accolti da una pietra sulla quale è inciso il nome del comune e poco più avanti trovammo una chiesetta romanica a rappresentarne le introduttive bellezze. Un campanile in pietra, molto semplice e lineare con alcune casette basse al suo fianco il tutto circondato da una siepe bassa e di un forte color verde.

    In generale le case sono basse, i tetti sono tipicamente in piode e il tutto è perfettamente curato e protetto dai recinti in legno. Che in realtà non vi è nulla da temere perché è talmente tranquillo che realmente vivrei anch’io in case circondate da semplici recinti bassi in legno e alcuni addirittura privi di questi, ma giusto semplici muretti bassi per delinearne la proprietà.

    La parte antica è tutta in pietra, direi tipica come struttura della zona. Noi visitammo la Chiesa parrocchiale di San Martino che rappresenta nella sua struttura il significativo esempio dell’architettura sacra romanica. Passeggiamo sul ponte di Echallod, una struttura in pietra risalente all’epoca medievale. Cercammo di immaginare la gente del passato che percorreva il nostro stesso cammino e pensammo a coloro che si dirigevano ai castelli, i quali dall’alto sorvegliavano sull’intero abitato.


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    ponte di Echallod,sulla Dora Baltea,
    dopo il paese di Arnad


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    I colori

    Scoprimmo poi che vi era la possibilità di andare al Santuario della Madonna delle Nevi, un luogo sacro nascosto tra i castagni nella valle di Machaby e la possibilità di scegliere tra un percorso a piedi, in macchina o in bicicletta per raggiungere il castello di Issogne situato nell’omonimo comune. Noi decidemmo di fermarci in Pied de Ville, una frazione del comune di Arnad, anch’esso caratteristico per il suo fascino e per la cura del luogo. I fiori colorati abbellivano ancor di più il paesaggio aggiungendo del colore al già tinteggiato luogo, mentre pascoli di mucche vagavano nei campi adiacenti.

    Arnad fu per noi un luogo incantato, non solo per il suo splendido lardo conosciuto sia nel territorio che all’estero, ma per il suo idilliaco fascino.




    di Emanuela De Fazio (Blog Arnad. Racconti di Viaggio)
    fonte:rete.comuni-italiani.it
    foto: valsana.it
    - festalardo.it




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    Santuario della Madonna della Neve di Machaby.


    Il santuario si trova a 696 metri di altitudine nel vallone di Machaby, non lontano dall‘abitato di Arnad, in una splendida posizione fra boschi di castagno.
    L‘edificio, di origini trecentesche, è stato interamente ricostruito nel 1687.
    Oltre a numerosi ex-voto, all‘interno si trova una statua seicentesca raffigurante la Madonna, definita dallo studioso Bruno Orlandoni “uno dei maggiori capolavori della scultura barocca in Valle d‘Aosta“.
    (festa patronale e pellegrinaggio il 5 Agosto).


    fonte& foto:lovevda.it



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    Castello Vallaise di Arnad

    Il Castello venne costruito ad Arnad dalla famiglia Valleise nel XVII secolo. La casata era già proprietaria del castello superiore di epoca medioevale nello stesso paese, che però nel Seicento si presentava fuorimano, diroccato e ormai strategicamente inutile.
    Il palazzo venne costruito nei pressi di altre rovine di un precedente maniero, il Castello inferiore della Costa, al quale venne collegato il nuovo castello, affiancato da due torri quadrangolari a scopo decorativo. Pregevoli sono anche gli affreschi del salone principale interno ove sono illustrate alcune vedute dei feudi di possedimento della famiglia Vallaise. Nel grande parco del complesso si trova inoltre una piccola cappella di forma esagonale dedicata ai santi Giuseppe, Antonio ed alla Vergine Maria che dispone di un grandioso altare barocco in marmi policromi.

    ArnadCastelloVallaise2

    fonte& foto:turismoitalianews.it

     
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