FIUMI nel mondo

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  1. fasanotto
     
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    graziee
     
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  2. gheagabry
     
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    RIO TINTO



    Il Tinto è un fiume del sud-ovest della Spagna, che ha origine nelle montagne della Sierra Morena in Andalusia. Segue generalmente un corso sud/sud-ovest, raggiungendo il Golfo di Cadice presso la città di Huelva.
    Rio Tinto, un fiume di circa 100 Km di lunghezza che nasce sulla Sierra Morena e sfocia nell’oceano Atlantico, in terra spagnola. Il Rio Tinto scorre su una zona di affioramenti metalliferi (in particolare zolfo, rame, ferro, pirite ecc, ) che spazia dai dintorni di Siviglia al confine portoghese. L’acqua, combinandosi con il ferro e lo zolfo presenti nel suolo, genera ossidi di ferro che insieme ai solfati ed a piccole quantità di argento dà origine alla fanghiglia rossastra che rende il paesaggio unico e particolare.

    A una decina di chilometri da Minas de Riotinto, nei pressi del paese di Nerva, si trova la Peña de Hierro, che deve il suo nome (“Roccia di Ferro”) alla corona ferrosa che circonda la miniera a cielo aperto: è qui che nasce il Rio Tinto. Il fiume, proprio a seguito del suo insolito colore, è stato ribattezzato con queso nome. Le sue acque sono ricche di acido (con pH 1,7-2,5) e di una serie di metalli pesanti. Il tutto è stato ovviamente causato dall'azione dell'uomo che ha sfruttato la zona ricca di miniere. Sfruttata per l’estrazione di zolfo e ferro già in epoca romana, la valle del Rio Tinto è stata “abbandonata” dal punto di vista minerario all’inizio dello scorso secolo. L'area, ora contaminata, non viene più sfruttata per l'estrazione del rame ormai dal 1986, mentre l'estrazione di argento e oro e' stata fermata nel 1996. Particolare interesse e' rivolto dai biologi ad alcuni batteri che vivono nel fiume e che risultano esser molto resistenti alle condizioni di fatto estreme.
    Il medesimo tipo di batterio e' stato individuato soltanto in un'altra parte del mondo, in Antartide. E da qui l'interesse della Nasa che studia l'area in quanto simile per condizioni alla superficie di Marte.

    “El corazon de la tierra”, il cuore della terra, è qua, a Minas de Riotinto, nella regione di Huelva, a poco più di 80 chilometri a nord-ovest di Siviglia. Queste miniere hanno una storia millenaria, ma il loro è un cuore insanguinato e non solo per il colore rosso che attraversa le montagne ricche di ferro e di rame. La storia di Minas de Riotinto è una storia fatta di fatica e di passione, di rabbia e di ribellione, bagnata dal sangue dei lavoratori che in quelle miniere a cielo aperto hanno lasciato la salute e che a decine e decine sono stati trucidati, nel 1888. Minas de Riotinto, dunque. Poste sul versante meridionale della Sierra Morena, secondo la leggenda queste sarebbero le mitiche miniere di re Salomone. Di certo, reperti che testimoniano l’estrazione del rame risalgono addirittura al 3000 avanti Cristo. Qua sono arrivati i fenici per estrarre il rame da fondere con lo stagno della Cornovaglia per ottenere il bronzo. Qua sono arrivati i romani, che nel IV secolo dopo Cristo si specializzarono nell’estrarre l’argento. E qui sono arrivati anche i visigoti, a continuare l’opera di estrazione. Poi, un lungo, lunghissimo abbandono fino ad un contratto firmato il 14 febbraio 1873, la Spagna vendette la concessione a un consorzio inglese, la Matheson & C., che fondò la Rio Tinto Mining Company ltd, e Minas divenne uno dei centri di estrazione del rame più importanti del mondo. E la storia della regione cambiò.
     
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  3. gheagabry
     
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    “Se poniamo a confronto il fiume e la roccia,
    il fiume vince sempre non grazie alla sua forza
    ma alla perseveranza.”
    (Buddha)


    IL RODANO



    Il Rodano è una fiume alpino che nasce nel territorio svizzero a 1.753 m di altitudine dal ghiacciaio omonimo e scorre per 2/3 in territorio francese, è lungo 812 km. Prende origine dal ghiacciaio che porta il suo nome, sul fianco sud-occidentale del Dammastock (3630 m). Il suo corso montano è dapprima attraversa il Vallese, tra le cime delle Alpi Bernesi delle Alpi Pennine, a S. A Martigny il fiume piega ad angolo retto fino al Lago di Ginevra. Il Rodano, appena uscito dal Lago di Ginevra, si unisce all’Arve, proveniente dai ghiacciai del Monte Bianco, poi, attraversa i calcari della catena principale del Giura. Dopo Génissiat, la valle si fa alluvionale; e verso Culoz si allarga in un’enorme zona d’inondazione acquitrinosa, che comprende il Lago di Bourget. Quindi la valle si restringe nuovamente, e nel discendere riceve l’Ain, quindi attraversa Lione. All’interno dell’area urbana lionese riceve la Saona. Presso Arles il fiume inizia un vasto apparato deltizio, con due rami che abbracciano la regione della Camargue. Il delta del Rodano copre una larga porzione della costa del Golfo del Leone.
    Il fiume dà nome a un dipartimento della Francia sud-orientale, formato in gran parte dalle antiche province del Lionese e del Beaujolais.


    "Rodano in gaelico vuol dire infatti acqua furiosa. E una volta doveva essere veramente così questo fiume, simbolo per eccellenza dell’avventura, dell’azione, del coraggio ardimentoso spesso e volentieri opposto alla pazienza, alla mansuetudine, alla riflessione...Nervoso, solitario, il Rodano ha ritagliato il suo corso procedendo per sfondamenti successivi. Se non riusciva ad aver ragione dell’ostacolo, il fiume cambiava bruscamente direzione. Punto e a capo. Fa dunque un certo effetto, oggi, vederlo imbrigliato, costretto a correre tra poderosi argini, il letto scavato perché sia navigabile, almeno un po’. L’uomo costruiva ponti, il Rodano glieli distruggeva.....Corre il Rodano, corre. Siamo in Camargue: decine di migliaia di ettari unici al mondo, frutto dell’azione congiunta del fiume, del Mediterraneo e dei venti. Ci sono saline e risaie, vagano cavalli e tori, c’è il Parco ornitologico di Pont de Gau.... A Saintes-Maries-de-la-Mer, poco distante da lì, dopo aver macinato circa ottocento chilometri, il ramo più lungo del Rodano si getta nel mare, ebbro di sole e di storia."
    (Alberto Chiara)

    "In un silenzio impressionante il Rodano va verso la stretta di Beaucaire dove Annibale traghettò i suoi 40 pachidermi; scena raccontata magistralmente da Polibio e immortalata in secoli di grandiose iconografie. Poco prima dello sbarramento di Vallabréguès un cartello nell'erba indica "263", duecentosessantatré chilometri per la foce."


    ...la storia della valle del rodano...



    Il “grande fiume” racconta la storia di Lione e della regione Rodano Alpi, fino alla sua creazione ufficiale e all’iscrizione nel Patrimonio mondiale dell’Unesco, passando per i fratelli Lumière.
    Secondo le scoperte più recenti, l’homo sapiens sarebbe arrivato nella regione circa 40 000 anni prima di Cristo. I disegni della grotta Chauvet furono eseguiti 10 000 anni più tardi. Nel VII sec. a.C. i Celti si insediano sulle due rive del Rodano: Elvezi sulla riva destra, Allobrogi sulla riva sinistra. I Focesi (Greci d’Asia Minore che hanno fondato Marsiglia e Arles) moltiplicano gli insediamenti commerciali. I Romani comprendono rapidamente l’importanza strategica del Rodano, del quale si servono come via di penetrazione per i loro prodotti, ma anche per la loro civiltà. Le legioni romane si insediano a Vienne, capitale degli Allobrogi, e sulla riva sinistra del fiume nel 121 a.C. Verso l’anno 43 a.C., una volta completata la conquista della Gallia, Munatius Plancus fonda Lione, dove insedia dei coloni romani sulle alture che dominano le rive della Saône; nel 27 a.C. questa città diventa capitale delle Gallie . Nel 280 l’imperatore Probus sottrae ai lionesi il monopolio della vendita di vino in Gallia. È l’inizio del declino di Lione, che sotto Diocleziano diventa una semplice capitale di provincia.
    Ai Romani si sostituiscono prima i Burgundi e poi i Franchi : dal V al VI sec. si svolge un periodo di grandi invasioni che vede però anche la fondazione delle prime abbazie nella valle. Nell’VIII sec. si verificano le incursioni con cui gli arabi penetrano fino a Poitiers.
    Nell’843 il trattato di Verdun suddivide l’impero di Carlo Magno tra i tre figli di Luigi il Bonario. La valle del Rodano va a Lotario, insieme ai territori che vanno da Rouen al mare del Nord, la Provenza e la Borgogna. Presto su tutto il territorio si assiste alla crescita dei potentati feudali. Per la regione e i suoi dintorni è un periodo di crescita economica, urbana e demografica. Nell’XI e XII sec. sorgono nuove abbazie nel Vivarais: Mazan, Bonnefoy… I conti di Albon, detti “Delfini del Viennois”, estendono i loro possedimenti: le loro terre, dal Rodano alle Alpi, saranno dette Delfinato.
    Nel XIII sec. lo sviluppo delle città conduce alla concessione di numerosi attestati di franchigie comunali. Nella stessa epoca s’impone sempre più la potenza del regno di Francia, ulteriormente rafforzata dall’annessione del Delfinato alla Francia e dalla istituzione, nel 1349, degli Stati del Delfinato . Intanto, da quasi 50 anni il papato ha sede in Avignone. Nel XIV sec. si verificano due eventi importanti: la peste, che devasta la vicina Alvernia nel 1348 e negli anni successivi resta presente in modo endemico, e la guerra con gli inglesi, che imperversa fino alla fine del secolo, con qualche sconfinamento in Alvernia. Tornano nella regione la tranquillità e la prosperità, che si traducono nella fondazione dell’università di Valence (1452), la nuova specializzazione di Saint-Étienne nella fabbricazione di armi da fuoco e lo sviluppo di fiere e mercati nel Velay e a Lione. Le prime fiere di Lione vengono istituite nel 1419 dal delfino Charles, futuro Carlo VII. A partire dal 1463, Luigi XI conferma le fiere di Lione con privilegi reali. La città diventa una sede commerciale e finanziaria irrinunciabile per tutta l’Europa. Le fiere di Lione, che a metà del XV sec. erano quattro all’anno, nel secolo seguente declinano per motivi fiscali e per difficoltà economiche legate più o meno direttamente prima alle guerre dell’Italia e poi alle guerre di religione. La Rivoluzione offre a Lione le sue prime autorità comunali, ma i lionesi resistono contro la Convenzione e presto si scatena la terribile rappresaglia del Terrore. Come nel resto della Francia, una volta calmati i disordini, decolla una notevole crescita industriale : il XIX sec. assiste alla nascita della fabbricazione della mussolina a Tarare, che sarà seguita dalle industrie delle cotonate una trentina d’anni più tardi. Nel 1827 la ferrovia collega St-Étienne a Andrézieux e nel 1832 arriva fino a Lione. Dopo meno di dieci anni viene inaugurato il canal de Roanne . Nel 1880 la fillossera distrugge metà dei vigneti dell’Ardéchois, ma nelle valli del Rodano e dell’Eyrieux le vigne vengono prontamente rimpiazzate da orti. (tratto da http://viaggi.michelin.it/)

    ...il vino del Rodano...



    van gogh
    Dopo la creazione della città di Vienne, i Romani impiantarono i primi vigneti sorretti da terrazzamenti lungo le rive del fiume Rodano ed inseguito iniziarono a produrre il famoso “vinum picatum”, molto apprezzato nell’antichità. Questo vino, descritto da Plinio nella sua “Storia naturale”, era ottenuto da uve chiamate allobrogica e vinificato in fusti di resina.
    Il nome Valle del Rodano fu dato solo nel XIV secolo periodo in cui giunsero ad Avignone i Papi; durante il loro soggiorno diedero un forte sostegno alla cultura al fine di soddisfare i loro bisogni. Grazie alla notorietà acquisita nel corso dei secoli nel 1937 sotto la spinta del Barone Le Roy si concretizza la costituzione della Denominazione d’origine Côte du Rhône. Da quel momento il disciplinare determina le varie zone di produzione, i vitigni, i metodi e le raccolte garantendone la tipicità e la qualità. La zona a vigneto occupa la sponda destra e parte di quella sinistra lungo il corso del fiume Rodano tra le città di Vienne, situata pochi chilometri a sud di Lione, ed Avignone su una lunghezza di circa 200 chilometri. L’area coltivata si sviluppa su circa 81’000 ettari ripartita in sei dipartimenti: Rhône, Loire, Drôme, Ardèche, Vaucluse, Gard. La sua superficie rappresenta la seconda regione viticola della Francia dopo quella di Bordeaux. Il suolo è il risultato dell’incidenza della vegetazione, del clima e dalla forte erosione causata dal fiume nel corso di migliaia d’anni.
     
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  4. gheagabry
     
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    "Io vivo alla sorgente del Fiume Lungo,
    Tu alla foce,
    Ogni giorno penso a te, ma non ti vedo,
    Beviamo insieme l'acqua del Fiume Lungo"


    Il FIUME AZZURRO o YANGTZE, Cina


    Il Fiume Azzurro, in francese, in italiano e in spagnolo, hiamato in cinese Chang Jiang, letteralmente significa "Fiume Lungo", è il fiume più lungo dell'Asia e il quarto per lunghezza nel mondo dopo il Rio delle Amazzoni in America Meridionale, il Nilo in Africa e il Mississippi-Missouri in America Settentrionale. Il fiume è anche noto in paesi di lingua inglese come Yangtze, questo nome era originariamente usato dalle popolazioni locali del delta per indicare uno dei suoi rami principali, ma essendo il primo nome udito dagli occidentali, fu poi attribuito a tutto il fiume.
    Il fiume è lungo circa 6.418 km, ed inizia il suo percorso nel plateau del Qinghai-Tibet nel Qinghai dirigendosi ad est rispettivamente attraversando il sud-ovest ed est della Cina per poi sfociare nel Mar Cinese Orientale a Shanghai. Fra i più grandi fiumi per volume delle acque, il Fiume azzurro prende le acque di un quinto della Cina, ed il bacino del fiume ospita un terzo della popolazione della Cina. Le fertili aree del delta del fiume generano circa il 20% del Prodotto interno lordo della Repubblica Popolare Cinese. Attraversa una vasta gamma di ecosistemi ed è l'habitat di diverse specie di animali protetti. Per migliaia di anni l'uomo ha utilizzato il fiume per acqua, irrigazione, sanità, trasporto, industria, confine e guerra. La Diga delle Tre Gole è la centrale idroelettrica più grande al mondo.
    Negli ultimi anni il fiume ha subito gravissimi danni ambientali, a causa dello sfruttamento dell'agricoltura, scarichi dell'industria e delle città adiacenti, e ha sofferto la perdita di numerosi laghi, affluenti e paludi adiacenti. Molti segmenti del fiume sono oggi giorno protette, e la parte del fiume che attraversa lo Yunnan (Area protetta dei tre fiumi paralleli) fa parte del patrimonio culturale dell'UNESCO.

    Scorrendo per migliaia di chilometri in regioni abitate da popolazioni che parlano lingue diverse, cambia anche nome più volte; nel tratto iniziale, per esempio, viene chiamato con il nome tibetano di Dre Chu. Il corso del fiume è molto tortuoso, con frequenti svolte.
    Il fiume trae origine da vari affluenti, fra cui le due più importanti sono quelle del fiume Tuotuo ed il fiume Dan Qu. Nel suo percorso verso il mare, passa da una altitudine di circa 4900 metri a 305 metri nello Yibin, nel Sichuan, per poi passare a 192 metri a Chongqing. Da Chongqing a Yichang si passa a un'altitudine di 40m dopo aver attraversato un percorso di 320 km. Attraversando il bacino del Sichuan, raccoglie le acque di numerosi fiumi, incrementando in modo significante la propria portata. Si spezza sul monte Wushan, sul confine tra Chongqing e Hubei, dove si formano le famose tre gole del Fiume Azzurro. Entrando la provincia dello Hubei, il fiume riceve le acque dei laghi presenti nella regione, tra i quali il lago più grande è il Lago Dongting, il quale fa da confine tra le province dello Hunan e Hubei. A Wuhan riceve il suo più grande affluente, il Fiume Han, il quale trasporta le acque distanti dello Shanxi. Il fiume riceve ulteriore carico dal Lago Poyang e innumerevoli piccoli fiumi attraversando Anhui e Jiangsu, per terminare infine il proprio percorso nel Mar Cinese Orientale attraversando Shanghai.

    L'importanza del Fiume Azzurro è grandissima come via di comunicazione, navigabile, per 2.800 km del suo corso, da imbarcazioni di grande stazza. È collegato a molti canali: tra questi, l'antico Canale Imperiale (1.700 km) parte da Pechino, attraversa il Fiume Giallo e il Chang Jiang e raggiunge, a sud, la città di Hangzhou. La rete navigabile collegata al Fiume Azzurro sviluppa oltre 40.000 km. Parte dei canali serve per l'irrigazione e per deviare le acque dal fiume durante le piene estive, così da evitare le esondazioni, straripamenti che nel basso corso sono stati frequenti e terribili.

    Il fiume è un’importante linea di divisione fisica e culturale tra Nord e Sud della Cina. I cinesi che vivono a nord dello Yangtze parlano diversi dialetti del mandarino. La maggior parte delle province a sud del fiume hanno proprio linguaggi che sono incomprensibili per I parlanti del mandarino.

    ...storia...


    Se la civiltà cinese è nata grazie ai fiumi, il Fiume Azzurro è uno dei padri della Cina. È stato scoperto che esistevano attività umane intorno all'area dell'attuale diga delle Tre Gole da ben ventisette millenni.
    Sino dalla dinastia Han, la regione del Fiume Azzurro è diventata sempre più importante per l'economia della Cina. La costruzione di sistemi di irrigazione (il più famoso è il Dujiangyan, a nord ovest di Chengdu, fatto durante il periodo dei regni combattenti) rese l'agricoltura molto stabile e produttiva. Durante la dinastia Qing, i prodotti della regione chiamata Jiangnan (che include la parte meridionale del Jiangsu, quella settentrionale dello Zhejiang, quella a sud-est dell'Anhui) costituivano un terzo del totale nazionale.
    Nella storia il Fiume Azzurro è diventato parecchie volte il confine politico fra il Nord e il Sud della Cina per via della difficoltà di attraversarlo. Molte battaglie sono avvenute vicino al fiume, la più famosa delle quali è la battaglia delle scogliere rosse, nel 208 d.C., durante i Tre Regni.

    ...miti leggende...


    Un giorno quattro draghi decisero di volare verso il cielo per giocare a nascondino. Durante il gioco notarono sulla terra delle persone mettere fiori frutti e torte e bruciare bastoncini d’incenso: stavano pregando il Dio dei Cieli di esser clemente con loro e di porre fine al periodo di siccità che da troppo tempo vivevano. Impietositi dagli esseri umani, decisero di andare dall’Imperatore di Giada per chiedere di aiutare le persone in difficoltà. L’imperatore fece finta di acconsentire, però passarono dieci giorni senza che una goccia di pioggia fosse caduta e le persone soffrirono sempre di più; alcuni mangiarono la corteccia degli alberi, altri le radici delle erbe, ed altri ancora l’argilla bianca.
    I quattro Draghi si rattristarono del fatto che l’Imperatore di Giada si curasse solamente dei piaceri e non avesse mai preso a cuore il popolo, cosi, nonostante il rischio di venir puniti dall’Imperatore di Giada, preferirono salvare le persone e decisero di prendere l’acqua del Mare, in cui vivevano, e spruzzarla verso il cielo per farla cadere sui campi degli uomini. La gente incredula pianse dalla gioia, alla vista della pioggia!
    Ma il dio del Mare riferì dell’accaduto all’imperatore, il quale infuriato ordinò ai generali celesti e alle sue truppe di arrestare i draghi e imprigionarli sotto quattro montagne.
    Il dio della Montagna utilizzò i suoi poteri per far volare quattro montagne che schiacciarono le quattro bestie, ciononostante essi non ebbero rimorsi delle loro azioni e determinati ad aiutare per sempre le persone, decisero di trasformarsi in quattro fiumi in grado di passare le alte montagne, le profonde valli e attraversare il paese da ovest a est. Così si formarono i più grandi fiumi della Cina: Heilongjian (Drago Nero), Huanghe (Fiume Giallo), Chengjian (Yangzi o fiume Azzurro), e Zhujiang (Fiume delle Perle).
    (Tratto da Fiabe nel mondo)
     
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  5. gheagabry
     
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    Verso le sponde collinose del Reno,verso i campi fertilissimi,
    i prati che si specchiano nel fiume, le pianure adorne di vigneti,
    possiate, con le ali del pensiero, accompagnare il fedele amico.
    (Johann Wolfgang von Goethe)

    IL RENO


    Il Reno, in tedesco Rhein, in francese Rhin, in neder-
    landese Rijn, in romancio Rain, è, con 1 326 km, uno dei fiumi più lunghi d'Europa. Il suo nome deriva da una radice celtica, ma ancor prima indo-
    europea, che significa "scorrere". L'origine indoeuropea del termine trova conferma nel Greco antico, in cui il verbo ῥέω (traslitterato rheō) ha proprio il suddetto significato. Assieme al Danubio, il Reno formava la maggior parte del confine settentrionale dell'Impero romano. Interessa il territorio di sei Stati: Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania, Francia, Paesi Bassi. Il principale ramo si sorgente, il Reno Anteriore, nasce nelle Alpi svizzere, dal San Gottardo, e si dirige verso NordEst, ricevendo poi da sinistra il Reno Posteriore, proveniente dal massiccio dell’Adula. Il fiume prosegue in direzione Nord, dapprima integralmente in territorio svizzero, poi segnando il confine tra Svizzera e Liechtenstein e tra Svizzera e Austria; entrato nel Lago di Costanza, ne riesce e prosegue in direzione Est-Ovet, formando le cascate di Laufen, alte 20 m, presso Sciaffusa. Ricevuto da sinistra l’affluente Aare e toccata Basilea, si dirige nuovamente verso Nord, scorrendo nella Fossa Renana. Successivamente, completamente in territorio tedesco, percorre un’ampia zona pianeggiante nella quale il suo letto si allarga progressivamente e riceve da destra il Neckar e quindi il Meno, suo massimo tributario. Prosegue poi, sempre verso Nord, in una valle incassata attraverso il Massiccio Scistoso Renano, ricevendo, da destra, le acque del Lahn e della Ruhr e, da sinistra, quelle della Mosella.
    Oltrepassato il confine olandese, il Reno raggiunge la sua massima ampiezza, ma si divide poi in tre rami principali: il IJssel, il Waal e il Basso Reno. Da qui la situazione diventa più complicata, in quanto il nome "Reno" non coincide più con il corso principale. Gran parte dell'acqua del Reno scorre ancor più a ovest attraverso il Waal, il Nieuwe Waterweg e, unendosi alla Mosa, l'Hollands Diep e l'Haringvliet, fino a sfociare nel Mare del Nord. Il ramo dell'IJssel porta la sua parte d'acqua a nord nell'IJsselmeer, mentre il Basso Reno scorre ad ovest, parallelo al Waal.
    Oltre Wijk bij Duurstede questo corso d'acqua cambia nome per diventare il Lek e scorre ad ovest per riunirsi al ramo principale nel Nieuwe Waterweg. Il nome "Reno" da qui in avanti viene usato solo per fiumi più piccoli che scorrono verso nord e che un tempo formavano l'ultimo tratto del Reno dell'epoca romana. Anche se mantengono il nome, questi ruscelli non portano acqua del Reno, ma vengono usati per drenare le terre e i polder circostanti. Da Wijk bij Duurstede, questi sono il Kromme Rijn ("Reno storto") e dopo Utrecht l'Oude Rijn ("Vecchio reno") che scorre attraverso Leida ed in un complesso di chiuse dove le sue acque possono essere scaricate nel Mare del Nord.


    "Arranca faticosamente controcorrente la Wendelin II sotto il peso di duemila tonnellate di carbone. Dalla Ruhr sta risalendo il fiume ed è arrivata al ponte di Andernach. Dietro di lei, seguono altre imbarcazioni. Ognuna delle chiatte, con due sole persone a bordo, trasporta spesso l’equivalente di due treni merci o di cinquanta Tir. Sul Reno il traffico procede lento, ma regolare, come su un’autostrada liquida.
    È laborioso Vater Rhein, padre Reno, che per 867 chilometri attraversa la Germania, da sud a nord. Ma per chi progetta una vacanza sono altre le sfaccettature del suo carattere da tener presenti: nel tratto che va da Magonza a Colonia, padre Reno può essere un insegnante di storia (inizierebbe ricordando che ai tempi di Diocleziano, i territori occupati dai Romani erano organizzati in due province: quella a sud aveva per capitale Magonza, quella a nord, Colonia). Ma è soprattutto un compagno di viaggio allegro, culturalmente stimolante, con tanta memoria e una gran voglia di raccontare. A Magonza Vater Rhein vi parlerebbe delle opere della fede, additandovi prima il duomo romanico di colore rossastro, poi accanto alla cattedrale il Museo Gutenberg, dove si può vedere come lavorasse Giovanni (1400-1468), il primo tipografo della storia dell’umanità, e ammirare – in una stanza blindata – le sue Bibbie. Ma vi parlerebbe anche di Marc Chagall e delle nove vetrate che il pittore creò per la chiesa di Santo Stefano, gravemente danneggiata durante l’ultima guerra. Storie del Nuovo e dell’Antico Testamento, sullo sfondo di straordinarie variazioni azzurre, un luminoso sogno di pace per il grande artista ebreo di origine russa. Nel maggio del 1985, quando le vetrate vennero inaugurate, Marc Chagall non c’era più, era scomparso il 28 marzo, alla bella età di 98 anni.
    Ha un carattere mutevole, dicevamo, Vater Rhein. A Rüdesheim, un paesino circondato da vigneti, è tutto allegria e voglia di vivere. Nella Drossel-
    gasse, lo stretto vicolo in cui il Riesling scorre a fiumi, si odono qua e là i cori tradizionali della convivialità teutonica. Qui popoli del Nord e del Sud, sacro e profano, hanno trovato nei secoli un punto d’incontro. Furono i Romani a introdurre la coltivazione della vite, i monaci cistercensi a estenderla. È una Germania quasi mediterranea questa, che ha come insegna un calice di vino. «Ma birra ne vendete qui?», chiediamo con qualche esitazione a Heinrich Breuer, proprietario di un albergoristorante e di 22 ettari di vigneti. «Ai miei clienti offro una scelta tra 300 vini diversi, alcuni rari e preziosi, ma di birra ne tengo una sola marca. E la faccio pagare cara», risponde con un sorriso malizioso.
    A Rüdesheim, anche la musica è "spumeggiante" e insolita. Alla fine della Drosselgasse c’è il museo Siegfrieds Mechanisches Musikkabinett ("Gabinetto di musica meccanica di Sigfrido"). Siegfried Wendel è infatti un eccentrico appassionato di strumenti di riproduzione musicale (nonni e bisnonni dei juke-box), che con la loro stupefacente tecnologia "antica" hanno rallegrato le feste popolari. Capita di incontrarlo il signor Siegfried, riconoscibile dalla lunga barba bianca, mentre tiene d’occhio le guide che, vestite in sobri abiti settecenteschi, accompagnano i visitatori, spiegando il funzionamento degli strumenti e facendoli poi suonare. Sorprese e divertimento sono assicurati.
    Dopo Rüdesheim, il paesaggio è quello cantato da poeti come Heine e Goethe, quello che ispirò le saghe dei Nibelunghi musicate da Wagner. In mezzo ai vigneti, ecco apparire qui un castello, là una rocca, talora in riva al fiume o su un’isola, come il Mäuseturm o la Pfalz. Vater Rhein nei secoli passati era esoso: le torri sull’acqua servivano a bloccare le imbarcazioni e a far pagare un dazio per proseguire, le fortezze in posizione elevata erano postazioni di vedetta.
    Castelli tanti, una trentina, ponti nessuno, fino a Coblenza. Ma ci sono i traghetti. Sul Reno i mezzi di trasporto sono tutti presenti e validi: su entrambe le sponde, strada e ferrovia, possibilità di muoversi in bicicletta oppure – su bei sentieri in collina, tra vigneti e boschi – a piedi. Vi è anche una seggiovia, l’impianto che da Boppard, sulla riva sinistra, sale fino a uno dei più celebrati punti panoramici, dove Vater Rhein appare come un serpente pigro e sinuoso adagiato nel verde dei boschi.
    Non vale la pena, invece, nono-
    stante le remini-
    scenze letterarie della famosa poesia di Heine, andare in auto in vetta alla Loreley. La roccia precipita per 182 metri a strapiombo sul fiume, che qui è stretto e profondo, e quindi un tempo pericoloso per la navigazione. Narra la leggenda che la fanciulla Loreley, con la sua bellezza e il suo canto, da lassù incantasse i marinai, che si distraevano e finivano tra i flutti.
    Prima di arrivare a Coblenza, dove la Mosella si unisce al Reno, vi sono due castelli, entrambi perfettamente conservati. Il primo è quello di Marksburg, sulla riva destra, sopra il paese di Braubach. Risale al 1200 ed è l’unica fortezza sul Reno che non fu mai attaccata o assediata. I ponti levatoi, le grandi cucine, le sale d’armi, le prigioni, tutto congiura a farla immaginare abitata da cavalieri medievali. Sulla sponda sinistra, invece, ecco il castello di Stolzenfels. Sulle rovine di una fortezza, nel secolo scorso, il re di Prussia Federico Guglielmo IV fece costruire per sé e per la moglie quella che è considerata la più romantica rocca sul Reno.
    Coblenza, uscita semidistrutta dall’ultima guerra, ha ricostruito amorevolmente i suoi palazzi e le sue case più belle. Dalla fortezza di Ehrenbreitstein, sulla riva destra del Reno, il panorama è spettacolare: in primo piano il Deutsches Eck (l’angolo tedesco), la punta della penisola che divide il Reno dalla Mosella. Una piccola deviazione su un altro affluente del Reno, la Lahn, e siamo a Bad Ems, una stazione termale in puro stile Belle Epoque, ricca di eleganti edifici neoclassici. Si può credere di essere capitati in un film ambientato tra l’alta borghesia d’inizio secolo...
    Un altro film, drammatico questo, torna alla mente a Remagen. Il ponte di Remagen, girato nel 1969, protagonisti George Segal, Ben Gazzara e Robert Vaughn, ricostruisce un tragico episodio dell’ultima guerra. Nel 1945, dopo che i tedeschi avevano per due volte tentato di far saltare il ponte sul Reno, lungo ben 325 metri, le truppe alleate se ne impadronirono. Ma dieci giorni dopo, il 17 marzo, la possente struttura crollò, trascinando con sé ventotto soldati americani che stavano lavorando al suo rafforzamento. Le superstiti torri annerite, che ospitano il museo della pace, appaiono davvero come un monito all’assurdità della guerra.
    Poche decine di chilometri e siamo a Bonn, «il bel posto dove vidi per la prima volta la luce del giorno», come scriveva Ludwig van Beethoven nel 1791. La sua casa natale, poco lontana dalla piazza del mercato e dal Rathaus barocco, conserva commoventi ricordi personali del grande musicista.
    E infine l’ultima tappa: Colonia. Fu il 12 agosto 1248 che l’arcivescovo di Colonia, Konrad von Hochstaden, pose la prima pietra del duomo gotico che è diventato il simbolo della città. [..] Nella chiesa di Santa Maria in Lyskirchen, una vecchia scritta sopra il portale d’ingresso indica il livello raggiunto dalle acque durante l’inondazione del 28 febbraio 1784. Di fronte, sulla banchina del porto, il nuovissimo museo della cioccolata: il salone centrale, con le sue vetrate a tutta altezza, è come la prua di una nave che fende le acque.
    (tratto da un articolo di Liliana Mapelli)
     
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  6. gheagabry
     
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    Si può deviare un fiume dal suo corso,
    non farlo risalire alla sorgente.
    (Georges Braque)


    HUANG HE, IL FIUME GIALLO


    Il Fiume Giallo è chiamato "la culla della civiltà cinese", perché scorreva nella regione più prospera della storia cinese. Tuttavia, dati i frequenti alluvioni devastanti e cambiamenti di rotta prodotti dal continuo innalzamento del suo letto, si è anche guadagnato i nomi poco invidiabili Sorrow della Cina e Flagello dei Figli di Han.
    Lungo 4.845 km, lo Huang He ha un bacino di 770.000 km2, sproporzionato alla lunghezza, ma bisogna tener conto che attraversa regioni aride, dove il bacino si restringe moltissimo. Lo Huang He si apre la strada fra alte terre e montagne e ha un corso molto tortuoso.
    Le sue sorgenti sono sulle pendici nordorientali dei Monti Kunlun, al margine del Tibet, non molto lontano dall'alto corso del Fiume Azzurro. Pochi chilometri dopo le sorgenti, il fiume forma due laghi e scorre per qualche centinaio di chilometri in direzione est e sud-est, aggirando i Monti Anyemaqen. Qui piega di colpo a nord-ovest, quasi ripercorrendo a ritroso la distanza coperta nel primo tratto. Sempre incassato fra le montagne, compie poi una nuova curva in direzione est, riceve il primo affluente importante (Huang Shui) e, dopo la città di Lanzhou, piega a nord e nord-est.
    Costeggiata a lungo la Grande Muraglia, con cui quasi intreccia il suo corso, il Fiume Giallo la supera decisamente e si inoltra a nord, lungo il fianco occidentale dell'arido altopiano di Ordos, dove si carica del löss. Per aggirarlo, si spinge verso la Mongolia e il Gobi, in un'area desertica in cui solo le sue acque, con quelle di pochi fiumi stagionali e di qualche oasi, consentono la sopravvivenza degli insediamenti umani, compresa qualche grande città, come Baotou.
    Ripassa la Grande Muraglia e raggiunge i Monti Qinling. Poco prima riceve, in successione, i tre principali affluenti: Fenho da sinistra, Luo e Wei He da destra. Per incunearsi tra i Qinling e le colline dello Shanxi, il fiume compie una netta svolta verso est, arrivando a sboccare finalmente nel Bassopiano Cinese, nei pressi di Luoyang. Qui il Fiume Giallo diventa navigabile, ma solo per piccole imbarcazioni. Superata la città di Zhengzhou, infine, il corso volge a nord-est e attraversa lo Shandong, con un letto largo e non più tortuoso, anche perché è stato regolarizzato. La foce è un vastissimo delta paludoso che si allunga nel Golfo di Bo Hai.
    Le province di Hebei e Henan derivano il loro nome dal fiume Giallo. I loro nomi significano rispettivamente "nord del fiume" e "sud del fiume".
    Il Fiume Giallo deve il nome al fatto che attraversa un altopiano formato da un materiale finissimo ‒ quasi polvere ‒ giallastro, detto löss; il fiume erode il löss e lo trasporta a valle in quantità enormi, colorandosi di giallo.
    In tutto il basso corso, l'alveo del Fiume Giallo è pensile, soprelevato fino a 10 m, a causa del limo che si è depositato sul suo fondo. Possenti argini fin dall'antichità hanno tentato di impedire gli straripamenti provocati dalle piene estive: ma il Fiume li ha rotti almeno 300 volte, cambiando spesso letto e direzione; solo un secolo e mezzo fa, la foce del fiume era alcune centinaia di chilometri più a sud, non lontano da quella del Fiume Azzurro.
    Le piene del Fiume Giallo hanno provocato distruzioni, ma hanno anche depositato sui terreni allagati il limo: la pianura da Zhengzhou è stata 'costruita' dal Fiume Giallo. Il limo è fertilissimo e i terreni così ricchi hanno attratto popolazioni fin dall'antichità; e la necessità di un'organizzarsi, per difendersi dalle piene o per gestire i canali di irrigazione in una regione poco piovosa, ha portato alla nascita di uno Stato. Si dice che la Cina è nata intorno ai suoi fiumi: e tra questi di certo c'è il Fiume Giallo.

    Il Yu Gong o Tribute di Yu, che risale al periodo degli Stati Combattenti, cita il Fiume Giallo come " un personaggio che è venuto". La prima apparizione del nome 黃河 è nel libro di Han, scritto durante la dinastia Han occidentali.
    Uno dei suoi più grandi nomi è stato il "fiume nero" in Mongolia, in quel tratto l'acqua del fiume è pulita prima, di entrare nel Loess; il nome attuale tra mongoli interni è Ȟatan Gol. In Mongolia si chiama semplicemente il SAR Mörön.
    In Qinghai, il nome tibetano del fiume è "Fiume del Pavone".

    ..storia..


    Prima della creazione delle dighe moderne, il fiume era estrema-
    mente instabile, provo-
    cando numerose inondazioni definite più letali disastri naturali mai registrati. Negli anni, il fiume ha cambiato il suo corso 26 volte, con nove gravi inondazioni storiche.
    La causa dei grandi allagamenti è la grande quantità di un tipo di terreno chiamato loess, sciolto nell'acqua, che si deposita sul fondo innalzando lo scorrere delle acque. Alla fine, l'enorme quantità di acqua che scorre verso il mare, inonda la pianura della Cina settentrionale per trovare un nuovo corso. La Cina, nel tentativo di fermare le alluvioni, ha costruito dighe sempre più alte lungo le sponde provocando inondazione molto gravi dato che quando l'acqua di un fiume rompe la diga, il volume dell'acqua scaricata è maggiore.
    Mappe storiche, riguardanti il periodo primaverile e autunnale durante la dinastia Chin mostrano che il Fiume Giallo ha avuto un corso più a nord rispetto al suo corso attuale. Quando il fiume attraversava Luoyang, scorreva lungo il confine tra Shanxi ed Henan province, per poi proseguire lungo il confine tra Hebei e Shandong prima di sfociare nel Golfo Bohai a Tianjin oggi. Il fiume smise di percorrere questa via nel 602 a.C. cambiando il corso a sud della penisola di Shandong. Il sabotaggio in dighe, canali e bacini diventò una tattica militare, durante il periodo degli Stati Combattenti. Una grande inondazione si verificò durante la dinastia Xin, e un altra è stata registrato nel 70 d.C.
    Nel 923, Tuan Ning ruppe gli argini, inondando 1.000 chilometri quadrati, nel tentativo fallito di proteggere il capitale. Una cosa analoga succese nel 1020 si inondarono le parti inferiori del fiume per proteggere le pianure centrali di Khitai.
    L'abitudine di rompere le barriere si verificò più volte: nel 1034 la città di Henglong divise il corso del fiume in tre, causando un diluvio tra le regioni di Dezhou e Bozhou. La dinastia Song lavorò invano per cinque anni, cercando di ripristinare il ciclo precedente - con più di 35.000 dipendenti, 100.000 reclute, e 220.000 tonnellate di legno e bambù in un solo anno - prima di abbandonare il progetto nel 1041.
    Un'altra alluvione accadde nel 1324, che fece riprendere il corso del fiume a sud di Shandong.
    L'alluvione del 1642 fu causata dal tentativo, del governatore Ming Kaifeng, di utilizzare il fiume per distruggere i moti dei contadini ribelli, che vivevano nelle vicinanze. Ordinò ai suoi uomini si rompere gli argini, ma al contrario distrusse la sua città. La città fu quasi abbandonato fino alla sua ricostruzione, durante il mandato dell'imperatore Kangxi.
    Nel 1851, 1853, o 1855, il fiume tornò a percorrere il suo corso a nord, e l'inondazione causò la ribellione Nien.
    Il Fiume Giallo ha adottato il suo corso attuale dopo l'alluvione del 1897.
    Il 9 giugno 1938, durante la seconda guerra sino-giapponese, nazionalisti di truppe di Chiang Kai-shek sfondarono gli argini vicino al villaggio di Huayuankou in Henan. Lo scopo dell'operazione era di impedire l'avanzata delle truppe giapponesi, seguendo la strategia di "utilizzare l'acqua per sostituire i soldati." L'alluvione inondò un'area di 54 mila chilometri quadrati con migliaia e migliaia di vittime civili cinesi, insieme a un numero imprecisato di soldati giapponesi. L'inondazione impedì all'esercito giapponese di prendere la città di Zhengzhou, ma non impedì di raggiungere il loro obiettivo, catturare Wuhan, capitale provvisoria della Cina al momento.

    ..miti e leggende..


    Si ritiene che la civiltà cinese abbia origine nel bacino del fiume giallo. I cinesi si riferiscono al fiume come "il fiume Madre" e "la culla della civiltà cinese". A volte il Fiume Giallo è poetica-
    mente chiamato il "Muddy Flow". L'idioma cinese "quando il Fiume Giallo scorre chiaro" viene utilizzato per fare riferimento a un evento che non accadrà mai, ed è simile all'espressione inglese "quando i maiali volano".

    Nei tempi antichi, si credeva che il Fiume Giallo nascesse nel cielo come la continuazione della Via Lattea. Una leggenda cinese, racconta che Zhang Qian fu incaricato di trovare la fonte del Fiume Giallo. Dopo aver navigato il fiume per molti giorni, vide una ragazza che tesseva e una mandria di mucche. Chiese alla ragazza dove si trovava, lei gli diede la sua navetta con le istruzioni per tessere. Quando tornò, l'astrologo Yen Chun P'ing riconobbe la navetta di tessitura della ragazza, e inoltre, disse che al momento in cui Zhang ricevette la navetta, vide una stella errante che si interponeva tra la ragazza e le vacche.
    Il controllo delle inondazioni risale intorno al 2200 a.C., quando fu costruito un vasto sistema di dighe, canali di bonifica e serbatoi, contenenti l'acqua in eccesso dalla neve sciolta e consentendo la coltivazione permanente della pianura centrale. La costruzione di questi sistemi precede le testimonianze scritte, quindi la documentazione è circondato da leggende. Si racconta che un leggendario imperatore Yu il Grande, avrebbe coordinato la costruzione di argini. Dopo questa impresa, sarebbe stato sollevato al rango di divinità. La leggenda è perpetrata nella cultura cinese in seguito a un proverbio locale: "Non siamo di pesce grazie a Yu."



    NON È SOLO UN FIUME MA UN DRAGONE. Un pò tigre, un pò leone e un pò serpente, come vuole la tradizione cinese. Si chiama Fiume Giallo, Huang He in cinese. La coda è sul tetto del mondo, sull'altopiano tibetano, da dove sorge. Le fauci invece sono rivolte verso il mar Giallo dove si trova la foce. La sua schiena si inarca attraversando le terre arse del deserto e quelle steppose della Mongolia Interna. Poi taglia gli altopiani argillosi delle terre di loess. Compie una corsa estenuante attraverso città pulsanti, dighe che ne bloccano il corso, campi terrazzati e impianti industriali. Le sue acque scavano valli profonde e si caricano di fango, fango giallo appunto, da cui prende il nome. Fame e sete, lui dispone. Come il limo per il Nilo è ricco di sedimenti. Irriga e disperde humus prezioso sui campi. Non solo: offre da bere a 155 milioni di persone. Lungo 4.850 chilometri, è l'ottavo al mondo. Per i cinesi è "Madre della Cina" e infatti lungo il suo corso è nata la civiltà degli han, l'etnia maggioritaria. Lungo le sue rive sorsero regni, fiorirono imperi, cavalcarono orde di eserciti invasori. Testimonianza è l'esercito di terracotta ritrovato alle porte di Van. Ma per i cinesi il Fiume Giallo è anche la "Disperazione della Cina". Le sue frequenti e catastrofiche inondazioni sono un flagello. Diceva già più di quattromila anni fa il mitico imperatore Yu il Grande: "Tenere a bada il Fiume Giallo vuol dire controllare la Cina".
    (Aldo Pavan- tratto da FIUME GIALLO, L'anima della Cina)

     
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  7. gheagabry
     
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    "Sono oltre 6 milioni di anni
    che scavo il mio posto nel pianeta Terra"

    COLORADO


    Il Colorado (‘Aha Kwahwat in mojave) è un fiume collocato nel sudovest degli Stati Uniti e nel nordovest del Messico. Con i suoi 2700 km.. il Colorado è il sesto fiume dell'America del Nord, il quinto per ampiezza di bacino (660.000 kmq.), il primo, e di gran lunga, per la quantità dei materiali trasportati (2 parti di sedimento per 100 parti d'acqua). Si è calcolato che questi ricoprirebbero ogni anno un'estensione di 145 kmq. per una profondità di 1 m., ciò che corrisponde a una denudazione media, nello stesso periodo, di 142 tonnellate di materiale per kmq. nell'intero bacino. La portata media del fiume è piccola (800 mc. al secondo; minima 200, massima 1500), attese l'aridità delle regioni attraversate dal fiume e la conseguente forte evaporazione. Il periodo delle piene va da aprile a giugno. Dove il letto è serrato fra strette e alte ripe rocciose, le oscillazioni di livello toccano valori assai alti (10 e talora 15 metri), mentre la zona presso la foce si copre di sottile limo fertilizzante, che ha meritato al fiume, in questo tratto, il nome di Nilo d'America. La forte marea e le barre di foce creano serie difficoltà alla penetrazione dal mare; il Colorado è tuttavia risalito da piccole e medie imbarcazioni fino alla confluenza con il Virgin River, ma la navigazione non è agevole, e per una parte dell'anno addirittura impossibile oltre Needles Cal. Solo un tratto del Grand River, nello Stato del Colorado, è risalito da ferrovie.
    Il fiume nasce sulle Montagne Rocciose, a circa tremila metri di altezza, e sfocia nel Golfo della California dopo un percorso lungo 2.339 chilometri che bagna Utah, Arizona, Nevada e California, prima di passare in Messico. Le sue acque servono oltre trenta milioni di persone, e il 80% viene utilizzato per irrigare 3,5 milioni di acri di terra coltivabile.Il massiccio prelievo delle sue acque per l’irrigazione nella Imperial Valley, ed usi civili, ne ha prosciugato il basso corso a tal punto che il fiume certi anni non riesce a raggiungere il mare.
    La sorgente del Colorado è il lago La Poudre Pass, nel Rocky Mountain National Park, appena ad ovest della Continental Divide. ScenÈ considerato dai più come risultante della riunione del Grand River, che scende dal Front Range, con il Green River, formatosi nelle Rocciose meridionali. Quest'ultimo taglia la catena dei monti Uinta e attraversa l'Utah rinchiuso in gole selvagge (Desolation, Labyrinth), per confluire nel primo dopo un corso di oltre un migliaio di km.
    Continuando a tenere una direzione NE.-SO., il Colorado si affonda, poco oltre la regione di Paria, in tutta una serie di lunghi e imponenti cañones, inframezzati da cascate, con i quali ha inciso la potente pila di terreni sedimentarî sollevati, che costituiscono l'altipiano omonimo. Alcuni di questi (Marble, Virgin, Boulder, Black) hanno ormai una larga rinomanza per la grandiosità delle proporzioni (Marble Canyon: 100 km. di lunghezza, con profondità che toccano i 1200 m.), la varietà delle forme, l'incanto dei colori, ma tutti li vince l'ormai famoso Grand Canyon del Colorado, lungo il quale il fiume serpeggia per oltre 250 km., dalla confluenza del Little Colorado ai Grand Wash Cliffs. il fiume volge verso S. e attraverso steppe e desolate solitudini scende con pendio lene al Golfo di California, dove depone e distende l'enorme massa dei suoi depositi. La bassa valle del Colorado è caratterizzata da un'estrema irregolarità nel decorso del fiume, che ha cambiato più volte e seguita a cambiare il suo letto, abbandonando tronchi di valle, divagando in ampî meandri, stagnando in lagune, alterando rapidamente le condizioni topografiche dei distretti che attraversa. In tempi geologici recenti la depressione segnata dal lago Salton delle lagune Macuato e Volcanes, faceva parte del Golfo di California, che si spingeva oltre 300 km. a N. dell'attuale linea di spiaggia. Il basso corso del fiume, che segna il confine tra la Bassa California e Sonora, è praticamente un ruscello o un letto secco dovuto all'utilizzo del fiume per l’irrigazione della Imperial Valley. Prima della metà del XX secolo il delta del fiume creava un ricco estuario paludoso che si è ora prosciugato, ma ciò nonostante rimane un’importante risorsa ecologica.

    ..storia..


    L’opinione di molti geologi è che prima della formazione del golfo della California, circa 7-8 milioni di anni fa, il Colorado sfociasse sulla costa della California. A causa dei sedimenti trasportati dal fiume, gli scienziati ritengono che il massiccio canyon sottomarino di Monterey nella omonima baia sia ciò che rimane dell'antica foce di questo fiume. Il canyon si è spostato a nord dalla sua posizione originaria, che si trovava approssimativamente nel luogo in cui ora sorge la città di Santa Barbara, fino alla sua attuale collocazione a causa dell'azione della Faglia di Sant'Andrea.

    Il fiume Colorado è sopravvissuto per millenni, scavando il Grand Canyon e alimentando diverse civiltà. La sua storia è la storia del West e corrodendo le rocce ha disegnato il Grand Canyon, il monumento naturale negli Stati Uniti. Il suo bacino è stato abitato per almeno 8.000 anni, per ultimi dagli indiani navajo. Con i primi esploratori spagnoli, e la storia è cambiata. Nel 1846 diventò parte degli Stati Uniti e nel 1869 John Wesley Powell percorse le sue rapide per conto del governo, allo scopo di stabilire se esistevano abbastanza risorse idriche per colonizzare il West. Il suo verdetto era stato negativo, ma nonostante tutto lo si usò a tale scopo. Così il bacino del Colorado diventò il mezzo per la conquista del deserto, si costruirono canali chiamato che portano la sua acqua a decine di chilometri di distanza.
    I contadini dell’Arizona coltivano il cotone fin dall’epoca della Guerra Civile, e nel 2013 hanno piantato 161.000 acri con questo seme. Ma questa pianta ha bisogno sei volte di più all’irrigazione della lattuga, e il 60% in più del grano. Così l’acqua del Colorado continua ad essere pompata, anche se la siccità provocata dal riscaldamento globale lo colpisce ormai da quindici anni. Le acque delle sue riserve sono scese al punto che fra un decina di anni bisognerà scegliere se alimentare i centri abitati, oppure irrigare i campi. Un giorno il rubinetto si chiuderà, e le rapide in fondo al Grand Canyon diventeranno solo un ricordo custodito dalle leggende indiane.
    Gli indigeni lo chiamavano cavil o "fiume" per antonomasia. La prima scoperta di questo fiume è dovuta al navigatore spagnolo Ferdinando de Alarcón che, risalita la costa messicana della Sonora, trovò nell'agosto del 1540 la foce di questo. Assai più a monte ritrovò il fiume pochi mesi più tardi García Lope de Cárdenas che, distaccato dalla spedizione di Francisco Vázquez de Coronado inoltratasi nell'odierno Arizona, incontrava gli orridi cañones ove il Colorado si nasconde. Il fiume su esplorato da altri spagnoli nei secoli XVI e XVII, ma solo nel 1700, il padre E. F. Chino (Kino), estendendo la sua prima rete delle missioni, si trovò a riscoprire il fiume dove si immette il Gila. Le suespedizioni, negli anni 1701 e 1702, permisero il primo tracciamento cartografico dell'ultimo tratto di fiume. Nel 1775 il capitano Juan Bautista Anza risalì dalla foce fino al 35° di lat. Per una conoscenza completa del corso fluviale si dovrà attendere il XIX secolo e l'occupazione della regione da parte degli Stati Uniti. Nel 1850 Joes e Newberry diede la prima descrizione scientifica del Grand Canyon; nel 1857-58 il luogotenente Yves diresse l' esplorazione sistematica del fiume, per arrivare al colonnello J. W. Powell del corpo geologico degli Stati Uniti.

    ...una legge per il fiume...


    Lo spartiacque del fiume Colorado unisce e definisce l’Ovest degli Stati Uniti. All’alba del XX secolo, la vasta regione del fiume Colorado era quasi interamente intatta. Piccoli progetti di deviazione erano stati sviluppati da ditte private per le operazioni di irrigazione e minerarie. Tuttavia nel 1905, durante le piene stagionali il fiume imperversò rumoreggiando in tutto il sudovest distruggendo ogni cosa al passaggio. Sotto la minaccia costante di inondazioni che si profilavano nel tratto inferiore del Colorado si sviluppò l’esigenza di opere di contenimento permanente delle esondazioni, con la costruzione di un serbatoio di irrigazione e di una diga sul fiume. I primi anni del 1900 trascorsero nella ricerca di località che avrebbero potuto sostenere una popolazione in crescita con un approvvigionamento idrico costante. Nel 1917 fu fondata la League of the Southwest (Lega del sudovest) per promuovere lo sviluppo dell’area fluviale. Dopo diversi anni di trattative, nel 1922 fu firmato il Colorado River Compact (Patto del fiume Colorado) che distribuiva l’acqua del fiume tra sette stati. Tuttavia gli stati non si trovarono d’accordo sulle modalità di distribuzione delle acque del bacino del fiume Colorado; il Segretario al commercio Herbert Hoover suggerì quindi di suddividere il bacino in una metà superiore e una inferiore, riservando a ciascun bacino il diritto di sviluppare e utilizzare 75 milioni di piedi-acro di acqua fluviale (circa 3000 m3 /sec) nell’arco di dieci anni. Questo patto prevedeva l’allocazione di acqua per lo sviluppo futuro del bacino superiore e consentiva la pianificazione e lo sviluppo del bacino inferiore. Wyoming, Utah, Colorado e New Mexico sarebbero stati compresi nel bacino superiore, mentre quello inferiore avrebbe abbracciato Nevada, Arizona e California. La Legge fu ratificata in seguito nel 1944, per riservare al Messico 1,5 milioni di piedi-acro di acqua (circa 600 m3 /sec) all’anno. Dopo la firma del patto nel 1922, i progetti idrici poterono essere avviati in tutta la regione occidentale. Sedici progetti, comprendenti dighe, acquedotti e canali furono realizzati lungo il fiume Colorado e i suoi affluenti creando otto serbatoi principali per la fornitura idrica necessaria ai firmatari del Patto. Con il passare del tempo, la popolazione si è sviluppata in tutta la regione del sudovest rendendo la penuria d’acqua una spaventosa realtà. L’acqua non basta per tutti. Di conseguenza, la mancanza di acqua è all’origine della maggioranza delle controversie e dei problemi relativi all’applicazione del Patto e alla Legge del fiume. È una situazione che collega le problematiche passate e presenti del fiume Colorado e sarà oggetto di preoccupazioni anche in futuro. Altre problematiche, quali quelle ambientali e relative ai diritti all’acqua delle popolazioni tribali si sono aggiunte nel tempo. È certo che in futuro emergeranno situazioni problematiche per l’attuale regime e gestione del fiume Colorado.

    ...John Wesley Powell...


    Il maggiore John Wesley Powell, veterano della guerra civile, mutilato di un braccio, era professore di geologia nello stato dell’Illinois. Perse un braccio nella battaglia di Shiloh, ma non per questo fu dissuaso dal condurre una spedizione geografica per la documentazione delle ultime regioni inesplorate degli Stati Uniti occidentali. Nel 1869, con un esiguo sostegno finanziario, Powell riunì un gruppo di dieci uomini al fine di esplorare il fiume Colorado in tutta la sua lunghezza (quasi 1000 miglia o 1610 km), compreso il Grand Canyon. Privi di qualsiasi informazione contestuale, i dieci uomini partirono alla volta del Green River, Wyoming il 24 maggio ove trascorsero i tre mesi successivi. Senza mappe, attrezzature moderne o idee in merito a quanto li attendeva, questi uomini si prefissero di mappare l’ultima area ancora inesplorata degli Stati Uniti d’America. Provarono gravi privazioni compresa la perdita di barche e provviste, l’esposizione alle intemperie e ad alcune delle acque più turbolente mai viste. Nel 1871 fece seguito un secondo viaggio. Il risultato di entrambe le spedizioni fu il capolavoro di Powell The Exploration of the Colorado River and its Canyons, a compilation of journal entries. Il racconto del primo viaggio rese celebre Powell. Il secondo viaggio ricevette pertanto un sostegno finanziario più sostanzioso. Questa gloriosa spedizione avrebbe alterato per sempre la visione del West degli Stati Uniti.

    ...miti e leggende...



    Le acque del fiume secondo le tribù indiane conducevano alla terra promessa, e le sue divinità andavano placate offrendo frutta, tabacco e granoturco.
    La tribù degli Hopi credeva che il fiume scorresse in profondità fino all’oltretomba, e i suoi componenti si tramandano da secoli una leggenda che spiega la loro discendenza dalla tribù dei serpenti: l’indiano Tiyo decise di scoprire dove finiva la grande acqua e si chiuse dentro un tronco cavo, lasciandosi trasportare fino al mondo dell’aldilà. Qui Tiyo incontrò gli uomini serpente e ne sposò una vergine, portandola con sé al villaggio e generando figli-serpente. Gli abitanti, terrorizzati, cacciarono via i figli-serpente e la loro madre attirando su di se l’ira degli dei e una devastante siccità. La leggenda vuole che gli Hopi si siano salvati dalla morte solo riammettendo i serpenti, che da allora sono l’elemento più importante della tradizionale danza della pioggia Hopi.

    Un cavallo selvaggio correva per evitare la cattura ed alla fine del percorso si è trovato sullo strapiombo sopra il fiume Colorado e per non farsi catturare ha preferito precipitare da quell'altezza ove si trova il punto del cavallo morto, Monument Valley dopo Kayenta.
     
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  8. gheagabry
     
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    INCONTRO FRA FIUMI

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    Una lunga linea dove il blu del Rio delle Amazzoni si incontra col nero/marrone del Rio Negro.

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    Edited by gheagabry1 - 10/4/2021, 19:04
     
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    Il fiume LENA

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    Il fiume Lena è il più orientale dei tre grandi fiumi artici siberiani (gli altri due sono l'Ob' e l'Enisej) che fluiscono nel Mar Glaciale Artico. Attraversa la Siberia orientale da sud a nord per sfociare nel mare di Laptev dopo un percorso di oltre 4.400 km, drenando un bacino di 2.490.000 km². La Lena è il decimo fiume più lungo del mondo.
    Un centinaio di chilometri a valle della cittadina di Kjusjur la Lena entra nella sua zona deltizia; il suo delta è lungo circa 150 km e ha una superficie di 32.000 km².

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    Il fiume nasce da un piccolo lago di montagna nel sud della Russia. Come tutti i fiumi siberiani, il regime del Lena River muta in base alle temperature: nel periodo invernale e primaverile è minimo e il fiume viene sigillato dal ghiaccio che può raggiungere uno spessore anche di 3 metri, nel periodo tardo primaverile ed estivo l’aumento del livello dell’acqua causa inondazioni che possono raggiungere i 15-19 metri oltre il livello medio.

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    lena

     
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