VENEZIA

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  1. gheagabry
     
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    L'ACQUA ALTA A VENEZIA





    L’acqua alta a Venezia si verifica principalmente in autunno e in primavera, ed è un classico delle fotografie che mostrano la città. Il modo di dire indica i picchi di marea che si verificano nell’Adriatico settentrionale, la cui forma a “catino” fa sì che si verifichino maree molto più pronunciate che nel resto del Mediterraneo. Lungo il litorale veneto il fenomeno è accentuato anche da altri fattori, a cominciare dai forti venti che rallentano lo scarico delle acque dai fiumi e dalle aree lagunari. Diversi interventi dell’uomo, dalla costruzione del ponte ferroviario alla realizzazione dell’area industriale di Porto Marghera hanno aggravato il problema, rendendo ancora più difficile il normale deflusso delle acque.

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    (OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)



    La città di Venezia, naturalmente, non si allaga allo stesso modo in tutte le sue zone. Molto dipende dalle differenze di altezza sul livello del mare dei territori della laguna, dalla distanza tra i vari canali e dall’altezza delle rive. La presenza dei tombini, collegati direttamente ai canali, può inoltre far sì che l’acqua durante le alte maree viaggi al contrario, sgorgando su marciapiedi e piazze.
    Da decenni si ipotizzano sistemi e soluzioni per arginare il problema dell’acqua alta a Venezia. Il progetto più promettente, ma al tempo stesso controverso e spesso criticato, riguarda la costruzione (ancora in corso) del MOSE. L’idea è quella di collocare lungo i fondali delle bocche di porto della laguna una serie di barriere mobili, che sarebbero poi innalzate durante i picchi di marea per evitare che l’acqua alta raggiunga la città. Il sistema non è completamente risolutivo, ma eviterebbe lunghi periodi di acqua alta come quello di questi giorni e permetterebbe al tempo stesso di non influire negativamente sull’attività portuale.
    Il record per quanto riguarda l’acqua alta dal 1923 a oggi fu registrato il 4 novembre del 1966, quando il picco di marea registrato fu di 194 centimetri. Cinque delle diciassette acque alte eccezionali rilevate da allora si sono verificate negli ultimi tre anni.
    (ilpost.it)



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    (OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)



    Nella storia delle osservazioni delle maree della città di Venezia possiamo ben dire esista un discrimine tra il lungo periodo nel quale queste erano raccontate da osservatori e cronisti più o meno interessati ai fenomeni della natura, ed in particolare a quelli di una certa intensità, e quello delle osservazioni eseguite con rigoroso metodo scientifico. E questo lo possiamo indicare con certezza nell'anno 1872. A onor del vero alcuni studiosi indicano nel 1867 la data da cui iniziano le osservazioni. Scrive infatti Livio Dorigo, nel capitolo dedicato alle maree eccezionali registrate a Venezia Punta Salute nel Vol. I dei Rapporti Preliminari della Commissione di studio dei provvedimenti per la conservazione e difesa della laguna e della città di Venezia edito nel 1961 dall'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, "... si sono riportati nel presente fascicolo al prospetto I, i dati relativi a tutte le alte maree superiori a m 1.10 sul l.m.m.; verificatesi dal 1867 al 1960", e ancora A. Giordani Soika nel suo Venezia e il problema delle acque alte, edito a Venezia nel 1976, "1867, l'acqua arriva a 153 cm. Con questa alta marea eccezionale si entra nell'epoca delle osservazioni regolari in quanto da questa data tutte le acque alte sono regolarmente registrate dal Magistrato alle Acque". In realtà dal 1867 al 1872 possiamo verificare un solo dato (i 153 cm citati da Giordani Soika) che comunque è impreciso laddove indica nel Magistrato alle Acque l'istituto preposto alla raccolta dei dati poiché questo era stato abolito nel 1866, anno dell'unità d'Italia. Abbiamo visto quanto il problema "acqua alta" esistesse anche nella Venezia antica. Il secolo XIX, per la città, è un secolo di transizione durante il quale si alternano le dominazioni francese e austriaca. Il Magistrato alle Acque, organo istituito nel 1501 dal Consiglio dei Dieci " tres honorabiles nobiles nostri cum titulo Sapientum super acquis " per mantenere i delicati equilibri della laguna e dei fiumi, fu soppresso nel 1808 dal governo francese per essere ripristinato più tardi dagli Austriaci e quindi soppresso dal governo italiano nel 1866.




    Nel 1797, presentato con progetto di legge da Napoleone Bonaparte al Direttorio esecutivo della Cisalpina, prendeva forma l'idea di un istituto dedicato alle scienze e alle lettere. Divenuto in seguito il "Reale Istituto di Scienze, Lettere e Arti", dal 1838, imperatore Ferdinando I d'Austria, trovò sedi stabili a Milano e Venezia. Nel 1871, proprio grazie all'iniziativa dell'Ing. Tomaso Mati, venne realizzato il primo mareografo per il controllo delle maree a Venezia, presso il Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano, ove aveva trovato sede il prestigioso Istituto. Il mareografo dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti funzionò regolarmente fino al 1908. In quell'anno l'Istituto fece donazione all'Ufficio Idrografico di Venezia, ricostituito assieme al Regio Magistrato alle Acque nell'anno precedente, di tutta la propria strumentazione di indagine. In questo periodo due altre stazioni di indagine erano state costruite a Venezia: nel 1888 all'Arsenale, ad opera dell'Istituto Geografico Militare su richiesta dell'Amministrazione Comunale veneziana e nel 1906, ad opera dello stesso Istituto, in Bacino San Marco, Punta della Salute lato Canal Grande, in seguito, dal 1923, spostata sul lato del Canale della Giudecca. Dal 1908 l'Ufficio Idrografico di Venezia, che tra i vari compiti ebbe quello dello studio degli estuari, delle lagune e dei litorali adiacenti, organizzò una rete di stazioni per la raccolta dei dati necessari allo studio dei fenomeni di marea dell'Adriatico. Da questo momento e fino al 1966 furono raccolti e organizzati inizialmente solo i dati relativi alle escursioni di marea, dal 1914 anche quelli relativi alla pressione barometrica e alla direzione e velocità del vento, necessari per iniziare a formulare le previsioni.




    Cronaca delle acque alte a Venezia dal VI al XIX secolo



    (Elenco tratto dal volume "Venezia e il problema delle acque alte" di A. Giordani Soika pubblicato nel 1976)

    589 (?) - "Un antichissima cronaca rappresenta che nel sesto secolo crebbero a dismisura le acque e così durevole fu l'inondazione che què popoli dicevano non in terra neque in aqua sumus viventes"

    782 - "c'era tanta abbondanza d'acqua che tutte le isole furono somerse"

    840 -"Apud Venetiis adeo excrevit mare ut omnes insulas ultra modum cooperiret"

    885 - "Diluvium aquarum maximum ecclesias et domos penetravit"

    1102 - (9 marzo) "Grande inondazione con bufera e turbine"

    1240 - (23 settembre) "l'acqua invase le strade più che ad altezza d'uomo"

    1268 - "A causa dell'aumento delle acque molti furono sommersi"

    1280 - "Crebbe furioso il mare e allagò parte della città" - "Un inturgidimento del mare coperse tutta la nostra città"

    1282 - "Grandissimo aumento delle acque"

    1283 - (20 dicembre) "Orribile inondazione; la città è salva per miracolo"

    1286 - (18 gennaio) "Crebbe l'acqua fino al dì seguente all'ora terza"

    1297 - "Piena d'acqua nella città con grandissimi danni"

    1314 - (fine novembre) "l'acqua inonda la città"

    1341 - (25 febbraio) "l'acqua crebbe più che si ricordasse, guastando pozzi infiniti e arrivando fino alla Loggia di Mestre"

    1386 - (18 gennaio) "l'incremento dell'acqua fu 8 piedi più del solito"

    1410 - (31 maggio) "Crebbe sommamente l'acqua"

    1410 - (10 agosto) "aqua grande crescente per tutta la terra, che non fu mai veduto plui a questo tempo inondazion de aque. Perirono molte barche, e di quelli che venivano dalla fiera di Mestre e altri luoghi s'annegarono quasi mille persone. Caddero molti camini, il campanile di S. Fosca con rovina di molte case e quello del Cospus Domini con grande parte della chiesa"

    1419 - (ottobre) "si allagarono fin le più alte strade sul Rivoalto"

    1423 - "Acqua altissima"

    1428 - (11 maggio) "l'acqua crebbe cinque piedi sopra Comune con scirocco"

    1429 - (2 marzo) "l'acqua per lo scirocco salì di cinque piedi"

    1430 - (10 ottobre) "L'acqua sormonta e rovina moltissimi ponti e fondamente"

    1442 - (10 novembre) "V'ebbe una non mai sofferta inondazione d'acqua di mare. L'acqua crebbe quattro passi sopra l'ordinarietà. Soffersero terribilmente i magazzini di mercantatura. Il danno delle merci ascese a oltre un million d'oro. Furono subito creati Sei Savi sopra le Lagune."

    1444 - "l'acqua causò gravissimi danni ai mercanti"

    1445 - "l'acqua salì causando grande danno agli abitanti"

    1511 - (29 maggio) "Die vero sabbati 29 dicta mensis creverunt aque maritime supra ascendentes Rivoaltum, putheos devastantes"

    1517 - "Acqua notabile in tutta la città"

    1521 - (16 ottobre) "Vi fu alta marea, per cui si difficoltava l'uscir di casa"

    1535 - (3 ottobre) "crebbe l'acqua che de' pozzi si guastarono". Il Bressano, Proto ai Lidi, ci dà questa dettagliata descrizione "La causa che le acque ha cresciuto tanto si sta che quando fece quel sirocho le acque si imbattè a essere in felle in l'oto della luna che son il mazor felle, la qual cosa accade rarissime volte et il vento da sirocho principiò da prima sera e durò tutta la note fino al zorno seguente a ore XVII e cazzò tanto le acque che fece do acque una sora l'altra, sì che no è da meravigliarse, né ancora da voler dir che per il serrar delle acque da terraferma sia stata fatta questa gran acqua perché altre volte che le bocche dei fiumi giera verti et maximele Brente, et no gera inarzerado da Lizza-Fusina fin Dese, come son al presente, niente de manco ha fatto acque sì grande e mazor, come se polo veder al segnio che ho fatto alla porta della Tana"

    1535 - (20 dicembre) "crebbe l'acqua, entrò nelle case, e guastò i pozzi"

    1543 "Rottura del Lido di Caroman"

    1550 - (21 novembre) "Mare ad immensam excrevit altitudine Venetiis"

    1559 - (12 ottobre) "Lunedì notte venendo il martedì crebbe l'acqua con grande impeto di vento piucchè nel 1550". Altro cronista "l'acqua che crebbe con grande ipeto e remito di vento, dluviandole cateratte del cielo, per cui martedì andavano le barche per tutta la Merceria, la calle degli Spaderi, Quella dei Fabbri. Ruppero a dritta e a sinistra nella terraferma ed innondarono tutte le campagne turgidi e rovinosi fiumi. Annerava e fremeva alta la marea e non frangevasi al Lido ma lo rompeva ed atterrava. Il Lido di Chiozza si rupe in cinque luoghi."

    1599 - "L'acque alte portarono danni notevolissimi"

    1600 - (8 dicembre) "Inundatio Venetiis sex pedum, tempore scirocco"

    1600 - (18-19 dicembre) "crebbe il mare con tanto impeto che, rotto in diversi luoghi ilLido, corsero così alte l'acque nella città che le barche andavano per la piazza S. Marco, e per altre strade con danno notevolizzimo di molte merci, guastando quasi tutti i pozzi, e non c'era memoria che l'acque sieno state per l'addietro a tal segno"

    1727 - (21 dicembre) "L'acque arrivarono agli scalini dell'Altar Maggiore di Sant'Antonino"

    1738 - (31 dicembre) "Fu l'acqua del mare altissima; essendo molti anni che non fu simile escrescenza, havendosi rovinato quasi tutti i pozzi e moltissime mercanzie"

    1729 - (7 ottobre) "Acqua alta"

    1742 - (5 novembre) "Acqua alta"

    1742 - (28 novembre) "Acqua altissima"

    1746 - (31 ottobre) "Acque altissime"

    1748 - (4 novembre) "Acqua altissima"

    1749 - (31 ottobre) "Andavasi in barca per la piazza"

    1750 - "(9 novembre) "L'acque arrivarono agli scalini dell'altar maggiore di Sant'Antonino"

    1792 - (24 dicembre) "Notabile incremento dell'acqua"

    1794 - (25 dicembre) "L'acqua cominciò a crescere dopo le ore 12, e crebbe fin oltre le 19, essendo il quinto giorno di luna. Il riflusso fu assai poco e però furonvi alcuni luoghi nei quali l'acqua si conservò molto tardi sopra le basse strade"

    1839 - (5 dicembre) "Acqua alta fino ai primi gradini della porta del Seminario alle Zattere"

    1848 - "L'acqua raggiunge i 140 cm."

    1867 - "L'acqua arriva a 153 cm."

    Questo è l'ultimo evento raccontato in questo lungo elenco. Da questo momento iniziano le regolari osservazioni, per qualche tempo riferite a mareografi posizionati in diverse località di Venezia, che costituiranno la base dell'importante lavoro di previsione svolto ai nostri giorni.

    (.comune.venezia.it)

     
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