Equipe 84 è il nome di un gruppo musicale italiano attivo tra il 1962 e il 1979.
Storia
Le origini
Il gruppo nacque a Modena nel 1962 dall'unione di due gruppi modenesi: i "Giovani Leoni" e "Paolo & i Gatti". Prima del 1957 Victor Adolfo Maria Sogliani e Pier Farri avevano suonato in un gruppo chiamato "Hurricanes"; con alcuni cambiamenti di formazione mutarono anche il nome in "Le Tigri", che erano composte da Maurizio Vandelli (voce, chitarra), Victor Sogliani (basso), la sorella di Victor che suonava la chitarra e Pierluigi "Pier" Farri (batteria).
Nel 1960 al posto della sorella di Victor entrò alla chitarra Franco Ceccarelli, e nello stesso anno lo stesso Sogliani abbandonò il gruppo per passare ai "Marinos" (che in quell'occasione cambiarono il nome prima in "Gatti" e poi in "Paolo & i Gatti"), dove suonavano Alfio Cantarella alla batteria, Franco Fini Storchi e Francesco Guccini alle chitarre, Marino Salardini al pianoforte e Paolo Guarnera (proveniente dai "Golden rock boys" guidati da un giovanissimo Andrea Mingardi) alla voce e al sax; questo gruppo era sicuramente più avviato de "Le Tigri", in quanto effettuavano già molte serate nel nord Italia (mentre l'altro complesso, essendo costituito da studenti delle superiori, non poteva ancora dedicarsi alla musica in modo semiprofessionistico). Il posto di Sogliani ne "Le Tigri" (che cambiarono ancora una volta il nome in "Giovani Leoni") fu preso da Luigi Simonini, mentre al posto di Farri (che preferì dedicarsi all'organizzazione degli spettacoli del gruppo dell'amico Sogliani) entrò alla batteria Claudio Dotti.
Paolo e i Gatti fecero circa 73 concerti fino al novembre 1962, ma in questo periodo si ebbe una crisi nel gruppo, dovuta alla partenza di Guccini e Fini Storchi per il servizio militare. Entrano Maurizio Vandelli e Franco Ceccarelli. Con contratti già acquisiti in precedenza, suonavano a Cortina tutto l'inverno come orchestra di apertura e chiusura serata, dove si esibivano Peppino di Capri e don Marino Barreto Junior.
Maurizio Vandelli, ch'era interessato alla musica in maniera più coinvolgente rispetto agli altri membri del suo gruppo, entra in "Paolo & i Gatti"... ma Ceccarelli non è d'accordo, e tramite un suo amico studente di legge, Corrado Bacchelli (in seguito produttore di Alan Sorrenti e fondatore della casa discografica CBO) minaccia di denunciare Vandelli per danni; a questo punto, in accordo con gli altri, si decide di proporre anche a Ceccarelli l'ingresso nel gruppo.
Quando, dopo le serate estive, nell'autunno del 1964 anche Guarnera decide di lasciare il complesso, i quattro restanti decidono di cambiare nome: nasce l'Equipe 84.
Il debutto discografico
Pare che il nome sia stato suggerito da Pier Farri, e che sia dovuto al desiderio di avere un qualcosa che desse un richiamo internazionale, "equipe"; sul numero 84 invece si disse, sui giornali dell'epoca (da "Big" a "Ciao amici") che era la somma delle età dei componenti del gruppo (ma Ceccarelli nella biografia della band "Io ho in mente te" sostiene che nacque dall'idea di essere chiamati a pubblicizzare il noto brandy "Stock 84").
Dopo una serie di prove e di serate, i quattro riuscirono ad arrivare in sala d'incisione: il debutto avvenne per una casa discografica di Modena, ed il primo 45 giri inciso, "Canarino va", era l'inno della squadra del Modena allora in Serie A, mentre sul retro vi era "Liberi d'amare"; anche se distribuito non in maniera eccelsa, questo disco attirò l'attenzione di Armando Sciascia, che stava cercando un gruppo per la sua casa discografica, la Vedette, e fu così che l'Equipe 84 finalmente firmò un vero contratto discografico.
Proprio in quel periodo, però, Sogliani fu chiamato per il servizio militare; si decise allora di farlo sostituire per i primi due 45 giri dal modenese Romano Morandi, che suona in "Papà e mammà" (sul retro "Quel che ti ho dato", cover di "Tell me" dei The Rolling Stones) uscito nel 1964 e in "Ora puoi tornare", pubblicato nel 1965.
Il successo
I 45 giri si succedono nel 1965, addirittura 5 in un anno, con un discreto successo, al punto che la Vedette decide di pubblicare un album che esce nello stesso anno e che li racchiude, oltre a qualche inedito (come "Sei felice", cover di "Tired of waiting" dei The Kinks).
In quegli anni si hanno le loro due prime importanti partecipazioni a gare canore dell'epoca: partecipano infatti al Festival di Napoli con "Notte senza fine" (1965), e successivamente con "Un giorno tu mi cercherai" il complesso partecipa al Festival di Sanremo del 1966 in coppia con i Renegades.
Nel febbraio del 1966 infatti raggiungono fama internazionale partecipando al Festival di Sanremo con "Un giorno tu mi cercherai", che sul lato B contiene una canzone scritta qualche anno prima dal loro amico Guccini, L'antisociale (cantata da Victor).
È proprio subito dopo questo disco che il gruppo decide di rompere il contratto con Sciascia (la questione finirà in tribunale) e di firmare con la Dischi Ricordi che, essendo una casa discografica più grande rispetto alla Vedette, permette loro di raggiungere un successo più vasto: infatti il primo 45 giri inciso per la nuova casa discografica, Io ho in mente te (versione italiana di "You were on my mind" , scritta da Sylvia Fricker (del duo folk Ian & Sylvia) per i We Five, ma nota soprattutto per la versione di Barry McGuire) vince il Cantagiro nel 1966. Sul retro del disco un'altra canzone molto celebre, Resta (cover di Stay di Maurice Williams, cantata anni dopo anche da Jackson Browne). In realtà le prime copie del disco avevano "Resta" come lato A, ma visto che "Io ho in mente te" era più richiesta dal pubblico, la Ricordi decise di ristamparlo con l'ordine invertito ed una nuova copertina.
Altro successo dello stesso anno è Bang bang (dall'omonimo hit di Sonny Bono inciso da Cher) che ha sul lato B un'altra canzone dell'amico Guccini, Auschwitz, in una versione con il testo leggermente modificato rispetto all'originale. Tutte queste canzoni sono contenute nell'album Io ho in mente te, pubblicato al luglio dello stesso anno.
Il 1967 si apre nel migliore dei modi, con il grande successo di una canzone scritta da Mogol e Battisti: 29 settembre, la storia di un tradimento, celebre anche per il parlato stile giornale radio (che tra l'altro spiega il titolo); sul lato B È dall'amore che nasce l'uomo firmata da Vandelli.
Ancora di Mogol e Battisti l'altro successo dello stesso anno, Nel cuore nell'anima.
Nel 1968 la casa discografica Dischi Ricordi pubblica il loro terzo album, intitolato Stereoequipe, che racchiude i 45 giri dell'ultimo anno e mezzo più 4 inediti. Esce anche il 45 giri "Un angelo blu" (cover di "I can't let Maggie go") con sul lato B "Nella terra dei sogni" a sua volta cover di "Land of make believe")
Nel 1969 l'Equipe 84 partecipa al Cantagiro con un'altra canzone di successo: Tutta mia la città cover italiana scritta da Mogol del brano Blackberry Way della band inglese The Move. Successivamente il gruppo decide di non fare più concerti.
Le vicissitudini della formazione
Nel 1970 Alfio Cantarella viene trovato in possesso di 6 etti di hashish ed è arrestato, la RAI decide quindi di escludere il gruppo dai suoi programmi, c'è però in ballo la sigla televisiva del programma "Il sapone, la pistola, la chitarra e altre meraviglie" (la canzone omonima scritta da Vito Pallavicini e Paolo Conte), e la Ricordi riesce ad ottenere un accordo, per cui Alfio non apparirà più in televisione, e il gruppo cambierà nome.
Così il disco viene inciso con Mike Shepstone dei Rokes alla batteria, e mentre nell'estate 1970 Franco Ceccarelli abbandona il gruppo (e tenta con Ricky Gianco di formare una nuova versione dell'Equipe 84 che durerà pochissimo e non inciderà dischi), Vandelli e Sogliani decidono di farsi aiutare in sala d'incisione per l'incisione del progettato LP ID dal tastierista dei Dik Dik Mario Totaro, dal cantante Donatello alla chitarra e dal batterista de I Quelli (diventati in quel periodo "Krel") Franz Di Cioccio.
La Nuova Equipe 84: da sinistra a destra, Franz Di Cioccio, Dario Baldan Bembo, Maurizio Vandelli e Victor Sogliani
Il disco è fortemente influenzato dal genere progressive, ma un po' per il boicottaggio operato dalla RAI, un po' per il mutamento di genere, passa inosservato (diventando una vera e propria rarità discografica).
Vandelli tenta di darsi alla carriera solista, pubblicando l'album L'altra faccia di Maurizio Vandelli, decide poi con Sogliani di proseguire con il gruppo come "Nuova Equipe 84". Con Franz Di Cioccio alla batteria e Dario Baldan Bembo alle tastiere, al Festival di Sanremo nel 1971 la nuova formazione si classifica terza in coppia con Lucio Dalla cantando la sua canzone 4 marzo 1943.
Subito dopo viene pubblicato l'album Casa mia, con la canzone omonima che partecipa al Disco per l'estate dello stesso anno e riscuote un buon successo. A quel punto, però, Di Cioccio abbandona il gruppo per ritornare a suonare con i vecchi compagni nella Premiata Forneria Marconi, ed entra nella formazione (per un solo 45 giri uscito nel 1972) Ruggero Stefani.
Con il cambio di casa discografica ed il passaggio all'Ariston Records, torna Cantarella, e Baldan Bembo è sostituito da Thomas Gagliardone alle tastiere (Baldan Bembo vuole iniziare la carriera solista, ma scrive per il vecchio gruppo la musica di un nuovo successo, "Diario", su testo di Vandelli).
Per un breve periodo, collabora in studio anche il tastierista Luciano Stella. Nel 1973 il gruppo riprende il nome di Equipe 84. Alle percussioni negli album Dr. Jekyll e Mr. Hyde e Sacrificio collabora Paolo Siani (componente dei Nuova Idea), che entrerà poi nel gruppo come batterista dal 1976 al 1977.
Il complesso partecipa a Un disco per l'estate 1974 con Mercante senza fiori e a Un disco per l'estate 1975 con Sogni senza fine.
Nel 1979 l'Equipe 84 partecipa, ma non suona al concerto in memoria di Demetrio Stratos. Dopo l'estate 1979, Vandelli vorrebbe rimettere insieme la formazione storica, ma non riescono ad esibirsi mai.
Lo scioglimento e la riformazione
Nella primavera 1981, Vandelli annuncia lo scioglimento del gruppo. Tre anni dopo, però, Sogliani (che dal 1977 era diventato anche editore radiofonico, fondando Emittente Base Commerciale a San Vittore Olona) e Ceccarelli riformano l'Equipe 84 con Cantarella per esibirsi al concerto in onore di Francesco Guccini del giugno 1984 a Bologna, dove presentano "Auschwitz" cantata da Sogliani; Cantarella però abbandona il gruppo per dedicarsi all'attività di manager musicale, seguendo tra l'altro i concerti dei due compagni che, con altri musicisti (Giuliano Ragazzi, Paolo Pigozzi e Massimo Bazza), incidono un nuovo LP nel 1989, intitolato "Un amore vale l'altro".
Nel 1995 una nuova frattura nel gruppo: Sogliani fonda l'Equipe Extra-D.
Nell'ottobre dello stesso anno, Victor Sogliani muore per un aneurisma e Ceccarelli continua ad usare il nome dell'Equipe 84. Vandelli invece, pur ritornando a fare dischi e serate dalla fine degli anni '80, non ha mai voluto partecipare alle ricostituzioni della band. Un sito internet dedicato all'Equipe ha dato la notizia della scomparsa di Thomas Gagliardone negli Stati Uniti.
Formazione
Maurizio Vandelli (1963-1978): voce solista, chitarra, tastiere Victor Sogliani (1963-1978 e 1984-1995): voce, basso Alfio Cantarella (1963-1970, 1973-1976): batteria Franco Ceccarelli (1963-1970 e 1984-oggi): voce, chitarra Paolo Pigozzi (1985): pianoforte, tastiere Roberto Poltronieri (1996-oggi): basso Mike Shepstone (1970): batteria Franz Di Cioccio (1970-1971): batteria Ruggero Stefani (1972): batteria Paolo Siani (1976-1977): batteria Dario Baldan Bembo (1970-1972): tastiere Thomas Gagliardone (1972-1978): tastiere
Discografia
33 giri
1965 - Equipe 84 (Vedette, VPA 8051) 1966 - Io ho in mente te (Dischi Ricordi, MRL 6053) 1968 - Stereoequipe (Dischi Ricordi, SMRL 6060) 1970 - ID (Dischi Ricordi, SMRL 6072) 1971 - Casa mia (Dischi Ricordi, SMRL 6086) 1973 - Dr. Jekyll e Mr. Hyde (Ariston Records, Ar 12107) 1974 - Sacrificio (Ariston Records, Ar 12134) 1989 - Un amore vale l'altro (Rose Rosse, ROSE 5031)
45 giri
1964 - Canarino va/Liberi d'amare (Caravel, BRC 4006) 1964 - Papà e mammà/Quel che ti ho dato (Vedette, VVN 33081) 1965 - Ora puoi tornare/Prima di cominciare (Vedette, VVN 33090) 1965 - Notte senza fine/Se credi a quello che... (Vedette, VVN 33097) 1965 - La fine del libro/Cominciamo a suonare le chitarre (Vedette, VVN 33101) 1965 - Sei già di un altro/La den da da (Vedette, VVN 33104) 17 dicembre 1965 - Liberi d'amare/Non guardarmi così (Hobby, HB 32; sul lato B i Freddie's) 1966 - Un giorno tu mi cercherai/L'antisociale (Vedette, VVN 33105) 1966 - Mi fa bene/Goodbye my love (Vedette, VVN 33112) 1966 - Io ho in mente te/Resta (Dischi Ricordi, SRL 10-418) 1966 - Bang bang/Auschwitz (Dischi Ricordi, SRL 10-438) 1967 - 29 settembre/È dall'amore che nasce l'uomo (Dischi Ricordi, SRL 10-452) 1967 - Nel cuore, nell'anima/Ladro (Dischi Ricordi, SRL 10.475) 1968 - Un anno/Nel ristorante di Alice (Dischi Ricordi, SRL 10.500) 1968 - Un angelo blu/Nella terra dei sogni (Dischi Ricordi, SRL 10.518) 1969 - Tutta mia la città/Cominciava così (Dischi Ricordi, SRL 10.534) 1969 - Pomeriggio: ore 6/E poi... (Dischi Ricordi, SRL 10.555) 1970 - Il sapone, la pistola, la chitarra e altre meraviglie/Devo andare (Dischi Ricordi, SRL 10.586) 1971 - 4 marzo 1943/Padre e figlio (Dischi Ricordi, SRL 10.620) 1971 - Casa mia/Buffa (Dischi Ricordi, SRL 10.635) 1971 - Una giornata al mare/Quel giorno (Dischi Ricordi, SRL 10.655) 1971 - Pullman/Non si può(Dischi Ricordi, SRL 10.677) 1973 - Diario/Senza senso (Ariston Records, AR 0591) 1973 - Clinica Fior di Loto S.p.a./Meglio (Ariston Records, AR 0616) 1974 - Mercante senza fiori/Sigaretta e via (Ariston Records, AR 0628) 1974 - Risvegliarsi un mattino/Se c'è (Ariston Records, AR 0643) 1975 - Sogni senza fine/Meditazione (Ariston Records, AR 0682) 1975 - Vai, amore vai/Signor playboy (Ariston Records, AR 0719) 1977 - Opera d'amore/Anguilla rock (Ariston Records, AR 0785) 1989 - La lunga linea retta/Rosa (Rose Rosse, RESE 4041)
Equipe 84 (album)
Equipe 84 è il primo album del complesso musicale italiano Equipe 84.
Il disco
Come era consuetudine all'epoca, l'album racchiude una serie di brani già pubblicati su 45 giri.
Tra le firme delle canzoni vi sono Pantros e Tical, entrambi pseudonimi di Armando Sciascia, stranamente la canzone Se credi a quello che... è priva delle indicazioni sugli autori (mentre nel 45 giri era firmata da Piccolo per il testo e da Tical per la musica), ma è la versione italiana di I'm Gonna Jump del gruppo inglese dei Toggery Five (1964).
Le canzoni del disco vennero tutte registrate negli studi della Vedette a Milano, il tecnico del suono è Severino Pecchenini.
La copertina è di A. Abbate, ed è apribile con all'interno un fascicolo di quattro pagine (non più pubblicato nelle ristampe successive).
Nel 2000 è stato ristampato dalla On Sale Music con l'aggiunta di tre bonus track.
Formazione
Maurizio Vandelli - voce, chitarra Alfio Cantarella - batteria Franco Ceccarelli - voce, chitarra Victor Sogliani (tranne Ora puoi tornare, Papà e mammà, Prima di cominciare e Quel che ti ho dato) - voce, basso Romano Morandi (in Ora puoi tornare, Papà e mammà, Prima di cominciare e Quel che ti ho dato) - voce, basso
Tracce
LATO A
La fine del libro (Time is on my side) (testo italiano di Pantros; testo originale e musica di Norman Meade) Mi fa bene (And my baby's gone) (testo italiano di Pantros; testo originale e musica di Michael Pinder) Se credi a quello che... (non ci sono crediti sul disco, ma la canzone è I'm Gonna Jump , testo originale e musica di Frank Renshaw) Sei felice (Tired of waiting for you) (testo italiano di Pantros; testo originale e musica di Ray Davies) Ora puoi tornare (Go now!) (testo italiano di Giuseppe Cassia; testo originale e musica di Larry Banks) Papà e mammà (Papa-oom-mow-mow) (testo italiano di D.Shapiro, H.Tical; testo originale e musica di John Harris, Carl White, Al Frazier, Turner Wilson jr.)
LATO B
Cominciamo a suonare le chitarre (Farmer John) (testo italiano di Pantros; testo originale e musica di Don Harris) Goodbye my love (Goodbye my lover, goodbye) (testo italiano di Sergio Bardotti; testo originale e musica di Robert Mosley, Lamar Simington e Leroy Swearingen) Prima di cominciare (testo di Antonio Amurri; musica di H. Tical) La den da da (La do dada) (testo italiano di Pantros; testo originale e musica di Dale Hawkins, Stan Lewis) Sei già di un altro (Don't Worry Baby) (testo italiano di Pantros; testo originale e musica di Brian Wilson, Roger Christian) Quel che ti ho dato (Tell me) (testo italiano di Gippi; testo originale e musica di Mick Jagger e Keith Richards)
La musica italiana piange la scomparsa di uno dei suoi più grandi protagonisti degli anni '70: Franco Ceccarelli aveva 70 anni ed era tra i fondatori degli Equipe 84.
E’ morto Franco Ceccarelli, tra i leader fondatori degli Equipe 84, lo storico gruppo beat degli anni ’70. E’ morto questa mattina all’alba, la comunicazione in una nota è giunta dal Comune di Modena con le parole commosse del sindaco Giorgio Pighi: “La perdita è dolorosa per me e per la città. Un dolore particolare che accompagna la perdita di un’artista, ci resta la sua musica, quella che ha continuato a suonare fino alla fine, portando la musica in giro per il mondo, senza mai dimenticare il legame con la sua Modena”.
Franco Ceccarelli è legato alla storia degli Equipe 84, non solo per essere stato tra i fondatori, ma anche per essere stato tra i più attivi affinché la band riprendesse la sua attività dopo il primo scioglimento del 1970. Quando nel 1981 ci fu l’abbandono definitivo del leader, Maurizio Vandelli, riprovò a mettere insieme gli Equipe tre anni più tardi, riproponendo il repertorio musicale della band. Nel corso degli anni, a tutt’oggi, ha tenuto vivo il nome della band con diversi musicisti, dedicandosi al contempo alla produzione musicale degli ultimi dischi di Pierangelo Bertoli. Le canzoni degli Equipe 84 hanno accompagnato tre generazioni, tra trasformazioni sociali ed economiche dell’Italia. Storico il legame che la band aveva con il duo Mogol/Battisti, intepretarono per loro 29 settembre e Il Vento. Rilanciarono la storica Bang, Bang che Sonny Bono scrisse per Cher. I funerali di Franco Ceccarelli si terranno domani a Modena.
grazie Arca...gli dedico la prima canzone del loro primo disco
Video
La fine del libro (Time is on my side - Rolling Stones) (Ragovoy)
Ciao ora non puoi più soffrir per sempre ormai puoi dormir è la fine del libro che parlava di te sappi che per sempre sempre resterai con me sempre sappi che per sempre resterai con me Ciao ora non puoi più soffrir per sempre ormai puoi dormir è la fine del libro che parlava di te sappi che per sempre sempre resterai con me sempre sappi che per sempre resterai con me wow ... (assolo di chitarra elettrica) Ciao ora non puoi più soffrir per sempre ormai puoi dormir la parola fine è ormai scritta per te sempre sappi che per sempre resterai con me vai vai vai ora non puoi più soffrir vai vai vai ora non puoi più soffrir vai vai vai ora non puoi più soffrir
Io ho in mente te (1966) è il 2° album del complesso musicale italiano Equipe 84.
Il disco
Dopo aver partecipato al Festival di Sanremo con la canzone Un giorno tu mi cercherai, l'Equipe 84 ruppe il contratto con la Vedette per firmare con la Ricordi, casa discografica più grande e con più mezzi, che avrebbe permesso il lancio definitivo e su larga scala del gruppo.
Le canzoni
Il primo 45 giri inciso per la nuova casa discografica, Io ho in mente te (versione italiana di You were on my mind, scritta da Sylvia Fricker (del duo folk Ian & Sylvia) per i We Five, ma nota soprattutto per la versione di Barry McGuire) vince il Cantagiro nel 1966; sul retro del disco un'altra canzone molto celebre, Resta (cover di Stay di Maurice Williams, cantata anni dopo anche da Jackson Browne). In realtà le prime copie del disco avevano Resta come lato A, ma visto che Io ho in mente te era più richiesta dal pubblico, la Ricordi decise di ristamparlo con l'ordine invertito ed una nuova copertina; quasi in contemporanea Armando Sciascia, evidentemente per sfruttare il successo di Io ho in mente te, pubblicò un ultimo 45 giri con due brani che erano contenuti nel primo album, Mi fa bene e Goodbye my love, che passò abbastanza inosservato. Nel giugno 1966 agli studi Ricordi di Milano, su un'apparecchiatura a quattro piste, cominciarono le registrazioni del secondo 33 giri del gruppo, il primo dei quattro incisi per la Ricordi, logica conseguenza del successo di Io ho in mente te: le nove canzoni registrate furono pubblicate il mese successivo, con l'aggiunta dei due brani del singolo. Come consuetudine, il disco era costituito per lo più da cover, ma c'erano alcune eccezioni: una di queste era una canzone dell'amico Guccini (la seconda incisa dall'Equipe dopo L'antisociale) sul tema dei campi di concentramento e l'olocausto, Auschwitz (in una versione con il testo leggermente modificato rispetto all'originale), cantata a strofe alternate da Maurizio e Victor, e fu proprio questo brano ad essere pubblicato dopo l'estate su 45 giri, anche se solo sul lato B (sulla facciata principale venne inserita un'altra canzone dell'album, Bang bang/Auschwitz, cover dell'omonimo successo scritto da Sonny Bono per la moglie Cher). Altri brani originali sono Floating, Da domani e Tu pretendi, scritta da Vandelli e dal maestro Iller Pattacini (uno degli arrangiatori storici della Ricordi), che per le ultime due usa lo pseudonimo di "Lunero". Wanna Pray è invece una cover al contrario: infatti è la versione inglese (opera di Vandelli) di Un giorno tu mi cercherai, la canzone che l'Equipe 84 aveva portato a Sanremo e che, essendo di proprietà della Vedette, non poteva essere inserita nell'album. Il testo originale di questa canzone era opera del padrone della Vedette, Armando Sciascia, che l'aveva firmato usando lo pseudonimo di Pantros; la musica invece era di Franco Campanino, cantante e bassista dei Campanino (insieme tra gli altri al fratello pianista Gigi e a un giovane e promettente chitarrista romano, Alberto Radius) che nel 1965 avevano fatto da gruppo spalla in diversi concerti dell'Equipe (il gruppo cambierà poi nome, diventando i Big Ben's). Campanino in seguito avrà molto successo come compositore di colonne sonore. Tornando al disco, da ricordare tra le cover, oltre a quelle già citate, Alti nel cielo (da I need somebody dei Mamas and Papas.
Copertina
La copertina del disco è opera della "Corporazione Arti Grafiche" di Roma, e rappresenta i quattro componenti sulla destra racchiusi in 4 ovali neri su uno sfondo marrone chiaro nella prima edizione e tendente al rossiccio nella prima ristampa. Gli arrangiamenti sono tutti opera dell'Equipe 84, il tecnico del suono è Walter Patergnani. Il disco riporta in copertina per ogni canzone gli strumenti usati, e risulta essere senza dubbio più curato dal punto di vista musicale e della registrazione rispetto al precedente. Questo disco è stato ristampato in CD dalla BMG, che ha rilevato il catalogo della Ricordi: la versione, però, non è stata molto curata sia dal punto di vista tecnico (alcune canzoni sfumano prima di quello che succedeva nel vinile), sia da quello grafico (con errori clamorosi come quello di scrivere nel libretto interno Ho in mente te invece di Io ho in mente te).
Tracce
LATO A
Alti nel cielo (I need somebody groovy) (testo originale e musica di John Phillips; testo italiano di Maurizio Vandelli) - 2:05 Ieri in lei (every day) (testo originale e musica di Denny Laine e Michael Pinder; testo italiano di Maurizio Vandelli) - 1:39 Floating (musica di Iller Pattacini; testo di Maurizio Vandelli) - 2:31 Bang bang (testo originale e musica di Sonny Bono; testo italiano di Maurizio Vandelli) - 2:25 Wanna pray (Un giorno tu mi cercherai) (musica di Franco Campanino; testo di Pantros; testo inglese di Maurizio Vandelli) - 2:48
LATO B
Resta (Stay) (testo originale e musica di Maurice Williams; testo italiano di Mogol) - 1:54 Io ho in mente te (You were on my mind) (testo originale e musica di Sylvia Fricker; testo italiano di Mogol) - 2:20 Spiegami come mai (Funny how love can be) (testo originale e musica di John Carter e Ken Lewis; testo italiano di Leo Chiosso) - 2:30 Da domani (musica di Lunero; testo di Maurizio Vandelli) - 2:38 Tu pretendi (musica di Lunero; testo di Maurizio Vandelli) - 1:49 Auschwitz (testo e musica di Francesco Guccini; firmato da Lunero e Maurizio Vandelli) - 3:47
Stereoequipe è il terzo album del complesso musicale italiano Equipe 84. E anche il primo disco italiano ad essere pubblicato solamente in versione stereofonica (in precedenza alcuni dischi, come Volume I di Fabrizio De André, erano usciti nella duplice versione, mono e stereo), e la casa discografica, la Ricordi, per evidenziare ciò antepose una S alla sigla del catalogo da quest'album in poi.
Il disco
Per questo disco il gruppo radunò tutti i 45 giri incisi tra il marzo del 1967 e l'estate del 1968, aggiungendo alcuni inediti: tutti brani caratterizzati dall'essere registrati su un modernissimo (all'epoca) registratore a otto piste, dato riportato anche all'interno dell'album, il quale si apriva come un libro, le varie tracce furono comunque unite da alcuni intermezzi orchestrali registrati dall'Orchestra Sinfonica della Scala di Milano. Nel 1967 la Ricordi aveva acquistato per i propri studi di registrazione (che in quegli anni si trovavano in via dei Cinquecento a Milano) un registratore a otto piste: fu il primo in uno studio di registrazione italiano, e la prima canzone registrata completamente con queste nuove apparecchiature fu 29 settembre dell'Equipe 84, scritta da Mogol e Lucio Battisti. Fu proprio con l'incisione di questo 45 giri che Maurizio Vandelli iniziò ad assumere un ruolo preponderante all'interno del gruppo, occupandosi sempre più della produzione e degli arrangiamenti dei dischi; cosa che iniziò lentamente a generare il risentimento di Franco Ceccarelli. I tecnici del suono del disco sono Maurizio Vandelli e Valter Patrignani, mentre i tecnici del mixaggio sono Maurizio Vandelli, Pier Farri, Paolo Ruggeri e Alessandro Colombini (non indicati sulla copertina del disco, ma citati nel volume di Luciano Ceri Pensieri e parole, edizioni Tarab, Firenze, 1996). Questo disco non è stato ancora ristampato in CD, ed alcune tracce non sono mai state inserite nemmeno nelle varie antologie.
Le canzoni
29 settembre scritta nel settembre del 1966, era stata proposta in un primo momento da Mogol e Battisti a Gianni Pettenati, che la rifiutò perché non era del tutto convinto. Fu quindi proposta al gruppo, in un momento in cui Battisti era ancora un perfetto sconosciuto, che aveva inciso un solo 45 giri e scritto alcune canzoni per vari interpreti, tra cui due per i Dik Dik (Se rimani con me e Dolce di giorno), una per I Profeti (Le ombre della sera) ed una per Riki Maiocchi (Uno in più), e l'Equipe seppe cogliere in questo brano sia l'originalità della melodia che le caratteristiche musicali che avrebbero potuto svilupparsi nell'arrangiamento. La canzone era ancora senza titolo, ma quando si decise di introdurre la voce dello speaker che legge le notizie del giornale radio (idea che è stata rivendicata un po' da tutti, da Colombini a Mogol allo stesso Vandelli) il titolo fu la data 29 settembre. Per il retro del disco fu scelta e registrata una canzone scritta da Francesco Guccini, che però non la firmò, non essendo ancora iscritto alla Siae (e lasciò la firma a Vandelli): un brano folk cantato da tutti i componenti dell'Equipe. Il disco uscì nel marzo del 1967, arrivando a maggio al primo posto dell'hit parade (vi rimase per cinque settimane), e quindi anche per il 45 giri successivo, pubblicato a novembre dello stesso anno, il gruppo si affidò a Mogol e Battisti: le due canzoni scelte furono Nel cuore nell'anima e Ladro, e per il lato a fu scelta la prima, sicuramente più immediata e che godeva di un bell'arrangiamento orchestrale opera di Mariano Detto. Anche questa è una delle canzoni più celebri di Mogol e Battisti: come 29 settembre, fu poi incisa dal suo autore nel suo primo disco, in una versione con un'introduzione in più e con l'accompagnamento strumentale dei Dik Dik, che a loro volta ne incisero un'ulteriore versione usando la stessa base (ma sostituendo la voce di Lallo a quella di Battisti) e pubblicandola nel loro secondo LP. La registrazione dell'Equipe si caratterizza anche per la totale assenza di chitarre; il retro invece, Ladro, si caratterizza per un arrangiamento molto psichedelico (con il sitar suonato da Vandelli e le tablas, percussioni indiane, da Cantarella) e per la partecipazione vocale dello stesso Battisti nel primo intermezzo (canta la frase "Io l'amavo, io l'amavo...."), mentre nel secondo la voce femminile è (secondo la testimonianza fornita da Franco Ceccarelli) quella di Babelle Douglas, all'epoca compagna di Victor Sogliani e, in seguito, cantante nel gruppo Flora Fauna & Cemento. La copertina del disco è opera di Mario Schifano. Il 45 giri pubblicato nei primi mesi del 1968 fu invece Nel ristorante di Alice, un bel brano scritto da Ricky Gianco e Gian Pieretti: entrambi in quel periodo erano sotto contratto per la Ricordi, e Pieretti conosceva l'Equipe da molti anni (era stato lui a metterli a contatto con Sciascia, il padrone della Vedette, per cui Pieretti incideva a inizio carriera). Per il lato B venne scelta una cover di No Face, No Name, No Number dei Traffic, tradotta da Mogol e Vandelli in Un anno (usata come sigla della trasmissione radiofonica Gran varietà); anche questo 45 giri, come i precedenti, riscosse molto successo. Infine, per l'estate del 1968, il disco pubblicato fu Un angelo blu, cover di I Can't Let Maggie Go degli Honeybus con il testo italiano scritto da Mogol, mentre quello del lato B fu scritto da Vandelli: si tratta di Nella terra dei sogni, cover di un successo degli Easybeats, scritto, tra gli altri, da George Young, musicista australiano forse più noto per essere il fratello maggiore di Angus Young e Malcolm Young degli AC/DC. Tutte queste canzoni furono racchiuse nell'album, completato da quattro inediti: Tutto è solo colore, Hey ragazzo, Per un attimo di tempo e Intermission riff: i brani furono suddivisi in maniera tale che gli inediti e l'ultimo 45 giri fossero sul lato B, mentre il lato A fu riservato alle rimanenti sei canzoni, più vecchie. Tutto è solo colore è l'ennesima cover, questa volta di Every Little Bit Hurts degli Small Faces, Hey ragazzo invece è una canzone scritta da Mogol e Battisti, sicuramente non tra le loro migliori. Per un attimo di tempo è una canzone scritta da Francesco Guccini, come ha scritto Ceccarelli nel suo Io ho in mente te (edizioni Zelig, Milano 1996): è però firmata Vandelli, e ciò fa pensare che sia una canzone scritta sicuramente più di un anno prima, visto che Guccini era iscritto alla Siae dalla metà dell'anno precedente, ed aveva iniziato a firmare le sue canzoni. In Intermission riff, geniale rivisitazione di un tema jazzistico di Stan Kenton (scelta come sigla del programma giornalistico della Rai TV sette) Vandelli usò nuovamente il sitar e Cantarella le tablas.
Tracce
LATO A
Nel cuore, nell'anima (musica di Lucio Battisti; testo di Mogol) - 3:21 Ladro (musica di Lucio Battisti; testo di Mogol) - 3:14 È dall'amore che nasce l'uomo (testo e musica di Francesco Guccini; firmato da Maurizio Vandelli) - 2:18 Nel ristorante di Alice (musica di Ricky Gianco e Gian Pieretti; testo di Maurizio Vandelli e Mogol) - 2:41 29 settembre (musica di Lucio Battisti; testo di Mogol) - 2:32 Un anno (No Face, No Name, No Number) (testo originale e musica di Steve Winwood e Jim Capaldi; testo italiano di Mogol e Maurizio Vandelli) - 3:50
LATO B
Un angelo blu (I Can't Let Maggie Go) (testo originale e musica di Pete Dello; testo italiano di Mogol) - 3:12 Tutto è solo colore (Every Little Bit Hurts) (testo originale e musica di Ed Cobb; testo italiano di Maurizio Vandelli) - 3:23 Hey ragazzo (musica di Lucio Battisti; testo di Mogol) - 3:22 Per un attimo di tempo (testo e musica di Francesco Guccini; firmato da Maurizio Vandelli) - 2:12 Intermission riff (musica di Ray Wetzel) - 2:05 Nella terra dei sogni (Land of Make Believe) (testo originale e musica di Henry Vanda e George Young; testo italiano di Maurizio Vandelli) - 3:57
Video
Nel cuore, nell'anima Nel mio cuor, nell'anima c'e' un prato verde che mai nessuno ha mai calpestato, nessuno se tu vorrai conoscerlo cammina piano perché nel mio silenzio anche un sorriso può far rumore nel mio cuor, nell'anima, tra fili d'erba vedrai ombre lontane di gente sola che per un attimo e' stata qui e che ora amo perché se n'è andata via per lasciare posto a te, per lasciare posto a te
Nella terra dei sogni la la la la la la la la la la la la la la la la Nella terra dove i sogni son realta', tu mi sei vicina sempre amore ma, non e' cosi' tu non sei piu' qui non e' cosi' Io lavoro il giorno mentre aspetto che torni notte e il sogno mi riporti te sempre cosi' tu ritorni qui sempre cosi' sempre cosi' E ogni notte vivrai per me solo amor bella come mai ma anche se gia' sei con un'altro ormai pensa un poco a me Nella terra dove i sogni son realta', tu mi sei vicina sempre amore ma, non e' cosi' tu non sei piu' qui non e' cosi' non e' cosi' Soli sulla nube d'oro noi ci amiamo e sembra vero uh uh uh uh uh uh uh uh uh uh ma anche se gia' sei con un'altro ormai pensa un poco a me E ogni notte vivrai per me solo amor bella come mai ma anche se gia' sei con un'altro ormai pensa un poco a me La la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la la
ID è il quarto album del gruppo musicale italiano Equipe 84.
Il disco
Il 1970 fu un anno funesto per l'Equipe 84. Il batterista del gruppo Alfio Cantarella era stato trovato in possesso di qualche grammo di hashish, ed era stato arrestato: la RAI decise quindi di escludere il gruppo dalle sue trasmissioni. C'era però in ballo la sigla televisiva del programma Il sapone, la pistola, la chitarra e altre meraviglie (la canzone omonima, scritta da Vito Pallavicini e Paolo Conte), e la Ricordi riuscì ad ottenere un accordo, per cui Cantarella non apparve più in televisione, e il gruppo cambiò il nome: così il relativo 45 giri venne inciso con Mike Shepstone dei Rokes alla batteria, e mentre nell'estate 1970 Franco Ceccarelli abbandonò il gruppo (e tentò con Ricky Gianco di formare una nuova versione dell'Equipe 84 che durò pochissimo e non incise dischi), Vandelli e Sogliani decisero di farsi aiutare in sala d'incisione, per realizzare inl nuovo LP, dal tastierista dei Dik Dik Mario Totaro, dal cantante Donatello alla chitarra e dal batterista dei Quelli (diventati in quel periodo "Krel" e non ancora Premiata Forneria Marconi) Franz Di Cioccio. Il disco era fortemente influenzato dal genere progressive. Le prime tre canzoni erano legate l'una all'altra, c'era un brano che superava i sette minuti (fatto insolito per un gruppo come l'Equipe 84), e venivano impiegati molti strumenti etnici. Ma, un po' per il boicottaggio operato dalla RAI, un po' per il mutamento di genere, passò inosservato, diventando nel tempo una vera e propria rarità discografica. Oggi, nonostante la ristampa in CD del 1995, il vinile continua ad essere molto ricercato dai collezionisti.
Le canzoni
Il brano iniziale, ID, è basato sulle percussioni di tabla e sul flauto, e sfuma sul secondo brano, Buongiorno amico mio, che più di altri si ricollega alla produzione precedente ed è cantato da Vandelli e Sogliani insieme. Jo è invece una delle prime canzoni in Italia dove si affronta il tema della droga, con la batteria di Di Cioccio in evidenza. Padre e figlio, che, come si capisce dal titolo, è un dialogo tra un uomo e suo figlio (anticipando di un anno, nella struttura, la celebre Father & son di Cat Stevens, è cantata da Sogliani nella parte del papà e da Vandelli in quella del giovane. La notte di san Luigi è un brano strumentale retto dalla chitarra elettrica distorta e dal Flanger. Il brano conclusivo Fine non è altro che la versione strumentale di Buongiorno amico mio su cui, verso il finale, Sogliani e Vandelli recitano i ringraziamenti per le persone che hanno collaborato alla realizzazione del 33 giri. Tutte le canzoni sono scritte per il testo e la musica da Maurizio Vandelli. Tecnici del suono: Walter Patergnani e Carlo Martenet Grafica: Clara Duranti e Cesarina Mastretta.
Tracce
ID - 2.22 Buon giorno amico mio - 3,34 La notte di verità - 3.40 Giochi d'amore - 3.52 Padre e figlio - 5.38 Jo - 3.00 Un brutto sogno - 7.08 La notte di san Luigi - 3.58 Il re dei re - 4.38 Fine - 3.54