GLI EPIDOTTERI E LE FARFALLE..

..un leggero battito di ali

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    Generalità e Morfologia
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    Lepidotteri costituiscono un ordine vastissimo, si contano circa 165000 specie, sono degli Insetti terrestri, raramente si trovano in ambienti acquatici, presentano il cranio ipognato, non molto grande. Le antenne presenti sul cranio possono essere filiformi, pettinate, bipettinate, piumate o clavate, subiscono in molti casi dimorfismo sessuale; in particolar modo nei maschi più spesso sono dentate o bipettinate. L'apparato boccale è succhiatore, composto da un ridotto labbro superiore, le mandibole sono generalmente atrofiche, le mascelle presentano i lobi interni atrofici, ma quelli esterni chiamati "galee" sono molto allungati.

    Il labbro inferiore è poco sviluppato e dotato di palpi articolati. Gli esemplari appartenenti a questo ordine succhiano i liquidi zuccherini mediante le due galee che congiuntesi tramite a carene longitudinali costituiscono un tubo noto come spirotromba.

    La spirotromba assume morfologie diverse nelle varie famiglie, in alcune specie di sfingidi la sua lunghezza può raggiungere tre volte quella del corpo e permettere in questo modo all' insetto di attingere il nettare dai fiori rimanendo fermo in volo sopra il calice. Altre specie invece posseggono una spiritromba poco sviluppata o dl tutto rudimentale che non gli consente di cibarsi da adulti. In altri casi invece la spirotromba è usata per pungere gli epicarpi dei frutti e di conseguenza cibarsi dei loro contenuti liquidi, o per forare le celle a miele negli alveari, come nel caso di Acherontia atropos.
    Il protorace è generalmente di ridotte dimensioni, il torace salifero è notevolmente sclerificato, i due segmenti che lo compongono sono praticamente fusi insieme. Le due paia di ali sono coperte da squame di varia forma o da peli, sulle ali di taluni maschi possono essere visibili dei gruppi di squame allungate chiamate "androconi" in stretta comunicazione con ghiandole dell'epidermide addette alla secrezione di sostanze odorose. Solo nella famiglia Sesiidae le ali non sono ricoperte da squame o peli. Le ali durante il volo sono congiunte da apposite strutture in modo da battere sincronicamente. In genere setole situate alla base dell'ala posteriore si inseriscono sotto un ciuffo di peli situato nella parte basale dell'ala posteriore. In alcune specie come dimorfismo sessuale si assiste all'assenza delle ali nel sesso femminile. Le zampe sono in linea di massima tutte simili tra loro, quelle posteriori spesso più lunghe e quelle anteriori talvolta non funzionanti. L'addome è composto da 10 uritri, il segmento anale è privo di cerci, l'apparato genitale femminile può presentare un unico sbocco o due, nel secondo caso si nota un'ulteriore sbocco nel 7° o 8° urosternite utilizzato per la copula.



    Riproduzione e stadi larvali


    I Lepidotteri sono olometaboli, solo raramente ipermetaboli, generalmente sono ovipari. La riproduzione è anfigonica, raramente si può assistere a casi di partenogenesi. Le uova possono assumere forme molto variabili, vengono fissate sulle più svariate superfici, generalmente pagine inferiori delle foglie, negli anfratti di cortecce, sul terreno ecc. Le larve hanno forme cilindrico-allungate, solo nelle specie minatrici si hanno larve appiattite. Possono essere glabre o pelose, con varie tonalità di colore, le antenne sono molto ridotte, la vista è affidata ad un paio di ocelli, l'apparato boccale è masticatore caratterizzato da robuste mandibole. All'apice del labbro inferiore si osserva la papilla sericipara, dalla quale sboccano le ghiandole sericipare.
    Le larve appartenenti alla famiglia dei Licenidi sono provvisti di ghiandola mellifera posta sul 7° o 8° uritre, dalla quale viene secreta una soluzione zuccherina molto appetita da formiche simbionti. Nelle larve dei Papilionidi invece sul protorace è presente un organo estroflettibile detto "osmoterium" che emette un secreto dall'odore sgradevole con funzione protettiva.
    Le larve vivono sia isolate che in gruppi, la durata della vita larvale dipende dalla specie, dalla qualità del nutrimento e da fattori ambientali. Nelle zone temperate si può assistere al massimo a cinque generazioni annue, lo sviluppo larvale si compie con 3-4 mute fino all'impupamento. Le larve si possono nutrire sia di vegetali che di rami lignificati.image





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  2. ZIALAILA
     
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    FARFALLE: IL CICLO VITALE.
    Le farfalle, come la maggior parte degli insetti, compiono la metamorfosi, vale adire la trasformazione da larva ad adulto. Nelle farfalle lo stadio larvale si chiama bruco. Il bruco si schiude dall'uovo e per accrescersi compie da 4 a 5 cambi di pelle (mute), a seconda delle specie e del sesso.
    Una volta maturo il bruco si fissa per mezzo di fili di seta ad un supporto o cerca un rifugio o tesse un bozzolo di seta e si trasforma in crisalide.
    La crisalide è praticamente immobile, non potendo spostarsi dal luogo dove si è fromata, e dopo circa due settimane si apre sotto la spinta della farfalla. In genere la vita da farfalla è abbastanza breve, varia da qualche giorno a settimana o due e, solo in alcuni casi, raggiunge il mese di vita. Non mancano le eccezioni che vanno dalle grandi falene della famiglia delle Saturnidae, le quali hanno vita breve e non si nutrono, tanto che hanno perso la bocca per atrofia,ad altre specie, relativamente piccole, come gli eliconidi, i quali vivono diversi mesi ed in gruppi anche numerosi.





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    LE FARFALLE BALLANO


    Le farfalle ballano

    velocemente
    un ballo
    rosso
    nero
    arancione
    verde
    azzurro
    bianco
    granata
    giallo
    violetto
    nell'aria
    nei fiori
    nel nulla
    sempre volanti
    consecutive
    e remote.


    PABLO NERUDA






     
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  4. ZIALAILA
     
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    La bussola delle farfalle: le migrazioni

    Le farfalle monarca si spostano nei paesi caldi e poi ritornano ma non sono le stesse. La generazione successiva conosce la via. La luce del sole e un "orologio" biologico controllato dai geni. È l'interazione tra questi due elementi il segreto delle straordinarie emigrazioni di massa delle farfalle monarca, un segreto finalmente svelato da ricercatori dell'università del Massachussetts, che hanno pubblicato il risultato dei loro esperimenti sull'ultimo numero della rivista "Science".
    Ogni anno, intorno alla fine di agosto, i lepidotteri color nero e arancio si spostano dal Nord America a decine di milioni, dirigendosi a colpo sicuro verso una area montagnosa grande appena una trentina di ettari che si trova nel Messico centrale, ad ovest di Mexico City. Lì, ammassate in giganteschi "tappeti di ali" (si calcola che vi sia una concentrazione di dieci milioni di insetti per ettaro), le farfalle monarca trascorrono i lunghi mesi invernali in undici riserve naturali, per poi ripartire verso nord ai primi di marzo.
    Gli esemplari scampati alla stagione fredda si spostano per migliaia di chilometri, fino a disperdersi, in due distinte popolazioni migratorie che sciamano ai due lati delle Montagne Rocciose, per i territori del Canada e degli Stati Uniti, di cui popoleranno boschi e giardini fino alla fine dell'estate successiva.
    Sebbene una farfalla monarca pesi meno di un grammo, uno sciame è capace di coprire una distanza di 70 chilometri al giorno, attraversando in pochi mesi l'intero continente nordamericano. Ma le farfalle che arrivano non sono le stesse che sono partite. E poiché nessuna di quelle che ripartirà in autunno ha mai trascorso l'inverno nel Messico né ha mai "visto" i rifugi invernali, la migrazione verso sud è un comportamento totalmente genetico.
    L'ipotesi dei ricercatori americani, guidati da Steven Reppert, è stata che la capacità delle farfalle monarca di "ritornare" senza errori nei rifugi invernali del Messico da cui erano partiti i loro nonni fosse legata ai loro ritmi circadiani, cioè da quell'orologio biologico che aiuta buona parte degli esseri viventi (inclusi gli umani) ad adattarsi all'alternanza del buio e della luce. Grazie alla precisione di questo orologio naturale, le farfalle sarebbero in grado di servirsi del sole come di una bussola, raggiungendo la destinazione a prescindere dal luogo di partenza.
    Per dimostrarlo, Reppert e colleghi hanno rinchiuso per una settimana delle farfalle adulte in un ambiente che simulava la luminosità di settembre negli Stati Uniti orientali. Appena rimesse all'aperto, le farfalle si sono dirette immediatamente a sud ovest, puntando dritte verso il Messico. Spostando la luminosità in avanti di sei ore, invece, le farfalle andavano a sud est, con un errore di rotta di oltre cento gradi.
    Un'ulteriore prova dell'importanza dell'orologio biologico è poi venuta dall'esame di gene, detto "per" (da "periodo"), che in molti animali serve a regolare i ritmi circadiani. Un gene che è risultato totalmente disattivo quando le farfalle sono state esposte a condizioni di luce ininterrotta.

    (27 maggio 2003



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  5. tomiva57
     
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    Le Hesperiidae sono farfalle di dimensioni piuttosto modeste con colori (nelle specie piuttosto corte e triangolari, un'altra caratteristica è la postura delle ali in riposo, quelle anteriori sono tenute in verticale, le posteriori in orizzontale.

    imagenostrane) non molto vivaci, generalmente ocra o giallognoli, macchiettati di bianco o nero. Possono riconoscersi per la testa massiccia, il corpo tozzo e le ali anteriori


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  6. ZIALAILA
     
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    Le farfalle costituiscono una specie particolare: sono importanti sia da un punto di vista economico che ambientale perché intervengono nella pollinazione: come le api ed altri insetti e uccelli, spostano il polline da una pianta all’altra. Sono degli attori indispensabili nella catena alimentare: senza di esse non ci sarebbe la fecondazione e senza fecondazione, in ultima analisi, non ci sarebbe vita.
    Gli scienziati considerano le farfalle una specie di riferimento perché sono particolarmente sensibili al degrado ambientale; il loro declino funge pertanto da ammonimento riguardo alle condizioni ambientali


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  7. ZIALAILA
     
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    Per i cristiani la farfalla rappresenta i tre stadi della metamorfosi spirituale.
    come bruco pupa e farfalla.

    Il bruco è la rappresentazione degli esseri viventi e del loro attaccamento alla vita e inoltre al loro bisogno delle cose materiali. La crisalide ricorda la tomba e il vuoto, il vuoto puo' essere inteso come il sudario lasciato da Gesu' alla nostra civilta'. Inoltre la farfalla rappresenta la rinascita in una nuova vita, una vita che trascende e si libera da tutto cio' che è materiale.

    In alcune immagini del giardino dell'Eden l'anima di Adamo è simboleggiata da una farfalla, o disegnata con ali di farfalla. In quadri della Madonna e suo figlio la presenza delle farfalle rimane importante per simboleggiare le anime dei defunti. In raffigurazione agnostiche l'angelo della morte viene rappresentato con un piede alato che salta su di una farfalla.

    Dal momento che l'insetto è tanto fragile che può essere lacerato da una gocciolina di pioggia, la farfalla è sinonimo di fragilità umana, sia morale che fisica. Inoltre, siccome la sua vita non è lunga, è anche un simbolo della natura effimera e di una piccola esistenza fisica.

    La farfalla è inoltre per i cristiani il simbolo della delicatezza femminile.


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  8. ZIALAILA
     
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    Il corpo delle farfalle, come quello di tutti gli Insetti, è diviso in capo, torace ed addome. Le ali e le zampe sono delle appendici del torace. La testa è piccola e arrotondata ed è occupata da un paio di occhi composti, così chiamati perché ognuno di essi è costituito da centinaia talvolta migliaia di piccoli lenti (ogni unità è detta ommatidio). Molte farfalle posseggono anche un paio di occhi semplici, detti ocelli, posti sopra a quelli composti. Gli ocelli, ricoperti dalla peluria e dalle scaglie del capo, sono molto sensibili all’intensità luminosa. Tra gli occhi sono poste le antenne, costituite da molti piccoli segmenti, che terminano a forma di clava. Le antenne fungono da organi di senso. Tutte le farfalle si nutrono di liquidi, principalmente di nettare. Questo è aspirato attraverso un’apertura boccale modificata in un esile canale detto proboscide (o spirotromba). La spirotromba può essere lunga quanto l’intero corpo, per questo è avvolta a spirale sotto il capo quando non è in uso. L’apparato boccale è succhiatore. Le farfalle posseggono due paia di ali membranose e quelle anteriori sono solitamente più grandi. La struttura alare della farfalla è costituita da tessuto vivo attraversato da svariate fibre nervose e da tubicini, dette trachee, che trasportano ossigeno. L’intera superficie alare è ricoperta da scaglie, disposte come le tegole di un tetto. La maggior parte delle scaglie contiene delle sostanze che determinano le colorazioni ed i complessi disegni che caratterizzano le ali.


     
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  9. ZIALAILA
     
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    LA FARFALLA NON CONTA GLI ANNI MA GLI ISTANTI

    PER QUESTO IL SUO BREVE TEMPO LE BASTA .



    TAGORE


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  10. ZIALAILA
     
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    LA FARFALLA CHE SVOLAZZA INTORNO ALLA LAMPADA FINCHE' NON MUORE

    E' PIU' AMMIREVOLE DELLA TALPA CHE VIVE IN UNA GALLERIA OSCURA

    GIBRAN


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  11. gheagabry
     
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    siamo farfalle...
    siamo delle piccole farfalle in cerca delle nostre ali...
    quelle ali possiamo trovarle solo in chi ci rende felici...
    le possiamo trovare solo in chi ci rende felice perchè ci permette di volare...
    ci permette di volare in un mondo parallero...
    in un mondo sconosciuto che solo gli innamorati conoscono.
     
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  12. ZIALAILA
     
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    " NON V' ACCORGETE VOI
    CHE NOI SIAM VERMI
    NATI A FORMAR
    L' ANGELICA FARFALLA "

    DANTE ALIGHIERI X° CANTO DEL PURGATORIO



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  13. gheagabry
     
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    Farfalle che aprite le porte delle nuvole,
    provo a seguirvi con ali costruite di sogni
    Farfalle con le ali di pioggia e profumo dell’orizzonte,
    farfalle dimenticate perché siamo adulti.
    Gialle, bianche, rosse e variopinte,
    piccole e grandi ali al vento.
    Ore azzurre di gioco, liberi nei campi,
    correndo tra risate, alzando le braccia
    tra le farfalle che si alzano dal suolo.
    Nel sogno contemplo ancora le ali
    battendo l’aria, riempiendo gli occhi
    di luce dorata che riempie l’anima.
    E sono bimba di nuovo.
    Cerco con lo sguardo
    farfalle vagare nei dintorni.
    Così, solo per vederle alzarsi in volo.



     
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  14. aux
     
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  15. aux
     
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    LA VALLE DELLE FARFALLE DI RODI

    di Andrea Ustillani

    Nella zona ovest dell'isola di Rodi, a circa 5 chilometri dal paese di Tolos, si trova la famigerata valle delle farfalle. La valle è percorsa dal fiume Pelecano il quale scorre tutto l’anno garantendo alla valle un microclima del tutto particolare per Rodi: fresco e umido anche durante i torridi mesi estivi.

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    Panaxia quadripunctaria (foto A. Ustillani)

    Sono queste le condizione ideali che determinano il fenomeno, unico nel suo genere, della concentrazione nei mesi di luglio e agosto di milioni di farfalle della specie Panaxia quadripunctaria. Queste falene, perché di falene si tratta, appartengono alla famiglia degli Arctidi, farfalle notturne di qualche centimetro di dimensioni caratterizzate da colorazioni bruno-rossastre. Il nome della famiglia deriva da Arctos (in latino orso) perché i bruchi

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    Bruco di P. quadripunctaria

    presentano una folta peluria bruna che ricorda il manto setoloso degli orsi.

    Gli adulti, come si diceva, presentano una colorazione aposematica o di avvertimento con colori appariscenti e contrastati segnalando ai potenziali predatori che l’insetto ha un sapore sgradevole o è tossico. Sempre allo scopo di confondere i predatori, queste farfalle presentano un’altra strategia comune in molti altri insetti: il mimetismo flash.Mimetismo flash Il primo paio di ali, di colore bruno con striature bianche, garantisce un buon grado mimetico; il secondo paio di ali, di colore rosso vivace e nascoste dalle precedenti quando l’insetto è a riposo, determina un’esplosione di colore quando la farfalla spicca il volo (per l’appunto un flash) attirando l’attenzione del predatore sul colore vivace e distogliendolo dalla colorazione spenta e mimetica, permettendo così all’insetto di posarsi su un tronco o una roccia e sparire completamente alla vista del predatore.

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    La prima testimonianza sulle farfalle risale ai primi del ‘900 da parte di operai italiani che lavorarono alle opere di conformazione della valle. Ricerche storiche sul secolo precedente non riferiscono nulla riguardo a tale fenomeno. Secondo alcune testimonianze all’inizio del secolo scorso la vegetazione della valle era così densa da renderne impossibile l’accesso. Nel 1928 una compagnia italiana si stabilì nella comunità di Pelacanos cominciando un processo di valorizzazione della valle. Furono costruite alcune cisterne e venne sostituito il vecchio mulino. I lavori continuarono per un una decina di anni fino alla costruzione dell’acquedotto. E’ proprio in questo lasso di tempo che apparvero le prime farfalle. Alcuni sostengono che furono proprio gli italiani ad introdurle sull’isola. Altre testimonianze tra gli abitanti più anziani della valle dicono che le farfalle ci sono sempre state e che furono solamente scoperte in quei tempi. Fatto sta che solo dopo gli anni sessanta le farfalle, e con loro la valle, cominciarono a diventare famose. Da allora in poi il numero dei turisti è sempre aumentato arrivando a picchi di 200.000 visitatori in un solo anno.

    Ma da dove ha origine questo fenomeno e perché si perpetua nel tempo da quasi un secolo?

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    Fondo valle: torrente e tronco coperto da farfalle in estivazione (foto A. Ustillani)

    P. quadripunctaria si concentra in questa zona dell’isola perché necessita di biotopi con caratteristiche ambientali particolari, tipiche di valli strette, con precipizi ripidi su entrambi i lati, provvisti di una folta copertura arborea di specie sempreverdi e sclerofile che impediscano la penetrazione della radiazione solare nel profondo del sottobosco. Così, benché al di fuori della valle ci sia una temperatura altissima con punte superiori a 40 C°, all’interno è sempre presente un gradiente termico negativo con un più alto tasso di umidità dell’aria, garantito dall’evaporazione dell’acqua e dalla traspirazione degli alberi.Tronco ricoperto di farfalle

    Nei caldi mesi estivi, per le farfalle diviene una questione di vita o di morte ricercare luoghi con queste caratteristiche e poter così superare indenni l’estate. Questo fenomeno, comune anche in altre specie di lepidotteri, prende il nome di “estivazione”. Durante questo periodo l’insetto adulto non si nutre e sopravvive grazie alle riserve di grasso accumulate durante gli stadi giovanili in forma di bruco (liposomi). Per questo motivo è importante che le farfalle non vengano disturbate altrimenti corrono il rischio di esaurire anzitempo le riserve nutritive necessarie per arrivare all’accoppiamento e alla deposizione delle uova tra fine agosto e i primi di settembre.


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    Tronco ricoperto di farfalle (foto di Armando Maniciati)

    Il ciclo biologico di questa specie è “univoltino”, ovvero si ripete una sola volta all’anno. Durante il periodo delle piogge i bruchi si trovano nella macchia mediterranea, tra corbezzoli e mirti, dove si nutrono di erbe e accumulano riserve energetiche. Quando si avvicina la fine del periodo umido, verso la fine di maggio, il bruco si impupa divenendo crisalide e trasformandosi in breve tempo in insetto “perfetto” (la farfalla adulta con l’aspetto che conosciamo). L’adulto quindi si sposta verso zone di maggiore umidità e con temperature più fresche viaggiando di notte quando l’umidità dell’atmosfera è maggiore e le temperature più basse. La pellegrinazione è casuale e non segue una rotta predefinita, ma la particolare struttura dell’isola di Rodi, fa sì che le farfalle sopraggiungano alla valle dove sosteranno per tutta l’estate. Alla fine di agosto si accoppieranno e a settembre cominceranno nuovamente a disperdersi sull’isola per depositare centinaia di uova nella macchia mediterranea. Con le prime piogge dalle uova fuoriusciranno i bruchi che per tutto l’inverno si nutriranno e si accresceranno per mute successive fino all’anno seguente, quando il ciclo biologico si ripeterà imperturbabile come da sempre accade.

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    Densità delle farfalle in diminuzione (foto A. Ustillani)

    Almeno così dovrebbe essere. In realtà questa specie sta subendo un forte declino a causa dell’impatto antropico. Il turismo di massa e il cattivo comportamento dei visitatori della valle fa sì che le farfalle volino inutilmente sprecando preziose riserve energetiche. Il battito delle mani, il fischiettio, lo scuotimento di monete, causano ultrasuoni simili a quelli prodotti dai pipistrelli per la localizzazione delle loro prede. Quindi le farfalle, credendo di essere soggette a predazione, cominciano a volare come impazzite. Così facendo consumano però la loro riserva lipidica. Ricordando che le farfalle adulte durante il periodo estivo non si nutrono, possiamo capire che alla fine muoiono di esaurimento e di inedia. Così ogni anno nasce un numero minore di farfalle con conseguente progressiva diminuzione della specie.

    Questa specie non è però presente solo nell’isola di Rodi ma la si può incontrare in tutta l’area del mediterraneo, in particolare nel centro Europa (Germania, Svizzera, Italia, Spagna, ecc.). Il fenomeno di Rodi, unico nel suo genere, però consiste nella massiccia presenza e concentrazione, in un sol luogo, di questa specie dando origine così alla valle delle farfalle (denominata, in lingua greca, Petaludes).


    vi assicuro che camminare in questa minuscola valle è fantastico

    ma non si deve fare il più piccolo rumore......neanche parlare sottovoce...........e c'è sempre il cretino di turno!!!
     
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77 replies since 27/5/2010, 12:47   32813 views
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