SARDEGNA PARTE 3^

ORISTANO...ALGHERO..SASSARI..STINTINO E INFINE L’ASINARA..

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    BUONGIORNO ISOLA FELICE ... BUON RISVEGLIO A TUTTI


    “ ... Sabato ... la nostra mongolfiera vola lungo la costa ovest della Sardegna ... da Oristano fino a salire verso nord e raggiungere Sassari ... chilometri di spettacolo della natura con coste, spiagge e acque cristalline a far mostra della loro indescrivibile bellezza ... idiomi particolari ci accompagnano in questa tappa del viaggio ... la lingua sarda in questi luoghi sente forte l’influenza di quella catalana ... suoni e immagini fanno da colonna sonora alla nostra avventura di oggi ... mentre i nostri cuori battono forte dinanzi allo spettacolo che la natura mostra ai nostri commossi occhi ... Tu se' nata par incantu diliziosa elmosùra la meddu di Locusantu la più bedda di Gaddura. Se' bedda chi dugna cori s'innammurigghja di te pa l'occhj mei un fiori ed è la meddu chi c'è. E socu vecchju canutu e socu a tempu passendi parò sempri burrulendi comu m'eti cunnisciutu Cantu campu decu fà sempri onori a Locusantu ch'è la tarra di l'incantu di ca' veni a istragnà. La Patrona di Gaddura l'emu noi in Locusantu incurunata da lu cantu cussì bedda criatura ... suoni dalla Sardegna ... parole di una lingua complicata e bella ... Buon risveglio amici miei ...”

    (Claudio)



    ORISTANO...ALGHERO..SASSARI..STINTINO ED INFINE L’ASINARA..COLORI E AROMI INCONFONDIBILI DELLA SARDEGNA..



    “Laddove finisce Oristano scorre l’ultimo tratto del Tirso, il più grande fiume dei sardi…Benché il corso sia stato profondamente trasformato ed offeso..è ancora oggi in grado di offrirci suggestivi angoli..Dove le greggi s’insinuano nella golena… sono presenti anche gli Aironi guardabuoi….. la suggestiva penisola di Capo S. Marco con Tharros, la ricca laguna di Mistras, lo stagno di Cabras, le spiagge di quarzo di Is Aruttas, la riserva naturale, ultimo baluardo della macchia mediterranea, di Turri e Seu, ecc…. preziose comunità faunistiche: grandi stormi di Folaghe ed anatidi ..anatre rare ed altrove scomparse come Fistioni turchi, Canapiglie e Morette… Non mancano mai gli aironi. Secondo la stagione… l’Airone rosso.. il cenerino ma anche l’Airone bianco maggiore…le Garzette o le più riservate Nitticore o magari le Sgarze ciuffetto o anche i Tarabusini…. se preferite le pattuglie acrobatiche potrete osservare allora i rapaci, autentiche macchine da volo…. Poiane, Falchi di palude, Gheppi ed albanelle il dominatore del cielo: il Falco pellegrino…Lungo i sentieri interni è ancora semplice incontrare la Pernice sarda, magari con i pulcini al seguito, oppure imbattersi nelle strascicate delle tartarughe, qui ancora libere a casa loro…. gli stagni di Mari Pauli e di Pauli e’ Sali …a Mare Foghe….. una grande area paludosa, inaccessibile e misteriosa: una vera e propria area tabù…era il rifugio del mitico “boj foragnu” (letteralmente bue infernale) così come veniva interpretato il verso cupo e profondo del Tarabuso (in realtà un uccello della famiglia degli aironi purtroppo oggi scomparso)…. il termine “mare” nella parlata dell’oristanese indica le distese acquitrinose, derivando dallo spagnolo “marismas”… gli stagni dei Fenicotteri: il piccolo stagno di Sa Marigosa a Su Pallosu, lo stagno di Sa Salina Manna separato dal mare solo dal cordone dunale sul quale è stata costruita recentemente la strada costiera, gli stagni de Is Benas e di Pauli Murtas ma soprattutto Sale Porcus.”



    “Ales…..Ogniqualvolta viene nominato tale borgo,ubicato nella storica regione della Marmilla, è quasi automatico associarvi il nome di Antonio Gramsci. Il famoso politico, filosofo e giornalista italiano venne infatti alla luce, nel lontano 1891…. Uno dei luoghi maggiormente suggestivi dell’intero abitato è la piazza a lui intitolata. Al centro, proprio come un vero cuore pulsante, spicca un focolare quadrangolare, scavato nella roccia e composto da una base di ciottoli di basalto nero e rosso. La sagoma stilizzata di un ariete, forgiata in basalto di Mogoro, dona poi vita ad una fontana posta a lato del focolare. Sul versante contiguo è collocata in posizione verticale un’altra pietra triangolare, in calcare di Masullas, sul cui profilo campeggia la dicitura “zenith”. In un angolo della piazza compare un’antica mola da frantoio posta in loco a simboleggiare la tradizione agricola del borgo”



    “Quella di Arborea, a pochi chilometri da Oristano è una storia relativamente recente....la costruzione di Arborea si deve ad un processo di bonifica di aree paludose e malariche. I tratti di molti edifici, che furono il vanto del regime fascista, ricordano quelli dell’architettura del nord Italia, quasi “montani”. Così i tetti aguzzi per la neve, i balconi in legno e le fasce bicolore diventano pittoreschi e quasi bizzarri in questo angolo di pianura nota come Bonifica Sassu.... ciò che resta delle antiche aree umide di grande interesse naturalistico come gli Stagni di S’Ena Arrubia e di Corru S’Ittiri”



    “Oristano, capoluogo di provincia, fra il fiume Tirso e lo stagno di Santa Giusta… fondata nel 1070 col nome di Aristianis, è uno dei principali centri economici della Sardegna, fiorente per l’agricoltura, il commercio e le industrie. Già sede dell’antico Giudicato di Arborea - la cui reggente Eleonora fu celebre per le sue gesta e per aver promulgato la “Carta de Logu” - Oristano conserva la nobile impronta di città antica, come appare nei suoi monumenti, i numerosi edifici, nelle preziose opere d’arte….Si ritiene che la città si trovi sul luogo dell’antichissima Othoca…….Nella simpatica e vivace Piazza Roma, dove gli oristanesi amano ritrovarsi sorge la poderosa Torre di San Cristoforo, detta anche Porta Manna, è l’ultimo avanzo della cerchia di mura che cingeva la città, risalente al secolo XIII ed eretta dal giudice Mariano II…..in Piazza del Duomo, s’innalza, affiancato da un bel campanile, il Duomo della città, che risale al secolo XIII, ricostruito nel 1733 …nell’interno, oltre ad una statua lignea policroma dello scultore Nino Pisano…..il Palazzo del Seminario Tridentino Arborense, che custodisce una ricca biblioteca…la Chiesa di San Francesco, che conserva la scultura tragica con l’immagine del Redentore in croce, colto negli ultimi istanti dell’agonia.”



    “I cartaginesi arrivarono sull’altipiano di Campu e’ Corra verso la fine del VI secolo a. C. e vi fondarono il centro di Cornus e la zona fu abitata dai nuragici….È una zona ricca di storia e protagonista di una delle pagine più affascinanti della storia isolana: quella della rivolta sardo punica, poi soffocata, contro la colonizzazione romana…Plinio il Vecchio riporta che i combattenti, dopo la prima disfatta, si rifugiarono proprio nel territorio di Cornus…Questa area nel 215 a. C. fu infatti il teatro della ribellione dei sardi in favore dei cartaginesi contro il dominio romano…. Protagonisti delle battaglie tra Cornus e il Campidano, furono Ampsicora e suo figlio Josto i resti della roccaforte Cornus sono ancora visibili….In epoca medioevale Cornus era formata dall’acropoli cinta di mura e di torri ubicata sulla collina di Corchinas. A nord della città vi sono le tracce di un centro religioso importante per tutta l’isola: la sede episcopale di Senafer, della ecclesia Cornensis…Il toponimo Senafer ha diverse interpretazioni, tra le tante quella di “porto africano”, da collegare all’arrivo dei vescovi esiliati dall’Africa in Sardegna …questa zona è ricca di reperti archeologici, dai cartaginesi ai romani, fino a vescovi africani…. Cuglieri, il paese che ospita questi siti, si distende su un’altura, con alle spalle le montagne del Montiferru e si affaccia sul mare a poca distanza, tra spiagge sabbiose e scogliere a tratti selvagge.Tra le più belle, la spiaggia de S’archittu, in cui campeggia un arco di calcare bianco alto nove metri e, davanti alle acque poco profonde di un blu intenso, anche qualche piccolo isolotto.”



    “Oggi Cabras, è un grazioso centro di pescatori, adagiato sulle rive delle stagno omonimo. Un tempo, però, nell’attuale territorio di Cabras, sorgeva l’antica città di origini fenicie Tharros, uno dei siti archeologici più importanti di tutta l’isola…..Nel lungo periodo della dominazione cartaginese, tutta l’isola sarda progredì visibilmente: i campi vennero sfruttati intensivamente; le industrie artigianali prosperarono e il commercio divenne molto intenso; le antiche fattorie fenicie si trasformarono in importanti città.. Nel III secolo avanti Cristo passò sotto il dominio romano ed fu certamente il centro dal quale mosse la rivolta sardo-punica capeggiata da Amsicora contro i Romani. Abbandonata, dopo il periodo bizantino, a causa delle scorrerie saracene, rimase ricoperta di sabbia per quasi mille anni. Tra le rovine sono ben riconoscibili diversi luoghi di culto, tra cui il Tempio Punico e il Tempio Semitico….Poi c’è l’Acropoli, con resti di una torre forse di epoca bizantina, e il Battistero Paleocristiano, risalente al V secolo…. la Torre di San Giovanni, una delle 80 fatte erigere nel 1580 da Filippo II di Spagna, nei punti strategici della costa sarda a difesa delle incursioni dei pirati saraceni. Le rovine dell’antica città si prolungano anche nello specchio del mare antistante.”



    “Uri è un paese di salite e discese, posto su una collina …È un piccolo comune dell’entroterra della Sardegna, nella zona del Logudoro…Nel centro storico tra i vicoli e le case basse, con le facciate di pietra scolpita, si aprono scorci verso le alture vicine ricoperte dalla macchia mediterranea.….Ci sono una quarantina di nuraghe disseminati nel territorio comunale…. L’alto numero di tali insediamenti, che risalgono al 1500 a.C, è indice dell’importanza strategica di questa zona… Santa Cadrina, con attorno i resti di un villaggio di capanne circolari che si trova nel centro abitato….le domus de janas (Casa delle fate): sepolture preistoriche scavate nella roccia…Non lontano del paese c’è la stele funeraria sa pedra longa (che in sardo significa Pietra lunga) e l’interessante sito del circolo megalitico di Monte Dominigu.”



    “Bonorva …oltre a belle sedi nuragiche come il Nuraghe Tres Nuraghes e il Nuraghe su Monte, si trova il più grande complesso di grotte artificiali che gli antichissimi abitanti dell’isola hanno scavato per le sepolture dei loro familiari e per compiervi i riti della loro religione.Giunti alle falde del Monte Donna, uno spettacolo …la rupe di trachiti rosse che lascia scorgere agli occhi numerose caverne: sono le Grotte di Sant’Andria Priu, non sono naturali, ma scavate dall’uomo, sia per la regolarità delle loro bocche spalancate, sia per la grande maestosità del loro allineamento… In superficie un toro di pietra senza testa…ha zampe larghe ben piantate, il ventre incavato e agile, le spalle sollevate e guarda verso il giro del sole.I resti di questo animale richiamano alla mente tutta un’epoca leggendaria e mitica, entro cui si affondano le radici della tradizione e della religione delle popolazioni sarde legate certamente ad analoghe concezioni comuni al mondo egeo, a Creta soprattutto, a Micene, all’Anatolia.”



    “Alghero è una briosa e pittoresca cittadina costituita da una parte antica (la città venne fondata dai Doria intorno all’anno 1100) e da una nuova, separate dai vecchi resti di una cinta di bastioni e di torri…il suo nome deriva dalle alghe che abbondano sulle spiagge circostanti il porto….. è cinta in parte di antichi bastioni, con la massiccia Torre dello Sperone….in una vasta insenatura si apre il profondo golfo di Porto Conte limitato più a ovest dal montuoso promontorio di Capo Caccia… Porto Conte, con le sue acque di uno splendido turchino, con le sue incantevoli coste dalle baie tranquille o dalle imponenti rupi, si meritò il poetico nome di Golfo delle Ninfe….. Capo Caccia, strapiomba a picco sul mare con un impressionante salto di circa centosettanta metri. Qui si apre la favolosa Grotta di Nettuno: un magico itinerario che dal mare porta ad un grande lago interno… Dalle acque di questo lago, colossali colonne sorgono quasi a sostenere l’immensa volta, mentre tutt’attorno è una vera muraglia, alta da dodici a diciotto metri, di magnifiche stalattiti bianche.L’ultima parte del lago, per la sua affascinante bellezza, per i suoi colori e per la sua ricchezza è detta addirittura La Reggia. Qui, su una spiaggetta di candidissima sabbia, arriva la barca… la grotta non termina e continua a svilupparsi in altri cunicoli, in altre gallerie, altre sale, altri laghetti… sembra davvero non aver mai fine! Questa splendida cavità si può raggiungere anche da terra scendendo una lunga scala scavata sulla parete esterna del capo, sulla traccia dell’antica ed impervia Escala del Cabirol (Scala del Capriolo)…ricavata dallo strapiombante bastione roccioso di Capo Caccia ed è formata da più di settecento gradini.”



    “Sassari è adagiata su un pianoro che degrada verso il vastissimo Golfo dell’Asinara…. Seguendo la spaziosa Via Roma, il Museo Giovanni Antonio Sanna ….la leggiadra Fonte Rosello, opera del Seicento, adorna di quattro statue rappresentanti le stagioni…. le vicine chiese della Santissima Trinità e dei Servi di Maria (o di San Antonio Abate)…Piazza Azuni dove si innalza il monumento a Domenico Alberto Azuni, famoso storico e giurista di Sassari, del secolo scorso… il Palazzo del Comune che ospita due pregevoli raccolte di pupazzi in costume e la Biblioteca Sarda…. il Duomo, dalla facciata barocca, tutta ricamata di fitti e minuti intagli. Questa chiesa era una volta l’umile Pieve di San Nicola, intorno alla quale andò formandosi la città….i Santa Maria di Bhetlem, del secolo XIII, dall’austera facciata romanica, nel cui chiostro si trova un’antica fonte del Trecento detta Brigliadore, nome che in lingua catalana significa “Fontana che canta”…”


    “Al nord della Sardegna, nel tratto di costa orientale che guarda verso la Corsica, su un piccolo promontorio roccioso c’è uno dei borghi più pittoreschi di tutta l’isola: Castelsardo…Questo antico paese ha conservato intatta la sua struttura: le fortificazione, il castello e il reticolo di vie. È uno dei più suggestivi borghi medioevali…Il centro storico del paese è costruito tutto sulla rocca a picco sul mare e circondato da mura possenti e da diciassette torri. Sulla sommità c’è il castello dei Doria che risale al 1102…Si deve proprio ai genovesi e in particolare alla famiglia dei Doria l’insediamento nell’area, che corrisponde alla vecchia Castel Genovese..”



    “Stintino è un piccolo e caratteristico borgo di pescatori…. incastonato come un prezioso gioiello nell’estrema punta nord occidentale della Sardegna, questo ultimo lembo di terra sarda proteso verso l’isola dell’Asinara si estende attorno ad una profonda rada, con il porto per i pescherecci, e uno stretto fiordo, chiamato “s’isthintinu”, cioè budello, dal quale ha preso il nome la penisola ….Quello di Stintino è un territorio fatto di contrasti: alla multiforme costa si contrappone l’aspro e assolato paesaggio dell’interno…. la spiaggia de La Pelosa, con la sua sabbia bianca finissima situata sempre al riparo dai venti… le sue acque, di un colore che sfuma dal turchese all’azzurro, sono sempre calme e limpide…di fronte… l’isola Piana, raggiungibile anche a nuoto…. l’isola piatta era un tempo di proprietà della famiglia Berlinguer ….di fronte all’isolotto della Pelosa si trova anche la piccola spiaggia de La Pelosetta…Sul litorale campeggia Torre de La Pelosa, la torre aragonese costruita nel 1578…vicino a Stintino si trova lo Stagno di Pilo, circondato da dune di sabbia….La Cala Coscia di Donna è una caletta formata da ghiaia grigia, pietre e ciottoli.. La spiaggia della Saline, un candido arenile dalle bianche dune sabbiose, situato vicino alla Tonnara delle Saline…La spiaggia prende il nome dal vicino stagno famoso per le rare specie di uccelli che ospita…..In prossimità del mare, sorgono le antiche tonnare”



    “L’Asinara…..secondo la leggenda Ercole, accettò dai sardi di divenire re della loro Terra, e di dare il suo nome a diverse località della Sardegna, fra queste c’è l’Asinara chiamata appunto Herculis Insula…. Enea chiamò l’Isola Aenaria trasformata in seguito in Linara …Nei primi tempi del periodo storico l’isola non fu abitata, ma sicuramente praticata dai greci che trasformarono ulteriormente il suo nome in Enacria, cioè “formata da un solo lato”, per indicare la forma lunga e assottigliata che la caratterizza…. I fenici sicuramente la visitarono, ma la trascurarono. I cartaginesi la sfruttarono per quello che poteva produrre…….Coloro che permanentemente abitarono l’isola furono i romani i quali vi coltivarono cereali e frutti e vi allevarono bestiame, tenendo stretti contatti con la vicina Turris Lybisonis….. diedero anche un nuovo nome all’Asinara: Sinuaria (per le sue insenature)… …Durante l’epoca romana alcuni episodi sono legati alla leggenda….il primo risale al 303 d.C. durante la persecuzione dei cristiani per opera dei romani. Si dice che San Proto venne, prima di essere decapitato, portato sull’Asinara e lasciato lì affinché morisse o divorato dalle belve o di fame. Egli si rifugiò nella “domus de Jana”nuragica e sopravvisse, fino a, quando non fu ricondotto a Turris Lybisonis e ucciso….Il secondo risale al 412 d.C. e riallaccia la storia dell’Asinara alla nascita della città di Sassari. Due navi gettarono l’ancora all’Asinara e ne sbarcarono 114 famiglie di profughi dalla Tartaria. Queste famiglie formarono dapprima la città di Sorso ed in seguito quella di Sassari…avvalorerebbe la tesi il ritrovamento e l’esplorazione di un relitto di nave oneraria d’epoca romana, il cui carico era costituito prevalentemente da anfore contenente pesce e salse di pesce, alla base dell’alimentazione del tempo. Il relitto è ora visibile a pochi metri di profondità, a poca distanza dal molo di Cala Reale….Agli inizi dell’VIII secolo, il re sardo Gialeto costituì la Sardegna in quattro giudicati, l’Asinara con l’isola Piana faceva parte del giudicato di Torri (Torres)…. L’anno 812 d.C. sconfitti una prima volta in battaglia dai fieri sardi, gli arabi si rifugiarono all’Asinara….. Nel 936 d.C vi fu una grande battaglia tra, genovesi e saraceni fu vinta dalla repubblica genovese…. Nel 1409 vi fu un altro scontro presso le coste dell’Asinara, avvenuto tra genovesi e aragonesi …I siciliani vinsero perché per la prima volta furono usate armi da fuoco nelle acque sarde (le nuove bombarde)… Kair-ad-Din, detto il Barbarossa…si narra che fece di un pastorello asinarese il suo figlio putativo e che in seguito, una volta diventato adulto, questi diventò il terzo re d’Algeri….Gli aragonesi fecero costruire all’ Asinara, per difendersi dagli attacchi saraceni, le torri di: il Castellaccio…e il Traboccato …Nel 1720, gli Asburgo, succeduti per breve tempo agli Aragonesi, cedettero la Sardegna ai Savoia in cambio della Sicilia e da allora il destino dei sardi rimase legato alla nuova dinastia….Con l’avvento dell’Unità d’Italia, iniziava una nuova vita per gli abitanti dell’isola……Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il Governo decise di trasformare la maggior parte del territorio dell’Asinara in concentramento di prigionieri di guerra……Nel 1918 furono condotti all’Asinara i militari italiani condannati all’ergastolo per diserzione durante la ritirata da Caporetto…Erano presenti nell’isola oltre ai militari italiani anche prigionieri russi e turchi….nel 1919, l’Asinara cessò il suo compito di prigionia militare, e la Casa di lavoro poté rientrare in possesso di tutto il territorio ….Già nel 1967 la città di Porto Torres, sotto la cui giurisdizione territoriale ricade l’isola dell’Asinara, promosse un convegno sulla funzione dell’Isola nello sviluppo turistico della Sardegna….. I sogni dei turritani andarono immediatamente infranti nel 1971 con l’arrivo all’Asinara di 15 presunti mafiosi…Per ospitare i nuovi detenuti si resero naturalmente necessarie nuove misure di sicurezza…Oltre ai presunti mafiosi furono trasferiti all’Asinara,tutti quei detenuti considerati dallo Stato più politicizzati ed attivi, che fomentavano nelle carceri di tutta talia rivolte e scontri violenti….il carcere fu chiuso nel 1980 e nacque il Parco Nazionale dell’Asinara."








    Ales

    (in sardo Abas) è un comune di 1.571 abitanti della provincia di Oristano, nella regione storica della Marmilla. Ales è un comune della Sardegna centrale, situato ai piedi del monte Arci. Il paese ha sempre rivestito un ruolo determinante nell'economia della Marmilla. È una delle più piccole sedi vescovili d'Italia.



    Cabras

    (in sardo Crabas) è una cittadina di 9.004 abitanti della provincia di Oristano, nella regione del Campidano di Oristano sulla riva sinistra dello stagno omonimo.

    I primi insediamenti nell'attuale centro di Cabras risalgono al XI secolo, quando la città di Tharros si spopolò definitivamente a causa delle incursioni dei corsari nordafricani. I primi abitanti si stabilirono intorno al castello di cui oggi rimangono solo alcuni resti vicino alla chiesa parrocchiale. Durante il periodo giudicale guadagnò una discreta importanza poiché spesso la corte del Giudicato d'Arborea risiedeva nel castello. Dopo la caduta del giudicato, il paese passò sotto il dominio di numerosi feudatari anche se spesso gli abitanti cercarono di liberarsi dal vincolo feudale anche con rivolte. Nella prima metà del XIX secolo il paese fu incluso nella provincia di Oristano come capoluogo di mandamento, sino al 1859 quando passò alla provincia di Cagliari. Nel 1974 tornò infine a far parte della provincia di Oristano appena ricreata.

    Stagno di Cabras

    è per estensione e per rilevanza della biodiversità una delle più importanti aree umide della Sardegna. Situato nella parte settentrionale del golfo di Oristano, è alimentato dal fiumiciattolo Riu Sa Praia e comunica con attraverso canali naturali e artificiali con il mar di Sardegna. Assieme alle zone umide di Mistras, Pauli 'e Sali e con lo stagno di Sale Porcus forma un ecosistema palustre fra i più vasti d'Europa e protetto dalla Convenzione di Ramsar.



    L'ISOLA DELL'ASINARA



    L'isola del Diavolo, così chiamano l'Asinara, è stata sede di una Stazione Sanitaria di quarantena nell'800, un campo di prigionia nella prima guerra mondiale e uno dei principali supercarceri italiani durante il periodo del terrorismo e nella lotta contro la delinquenza organizzata, fino al 1997.





    E' questa sua specificità storica che la rende una delle zone più misteriose, più carica di mitologie, d'Italia, quasi un Alcatraz in salsa nostrana, coi suoi detenuti eccellenti (come Totò Riina fino al 1997, anno della chiusura del carcere), le sue blindature di Stato, l'isola penitenziaria per eccellenza.





    Eppure coi suoi 52 chilometri quadrati di estensione, è anche quasi totalmente priva di insediamenti, protetta da una legge dello Stato, una delle zone più incontaminate del nostro Paese, grazie anche al numero chiuso imposto a chi entrava fino a che era sede del carcere. Basterebbe questo per capirne la bellezza cruda, deserta, aspra, selvatica, misteriosa, la sua ricchezza faunistica e ambientale.





    Ma l'isola dell'Asinara - esposta a venti violenti che la rendono ancora più inospitale di quello che è - continua ad essere nell'immaginazione solo un carcere di massima sicurezza. Eppure.





    Eppure è un'area tra le più belle del nostro Paese, molto importante per la riproduzione della fauna selvatica: si calcola che nell'isola si riproducano circa 80 specie di vertebrati terrestri tra le quali molte rivestono straordinaria rilevanza scientifica per la loro rarità.





    E tra gli anfibi si segnalano il discoglosso sardo, il rospo smeraldino e la raganella. Tra i rettili sono segnalate 11 specie, tra cui la testuggine comune e la biscia viperina. Tra gli uccelli marini, spiccano per importanza il Gabbiano corso, il Marangone dal ciuffo, la Berta maggiore e minore, la Pernice sarda; l'isola è inoltre l'unica stazione sarda in cui è presente la Gazza.





    Tra i mammiferi si ricorda la lepre, la donnola, il muflone, il cinghiale (in numero straordinario), il cavallo ed il caratteristico asinello albino, il vero simbolo dell'isola.






    Anche la flora dell'Asinara è ricchissima, costituita da 678 specie, di cui 616 spontanee e 45 introdotte, una vastità straordinaria. In generale essa ha caratteristiche mediterranee rappresentate per oltre il 50% da terofite. Le specie endemiche sono 29 e rappresentano quindi circa il 5% della flora generale. Tra queste, alcune sono esclusive della Sardegna settentrionale come Centaurea horrida, Limonium acutifolium, Limonium laetum, ed altre della regione sardo-corsa come Astragalus terracianoi e Erodium corsicum.La vegetazione presenta i caratteri tipici della macchia mediterranea. Da 1995 è in atto un importante intervento di riforestazione da parte dell'Azienda Foreste Demaniali della Sardegna nell'area di Elgihe Mannu.





    Le strade percorribili non sono state dunque tracciate in maniera chiara e la possibilità di seguire un tracciato definito dipende dal desiderio e dalla disponibilità alla scoperta di ciascuno. Vi consigliamo perciò il percorso tradizionale, punto di partenza degli escursionisti dell'isola. Quali sono gli itinerari più belli in quella che Plinio il Vecchio già definiva Herculis insula, isola di Ercole?





    Il più noto è quello che conduce da Porto Vecchio dei Fornelli fino a Cala d'Oliva, percorrendo praticamente tutta l'isola. Dalla via principale si dipanano numerose strade e sentieri che costituiranno l'ossatura della rete viaria del Parco, ancora in progettazione. Molto bella da vedere è la zona occidentale rocciosa, attorno a punta La Cornette, e la costa orientale, con le sue calette sabbiose come Sant'Andrea, Cala Barche Napoletane, Cala dei Ponzesi, Cala Arena, circondate dalla fitta macchia mediterranea. Altre zone che meritano di essere visitate citiamo la Piana di Stretti, i boschi tra Casche Bianche ed Elighe Mannu, la piccola zona umida a Sant'Andrea e il laghetto di Pecorile, a ovest di Cala Oliva.





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    PORTO ALABE

    Porto Alabe al confine sud del paese ci sono 7 km di costa vergine che sta per diventare un parco naturale ed è il luogo scelto per il Campionato sardo di pesca subacquea. Da Porto Alabe si può andare a raggiungere Bosa attraverso una strada panoramica, con il mare da un lato e il famoso Malvasia Colli vigneto all'altro.

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    ASINARA Flora endemica





    Sulla costa occidentale dell'isola è possibile ammirare uno degli endemismi vegetali più importanti, ovvero la Centaurea horrida, cespuglio spinoso a forma di cuscino (spesso quasi emisferico), dal colore grigio verde chiaro e con i fiori bianchi appena toccati di viola.

    ASINARA FAUNA





    A Tumbarino è ubicato il Centro Faunistico e Ornitologico, dove da 5 anni grazie al progetto "Piccole Isole", il personale specializzato studia le migrazioni dei passeracei dal Nord Europa al Sud Africa. L'attività del progetto si svolge dalla seconda metà di aprile sino alla prima metà del mese di maggio; in questo periodo è possibile osservare l'attività di inanellamento e registrazione dei dati degli uccelli (classificazione della specie, misurazione visiva della quantità di grasso, peso e dimensioni) svolta dal personale del centro. Ringraziamo tutto il personale per la cortesia dimostrata e la dovizia di particolari forniti, permettendoci di acquisire alcune informazioni riguardo alla fauna ornitologica come la Cannaiola, l'Averla grande, l'Averla Capirossa e il Luì piccolo.



    CUGLIERI

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    Cuglieri è situato su un colle nel versante occidentale del montiferru e sorge sul sito dell'antica città Romana Gurulis Nova
    E' un paese di 3700 abitanti situato nella Sardegna occidentale a 479 mt sul livello del mare.
    Le sue cordinate geografiche sono:40° 11' di lat. Nord e 8° 34' di long. Est.
    Confina a nord con Sennariolo e Scano Montiferro


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    STINTINO




    ll piccolo borgo marinaro di Stintino, ha visto la sua nascita nel 1885, quando gli abitanti dell'Asinara furono espropriati per la costruzione di un lazzaretto e di una colonia penale.

    Le 45 famiglie che fondarono Stintino erano in prevalenza di origine ligure e per la precisione di Camogli, qualche famiglia di origine ponzese e alcune sarde.



    Per la nascita del paese fu fondamentale la vicinanza alla Tonnara Saline e determinante per lo sviluppo socio economico del paese.
    Stintino è diventato comune autonomo il 10 Agosto 1988 e conserva tuttora le caratteristiche di borgo di pescatori, anche se l'attività della pesca si è notevolmente ridotta e il paese è diventato un rinomato centro turistico.




    Posto nell'estrema punta nord occidentale della Sardegna, Stintino si sviluppa intorno ad una profonda rada, con il porto per i pescherecci, e uno stretto fiordo, in sassarese isthintinu, che ha dato il nome all'abitato e che oggi ospita un porto turistico per le numerose imbarcazioni da diporto che vi giungono durante la lunga stagione turistica.




    L'ambiente circostante, caratterizzato da aree palustri e ampi tratti di macchia mediterranea, conserva meravigliosi panorami. A circa 15 km da Stintino si trova lo Stagno di Pilo, meravigliosa area protetta, circondata da dune di sabbia che ospitano giunchi e tamerici sorvolati da un gran numero di uccelli (tra i quali spiccano per bellezza i fenicotteri rosa) e da fauna selvatica.



    Le splendide spiagge di La Pelosa e delle Saline hanno fatto di Stintino una delle mete favorite dal turismo.
    Poco prima di arrivare a Stintino si incontra lo Stagno di Casaraccio e il complesso ottocentesco della Tonnara, ora trasformata in villaggio turistico.
    Sul lato orientale del promontorio, il mare turchese della Pelosa e, di fronte l'isolotto con l'omonima torre di origine aragonese, detta della finanza, edificata nel 1578 a difesa del litorale.




    Poco oltre si vede l'Isola Piana, usata in passato per il pascolo del bestiame che vi veniva portato con una caratteristica transumanza fatta con le barche da pesca. Sull'isola svetta con i suoi 18 metri di altezza la torre dell'Isola Piana edificata nel XVI secolo e restaurata nel 1931.
    Il litorale ovest aperto sul Mare di Sardegna vede delle splendide scogliere e diverse calette rocciose tra cui Coscia di Donna, Cala del Vapore.



    Da visitare a Stintino il Museo della Tonnara dove viene riproposta la storia della Tonnara Saline con numerosi filmati e foto, particolare la struttura del Museo che ricostruisce il labirinto della rete della tonnara.
    Numerose sono le manifestazioni religiose tra cui ricordiamo a Maggio la festa di Sant'Isidoro in Ercoli, dove esiste una piccola chiesetta di campagna.



    L'8 Settembre a Stintino si festeggia la Madonna della Difesa, patrona del Paese, e viene svolta una suggestiva processione a mare dove il simulacro della Vergine viene portato sulle barche dei pescatori dalla confraternita a Lei intitolata, così da ricordare ogni anno la traversata fatta nel 1885 con la Vergine dall'Asinara a Stintino.



    Lo stesso giorno viene svolto un Palio remiero che ricorda le gare che i vecchi tonnarotti facevano con le barche a remi per arrivare alla Tonnara, da qualche anno non vengono più utilizzate le vecchie barchette in legno dei pescatori, ma barche in vetroresina della categoria Gozzi Nazionali a Sedile Fisso, Stintino vanta l'unica Società di canottaggio a sedile fisso della Sardegna, la Società Canottieri Stintino regolarmente iscritta alla Federazione Nazionale.
    Verso la metà di Settembre si festeggia in località Pozzo S.Nicola, il patrono San Nicola, con eventi religiosi ma anche folkloristici e la tradizionale Sagra della pecora.



    La penisola di Stintino si protende nel mare dell'Isola dell'Asinara, da cui è separata da un braccio di mare poco profondo. Oltre all'Asinara, troviamo un'altra isola di dimensioni rilevanti (tra cui la già citata Isola Piana) e vari altri isolotti di poche decine di metri quadrati, ma interessanti dal punto di vista naturalistico; le coste sono sabbiose sul lato est e rocciose sul lato ovest con un'altezza variabile dai 10 ai 150 m.



    Il clima piuttosto arido ed i venti costanti non consentono un adeguato sviluppo forestale nel promontorio. La vegetazione presenta, dunque, tutte le specie tipiche della macchia bassa mediterranea, mentre è scarsa la presenza di Lecci, Olivastri e Ginepri che presentano tutti la tipica postura "distesa" delle piante sottoposte a venti forti per tutto l'anno. Nondimeno, il territorio rivela la presenza di numerose rarità floreali (Centaurea horrida, Erodium corsicum, Nananthea perpusilla). La parte più a sud è coltivata intensamente a grano: sin dai tempi dei romani la Nurra era conosciuta come uno dei migliori "granai dell'impero".



    Il resto della penisola è riservata a pascolo per ovini e bovini; nei tempi più antichi era quartiere di svernamento delle greggi che venivano a passare i mesi freddi dai monti del nuorese, e venivano effettuate delle vere e proprie "transumanze".






    stintino deve la sua notorietà soprattutto alle bianchissime spiagge di sabbia finissima che si affacciano su un mare che è davvero difficile da descrivere per gamma di colori e limpidezza delle acque. La stupenda spiaggia della Pelosa, in particolare, è una delle mete estive maggiormente visitate dai turisti. La posizione al riparo dai venti, fa sì che l'acqua sia sempre calma e limpida in qualsiasi periodo dell'anno. Quel che invece caratterizza il cosiddetto "mare di fuori", sul lato occidentale della costa, sono le rocce a strapiombo e le splendide calette con l'acqua color smeraldo.



    Il territorio di Stintino sorprende per i forti contrasti. Alla multiforme e stupenda costa, si contrappone l'aspro e assolato paesaggio dell'interno dove la tipica vegetazione mediterranea è un invito irresistibile per rilassanti passeggiate. Altri elementi di attrazione sono i nuraghi edificati nell'interno del promontorio e gli stagni salmastri, che ospitano una fauna unica per genere.




    * La Torre e la spiaggia della Pelosa
    Di fronte alla strepitosa spiaggia della Pelosa, dalla sabbia finissima e bianchissima e dalle acque smeraldine e trasparenti, sull'isola omonima sorge la Torre della Pelosa. Costruita sul finire del Cinquecento in pietre di scisto, la torre appare robusta nella sua forma troncoconica con un diametro di base di 16 m per un'altezza di 10 m. L'ingresso a 6 m di altezza immette alla camera interna coperta da una volta a fungo con un pilastro centrale.
    Di fronte all'isola Piana e dell'Asinara, nei pressi di Stintino, il paradiso della spiaggia della Pelosa domina il paesaggio con il candore del suo arenile e la trasparenza delle sue acque [continua...]
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    La Spiaggia de "La Pelosetta"
    La spiaggia de La Pelosetta è delimitata a nord da Capo Falcone. Presenta in larga misura scogli ed uno scarso arenile. La sua bellezza deriva dalla sua scenografica ubicazione di fronte all'isolotto della Pelosa [continua...]
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    La Spiaggia de "Il Gabbiano"
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    La Spiaggia de "L'Approdo"
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    La Spiaggia de "L'Ancora"
    * La Spiaggia de "La Torre"
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    La Valle della "Luna" (Biggiumarinu)
    * Cala Lupo
    Cala Lupo si trova nel comune di Stintino. E' raggiungibile con la strada provinciale 34 in direzione Stintino. Si seguono le indicazioni per la base nautica di Cala Lupo [continua...]
    * Punta Negra
    Punta Negra si trova a Stintino. È raggiungibile percorrendo la SP 34; prima di entrare nel centro del paese bisogna seguire le indicazioni per Cala Lupo ed arrivare alla baia che si trova vicino al Circolo della Vela [continua...]
    * Spiaggetta di "Azzena"
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    Valle dell'Asino
    * Tamerici
    Tamerici si trova a Stintino. E' raggiungibile, dopo aver percorrendo la strada provinciale 34 in direzione Stintino [continua...]
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    Punta d'Agliastroni
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    Le Tonnare
    * La Spiaggia de "Le Saline"
    La spiaggia de Le Saline è un'ampia cala che si affaccia vicino alle strutture delle saline sfruttate fin dal XIII secolo dai monaci di Santa Maria di Tergu [continua...]
    * Pazzona
    La spiaggia di Pazzona è ricoperta da frammenti di quarzo e ghiaia sottile chiara, incorniciata da dune di sabbia conquistate da una bassa vegetazione, e lambita da un mare dalle belle tonalità d'azzurro

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    Punta d'Elice
    * Ezzi Mannu
    Ezzi Mannu si trova nella località omonima, nel comune di Stintino. E' raggiungibile percorrendo la SP 34 in direzione Stintino [continua...]
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    Marina di Unia
    * Cala di Coscia di Donna
    La Cala Coscia di Donna si trova nella località omonima, nel comune di Stintino. È raggiungibile percorrendo la SP 34 in direzione Stintino [continua...]
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    Cala Porto Pruna
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    Cala del Francese
    * L'isola Piana
    Di fronte alla Pelosa, la principali spiaggia di Stintino, si ammira l'isola Piana, raggiungibile anche a nuoto. L'isola assolutamente piatta e sovrastata dalla torre spagnola detta torre della Finanza che si trova dalla parte dello stretto di Fornelli e guarda verso l'Asinara, era un tempo di proprietà della famiglia Berlinguer ed è stata donata allo Stato italiano a condizione che venga conservata allo stato naturale.





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    Sassari (SS) | Veduta quartiere vecchio

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    COSTA SMERALDA

    Costa Smeralda è una zona costiera 55 km a lungo nel nord della Sardegna . E 'circondata da alcune belle spiagge diffondendo una vasta area. Le spiagge in questa regione sono molto affascinanti e circondato da villaggi che sono costruiti secondo il piano urbano organizzato.

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    Costa-Smeralda

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    CAPO CACCIA

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