NAPOLI

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  1. gheagabry
     
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    «Napule è ’nu paese curioso:»..«è ’nu teatro antico, sempre apierto.
    Ce nasce gente ca senza cuncierto scenne p’ ’e strate e sape recità.
    Nunn’è c’ ’o ffanno apposta;ma pe’ lloro ‘o panurama è ‘na scenografia, ‘o popolo è ’na bella cumpagnia, l’elettricista è Dio ch’ ’e fa campà.
    Eduardo De Filippo



    NAPOLI



    Andare alla scoperta di una città è come leggerne la storia. Ogni monumento, ogni palazzo antico, ogni chiostro ne racconta un pezzo. Un'affermazione, per la città di Napoli ancora più vera. In pochi altri luoghi oltre duemila anni di storia
    riescono ad essere letti e vissuti in così poco spazio, e con una tale ricchezza.
    Il viaggio alla scoperta di Napoli si snoda in più dimensioni, da quella orizzontale che spazia dal porto al centro storico, a quella verticale che dalla collina del Vomero scende giù, ne trafigge il suolo, giunge alla città sotterranea che, con i suoi cunicoli e le sue cavità naturali
    rappresenta un affascinante, mistico e misterioso mondo a parte.
    La città fu fondata nel 470 a.C. da un gruppo di coloni greci che la chiamarono Neapolis (nuova città) in contrapposizione con la preesisteste Palaepolis (vecchia città), fondata secoli prima sulla tomba della mitologica sirena Parthenope. Da qui il termine 'partenopeo', usato oggi per indicare ciò che pertiene al capoluogo campano. La città fu in seguito sottomessa dai Romani tanto che l'attuale chiesa di S. Lorenzo
    corrisponde allo spazio dell'agorà di epoca greca e del foro di epoca romana.
    Napoli divenne presto un importante scalo marittimo e lo rimase per tutta l'età imperiale. Nel frattempo i romani, attirati dalla splendida posizione e dal clima estremamente dolce, elessero Napoli e i dintorni a luogo privilegiato di villeggiatura. Tra i personaggi illustri che qui ebbero una residenza si annoverano Virgilio e Lucullo....Oggi non è facile imbattersi a Napoli in resti di origine greca o romana che spesso, tra l'altro, sono sotterranei. Sono visibili qua e là parti di mura di terme, di teatri e di altri edifici, spesso inglobate in costruzioni più recenti.
    Napoli, dopo aver fatto parte nell'alto medioevo del dominio bizantino e dopo esser stata capitale per oltre tre secoli di un ducato autonomo, nel XII secolo entrò a far parte del Regno Normanno e di quello Svevo; con quest'ultimo iniziano i primi mutamenti dell'assetto urbanistico che dall'epoca romana era rimasto sostanzialmente invariato. Ma un vero cambiamento, con una vivace espansione della città e un grande fervore artistico, lo si ebbe davvero nel XIII secolo, con l'avvento degli Angioini. Carlo I d'Angiò, infatti, fece di Napoli la capitale del proprio regno, avviando così la costruzione di molti nuovi edifici e un conseguente ampliamento della cinta muraria.erso la metà del Quattrocento, gli Aragonesi successero agli Angioini e Napoli visse un ulteriore periodo di sviluppo urbanistico. Ai primi del Cinquecento Napoli, insieme alla Sicilia, passò sotto il controllo spagnolo e per due secoli fu governata dai viceré...Col Seicento inizia per Napoli un periodo artistico di eccezionale intensità: in particolare, l'architettura e la pittura si distinsero per ricchezza della produzione e originalità. Nel corso del Seicento fu edificato il Palazzo Reale e fiorirono contemporaneamente belle chiese barocche, tanto numerose che oggi costituiscono un elemento caratteristico del paesaggio urbano partenopeo.
    Nel 1724 Napoli passò ai Borboni che dieci anni dopo la faranno capitale del loro regno. I Borboni resteranno a Napoli praticamente fino all'unità d'Italia, con due interruzioni: la breve esperienza della Repubblica Partenopea nel 1799, ispirata agli ideali della Rivoluzione Francese, e il periodo napoleonico 1806-1815.



    La vera Napoli, meravigliosa, pittoresca, commovente: quella della strada.
    (Roger Peyrefitte )




    Una visita della Napoli sotterranea è un’esperienza che cambia decisamente il modo di vedere la città..Sotto i marciapiedi affollati ed i vicoli di Spaccanapoli, sotto le strade cittadine ricoperte con i lastroni del Vesuvio, ad oltre 40 metri di profondità, si estende un vasto e suggestivo intrigo di caverne, cisterne, cunicoli e pozzi che vanno a costituire una città sotto la città!..."E' stata una bellissima esperienza. Entrare in una cantina di un basso e trovarsi tra i resti di un teatro romano risalente a oltre 2000 anni fa è davvero emozionante. Il percorso nelle cave di tufo e nelle cisterne greco romane utilizzate come rifugio anti aereo nella seconda guerra mondiale è stato molto interessante. Il passaggio che viene effettuato con le candele per raggiungere la cisterna romana è davvero suggestivo e divertente."



    Che cosa sperate di trovare a Londra, a Parigi, a Vienna?
    Vi troverete Napoli. È il destino dell’Europa di diventare Napoli.
    (Curzio Malaparte)



    ...La sirena Partenope...



    Napoli è anche detta Partenope perché la sua origine è legata ad una leggenda secondo la quale la fondatrice della città fu Partenope.Parthenope (termine che in greco significa vergine”) era una leggiadra fanciulla che viveva in Grecia, in un paese che si affacciava sul mar Jonio. Dotata di una fervida fantasia, trascorreva molte ore seduta sugli scogli a guardare il mare e sognare altri paesi.da visitare. Amava ricambiata il giovane Cimone, ma il padre di lei ostacolava il rapporto in quanto l’aveva promessa ad Eumeo.Un giorno i due giovani decisero di fuggire per non avere più ostacoli al loro amore. Al loro arrivo sulla nuova terra la natura cominciò a produrre una florida vegetazione. Intanto Parthenope venne raggiunta dal padre e dalle sorelle, dai parenti e dagli amici che avevano sentito parlare di tanto di questa terra così amena e accogliente, un vero paradiso. La voce si sparse in Fenicia, in Egitto così moltissimi popoli, caricati i loro averi, i simboli dei loro dei su piccole imbarcazioni, partirono alla volta di questa favolosa terra.Costruirono le capanne prima sulla collina, poi man mano che aumentavano i popoli sorsero nuovi centri in pianura e sulla costa. Furono erette botteghe di artigiani, le mura per proteggere la città.Furono costruiti due templi dedicati a Cerere e Venere, protettrici della città. Intanto Parthenope era divenuta madre di dodici figli, era amata e rispettata da tutti per la pietà, la fedeltà che aveva sempre dimostrata e tutti rispettavano quanto lei stabiliva per legge. La pace regnò sempre su quel popolo che si distinse per l’alto grado di civiltà raggiunto.




    .....'O Munaciello.....



    Molte sono le le leggende popolari e i detti popolani sul personaggio più imprevedibile e strano di Napoli, ‘o munaciello. Il personaggio è esoterico ed è temuto dal popolo per i suoi dispetti ma è anche amato perché a volte fa sorprese gradite che sollevano anche economicamente la situazione di una famiglia. Egli si manifesta come un vecchio-bambino che indossa il saio dei trovatelli, che venivano ospitati nei conventi. Amante delle donne, leggermente vizioso, è solito palpare le ragazze belle ed in cambio di questo e/o dello spavento che il suo aspetto scheletrico procura a chi lo incontra lascia delle monete...La tradizione narra che il nome fu dato nel Cinquecento ad un fanciullo trovatello malaticcio, morto in giovane età famoso per la sua vivacità.
    Secondo gli occultisti la storia di questo fanciullo è pura invensione del popolo che volle assegnare aspetti benevoli ad un individuo demoniaco. Infatti secondo la teoria esoterica il munaciello non era altro che una presenza demoniaca del male che, ricorrendo a doni, in realtà ingannava le vittime cercava di comprare l’anima....Il popolo ha però esorcizzato la paura e ancora oggi aspetta la visita de ‘0 munaciello che può lasciare del denaro inaspettatamente senza chiedere nulla in cambio.




    .....Il corno portafortuna....


    Varie sono le notizie sull’epoca e sulle modalità d’uso del corno:
    - Intorno al 3500 a.C., età neolitica, gli abitanti delle capanne erano soliti appendere sull’uscio della porta un corno, simbolo di fertilità. La fertilità, allora, era abbinata alla potenza e quindi al successo. Si era soliti offrire dei corni come voto alla dea Iside affinchè assistesse gli animali nella procreazione.
    - Secondo la mitologia, Giove per ringraziare la sua nutrice le donò un corno dotato di poteri magici.
    - Nell’età medievale il corno per portare fortuna doveva essere rosso e fatto a mano. Il rosso simboleggiava la vittoria sui nemici e doveva essere fatto a amno perché ogni talismano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo producono.
    Il corno è il referente apotropaico (allontanante) per antonomasia: simbolo della vita, che allontana un’influenza magica maligna. Secondo la scaramanzia napoletana il corno deve essere un dono quindi per portare fortuna non deve essere comprato, inoltre deve essere: rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta.



    "Una bancarella con oggetti contro il malocchio e le fatture: corni, cipolle, aglio. La superstizione a Napoli nasce con l'individuo è nel proprio DNA , si trasmette di generazione in generazione e sono pochi i napoletani che ne sono immuni, io sono uno di quelli. Anche nel mio lavoro di attore non lo sono e non ho nulla in tasca come portafortuna. Mentre per quelli che ci credono e ne sono schiavi, un drappo viola, un gatto nero che attraversa la strada, un gobbo incontrato nelle prime ore del mattino, una donna vestita a lutto, etc. basta per rovinare la giornata. Ci sono addirittura persone che evitano di cucinare lenticchie perchè, dicono, "portan''a miseria" (rendono poveri). Il Martedi ed il Venerdi bisogna stare attenti perchè sono i giorni in cui il diavolo ci mette la coda. Ricordo che mio padre in questi giorni se poteva, evitava anche di uscire. Se incontrava un gobbo faceva centomila spergiuri. Anche questo fa parte della nostra cultura."



    Né di Venere e né di Marte
    non si sposa e non si parte,
    e non si da principio all’arte.
    Né di Venere e né di Marte
    Non si sposa e non si parte
    E non si da principio all’arte.
    Stateve attiente uagliù,
    ‘o diavolo stà aret’’o mure.
    Nun ce date l’occasione,
    nun ‘o facite sfugà.
    O ditte antiche facite rispettà
    E niente ve po’ arravuglià...



    ...la smorfia...



    "La Smorfia è spesso stata fonte di ispirazione anche per il cinema diventando talvolta protagonista di dialoghi e sketch ideati e proposti soprattutto da attori napoletani.




    Indimenticabile l'errore commesso da Totò in "Totò e Peppino divisi a Berlino" del 1962. In una celebre scena Totò riferendosi alla cameriera afferma che gli piacciono molto i suoi "19", riproducendo con le mani la forma dei seni. È un chiaro riferimento alla Smorfia Napoletana, dove però i seni fanno "28" e non "19".
    Nella stessa pellicola, i russi, scambiando il libro "La Smorfia" per un documento scritto in un codice segreto in grado di fornire le coordinate dei voli-spia americani, obbligano Totò e Peppino a decifrare il testo. Non sapendo cosa fare, i due riferiscono ai russi i numeri dettati in sogno dalla zia di Totò. Elaborati i dati, i russi abbattono un proprio aereo e, resisi conto di avere a che fare con due "poveracci", li cacciano via.


    È poi scontato ricordare che "La Smorfia" è diventato anche il nome con il quale si presentavano al grande pubblico, l’indimenticabile trio comico composto da Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo De Caro."



    ...il teatro...



    Il vero autentico teatro napoletano. Il teatro dei sentimenti. Quei sentimenti che non muoiono mai nella storia e nelle tradizioni di un popolo. Con Eduardo il teatro napoletano raggiunge alte vette e si nobilita nelle epressioni più autentiche della cultura popolare e della vita quotidiana divenendo teatro internazionale. Infatti le commedie di Eduardo sono state rappresentate ed apprezzate in tutto il mondo......


    Di notte, quando sono a letto,
    nel buio della mia camera, sento due occhi che mi fissano,
    mi scrutano, mi interrogano. Sono gli occhi della mia coscienza.ToTò


    Napoli ha una grande tradizione di teatro con Scarpetta, De Filippo, Viviani... e naturalmente il principe della risata Antonio De Curtis, in arte Totò. Nato nel rione Sanità nel 1898, Totò arriva alla ribaltà nazionale con spettacoli di varietà e di avanspettacolo e oltre ad aver realizzato innumerevoli film (quasi cento!), ha scritto anche diverse canzoni (tra cui la famosa Malafemmena) e poesie (da ricordare la 'A Livella).


    « Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro »
    (Da un manoscritto di Eduardo De Filippo)




    “Se mi accostano a TOTO’ e a EDUARDO a me sta benissimo,
    sono loro che si offendono…"


    E’ una delle tante frasi attribuite a MASSIMO TROISI ..In realtà penso che, se la morte improvvisa e prematura non ce l’avesse rubato il 4 giugno 1996 a soli 41 anni, MASSIMO avrebbe avuto a buon diritto il suo posto d’onore accanto ai due grandi sopracitati, i meriti li aveva tutti...MASSIMO TROISI aveva creato la sua MASCHERA...IL VOLTO triste ,lo sguardo dolente, la gestualita’ a tratti imbarazzata, le movenze scoordinate del corpo lo ponevano subito ai vertici dei grandi interpreti Partenopei del passato come TOTO’, EDUARDO-PEPPINO e TITINA DE FILIPPO.



    'O "SSAJE COMME FA 'O CORE

    Tu stive 'nzieme a n'ato
    je te guardaje
    e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
    pe' s'annammura'
    già s'era fatt' annanze 'o core.
    "A me, a me" ...
    'o "ssaje comme fa 'o core
    quann' s'è 'nnamurato ...

    Tu stive 'nzieme a me
    je te guardavo e me dicevo ...
    comme sarrà succiesso ca è fernuto
    ma je nun m'arrenno
    ce voglio pruva'.

    Po' se facette annanze 'o core e me ricette:
    tu vuo' pruvà? E pruova,
    je me ne vaco ...
    'o "ssaje comme fa 'o core
    quanno s'è sbagliato
    M.Troisi



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