GIPO FARASSINO

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  1. tomiva57
     
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    Gipo Farassino


    Giuseppe Farassino, detto Gipo (Torino, 11 marzo 1934 – Torino, 11 dicembre 2013), è stato un cantautore, attore e politico italiano.



    Biografia

    Spesso sottovalutato o relegato alla canzone dialettale[senza fonte], Farassino è senza dubbio una delle figure più rilevanti della canzone d'autore italiana (oltre che un caposcuola della canzone torinese): interprete e autore di canzoni cantate in lingua piemontese, ha anche scritto molte canzoni in lingua italiana, spesso venate di ironica e struggente malinconia e con musiche a volte legate alla tradizione francese, degne di figurare tra le migliori canzoni d'autore italiane (ricordiamo Avere un amico, Remo la barca o Ballata per un eroe).

    Nel repertorio in piemontese si è spesso avvicinato al cabaret e all'umorismo: nei suoi anni migliori, con le sue canzoni, ha cantato le miserie e le nobiltà della gente comune, le tribolazioni dei "travet" torinesi e gli amori beffardi o infelici da consumarsi nell'atmosfera parigina e profondamente francese del capoluogo piemontese. Spesso Gipo ha inoltre portato alla ribalta composizioni di grandi poeti piemontesi come Nino Costa e Angelo Brofferio e la sua carriera vanta anche una prolifica attività come attore di prosa teatrale, sempre in lingua piemontese, iniziata nel 1970 con la compagnia fondata insieme a Massimo Scaglione.

    Gli inizi

    I suoi brani sono la voce dell'anima più profonda di Torino, quella delle periferie, che oggi vengono chiamate "Banlieu", ma che a Torino, sono sempre state le "barriere": e da una periferia, è venuto Gipo, precisamente dalla Barriera di Milano, quartiere operaio torinese, fatto di case di ringhiera e di una povertà profonda, ma sempre piena di orgoglio e dignità; è nato e vissuto infatti in via Cuneo 6, nelle vicinanze di Porta Palazzo, in piemontese Porta Pila (indirizzo ricordato anche in una sua celebre canzone recitata: «Ël 6 ëd via Coni, l’é na cà veja / che gnanca na vòlta, l'era nen bela...»), figlio del sassofonista Alessandro Farassino.

    Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria, impara a suonare la chitarra e il contrabbasso, e inizia ad esibirsi nei locali e nelle balere del Piemonte, proponendo da un lato alcune canzoni di sua composizione, dall'altro brani della tradizione recuperati e riarrangiati. Il debutto discografico, dopo alcuni 45 giri a livello locale (in cui usa lo pseudonimo di Tony D'Angelo prima, e poi il suo nome di battesimo, Giuseppe), avviene con un 33 giri pubblicato alla fine del 1960 in collaborazione con un altro cantante folk piemontese, Riz Samaritano.

    Giuanin 'd Porta Pila, accreditato come terzo cantautore è, in realtà, un nom de plume dello stesso Farassino. Il disco, una raccolta di canzoni popolari in piemontese, si intitola Le cansôn ëd Pòrta Pila, ed è diviso tra i due artisti. È pubblicato da una casa discografica milanese, la IPM, come i due successivi con lo stesso titolo, di cui il terzo è il primo pubblicato con il nome Gipo.

    Dopo essersi trasferito per alcuni anni in Medio Oriente come orchestrale, torna in Italia e per qualche tempo si esibisce a Milano, al Derby Club, dove propone monologhi, canzoni di sua composizione e traduzioni di George Brassens: in breve tempo ottiene un contratto con la Fonit Cetra (che in quegli anni ha ancora la sua sede a Torino, in via Bertola 34). Sono gli anni dei 45 giri che cominciano a far circolare il suo nome al di fuori del Piemonte, come Sangon blues, la celeberrima Serenata ciôcatôna, Porta Pila e Matilde Pellissero, tutte canzoni che vengono racchiuse nel 1967 nell'album Auguri.

    Il successo

    Il 1968 è un anno decisivo per Farassino: pubblica infatti Avere un amico, uno dei suoi dischi migliori, che racchiude alcune canzoni in italiano tra le sue più note, come Non devi piangere Maria (che parteciperà ad Un disco per l'estate 1970), La mia città, efficace descrizione di Torino e dei suoi abitanti («Un mare di fredde ciminiere,/un fiume di soldatini blu,/un cielo scordato dalle fiabe,/un sole che non ti scalda mai./Questa mia città ti fa sentir nessuno,/ti strozza il canto in gola,/ti spinge ad andar via./Questa mia città che spegne le risate,/che sfugge a tanta gente,/resta la mia città»), Il bar del mio rione, a cui si affiancano, comunque, canzoni in piemontese come 'L tolè 'd Civass e Porta Pila, sulla musica di La Boheme di Charles Aznavour; il disco ottiene un buon successo, soprattutto di critica, bissato dal successivo, Due soldi di coraggio, forse il suo album più riuscito.

    In questo disco, oltre alla title track (che nel 1969 parteciperà alla manifestazione Un disco per l'Europa che si tiene a Lugano), sono da ricordare Non puoi capire, Remo la barca (pubblicata precedentemente su 45 giri, ballata su un suicida nello stile di De André), e Ballata per un eroe, uno dei brani antimilitaristi più efficaci della canzone d'autore italiana, di cui sono da ricordare i versi «Andrò a ingrossare la nutrita schiera/di quelli che aggrappati a una bandiera/son morti bestemmiando di paura/ad occhi chiusi in una notte scura» (ma è tutto il testo ad essere significativo), con cui nel 1970 Farassino parteciperà al Cantagiro, suscitando anche interrogazioni parlamentari in merito al testo "disfattista".

    Tra i due album, nel 1968, incide un 45 giri, Serenata a Margherita, il cui retro, Quando capirai, rimarrà inedito su LP; verrà però reinciso nel 1971 da Donatella Moretti nel suo bel disco Storia di storie, in cui omaggia i più grandi cantautori italiani. A questo periodo risale la nascita della sua amicizia con Fabrizio De André[2]: sono gli anni in cui Farassino è vicino al Partito Comunista (in seguito abbandonerà queste posizioni politiche), ma quello che accomuna i due artisti è l'attenzione verso gli ultimi e i poveri, per cui il Sangone (fiume nei pressi di Torino) diventa l'unico mare che possono permettersi; emblematica a questo proposito è la canzone Maria dij gat, storia di una "gattara" che «a stërma sò bon cheur ant ij pachèt», che porta il cappotto pure d'estate, parla da sola, e per i gatti del suo quartiere è come Babbo Natale.

    Nel 1970 la sua canzone Senza frontiere viene respinta al Festival di Sanremo: il testo è fortemente critico verso la guerra nel Vietnam e la guerra in Biafra, e quindi viene ritenuto non adatto al pubblico televisivo che segue la manifestazione. Sempre nel 1970 partecipa alla Mostra Internazionale di Musica Leggera con la canzone Quando lei arriverà: pubblicata su 45 giri (sul retro Ho ritrovato Dio) rimarrà inedita su LP. Dopo un altro album, Gipo a sò Turin, nel 1971 pubblica un disco doppio dal vivo, Gipo a sò Piemont, in cui si possono ammirare anche le sue doti di intrattenitore, ad esempio nella celeberrima La predica.

    Gli anni settanta proseguono con l'incisione di vari album tra i quali sono da ricordare Uomini, bestie e ragionieri (il secondo per la Polydor) nel 1973 (con le belle Buon Dio, Noi, Il mio viaggio e una traduzione di Mon ile de France di Georges Moustaki), La patria cita (disco di poesie in piemontese recitate da Farassino) e Guarda che bianca lun-a, in cui reinterpreta alcune canzoni di Angelo Brofferio. In questo periodo inizia anche l'attività di attore cinematografico: nel 1972 recita in Uccidere in silenzio, per la regia di Giuseppe Rolando (film sull'aborto, con Gino Cervi, Ottavia Piccolo e Sylva Koscina), nel 1973 in La bottega del caffè (tratto dall'omonima commedia di Carlo Goldoni), per la regia di Edmo Fenoglio (con Tino Buazzelli) e nel 1974 in Un uomo, una città (regia di Romolo Guerrieri, con Enrico Maria Salerno, Paola Quattrini, Tino Scotti e Luciano Salce).

    Nel 1972 la sua canzone Quando qualcuno va fuori schema diventa la sigla del programma televisivo Sapere; pubblicata su 45 giri, la versione in studio rimane inedita su LP. Nel 1974, registra un disco e uno spettacolo per la RAI: "c'è che vole e chi non pole:grassie li stesso", insieme a Lia Scutari, sua moglie: in esso ripropone le atmosfere tipiche degli antichi cantastorie. Dopo un altro disco dal vivo (Recital Gipo, registrato al Teatro Erba di Torino), il 1977 è l'anno di Per la mia gente: in quest'album Gipo collabora con altri due autori piemontesi: Paolo Conte (di cui reinterpreta la divertente Per ogni cinquantennio), che scrive per lui la toccante Monticone, canzone in cui il piemontese è descritto attraverso i suoi cognomi tipici, ed il fratello Giorgio, che scrive una canzone per Farassino, Virginia nel bagno, ed inoltre compone le musiche per due testi di Farassino, La mia gente e Girano (quest'ultima riscuote un buon successo, anche per il testo ironico basato, sin dal titolo, su un evidente doppio senso).


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    Gli anni ottanta e l'impegno politico

    I dischi successivi, incisi per altre case discografiche dopo l'abbandono della Fonit Cetra, non riscuotono il successo dei precedenti (anche se dal vivo Farassino continua ad attirare pubblico). Negli anni ottanta privilegia quindi l'attività di attore, anche se continua ad incidere qualche album. Nel decennio successivo si dedica principalmente alla politica, pur pubblicando qualche CD con rifacimenti di vecchie canzoni con nuovi arrangiamenti e nuovi brani interessanti, come la divertente Mamma mia che calura! e Se hai gambe cammina (contenute entrambe nel disco Ridatemi Amapola del 1998).

    La politica

    Nel 1987 dà vita ad un movimento politico denominato Piemont Autonomista, composto da fuoriusciti di Union Piemontèisa, partito creato da Roberto Gremmo. Dal 1987 al 1996 è segretario della Lega Piemont con Mario Borghezio presidente. Lascia la carica nel 1996 a Domenico Comino. Il suo partito entra quindi a far parte della Lega Nord come Lega Nord Piemont. Esponente quindi della Lega Nord e già parlamentare europeo, nel 1994 si è candidato al Senato nel collegio Torino 1: sostenuto dal centrodestra ha ottenuto il 28,2% dei voti ed è stato sconfitto dal rappresentante dei Progressisti Franco Debenedetti.

    È subentrato al Parlamento europeo nel maggio 1994 dopo essere stato candidato alle elezioni del 1989, poi eletto nel 1994, per le liste leghiste. È stato vicepresidente della delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Malta; membro della Commissione per i trasporti e il turismo, della delegazione per le relazioni con la Repubblica Ceca, la Repubblica Slovacca e la Slovenia e della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; assessore regionale all'identità piemontese nella giunta di centrodestra di Enzo Ghigo dal 2004 al 2005.

    Le sue canzoni

    I suoi brani in piemontese più famosi sono:

    Ël 6 ëd via Coni (il 6 di via Cuneo) un monologo profondamente autobiografico, che porta nel titolo l'indirizzo della casa in cui nacque e visse Gipo negli anni della povertà.
    Sangon Blues (il blues del Sangone) un beffardo blues dedicato al fiume Sangone, dove si descrivono varie umanità grottesche e divertite, intente nell'arte del cariè (cioè del "rimorchiare").
    Montagne dël mè Piemont (montagne del mio Piemonte) praticamente un inno per tutti i "bogianen", un grido di orgoglio e di affermazione del proprio essere piemontesi.
    Cor nen va pian (non correre, vai piano) struggente ritratto dell'infanzia di Gipo, una Torino che non c'è più: il rimpianto per la spensieratezza dell'infanzia e con questa città che scivola sotto gli occhi, correre di un fiato su per le scale di casa, con gli occhi puntati al primo piano, dove mia madre mi dice...non correre vai piano" (originale in piemontese).

    Il ritorno nel mondo musicale

    Nel 2001 effettua un tour in Sudamerica, in cui presenta il suo spettacolo "Agli amici". Nell'ottobre 2005, a causa di un incidente stradale, muore sua figlia Caterina, fotografa molto nota in città, specialmente nell'ambiente musicale (aveva lavorato, tra gli altri, con i Subsonica e gli Africa Unite). Farassino decide, in ogni caso, di ritornare allo spettacolo, e presenta il recital [email protected], realizzato in collaborazione con il Folkclub di Torino e con la regia di Franco Lucà.

    Nel 2007 pubblica anche un romanzo (in molte parti evidentemente autobiografico), Viaggiatori paganti, edito dalle edizioni Piemme, storia di un ragazzo, Matteo Monti detto "Teo" che, nella Torino degli anni cinquanta, decide di guadagnarsi da vivere con la musica. Ad ottobre del 2008 partecipa, per la prima volta nella sua carriera, al Premio Tenco. Nel 2010, su invito del direttore dello Stabile di Torino, Mario Martone, allestisce lo spettacolo Stasseira che ripercorre, sotto la regia di Massimo Scaglione tutta la carriera musicale e teatrale di Gipo.

    Nel 2012 è uscito il suo libro "Frammenti di Barriera", una fotografia in chiave ironica del quartiere natio e dei suoi abitanti del passato. Muore nella sua casa di Torino all'età di 79 anni. Dopo il funerale laico tenutosi al Teatro Carignano e la successiva cremazione, viene sepolto nel piccolo cimitero collinare di Pino Torinese accanto alla moglie Lia Scutari e alla figlia Caterina prematuramente scomparsa.

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    Discografia

    33 giri e CD

    1962 - Le canssôn d' Pòrta Pila (IPM, LIP 306 come Giuseppe Farassino; con Riz Samaritano e Giuanin d' Porta Pila)
    1962 - Le canssôn d' Pòrta Pila 2 (IPM, LIP 310 come Giuseppe Farassino)
    1963 - Le canssôn d' Pòrta Pila 3 (IPM, LIP 318)
    1963 - Mè cit Turin (SIR, LDS 103)
    1964 - Milano canta... (Pig, AVA 702, con El Barberin e Mauro Cipolla)
    1964 - Le canssôn 'd la mole (Pig, AVA 722, con Gianni Cucco e Carlin Sachett)
    9 novembre 1967 - Auguri (Fonit Cetra, LPQ 09045)
    1968 - Avere un amico (Fonit Cetra)
    6 ottobre 1969 - Due soldi di coraggio (Fonit Cetra, LPQ 09054)
    18 novembre 1970 - Gipo a sò Turin (Fonit Cetra, LPQ 09055)
    1970 - Gipo a sò Piemont (Fonit Cetra, LPQ 09058/9 doppio dal vivo. Ristampato su Cd WARNER FONIT CDP 575/6)
    1972 - Ij bogianen (Polydor 2448 004)
    1972 - Uomini, bestie e ragionieri (Polydor, 2448 008)
    1973 - Aria di casa mia (Polydor, 2449 003)
    1973 - C'è chi vòle e chi non pòle, grassie listesso (Fonit Cetra, LPQ 09072)
    1974 - La patria cita (Fonit Cetra, LPQ 09083)
    1974 - Guarda che bianca lun-a (Fonit Cetra, LPQ 09084)
    1975 - Mè car Artuf (Fonit Cetra, LPQ 09089)
    1975 - Mantello, stivali e coltello (Fonit Cetra, LPQ 09088)
    1975 - Recital Gipo (Fonit Cetra, doppio dal vivo, LPQ 09086/87)
    1976 - Ij mè amor dij vint'ani (Feeling Record Italiana FR 69401)
    21 settembre 1977 - Per la mia gente (Feeling Record Italiana, FR 69402)
    1979 - Turin bel cheur (Fonit Cetra, LPQ 09091)
    1982 - N'aptit da sonador (Gattocicova, Gt 001)
    1985 - Piemontèis (Pentagramma LPPG 228) (ristampato su Cd nel 1996 con alcune modifiche nella track-list Pentagramma, CDPG 452)
    1988 - Canson d'amor (Pentagramma LPPG 251)
    1996 - 1996 (Pentagramma, CDPG 453)
    1998 - Ridatemi Amapola (RTI, 13162)
    1998 - Ritratto d'artista (Pentagramma CDPG 470)
    2000 - Ël 6 ëd via Coni e altre storie Editrice "La Stampa"(edizione fuori commercio allegata al quotidiano)
    2005 - Al me piemont (Pentagramma CDPG 507)
    2005 - Ciao Turin (Pentagramma CDPG 508)
    2005 - Sangòn blues (Pentagramma CDPG 509)
    2007 - Mè borgh (Pentagramma CDPG 536)
    2008 - Le più belle canzoni di Gipo Farassino (Warner Music 5051442-5201-2-5)
    2010 - Racconti in musica (GFTeam/Reclab)
    2010 - Ij mè Amor dij 20 Ani (Pentagramma CDPG 566)

    45 giri

    1962 - Tume e tumin/La congiuntura Pig, PI 7127 (*)
    1962 - Porta Romana/La povera Rosetta Pig, PI 7128 (*)
    1962 - I contrabbandieri/Malavita Pig, PI 7129 (*)
    1962 - I pouri pelegrin/Marieme voei marieme Pig, PI 7130 (*)
    1963 - Le braghe bianche/Oh che bella festa Pig, PI 7140 (*)
    1964 - Il silenzio è fuori ordinanza/Il canto dei congedanti Pig, PI 7174 (**)
    1964 - La Munferrina/La balilla Pig, PI 7156 (***)
    1964 - Quandojera giovo/Spunta 'l sol Pig, PI 7157 (***)
    1964 - L'parco d'me pais/Me amis Giaco Pig, PI 7158 (***)
    1964 - I rubinett/Lassela pa pi scapé Pig, PI 7159 (***)
    1964 - An sogn tremendo Pig, PI 7162 (***)
    1964 - 'L grimpor/A l'umbreta del büssun Pig, PI 7189
    1964 - Ciao Turin/La Brandulina Pig, PI 7190
    1964 - La nostra crica/Mia mamma mi vuol dare Pig, PI 7191
    1964 - Bela munfrinota/Maria Giöana Pig, PI 7192
    1964 - La rosa bianca/Oi bela voreìssi v'ni Pig, PI 7193
    1964 - Guarda che bianca luna/'L luv Pig, PI 7194
    1965 - La guerra d'Abissinia/La veja senssa dent Pig, PI 7300
    1965 - Mia mama veul che fila/Linda Pig, PI 7301
    1965 - Rivand da via Nizza/J alpin alla stassion Pig, PI 7302
    1965 - Matilde Pellissero/Pito e Cincilla SIR, TS 9051
    1965 - Camila/Bona neuit ai lader SIR, TS 9052
    1965 - T'em ciamave prussot/Mi la batlina la porto mei SIR, TS 9053
    1965 - Salopa/'l mannequin d'i botai SIR, TS 9054
    1965 - Sangon blues/Ma mi sai mac SIR, TS 9055
    1965 - Me cit Turin/'d la 'd al pont 'd la ferovia SIR, TS 9056
    1966 - Malavita/Mi redimo(cantata da:"El Cino") Pig, PI 7332 (*)
    1966 - Porta Romana/La povera Rosetta, Mecca, HF 026 (*)
    1966 - L'appassionata/Celeste Pautasso Silver, XP 618
    1967 - Sangon blues/Serenata ciôcatôna (Fonit Cetra, SPF 31208)
    1967 - Remo la barca/Non puoi capire (Fonit Cetra, SPF 31215)
    1967 - Auguri/Ël 6 ëd via Coni (Fonit Cetra, SPF 31218)
    1968 - Serenata a Margherita/Quando capirai (Fonit Cetra, SPF 31227)
    1968 - Idraulik/I miei fratelli di New York (Fonit Cetra, SPF 31236)
    1968 - La balada del ruscôn/Côr nen va pian (Fonit Cetra, SPF 31238)
    1968 - Avere un amico/La mia città (Fonit Cetra, SPF 31240)
    1969 - L'organo di Barberia/Il bar del mio rione (Fonit Cetra, SPF 31251)
    Gennaio 1969 - La ragazza di Praga/Quando capirai (Fonit Cetra, SPF 31241)
    1970 - Senza frontiere/Il bar del mio rione (Fonit Cetra, SPF 31259)
    1970 - Ballata per un eroe/Non devi piangere Maria (Fonit Cetra, SPF 31260)
    1970 - Quando lei arriverà/Ho ritrovato Dio (Fonit Cetra, SPF 31268)
    1971 - La canzone dei perché/L'eco (Fonit Cetra, SPF 31276)
    1971 - Tener un amigo/Mi viaje (Zafiro, 00X 237)
    1972 - Quando qualcuno va fuori schema/il mio viaggio (Fonit Cetra, SPF 31292)
    1975 - Ninna nanna quel che non c'era/La canzone dei perché (Fonit Cetra, SPB 35)
    1977 - Girano/Cuore (Feeling Record Italiana, FR 9307)
    (*) : Incise come "Giuseppe" Farassino (**) : Incise come "Tony D'Angelo" (***) : Incise come "Giuanin d' Porta Pila"

    Compilation

    1984: Tutti insieme con amore (Prince LP 216; Gipo è presente con Angiolina)

    Filmografia

    1972 - Uccidere in silenzio (regia di Giuseppe Rolando)
    1973 - La bottega del caffè (regia di Edmo Fenoglio)
    1974 - Un uomo, una città (regia di Romolo Guerrieri)
    ---- - 'L curà 'd Ròcabrusà - Vhs Pentagramma CV PG 91
    ---- - Giromin a veul mariesse - Vhs Pentagramma CV PG 92
    ---- - Premiata ditta Moschin e Moscon - Vhs Pentagramma CV PG 93
    ---- - Achille chiabotto,medico condotto - Vhs Pentagramma CV PG 94
    ---- - Un bagno per Virginio - Vhs Pentagramma CV PG 102
    ---- - Le miserie 'd Monsù Travet - produzione TV con Ileana Ghione




    fonte: wikipedia.org
    foto: lastampa.it
    - bielle.org



    Video

    Avere un amico


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    Tume e tumin/La congiuntura

    1962 - Pig, PI 7127


    Video

    Tume e tumin




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    foto: ebay.it


    Porta Romana/La povera Rosetta

    1962 - Pig, PI 7128