TE'

tutto quello che c'e da sapere..

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  1. gheagabry
     
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    le torte fatte a forma di teiera..............con un buon tè sono l'ideale

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  2. ZIALAILA
     
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    Il tè arriva per la prima volta nel vecchio continente con una nave olandese.
    Fu infatti nel 1610 che per la prima volta le verdi e profumate foglioline di tè arrivarono in Europa, senza peraltro riscuotere successo.
    Fu solo verso il 1650 che il tè giunse in Inghilterra - all'epoca forte consumatore di caffè - e che lentamente divenne, grazie anche alla sua diffusione presso le classi nobili, la bevanda nazionale.
    Prima di giungere in Europa, il tè era già conosciuto nei paesi del medio oriente, dove le popolazioni sono ancora molto legate al consumo di questa bevanda.

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    Il popolo dei Tuareg ha per questa bevanda una particolare predilezione : il tè è generalmente servito alla fine di ogni pasto, in modo particolare dopo il pasto serale. I Tuareg sono soliti consumare tè verde - spesso aromatizzato con foglie di menta - che fanno bollire per tre volte con lo scopo di ottenere una bevanda sempre più delicata. Al termine di ogni ebollizione il tè viene alternativamente travasato in due caraffe, facendolo cadere dall'alto in modo da formare un'abbondante schiuma.
    I Tuareg sono soliti dire che la prima infusione - forte e scura - è dura come la morte, la seconda è forte come la vita e la terza - più delicata e leggera - è dolce come l'amore


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    La cultura del tè è molto diffusa e radicata anche in Russia. Il tè arrivò per la prima volta nel paese nel 1618, quando lo Zar Alexis ricevette in dono le foglioline dall'Imperatore della Cina. Più tardi, con l'aumentare dei consumi e della sua diffusione, il tè divenne una ricercata merce di scambio. La Zarina Elisabetta organizzava addirittura lunghe spedizioni di carovane dalla Cina con lo scopo di approvvigionarsi delle preziose foglie di tè. In Russia il consumo del tè è ancora oggi un importante aspetto sociale: ovunque nel paese sono diffuse le Chai-Naya, cioè le case da tè .
    Il consumo del tè in Russia è strettamente legato al caratteristico samovar - un particolare bollitore di rame o di ottone che risale al XVII secolo - sopra il quale si trova una teiera contenente tè molto concentrato. Si versa circa un quarto di tè concentrato nella tazza - spesso anche in un bicchiere di vetro con il manico d'argento - e si riempie con l'acqua bollente prelevata dal rubinetto del samovar. Il modo tipico di bere il tè consiste nel mettere in bocca una zolletta di zucchero o un cucchiaino di marmellata, seguito da un sorso di tè, al quale è talvolta aggiunta una fetta di limone.



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    L'Inghilterra è il paese che più di ogni altro ha condizionato la cultura del tè di tutti gli altri paesi europei. Provengono infatti dalla cultura inglese, l'abitudine di aggiungere il latte al tè e il five o'clock tea, un'usanza che trae origine dalle classi nobili inglesi, ancora oggi considerata come regola fondamentale per coloro che apprezzano consumare il tè alla moda inglese. Il consumo in Inghilterra riguarda quasi esclusivamente il tè nero, un'abitudine che condizionerà la diffusione del tè in tutti gli altri paesi d'Europa, così come il modo di preparare la bevanda. Nonostante in Inghilterra non esista una cerimonia formale del tè - come accade invece nei paesi orientali - il “rito” del five o'clock tea prevede regole sia per la preparazione del tè, sia per i cibi da servire con la bevanda e certi modi comportamentali.



    da : WWW.DIWINETASTE.COM

    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 18:53
     
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  3. ZIALAILA
     
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    Il the' matcha




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    Il Te' Matcha è un Tè giapponese in polvere, ottenuto dalle foglie più pregiate di Te' verde. E' l'unico esempio di Te' in cui le foglie non vengono filtrate bensì dissolte nell'acqua. Per questo è una bevanda estremamente salutare che mantiene inalterate tutte le proprietà della pianta.

    Usato principalmente nella tradizionale cerimonia del tè. Le foglie vengono cotte al vapore, asciugate e ridotte in polvere finissima; ce ne sono due tipi, il koicha (spesso) che proviene da piante di età superiore a 30 anni, e il usucha (sottile) che proviene da piante di età inferiore ai 30 anni.

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    La cerimonia del te' giapponese, di origine buddista, si chiama " Cha no yu " ovvero " acqua calda per il te' ".

    Ancora oggi praticata con perfezione da alcune persone, rappresenta l' arte e lo stile di vita giapponese .

    Secondo regola, viene svolta in un padiglione riservato ad essa, il " chashitsu ". Si tratta di un locale arredato in maniera molto sobria a cui si accede da un giardino generalmente molto coreografico. Al suo interno, in centro, c' e' il focolare su cui viene posto il bollitore dell' acqua.

    In questa stanza, con un lungo rituale fatto di movenze lente e studiate, si prepara e si offre agli ospiti il te' Matcha (te' in polvere ottenuto da foglie di Gyokuro).

    Questo viene preparato nella tradizionale " cha-wan " (tazza per il te') con l' apposito " cha-sen " (frustino in bambu) dopo essere stato prelevato in giusta dose con il " cha-saku " (cucchiaio) dalla " cha-ire " (scatola per il te').

    link



    Assaggiare il Matcha e' forse l' unico modo per capire veramente qual' e' il gusto del te'.



    I Tè verdi in foglia contengono naturalmente molti antiossidanti e vitamine. Il vantaggio del Matcha è che le foglie non vengono filtrate ma bevute, per cui le concentrazioni sono notevolmente maggiori.


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    COME SI PREPARA ½ cucchiaino di Te' e dell'acqua non troppo calda (circa 70°) in una ciotola media. Battere il composto con il classico frustino in bambù o con la frusta usata per montare le uova. Quando sulla superficie affiora una delicata schiuma color verde giada, il Te' è pronto.

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    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 19:02
     
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    Gabry, Giulia grazie ho imparato cose che non conoscevo, specie le leggende che non conoscevo :17.gif:
     
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  6. gheagabry
     
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    "Nella Cerimonia del tè giapponese la teiera canta delicatamente, come l'eco attutita dalle nuvole, una lontana cascata, il sospiro dei pini o un mare che in lontananza si rompe sugli scogli."

    Le Teiere giapponesi


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    Le teiere in ghisa si utilizzano e si producono in varie parti dell'Asia, ma quelle giapponesi (TETSUBIN) sono uniche ed eccezionali.


    La teiera in ghisa venne introdotta in Giappone per preparare il tè in foglie (mentre la cerimonia del tè giapponese utilizza il tè Mat-Cha in polvere) e la zona di produzione più rinomata è la prefettura di MORIOKA dove ha sede la manifattura IWACHU, che tramanda una tradizione secolare.

    Queste teiere, bellissime e molto resistenti, si producono colando il ferro fuso in stampi e la loro lavorazione annovera 64-68 passaggi, quasi tutti eseguiti a mano e controllati da un maestro artigiano detto KAMASHI. Occorrono 15 anni per essere qualificati come artigiani creatori di tetsubin e anche 40 per diventare Kamashi!


    (dal web)






    Le foglie del tè devono piegarsi
    come gli stivali di cuoio dei cavalieri tartari,
    torcersi come le cerca di un poderoso bue,
    svolgersi come la nebbia che sale dai fossati,

    luccicare come un lago sfiorato dallo zefiro.

    Luwuh VIII secolo



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 19:07
     
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  7. gheagabry
     
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    Il tè si beve per dimenticare il frastuono del mondo.
    T'ien Yiheng



    L'acqua giusta per il tè

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    Kin Lung, famoso imperatore della dinastia Ching, è diventato celebre per l'amore che nutriva nei confronti del tè. Viaggiò in tutta la Cina gustandone ogni varietà e cercando di capire quale fosse l'acqua da cui si ottenevano i tè migliori. Ordinò la fabbricazione di un cucchiaio d'argento perché servisse come unità di misura e misurò tutti i campioni, li classificò in base al peso e stabilì che più l'acqua era leggera, o meno densa, più gustoso era il tè.
    Sono stati proprio i suoi studi a dimostrare l'importanza dell'acqua: il tè riesce ad esprimere le sue massime potenzialità solo quando è lasciato in infusione nell'acqua giusta.

    Per preparare un buon tè, la qualità dell’acqua è importante quanto la qualità delle foglie. È indispensabile che i due elementi si armonizzino tra loro: solo così le sostanze solubili del tè possono liberarsi nella tazza sprigionando in pieno fragranza e colore.
    Secondo gli antichi maestri del tè, l’acqua migliore era quella di montagna.



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 20:04
     
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  8. gheagabry
     
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    ill. Ray Caesar



    Il chiaro di luna sulle colline
    Si riflette sul mio balcone
    Attraverso il bosco
    dondola la lanterna
    folate di fumo salgono dal cammino
    mi accingo a prendere il tè

    Zheng Banjiao



    Da "Appunti sul tè" di Raci

    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 20:07
     
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  9. gheagabry
     
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    Il tè è un’opera d’arte,
    e solo la mano di un maestro
    può renderne manifeste le qualità più nobili.

    Okakura Kakuzō, Il libro del tè, 1906



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 20:11
     
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  10. gheagabry
     
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    Il primo infuso è per il gusto.
    Il secondo infuso è per il piacere.
    Il terzo infuso è per l’occhio.
    Il quarto infuso è per il rilassamento.
    (Proverbio Cinese)


    IL TEA COREANO

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    ll coreano e fermentato tè Don affonda le radici nella diffusione del buddismo dalla Cina. Il nome Don deriva dalla parola coreana che indica la forma di una moneta di ottone, tonda e piatta con un foro nel mezzo.
    Il tè coreano è raro, quasi sconosciuto. Negli ultimi anni nel mondo si è diffuso un nuovo interesse per il tè. La gente in Europa o in Nord America ha scoperto i benefici che il tè offre per la salute e ha sviluppato un gusto per i tè bianchi o verdi, per gli oolong, e per i tè Pu-erh. Negozi specializzati nel tè a Parigi, Londra o New York spesso hanno centinaia di tipi di tè, provenienti da molti paesi. Eppure il tè coreano manca quasi completamente dai loro elenchi. Sul tè sono stati pubblicati molti libri, spesso con belle illustrazioni. Ma, abbastanza di frequente, non vi si fa menzione della Corea, perfino in un libro intitolato “Tea in the East” (Tè in Oriente). Un altro libro chiamato “La vera storia del tè” non fa parola del tè coreano fin quasi verso la fine e poi ne accenna brevemente.
    È molto importante che le autorità coreane incoraggino la piantagione di campi di tè. Per far crescere una pianta di tè ci vogliono vari anni, i campi producono germogli utilizzabili per un breve periodo, e le piante hanno bisogno di sarchiatura, potatura e di cure costanti.
    Il tè coltivato in Corea è il tè verde, molto diverso da quello che si produce in India. La principale differenza fra il tè verde e quello indiano è che le foglie del tè verde non si ossidano. Un’altra differenza molto importante è la temperatura dell’acqua con la quale si prepara il tè. Mentre per il tè indiano l’acqua deve essere praticamente sul punto di bollire, per il tè verde la temperatura dell’acqua deve essere molto inferiore, attorno ai 70 gradi. Per alcune qualità di tè verde deve essere ancora inferiore, addirittura attorno ai 30 gradi. Si prepara il tè con foglie piccolissime, appena spuntate, asciugate un giorno o due prima su un fuoco di legna. L’acqua per la preparazione del tè è presa da una fonte che sgorgano. Questo tè è usato in particolare per le sue capacità curative in quanto considerato efficace nel favorire la disintossicazione, migliorare la vista e abbassare la febbre.

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    In Corea l'usanza di bere il tè sembra essere stata introdotta tra il VI e VII secolo d.C. grazie ai dei monaci buddisti di ritorno dalla Cina. Negli antichi testi storici Samguk-yusa e Samguk-sagi si narra che la regina Sŏndŏk di Silla beveva tè e che il re Munmu nel 661 ordinò che il tè fosse usato durante le offerte cerimoniali. Il re Sinmun consigliava l'uso del tè per purificare la mente, mentre il re Heundok avrebbe ottenuto semi di tè dalla Cina Tang nell'828, e questi potrebbero non essere stati i primi semi di tè arrivati in Corea. Durante il periodo Koryŏ, dal X al XIII secolo, il tè fu argomento di alcune delle poesie più antiche pervenute fino a noi.
    La cultura del tè si identificava profondamente con il buddismo, tanto che, quando la dinastia Yi decise di sostituire il buddismo con il confucianesimo nel XIV secolo, non solo vennero distrutti la maggior parte dei templi, ma fu anche proibito bere il tè. Per secoli vi furono pochi segni della cultura del tè, fino a che il grande studioso Tasan.
    Nei primi anni del XIX secolo un giovane monaco buddista, Ch’o Ŭi, gli fece visita e per vari mesi bevvero il tè assieme. Ch'o Ŭi fu poi il primo dei grandi restauratori della cerimonia del tè in Corea: costruì in seguito un suo rifugio chiamato Ilchi-am sopra il tempio, ora noto come Taehung-sa presso Haenam, nel sud della Corea, dove visse per molti anni coltivando la “via del tè”. Alla morte di Tasan, Ch'o Ui compose il Tongdasong, un grande poema a celebrazione del tè.
    Nonostante l'esempio di Ch'o Ŭi la “via del tè” restò quasi sconosciuta in Corea. Solo di recente, fu ripresa grazie agli sforzi di un altro monaco, il venerabile Hyo Dang, Ch'oi Pom-sul, che fondò varie scuole e un'università dopo il 1945.

    ..la cerimonia..

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    L'acqua usata per il tè deve essere “pura acqua di fonte”. Tradizionalmente l'acqua deve essere fatta bollire in una cuccuma su un fuoco di carbone acceso in un piccolo braciere nella stanza. Vi sono molte poesie che parlano del borbottio dell'acqua mentre si avvicina alla temperatura giusta, quando

    “emette un suono come il vento
    che mormora fra i bambù o fra i pini”.


    Una persona presiede alla cerimonia, preparandolo e servendolo. Una prima quantità di acqua calda viene versata nella ciotola più grande e poi versata nella teiera vuota; serve per scaldare la teiera, viene poi versata nelle tazze per scaldarle. Una seconda quantità d'acqua viene lasciata raffreddare un po' mentre si mette nella teiera un cucchiaio di tè.

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    Quando l'acqua si è raffreddata a sufficienza, viene versata nella teiera. L'acqua che si era versata nelle tazze per scaldarle viene gettata via. Il tè viene lasciato nella teiera da due a tre minuti. Il tè viene poi versato direttamente nelle tazze, un poco alla volta, avanti e indietro, in modo da diffondere equamente il tè più forte che emerge dal fondo della teiera. Nella teiera non deve restare acqua perché altrimenti prenderebbe un gusto amaro.
    Il tè coreano viene di solito bevuto tenendo la coppa in entrambe le mani. Il primo passo è quello di osservare il colore del tè, il secondo quello di inalarne la fragranza, il terzo di assaggiarlo con la lingua, il quarto quello di seguirne il gusto in gola e infine rimane in bocca un retrogusto da apprezzare.
    L'acqua del secondo giro può essere un poco più calda di quella del primo, dato che le foglie sono ammorbidite, l'acqua vi deve rimanere solo per un breve momento. Il tè viene poi versato nella ciotola grande, che viene poi passata in giro per permettere a ciascuno di servirsi da sé. Si dice che il tè verde raggiunga il massimo del suo gusto dopo averlo servito per tre volte, ma un tè molto pregiato può sopportare bene anche quattro o cinque giri.
    (tratto da “A Brief History of Tea”, uno studio molto completo pubblicato in Internet da Brother Anthony)

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    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 17:44
     
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  11. gheagabry
     
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    Un mercante fiorentino dell’epoca rinascimentale, Francesco Carletti (1573 – 1636), fu uno dei primi italiani a recarsi nel Sol Levante e a descriverne gli usi e i costumi. L’uomo, dedito anche alla tratta degli schiavi, percorse gran parte del mondo allora noto, dandone notizia nei suoi "Ragionamenti". In una delle sue peregrinazioni conobbe il tè, all’epoca bevanda giapponese per eccellenza; lo colpì soprattutto perle proprietà mediche e il suo valore sociale:

    "[…] mai non si guasta una certa lor foglia, che chiamano Cià, ovvero The, che viene prodotta da una pianta simile a quella del Bossolo, salvo che ha le foglie tre volte più grandi, e si mantiene verde tutto l’anno; e fa il suo fiore odorifero in forma di rose dommaschine [: con un aspetto simile al damasco]. Delle foglie ne fanno polvere, che poi posta in acqua calda, che di continuo tengono al fuoco per questo effetto, beono quell’acqua più che per uso di medicina, che per gusto, essendo di sapore amaragnolo, benche lascia poi la bocca buona, ed a chi usa berne fa buonissimo effetto. Giova assai a quelli ch’hanno debolezza di stomaco, e ajuta maravigliosamente alla digestione, e spezialmente è ottima a levare, ed impedire i vapori, che non vadano alla testa, ed infatti il berne dopo cena leva il sonno. Perciò il suo uso è berla subito dopo aver mangiato, e massime quando uno si sente carico dal vino. L’uso di bere questo Cià infra Giapponesi è tanto, e tale, che non s’entra mai in casa di nessuno, che non sia offerto amichevolmente, e quasi per creanza, costumandosi da loro (essendo offerto abitualmente) per onorare gli ospiti amici, siccome [: così come] s’usa ne’ paesi di Fiandra, e di Germania di offerire il Vino. […]"

    (Francesco Carletti, "Ragionamenti")




    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 17:35
     
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  12. gheagabry
     
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    “Bere tè di roccia,
    è il primo passo verso l’eternità”

    (Zhu Xi)


    DA HONG PAO



    Da Hong Pao, noto anche come tè dei Ming, è la varietà più costosa del mondo. E' coltivata in un piccolo appezzamento della provincia orientale di Fujan, sui monti Wu Yi, in Cina, noti un tempo come i giardini della dinastia di imperatori.
    Si tratta di oolong tea, scuro fortemente ossidato. La caratteristica peculiare e distintiva dei Wuyi Yan Cha è il loro sapore minerale, conferitogli dal suolo e dalle rupi circostanti, è ricco, complesso e profondo. A seconda della varietà di piante utilizzate e dell’ambiente in cui crescono, il sapore minerale e tostato è arricchito da note floreali, fruttate e da un aroma che può ricordare l’odore del legno e il sapore dei frutti a guscio, come le nocciole.
    Essendo, fra i tè oolong, quello tostato maggiormente, i Yan Cha appena prodotti possono risultare molto forti, quasi pungenti, al palato. Il sapore acuto e appallante diminuiscono con l’invecchiamento. II sapore dei tè Yan Cha di prima qualità è migliore se si aspettano un paio d’anni prima di consumarlo.

    Il “fascino roccioso, rugoso” tipico dei tè di roccia è dovuto al terreno ricco della zona, dalla raccolta e dalla tradizionale lavorazione. A marzo quando vapore e umidità ricoprono i piccoli germogli inizia il raccolto, sempre se non piove o non gela. Il tè raccolto in diversi momenti della giornata o in diverse condizioni climatiche darà risultati molto diversi. Tradizionalmente sui monti Wuyi le piante si riproducevano in maniera sessuata ma nelle piantagioni moderne ormai sono quasi tutte piante trapiantate da talee in modo asessuato.
    Talee vengono prese dalle piante originali per la produzione di gradi simili di tè da piante geneticamente identiche. Variazioni gusto dipendono dalla lavorazione, dalle differenze nel terreno, e la posizione di queste piante di nuova generazione vengono usati per la classificazione della qualità di tè di Da Hong Pao.
    Nonostante i tentativi di coltivarlo in Inghilterra o in altri luoghi in Cina, o in altri paesi di forti bevitori di tè, non danno esisto positivo perché il sapore è condizionato dall’ambiente e risulta molto diverso dall’originale.

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    Costa quasi 1.300 euro per singolo grammo, e di conseguenza quasi 9,000 alla tazza. In pratica 30 volte più dell’equivalente peso in oro. Esistono varietà meno costose di Da Hong Pao, in vendita anche per 100 dollari al chilo (ammappa), ma se le foglie provengono dai 6 alberi che furono originariamente piantati per servire gli imperatori Ming, il prezzo sale vertiginosamente. Nell’ultimo anno la quotazione è più che decuplicata, inserendo il Da Hong Pao nella ristretta schiera di bevande e alimenti — lo champagne francese, il caviale russo o persiano, il tartufo piemontese. Diventato oramai uno status symbol, molti cinesi benestanti sono disposti a pagare una fortuna per averlo, per non conoscendo neanche il sapore dello Wuyi Yan Cha originale.
    L'autentico Wuyi Yan Cha è prodotto nella regione del monte Wuyi, patrimonio naturale dell'UNESCO. La valle del fiume Nove Pieghe (Nine Bend River) è circondata da una foresta subtropicale pressoché intatta e da rupi lisce di color marrone scuro, quasi nero. Le piante di tè crescono in strette valli, a ridosso delle rupi, su un suolo ricco di minerali.

    Grazie alla sua elevata qualità, il tè del Da Hong Pao è solitamente riservato per gli ospiti d'onore in Cina.
    Fra i tè di roccia più famosi ci sono la Cresta di gallo bianco, l’Arhat di ferro, La Tartaruga d’acqua dorata e il Da Hong Pao o Ampia Veste Rossa.

    "L'odore del Da Hong Pao ricorda
    il melone con dolci note di litchi e castagno sullo sfondo"



    …storia, miti e leggende…

    Sui monti Wu Yi si produce tè da oltre un millennio. Dall’ XI al XVI secolo, quando il tè oolong non era ancora stato inventato, su queste montagne c’era una azienda di proprietà imperiale che produceva tè verde per la corte. Nel XVII secolo, sotto la spinta della domanda di esportazione dall’Europa, la produzione di tè oolong aumentò notevolmente. Al tempo Wuyi era conosciuto in Inghilterra col nome di Bohea e il tè importato da questa regione veniva chiamato tè nero. Tuttavia il tè nero, così come lo conosciamo oggi, sarebbe stato inventato solo dopo alcuni secoli.

    Da Hong Pao significa letteralmente “Grande abito rosso”. Secondo la leggenda, nel 1385, durante la dinastia Ming, uno studioso di nome Ju Zi Ding era sulla strada per andare a sostenere l'esame imperiale. Questo esame era a quel tempo il percorso principale che portava alla carriera da ufficiale. Purtroppo sulla strada per gli esami lo studioso si ammalò, e una volta arrivato a Wuyishan non era più in grado di continuare il suo viaggio. Per fortuna passava da quelle parti un monaco proveniente dal tempio chiamato “Tian Yong Xin" e, vedendolo sofferente, gli servì un tè speciale con effetti curativi. Ju Zi Ding guarì in fretta e riuscì a sostenere gli esami in tempo. Una volta superato l'esame con il punteggio più alto, fu premiato con un abito imperiale di colore rosso scarlatto. Gli studiosi con i punteggi più alti erano chiamati “Zhuan Yuan" e avevano una carriera promettente ottenendo alte posizioni ufficiali e diventando consiglieri dell'imperatore. L'umile studioso fu così riconoscente che viaggiò nuovamente per visitare il monaco, in modo da poterlo ringraziare e chiedergli dove avesse preso il tè che lo aveva guarito. Una volta arrivati alle piante di tè, Ju Zi Ding prese il suo abito rosso e per la gratitudine lo avvolse 3 volte attorno al cespuglio del tè e ne raccolse un po' in un barattolo per portarlo a palazzo. Da allora il tè è chiamato Da Hong Pao, che significa “grande abito rosso".

    Un'altra leggenda narra che un giorno uno studioso scoprì che la madre dell'imperatore, già malata da tempo, si trovava in un cattivo stato di salute. Dopo che più di un centinaio di medici avevano provato a curarla, ma con scarsi risultati, lo studioso si cimentò nell'impresa svelando il suo barattolo di tè oolong da usare come medicinale. Dopo aver consumato la bevanda per qualche giorno, la madre dell'imperatore iniziò a sentirsi meglio e le sue condizioni di salute migliorarono gradualmente. L'imperatore ordinò allora ai suoi servi andare in visita alle coltivazioni da cui proveniva questa pianta di tè, e rendere a quei cespugli omaggio ufficiale da parte della famiglia imperiale. In seguito l'imperatore ordinò che questa visita fosse fatta annualmente, e i servi dovevano indossare le loro toghe rosse: da qui nacque la tradizione per cui, una volta arrivati alle piantagioni, i servi togliessero le loro tonache rosse e le appendessero sopra i cespugli di tè, in modo da rendergli onore. Sei di questi cespugli originali, che crescono su una roccia sui monti Wuyi, da un riferimento risalente alla dinastia Song, sopravvivono ancora oggi e sono venerati. Questi storici cespugli che secondo la tradizione verrebbero protetti da fate taoiste e nutriti solo dalle acque di piogge e ruscelli, produrrebbero circa mezzo chilo di tè all’anno. I monaci del tempio tenevano segreta la ricetta della lavorazione di questo tè, che veniva usato durante le lunghe meditazioni. Questi cespugli avrebbero più di 360 anni grazie al suolo ricco di minerali.

    E’ dalla regione sui monti Wuyi, che arrivano e nascono tutti i tè ossidati di Cina, e fin dai primi tempi il successo produttivo richiamò moltissimi lavoratori migranti dalle regioni limitrofe. Il tè portò prosperità, e molti villaggi si arricchirono grazie al commercio del tè. Come ad esempio il villaggio di Shing che vantava moltissimi templi dedicati a Man Tsu, divinità protettrice del mare e dei navigatori. "Ma come si spiega il fatto che un villaggio di montagna dedichi templi alle divinità marine? Molto semplice, il tè all’epoca veniva trasportato in Occidente via mare e quindi la ricchezza del villaggio dipendeva dalla fortuna del lungo viaggio in mare, il carico necessitava di protezione divina."
    Secondo studi recenti il Do Hang Pao in origine era una miscela composta da tre diverse varietà che i contadini del luogo nominarono ampia veste rossa un pò come un marchio di fabbrica che identificava i tè di Wuyi.


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    Si dice spesso dei tè di Wuyi che la prima tazza ricorda il ginseng, la seconda rappresenta il tè come dovrebbe essere, la terza esprime purezza e la quarta è ancora ottima. Il Do hang pao è meglio prepararlo con la tecnica gong fu in una teiera di argilla dedicata o porcellana, le foglie dovrebbero riempire un terzo della teiera, acqua a 95°C.

    Prima infusione-40 secondi
    Seconda infusione-20 secondi
    Terza infusione-40 secondi
    Quarta infusione-90 secondi
    Quinta infusione-180 secondi


    Le foglie sono grandi ed intere, brune e leggermente arricciate, ma quando sono bagnate alcune si rivelano verdi e poco ossidate. Il corpo è dolce e morbido, corposo dal carattere unico ma con delicatezza.
    Gli aromi sono: profumo di tostatura di caffè, cacao e paglia di riso. Mou e caramello aromatico con note di legno bagnato, pizzico di noce moscata, frutta molto matura. Senza alcuna astringenza o tannino, è un tè unico dai sentori complessi che cambia ad ogni sorso. L’ultima tazza è quasi sempre più pepata.



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 17:33
     
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    HAUNG MEI GUI



    Huang Mei Gui significa Rosa Gialla ed è caratterizzato da accattivanti sentori di frutta e fiori. Le foglie vengono tostate a bassa temperatura al fine di preservare la loro eccellente fragranza floreale. Come al solito, scaldiamo il gaiwan, mettiamo le foglie nella tazza, copriamo con il coperchio e scuotiamo per lasciare agli gli olii essenziali di emanare il loro profumo. Le prime note affumicate affiorano e l'odore ci ricorda i frutti di bosco, con una preponderanza di mirtillo. Il sapore della prima infusione è abbastanza forte e tostato, leggermente amaro, ma con un eccezionale sentore di agrumi che richiama frutti come l'arancia, che si sposta lentamente verso un gradevole profumo di gelsomino. La seconda e terza infusione mantengono le aspettative, nonostante siano caratterizzate da una sensazione di leggera astringenza. L'ultima infusione è la più delicata, ancora leggermente fragrante e burrosa, con la stessa sensazione di quel fiore bianco emerso con la prima infusione.
    Il Huang Mei Gui è un tè aromatico che si adatta molto bene alla fine dell'inverno, per la sua capacità “di spostare la mente verso l'imminente primavera."



    Spiccano note affumicate, poiché è cotto tre volte su ceneri di legno per un totale di 30 ore, piuttosto a lungo! L'odore ricorda il melone con dolci note di litchi e castagno sullo sfondo. La prima infusione rivela tutta la sua solida struttura del corpo, con note tostate di frutti maturi e una predominante e stimolante amarezza.
    La seconda infusione è più delicata, e la sensazione in bocca è pulita e meno astringente, con la tipica dolcezza del miele grezzo bilanciata dalla consistenza minerale. Struttura e retrogusto persistente sono ancora presenti nella terza e quarta infusione, rendendo questo Da Hong Pao un tè eccellente per un'esperienza eccezionale.


    Il viaggio inizia in Cina, nella regione dello Yunnan, il “paese dell’eterna primavera”. È da questo luogo collocato a sud del continente orientale che nasce la prima varietà di tè, quella del Pu erh. Qui, su un altopiano a 1500 metri d’altitudine, sono cresciuti gli originari alberi da tè, il più vecchio dei quali ha 1700 anni. Il commercio del Pu erh si sviluppò durante la dinastia Tang, in un’epoca che va dal 600 al 900 a.C. Una storia millenaria che ha attraversato i secoli ed è giunta a noi regalandoci una cultura immensa fatta di rituali, tradizioni e arte. Una cultura che spesso non si conosce.

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    «Il tè per i cinesi è come il pane». L’aspetto interessante riguarda la profonda cultura che si cela dentro a quelle foglie. Nella regione cinese ci sono piante millenarie che vengono celebrate ogni anno con riti tradizionali diversi da etnia a
    etnia. Per ogni occasione c’è una ritualità specifica. Il tè dei 3 tesori, per esempio, preparato dell’etnia Bai, allude a una splendida rappresentazione della vita.

    «C’è il tè amaro, il tè dolce e il tè aromatico. Il primo tè, quello più amaro, viene anche chiamato tè tostato. Il suo
    gusto è decisamente amaro, ma poi al palato lascia un retrogusto dolce e piacevole; si tratta di un tè verde tostato in padella prima di essere messo in infusione, dal colore piuttosto scuro, quasi marrone, ottimo come rinfrescante.
    Il secondo tè è l’infusione di noci a fette, formaggio di burro dello Yunnan, zucchero rosso, miele e zenzero. È una bevanda energizzante che tiene alto lo spirito. La terza infusione è spesso segreta e risulta pungente e speziata al palato. È preparata con bacche rosse del Sichuan ed altre prelibatezze locali, il cui scopo è lasciare la bocca pulita e rinfrescata. Questa bevanda ha un significato simbolico: rappresenta la vita che spesso inizia difficile, poi vivendo
    appare dolce e termina con la morte che lascia meravigliosi ricordi e accompagna l’aldilà».


    Il tè, e in particolar modo il Pu erh, è riconosciuto come una bevanda preziosa per il nostro benessere psico-fisico, con virtù e poteri curativi.

    Il Pu erh, la prima varietà di tè che sia stata prodotta in tutta la Cina. Si può definire come il tè della longevità. Ha un retrogusto particolare che sa di terra bagnata e non ricorda nessun altra bevanda. Un gusto ancestrale, legato
    alla terra. Per questa sua caratteristica è l’unico tè che si può lasciare invecchiare, proprio come un vino.



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 17:30
     
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  14. gheagabry
     
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    Una tazza di tè per “Il maestro del tè”

    di Yasushi Inoue



    […] Dovevano essere circa le due del pomeriggio quando presi posto nella stanza del tè, e vi restai sino a quando gli arbusti del giardino si furono totalmente confusi nell’oscurità. Passai là un pomeriggio molto felice, dimentico del tempo che scorreva.
    Ero già penetrato altre volte in questa stanza, in qualità di assistente del Maestro Rikyû, quand’era ancora vivo; nulla era cambiato da allora: il rotolo appeso al muro, calligrafia del principe Son-En-Po, la tazza da tè conica, il suo braciere preferito, il cui piacevole e incessante crepitìo mi ricordava il mormorio del vento… Era proprio quella la stanza del tè di Tôyôbô, conosciuto da sempre come un fine collezionista.
    Mi offrì un tè eccellente; mi parve di vivere un sogno. Dopo di ciò, prese una tazza da tè che il Maestro Rikyû gli aveva donato e la sistemò dinanzi a me. Mi sentii riconoscente e molto onorato della sua benevola sollecitudine: ebbi l’impressione di trovarmi davanti al Maestro Rikyû.
    Ricoperta da un bello smalto nero, era una tazza elegante e convessa della miglior fattura. Da quanti anni non toccavo quella tazza? Chôjirô, il vasaio che l’aveva foggiata, era morto due anni prima del Maestro Rikyû; ho io stesso qualche ricordo legato a questa tazza nera… ero felice che ora fosse tra le mani di Tôyôbô.
    (traduzione dalla versione francese, Le Maître de thé, ed. Livre de Poche)


    www.bibliotecagiapponese.it/la-stanza-del-te/



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 17:24
     
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  15. gheagabry
     
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    […] Secondo la leggenda, il tè ebbe origine con Daruma, fondatore della setta Zen del Buddhismo. Si narra che egli abbia viaggiato dell’India alla Cina portando con sé la sacra ciotola dei patriarchi. Al “Buddha bianco”, com’era chiamato dai Cinesi, venne dato asilo in un tempio collocato in una grotta, in montagna, dove rimase a meditare per nove anni, guadagnandosi il titolo di “santo che guarda fisso”. Durante una delle sue meditazioni si addormentò. Quando si risvegliò era così dispiaciuto che si tagliò le palpebre, per essere sicuro che mai più avrebbe commesso una simile trasgressione. Nel punto in cui erano cadute le sue palpebre, crebbe dal suolo una strana pianta, le cui foglie avevano la proprietà di scacciare il sonno. Il germe del Chanoyu* era stato gettato – la meditazione!

    Julia V. Nakamura, La cerimonia del tè. Un’intepretazione per occidentali

    * Chanoyu significa letteralmente “acqua calda per il tè”, ed è l’espressione con cui di solito si designa la cerimonia del tè.



    Edited by gheagabry1 - 20/1/2023, 17:23
     
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