O profughi d'Italia a' la ventura si va senza rimpianti nè paura Nostra patria il mondo intero nostra legge la libertà ed un pensiero ribelle in cor ci sta ♫ Dei miseri le turbe sollevando fummo d'ogni nazione messi al bando Nostra patria il mondo intero nostra legge la libertà ed un pensiero ribelle in cor ci sta ♫ Dovunque uno sfruttato si ribelli noi troveremo schiere di fratelli Nostra patria il mondo intero nostra legge la libertà ed un pensiero ribelle in cor ci sta ♫ Raminghi per le strade e per i mari per un'idea lasciammo i nostri cari Nostra patria il mondo intero nostra legge la libertà ed un pensiero ribelle in cor ci sta ♫ Passiam di plebi varie tra i dolori de' la nazione umana precursori Nostra patria il mondo intero nostra legge la libertà ed un pensiero ribelle in cor ci sta ♫ Ma torneranno Italia i tuoi proscritti ad agitar le face dei diritti Nostra patria il mondo intero nostra legge la libertà ed un pensiero ribelle in cor ci sta ♫
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Le Otto Ore
Canto di lotta di autore anonimo, nato in occasione della rivendicazione della giornata lavorativa di otto ore. Le otto ore lavorative rappresentavano il cardine delle rivendicazioni. del movimento dei lavoratori agli inizi del '900 Maria Carta ha cantato le indimenticabili melodie della Sardegna, ma, il suo canto ha dato voce anche a tutti coloro che hanno lottato per la libertà, i diritti e la giustizia sociale.
1 Ave Maria Catalana 2 Non Si Poni Resisti 3 Su Pizzinneddu 4 Fiores Pro Una Oghe 5 Ballada Ogliastrina
Lato 2
6 Muttettu 7 S'Anzone 8 Non Mi Giamedas Maria 9 Ojos Lontanos 10 Non Poyho Reposare
Hai Diri Diri Diri Diri Dinni
1980 - (LP) (Polydor, 2448 106)
Tracce:
Boghe ‘e riu Non potho reposare Trallallera In su Monte ‘E Gonare Istas Mama Soberana Ave Maria Muttos Sia a flores Dillu (Hai Diri Diri Diri Diri Dinni)
Ave Maria catalana Non si poni resistì Su pizzineddu Flores pro una oghe Ballada ogliastrina Muttettu S’Anzone Non mi giamedas Maria Ojos lontanos Non potho reposare Trallallera (bonus) In su Monte ‘E Gonare (bonus) Dillu (Hai Diri Diri Diri Diri Dinni) (bonus)
Se ne è andata a soli 60 anni nel 1994. E questo aumenta il rimpianto di quanto avrebbe potuto ancora dare alla musica popolare italiana, anche solo con la sua presenza autorevole. Maria Carta è stata colei che ancora prima dei Tenores di Bitti ha portato la tradizione del canto sardo a un pubblico più vasto fuori dai confini isolani. Nel 1974 partecipò addirittura a Canzonissima che aveva aperto una finestra sul folk (per la categoria vinse Toni Santagata con Lu Maritiello) ma soprattutto aveva già inciso dischi di repertorio tradizionale per la Rca dal 1971. Poi nel 1978 il passaggio alla Polygram con la quale pubblicò un 45 giri e due album. Proprio questi due dischi, Umbras e Hai Diri Diri Diri Diri Dinni, sono stati recuperati e ristampati dalla Universal che ne detiene oggi i diritti. Un’operazione sorprendentemente coraggiosa in un’epoca di poche idee e soprattutto poche vendite discografiche. Certo, nel booklet non troviamo note aggiuntive alla semplice riproposta della copertina e dei testi, ma ci possiamo accontentare con l’alto valore del contenuto musicale. Ma mentre Umbras (1978) è un disco più legato ai brani tradizionali recuperati da archivi e chiese, Hai Diri Diri Diri Diri Dinni è un album dove il folclore è abbinato ad arrangiamenti più moderni. La traccia iniziale di Umbras è un vero e proprio capolavoro: un Ave Maria nel catalano di Alghero risalente al XVIII secolo, con la voce accompagnata dall’organo, ma ricordiamo anche la Ballada ogliastrina, S’Anzone, Non mi giamedas Maria, Non potho reposare, brani di grande intensità vocale con il semplice supporto di chitarra e zampogne. Umbras è un disco imperdibile per gli amanti del genere. Hai Diri Diri Diri Diri Dinni, pur diverso nella concezione, è comunque di grande interesse perché mostra l’evoluzione verso sonorità più ricche, simili alle operazioni odierne di arrangiare brani popolari. Trattandosi di un disco del 1980 non possiamo altro che ammirare i primi vagiti elettronici in Trallallera e Ave Maria, l’uso degli archi e dei fiati in In su Monte ‘E Gonare, il jazzato di Istas Mama Soberana, la danza senza sosta del brano che dà il titolo al disco. Onore a questa artista che invitiamo a conoscere meglio grazie al sito della fondazione che porta il suo nome.
Non posso riposare, amor del cuore sto pensando a te ogni momento, non essere triste, gioiello d'oro, nè addolorata o in pensiero, ti assicuro che desidero solo te perchè fortemente t'amo, e t'amo e t'amo... se fosse possibile prenderei dell'angelo l'invisibile spirito, ruberei dal cielo il sole e le stelle in tutte le loro forme e ti regalerei un mondo bellissimo per dispensarti qualsiasi bene. occhi tristi, con ricordi deliziosi come ombre che scompaiono al mattino come immagini che diventano realtà, chiederei ad ogni cuore innamorato se hanno visto al mondo tanto amore, e perchè tanto amare provoca tanto dolore?
originale sardo:
Non potho reposare amore e coro pensende a tie so donzi momentu, no istes in tristura prenda 'e oro nè in dispiaghere o pensamentu. T'assiguro ch'a tie solu bramo ca t'amo forte t'amo, t'amo, t'amo. Si m' essere possibile d'anghelu s'ispiritu invisibile piccabo sas formasa e furabo dae chelu su sole sos isteddos e formavo unu mundu bellissimu pro tene pro poder dispensare cale bene. Ojos tristos cun delicios e ammentos che umbras mi lassades su manzanu preguntende a dogni coro amadu a immagine chi si formant in beru si idu an'in su mundu tantu amore ca amare tantu est sì tantu dolore. Si idu an'in su mundu tantu amore ca amare est sì tantu dolore.
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In su Monte ‘E Gonare
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Trallallera & Dillu (Hai Diri Diri Diri Diri Dinni)
Ballu Ninnia a Gesus XVIII A su fogu Dies irae Fizu, su coru Tralallera Fa diesis "Accò su fogu" Nuoresa A ninnia Ave Maria Muttos 'e amore Corsicana Sonos 'e memoria Disisperada, a mama mia Cantu in re "a bezzos 'e iddha mia" Ave Maria "Deus ti salvet Maria" Tralallera 'e campidanu