LAGHI

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  1. gheagabry
     
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    IL LAGO DI SIVASH




    Il lago di Sivash è un lago salato dal fondale incredibilmente basso (0,5-1 metro in media), circondato da minerali capaci di generare e riflettere tonalità cromatiche Lo specchio d'acqua si estende per oltre 2.500 chilometri quadri.
    La particolarità del colore rossastro dell'acqua - che contrasta con il chiarore del terreno circostante e con il cielo azzurro, si deve al particolare alobatterio "alga" che vive in queste particolari condizioni, traendo energia dalla fotosintesi solare, e moltiplicandosi rapidamente quando ha accesso alle acque via via più salate, il che accade nei mesi caldi della stagione, quando l'acqua evapora in gran parte e l'indice di salinità del lago raggiunge l'87 per cento.
    Conseguenza di questo processo, l'odore sulfureo che viene prodotto in tutta l'area, che è valso al Sivash il nome di Rotten Sea (lago, o più precisamente mare marcio)

     
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  2. gheagabry
     
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    E a Roma saltò fuori un lago






    di Giulia Barra

    A largo Preneste, Roma est, c’è un lago. Si, proprio un lago. Lo sanno in pochi, anche tra quelli che abitano a pochi metri da lì. Il lago è dietro il Parco delle Energie, dietro gli edifici dismessi da tempo della Ex Fabbrica Snia. Dietro il lungo e monotono muro che costeggia via di Portonaccio, per intenderci. Insomma, questo lago è “dietro”. E infatti nessuno lo conosce. O meglio, nessuno lo conosceva: da oltre un mese un quartiere intero si è messo in testa che quel lago è di tutti, ed è giusto che tutti lo conoscano per poterne godere. E così si creano belvedere per ammirarlo, si va nelle scuole per raccontarlo ai bambini, si svolantina con qualsiasi condizione atmosferica, ognuno come può, ragazzi di centri sociali e associazioni, gente comune, e pure giornalai e benzinai, raccontano e diffondono questa scoperta.

    Una bella scoperta, perché non parliamo di una pozza stagnante, ma di un lago vivo vero, connesso alla falda che ne rigenera le acque in continuazione. E di un lago grande: quasi diecimila metri quadri. Basti pensare che è più grande di quello ben più noto di Villa Borghese, e che alcuni prodi del quartiere l’hanno attraversato in canoa.




    La storia della sua nascita è intrigante: il proprietario dell’area negli anni Novanta fa carte false (nel vero senso della parola) per costruire sull’area un centro commerciale, scava scava per fare i piani interrati di parcheggio (un classico dei megasupermarket) e per caso, guarda un po’, incontra la falda acquifera (forse il nome di via dell’Acqua Bullicante non è stato scelto a caso), che riprende possesso dello scavo illegittimo effettuato. Anche grazie all’acqua stessa, la situazione illecita viene alla luce e si blocca tutto. In questi vent’anni la natura, in barba agli scheletri di cemento del centro commerciale ancora presenti, si riappropria di questo angolo di città stranamente non ancora asfaltato e decide di regalare al quartiere un piccolo paradiso: intorno al lago la vegetazione si scatena, diventando casa di animali protetti, a cominciare dai germani reali, mentre nel lago non si faticano a intravedere pesci e libellule. Qualcuno, sorridendo, ha detto: “Il lago è vivo, e lotta insieme a noi”.

    lag2Dopo questi vent’anni, intervallati da ulteriori tentativi di speculazione (risparmiamo ad esempio il racconto del tentativo di portare una mega struttura per i mondiali di nuoto), il simpatico proprietario (Antonio Pulcini, noto per le inchieste di Report sulle speculazioni romane) nel 2012 ritenta la fortuna, presentando un nuovo progetto per l’area: quattro torri di trenta piani, ovvero 106 metri l’una. Del lago, ovviamente, neanche l’ombra. Il bando si chiamava Relitti Urbani, un bando per “riqualificare” aree industriali dismesse, con ovviamente annessi e connessi premi di cubatura collegati al Piano Casa. Il progetto nello stesso anno supera il primo scoglio, dichiarato ammissibile ed avviabile all’attuazione urbanistica dalla giunta Alemanno.

    Due mesi fa i partecipanti al Forum del Parco che autogestiscono gli spazi del Parco delle Energie, vengono casualmente a conoscenza di questo progetto, e preoccupati si attivano per diffondere la notizia del pericolo. I risultati non tardano ad arrivare: dopo un mese di mobilitazione serrata del quartiere (e non solo), le amministrazioni municipali e comunali (nel frattempo rinnovatesi nel maggio 2013) si affrettano a rassicurare che il progetto delle torri è fermo, e che non è intenzione portarlo avanti.

    E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Perché se proprio vogliamo essere pignoli, il Piano Regolatore di Roma in persona, su quell’area prevede verde pubblico e servizi pubblici di rango urbano. A tal proposito anni fa era partito il progetto di costruire un polo Universitario, ipotesi accettata e condivisa dal quartiere. Nel 2010 l’università Sapienza del rettore Frati si tira indietro dall’impresa, senza ovviamente dimenticarsi di pagare i Dipartimenti che avevano elaborato il progetto. Sui perché di questa decisione, quelli in buonafede prendono per buone le motivazioni del rettore, che si sarebbe tirato indietro avendo scoperto debiti annessi e connessi all’area. Quelli in malafede, insinuano che sia tutto un riassestamento di potere e favori tra rettore Frati, sindaco Alemanno, allora in carica, e Pulcini proprietario dell’area.

    Ad oggi, qualcuno spera che le ultime dichiarazioni delle amministrazioni che decreterebbero lo stop definitivo del progetto delle quattro torri siano un buon segno. In queste dichiarazioni non vi è traccia di riferimenti al lago, però. Una dimenticanza? Una mancanza imbarazzata dal non avere un’idea di come sbrogliare la matassa, senza scontentare nessuno? Queste sarebbero le motivazioni più rassicuranti.

    Quello che è certo è che il lago esiste, è vivo e soprattutto pulito: analisi per determinarne l’inquinamento fatte qualche anno fa sarebbero addirittura nei limiti imposti per la balneazione… insomma, così pulito da poterci fare il bagno. Ma non basta: oltre ad essere bello, vivo e vegeto, pare anche che il bellissimo lago si trovi per metà su suolo pubblico. Si, perché l’unica cosa buona di aver rinvenuto le carte del progetto delle quattro torri, è aver scoperto che c’è un’area di proprietà del Comune (che comprende anche buona parte del lago) quasi contigua al Parco delle Energie, divisa solo da una lingua di terra di proprietà privata (dove tra l’altro svettano i famosi scheletri abusivi del centro commerciale, mai demoliti dal proprietario). L’area in questione è quella dietro il già citato muro di via Portonacco, per intenderci.

    Insomma, a Largo Preneste c’è un’area pubblica non costruita e verde (cosa rara ormai!) espropriata come fu l’area del parco delle Energie, conquistata grazie alle battaglie dei comitati e del quartiere, a cui non è permesso accedere. E allora si va avanti: convegni con esperti e luminari, naturalisti, architetti, urbanisti, per raccontare insieme la bellezza e l’importanza di allargare il parco a quest’area, e al contempo preservare l’ecosistema creato dal lago. Chi si sta battendo per questa lotta ci tiene a ricordare che il lago è di tutti, e anche per questo da tutti va reclamato, conquistato e difeso.

    A giudicare dallo stupore di chi è andato a vederlo dopo esserselo fatto raccontare, quando lo si vede dal vivo sembra ancora più bello e più grande. Nessuno se lo aspetta, eppure sta li.




    www.comune-info.net
     
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  3. gheagabry
     
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    Jellyfish Lake, "Lago delle Meduse"


    Il Jellyfish Lake, Ongeim'l Tketau nella lingua indigena, è uno delle decine e decine di laghi marini presenti nelle oltre 300 isole che formano la Repubblica di Palau.
    Il Lago delle Meduse si trova sull’isola di Eli Malk, esattamente nelle Rock Island. Per arrivarci, bisogna arrampicarsi su per la foresta, camminando tra piante e uccelli di specie rare e talvolta poco conosciute, e poi nuotare in un canale tra le mangrovie, canale che porta al lago. Questo lago, nato circa 12.000 anni fa e profondo una quarantina di metri circa, è collegato all'Oceano Pacifico attraverso diversi tunnel e fessure scavate nel corso dei secoli nella roccia calcarea della zona; tuttavia esso è sufficientemente isolato da avere un ecosistema suo, specifico e diverso da quelli presenti negli altri laghi dell'arcipelago. Queste meduse furono intrappolate in questo bacino naturale quando l’oceano si ritirò e rimase solo un lago salato, isolato dal mare. Per migliaia di anni senza che i predatori le cacciassero, queste meduse, le Mestigias Papua si sono evolute in una nuova specie e hanno perso le loro capacità urticanti non dovendosi piu’ difendere da eventuali aggressori. Sopravvivono in una relazione simbiotica con delle alghe che vivono al loro interno. Di notte la Mastigias nuotano nelle profondità del lago per concimare le microalghe di ammoniaca. Durante il giorno le meduse tornano in superficie seguendo il sole attraverso il lago in una migrazione di massa. Attraverso la fotosintesi le alghe convertono l’energia del sole in zuccheri di cui si nutrono le meduse.
    Non e’ possibile fare immersioni nel lago perché lo strato nutritivo, da 15 metri di profondità in poi, contiene solfuro di idrogeno altamente tossico per le persone.


    Laguna Colorada, Bolivia



    Matt-Walker
    All’interno della Riserva Nazionale di Fauna Andina Eduardo Avaroa, nella regione sud-occidentale del Paese, al confine con Cile e Argentina, si cela la Laguna Colorada, in mezzo a remoti altipiani, circondati da un paesaggio surreale e senza alberi punteggiato da dolci colline. Situata ad un’altezza di 4278 m., la laguna si presenta agli occhi del viaggiatore nella sua meravigliosa veste color rosso fiammante, orlata di bianco e punteggiata di rosa. L’intensa colorazione rossa è dovuta alle alghe e al plancton che abbondano nell’acqua ricca di minerali, mentre le rive sono orlate da depositi bianchi di sodio, magnesio, borace e gesso. Rosa è invece il colore del piumaggio dei fenicotteri che vivono in questa desolata regione: fenicottero cileno, fenicottero di James e fenicottero andino. Le temperature scendono al di sotto di -20°C ma l'aria freddissima ha un forte profumo di yareta, un arbusto usato come combustibile.

    Lago Manicouagan, Canada


    A vederlo dalla Terra non ha nulla di strano, neppure ci si accorge che è un lago. Le fitte foreste della regione sono l'origine del suo nome indigeno che significa "dove c'è cortecce [albero]."
    E’ solo dall’alto, o grazie alle foto satellitari della NASA, che ci si accorge che si tratta di un lago. Più precisamente un lago anulare. Al suo centro si trova un isola conosciuta come isola di René-Levasseur con un picco a 950 metri sopra il livello del mare, 400 metri sopra il livello delle acque del lago. L’isola è davvero molto grande, misura 72 chilometri di diametro ed ha una superficie di oltre 2000 km quadrati.
    Si è formato a causa di un antico cratere d’impatto avvenuto circa 214 milioni di anni fa. Il cratere si creò grazie ad un asteroide di 5 km di diametro che originariamente scavò un cratere di circa 100 km, anche se l’erosione e i depositi sedimentari hanno ridotto visibilmente il diametro a circa 72 km che è attualmente il quinto più grande cratere da impatto conosciuto sulla terra. E’ chiamato "l’occhio del Quebec"
     
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  4. gheagabry
     
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    IL LAGO DI TOVEL



    Il lago di Tovel è un lago alpino situato sul territorio del comune di Tuenno (Provincia di Trento) ad un'altezza di 1178 m s.l.m. all'interno del Parco Naturale Adamello-Brenta. È stato anche chiamato lago degli orsi perché sono presenti alcuni orsi bruni nella valle. Il lago di Tovel è conosciuto in tutto il mondo per l’arrossamento delle sue acque dovuto ad un alga particolare chiamata “Glenodium Sanguineum“ (chiamato anche Woloszynskya coronata). Questi pigmenti carotenoidi davano una caratteristica unica nel suo genere al Lago Rosso della Val di Tovel che, in determinati periodi, (durante l´estate) assumeva una colorazione rossastra delle acque, fenomeno attivo fino agli anni '60 circa, ora scomparso. Il microrganismo non è scomparso dal lago: è ancora presente ma non riesce a proliferare come un tempo. Curioso è il fatto che gli scrittori locali che hanno descritto il lago all'inizio dell'Ottocento, Jacopo Antonio Maffei nel 1805[4] e Gioseffo Pinamonti nel 1829, non fanno cenno al colore inusuale dell'acqua del lago, citando invece entrambi l'eccezionale qualità dei salmerini che vi si pescavano, e descrivendone altre leggende e curiosità, fra cui quella che talvolta d'inverno il lago ghiacciava tanto in profondità da poterci passare sopra coi carri.
    Alcuni recenti studi hanno stabilito che la sparizione potrebbe essere dovuta alla mancanza del carico organico (azoto e fosforo) proveniente dalle modalità di monticazione delle mandrie di bovini che pascolavano nei pressi del lago.

    Presenta una forma triangolare, una lunghezza di circa un chilometro, una larghezza di 500 metri e la profondità massima è di 38,5 metri. È circondato da fitti boschi e le imponenti cime delle Dolomiti di Brenta. L’origine del lago di Tovel è dovuta ad uno sbarramento da frana discesa dal Monte Corno nel 1300. Questo lago ha due immissari, che sono il rio S. Maria di Flavona con numerose sorgenti all’interno del lago, e il Rislà che crea una piccola cascata nelle vicinanze del lago. Oltre ai principali immissari, lungo la sponda sud occidentale sono diffuse alcune piccole sorgenti perilacuali, le quali nonostante la scarsa portata, rappresentano in realtà la punta dell'iceberg del grande flusso d'acqua che alimenta il lago direttamente dal fondo. Queste acque sorgive provengono dalla località Pozzol, un'ampia depressione situata circa un chilometro a monte, dove il torrente Santa Maria Flavona si esaurisce scomparendo nel terreno.
    Il terreno particolarmente poroso viene quindi attraversato dall'acqua sino a raggiungere la falda acquifera; questo fa sì che tutti gli spazi vuoti del terreno siano completamente saturi d'acqua. L'acqua di falda ha un movimento lento ma costante verso valle e le sorgenti perilacuali rappresentano il punto in cui la falda acquifera incontra nuovamente la superficie. Il punto di intersezione coincide esattamente con le sponde del lago.

    ...leggenda...



    Il destino aveva voluto, che la bella e coraggiosa Tresénga, fosse l’unica figlia dell’ultimo re di Ràgoli. Ella avrebbe dovuto scegliere un principe. ma il desiderio di mantenere unito il suo fiorente regno, le fece scegliere il nubilato; con la consapevolezza, che il regno, avrebbe cessato di esistere alla sua morte. Così i giovani più forti e coraggiosi vennero spediti come ambasciatori nelle capitali dei regni vicini, con l’annuncio che Tresénga rinunciava alle nozze. Si astenessero, quindi, i giovani prìncipi e i cavalieri dal presentarsi a Ràgoli colmi di doni per chiedere la mano della giovane e bella regina. Tutti i pretendenti ne presero atto a malincuore e rivolsero altrove le loro mire. Tutti, a eccezione di Lavinto, re di Tuénno, che in barba agli ambasciatori e ai loro editti, si recò a Ràgoli con un gran sèguito di dame e cavalieri. A Lavinto, in verità, poco interessava Tresénga: ciò che più gli premeva era metter le mani sul quel piccolo regno ricco di pascoli e di boschi che faceva gola a molti e che avrebbe fatto di Tuénno una vera potenza invincibile. Tresénga impassibile alle avance di Lavinto lo respinse. Lavinto lasciò Ràgoli, ma si accampò nei dintorni e nei giorni seguenti fece recapitare alla regina grandi mazzi di fiori di campo, con anelli d’oro e d’argento infilati in ogni gambo... Provò a convincere la regina recalcitrante con lunghe e appassionate lettere d’amore e con romanze fatte comporre per l’occasione dal suo menestrello. A quel punto il dubbio cominciò a insinuarsi nella mente della buona Tresénga.
    – Miei fidi Ragolesi– confidò la regina all’assemblea dei capifamiglia, – voi sapete con quanta insistenza Lavinto sta chiedendo la mia mano. Se fosse per me, non cederei nemmeno dinanzi a una montagna d’oro, ma mi preme che voi siate guidati da un re forte e potente... Ditemi ancora una volta cosa volete: Tresénga madre, oppure Tresénga regina? Anche quella volta nessuno dubitò e tutti urlarono: – Tresénga regina! Fu così che all’alba del giorno dopo l’accampamento del re di Tuénno si svegliò al fracasso della gente di Ràgoli che, armata di spade, forche e bastoni, era già in vista del campo nemico: a Lavinto non rimase che riconoscere almeno per il momento la sconfitta – la prima della sua vita – e far ritorno a Tuénno! La Regina Tresinga, bella, forte e risoluta, partì dunque con i suoi da Ragoli alla volta dei monti del Brenta, in modo da porre la parola fine alle continue dispute per i confini con la gente di Tuenno. L’intenzione era di impadronirsi delle montagne che fanno corona alla Val di Tovel, ricche di preziosi pascoli. Tresinga e i suoi fidati avanzarono fino al Castellazzo,che domina la valle dal bordo del Pian della Nana, ponendovi il loro quartier generale; le truppe scesero accampandosi al Campo di Flavona e a Malga Tuenna, spingendo con la forza verso la zona del lago gli avversari. Il piano di Tresinga e dei suoi capitani era semplice: calare in massa dal Castellazzo e dalla Flavona verso la conca del lago, sferrando l’attacco finale. Così fecero, ma non tennero conto dell’astuzia dei soldati di Tuenno, che avendo il favore della perfetta conoscenza dei luoghi, si erano disposti a piccole pattuglie, con tante sentinelle, nei boschi di Tovel. Quando le truppe di Tresinga, con tanto di cavalleria, fanteria e vessilli,giunsero così sulle rive del lago, alle loro spalle piombarono i nemici, stringendole come in un anello. Iniziò così una furibonda battaglia, che vide i soldati di Ragoli avere la peggio; solo Tresénga e pochi dei suoi riuscirono a sfondare l’accerchiamento fuggendo verso la valle, ma dietro il dosso che sbarra il lago stava in agguato una pattuglia nemica. Per la fiera Regina e i suoi non ci fu scampo, ma anche nella fazione opposta le perdite furono enormi. Il sangue fu versato in quantità così copiosa che da quel giorno le acque del lago si colorarono di rosso e a perenne memoria della valorosa regina il torrente emissario conserva il nome di Tresenga. Oggi il Lago di Tóvel ha perso la sua rossa magia, ma nelle notti di luna piena è ancora possibile udire sulle rive occidentali un lamento di donna: è la povera Tresénga che piange la morte dei suoi fedeli sudditi e amici.
    (Tratto da: Lo spettacolo della natura e i segni dell'uomo di Sandro Zanghellinin)
     
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  5. gheagabry
     
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    Lago Blanktjarn




    Tra le frasche e tra le fronde, in mezzo a colli dolcemente digradanti, della Svezia nordica, nella regione di Värmlands Län, e gelatasi trova il lago di Blanktjärn. Un lago, lungo e stretto, come ce ne sono molti altri (circa 97.000 sopra i 2 acri di estensione)
    È davvero splendido, soprattutto nell’inverno pieno del profondo Nord, quando l’intero ambiente pare, quasi d’improvviso, immobilizzarsi e farsi silenzioso. Niente più pesci che nuotano, indefessi. Neanche il canto di un uccello. È la letargica manifestazione degli eventi, il verificarsi annuale, imprescindibile, di un lungo periodo di stasi.




    presso il Blanktjärn congelato. il lago è unico per il colore turchese è formato da una reazione chimica. Ma il ghiaccio è completamente trasparente. L'acqua proveniente dalle sorgenti sono molto ricche di calcio da luogo a una reazione chimica con risultati di ossigeno in precipitati calce e si deposita sotto forma di marmo bianco. Così, il colore turchese dell'acqua.

     
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  6. gheagabry
     
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    La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza.
    (Lao Tzu)

    IL LAGO PERDUTO, LOST LAKE

    Lost Lake si trova in Oregon, è un lago poco profondo appena fuori l'autostrada che scompare una volta l'anno durante i mesi estivi, e poi riappare durante le stagioni più umide. Lost Lake probabilmente si è formato circa 3.000 anni fa, quando la lava che scorreva da una bocca vulcanica aveva bloccato un canale del fiume creando un lago. La maggior parte dell'anno appare come uno stagno normale, ma con l'inizio dell'inverno un misterioso buco "risucchia" tutta l'acqua al di fuori di esso lasciando un paesaggio arido che per secoli ha lasciato gli scienziati sconcertati. I geologi sostengono che un paesaggio vulcanico della zona sia responsabile del rapido drenaggio del lago, una sorta di tunnel di lava indurita che fa drenare l'acqua nelle cavità sotterranee. Nel letto del lago, sul lato nord, si trova un grande buco di origini geologiche. La voragine è il residuo di un tubo o tunnel di lava, una galleria scavata in tempi passati da una colata di lava fluida, raffreddatasi solo nel suo strato più esterno. L'erosione o una piccola eruzione potrebbero aver fatto collassare parte di questa crosta, facilitando la formazione del foro. Ma quello che ha messo in difficoltà i ricercatori è dove esattamente tutta questa acqua va a finire. McHugh, portavoce della Foresta Nazionale di Willamette, sostiene che acqua andrebbe ad alimentare la falda acquifera della vicine cascate. Ma non è mai stata confermato, l'acqua probabilmente filtra nel sottosuolo poroso e ricarica la falda acquifera. Fori di scarico sono stati trovati a Fish Lake, a poche miglia da Lost Lake vicino allo svincolo della US Highway 20 e State Highway. Durante il tardo autunno, complice l'aumento delle precipitazioni, l'acqua inizia a cadere nel buco e continua a farlo durante l'inverno: "Si riempie in inverno, quando l'ingresso supera il tasso di scarico, e poi va a secco ed è un prato.." Così il lago rimane pieno. D'estate, invece, Lost Lake si prosciuga completamente, fino a trasformarsi in un grande prato.

     
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  7. gheagabry
     
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    "...Guarda l’acqua, si abbandona con sicurezza assoluta
    e può occupare tutti gli spazi vuoti che incontra...."
    (Anton Ponce de Leon Paiva)


    IL LAGO VYRNWY


    Il lago Vyrnwy, Llyn Efyrnwy o Fyrnwy in gallese, è un bacino idrico risalente all'epoca vittoriana situato nel nord del Galles nella contea di Powys. Venne progettato negli anni ottanta del XIX secolo dalla corporazione di Liverpool con lo scopo di fornire acqua potabile alla città, che dista circa 70 miglia. Fu costruito inondando la valle Vyrnwy ed il villaggio di Llanwddyn, situato nel Montgomeryshire. Completata nel 1889, fu la prima diga costruita in pietra della Gran Bretagna. Le dighe precedenti erano costruzioni di argini di terra. La sua zona di filtraggio è celebre per la torre gotica a punta alta 48 metri ed il ponte ad arco che la congiunge alla riva.
    Il lago venne riempito nel 1889 dalle acque provenienti da Loch Leven. La valle impiegò 2 anni a riempirsi. Può sembrare insolito, trovare pesci in un lago artificiale, ma poco dopo la costruzione di Vrynwy, 400.000 trote sono state trasferite da Loch Leven. L'acqua copriva completamente l' antico villaggio chiamato Llanwddyn, che si trovava nella valle. Durante alcuni periodi quando il livello dell'acqua scende abbastanza alcune parti del paese sono visibili. I piani degli edifici, appena spuntano sopra l'acqua, danno luogo ad uno spettacolo spettrale.
    Il paese sommerso è stato sostituito con uno nuovo, con lo stesso nome. Il villaggio di Llanwddyn, che si trovava circa a metà strada su per la valle ai piedi del Afon Cedig, o fiume Cedig, prese il nome da un Santo di nome Wddyn che visse come un recluso in una grotta vicin,a nel VI secolo. La parrocchia è stato chiamata San Giovanni di Gerusalemme. La ragione di ciò è che nel XIII secolo il maniero di Llanwddyn era stato visitato dai Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni, ed avevano costruito una chiesa in pietra nel villaggio e dedicata al loro santo patrono.
    Questa parte del Galles, vicino al confine inglese, è ricca d'acqia. Così come Vyrnwy c'è il vicino Lago di Bala, il più grande lago in Galles. Ad est di entrambi i laghi si trova Pistyll Rhaeadr, probabilmente la più bella cascata in Galles. E' nascosta in un tranquilla valle boscosa. Con un'altezza totale di 80 metri, Pistyll Rhaeadr è in realtà più alto delle Niagara Falls.

    Un piccolo ponte ad arco conduce ad una torre. Il tetto è in rame ossidato. All'interno della torre vi è una maglia fine utilizzata per filtrare materiale solido presente nell' acqua. L'imponente torre a punta che si erge dalle acque ad una certa distanza dalla diga. Questa è la 'torre di sforzo', dove l'acqua esce dal lago ed inizia un viaggio lungo un acquedotto e gasdotto verso Liverpool, circa 70 miglia di distanza. Gran parte della struttura è nascosta sott'acqua dove si trova l'ingresso della Hirnant tunnel. Questo porta l'acqua dal lago Vyrnwy al lungo 70 miglia acquedotto a Liverpool.

    ....storia....



    Il Consiglio comunale di Liverpool era alla ricerca di un sito per un nuovo serbatoio per poter fornire più acqua alla popolazione in continua espansione della grande, tentacolare area urbana. Nell'estate del 1877 il signor Deacon, l'ingegnere città di Liverpool, arrivato a Llanwddyn per studiare la possibilità di sbarramento del fiume Vyrnwy in un punto da qualche parte sotto il paese per creare un grande lago artificiale in grado di contenere molti milioni di litri d'acqua. Durante la sua indagine trovò uno sbarramento roccioso disteso sul letto della valle, a due miglia a sud del villaggio. Il potenziale di questa barra di roccia fu che poteva fungere come base su cui costruire una diga.
    Deacon ha lavorò velocemente e presentò la sua relazione al Liverpool Corporation, il 27 novembre dello stesso anno. Il progetto fu approvato e nel settembre 1878 furono impiantati alberi di prova per vedere se il letto di roccia avrebbe fornito una base sicura su cui costruire la diga. Nel 1880 il Liverpool Corporation Waterworks legge fu approvata dal Parlamento, e ricevette l'assenso reale il 6 agosto. I lavori iniziarono nel luglio 1881, dato commemorato da una pietra posata all'estremità settentrionale della diga il 14 luglio dal Conte di Powis.
    La pietra per la muratura fu ottenuta dalla cava apposi-
    tamente aperta, nella valle sul lato orientale di quello che oggi è il lago. Tutti gli altri materiali furono portati dai cavalli e carretto dalla stazione ferroviaria di Llanfyllin, dieci miglia di distanza. Per la costruzione furono impiegati 1.000 uomini, molti di loro erano scalpellini.
    In pochissimo tempo, la diga fu completata. L'antico borgo di Llanwddyn, e tutti gli edifici della valle che dovevano essere coperti dalle acque del lago, furono demolite. Una nuova chiesa, dedicata a San Wddyn, fu costruita su uno sperone roccioso della collina sul lato nord. Su 27 Novembre 1888 la nuova chiesa fu consacrata, e il giorno dopo le valvole alla base della diga furono aperte. Sorpresa generale il nuovo lago riempito più rapidamente del previsto, e poco meno di un anno dopo, il 22 novembre 1889, l'acqua scorreva sopra il labbro della diga.
    La costruzione della diga non fu l'unica impresa necessaria: altrettanto importante fu la creazione di un adeguato mezzo di portarlo a Liverpool. 68 miglia viaggio dell'acqua di rubinetti in città inizia alla torre di sforzo, progettata sia per filtrare con enormi filtri filo calibro, che per regolare il livello di erogazione. Il 14 luglio 1892 prima acqua scorreva in città. Negli anni successivi, per aumentare la quantità di acqua fu collocata una seconda linea di tubo da 42 pollici. Un terzo fu aggiunto nel 1920 e '30. Il completamento di questi lavori nel 1910 è stata caratterizzata da un'apertura ufficiale dell'allora principe di Galles, futuro re Giorgio V, e la messa a dimora di un albero che può essere visto sul lato destro della strada, poco oltre Pont Cynon, meglio noto ai visitatori come il 'ponte di barche-casa'
    Estese foreste di conifere sono stati piantati intorno al lago, in parte in collaborazione con la Commissione forestale.

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  8. gheagabry
     
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    “Questo è il mio viaggio,
    il racconto della terra dove si dice nasca il vento.
    Una distesa vulcanica con una perla di giada. Il lago Turkana ."
    (Andrej Arsen'evič Tarkovskij, Tempo di viaggio, 1983)


    IL LAGO TURKANA



    La Great Rift Valley è una profonda frattura della crosta terrestre che separa Kenya e Tanzania, una fossa di oltre 4 mila chilometri che si è formata 10 milioni di anni fa a seguito della cosidetta "deriva dei continenti". All'interno di un Parco naturale tra i più ricchi del mondo, si trova il lago Turkana, un paradiso che fu l' origine dell'uomo. Perché in questa immensa distesa d'acqua (6.405 kmq) dal color della giada, tra montagne laviche, crateri, deserti lunari e foreste, si possono trovare i resti di quelli che si ritiene siano stati i primi uomini ad abitare sul globo terrestre.
    È il più grande lago permanente in luogo desertico ed è anche il più grande lago alcalino del mondo. Lungo 257 km e largo all'incirca 31 km il Turkana più che un lago, è quasi un mare interno. Essendo un lago chiuso l'acqua è leggermente salata, calda e con una sabbia scura. E' quasi completamente all'interno dei confini del Kenya; solo la parte settentrionale, in corrispondenza del delta del fiume Omo, si trova in Etiopia. Unico affluente il fiume Omo che dall'Etiopia riversa enormi quantità di limo e sedimenti. Altissima è l'alcalinità delle acque dovuta ad una forte percentuale di carbonato di sodio. Diverse le interpretazioni e gli appellativi con cui è conosciuto: Mare di giada, lago degli inganni, ma quello che appare univoco è l'idea di trovarsi in un'Africa ancora autentica. L'elevata evaporazione e la siccità degli ultimi secoli ne stanno modificando i tratti. Dopo molti anni di forte calo del livello del lago dovuto a una costante situazione di siccità, nel 2006 la situazione è stata completamente sovvertita, con forti alluvioni in particolare del fiume Omo.
    Il lago venne chiamato "lago Rodolfo" in onore del principe austro-ungarico Rodolfo d'Asburgo-Lorena dagli esploratori Sámuel Teleki e Ludwig von Höhnel, che furono i primi europei a raggiungerne le sponde (1888). Dal 1975 ha ripreso il suo nome storico, quello dell'etnia dei turkana, che abitano la regione circostante il lago. Il conte Teleki lo scoprì la prima volta il 5 Marzo 1888. Quasi tutta l'area, ma in modo particolare la zona meridionale è una grande desolazione, con enormi distese di roccia lavica da cui spuntano isolate e sparute acacie. Qui di trovano i vulcani Teleki e Nabuyaton "lo stomaco d'elefante" dei Turkana. L'isolamento del lago è dovuto a due i fattori ambientali: le condizioni quasi estreme del territorio con temperature che oscillano in tutto l'anno tra i 40 e i 60 gradi e le vie di accesso, piste dure e faticose. Arthur Rimbaud, un amante dell'Africa, ci veniva spesso e percorreva a piedi «sentieri spaventosi» per potersi godere le meraviglie del lago. Loyangalani, sulla riva sud orientale del lago è l'unico centro abitato, attorno ad esso sono nati tre villaggi e dalla forma delle capanne è possibile riconoscerne l'etnia. Quelle a cupola ricoperte con pelli e foglie di palma sono dei Samburu; a tucul ed interamente di paglia sono dei Turkana; quelle di forma quadrata con il tetto in paglia sono dei Rendille. Etnie che convivono pacificamente. “I guerrieri più sanguinari dell’Africa orientale”,” eredi inriducibili dell’Africa precoloniale”….così, tra storia e leggenda, si presentano i Turkana. Pastori nomadi di indole guerriera, sono l’etnia più remota ed estranea alla cultura occidentale del Kenya. Tutta l’economia dei Turkana e la loro stessa vita, i rituali comunitari, l’alimentazione, ruotano intorno al bestiame: bovini, dromedari, capre e asini.

    Il lago Turkana non a caso è conosciuto come la culla dell'umanità per via dei numerosi ritrovamenti dei nostri progenitori. Camminando lungo le rive del Turkana, in un paesaggio lunare, è facile imbattersi in fossili e utensili in pietra usati, secondo gli antropologi, dagli antenati dell'Homo Sapiens e ancheresti fossili di testuggini giganti e di coccodrilli nilotici (crocodilus cataphractus) lunghi fino a 9 - 10 metri. Qui milioni di anni fa ha avuto inizio il lungo cammino evolutivo dell'uomo. Una serie continua di rinvenimenti si sono succeduti grazie ai membri della famiglia Leakey. Richard Leakey, grazie all'appoggio del governo del Kenya ha istituito nel 1970 il parco nazionale Sibiloi a protezione dei siti paleoantropologici di Koobi Fora. I resti degli ominidi sono visibili al Museo nazionale di Nairobi. Il Sibiloi si trova sulla sponda orientale del lago, quella più accidentata ed inospitale con immense distese di detriti e rocce laviche. In queste acque c'è la più grossa concentrazione di coccodrilli del Nilo (crocodilus niloticus) lunghi oltre 6 metri.


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    Lago Flathead, nel Montana. Usa

     
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    LAGO KLILUK



    Il lago Kliluk, noto anche come “lago maculato” o “Spotted lake” è un bacino endoreico salato alcalino situato in Columbia Britannica, Canada, a nordovest della località di Osoyoos, nella valle di Similkameen. E' tempestato da cerchi colorati, quasi come se costituissero la trama di un tessuto a pois.



    Queste forme geometriche naturali, di color bianco latte, giallo pallido, verde o blu, a seconda delle stagioni e delle temperature sono un fenomeno naturale. Il lago Kliluk è uno dei laghi più ricchi di minerali al mondo, contiene alte concentrazioni di solfato di magnesio, solfato di calcio, sodio, e altri 8 minerali in quantità minori, tra cui argento e titanio. Nel periodo compreso tra giugno e settembre, in cui le precipitazioni sono scarse e le temperature elevate, le sue acque, evaporando, cristallizzando i minerali che, con i loro colori, creano pozze con bordi bianchi, colorate all’interno, dalle mille sfumature.





    Si tratta di un luogo sacro agli Indiani nativi del luogo; ritengono che le acque di “Spotted lake” siano miracolose, in grado di guarire ferite, distorsioni, malattie cutanee e dolori muscolari e basta immergersi nel lago e pregare il dio Kliluk, per guarire.Una leggenda narra che nel corso di una battaglia tra tribù locali, fu dichiarata una tregua per consentire a tutti i feriti di immergersi nelle acque curative del lago Kliluk. Il lago, durante la prima guerra mondiale, si è trasformato in cava mineraria, in cui i lavoratori estraevano sino ad una tonnellata di minerali al giorno, destinati alle fabbriche di munizioni, concentrate soprattutto nell’America dell’est. In seguito il luogo fu comprato dalla famiglia di Ernest Smith, che tenne la proprietà per circa 40 anni. Nel 1979 Smith tentò di trasformare il lago in una stazione termale: i rappresentanti delle Prime nazioni si attivarono allora per acquistare il lago, e nell’ottobre 2001 si raggiunse un accordo sulla vendita.

     
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    IL LAGO SAKANTSI


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    In Russia, nella città di Pivovarovo, a circa 200 chilometri da Mosca, è avvenuto recentemente uno strano ed inspiegabile fenomeno idrogeologico.Ungrande lago, profondo venti di metri, si è prosciugato ed è scomparso nel nulla in una ventina di minuti. Il 12 ottobre scorso, alle 13.30 ha cominciato a svuotarsi, finchè al suo interno non è rimasta più acqua.


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    Un vero mistero idrogeologico, che si era già verificato altre due volte in passato, nel 1941 e nel 1967. Sotto il lago, ad una profondità di 80 metri, scorre un fiume sotterraneo. Ed è proprio lì che l'acqua è confluita. Ma nessuno ha idea di come da un momento all'altro si siano aperti gli ««scarichi»», permettendo al grande specchio d'acqua di svuotarsi completamente, lasciando solo una distesa di fango e pesci.

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    Il fatto che il lago sia posto in una regione di origine carsica, con la presenza di rocce calcaree che fanno facilmente passare l'acqua, può in parte spiegare il fenomeno, ma non si riescono a comprendere le modalità del travaso e, soprattutto, cosa ancora più difficile da spiegare, il verificarsi del suo fenomeno inverso. Si, perché come è successo in passato, il lago successivamente all'improvviso si ricostituisce. Dopo lo svuotamento dei giorni scorsi gli abitanti del luogo, memori del passato, confidano ora in una sua ricostituzione: sperano che in futuro, proprio come già successo in precedenza, l'acqua riemerga dal sottosuolo e ricrei il loro lago.

     
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    IL LAGO LOUGHAREEMA

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    Loughareema, altrimenti noto come "The Vanishing Lake" (il lago che scompare), è un lago situato nella località di Ballycastle, situata nella contea di Antrim, nell'Irlanda del Nord, a breve distanza dalla costa. Il segreto della sparizione di Loughareema è il fatto che si trova su un letto di gesso che perde, una caratteristica topografica chiamata 'buco di spina' di gesso '. La cavità che conduce ad un canale naturale sotterraneo: quando il varco d'ingresso non è ostruito dalla torba, la gola rende possibile il completo assorbimento delle acque, che vengono condotte sottoterra. E il lago si riforma quando il canale si ostruisce nuovamente a causa delle forti piogge che caratterizzano la zona. La presenza del Loughareema è imprevedibile e resta un’incognita.

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    La sua scomparsa ed apparizione ha alimentato nel tempo miti e leggende irlandesi. La tradizione popolare vuole che nelle notti in cui le acque del lago raggiungono il livello massimo i fantasmi delle persone affogate infestino le sue coste Una storia locale, che viene tramandata di generazione in generazione, afferma che, nel 1898, John Magee McNeille aveva un gran fretta di andare a Ballycastle. Il colonnello doveva prendere un treno. Il militare a bordo della sua carrozza, sbagliò a calcolare la profondità delle acque del lago e ordinò al cocchiere di attraversarlo.

    Quando la carrozza, trainata da due cavalli, si trovò al centro dello specchio d’acqua, l’acqua fredda toccò il ventre degli animali rendendoli nervosi. A quel punto, il cocchiere usò la frusta per convincere i cavalli a tornare indietro. Ma appena tentarono di girarsi, persero l’equilibrio e finirono in acqua. Con loro morirono annegati anche il cocchiere e il colonnello.

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    lago

     
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    Ho camminato sul lago di Baikal


    di Кристина Макеева, fotograto russo

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    Il lago Baikal è ancora l'orgoglio della Russia e il lago più profondo e pulito del pianeta, circa il 19 per cento dell'acqua del lago è contenuta in questo lago. La sua acqua più pura crea un mondo incredibile in inverno quando il lago in un momento è coperto di crosta di ghiaccio. Le bolle di metano e ossigeno delle piante si congelano momentaneamente, creando un incredibile modello 3D del cosmo. Crepe, collinette, spruzzi nelle grotte sulla riva: è così unico e bello da catturare lo spirito.

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    Il lago Baikal è lungo circa 600 km. Lo spessore di esso raggiunge 1,5-2 metri. Questo ghiaccio può tollerare il veicolo di circa 15 tonnellate, ma a volte abbiamo visto le auto che erano cadute. Il ghiaccio ha diversi modelli in diverse parti del lago. Succede perché l'acqua si sta congelando strato per strato. Soprattutto è molto interessante trovare un pesce o un ramo nel ghiaccio. Il ghiaccio a Baikal è il più trasparente al mondo! E questo è vero. Puoi vedere tutto fino in fondo: pesci, pietre verdi, piante e golfo bluastro. L'acqua nel lago è così chiara che puoi vedere vari oggetti sulla profondità di 40 metri.

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    Baikal è anche il lago più profondo. La genesi e l'età provocano ancora argomenti scientifici, quindi ricordiamoci che il Baikal è il più grande serbatoio di acqua dolce sulla Terra e la sua profondità è di 1642 metri. Oltre al Baikal, ci sono solo due laghi più profondi di 1000 metri: il lago Tanganica (1470 m) e il Mar Caspio (1025 m).

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    In alcune parti il ​​ghiaccio è scivoloso come lo specchio. Puoi scattare riflessioni ideali. Molti viaggiatori si stanno muovendo sui pattini, sulle biciclette o sulla slitta. Alcuni di loro camminano per diverse centinaia di chilometri e stanno dormendo nelle tende sul ghiaccio. Posto meraviglioso Molto suggestivo.

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    Il ghiaccio si sta rompendo tutto il tempo. Quando il gelo è molto pesante, le fessure dividono il ghiaccio in diverse aree. La lunghezza di queste fessure è di 10-30 km e la larghezza è di 2-3 m. Le crepe si verificano ogni anno, approssimativamente nelle stesse aree del lago. Seguono un forte crack che ricorda il tuono o il colpo di pistola. Grazie alle crepe, il pesce nel lago non muore per la mancanza di ossigeno. Generalmente, il ghiaccio del Baikal porta molti enigmi, la maggior parte delle formazioni provoca l'interesse degli scienziati.

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    Ice on Baikal è lì fino a maggio. Ma ad aprile nessuno ci guida. Le bolle nel ghiaccio sono sviluppate dal gas metano prodotto dalle alghe. L'unico fiume al mondo che scorre dal lago è Angara che scorre dal Baikal. Tutti gli altri fiumi sfociano nei laghi.

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    C'è una leggenda che il padre di Baikal aveva 336 fiumi - figli - e una figlia - Angara. Tutti i figli stavano scorrendo nel Baikal per rifornire l'acqua, ma la figlia si innamorò di Yenisei (un altro fiume in Russia) e iniziò a prendere tutto dall'acqua del padre al suo amante. In risposta, il padre Baikal gettò un enorme sasso in sua figlia e la maledisse. Questa roccia si chiama Shaman-Stone, ed è situata nella testata di Angara ed è considerata l'inizio. Baikal è il posto più bello del mondo.

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    Кристина Макеева, fotograto russo

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    "Finora il cambiamento più importante che ho visto nel lago è il cambiamento di colore che subisce. Un giorno può essere attraversato dall'acqua dell'acqua; ma poi, dopo le tempeste, saltano fuori i marroni drammatici e i colori della terra cruda.
    Illuminata in molte delle riprese aeree c'è una forma ramificata che ricorda l'"albero della vita"
    (Derry Moroney)


    Lago Cakora,
    Nuovo Galles del Sud, Australia


    Il lago Cakora è una laguna piuttosto isolata, classificato come una laguna che ha un ingresso chiuso a intermittenza, si trova nel mezzo del parco nazionale di Yuraygir, sulla costa settentrionale dello stato del Nuovo Galles del Sud, in Australia, noto per le sue splendide spiagge e i punti di riferimento naturali. Il lago è a volte inondato dalle maree oceaniche e le sue acque salgono e scendono con la pioggia.

    L'acqua del lago viene dal mare e sono salate. Il lago Cakora e la laguna Cakora sono collegati a un estuario che li collega all'oceano a Brooms Head Main Beach. Questi tre specchi d'acqua sono circondati da alberi del tè, che, quando vengono inondati da grandi quantità di pioggia e acqua di mare, emettono olio che cade nel lago. La combinazione della salinità dell'acqua con l'olio degli alberi del tè e il movimento naturale dell'acqua nella laguna forma l'albero della vita.


    Il modo migliore per accedere al lago Cakora è prendere una canoa e farsi strada attraverso l'estuario da Brooms Head Main Beach quando la marea è giusta. Oppure puoi aspettare la bassa marea e partire per un'avventura a piedi. L'estuario si estende abbastanza lontano dalla costa prima di aprirsi nel lago Cakora.

    "L'immagine, che per prima ha attirato l'attenzione di Internet, ritrae l'acqua del lago satura di oli degli alberi dopo una forte pioggia. Gli oli sono responsabili del colore marrone dell'acqua che rende il modello frattale realistico. Simili rami intrecciati possono essere visti nelle opere d'arte dell'antico Vicino Oriente, del giudaismo moderno e delle leggende norrene, tra le altre tradizioni."


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    photo Derry Moroney
     
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