VENEZIA

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  1. gheagabry
     
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    “..a Venezia s’impara a vedere e ascoltare l’invisibile e l’inaudibile, le pietre i mattoni,
    lo scuro, l’acqua, la luce, le cose ci parlano.”
    (Luigi Nono)


    La LAGUNA di VENEZIA


    A poca distanza dalla città storica si apre la laguna di Venezia, un’ampia e silenziosa distesa d’acqua costellata di terre semiemerse, dove i rumori della città lasciano il posto al silenzio. Sono centinaia le isole che affiorano della laguna: alcune sono grandi ed altre piccole, alcune abitate, altre poco popolate ed altre disabitate; alcune sembrano stabili, mentre altre sono in formazione e altre ancora sono in corso di erosione o stanno addirittura scomparendo. Qui trovano riparo numerosi uccelli come le garzette, i gabbiani, i martin pescatore, gli aironi, i falchi…. Qui regnano sovrane le barche ed i pescatori. È la parte di Venezia in cui domina la natura; ma è anche il luogo in cui i segni della storia mostrano quanto le origini della città siano lontane ed antiche.

    La laguna di Venezia è la più estesa zona umida d'Italia, con 55.000 ettari, che con le lagune di Grado e di Marano, rimane a testimonianza della grande fascia lagunare e deltizia che un tempo andava dalle foci del Timavo a Ravenna. Presenta caratteristiche del tutto originali sia per la flora che per la fauna, con ambienti forgiati dall'azione delle maree e delle correnti marine in contrasto a quella dei fiumi che vi sfociano ma anche modificati dalla continua opera dell'uomo che vi ha costruito e scavato canali, argini, abitazioni. Ne è derivato un ecosistema con specchi d'acqua a diverso grado di salinità, che condiziona la presenza delle diverse specie animali e vegetali, affioramenti temporanei di terreno, barene e velme, differenti microclimi.
    L'uomo ha rappresentato il fattore decisivo nel processo che ha invertito la naturale tendenza della laguna verso l'interramento o la scomparsa e l’ha mantenuta come barriera naturale per difendersi contro i nemici che provenivano dal mare e come fonte di ricchezza, con i suoi porti e le sue isole, abitate e coltivate. Le lagune costiere sono figlie dei lidi.
    Si formano infatti quando le sabbie portate a mare dai fiumi, per effetto delle correnti e della risacca, si accumulano in allineamenti paralleli alla costa, intrappolando tratti di mare che diventano, appunto, lagune. Come avviene per i fiumi in pianura, i canali naturali delle lagune hanno andamenti tortuosi, a meandri. I fiumi che sfociano dentro le lagune tendono rapidamente ad interrarle con i sedimenti che trasportano; al tempo stesso la loro corrente d'acqua dolce, immessa nella laguna, scava dei percorsi in direzione del mare, originando dei tipici canali lagunari. Il Canal Grande altro non è che un antico tratto lagunare del fiume Brenta.
    Ma i canali lagunari non hanno solo origini fluviali: l'acqua marina, infatti, entrando in laguna dalle bocche durante l'alta marea, forma una corrente che scava canali ampi e ramificati da mare verso terra. Questa corrente marina riesce a penetrare, percorrendo i canali, anche in zone lagunari molto interne, trasportando masse d'acqua che poi, con la bassa marea, seguono il percorso inverso. Gli spostamenti di acqua in ingresso e in uscita assicurano un elevato ricambio in ampie aree lagunari. Tanto le acque di origine fluviale quanto quelle provenienti dal mare trasportano sedimenti, che tendono a distribuirsi e depositarsi sui bassi fondali ai margini dei canali. In questo modo si formano delle secche, definite in laguna "velme". Le velme sono regolarmente emerse durante le basse maree. Quando altri sedimenti, depositandosi, ne elevano la quota fin oltre il livello del medio mare, le velme si ricoprono di una tipica vegetazione trasformandosi in "barene".
    I ricami tipici delle forme lagunari derivano, congiuntamente, dalle linee impresse dalle correnti e dai disegni tracciati dalle deposizioni dei sedimenti.
    (veneziasi)

    ....storia.....


    La laguna di Venezia ha quasi 6000 anni. Al suo posto c'era una pianura costituita da sedimenti trasportati dai fiumi, come la Brenta e il Piave, in seguito al fondersi dei ghiacci dopo la fine dell'ultima glaciazione. Nei secoli che seguirono ci furono, e continuano ad esserci, fenomeni come l'abbassamento del suolo per il progressivo consolidamento dei depositi alluvionali fini e l'innalzamento del livello del mare. Il risultato di tutto ciò è stato l'allagamento di gran parte della pianura esistente con l'esclusione di alcune zone di terreno più elevato che sono diventate le isole della laguna di Venezia appena nata. Poi, i cordoni di dune costiere, formatisi grazie alle sabbie trasportate dai corsi d'acqua, sono divenuti il naturale confine tra l'Adriatico e la laguna. Dell'intera superficie lagunare solo il 5% è costituito da terre costantemente emerse, le isole, mentre il 20% è rappresentato da barene, zone di terreno a pelo d'acqua ricoperte da vegetazione particolarmente resistente al sale. Tutta la laguna è percorsa da canali più o meno profondi segnati, almeno quelli navigabili, da bricole e paline, dei pali conficcati nel terreno che servono per non arenarsi con la propria barca. La laguna è separata dal mare aperto dai lidi, lunghi cordoni sabbiosi talvolta arginati dall'uomo con opere di varia natura. La comunicazione con l'esterno avviene attraverso le bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia. L'acqua entra dal mare ogni sei ore e se ne esce dopo altre sei.
    Il destino della laguna, in mancanza dell'intervento dell'uomo, sarebbe stato il suo graduale interramento, causato dall'apporto dei sedimenti trasportati dagli stessi fiumi responsabili indiretti della sua creazione. I veneziani si erano resi conto di questo che, con opere di ingegneria idraulica, deviò il corso dei fiumi immissari della laguna, portandone le foci all'esterno. Attualmente, come facevano i nostri avi, si stanno scavando i rii interni Venezia per levare il fango in eccesso accumulato durante gli anni.



    Il Lido di Venezia è oggi quartiere residenziale suburbano e stazione balneare fra le più famose ed eleganti in Italia. Si estende su un’isoletta di forma allungata, distante da Venezia circa 1,5 km.
    A 500 metri dal lido è l'isola di San Lazzaro degli Armeni, occupata da una comunità di religiosi armeni che vanta una tipografia poliglotta, una ricca biblioteca, un museo storico ed una pinacoteca. Murano è da tempi lontanissimi l’isola del vetro, industriosa e produttiva. Un vitale centro lagunare, esteso su cinque isolette a 1,2 km di distanza da Venezia. Il Canale dei Vetrai brulica sia di barche da trasporto cariche di materie prime e di casse di preziosi oggetti in vetro, sia di barche cariche di turisti. Il Palazzo Giustinian, sito sulle fondamenta omonime, ospita il Museo dell'Arte Vetraria: conserva una preziosa collezione di vetri archeologici (egizi, alessandrini, romani), veneziani (XV - XVIII secolo) e moderni. Risale al XII secolo la chiesa esarcale dei Santi Maria e Donato, preziosa per la bella abside e per i mosaici bizantini. Da ricordare il Palazzo da Mula e la chiesa di San Pietro Martire, che conserva dipinti di Giovanni Bellini, Tintoretto e Veronese. Lungo il tragitto Venezia-Murano, si tocca l’isola di San Michele che ospita il suggestivo cimitero di Venezia. Elegantissima è la chiesa di San Michele, opera dell’architetto Mauro Codussi (1478). Inconfondibile per il suo campanile sbilenco, Burano emerge al centro della laguna nord, a 9 km da Venezia. È oggi un caratteristico centro peschereccio, costruito su quattro isolette della laguna, noto per l'arte del merletto sin dal XVI secolo. Il tessuto urbano, fatto di strettissime calli, converge sulla Piazza Galuppi, dove si affacciano la chiesa, il municipio, la scuola del merletto. Torcello, un tempo il centro principale dell’estuario, galleggia nella laguna con il suo carico di storia e di miti, nascondendo nelle sue maestose architetture le tracce di antichissime origini. Oggi è un solitario villaggio posto sopra ad un’isoletta all'estremo nord della laguna, a 10 km da Venezia. La Cattedrale di Santa Maria Assunta testimonia l’antico splendore: fu ricostruita, insieme al maestoso campanile, nell’XI secolo su un precedente edificio del VII secolo. L’interno è a tre navate; si possono ammirare colonne con capitelli classici e bizantini, bei pavimenti marmorei e preziosi mosaici, dipinti quattrocenteschi e bellissime transenne. Di fronte alla cattedrale si trovano il Palazzo dell’Archivio e il Palazzo del Consiglio, dove ha sede il Museo dell’Estuario.Particolare è Santa Fosca, una piccola chiesa romanica a pianta centrale, cinta all’esterno da un portico.
    San Servolo è un'isola, situata in bacino San Marco, dalla storia millenaria (il primo insediamento risale alla fine del 600) ma soprattutto è una delle poche a poter vantare una storia attuale. Recuperata grazie alla Provincia di Venezia, San Servolo oggi ospita un’università internazionale, un centro congressi, un museo. Certosa, dista meno di 250 metri da S. Pietro di Castello, poco più di 500 metri dal Lido ed è vicina all'isola delle Vignole ed al Forte di Sant'Andrea. Deve il nome ai Padri Certosini di Firenze insediatisi ne1 1424. Abbandonata per anni, ora l’isola della Certosa è un esempio di recupero integrato. Santa Cristina si trova nella laguna settentrionale a nord di Treporti. Per estensione è la più grande delle 33 isole minori della laguna veneta. L'isola di Santa Cristina era anticamente conosciuta con il nome di San Marco. S. Erasmo si trova nel bacino centro-settentrionale. Fino all'800 si trattava di un lido vero e proprio, posto di fronte al mar Adriatico. Poi, con la realizzazione delle dighe alle bocche di porto, l'azione di deposito delle correnti creò la duna di Punta Sabbioni. Marziale descrive l'isola, anticamente denominata Alba o Mercede, come una ridente zona di villeggiatura con terreno fertile e grandi pinete. Ha svolto per secoli e ancora in parte svolge la funzione di ‘orto’ di Venezia. Lazzaretto Nuovo si trova nella laguna centrale. La sua posizione era strategica poiché vicina a S. Erasmo, all'epoca principale bocca di porto lagunare. Come Poveglia e S. Clemente fu stazione, già in epoca romana, della Fossa Popilia, che congiungeva Chioggia ad Altino. Ma lunga e intensa fu la vita di quest’isola che dal 1468 prende il nome odierno con l’istituzione del lazzaretto per la quarantena di uomini e merci sospettati di contagio della peste. San Francesco del Deserto si trova di fronte a Sant'Erasmo. Oasi di pace e di misticismo, si presenta con il suo inconfondibile profilo di cipressi. La fondazione dell'eremo viene tradizionalmente fatta coincidere con il soggiorno in laguna nel 1220 di S. Francesco d'Assisi di ritorno dall'Egitto, ma rimangono ancora molti dubbi sia sulla veridicità del fatto sia su un eventuale ruolo attivo di S. Francesco nella creazione dell'insediamento. La denominazione di San Francesco del Deserto deriva dal fatto che, un paio di secoli dopo l'insediamento dei frati francescani, il deperimento dell'isola li indusse ad abbandonarla per poi ritornarvi nel 1453. L'isola de Le Vignole, nella laguna centrale, si presenta come un lungo dosso sabbioso cuneiforme posto tra il porto di S. Erasmo e quello del Lido. Anticamente denominata Biniola, o anche “delle sette vigne”, era uno dei luoghi privilegiati di villeggiatura degli abitanti di Altino prima e di quelli di Venezia poi. Secondo il poeta Marziale, la magnificenza delle residenze era superiore a quella di Pozzuoli.
    (dal web)

     
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17 replies since 1/9/2011, 21:38   3254 views
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