SARDEGNA PARTE 3^

ORISTANO...ALGHERO..SASSARI..STINTINO E INFINE L’ASINARA..

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  1. tomiva57
     
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    LACONI





    Il Parco Aymerich

    Laconi è il paradiso dei botanici e riserva infinite sorprese a chi ne esplora con attenzione il territorio.
    E' una terra che annovera il più alto numero di specie di orchidea sarda: alcune di esse ne portano chiaramente il nome (ophris laconensis, orchis sarcidani).Una terra che nasconde, negli angoli meno conosciuti, rarità come la pyracanta coccinea (unico ritrovamento in Sardegna). Nel territorio sono presenti il leccio, l'olivastro, la roverella,la quercia da sughero, il bagolaro, il carrubo e le più svariate essenze mediterranee.




    All'interno del Giardino Aymerich possiamo ammirare il gigantesco cedro dell'Himalaya, il faggio Pendulo, la collectia cruciata (una pianta rara con le foglie che richiamano nella forma tanti piccoli aerei da caccia).



    Si può ammirare la magnolia grandiflora, la thuia orientalis e il taxus baccata, conosciuto come l'"Albero della Morte". Ma è all’interno del Parco che possiamo osservare le innumerevoli specie botaniche tra cui non può passare inosservato il maestoso cedro del Libano e il pino di Corsica.




    Il Parco si estende su una superficie di quasi 22 ettari e può essere suddiviso in due parti. La prima storica, nella quale insistono le architetture del castello e dove è possibile osservare le tracce di un impianto boschivo già notevole in passato (come pare suggerire un esemplare di Cedro del Libano di eccezionali dimensioni).



    La seconda corrispondeva all'area ricreativa, le cui peculiarità sono di natura ambientale: una ricca rete di sentieri attraversa il bosco di lecci, incontra spesso sorgenti e laghetti, e consente di ammirare angoli alquanto suggestivi che nel tempo hanno reso famosa quest'oasi verde. Proprio l'acqua è tra le maggiori attrazioni del Parco: abbondante in tutte le stagioni, crea atmosfere di incredibile fascino e spettacoli insoliti per una regione come la Sardegna, endemicamente arida.



    Molto bella la cascata maggiore.Di estremo interesse è inoltre la collezione di piante esotiche e di pregio che si estende su un'area cospicua del parco, opera del marchese Don Ignazio Aymerich che curò l'impianto durante la prima metà dell'800. Dal luglio del 1990 il Parco di Laconi è di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna che l'ha acquistato dalla famiglia Aymerich. Successivamente le competenze della gestione sono state trasferite prima all'Azienda Foreste Demaniali e poi all'Ente Foreste della Sardegna.



    Il Castello medioevale



    La tradizione storica e popolare individua nell'insieme dei corpi murari ancora oggi evidenti all'interno del Parco Aymerich, i resti del castello medioevale di Laconi. Lo studio delle stratigrafie murarie ha consentito di rilevare l'opera di maestranze che hanno operato in questo sito in tempi e modi differenti.



    L'analisi denota certamente la presenza di un corpo più antico rispetto agli altri, un edificio a pianta rettangolare, forse una torre, attraversato da un passaggio monumentale con volta a botte e preceduto da un ingresso ad arco a tutto sesto che in origine immetteva in un' ampia corte.



    Sul lato destro del passaggio è murata un' epigrafe parziale su più conci, che cita la presenza di una porta e una data: 1053. L'iscrizione, pur essendo chiara nel testo, presenta notevoli problemi interpretativi sia epigrafici che archeologici e non è escluso che in origine fosse in un'altra sede, qui posta in opera quale materiale da costruzione.



    I caratteri salienti di questa architettura l'avvicinano ad altre simili restituiteci dalla prolifica arte fortificatoria romanica che in Sardegna ha trovato condizioni ideali per esprimere esempi eccezionali. Il contesto cronologico di riferimento è prossimo, viste le vicende storiche in cui si inserisce, agli inizi del XIII secolo.



    Adiacente alla porta fortificata esposta a sud-ovest, sorge il palazzo vero e proprio, un corpo murario nobile, impreziosito da porte e finestre delle quali si conservano eleganti cornici gotico-catalane, residenza dei Signori del feudo di Laconi fino alla prima metà dell'800.
    Di notevole interesse è anche il porticato che precede un vano rettangolare lungo circa 35 m, diviso in diversi ambienti e aperto sull'ampia corte.



    Diversa e più recente è la storia del Parco almeno nella configurazione attuale; tuttavia si può affermare che questa pregevole pertinenza del castello sia stata un autorevole testimone della storia moderna di Laconi.

    La casa natale di San'Ignazio da Laconi



    La prima tappa per conoscere Laconi non può che partire dalla visita alla casa natale di Sant'Ignazio da Laconi, ubicata nel centro storico. Sant’Ignazio è il Santo sardo più venerato dell’Isola e i festeggiamenti in suo onore si tengono nel mese di agosto richiamando a Laconi migliaia di visitatori.



    Per circa una settimana giungono a Laconi pellegrini da ogni parte della Sardegna e anche dall’estero per pregare nella casa natale del Santo, chiedere o ringraziare per la Sua intercessione, e per recarsi nella chiesa parrocchiale dedicata a sant'Ambrogio e (dal 1951) a sant'Ignazio . Il 31 agosto, si tiene la processione a cui partecipano migliaia di fedeli, preceduti da cavalieri in costume e da numerosi gruppi folcloristici e confraternite di varie località dell'Isola.



    Oltre ai riti religiosi che si susseguono senza soluzione di continuità per circa una settimana, l’amministrazione comunale organizza varie manifestazioni civili di intrattenimento e cultura.

    Il centro storico



    Il tessuto urbano di Laconi manifesta in modo inequivocabile la storia di questo paese.



    Il primo nucleo, arroccato ai piedi del castello, risale al medioevo: lungo le vie tortuose del centro storico si affacciano le case dal basso profilo con i muri di pietre e fango oppure, meno frequentemente, intonacate con un impasto di calce e sabbia silicea del luogo, come nei rioni di Corongiu, Romaòre, Pitziédda. Moderna invece, è la parte del borgo sorta intorno alle architetture neoclassiche del Palazzo Aymerich e della Casa Municipale, la cui facciata fu rifatta dall'Arch. Cima sul progetto originario dell'Ing. Balestri. Nel suo sviluppo urbanistico vi sono i segni di un mutamento e di una crescita del luogo; mutamento determinato anche da una più equa distribuzione delle risorse, risultato dell'affrancamento dal potere feudale di numerose famiglie di allevatori e pastori. Fino alla prima metà dell'800 Laconi aveva nel Castello e nel Parco circostante l'epicentro della vita politica, feudale ed economica.



    Soltanto la chiesa parrocchiale, intitolata ai santi Ambrogio e Ignazio, che nel prospetto frontale manifesta rifacimenti che nel tempo hanno deturpato lo spartito tardo-gotico originario, pare respirare in assoluta libertà lo spazio che di fronte ad essa si apre a occidente. E' quasi una contrapposizione, fisica e ideale, alla residenza dei feudatari, rigida e austera, topograficamente relegata ai limiti orientali del nuovo assetto urbano post-medioevale.



    Questo impianto urbanistico, così anomalo se lo si inquadra già; nel tardo medioevo, verrà superato soltanto nell'800, con la costruzione, progettata dal Cima, della nuova dimora dei Marchesi di Laconi, elegantemente prostrata alla Parrocchiale, ormai epicentrica rispetto al paese che cresceva.

     
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6 replies since 27/8/2011, 10:13   6486 views
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