FRANCIA

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  1. gheagabry
     
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    STRASBURGO



    Strasburgo (Strasbourgin francese,Straßburg in tedesco, "Strasburgo" viene dal latino Strate Burgum, letteralmente "la città delle strade") è una città della Francia, capoluogo dell'Alsazia e del dipartimento del Basso Reno, sul confine con la Germania sulla riva sinistra del Reno. Attraversata dall'Ill, affluente del Reno, che si divide fino a formare cinque bracci nel centro storico della città (la Petite France), Strasburgo è composta da quartieri con forte densità abitativa. Essa è situata a un'altitudine media di 140 m sul livello del mare, e caratterizzata da un contesto fisico pianeggiante, con solo leggere pendenze nel centro città, culminanti nelle zone di più antica abitazione nella zona della cattedrale. L'est del territorio comunale, lungo il Reno, è costituito da molte isole, tagliate dai bracci del fiume canalizzato e dai canali del porto autonomo. Il nord-est ed il sud-est del comune sono coperti da vaste foreste, ciò che rimane dell'antica foresta renana.

    Nella zona nord occidentale della Francia, stretta tra i monti Vosgi e il fiume Reno, si adagia, sulle morbide colline, l’Alsazia terra di tradizioni culturali latine e germaniche. Qui, dove nidificano le cicogne e i tetti delle case sono a graticcio, dove l’idioma parlato è un dialetto alemanno che non ha tradizione scritta, poco distante dalla Germania, nasce la prospera e rigogliosa Strasburgo.
    Città multietnica, ordinata, ampia e accogliente. E’ un crocevia di popoli e lingue, soprattutto in virtù della sede del Parlamento Europeo e della sua nota università che accoglie quasi cinquantamila studenti. Lo stesso poeta, filosofo Johann Wolfang Goethe studiò legge a Strasburgo. La prima tappa in questa città non può che dirigere il visitatore alla Grande Île, zona dichiarata patrimonio Unesco, brulicante di piazze, di vie commerciali, di affollate aree pedonali, di venditori di castagne con le loro caratteristiche carrette e di un suggestivo centro storico.
    Nell’aria si diffonde il profumo del vino caldo, venduto in bicchieri di plastica a circa poco più di due euro, ad ogni angolo delle strade. All’inizio non si direbbe, ma si sposa perfettamente con i prodigiosi panini farciti di salsicce alla piastra o bollite immerse nelle varie salse che si lasciano degustare camminando alla scoperta di Strasburgo. Perché una città va anche assaporata attraverso il palato.
    Il passo rallenta dinanzi alle botteghe che espongono un armamentario di oggettistica ricordo, forse un po’ eccentrica, ma la direzione conduce inesorabilmente dinanzi alla cattedrale Notre Dame in Langstross Grand’Rue. Circondata da antichi edifici, chiusa tra le braccia della città, un po’ a ridosso della sua stessa struttura, si presenta come un enorme fragile pizzo. Svettante, imponente e gotica. Sembra fatta da mille punte, spigolosa, eccessiva. Un “ricamo di ferro”. La facciata occidentale è stata completata nel 1284, ma la guglia, la cui altezza raggiunge i 142 metri, è di due secoli dopo. Purtroppo, la sua gemella, che avrebbe dovuto ergersi sul lato meridionale di Notre Dame, non è mai stata realizzata. La cattedrale sembra una composizione di varie epoche. Le vetrate, infatti, meravigliosamente luminose e rifrangenti la luce nelle giornate di sole, sotto forma di scintilli e bagliori, risalgono al periodo tra il XII e il XIV secolo. A quest’ultimo secolo si deve anche l’organo, dorato e coloratissimo, mentre l’orologio astronomico è stato concepito a fine XVI secolo, sebbene il meccanismo interno sia datato 1842.
    (Monica Genovese, ilreporter)

    ....la storia....


    Fondata più di 2000 anni fa, la città si sviluppò su un terreno paludoso adiacente al fiume Ill, che ancora oggi scorre in mezzo al centro cittadino. Fu accampamento militare romano e fu qui che nel 357 ci fu una una battaglia tra i romani, guidati dal futuro imperatore Giuliano (chiamato l'Apostata) e un esercito della tribù germanica degli Alemanni. Questi ultimi con la caduta dell'impero si insediarono nella zona e nell'area dell'attuale Svizzera. Nel V secolo Strasburgo passò dal dominio degli Alemanni a quello degli Unni e poi dei Franchi. Il 4 febbraio dell'842 venne pronunciato qui il Giuramento di Strasburgo dai due figli di Ludovico il Pio, a sua volta figlio di Carlo Magno. La sua posizione strategica fece diventare la città nel medioevo un importante centro commerciale. Grazie a questo, nel 1262, diventò una città libera del Sacro Romano Impero. La sua ricchezza economica di quel periodo è testimoniata dagli importanti edifici che sono presenti ancora e sono l'orgoglio della città ancora oggi. Uno di questi fu la Cattedrale di Strasburgo cominciata nel 1176 e terminata nel 1439 che era per l'epoca, l'edificio più alto del mondo. Durante le dispute religione che scoppiarono nel 1500 la città abbracciò la dottrina luterana.
    A partire dal 1600 comincia la contesa tra Francia e Germania per la città. Strasburgo diventa francese nel 1681, sotto il regno di Luigi XIV, e la conquista viene ratificata dal Trattato di Ryswick nel 1697. Un'altro tassello alla francesizzazione della città si ha quando l'inno nazionale francese, la Marsigliese, viene composto proprio qui da Claude Joseph Rouget.
    Dopo la guerra franco-prussiana del 1871, col Trattato di Francoforte Strasburgo ritorna tedesca. Ritorna francese nel nel 1919, alla fine della Prima Guerra Mondiale con il Trattato di Versailles e di nuovo tedesca durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, dal 1940 al 1945. Cambiando nazionalità quattro volte in 75 anni (tra il 1870 e il 1945), Strasburgo è diventata la città simbolo della riconciliazione franco-tedesca e, più in generale, di unità europea. Il monumento cittadino ai caduti di tutte le guerre mostra una madre che regge i corpi di due figli , simboleggiando in questo modo la Francia e la Germania, essi sono nudi, privi di qualsiasi divisa simbolo riconducibile ad una parte o all'altra.

    ....sulle acque di Francia....


    Dall’amaro destino di una città conquistata e riconquistata dagli eserciti francesi e tedeschi, al ruolo fondamentale di una delle capitali dell’Unione Europea. E lì in mezzo, scorre il fiume Ill, affluente del Reno sul quale è possibile navigare e scoprirne i segreti, e che nel suo percorso si divide formando cinque bracci nel centro storico della città. Strasburgo, capoluogo dell’Alsazia e del dipartimento del Basso Reno. La Francia è qui. Con i suoi artisti di strada. Con i giardini in fiore, e le meraviglie del gotico che invitano a scoprire l’arte. Solo una leggiadra visita al Palazzo dei Rohan, simbolo del Classicismo, e la vicina Cattedrale gotica, che forte dei suoi 142 metri di altezza è uno degli edifici religiosi più alti, per dare un’idea della ricchezza di questa realtà. Ad apprezzarne le qualità, non solo turisti. Nel corso della storia fu una città dove vi risedettero personaggi che hanno scritto pagine importanti della storia dell’umanità. Louis Pasteur (1830-1895), il padre della moderna microbiologia. Giovanni Calvino (1509-1564), uno dei padri della riforma del Cristianesimo. Johann Gutenberg (1400-1468), l’inventore della stampa a caratteri mobili. Lo scrittore/drammaturgo Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832).
    Ed è proprio nella città alsaziana, annessa alla Francia in seguito alla ratifica del Trattato di Ryswick, che verso la fine del XVIII secolo (sotto il regno del Re Sole, Luigi XIV), venne composto il celebre “La Marsigliese”, l’inno di Francia, da Claude Joseph Rouget de Lisle, durante una cena organizzata dal sindaco della città, Frédéric de Dietrich, il 25 aprile 1792.
    Con gli anni Strasburgo è diventata sempre più centro di importanti sede istituzionali e organismi europei. Il comando dell’Eurocorps, il centro informatico di Europol, il Parlamento Europeo (insieme a Bruxelles e Lussemburgo), il Consiglio d’Europa e la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, organismo istituito nel 1950 e di cui fanno parte tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa.
    I diritti dell’uomo. Troppo spesso soni stati calpestati. Strasburgo lo sa bene. Le guerre hanno troppo spesso sancito nuove appartenenze territoriali, trascurando del tutto le storie e le lacrime della popolazione. Negli ultimi due secoli Strasburgo passò tedesca dopo la sconfitta di Napoleone III contro il cancelliere Otto Von Bismarck, tornò transalpina dopo la I Guerra Mondiale, e ancora tedesca con l’aggressione nazista, per poi tornare a sventolare la bandiera blu-bianco-rossa.
    Adesso è un’era, per lo meno in Europa, senza guerre nazionali. Ma quel monumento ai caduti di tutte le guerre, raffigurante una madre che regge i corpi di due figli senza vestiti (senza la possibilità dunque di capire se sia francese o tedesco), resterà un monito per tutte le generazioni a venire. E forse, aldilà delle indubbie bellezze architettoniche, il messaggio di uguaglianza di Strasburgo resterà la sua migliore eredità per il mondo. (luca Ferrari)

    .....la Marsigliese.....


    Pochi sanno che la Marsigliese, l'inno della Repubblica Francese, è nato non a Marsiglia ma a Strasburgo. Infatti il 24 Aprile del 1792, Philippe-Frédéric de Dietrich, primo prefetto costituzionale di Strasburgo, offrì una cena di addio ai volontari dell'esercito del Reno. Durante una conversazione emerse la necessità di avere un canto militare degno dell'entusiasmo delle truppe. Dietrich chiese a Claude Joseph Rouget de Lisle di comporre qualcosa che meritava di essere cantato. De Lisle si mise all'opera, con carta, penna e violino. Il mattino dopo aveva finito. Aveva composto musica e parole. Accompagnato al piano dalla nipote di Dietrich, suonò il suo Canto di guerra per l'armato del Reno, che venne poco dopo adottato dei federati di Marsiglia, che da loro prese il nome in Marsigliese.
     
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  2. gheagabry
     
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    Camargue, tra terra e mare

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    “E mentre passa di sole in sole e di vento in vento, scorge una piana e immensa savana,dove l'occhio non trova fine né confine, sola vegetazione, di tanto in tanto, rade tamerici...e il mare che riluce”. Questa la bellissima descrizione che il poeta Frederic Mistral, premio Nobel per la letteratura nel 1904, nato ad Arles, fa della Camargue nel suo poema Mirèio.


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    La flora è ricca, soprattutto di lavanda di mare, salici, tamerici e canneti.
    Il meraviglioso ecosistema della Camargue nasce dalle periodiche inondazioni del Rodano. L'evaporazione, favorita dal vento e dal sole, supera di tre volte le precipitazioni annuali.
    In questo modo questa terra diventa un vero e proprio paradiso per gli uccelli migratori e stanziali.

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    Vengono segnalate più di trecento specie di uccelli e ve ne svernano fino a duecentomila a stagione.
    Sono presenti in forma stanziale o solamente per nidificare: Fenicotteri, Aironi guardabuoi, Aironi rossi, Aironi cinerino, Nitticore, Garzette, Avocette, Cavalieri d'Italia, Germani, ecc.

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    Ottorino Moretti, national geographic
     
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  3. gheagabry
     
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    "Il blu del cielo, tutte le sfumature del verde.
    Per qualche giorno, ero stato lontano. E tornando, avevo capito quanto il verde mi fosse diventato essenziale...
    Il verde della Normandia... questo verde brillante che scivola fino alla riva del mare, sotto i meli in fiore... ".
    (Philippe Delerme)



    NORMANDIA



    La Normandia è una regione della Francia che si affaccia sul canale della Manica e che include i dipartimenti della Manica, dell'Eure, del Calvados, della Senna Marittima (un tempo Senna Inferiore) e dell'Orne; con oltre tre milioni di abitanti essa occupa una vasta parte del territorio a Nord-Ovest della Francia dividendosi in Alta e Bassa Normandia.
    La prima è caratterizzata da alte scogliere e altipiani elevati e si colloca a Settentrione del Paese, dove scorre la Manica e si insinuano gli abitanti di Le Havre e Rouen per citarne i centri principali; si sviluppa su una superficie di 12 mila chilometri quadrati con una popolazione che oltrepassa il milione e mezzo di abitanti. La Bassa Normandia invece si estende tra la Valle della Dives e la penisola francese del Cotentin, confinando con la regione della Loira e la Bretagna: con una popolazione inferiore all'Alta Normandia, la Bassa Normandia ha una estensione di 18 mila chilometri quadrati. Le coste della Normandia hanno una natura tra loro diversa: lo conferma la natura sabbiosa e frastagliata delle coste orientali e alta di quelle a Nord-Ovest; in genere le coste del Nord della Francia sono alte e portuose e dunque favorevoli all'attività marittima mentre quelle più a Sud, ossa quelle che danno sull'Oceano Atlantico e al Golfo di Biscaglia, sono basse e uniformi.

    Terra che ha saputo mantenere intatte le sue atmosfere autentiche: villaggi con le case a graticcio, abbazie e castelli tuffati nel verde, incantevoli porticcioli, campi recintati da siepi. E’ la terra dei fiori colorati di Monet, del delizioso sidro di mele, delle bianche scogliere, delle più grandi maree d'Europa e delle cittadine dalla storia antica.

    ....la storia....


    Ad assegnare il nome alla regione ci pensarono i Normanni, popolo scandinavo proveniente dal Nord che occupò il territorio dell'attuale Normandia nel IX secolo; con i Romani il territorio formava una provincia che assunse come capitale Rouen che fui poi espugnata dai Romani nell'800. Attraverso l'accordo tra Carlo III e il primo Duca di Normandia Rollone, vinto nel 911 a Chartres, si stabilirono i confini territoriali, per cui i Normanni erano autorizzati a collocarsi sulle rive della Bassa Senna. A seguire, succedettero a Rollone (fondatore del Ducato di Normandia) Guglielmo Spadalunga, Riccardo I, Riccardo II, Roberto I, Riccardo III, Roberto detto il Diavolo padre del noto Guglielmo il Conquistatore. Fu proprio quest'ultimo a oltrepassare la Manica (canale naturale che divide la Francia del Nord dalla Gran Bretagna) e sbarcato in Inghilterra ne divenne il re nel 1066; la Normandia fu teatro di scontri tra il re francese Giovanni il Buono e il re di Navarra Carlo II il Malvagio e di guerre aperte tra Inglesi e Francesi che sfociarono nella guerra dei Cento Anni (1350-1453) che ebbe termine con la cacciata dai territori continentali degli Inglesi che occuparono la Normandia dal 1420 al 1450. Il Paese fu anche uno dei primi ad aderire ai principi della Rivoluzione Francese del 1789 ma più di tutto fu ricordata per lo sbarco in Normandia del 1944 conosciuto anche con il nome in codice di operazione Overlord.

    ....il D-Day....


    La Normandia venne scelta dagli alleati sia per la sua posizione geografica sia per le caratteristiche fisiche del terrirorio. Occorre anzitutto osservare che ad essere direttamente interessata dagli avvenimenti del D-Day fu in realtà unicamente la regione della Bassa Normandia e in particolare il dipartimento del Calvados: in esso si trovano infatti quattro delle cinque spiagge destinate agli sbarchi, mentre la più occidentale, Utah Beach, si trova lungo il fianco orientale della penisola del Cotentin, appartenente al dipartimento della Manche. L'azione quotidiana delle maree e le forti correnti che ne derivano, insieme alle tempeste che investono frequentemente la regione, praticamente in ogni stagione, modificano continuamente la morfologia dielle spiagge.
    Già molti mesi prima della data fissata per lo sbarco, due gruppi di subacquei alleati avevano compiuto brevi sortite sul litorale normanno per prelevare campioni di sabbia e di terreno, in modo da poterne verificare caratteristiche e consistenza soprattutto in previsione della necessità di sbarcare pesanti mezzi corazzati. La sabbia di queste spiagge è composta principalmente da grani di quarzo, derivanti dalla disgregazione di rocce appartenenti ai substrati più antichi e di detriti calcarei provenienti dall'erosione delle falesie e delle conchiglie. Immediatamente dietro il tratto costiero si sviluppa il cosidetto bocage normanno, caratterizzato da zone alberate alternate da terreni erbosi. Si tratta di una tipologia di terreno partcolarmente adatta a postazioni difensive, con le sue alte siepi e con i frequenti sentieri interrati che, infatti, ha creato non pochi problemi alle forze alleate nei giorni immediatamente successivi al D-Day. La baia dei Veys, invece, costituisce il naturale prolungamento del marais di Carentan verso la costa. Al contrario del bocage, il marais è una zona acquitrinosa, formata da vaste distese di prateria, particolarmente facili alle inondazioni, alimentate da quattro fiumi: la Douve, la Taute, la Vire e l'Aure che irrigano continuamente il marais del Cotentin e del Bessin (le zone di sbarco degli americani). Gran parte delle zone dietro Utah Beach erano inoltre state appositamente inondate dai tedeschi a scopo difensivo e costituirono uno dei maggiori ostacoli per le truppe aviotrasportate americane, lanciate proprio in questa zona nella notte del D-Day.

    All’alba del 6 giugno 1944 ebbe inizio la più grande offensiva militare della storia, in codice Operation Overload, ribattezzato D-Day, in cui 7000 unità e decine di migliaia di soldati inglesi, americani e canadesi sbarcarono sulle coste normanne per iniziare la liberazione dell’Europa dalla Germania nazista. Qui si è svolta una pagina drammatica della storia del ’900 conclusasi con la progressiva liberazione dei territori francesi ma anche con un vero e proprio massacro nel tentativo di portare a termine l’operazione.

    .......una leggenda.......


    Il diavolo era geloso per essersi visto costruire su Mont St.-Michel la magnifica abbazia che viene a giusto considerata la meraviglia dell’occidente; egli infatti sosteneva che il monte era di sua proprietà e che tutte le costruzioni su di esso dovessero appartenergli per legge, ma San Michele era di diverso avviso. La discussione verteva principalmente su chi dei due dovesse battezzare il monte ma, non riuscendo a mettersi d’ accordo, decisero di fare la prova di chi tra loro fosse il più potente e convennero che colui il quale, spiccando un balzo, avesse ricoperto la distanza maggiore sarebbe stato dichiarato vincitore ed avrebbe quindi dato il nome al monte.
    Entrambi si lanciarono: il diavolo cadde nel Couesnon (il fiume che segna il confine tra Bretagna e Normandia le cui acque si perdono nelle sabbie mobili della baia di Mont St.-Michel) mentre San Michele, sostenuto dalle sue grandi ali, andò ad atterrare su Mont Dol la cui piramide si innalza come un tumulo in mezzo alla pianura, proprio di fronte a Mont St.-Michel.
    E su di una roccia, vicino alla chiesa di Mont Dol, si vedono ancora oggi l’ impronta del piede dell’ Arcangelo Michele ed il segno lasciato dagli artigli di Satana nel disperato tentativo di aggrapparsi.
    (Banshee, celticworld.it)
     
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  4. tomiva57
     
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    Il Centro e i luoghi di Giovanna d'Arco
    A zonzo con la Pulzella




    Giovanna d'Arco, l'eroina e patrona della Francia che conquistò Orléans e scacciò gli inglesi durante la Guerra dei Cent'Anni, ispira questo vagabondaggio in piena libertà attraverso città d'arte, villaggi medioevali e aree protette dell'ampia regione del Centre. Dove non arriva la folla degli itinerari più battuti e la nota ospitalità dei francesi verso il turista.

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    Carri di fieno guidati da buffi spaventapasseri con cappello e farfallino, fortezze ricostruite con balle di paglia, serata danzante con i pompieri, mercato delle pulci, tombola e fuochi d'artificio: fra luglio e agosto il Centre francese, la regione a sud-ovest della Ville Lumière tra la Loira e la Borgogna, si riempie di simpatici cartelloni con scritte a pennarello che annunciano le feste di paese. E' il 14 luglio, anniversario della Presa della Bastiglia, a dare il via al calendario di sagre campagnole e rievocazioni storiche, rinfocolando un patriottismo per nulla formale e assolutamente trasversale. Giovani e meno giovani dalla pelle di ogni colore, frutto dell’eredità coloniale e del solido afflusso migratorio, si dipingono la faccia di blu, bianco e rosso e cantano a squarciagola la Marsigliese, adolescenti con parrucche e coccarde tricolori si affollano nelle fiere a comprare gelati italiani, nem vietnamiti o dolci di pane fritto e cioccolato, famiglie con bambini si stringono per la foto di gruppo sotto le statue di Giovanna d’Arco, eroina nazionale e santa patrona di Francia, qui raffigurata più che altrove in ogni piazza e in ogni chiesa.
    Proprio su queste colline, nel 1429, la Pulzella d'Orléans combatté per la patria e il re: liberando la città risollevò le sorti del paese nella Guerra dei Cent’Anni, e fu l’inizio del primo movimento di riunificazione nazionale. Forse non è un caso se più di tre secoli dopo Luigi Filippo II, detto Philippe Égalité, fu uno dei più grandi sostenitori – e probabilmente anche il finanziatore – dei numerosi pamphlet liberali che circolavano nei salotti: il suo patrimonio, si dice, sostenne in segreto anche i tumulti del 1789. Non è un caso, invece, se nella maggior parte delle cattedrali del Centre santi e angeli hanno letteralmente perso la testa, decapitati come tutto il Secondo Stato dalla furia rivoluzionaria. Nei trionfi del gotico francese, solo le statue delle giovanissima guerriera rimasero intatte e ancora oggi sono circondate dall’entusiasmo della gente durante le ricorrenze che si organizzano ogni anno. E propri qui, a poche decine di chilometri da tanti famosi castelli della Loira dove bisogna mettersi pazientemente in fila per visitare saloni e giardini, si cela una campagna meno conosciuta, fatta di tesori naturalistici e architettonici dedicati solo agli occhi di chi sa spostarsi fuori dai tracciati più noti.

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    Il Parc Floral de la Source ad Orlèans

    Gotico per eccellenza

    L’itinerario prende le mosse da un importante centro dell’epoca dei Lumi: Dreux, una sessantina di chilometri a ovest di Parigi. La mescolanza di epoche e stili dimostra quanto fosse apprezzata dai signori dell’Ancien Régime, che la arricchirono di opere nel corso dei secoli: una fortezza romanica, chiese gotiche, palazzi barocchi, senza contare le case borghesi in legno e mattoni intonacati a colore e con i tetti in lastre metalliche, come usava nel XVIII secolo. Qui si trova anche la Chapelle Royale Saint-Louis, sepolcro monumentale dei regnanti di Francia risalente ai primi dell'800, impreziosito da vetrate impiombate e da statue in marmo bianco che ritraggono i reali di mezza Europa. Tra i diversi parcheggi disponibili in città ce n'è uno gratuito con possibilità di pernottamento proprio dietro la Chapelle (da cui si raggiunge il centro con una passeggiata) e un altro nella Place d'Evesham, presso il palazzo delle esposizioni.
    In meno di 40 chilometri di statale arriviamo a Chartres, annunciata a distanza dalla celeberrima cattedrale: conclusa nel XIII secolo dopo circa sessant'anni di lavori, è in assoluto uno dei capolavori dell'architettura sacra di stile gotico. Oltre al grandioso portale scolpito con centinaia di figure, l'esterno è caratterizzato da due altissime torri diverse tra loro (la più alta venne aggiunta agli inizi del XVI secolo) che incorniciano il rosone e le grandi vetrate: i colori sgargianti dei finestroni resistono alla luce del sole e alle intemperie fin dal '200.


    All'interno, dove la solennità dell'insieme esalta l'armonia delle proporzioni, oltre al labirinto che occupa il pavimento della navata centrale stupisce l'eccezionale coro marmoreo, decorato a rilievo con episodi della vita di Gesù e Maria.
    Tutte di una certa importanza le altre chiese della deliziosa cittadina, le cui strade sono affiancate da solide dimore borghesi e botteghe artigiane dove ancora oggi si lavorano vetri e lampade. Vale inoltre la pena visitare la curiosa Maison Picassiette decorata con ceramiche, porcellane e cocci, il Musée des Beaux-Arts e il Centre International du Vitrail. All'ingresso principale dell'abitato una grande piazza accoglie i visitatori con uno spazio pedonale, dove fra curiose sculture trovano posto bancarelle e giostre. Proibitivo invece parcheggiare il camper, ma – come spesso accade in Francia – basta chiedere consiglio a qualcuno: «Vi conviene provare al Municipal» è la risposta più comune, e infatti ci si sistema in un campeggio immerso nel verde, con tutti i servizi e a prezzi davvero stracciati.


    Intermezzo in verde

    Colline tappezzate da boschi ci accompagnano verso la vasta area tutelata dal Parc Naturel Régional du Perche e ricordata soprattutto per il percheron, un cavallo da tiro pesante che fu molto apprezzato per le pariglie delle carrozze reali (e purtroppo, vista la sua velocità, anche per le faticose cariche in battaglia).

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    Nel capoluogo, Nogent-le-Rotrou, ogni sabato mattina viene approntato un mercato di bancarelle mobili trainate dai maestosi animali, che spesso vengono utilizzati anche per divertenti roulotte da affittare per un tour di qualche giorno. Il paese offre un bel parcheggio gratuito per la sosta diurna e notturna proprio sotto le mura del castello, punto di riferimento per i percorsi di visita della zona a piedi o in vélo.
    Non molto ampia ma diritta e scorrevole, la D955 supera il villaggio di Nocé ed entra nel Domaine de Courboyer. La Maison du Parc, il centro visite ben allestito in una tipica abitazione rurale, offre tutte le date delle manifestazioni che si svolgono nella zona e le indicazioni per ogni genere di passeggiate. All'ingresso si trova un ampio piazzale gratuito, dov'è consentito passare la notte in camper e dal quale si accede al maniero privato all’interno del giardino. Nella vicina Sainte-Gauburge, quattro case intorno a un’antica chiesa, è invece allestito l’Écomusée du Perche, da dove parte un itinerario pedonale per la visita ai dolmen dei dintorni che si possono comunque raggiungere sulle quattro ruote con tortuosi ma ben segnalati percorsi, lungo i quali si rintracciano alcuni ombrosi parcheggi. A Bellême si visita invece uno dei più famosi allevamenti di percheron, dove un ampio prato (disponibile anche per il pernottamento in camper previa richiesta) consente di godersi una passeggiata in sella o in carrozza.
    Per rientrare a Nogent-le-Rotrou deviamo su Saint-Germain-de-Coudre e quindi, su una stradetta secondaria, passiamo letteralmente attraverso L’Hermitière, minuscolo borgo padronale con un piccolo castello, un pugno di case e la Cidrerie Traditionnelle du Perche, che produce il dolce vino di mele. Oltre al sidro, è possibile acquistare tanti altri prodotti fra cui il calvados, la Percheronne, una birra bionda o scura dal gusto molto particolare, e le immancabili lumache d’allevamento.


    La città dell'assedio

    Lasciato il parco, ci spostiamo ora ad est di Nogent-le-Rotrou sulla D922, che offre punti panoramici e un ultimo sguardo alle caratteristiche case con i lunghi tetti prima di approdare a Illiers-Combray: qui Marcel Proust trascorreva le vacanze dell'infanzia e dell'adolescenza, e al grande scrittore è dedicata una casa-museo.

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    Bonneval è invece un antico borgo sul Loir (da non confondere con la Loira) nel quale, oltre all'elegante chiesa di Notre-Dame, vale la pena dare un'occhiata all'esterno della splendida abbazia di Saint-Florentin: il monastero benedettino, fondato nel IX secolo, ospita un ospedale psichiatrico e pur non essendo visitabile offre un comodo parcheggio proprio davanti all'ingresso, di cui approfittare per una piccola gita in barca nel canale che circonda l'abitato.
    Sulla N10 che arriva da Chartres, ritroviamo una dimensione più urbana a Châteaudun, centro medioevale noto per le giostre e i tornei.

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    La cattedrale di Notre-Dame de Chartres

    Allontanandosi dal corso del Loir verso la collina si trovano i comodi parcheggi gratuiti, anche notturni, della cattedrale e del castello. La visita alla fortezza e alla dimora nobiliare sono la dimostrazione della tranquillità che regna in questa zona al di fuori delle grandi rotte turistiche: saloni riccamente arredati e splendidi giardini da godere quasi in solitudine, immaginando situazioni e atmosfere della vita di corte senza il fastidioso brusio della folla che si accalca.
    La veloce D955 porta in una sessantina di chilometri alla piccola capitale medioevale della Francia, Orléans. Anche qui non è difficile trovare una sistemazione per il proprio veicolo servendosi di uno dei vari posteggi a pagamento: i mezzi meno ingombranti trovano spazio nelle immediate adiacenze del Centre-Ville (dove la sosta è gratuita nei giorni festivi), altrimenti ci si può indirizzare verso il parcheggio della stazione, provvisto di stalli più lunghi. Seguendo la Rue de la République, bordata da eleganti palazzi, si arriva in Place du Martroi dove si è accolti dalla grande statua di Giovanna d’Arco, festeggiata in primavera. La strada che porta il nome dell'eroina raggiunge invece l'imponente cattedrale di Sainte-Croix, che nell'arco della sua storia millenaria è stata distrutta e ricostruita più volte: il complesso odierno è il risultato di lavori iniziati nei primissimi anni del '600 e conclusi solamente nel XIX secolo.
    Al Musée des Beaux-Arts, tappa immancabile della passeggiata cittadina, la collezione di oltre 10.000 disegni (tra cui lavori del Guercino e dei Carracci) è uno dei vanti di questa struttura che ospita sculture di Baccio Bandinelli, Jean-Baptiste Pigalle e Auguste Rodin, oltre a un'enorme scelta di dipinti d'ogni scuola e ogni epoca: opere di Correggio, Tintoretto, Guido Reni e Diego Velázquez si alternano alle tele di Eugène Delacroix, Paul Gauguin e Pablo Picasso, in un susseguirsi di ambienti dove è ben rappresentata la pittura europea degli ultimi quattro secoli. Con la linea A del tram o la 20 dell'autobus si può infine raggiungere il Parc Floral de la Source: nei rigogliosi giardini, dove amava soffermarsi Voltaire, c'è una serre aux papillons dove specialmente i più piccoli rimangono estasiati dal volo di decine di farfalle di ogni colore e dimensione. Il consiglio è quello di recarvisi poco prima dell'orario di chiusura, quando il padiglione è quasi vuoto, e vale senz'altro la pena sopportare il caldo umido artificiale della serra per accogliere su un dito un lepidottero dalle ali grandi come una mano.
    Con la A10 raggiungiamo Blois e qui deviamo sulla D957 per Vendôme, ancora un borgo di impianto medioevale sorto tra le ramificazioni del Loir. Affascinante la gita in battello sul fiume e di grande suggestione l'abbazia della Trinità, fondata nel 1033. Incantevoli giardini adornano i canali su cui affaccia la casa dove nacque il generale Rochambeau, noto per aver condotto oltreoceano una spedizione francese a sostegno delle Tredici Colonie. Il camper si può lasciare tranquillamente anche per la notte in Place de la Liberté, all’ombra dei platani, oppure di fronte al bell’edificio dell’Hotel de Ville.
    Ansa dopo ansa, procedendo in direzione di Lavardin, il Loir attraversa una zona tufacea dove primitivi rifugi scavati nella roccia sono stati trasformati in cantine per la conservazione di vino e funghi. Il borgo, considerato uno dei più belli del paese, non è però adatto alla visita in camper poiché le strade sono molto strette e il parcheggio è una vera impresa: i più tenaci, trovata una sistemazione, potranno visitare le millenarie vestigia del castello. Più comoda invece la sosta in prossimità del municipio-castello di Château-Renault, porta della Turenna.


    Castelli di campagna

    Sede di prestigiose università e importante snodo turistico lungo la Loira (e non più il Loir che ci aveva accompagnato nelle tappe precedenti), la città di Tours offre notevoli emergenze architettoniche ed è punto di partenza di numerose escursioni sul fiume.


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    La presenza costante di giovani e studenti regala al centro storico un'atmosfera di festa perenne e una grande animazione serale, mentre le ore del giorno trascorrono piacevolmente visitando la gigantesca cattedrale di Saint-Gatien costruita fra l'inizio del '200 e la metà del '500,

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    la chiesa di Saint-Julien


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    e la basilica di Saint-Martin, bella ricostruzione in stile neobizantino che risale agli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Non meno interessanti le architetture civili, tra cui il castello dell'XI secolo,

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    il Musée des Beaux-Arts e varie dimore di epoca rinascimentale, tra cui l'Hôtel Goüin e l'Hôtel Beaune-Semblançay, del quale resta solo la facciata mentre l'edificio andò distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.



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    Su Place Plumereau e Place du Grand Marché, circondate da vecchie case pittoresche, le taverne espongono menù con piatti tipici della tradizione e servono gli ottimi vini locali, ma basta spingersi nelle stradine adiacenti per rendersi conto della diffusione delle cucine internazionali: dai sapori nordafricani a quelli asiatici, dalle cucine mediterranee a quelle sudamericane, ce n'è davvero per tutti i gusti.


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    Sul retro del centrale Musée du Compagnonnage c'è un parcheggio ombreggiato, a pagamento di mattina e di pomeriggio.

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    Il castello di Chenonceaux

    A una trentina di chilometri non ci facciamo sfuggire una tappa al castello di Chenonceaux, una delle più celebri dimore di corte: maestoso regalo di Enrico II all'amante Diane de Poitiers, divenne di proprietà della legittima consorte Caterina de' Medici solo alla morte del marito, quando la vedova convinse Diane a scambiarlo con il castello di Chaumont-sur-Loire.

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    Lo splendido maniero ha la caratteristica di essere costruito a cavallo del fiume Cher, circondato da boschi e da eleganti giardini. Legato a tante vicende di palazzo, fu uno dei luoghi preferiti dei reali francesi e oggi anche i camperisti sono accolti da re: per la sosta notturna è disponibile un ampio parcheggio gratuito e ombreggiato, con la possibilità di assistere agli spettacoli che allietano le sere d'estate.
    Per quanto il castello sia affascinante e ben conservato, l’incredibile affluenza di pubblico ci convince presto a tornare sulle strade minori. Con la D31 entriamo nella rigogliosa foresta di Loches, dotata di numerosi parcheggi attrezzati.

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    Nel borgo medioevale che dà il nome alla selva sorge la fortezza dove Giovanna d’Arco incontrò il Delfino di Francia; il suo antichissimo donjon, il mastio, è stato utilizzato come carcere fino al 1926.


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    La collegiale di Saint-Ours fu invece stata costruita fra l'XI e il XII secolo e rimaneggiata a più riprese. Si può parcheggiare di fronte alla stazione, da dove parte anche un trenino turistico. Dall’altro lato del fiume – questa volta si tratta dell'Indre – Beaulieu-lès-Loches conserva le rovine di un’imponente cattedrale: per raggiungerle si percorre a piedi una strada piuttosto stretta.
    La D760 si inoltra nella Forêt de Loches offrendo uno dei tratti più suggestivi dell'itinerario. Superiamo la Chartreuse du Liget, con tanto di vecchio mulino, laghetto con le ninfee e area picnic, e siamo a Montrésor, che si sviluppa su uno sperone roccioso in posizione strategica sulla valle dell'Indrois. Il castello domina un villaggio che non arriva a contare 400 abitanti ma che ospita la cinquecentesca collegiale di Saint Jean-Baptiste e un bel padiglione per il mercato risalente al '700.
    Passata Nouans-les-Fontaines, Valençay ci accoglie con un bel parcheggio gratuito di fronte all’ingresso della stupefacente residenza di campagna di Talleyrand, il celebre politico la cui carriera si svolse sotto il Re Sole, la Rivoluzione Francese, l'impero del Bonaparte e di nuovo la monarchia. Nei giardini del castello si trova il cosiddetto Labirinto di Napoleone, un intreccio di siepi e pannelli ludici dove i più piccoli imparano divertendosi la storia del Primo Imperatore, mentre nelle sere d’estate vengono organizzati spettacoli in costume che consentono di entrare appieno nell’atmosfera del luogo.


    La cittadina offre anche un simpatico Musée de l'Automobile e, lungo la via principale, numerose botteghe dove vale la pena entrare per fare incetta di formaggi e vini AOC (Appelation d'Origine Contrôlée, equivalente alla nostra DOC).


    Souvenir espressi


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    Proseguendo per una sessantina di chilometri su scorrevoli strade minori e scavalcando l'autostrada A20, ci portiamo ora a Mehun-sur-Yèvre dove il Pôle de la Porcelaine espone pezzi di grande pregio. Un comodo parcheggio ombreggiato si trova in Place du Général Leclerc, accanto alle rovine della millenaria fortezza dove nel 1461 spirò Carlo VII: tra i pochi ruderi c'è una torre trecentesca dove è allestito il museo.

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    La vicinanza di Bourges è l'ultimo importante motivo di richiamo, ma prima ci dirigiamo sulla D20 fino a Henrichemont e alla vicina frazione di La Borne. Qui si concentrano i migliori vasai della regione, noti per loro abilità nel lavorare la ceramica a smalto grès colorata d’azzurro e verde dalle miscele di ferro e cobalto: una tentazione irresistibile per regalarsi o regalare un ricordo del viaggio. Nel borgo, che ferve di operosità, oltre a un piccolo museo della ceramica è facile osservare gli artigiani al lavoro nelle botteghe, grazie a un calendario dell’accensione dei forni disponibile presso l'ufficio del turismo.
    Ed eccoci infine a Bourges.

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    Lasciato il veicolo nell'area in prossimità dello stadio, la prima sorpresa nella visita del centro è costituita dalle dimensioni davvero imponenti della cattedrale di Saint-Étienne: edificata tra il 1195 e il 1230 e ristrutturata più volte, come nel caso della torre nord che crollò nel 1506 e dovette essere ricostruita, è considerata uno dei più begli esempi del gotico francese. La ricchezza delle lavorazioni in pietra, le vetrate, i dipinti, la cripta e il grande organo ligneo ne fanno una meta irrinunciabile per chi passa da questa città, che merita di essere vista anche dalla sommità della cattedrale stessa, 396 scalini più in alto. Una tranquilla passeggiata permette di ammirare fra l'altro il palazzo Jacques-Coeur, della metà del '400, prima della cena in uno dei tanti locali che offrono soprattutto specialità della gastronomia transalpina. E poi, dopo una buona notte di sonno, le ruote tornano a girare sull'autostrada che ci riporta verso casa.






    Testo di Federica Botta Foto di Alessandro De Rossi
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    Lorena


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    Da Wikipedia
    foto web


    La Lorena (in francese Lorraine, in tedesco Lothringen, in lorenese Louréne) è una regione della Francia nord-orientale.
    È composta da 4 dipartimenti: Meurthe e Mosella (54, Meurthe-et-Moselle), Mosa (55, Meuse), Mosella (57, Moselle) e Vosgi (88, Vosges). Sono inclusi nella regione 19 arrondissement, 157 cantoni e 2 337 comuni.


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    La Lorena è l'unica regione francese che condivide i confini con altre tre nazioni: Belgio (Vallonia), Lussemburgo e Germania (Saarland e Renania-Palatinato) a nord. Parimenti confina anche con tre regioni francesi: Alsazia a est, Champagne-Ardenne a ovest e Franca Contea a sud.


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    Le città principali della regione, oltre a Metz, sono Nancy, Bar-le-Duc e Epinal.
    La sua posizione le dà un grosso vantaggio strategico in quanto la colloca al centro della cosiddetta "banana blu", una conurbazione che attraversa l'Europa dal Lancashire (Inghilterra) alla Lombardia (Italia), passando per il corridoio renano.

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    Nancy


    Storia

    I primi tentativi francesi di conquista della Lorena avvennero sotto il regno di Luigi IV. Essi, tuttavia, ebbero scarso successo e la regione passò sotto la corona di Francia solo in seguito a trattative volte a favorire l'equilibrio tra il regno transalpino, l'Austria e la Spagna (1766). La Guerra Franco-Prussiana, tuttavia, costrinse i francesi a cederla con l'Alsazia al neonato impero tedesco. Essa, tuttavia, fu restituita dopo la prima guerra mondiale, come pure l'Alsazia, a seguito del trattato di Versailles con la Germania. La Lorena fu una delle principali mete di emigrazione italiana poiché ricca di miniere di carbone. Tutt'oggi è significativa la presenza linguistica tedesca nella zona.


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    Metz

    lorena



    da: lorraine.it


    Le diverse zone della Lorena presentano delle notevoli differenze le une dalle altre, le quali la rendono di particolare interesse per ii visitatori.
    Turisticamente la Lorena offre una scelta vastissima a chi volesse avventurarsi alla scoperta di questa fiorente regione. Partendo dall'architettura, arrivando al patrimonio paesaggistico, e passando per le tradizioni culinarie, le possibilità sono davvero infinite.
    Laghi e fiumi dell'Alsazia offrono ottime occasioni di svago agli amanti del campeggio all'aperto, mentre chi volesse trascorrere una vacanza all'insegna del relax può usufruire dei numerosi centri turistici, invernali ed estivi, che offrono sistemazioni adatte ad ogni esigenza.
    Arte ed architettura costituiscono un'attrattiva irresistibile: siti storici, università e musei sono a disposizione di coloro che desiderassero intraprendere un viaggio all'insegna della cultura.


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    La città che può vantare le più antiche costruzioni è Nancy che viene considerata, infatti, il cuore bizantino della Lorena. Tra le mete più particolari troviamo la casa dove nacque Giovanna D'Arco, situata in un piccolo villaggio sui Vosgi, a poca distanza da Nancy.

    Come da tradizione francese, anche la Lorena vanta i propri punti di forza in ambito culinario. I piatti tipici affiancano i più originali cibi tedeschi ai piatti francesi che conferiscono loro un tocco di tipica eleganza d'oltralpe. Ed è appunto la vicinanza ad altri stati a donare alla cucina della Lorena una particolare connotazione che la differenzia dal resto della Francia. I piatti tipici della regione sono a base di selvaggina, mentre i vini, ottenuti dai vigneti della stessa regione, mantengono fede alla rinomata tradizione francese, conosciuta in tutto il mondo. Inoltre la vicinanza del Belgio, come nel caso di altre zone della Francia settentrionale, contribuisce a mantenere viva l'antica tradizione legata alla birra, della quale è grande produttrice e che si ritrova in vari piatti della cucina locale.


    Orgoglio della regione è la tradizione e la grande competenza nell'ambito della lavorazione artigianale del vetro in generale ma, soprattutto, dei cristalli che ha valso alla Lorena il titolo di paese del vetro e del cristallo.
    Di grande coinvolgimento sono, infine, gli eventi che hanno luogo nelle più diverse città e paesini della regione durante tutto l'arco dell'anno. Tra feste in grande stile e le rievocazioni storiche, ogni turista può perdersi e respirare un po' dell'aria della tradizione lorena, racchiusa in eventi magistralmente organizzati.

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    Attività a contatto con la natura in Lorena

    Tra i versanti dei Vosgi e la valle della Moselle, la Lorena è senza dubbio una delle regioni più boscose di Francia. Questo “cuore verde” batte anche attorno al grande lago di Madine e nella valle della Zinsel, con le sue belle falesie di arenaria. La Lorena vanta tre Parchi Naturali Regionali (PNR) - il PNR di Lorena, il PNR dei Vosgi del Nord e il PNR des Ballons des Vosges - dove gli amanti delle attività e del relax nella natura potranno concedersi escursioni a piedi o in bicicletta o piacevoli gite in barca lungo uno dei numerosi canali della regione.

    Le escursioni a piedi

    Tra escursioni golose o tematiche, la Lorena offre un bel ventaglio di possibilità. Ad esempio, i 6 villaggi “forestali” (da Fresnes-au-Mont a Ville-devant-Belrain), non lontano da Verdun, organizzano da oltre 10 anni la mostra “Vent des forêts” (Vento delle foreste) o “l’Art en pleine nature” (l’Arte nel cuore della natura): durante l’intero periodo primaverile ed estivo gli escursionisti sono invitati a scovare su 6 percorsi (per un totale di 40 km) le circa 140 opere d’arte installate nel mezzo della fustaia. Circa una dozzina di sentieri GR attraversano la regione.


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    Il cicloturismo

    Verso Gérardmer, nel mezzo della Vallée des Lacs, la foresta regna incontrastata. Più a sud, partendo da Remiremont, gli amanti della bicicletta potranno approfittare della Voie Verte des Hautes-Vosges, che con i suoi due bracci (rispettivamente verso Cornimont e Bussang) totalizza 54 km d’itinerari, ripercorrendo il tracciato di una vecchia ferrovia.


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    Le vie di navigazione

    Regione di confine, situata all’incrocio di più vie d’acqua, la Lorena conta 150 km di percorsi navigabili sulla Moselle, 135 km sulla Meuse (che continua poi in Champagne-Ardenne), senza scordare la Sarre e i suoi canali. Il canale della Marne au Rhin è celebre per la sua chiusa a piano inclinato di Saint-Louis-Arzviller: spettacolare e molto apprezzata dai naviganti! Una decina di battelli per escursioni servono quest’importante rete.


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    da:it.rendezvousenfrance.com
    foto web


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  6. gheagabry
     
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    BELFORT


    Belfort si trova in una bella pianura tra i monti Vosgi e le montagne del Giura ed è attraversato dal fiume Savoureuse. La città è famosa per il castello che la domina, per l'enorme leone di pietra rosa che la presidia, per il buon cibo e per la cappella dell'architetto moderno Le Corbusier. La parte antica conserva ancora le mura fortificate ed è tutta viuzze, piazze e case colorate, alcune delle quali con la struttura a graticcio. Il simbolo della città è diventato il leone, simbolo di forza e fermezza, raffigurato in una gigantesca scultura scolpita per ricordare Belfort e i suoi abitanti che combatterono coraggiosamente nella guerra franco-prussiana. Nel 1870 difatti, quando Parigi era allo stremo e Napoleone III si era già arreso, Belfort resistette eroicamente sotto la guida del colonnello Denfert-Rochereau. La resistenza durò oltre cento giorni, poi la sconfitta. Nella resa firmata dalla Francia nel 1871, la Francia perse l'Alsazia ma rifiutò di cedere Belfort. Molti alsaziani si trasferirono allora a Belfort, portando capitali e facendone la fortuna industriale ed economica. Il leone è opera dell'artista Bartholdi, creatore della «Liberté éclairant le Monde», ovvero della famosa Statua della Libertà.
    Per gli appassionati di arte moderna imperdibile una visita alla Chapelle di Ronchamp di Le Corbusier. Notre Dame du Haut è il nome della cappella situata a Ronchamp, presso Belfort realizzata dall'architetto Le Corbusier secondo i canoni dell'architettura brutalista (sostenitrice dell'uso del cemento a vista e delle forme "rudi"). La chiesa risale al 1950 ed è situata sulla sommità di una collina, in mezzo alla boscaglia. E' costruita in cemento armato e può ben dirsi una costruzione grandiosa, e anche invasiva. L'esterno è bianco, con un grande tetto che sembra una vela. L'interno è suggestivo con feritoie che si aprono alla luce e vetri colorati con incise dediche alla vergine Maria. Il piano del pavimento è lievemente inclinato, segue la naturale pendenza del terreno, quasi a invitare i fedeli verso l'altare.
    Ricca di arte e cultura la cittadina possiede diversi musei interessanti tra i quali citiamo: la Donation Maurice Jardot, il Museo di Arte e Storia della città di Belfort e il Museo delle Belle Arti. La collezione Maurice Jardot è una collezione d'arte che rende omaggio a un grande mercante d'arte del passato, Daniel-Henry Kahnweiler. Raccoglie decine di opere di grandi pittori moderni, come Picasso, Léger, Braque, Matisse e Chagall. Il Musée d'Art & d'Histoire della Città di Belfort si trova nella fortezza e descrive la storia della città.A Belfort il mercato delle pulci, uno dei più grandi di Francia. Si tiene la prima domenica del mese da marzo a dicembre. Per gli amanti del rock imperdibile Eurockéennes , festival rock che si tiene il primo week-end di luglio presso il lago "Malsaucy", circa 100 mila gli spettatori ogni anno. Inoltre il 20 "Entre Vues" - International Film Festival di Belfort per valorizzare registi emergenti, il FIMU (International University Music Festival), tre giorni di concerti gratuiti con musicisti provenienti da tutto il mondo.
    Il parco naturale regionale dei ballon dei Volsgi.... D'inverno, un autobus collega la città alle piste da sci del Ballon: il Bus des Neiges, l'autobus della neve, così si chiama il pullman che porta in quota a sciare in inverno. In estate il Ballon è terra per escursioni.

    ...la storia...


    Belfort deve la sua origine all'antichissimo villaggio gallo-romano denominato Brace e a un castello feudale costruito nel sec. XI dal conte di Montbéliard, Luigi di Mousson. Il paese di Belfort rimase da quel tempo a questa famiglia, un rappresentante della quale, nel 1307, concedeva alla città una carta di franchigia, che fu poi ulteriormente confermata dagli arciduchi d'Austria. Questi infatti vennero in possesso della città a mezzo il sec. XIV, per via di matrimonio; e mantennero la loro sovranità fino al trattato di Vestfalia nel 1648. Sotto l'alto dominio asburgico, la città accrebbe la sua importanza e la sua ricchezza, grazie al commercio. Col 1648, la città passò alla Francia. E da allora comincia la nuova importanza di Belfort, come piazzaforte. I lavori di fortificazione, su piano del Vauban, cominciarono nel 1686: ne uscì una delle più formidabili piazzeforti europee, vero modello d'ingegneria militare per quei tempi. Belfort fu tre volte assediata: nel 1814, nel 1815 e nel 1870. La prima volta il capo della resistenza, Giovanni Legrand, capitolò nelle mani degli Austriaci dopo un assedio durato dal 25 dicembre 1813 al 12 aprile 1814, solo quando venne a mancare alla città anche l'acqua; la seconda, Lecourbe resistette finché Napoleone I non ebbe abdicato; la terza volta, il colonnello Denfert-Rochereau vi diresse la difesa dal 3 novembre 1870 al 16 febbraio 1871, data della convenzione fra Giulio Favre e Bismarck, che imponeva la resa della città. Rivendicata dalla Francia quando fu redatto il trattato di Francoforte, fu evacuata dai Tedeschi il 5 aprile 1873, dopo che la Francia ebbe finito di pagare l'indennità di guerra.
    La storia recente di Belfort è notevole anche per il complotto dei carbonari che ebbe per risultato parecchie condanne davanti alla corte d'assise di Colmar e la condanna a morte del colonnello Caron decretata dal consiglio di guerra di Strasburgo (1822). La popolazione di Belfort, che non raggiungeva i 10.000 abitanti durante l'assedio del 1870-71 e che l'assedio stesso aveva diminuita, aumentò poi sensibilmente, grazie all'immigrazione di numerosi Alsaziani che, avendo optato per la Francia, portarono a Belfort le industrie di cui erano divenuti padroni. All'inizio della guerra mondiale, il campo trincerato di Belfort (formato di una ventina di forti e di numerose batterie e opere fortificate intermedie, proteggenti non solo la Trouée, ma anche i declivî del Giura e gli altipiani dell'Alta Saona), costituiva, nell'insieme del sistema fortificato della frontiera orientale francese la destra della fronte (rideau) della Mosella, il cui punto d'appoggio di sinistra era costituito da Épinal. Belfort fu così una fronte di sbocco delle offensive francesi dirette sull'alta Alsazia. Queste offensive furono arrestate dai Tedeschi, che però non attaccarono durante tutta la guerra la piazza di Belfort. L'azione principale tedesca ebbe sempre luogo più a nord e i mezzi tecnici lasciati a disposizione dell'armata tedesca d'Alsazia non permisero mai di preparare un attacco della piazza. L'azione di Belfort fu dunque un'azione puramente "in potenza", in quanto la continua minaccia di sbocchi di offensive francesi da Belfort ha immobilizzato durante tutta la guerra considerevoli forze tedesche a sud di Mulhouse, in zona eccentrica rispetto alla fronte generale delle operazioni.

    ....il leone di Belfort....


    Nato dalla resistenza eroica, volta le spalle al nemico, più per disdegno che per disprezzo: imperturbabile, il Leone di Belfort protegge la città, ormai pacifica, che ne approfitta per dispiegare ai suoi piedi le piacevoli stradine dei vecchi quartieri, dinamici e misconosciuti. Il Leone di Belfort è una statua colossale realizzata dallo scultore francese Auguste Bartholdi, commemora l'eroica resistenza della città durante l'assedio prussiano del 1870. Lunga 22 metri e alta 11, l'opera è costituita da blocchi di arenaria rosa di Pérouse scolpiti uno ad uno e trasportati sotto la cittadella di Belfort per essere assemblati. Originariamente essa doveva essere rivolta verso la Germania, ma dopo le proteste di quest'ultima fu deciso di rivolgerla verso ovest. Bartholdi avrebbe utilizzato come modello per la sua opera il leone Brutus del domatore Jean-Baptiste Pezon. La costruzione iniziò nel 1872 e venne portata a termine nel settembre del 1879. A causa di controversie tra la città e lo scultore non ci fu all'epoca un'inaugurazione ufficiale ma Bartholdi riuscì comunque ad organizzarne, col sostegno dei cittadini, una "ufficiosa" e il 28 agosto 1880 coprì le spese per un'illuminazione dell'opera. Il 20 aprile 1930 la statua venne classificata come monumento storico e nel 1989 fu inaugurata ufficialmente da Jean-Pierre Chevènement. Una copia in bronzo del leone di Bartholdi abbellisce piazza Denfert-Rochereau, una piazza parigina dedicata al valoroso colonnello al comando della resistenza di Belfort.
     
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  7. gheagabry
     
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    "La figura di San Francesco di Sales non è di quelle che si possono contenere entro limitati orizzonti: essa ci si leva innanzi alla mente, alta e serena : più alta dei monti della sua Savoia, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre del piccolo lago di Annecy ... "
    (Papa Giovanni XXIII)


    ANNECY


    Bagnata dal brevissimo corso del Thiou emissario del lago e raccolta ai piedi del castello che fu dei Savoia-Nemours, la vecchia Annecy costituisce un insieme molto omogeneo. I secoli l’hanno conservata quasi intatta con le porte fortificate, le strade sinuose fiancheggiate da portici irregolari sostenuti da massicci pilastri. Gli sconvolgimenti economici e politici della fine del XVIII secolo portarono le Vieil Annecy ad un cambiamento totale, trasformando la città in un rumoroso centro manifatturiero che anticipava in qualche modo lo sviluppo industriale del XX secolo: proprio in pieno centro certi brani di architettura contemporanea raccontano modi intelligenti di riuso urbano delle fabbriche di un tempo. Il turismo è stato poi un importante fattore di rinnovamento.
    Il Thiou è sempre stato uno degli elementi più attraenti e utili di Annecy. Col suo corso, nel cuore dell’antico tessuto urbano, ha procurato una fonte di energia idraulica costante e un mezzo di trasporto e di collegamento con tutte le rive del lago, e una provvista d’acqua inesauribile.


    Il Palazzo è forse il monumento più tipico di Annecy. Con la sua forma triangolare, come una prua navale, ricorda un galeone ancorato nel fiume. Palais de l’Isle, ovvero la vecchia prigione, una sorta di simbolo di pietra. Risale all’XI secolo e la struttura, a formare un’isoletta nel bel mezzo del fiume. Il forte venne edificato per volere del conte di Ginevra nel 1132 e fu realizzato in più fasi fino al XVI secolo. Acquistato dalla famiglia De Gineve nel XIII secolo, la fortezza dopo divenne la residenza della famiglia Monthoux. Nel 1355 Palais De L'Île fu sede della Zecca, fino a quando fu acquistato da Janus di Savoia. Successivamente quando i conti di Ginevra si stabilirono ad Annecy il palazzo fu utilizzato come centro amministrativo e sede del governo fino al 1659. Dopo il 1713 diventò sede del palazzo di giustizia e fu anche utilizzato in modo meno prestigioso, come casa di cura per persone anziane. Le autorità rivoluzionarie la trasformarono nella prigione della città nel 1864. Durante la Seconda guerra mondiale venne utilizzato di nuovo come carcere e divenne tristemente famoso perché durante la resistenza fu usato dai nazisti per rinchiudervi molti partigiani.
    Il palazzo, che stava per essere demolito, fu salvato grazie alla sua classificazione come Monumento Storico Francese nel 1900 e poi come museo nel 1952.
    La chiesa di San Francesco, costruita nel XVI secolo come cappella del primo monastero della Visitazione, ha conosciuto un passato molto brillante come sede di grandi fasti per la beatificazione, e in seguito la canonizzazione, di Francesco di Sales e di Giovanna di Chantal fondatrice delle Visitandine, sepolti nella chiesa. Dopo la Prima guerra mondiale è diventata parrocchia italiana e affidata alla comunità degli immigrati.
    Con la sua sagoma il castello spicca come un segnale sull’orizzonte . Nel succedersi delle sue parti, il cortile interno riflette le grandi tappe della storia di Annecy: l’Ala Nemours, costruita nel 1545 da Charlotte d’Orléans duchessa di Genevois-Nemours; l’Ala Vecchia, la cui costruzione ad opera dei conti di Ginevra risale al XIV secolo; l’Ala Nuova, costruita nel 1571. All’estremità destra la Torre e l’Ala Perrière sono opera di Amedeo VIII, primo duca di Savoia, e datano al 1445.
    La porta Sainte- Claire, aperta nei pressi dell’antico convento delle Clarisse, è rimasta intatta: i cardini consumati, la caditoia, il piccolo campanile sono quelli che vedevano transitare commercianti e viandanti diretti verso sud in direzione di Aix-les-Bains e Chambéry. Si apre sul sobborgo di Sainte-Claire, chiuso all’estremità opposta da un’ampia porta a ogiva: la Porta del Sepolcro che costituiva una prima difesa della città.
    Palazzo Bagnorea, antico palazzo costruito nel XVI secolo da un prelato savoiardo: monsignor Gallois de Regard, che aveva il titolo di vescovo di Bagnorea. Questo palazzo, dopo essere stato la culla dell’Accademia Florimontana – che vi fu fondata nel 1607 dal presidente Favre e da San Francesco di Sales – divenne vescovado del santo a partire dal 1610.
    L’antico vescovado ha un imponente facciata che si appoggia alla cattedrale risalw alla fine del XVIII secolo. A quell’epoca monsignor Biord, decimo vescovo di Ginevra, residente ad Annecy, constatando che non vi era più speranza di riportare la propria sede a Ginevra in seguito al trionfo della Riforma protestante, decise la costruzione di un nuovo vescovado ad Annecy. I lavori erano appena terminati quando scoppiò la Rivoluzione e il palazzo fu espropriato, ospitando amministrazioni finanziarie e giudiziarie. Quando la diocesi di Annecy fu ripristinata, nel 1822, il palazzo ritrovò la sua funzione, che conservò fino al 1906, data in cui la legge di separazione tra Stato e Chiesa e la confisca dei beni ecclesiastici ne fecero una proprietà comunale. Oggi ospita le Scuole Nazionali di musica e di belle arti.
    La chiesa di San Maurizio è la più antica della città. L'inizio della sua costruzione risale al 1422 e durò quasi un secolo. Originariamente costruita come cappella per un convento di Domenicani, sviluppò i suoi edifici con una serie di cappelle laterali. Particolarissimo è un dipinto murale del 1458 che rappresenta la spogliazione funebre del nobile Filiberto di Monthoux.
    Notre Dame de Liesse è caratterizzata da un campanile romanico appena inclinato, la cui costruzione risale al XVI secolo. Fondata nel 1360, ha avuto i suoi momenti di gloria con i “giubilei” che attiravano folle di pellegrini ogni sette anni. Nel 1566 vi fu esposta la Sacra Sindone già proprietà dei Savoia Quasi interamente demolita durante la Rivoluzione, fu ricostruita nel 1845 con una facciata neoclassica.

    ...la storia...


    La Savoia rimase ai Romani fino al 408 d.C. e in seguito fu sottomessa alla dinastia franca dei Carolingi e del regno di Provenza. Nel XIV divenne possedimento di Casa Savoia. Al declino succeduto alla chiusura della felice parentesi che la vide capitale del ginevrino, si aggiunse la desolazione causata da una serie di incendi che distrussero gran parte della città, da quello del 1412 a quello del 1448. Amedeo VIII si attivò per far sì che la città si risollevasse e diede il via alla ricostruzione del castello e di parte della città andata distrutta. Con il passaggio dell'appannaggio a Filippo (1444), figlio di Amedeo, l'attaccamento dei Savoia alla cittadina fu ancora più forte e Annecy rinacque da una lunga crisi riproponendosi come la capitale di un territorio che comprende Ginevrino, Faucigny e Beaufortin. I reali di Francia, coi quali nel frattempo vennero intrecciate parentele, consegnarono ai principi di Savoia, il ducato di Nemours (vicino a Fontainebleau), conferendo loro il titolo di duchi del Ginevrino-Nemours. È sempre in questi anni che Annecy divenne sede episcopale in concomitanza con la Riforma protestante (1535), il vescovo di Ginevra preferì abbandonare la propria città. Annecy accolse altri ordini religiosi cattolici in fuga divenendo la capitale della Controriforma guidata da Francesco di Sales. In questo contesto la tenuta di Annecy ebbe un significato talmente rilevante, da farla definire "la Roma della Savoia".
    Il nome di Annecy è legato a quello di Francesco di Sales: con l'intento di avvicinare alla Chiesa quanti più fedeli possibili, egli, fu un importante punto riferimento per i suoi insegnamenti nel periodo della Riforma calvinista al punto tale da essere stato ispiratore di alcune comunità religiose tra cui è nota la Famiglia Salesiana di San Giovanni Bosco.
    Nell'epoca della Rivoluzione Francese l'Alta Savoia e dunque Annecy costituirono il dipartimento del Mont Blanc sino al 1796 quando la Savoia venne divisa nelle due circoscrizioni del Lemano e del Mont Blanc; dal 1860 Annecy è il capoluogo del dipartimento dell'Alta Savoia.
     
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  8. tomiva57
     
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    foto france-voyage.com

    I castelli più belli di Francia: Château de La Roche Guyon


    foto ladyreading.forumfree.it


    Un castello, poco a nord di Parigi, si affaccia dal Medioevo su una grande ansa della Senna e domina le grandi scogliere di gesso create dal fiume. È quello di La Roche Guyon, un complesso architettonico dalla storia lunghissima, che parte dalle abitazioni troglodite scavate nella roccia e attraversa secoli di conflitti e rivoluzioni, diventando una caserma nazista durante l’occupazione prima di arrivando al museo attuale.

    Il sito fortificato fu costruito qui perché dall’alto delle bianche falesie della Senna si può ammirare e controllare l’intera vallata. Il castello, intorno all’anno 1000, sarà il presidio per fermare l’avanzata dei Vichinghi nell’entroterra francese e circa 200 anni dopo viene eretta la grossa torre circolare che ancora domina la struttura. Molto tempo dopo 1500 soldati nazisti, guidati da Rommel, scelgono questo castello come base e scavano nelle falesie le casematte per proteggere armi e munizioni.

    Il castello di La Roche Guyon è aperto dalle 10 alle 17.45 ma nel weekend chiude alle 18.45. Sabato 7 settembre, dalle 20 e 30, ci sarà la visita in notturna. Il biglietto di ingresso costa 7 euro e 80.



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    foto panoramio.com




    Scritto da: Nemo
    travelblog.it






    Il donjon medievale che domina il castello e l'ansa del fiume su cui sorge.

    fonte:ladyreading.forumfree.it

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    Braque Georges "Castello a la Roche Guyon" 1909, 92x73 cm. Stedelijk van Abbe Museum Eindhoven

     
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  9. gheagabry
     
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    "...Viaggiava volentieri,
    scorrazzava per tutto il reame
    e quando era a Poitiers,
    non era certo a Vendôme!..."
    (da La Chanson de La Palisse, Bernard de la Monnoye)


    POITIERS



    Città della Francia occidentale, capoluogo del dipartimento della Vienne. Poitiers è l'antica capitale del Poitou e conserva tuttora l'aspetto dell'antica città di provincia, borghese e calma, con strade solitarie, strette, tortuose e ripide, specialmente nell'interno, chiuse spesso da alte mura di monasteri che le hanno fatto meritare il nome di "città dei conventi". Tuttavia è una delle più interessanti della Francia, appunto per questo suo aspetto di città "morta" è perché racchiude notevolissimi monumenti di svariate epoche. In parte è ancora circondata dalle antiche mura, sulle quali si scendono lunghi viali alberati, sulla ridente vallata del Clain. Poitiers è sede di vescovato, di prefettura, di corte d'appello e d'assise, di tribunale di prima istanza e commercio.

    Non è città industriale: l'industria è rappresentata da alcune fabbriche di spazzole e di candele, da ebanisterie, stamperie, concerie. Notevole è invece l'attività commerciale, essendo mercato dei prodotti agricoli della regione: bestiame, biade, grano, vini, formaggi, burro, miele, canapa, lana, piume d'oca assai pregiate.
    È una delle città della Francia più ricche d'arte. Le vestigia della città gallo-romana sono rappresentate da alcuni resti di cinta murale, specialmente sotto il Palazzo di giustizia. Le vie Bourcani e des Arènes conservano ancora il disegno dell'anfiteatro scomparso. La floridezza della città antica è rivelata soprattutto dalla celebre Atena, scoperta nel 1902 e oggi nel museo municipale, marmo ellenistico di stile arcaicizzante.

    Il periodo pre-romanico è rappresentato dall'antico Battistero (oggi museo merovingio e carolingio) la cui cella primitiva è uno dei primi monumenti cristiani della Gallia (sec. IV), trasformato e ampliato durante l'epoca merovingia e nei secoli successivi, decorato nell'interno da importanti affreschi medievali. Preromanico è anche l'Ipogeo delle Dune degl'inizî del sec. VIII (sculture piatte a intrecci). Il periodo romanico ha grandi monumenti. La chiesa di Saint-Hilaire-le-Grand (sec. XI e XII) è costruzione assai complessa, coperta da cupole su pennacchi. La chiesa di Notre-Dame-la-Grande, dei secoli XI e XII, è esempio tipico dell'architettura romanica del Poitou. Senza transetto, ha la navata centrale coperta con volta a tutto sesto, cui fanno da contrafforti le volte delle navatelle che hanno quasi la stessa altezza della navata centrale, che non è illuminata direttamente. Nel sec. XII essa era coperta di affreschi, dei quali rimane solo, nel coro, il Cristo in gloria. La parte più originale è la facciata dove i portali e le arcature, e anche le zone lisce del muro sono coperti di bassorilievi, con una decorazione esuberante, composta di motivi geometrici, vegetali, umani e fantastici, in cui si mescolano ricordi gallo-romani, influssi bizantini e orientali. Sul lato meridionale della chiesa si trovava in passato il misterioso cavaliere delle facciate d'Aquitania, che rappresentava Costantino o S. Martino. La chiesa di Saint-Porchaire conserva il campanile romanico che forma un portico dinnanzi alla facciata.
    Anche l'arte gotica ha lasciato a Poitiers monumenti illustri, che non sempre appartengono interamente a questo stile, ma che sono caratterizzati dall'uso di volte su nervature multiple, come si praticava nell'Anjou durante il periodo detto dei Plantageneti. La chiesa di S. Radegonda (secoli XI-XIV), meta famosa di pellegrinaggi del Poitou, è costituita da una sola ampia navata, coperta da volte, in quello stile angioino. Nella sua cripta (secolo XI) si conserva ancora l'antico sarcofago della santa. La cattedrale, iniziata sotto il regno d'Eleonora di Guienna e di suo marito Enrico II Plantageneto, re d'Inghilterra, è un grande rettangolo a tre navate, di cui la centrale ha la copertura a volta rialzata su costoloni. Le tre absidiole a capo delle navate sono nascoste all'esterno dalla parete terminale rettilinea. Tra le vetrate, che appartengono alla fine dei secoli XII e XIII e che risentono l'influsso di quelle di Saint-Denis, è celebre quella che rappresenta la Crocifissione. La facciata del sec. XIII ha due torri staccate e tre portali con timpani scolpiti.
    Alla fine del Medioevo il duca di Berry fece restaurare dall'architetto Guy de Dammartin (1384-1386) il palazzo dei conti di Poitiers. La sala oggi detta del Palazzo di giustizia rappresenta il tipo di gran salone dei castelli medievali; tipo che precedette la galleria del Rìnascimento. Il camino, immenso e rialzato su alcuni gradini, occupa tutto il fondo della sala, è munito di una tribuna per i suonatori ed è adorno di statue. La torre Maubergeon, torrione costruito dal duca di Berry e unito al palazzo, segna il momento in cui la fortezza divenne in abitazione principesca, perché è illuminata da grandi finestre e decorata da quattordici statue dei conti di Poitou.
    L'età di Luigi XII presenta nel palazzo Fumée una complessa mescolanza delle tradizioni gotiche militari, ormai puramente decorative, e di elementi nuovi che ricordano il castello di Blois. Il palazzo Berthelot, costruito nel 1529, è di stile del Rinascimento un poco più inoltrato.


    ...storia...



    Formatasi intorno al nucleo di un primitivo agglomerato celtico, che aveva il nome di Limonum (o Limonum Pictonum), costituì dapprima la capitale dei galli pittoni. che costituivano una delle tribù più attive della Gallia occidentale, e fu in seguito una delle città più importanti dell’Aquitania romana. La regione era abitata fin dall'epoca preistorica, come è attestato dall'esistenza di un dolmen alla Pierre-Levée. Divenuta una delle città più importanti dell'Aquitania romanizzata, ebbe un anfiteatro considerevole e delle terme. I suoi edifici occupavano una superficie di 9 ettari; tuttavia, capitale della seconda Aquitania fu Bordeaux. Ma Poitiers, che fin dal III sec. adottò definitivamente il suo nome da quello della tribù gallica, fu un centro di fiorente intellettualità e di cristianesimo. La predicazione di S. Marziale e soprattutto quella di S. Ilario alla metà del IV sec., vi consolidarono lo spirito cattolico che resistette alle violenze ariane dei re visigoti. Sotto i Merovingi, la città continuò ad essere un importante centro religioso e il De la Croix ne ha ritrovato prove molteplici nei suoi fortunati scavi. La moglie di Clotario I, Radegonda, dopo aver abbandonato il suo brutale marito, trovò a Poitiers, Agnese, badessa di Sainte-Croix, e il poeta Venanzio Fortunato, che nel 600 o 605 doveva divenire vescovo. Per la sua religiosità Radegonda venne santificata poco dopo la morte. La posizione strategicamente importante ha fatto dare il nome di Poitiers alle due famose battaglie del 732 (o 733 secondo più recenti ipotesi circa la vittoria di Carlo Martello) e del 1356 e la destinò a sede dei conti del Poitou, duchi di Aquitania, e dopo il 1423 della corte di re Carlo VII. Questi ne promosse lo sviluppo economico e culturale, fondandovi nel 1432 l’università. Nel XVI sec. la città aderì al protestantesimo e fu contesa accanitamente dai cattolici e dagli ugonotti durante le guerre di religione: nel 1569 fu assediata invano per due mesi da Gaspard de Coligny. Enrico III nel settembre 1576 promulgò (al termine della sesta guerra) un editto di tolleranza, che fu immediato preludio al Trattato di Bergerac. In seguito Poitiers visse una tranquilla esistenza di città provinciale, interrotta solo al tempo della restaurazione dal fallito tentativo insurrezionale del generale J.-B. Berton, che fu giustiziato il 17 ott. 1822.
     
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    Nantes



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    Nantes è un comune francese di 290.130 abitanti, capoluogo del dipartimento della Loira Atlantica e della regione dei Paesi della Loira. Situata nella Bretagna storica, la città è capoluogo dell'omonimo arrondissement e di 11 cantoni.
    I suoi abitanti si chiamano Nantais. Il motto della città è Favet Neptunus eunti (in latino "Nettuno favorisce il viaggiatore").

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    Posta in una vallata alluvionale della Loira, alla confluenza di molti corsi d'acqua. A nord, la pianura si eleva verso delle piccole colline della Bretagna, mentre a sud si trova l'inizio della pianura della Vandea. La maggior parte del territorio comunale si trova sulla riva nord del fiume.
    A causa della sua posizione sulla confluenza e delle numerose isole e canali che vi si trovavano, Nantes è stata a lungo soprannominata la Venezia dell'ovest. La maggior parte dei canali e dei corsi d'acqua della riva nord sono stati riempiti o ricoperti nel XX secolo: le operazioni più importanti sono state la colmatura del ramo settentrionale della Loira e della zona confluente dell'Erdre, deviata ormai attraverso un canale sotterraneo.
    L'agglomerato cittadino è attraversato dalla Loira, dall'Erdre, dalla Sèvre, dalla Chézine e dal Cens. Vi si trova anche un certo numero di ruscelli, per la maggior parte canalizzati e ormai generalmente sotterranei.

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    Nantes è una città costruita «in orizzontale»: infatti, le torri HLM di grande altezza sono molto meno numerose che nelle altre grandi città francesi, della superficie edificata. Ciò non impedisce che la Torre di Bretagna, nel centro-città, sia alta 144 m e la piramide del solco di Bretagna, nel vicino comune di Saint-Herblain, sia alta 90 m su 200 m circa di larghezza.
    Uno dei più grandi progetti urbanistici della città è la creazione del quartiere Beaulieu negli anni settanta. Tale progetto consisteva nel creare un grande quartiere di affari internazionali dal lato est dell'isola di Nantes, comprendente uffici e appartamenti. Ma la mancanza di attrattività del progetto per le imprese e la crisi economica hanno comportato un cambiamento di indirizzo e hanno ridimensionato le ambizioni. Solamente una parte del progetto iniziale ha potuto essere realizzata per divenire solo un quartiere residenziale tagliato dal centro della città. Il Tripode, uno dei grandi edifici di uffici del quartiere, è stato d'altronde distrutto il 27 febbraio 2005, in particolare a causa del forte tasso di amianto presente nella sua struttura.
    L'isola di Nantes è attualmente l'oggetto di un'ampia operazione di rinnovamento urbano, diretta dall'équipe di Alexandre Chemetoff. Si tratta di ridare attrattività a questo spazio situato non lontano dal centro-città, che si trova ad essere tra le altre cose uno dei numerosi antichi quartieri operai di Nantes (i cantieri navali erano collocati non lontano, come alcune imprese siderurgiche - Alsthom), e di una parte del quartiere Beaulieu, in particolare sul luogo del Tripode, oggi distrutto.
    Una parte del quartiere Pré-Gauchet/Malakoff (che è attualmente oggetto di un Grande Progetto di Città, o GPV), il luogo dove sorgeva il Tripode e l'est du Champs de Mars, formeranno il quartiere Euronantes, quartiere europeo d'affari in cui si costruirà un hotel di lusso, degli uffici, degli appartamenti e delle attrezzature sportive e per il divertimento. Si aggiungeranno alla stazione TGV, alla sede sociale del CIO (banca), alla città dei congressi e alla sede della Nantes Métropole (la comunità urbana) già esistenti.

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    Storia

    Antichità e Medioevo

    La città è di probabile origine celta, anche se la sua esatta localizzazione prima della colonizzazione romana è sconosciuta. Fu cristianizzata in epoca tardoimperiale, nel III secolo, e divenne sede vescovile. Due martiri sono all'origine della cristianizzazione di Nantes: san Donaziano (saint Donatien) e san Rogaziano (Saint Rogatien).
    Un vescovo importante del VI secolo fu san Felice (saint Félix), un amico del vescovo di Poitiers e poeta, Venanzio Fortunato. Il Canale Saint-Félix risali a questa epoca.
    La città e la contea saranno a lungo contese, poi infine annesse alla Bretagna da Hoël di Cornovaglia, conte di Nantes, salito al trono ducale nel 1066.

    Secoli XVI, XVII, XVIII

    Dopo una lunga guerra feudale, Carlo VIII, re di Francia, entra nella città nel 1491 e sposa la duchessa Anna nel 1492 ; il suo successore, Luigi XII, anche sposa la duchessa, e loro figlia, Claudia, sarà la sposa del re seguente, Francesco I. La Bretagna e Nantes sono annesse alla Francia nel 1532. Durante i secoli XVI-XVIII, il capoluogo della provincia di Bretagna è Rennes, sede del Parlamento e degli Etats.
    L'Editto di Nantes sarà firmato nella città nel 1598.
    L'epoca d'oro di Nantes iniziò a profilarsi fin dal XVI secolo, con lo sviluppo dei traffici atlantici e la costante ascesa del porto, che, all'inizio del Settecento, era il più importante scalo francese, nonostante la lontananza dal mare (quasi 50 km), fondando la sua prosperità sul commercio triangolare.
    Durante le guerre di Vandea, Nantes resterà repubblicana, malgrado un assedio dei insorti monarchici condotti da François Charette de la Contrie e Jacques Cathelineau (1793).

    Secoli XIX e XX

    I rami della Loira saranno colmati nel 1926.
    Nel 1941, un attentato della Resistenza contro un ufficiale tedesco fu punito dalla fucilazione di 50 ostaggi (una grande via di Nantes si chiama Cours des Cinquante Otages).
    La città fu bombardata nel 1943.


    Nantes e la Bretagna


    La questione dell'appartenenza amministrativa di Nantes — e più in generale della Loira Atlantica — alla regione Bretagna è regolarmente oggetto di dibattiti appassionati.
    Nantes fu la più grande città di quello che fu una volta il paese e la provincia di Bretagna, appartenenza che è sempre stata un elemento costitutivo della sua identità. La città si chiama d'altronde Naoned in bretone e Naunnt in gallo.
    Storicamente, i legami della regione di Nantes e della Bretagna sono evidenti, al punto che si videro i duchi di Bretagna fare di Nantes il loro luogo di residenza principale, come testimonia ancora oggi la presenza del Castello dei duchi di Bretagna nel cuore della città.
    Nel 1789, la soppressione delle antiche province e la creazione dei dipartimenti ha suddiviso la Bretagna in cinque dipartimenti; la Loira Atlantica è uno di questi ultimi.
    Nel XX secolo, i successivi raggruppamenti dipartimentali (regioni economiche create nel 1941 attraverso il regime di Vichy, regioni di programmazione del 1955 trasformate ulteriormente in regioni amministrative) separarono ogni volta la Loira Atlantica dagli altri dipartimenti bretoni. Nantes è dunque ancora attualmente inserita amministrativamente nella regione dei Paesi della Loira (ne è il capoluogo), ma il dibattito politico persiste: Quelli che sono a favore di questa misura dicono che questo cambiamento fa parte della storia della città, mentre gli oppositori portano argomenti spesso di carattere economico. Inoltre, molti abitanti della città e del dipartimento sono immigranti di origine bretone. Bisogna notare che gli eletti locali sono stati quasi sistematicamente favorevoli alla riunione della Loira Atlantica alla regione amministrativa della Bretagna fino al XXI secolo, particolarmente tra le generazioni le più anziane. Ma oggi, la maggioranza degli abitanti della città non accetta questa riunione, secondo gli ultimi sondaggi.
    La questione linguistica è ugualmente spinosa. Nell'est della Bretagna, e in particolare nelle grandi città (Rennes come Nantes), il francese o dei derivati della lingua d'oïl hanno da tempo più influenza del bretone. Così, le campagne del territorio di Nantes hanno conosciuto meglio il gallo del bretone, cosa non avvenuta allo stesso modo nel resto del dipartimento: Guérande ad esempio è sempre stata una enclave parlante il bretone. Tuttavia, la volontà di ritrovare delle radici storiche e culturali spinge molti nantais ad imparare e a praticare il bretone, o a farlo imparare ai loro bambini. Esiste una scuola che dal 1978 propone un insegnamento interamente in bretone, nonché altre che dal 1998 accolgono i bambini in un contesto bilingue. Tali esempi restano tuttavia delle eccezioni, e il bretone non è parlato a Nantes, a differenza delle altre città della Bretagna storica.


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    Panorama del Canale Saint-Félix visto dal ponte di Tbilissi ; a sinistra, la Cité des Congrès, luogo della Folle Journée


    Onorificenze

    Compagno de l'Ordre de la Libération
    — 11 novembre 1941


    Principali monumenti della città:


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    Castello di Nantes
    Il castello dei Duchi di Bretagna (in francese: château des Ducs de Bretagne; in bretone: Kastell Duged Breizh) è un castello in stile medievale-rinascimentale, costruito tra il XIII e il XVI secolo nella città francese di Nantes, capoluogo della Loira Atlantica (Francia nord-occidentale), zona appartenente, dal punto di vista amministrativo, alla regione dei Paesi della Loira (dal 1969), ma geograficamente e storicamente legata alla Bretagna

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    Storia

    Le origini del castello risalgono al 1207: tale castello fu fatto costruire da Guy de Thouars e ampliato da Pierre de Dreux e Giovanni I, quindi ricostruito nel XIV secolo da Giovanni IV di Monfort.
    L'aspetto attuale si deve però soprattutto agli ampliamenti fatti da Francesco II di Bretagna nella seconda metà del XV secolo e a sua figlia Anna che lo completò.
    In seguito divenne castello reale oltre che a residenza dei governatori dopo il 1500. Nei secoli a seguire fu utilizzato anche come origione, come caserma e arsenale.
    Il castello funse sia da fortezza militare che da residenza (dal XVI secolo anche dei reali di Francia e fu "teatro" di importanti eventi storici, quali: il matrimonio tra Francesco II di Bretagna e Marguerite de Foix (1471), la nascita della loro figlia Anna di Bretagna (1477), il matrimonio della stessa Anna di Bretagna con Luigi XII di Francia (1499), la firma dell'unione tra il Ducato di Bretagna e il regno di Francia (1532) e probabilmente anche la firma dell'Editto di Nantes da parte di Enrico IV di Francia (1553 - 1610) nel 1598.
    È classificato "monumento storico" dal 1840 ed è di proprietà della città di Nantes dal 1915 che ne ha fatto diventare sede museale della città




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    teatro Graslin (XVIII secolo)


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    Cattedrale dei Santi pietro e Paolo.
    La cattedrale di Nantes o cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (in lingua francese: Cathédrale Saint-Pierre-et-Saint-Paul de Nantes; in lingua bretone: Iliz-Veur Sant-Pêr-ha-Sant-Paol Naoned) è una cattedrale in stile gotico della Chiesa cattolica che sorge nella città di Nantes. La sua costruzione è durata più di 450 anni, dal 1434 al 1891, ma tale lungo periodo non ha inciso sulla qualità e la coerenza del suo stile gotico. È classificata monumento storico dal 1862


    Chiese:


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    Saint Nicolas


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    Sainte Thérèse


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    Sainte Croix (XVII secolo)



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    Notre Dame de Toute Joie


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    Saint Félix



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    Saint Similien



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    Passage Pommeraye (XIX secolo)



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    Il Lieu Unique, LU, prima fabbrica dei biscotti LU (Lefèvre-Utile)


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    Lo stadio La Beaujoire (1984)


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    La Torre di Bretagna (1972)


    Giardini


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    Il Jardin des Plantes
    (giardino botanico)

    Un giardino in stile francese, che contiene oltre 11.000 specie di piante diverse. Nella serra recentemente ristrutturata, si possono ammirare tra glia altri le orchidee. In questo giardino si tengono anche dei corsi di botanica.



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    Il Parco di Procé,


    Grande area verde di 12 ettari, situata a nord-ovest di Nantes, non lontano dal centro della città. Numerosi sono i prati che lo rendono luogo per piacevoli lunghe camminate


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    Il Parco del Grand-Blottereau, nasconde quello che potrebbe essere definito un paradiso, ovvero un curatissimo e splendido parco con il suo ampio giardino, caratterizzato da giochi di colori, alberi, fiori, animali come cervi, papere, ecc.. e soprattutto un luogo che si può visitare immersi nel silenzio più assoluto


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    Parc de la Chantrerie

    Grande spazio verde di 18 ettari situato a Nantes, nel nord della città costruito sulle rive del Erdre.





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    Ile de Versailles
    Questa è una meravigliosa piccola isola nel cuore di Nantes, che originariamente era una palude. Ombreggiato giardino, circondato da imbarcazioni da diporto.


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    Parc Floral de la Beaujoire

    Situato a nord-est della città di Nantes creata nel 1971 dal SÈVE (servizi di aree verdi e per l'ambiente della città di Nantes) nella valle attraversata dal torrente di Bretonnière. Il parco copre 133 ettari che comprende anche un bellissimo giardino di rose di 12 ettari.



    fonte: Wikipedia
    guidafrancia.net
    foto web/wikipedia
     
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    La Roche-Bernard


    Le pietre patinate dal tempo, le stradine in discesa raccontano la storia di questa città nata dal mare e dalla marina. Arroccate sulla riva della Vilaine, a volte costruite a fianco della roccia, le dimore antiche, i palazzi signorili degradano verso il vecchio porto. Un paesaggio urbano originale!

    Una città che difende la sua storia

    In cerca di un sito difensivo, il vichingo Bern-Hart stabilì il suo donjon, verso l’anno mille, sul promontorio roccioso che domina la Vilaine. Nasce così la Roche-Bernard. L'attività portuaria si sviluppa e diviene florida con il commercio del sale e con l’arsenale dal quale viene varato il primo vascello a 3 ponti, nel 1635. La capitaneria, i depositi e i granai di sale testimoniano questa prosperità. Dopo la costruzione della diga di Arzal, il porto si è riconvertito per accogliere le barche da diporto.

    Per le stradine

    La vecchia città, piccola città di carattere, è percorsa da numerose strade da passeggio ricche di vicoli antichi che arrivano fino ai belvedere con splendidi panorami. Particolarmente consigliato è il cammino di Ruicard che si perde in pittoresche strade, a volte in scalinate, circondate da case del XVI e XVII secolo. Il passaggio della Quenelle conduce alla bella piazza del Bouffay dove si trova la casa del Canon.

    Uno scalo spettacolare

    Il porto è un luogo di patrimonio, di tradizioni… e di pause in terrazza. A strapiombo sul canale, i fabbricati ridanno vita al passato marittimo di un tempo. Pesca, costruzioni navali e cabotaggio sono evocati nel Musée de la Vilaine maritime (Museo della cattiva marittima), situato nel castello di Basses-Fosses. I 5 livelli di questo straordinario edificio sono piantati direttamente nella roccia. Una figura di punta della bellezza architettonica della città!

    Andate in alto!

    Le vostre passeggiate possono diventare sorprendentemente affascinanti se prendete la passerella pedonale che doppia il Pont du Morbihan, 40 m sopra la Vilaine. Un punto di vista unico per fare belle foto! Lungo le acque e nelle verdi praterie, potete anche percorrere il fiume verso la diga di Arzal.


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    fonte: bretagna-vacanza.com




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    La Roche-Bernard


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    Museo de la Vilaine maritime
    ,
    dedicato a tradizioni e mestieri locali


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    Cattedrale di St. Aubin

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    Ponte di Morbihan,
    ponte sospeso lungo 376 metri che attraversa la Vilaine all'altezza di 50 metri costruito tra il 1960/66


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    Musèe de la poupèe et des Jouets anciens,
    conserva bambole e giochi del periodo 1830-1920



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    La Baule-Escoublac,
    a 4 km. da Nantes vi è la spiaggia di sabbia fine ritenuta tra le più belle d'Europa

    dal web

     
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    Vannes



    Vannes (in bretone: Gwened) è una città bretone formante comune francese di 55.348 abitanti situato nel dipartimento del Morbihan nella regione della Bretagna. Gli abitanti si chiamano Vannetais da cui facilmente si ricava l'indicazione dell'origine veneta. Molti nomi topici si rifanno ai Veneti: come ad esempio la rue des Venètes.

    Vannes è posta al fondo di un grande golfo (il golfo di Morbihan), chiuso da una piccola imboccatura, costellato da 42 isole. Il mare chiuso (Morbihan in bretone significa "mare piccolo") favorisce un clima temperato assimilabile, per stabilità, a quello del Mar Mediterraneo. Interessante la presenza nel golfo di Morbihan di forti correnti di marea. La marea, con massimi di oltre 4 metri, condiziona tutta la vita attiva. La navigazione nel golfo è pericolosa per le innumerevoli secche.

    Storia

    Vannes/Gwened, è stata fondata dai Veneti durante la loro lenta migrazione che li ha portati dall'Illiria fin negli angoli più lontani dell'Europa occidentale. I Romani di Gaio Giulio Cesare nel I secolo a.C. le diedero il nome di Dariorigum.

    Monumenti e luoghi d'interesse



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    La sede comunale, Hotel de ville, è una piccola copia di quella parigina.


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    La cattedrale di St. Pierre

    La cattedrale di San Pietro (in francese: Cathédrale Saint-Pierre de Vannes) è il principale luogo di culto cattolico di Vannes, nel dipartimento del Morbihan. La chiesa, sede del vescovo di Vannes, è monumento storico di Francia dal 1904.



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    Il Museo archeologico raccoglie reperti preistorici.


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    Acquario nel Parc du Golfe
    Molto suggestivo è l'accesso dal porto al centro storico che avviene per la porta Saint Vincent.

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    Immediatamente dopo la porta, sulla sinistra si scende al mercato coperto del pesce.

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    Poco più avanti, sulla place du Poids Public è collocato, da tempo immemorabile, il mercatino all'aperto delle verdure; sulla stessa piazza si affacciano i negozi di tutti gli artigiani alimentari.

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    Place des Lices


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    Musée des beaux-arts


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    Musèe archeologique du Morbihan

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    Vannes: mura della città

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    I lavatoi di Vannes

    Lungo il torrente Rohan si trovano gli antichi lavatoi (1817-1821): la copertura in ardesia segue la curva del corso d'acqua.




    fonte Wikipedia e web
     
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    Rochefort en Terre



    Senza dubbio una delle più belle tra le "Petites cités de caractère" (piccole città di interesse architettonico) della Bretagna, Rochefort-en-Terre vi invita a intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo. Contemplate i bastioni, il castello e le antiche dimore! Splendidamente fiorita, la città è animata tutto l'anno con belle boutique, gallerie e botteghe di artigiani.


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    In mezzo alle lande e ai boschi, Rochefort-en-Terre, costruita su uno sperone roccioso, è uno dei più bei paesi di Francia. Ovunque, gerani e edera mettono in evidenza la pietra con i loro fiori colorati. Qui ogni dettaglio è ben curato. Stradine con pavé, insegne stilizzate, la città sembra un piccolo gioiello incastonato nel cuore del Morbihan.



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    Alzate gli occhi verso le case della suggestiva Place du Puits e della Rue Saint-Michel e godetevi il posto. In estate, la città vecchia diventa zona pedonale. Una vera pacchia…


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    Un castello curioso!

    Fondato nel XII secolo, il castello di Rochefort-en-Terre viene ricostruito nel XVII secolo. Ma è all'inizio del XX secolo che trova una seconda rinascita sotto l'impulso del pittore americano Alfred Klots. Acquisendo le dipendenze, le trasforma in maniero e rende presto il villaggio un punto di incontro per artisti.


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    Chiesa Notre-Dame-de-la-Tronchaye



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    Fuori dal sentiero battuto

    Per apprezzare pienamente questi luoghi, la cosa migliore è una passeggiata mattutina. Nel pomeriggio, per sfuggire alla folla, le rive del lago del Moulin Neuf costituiscono il punto di partenza ideale per una bella escursione che fa il giro di Rochefort-en-Terre. Occorrono due ore per coprire i 6 km del percorso blu.

    fonte: bretagna-vacanze.com


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    Ile-d'Arz

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    Ile aux Moines


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    Ile d'er Lanic

     
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    Golfo del Morbihan natura vele castelli e spiagge turistiche



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    La bellezza di un tratto di costa dove la natura e la fauna marina ancora predomina, con isolette sparse a vista d' occhio e un paradiso per amanti di vela e sport acquatici.


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    Cento chilometri di sentieri costieri incontaminati. L' unico problema rimane il tempo risicato per esplorarlo, essendo di passaggio in moto, in un mordi e fuggi ma con la promessa di tornare da queste parti e soggiornarvi.


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    In queste zone si può toccare con le dita, tracce dei secoli passati. Cairn, i megaliti di Carnac, Locmariaquer, borghi medioevali, nell'entroterra Castello dei Duchi di Bretagna Suscino, Sarzeau...Meraviglie del Golfo da scoprire ma non in una sola volta...bisognerebbe fermarsi una estate intera...

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    Visitiamo qua e là una piccola parte di questo patrimonio, cominciando dallo chateau di Suscino, costruito tra una vegetazione che ne nasconde la vista fino a che, percorrendo con la moto stradine tra la vegetazione, non ti si presenta con le sue torri imponenti.
    Costruito su una penisola meridionale tra terra e paludi e nelle immediate vicinanze del mare, il castello fu nel Medioevo, una residenza preferita dei duchi di Bretagna e la loro corte. Principalmente costruito nel XIII secolo, il castello è stato in primo luogo un piacere di soggiorno, ritrovo di caccia grazie alla grande foresta che lo circondava.
    Fortificato in seguito e più volte restaurato, questo monumento imponente è in fase di importanti lavori di restauro da oltre trenta anni.

    Suscino


    Guerande


    Riprendiamo il viaggio percorrendo le strade che si snodano lungo il perimetro della costa tra natura e paesi di pescatori, cercando di trovare la via giusta per arrivare a Guerande, città murata medievale, meglio conservata della zona.

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    All'interno delle mura, un centro animato con negozi e ristoranti, dove molte persone si godono il passeggio curiosando tra vetrine e bancarelle o gustandosi un caffè lungo...con pasticcini.

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    Gironzolando si trovano delle belle vetrine stile epoquè o angolini tranquilli dove qualche micio si gode i raggi solari, pisolando dove capita...

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    Risaliamo in sella, seguendo la strada che ci porta nella zona più turistica di questo tratto di costa lasciandoci alle spalle alberi e cespugli che danzano con la brezza marina e ci troviamo in una Rimini della costa atlantica, La Baule.
    Stazione balneare che si distingue per le strutture alberghiere, La Baule è un luogo famoso per la sua spiaggia, il porto e le sue attività sportive acquatiche.

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    Si percorre il lungo viale che segue la spiaggia dal lato sinistro, ben 9 km di sabbia fine che fanno la felicità dei vacanzieri e dei bambini, ma con un traffico che fa subito rimpiangere le strade semi-deserte di certe zone di Francia.


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    Le stazioni balneari si snodano tutte infilate come le nostre Rimini Riccione Cattolica e per certi versi sembra di essere in Romagna, anche se ci troviamo a 1500 km, solo guardando il sole tramontare ci si ricorda di essere girati verso ovest, con lo sguardo verso l' America e non la Croazia.
    Ultima tappa della giornata, Saint Nazaire, porto militare con base navale di sottomarini durante la seconda guerra mondiale, dove pasteggeremo e riposeremo in attesa del nuovo giorno di viaggio...


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    Pubblicato da Viaggi di un sognatore

     
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    Abbazia di St. Gildas de Rhuys




    L'Abbazia di St. Gildas de Rhuys è un monumento che si trova nel comune di St. Gildas de Rhuys in Bretagna. E' l'attrazione turistica più significativa del luogo.
    Dopo la distruzione della prima chiesa, di cui non vi sono tracce, è stata ricostruita nel 11° secolo, la parte più antica è rappresentata dal coro e dal transetto. La navata romanica è scomparsa nel 17° secolo ed è stata sostituita da una navata più classica e da una torre massiccia.
    Dichiarato monumento storico nel 1840, l'Abbazia è stata completamente restaurata.
    All'interno si possono ammirare alcuni sarcofagi e lapidi di origine medioevale, un pala d'altare monumentale, una collezione notevole di vetro colorato, un altare moderno realizzato nel 1990 che evoca la S.S.Trinità.



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    Porto di Saint Goustan, presso la città di Auray, si trova in Francia, sulla costa meridionale della meravigliosa Bretagna.

    La piccola ma caratteristica cittadina (che si trova quasi al termine di una lunga insenatura, non lontano da Quiberon), vanta in centro storico abbellito da case a graticcio colorate, da una chiesa, l’église Saint Sauveur, che risale al 1434 e da un ponte in pietra che completa il quadretto del porto vecchio.

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    Auray e Sainte-Anne d'Auray
    : le bellezze eterne del Golfo del Morbihan e della Bretagna ...

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    Antica città ducale situata in una valle fluviale del golfo del Morbihan, Auray ha saputo conservare il suo pregevole patrimonio architettonico. La città vi conquisterà con le sue strette viuzze lastricate, le case a graticcio, il mausoleo di Georges Cadoudal (lo "chouan bretone") o la collegiata del Saint-Esprit.

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    Sulle vestigia del castello sono state costruite rampe che offrono una vista panoramica sull'incantevole porto di Saint-Goustan, incorniciato da case a graticcio e con verande aggettanti, le più antiche delle quali risalgono al XV secolo.

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    Poco lontano da Auray, capitale spirituale della Bretagna, Sainte-Anne d'Auray è il primo luogo di pellegrinaggio della regione, e il terzo di Francia. La Basilica, costruita nel XIX secolo, ha una torre quadrata sormontata da una guglia sulla cui sommità si erge, a 80 metri da terra, una statua di S. Anna in bronzo.


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    fonte: bretagna-vacanze.com.
    foto web
     
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