« Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il se stesso odierno. »
(Autodefinizione di CapaRezza)
CapaRezza, nome d'arte di Michele Salvemini (Molfetta, 9 ottobre 1973), è un cantautore e rapper italiano.
Biografia
Figlio di una maestra e di un operaio che suonava in un gruppo musicale, Michele cominciò a suonare da bambino. Studiò ragioneria presso l'istututo tecnico di Molfetta, anche se avrebbe voluto fare il fumettista. Dopo il diploma decise di darsi alla pubblicità e vinse una borsa di studio per l'Accademia di Comunicazione di Milano, ma ben presto abbandonò il mondo pubblicitario per dedicarsi a tempo pieno alla musica.
Mikimix
« Sei tu Mikimix? Tu l'hai detto! »
(Habemus Capa, CapaRezza, Habemus Capa)
Iniziò la sua carriera come rapper col nome di "Mikimix", componendo canzoni melodiche e musica minimale, ma con scarsa valenza artistica e con poco successo. Conduce in televisione Segnali di fumo, programma musicale di VideoMusic in compagnia di Paola Maugeri. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro. Partecipò nel 1995 a Sanremo Giovani, con la canzone Succede solo nei film ed al Festival di Sanremo 1997, nella categoria nuove proposte con E la notte se ne va, pubblicando successivamente un album dal nome La mia buona stella, prodotto dalla casa discografica Sony.
Il successo
CapaRezza (a destra) in concerto a Torino, nell'aprile del 2006
Ritornato a Molfetta, continuò a comporre nel suo garage. Si fece crescere capelli e pizzetto e cambiò il nome in CapaRezza (testa riccia in dialetto molfettese, nome assegnatogli a causa della sua riccia e vaporosa acconciatura) e realizzò nel 1999 tre demo dai titoli Ricomincio da Capa, Con CapaRezza... nella monnezza e Zappa. Il suo primo album, ?!, fu pubblicato nel 2000, riprendendo 12 su 14 tracce dai demo. Il livello delle composizioni ebbe il favore del pubblico sebbene la parte musicale non fosse ancora curata come nel lavoro successivo, Verità supposte (2003), quello che lo farà approdare al successo. Nel 2006 arriva il terzo album, Habemus Capa.
CapaRezza divenne famoso per aver composto alcuni brani quali Il secondo secondo me e Fuori dal tunnel (2003), Vengo dalla Luna e Jodellavitanonhocapitouncazzo (2004) (anche se il primo singolo estratto è Follie preferenziali che è passato quasi inosservato presso i principali canali di musica), che sono tutti singoli estratti dall'album Verità supposte (2003). In particolare Fuori dal tunnel è stato oggetto di un caso curioso: il brano è diventato un vero e proprio tormentone estivo nonostante non fosse certo questo l'intento di CapaRezza, che anzi ha sempre protestato contro l'utilizzo in discoteche e programmi televisivi (per esempio Amici di Maria De Filippi su Canale 5) della sua canzone come pezzo per ballare allegramente, mentre il testo è in realtà un atto d'accusa contro il "divertimentificio" notturno che impone a tutti di svagarsi allo stesso modo. CapaRezza ha poi utilizzato questo fatto per dimostrare, nel corso di interviste a giornali specializzati e non, come nella società della comunicazione per eccellenza si possa ancora distorcere il senso di un testo in modo così grossolano. L'unico programma che ha ricevuto da CapaRezza il permesso per poter utilizzare Fuori dal tunnel è stato Zelig Circus (dove egli è pure apparso nella sigla).
CapaRezza in concerto
CapaRezza ha disconosciuto, pur senza rinnegarla, la prima parte della sua carriera non molto conosciuta, in quanto poco coerente rispetto al suo attuale pensiero di musicista lontano dal mainstream e alle logiche di mercato; difatti nel brano Mea culpa, contenuto in ?! si riferisce chiaramente alla prima parte della sua carriera artistica, definendosi "uno schiavo ritratto in un contratto controproducente", mentre nel brano Habemus Capa, tratto dall'omonimo album, appare: "Ti piace Capa? Ma quello è lo scemo di Sanremo!" e "Sei tu Mikimix? Tu l'hai detto!". Anche all'interno del brano Il secondo secondo me si autoriferirebbe dicendo: "Io, no no no no, non sono più quello di una volta".
L'11 aprile 2008 esce il quarto album di CapaRezza Le dimensioni del mio caos, un "fonoromanzo" (secondo la definizione dell'artista) che si propone come una sorta di colonna sonora di uno dei racconti presenti nel libro Saghe mentali (uscito il 3 aprile 2008). Il libro è composto da quattro elementi: un diario segreto con foto (inerente ai testi del primo album), una raccolta di favole (inerenti ai testi del secondo album), i testi del terzo album con le dovute spiegazioni del testo (quest'ultima parte è strutturata come la Divina Commedia di Dante Alighieri) e, infine, il fonoromanzo rappresentante il quarto cd del cantautore molfettese che lo porterà in un lungo tour toccando molte parti d'Italia.
Una serie di brevi video intitolata The Boias, sul sito ufficiale di CapaRezza, annuncia l'uscita del suo quinto album, dal titolo Il sogno eretico, pubblicato il 1º marzo 2011, il quale segna il passaggio di CapaRezza alla Universal Music Group. L'album è stato preceduto da un primo singolo, Goodbye Malinconia, realizzato insieme a Tony Hadley e trasmesso dalle radio a partire dal 28 gennaio 2011.
Altri impegni
Caparezza alla festa de l'Unità di Modena, nel 2006
Fa anche parte del gruppo Sunny Cola Connection, che canta in dialetto molfettese, il cui album Alla molfettesa manera è scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale.
Nel 2005 esce Seguendo Virgilio - dentro e fuori il Quartetto Cetra, omaggio a Virgilio Savona del Quartetto Cetra, album in cui vari artisti rivisitano alcuni brani di Savona. Tra questi anche CapaRezza con il brano Sciabola al fianco pistola alla mano.
Nel settembre 2006 esce Unusual, disco di tributo a Giuni Russo, curato e prodotto da Franco Battiato e Maria Antonietta Sisini. Un CD ed un DVD che raccolgono brani originali del repertorio di Giuni Russo remixati e riarrangiati con la partecipazione di molti artisti italiani ed internazionali. Tra questi anche CapaRezza con il brano Una vipera sarò.
Il 2007 lo vede impegnato, oltre che nella stesura del nuovo album, in diverse collaborazioni: Puni, Mondo Marcio, Roy Paci & Aretuska, Piotta, Radiodervish, Macaco, Malos Cantores, Antianti, Medusa.
Il 21 gennaio 2007 suona al Crazy Live Music, una serie di concerti gratuiti organizzati in occasione dell'Universiade invernale 2007 in Piazza Vittorio Veneto a Torino.
Nel febbraio 2008 esce Bruno Lauzi & Il Club Tenco, album contenente registrazioni live inedite di brani del repertorio di Bruno Lauzi reinterpretate da vari artisti italiani. Tra questi anche CapaRezza con il brano Al pranzo di gala di Babbo Natale.
Caparezza e Diego Perrone al Traffic Festival, nel 2006
Il 25 aprile 2008, in occasione del "V2-Day", organizzato dal comico genovese Beppe Grillo, è salito sul palco di Piazza San Carlo a Torino per cantare Eroe (storia di Luigi delle Bicocche), tratta dall'album Le dimensioni del mio caos.
Il 23 agosto 2008 si esibisce a Melpignano, in provincia di Lecce, in occasione della "Notte della Taranta", un tradizionale e coinvolgente concerto dove si intrecciano tradizioni popolari salentine e culture orientali ed etniche. In questa occasione canta Vieni a ballare in Puglia e, assieme agli Après la Classe, Lu sule, lu mare e lu jentu.
Il 25 novembre 2008 si esibisce in un concerto organizzato dalla Sinistra Universitaria a favore dell'associazione Emergency.
Il 1º maggio 2009 ha partecipato al concerto del Primo Maggio, cantando nell'ordine La grande opera, Io diventerò qualcuno, Vieni a ballare in Puglia e Ilaria condizionata, tutte tratte da Le dimensioni del mio caos (2008).
Partecipa assieme a numerosi altri cantanti italiani (Artisti Uniti per l'Abruzzo) all'incisione del singolo Domani 21/04.09 al fine di raccogliere fondi per la ricostruzione del conservatorio "Alfredo Casella" e del teatro Stabile dell'Aquila colpiti dal sisma verificatosi il 6 aprile 2009 in Abruzzo.
Nel novembre 2009 partecipa al progetto Rezophonic, per la sensibilizzazione sul problema delle risorse idriche, scrivendo ed incidendo insieme ad altri artisti il brano Nell'acqua.
Nel marzo 2010 esce Gli arbitri ti picchiano, singolo e video musicale nato dalla collaborazione tra Pino Scotto e CapaRezza.
Il 5 gennaio 2011 esce in tutta Italia il film di Che bella giornata, diretto da Gennaro Nunziante ed interpretato da Checco Zalone, in cui CapaRezza esordisce al cinema in una breve parte nel ruolo di sé stesso, cantando Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Non amarmi di Aleandro Baldi e Francesca Alotta ed infine canta un pezzo della sua canzone Vieni a ballare in Puglia.
Il 1º maggio 2011 ha partecipato nuovamente al concerto del Primo Maggio, cantando nell'ordine Non siete Stato voi, Goodbye Malinconia, Legalize the Premier e La fine di Gaia, tutte tratte dall'album Il sogno eretico (2011).
Sempre nel 2011 esce l'album di esordio degli U'Papun, Fiori innocenti in cui è contenuto il singolo L'appapparenza in collaborazione con CapaRezza. Formazione
Rino Corrieri: batteria Gaetano Camporeale: tastiera Giovanni Astorino: basso Alfredo Ferrero: chitarra Diego Perrone: voce, cori Stefano Ciannamea: voce, cori (ex componente)
CapaRezza collabora anche con Carlo Ubaldo Rossi, produttore dei suoi album da Verità supposte.
Discografia
Caparezza all'Italia Wave di Livorno, nel 2009
2000 - ?! 2003 - Verità supposte 2006 - Habemus Capa 2008 - Le dimensioni del mio caos 2011 - Il sogno eretico Videografia
2005 - In supposta veritas, contenente l'ultimo concerto del suo secondo tour a Molfetta, tutti i video estratti dal primo e secondo album e dei contenuti Extra contenenti live come il duetto con Angelo Branduardi nella canzone La fitta sassaiola dell'ingiuria, Dualismi nell'Arezzo Wave, Follie preferenziali nel concerto del primo maggio ed il video della canzone Limiti mai messo in onda. 2009 - Tour del caos, contenente il concerto del tour concernente l'album Le dimensioni del mio caos, i video dei singoli, ed il suo intervento al concerto del Primo Maggio a Roma.
Libri
Saghe mentali. Viaggio allucinante in una testa di capa, CapaRezza e Michele Monina (Rizzoli, 2008) Il ritmo nel tacco, G. Blandini, M. Cardinale e G. Donadei (Manni, 2009) (prefazione di CapaRezza)
?!
?! - conosciuto anche come CapaRezza ?! o Tutto ciò che c'è dal singolo omonimo contenuto nell'album - è il primo album del rapper italiano CapaRezza, pubblicato nel 2000 dalla Virgin Records. Dopo i tre demo ha ripreso la carriera di Mikimix da zero. Lo stile è un misto tra hip hop e musica alternativa.
Tracce
Intro - 1:20 Mea culpa - 4:04 Tutto ciò che c'è - 2:53 Mammamiamammà - 3:47 La gente originale - 3:51 Il conflitto - 3:57 Fuck the violenza - 3:37 Ti clonerò - 4:18 La fitta sassaiola dell'ingiuria - 4:08 Chi c*zzo me lo fa fare - 4:03 Mi è impossibile - 3:58 Uomini di molta fede - 4:19 Cammina solo - 4:26 Dindalè dindalò - 7:02
I brani
Introduzione all'album con musica hip hop. Prima canzone di CapaRezza: chiara presa di posizione contro il suo passato da Mikimix e afferma di ammettere le sue colpe e di ricominciare. Elenco di situazioni bizzarre a personaggi famosi: CapaRezza vorrebbe rendere possibili queste cose. Denuncia contro le donne moderne, in particolare le mamme di oggi, che si curano di ogni sciocchezza come gioielli e trucchi e non tengono al proprio figlio. Nel testo CapaRezza dice che ormai i veri alternativi, che differiscono dalla massa non sono più la gente figa che fuma, si droga e beve; ma è invece la gente normale una rarità di questi tempi. Critica pesante alla guerra, la musica è molto lenta. L'artista riparlerà della guerra in un'altra canzone molto più musicale dal nome Follie preferenziali. CapaRezza raccomanda a chi viene insultato e umiliato di non reagire mai con la violenza. Stramba canzone d'amore che sembra riferita ad una donna, in realtà essa è riferita all'amore che CapaRezza prova per la musica.Il titolo e il ritornello "Ti clonerò" è riferito alle copie pirata. Testo contro tutti i nemici di CapaRezza; tutti quelli che vogliono ostacolarlo e che lo ingiuriano. Il ritornello "Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria, l'agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura" è cantato da Angelo Branduardi, ed è effettivamente un brano di "Confessioni di un malandrino" di Branduardi, preso da questo brano sono anche gli arpeggi della chitarra all' inizio e la frase di chiusura "Io non sono cambiato, il cuore ed i pensieri son gli stessi, sul tappeto magnifico dei versi voglio dirvi qualcosa che vi tocchi". Caparezza esprime il suo senso di disagio quando è in discoteche, in concerti gotici e negli stadi. Il rapper afferma di non poter vivere senza il suo amore. Con molte citazioni dalla Bibbia, l'artista afferma che vuole stare tra gli uomini felici perché credono ciecamente. Testo dove CapaRezza dice che non vuole combattere, dice che è umiliato da tutti ma ha un obiettivo. Il ritornello è una storica frase di Gandhi. Nell'ultimo pezzo l'autore afferma che è sempre in bilico tra due schieramenti, ossia nel mezzo.
Profumi, sigari che fumi, lumi e paralumi, costosi costumi e viaggi ad Ostuni, tieni più ai nani da giardino che al tuo piccino, segui la regola della pettegola nel salottino, manca che ti fai uno spino e abbiam finito, sputtani tuo marito, dici che é impedito perché da quando c'ha la fede al dito non t'ha regalato moto ma foto, fiori di loto, parla e lo interrompi come un coito. Sbraito pensando ai gioielli, agli sprechi, 'ste mamme attaccate agli anelli più di Yuri Chechi, vanno dal parrucchiere e non fanno l'amore per non rovinare i capelli e i papà si fanno le pippe sulle chiappe dei calendari Pirelli. Ribelli mamme con le zanne come Mammuth, raffinate da bere birra nel flute, fluttuano, ruttano, ballano, fanno le sexy messaline, il lusso é l'unico mangime per queste galline.
RIT. Mamma dalla moda mamma senza pietà. Attaccata a ogni cazzata che ti da la vita. Con il pisello che da virilità, ma preferivo la mamma all'antica o mammamammamia mammamiamammà.
Mamme moderne, single eterne, ricche di petto, scarse di cervelletto, non lavorano a ferri, ci si metton sotto, sottometto manager con corpicini Schwarzenegger, streghe 'mbriaghe, alito tipico strong lager, un breaker lo pulisce meglio il pavimento, persino io si mi cimento quando scopo sto più attento, sognano amori alla via col vento, felici e contenti con certi Clark Gable perdenti che passano alimenti. Anche gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano a vista, di fisso dall'estetista questa mamma del cosmo, con passioni lesbo, elogia la follia più di Erasmo da Rotterdam, vuole un palace tipo Buckingham, mastica chewing gum, figli come Ricky Cunningum e invece caga rospi tipo Ranatan dal deretan e ballerebbe il Can Can pure con il premaman.
RIT. Mamma dalla moda mamma senza pietà. Attaccata a ogni cazzata che ti da la vita. Con il pisello che da virilità, ma preferivo la mamma all'antica o mammamammamia mammamiamammà.
Son tutte belle le mamme del mondo, hai ragione, ma fanno figli solo se il seme strappa il goldone, funziona che quando il bimbo ha fame e geme, imbocca la tetta col latte al silicone e buona colazione. Mamma preziosa più di una gemma della Golf che chiama la colf pure per spostare un bicchiere, vuole miliardi di mariti ammucchiati da guinness dei primati, presi e lasciati in una botta, tipo patata quando scotta. L'aria butta male quando la mamma appare sfinita, ha preso Liz come modello di vita e non c'é riuscita, si é tatuata dappertutto, sembra un galeotto, al posto della bocca c'ha un canotto ed il suo motto é me ne fotto della famiglia, sono moderna, come hobby colleziono campioni di sperma, ferma nelle mie opinioni con scassacoglioni come prole, di mamma ce n'é una sola ma quante mamme restano sole, eh?
RIT. Mamma dalla moda mamma senza pietà. Attaccata a ogni cazzata che ti da la vita. Con il pisello che da virilità, ma preferivo la mamma all'antica o mammamammamia mammamiamammà.
Video
La gente originale
Nonostante il conto di ogni mia visita oculistica, la mia vista ancora mastica libri di saggistica, resto in camera sul letto rifletto su ciò che ho letto, Flaubert scriveva già da ragazzetto: m'aspetto da questa cartapesta società che é meglio fare i PR per locali fuori città, felicità? Mangiare un panino? Beh, c'é chi non distingue Titanic da Pierino, c'é persino chi fa il figlio dei flower, si batte per i diritti del chihuahua, ma dai! Non mi vorrai nel viavai di guerrafondai? Non sai chi sei quindi vai vai. Questo non m'ascolta, prevedibile! Il cervello dell'utente da me chiamato non é al momento raggiungibile: è con te che parlo o con il tuo fac-simile? Chatta pure, perché parlare é più difficile.
RIT. Viva viva viva la gente originale che in una mongolfiera velocemente sale e grida "uh yeah", le mie speranze no, non sono buie e non mi faccio male, viva viva viva la gente positiva, é una locomotiva che parte e quando arriva grida "uh yeah", le mie speranze no, non sono buie yeah yeah!
Non fumo, non mi canno, non mi drogo, non bevo, a volte penso di essere il vero alternativo, più contorto di un ulivo sono quando penso, scanso lo scarso col piercing e tatoo sul dorso: sono, non appaio, mordo, non abbaio, coi soldi che c'ho più che una coca piglio due Pejo, chiamami Caio o Tizio, dammi un giudizio tanto schizzo come spumante a poco prezzo. Altro che grezzo, sono un bravo ragazzo, educato, posato, creato per essere maritato e trascurato, come potrei fare il fighetta di Montecarlo se ti parlo da Molfetta. Aspetta a giudicare se non mi vuoi su questo sample, la mia capa é rezza più di Shirley Temple, oh misericordia, mi faccio in tre come Gordian, schivi alternativi state in guardia.
RIT. Viva viva viva la gente originale che in una mongolfiera velocemente sale e grida "uh yeah", le mie speranze no, non sono buie e non mi faccio male, viva viva viva la gente positiva, é una locomotiva che parte e quando arriva grida "uh yeah", le mie speranze no, non sono buie yeah yeah!
Eppure potrei stare con certi amici miei che ne sanno di canne più di Sampei, hey, giammai! Preferisco a mille la mia lady, parla di Labuan di questo Kabir Bedi, vedi... come lo jedi ritorno da lei, te lo ripeto come un delay, preferirei serate di passeggiate, io la tipa e il passeggino, andare al cine e organizzare cene col vicino, bacino... sono vivo, obbediente più che trasgressivo, primitivo invece che moderno, non mi specchio come fa il firmamento sull' Arno d'argento. Mi piace la gente normale, che svolge una vita normale, che ha figli da sfamare, bollette da pagare e non ha manco il tempo per cagare.
RIT. Viva viva viva la gente originale che in una mongolfiera velocemente sale e grida "uh yeah", le mie speranze no, non sono buie e non mi faccio male, viva viva viva la gente positiva, é una locomotiva che parte e quando arriva grida "uh yeah", le mie speranze no, non sono buie yeah yeah!
Verità supposte è il secondo album studio del cantautore italiano Caparezza, pubblicato nel 2003 dalla Extra Labels. Con questo disco il rapper di Molfetta ottiene un notevole successo di pubblico, soprattutto grazie al terzo singolo estratto, il tormentone Fuori dal tunnel (del divertimento) che permette all'album di rimanere in classifica per una trentina di settimane. L'album è presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo Rolling Stone Italia alla posizione numero 28.
Il disco
Oltre al successo commerciale, l'album riceve enorme interesse anche da parte della critica specializzata che ripaga il suo cantautorato ironico, e allo stesso tempo impegnato, con numerosi premi. Lo stesso stile compositivo e il rapporto qualitativo tra ricercatezza dei testi e delle rime, differenziano Caparezza dagli altri rapper italiani già affermati. C'è davvero tutto in questo disco sotto il profilo stilistico, dal nu metal di Dualismi al tango di Stango e sbronzo fino all'elettronica di Vengo dalla Luna, passando per il tip-tap nel finale di Fuori dal tunnel. La visione del mondo che lo circonda è priva di ogni illusorietà, specie nei confronti della realtà sociale italiana, compresa la sua terra di origine (ad esempio in Giuda me [che sta per "giù da me"]), o anche verso l'ambiente musicale (La legge dell'ortica), ma anche verso il tema del razzismo (Vengo dalla Luna, mentre Nessuna razza si riferisce al suo manifesto artistico). Presente anche la forte critica a tutte le guerre (Follie preferenziali) e la denuncia per la cosiddetta tv spazzatura (L'età dei figuranti). Una fuga nei ricordi la si trova in Limiti, mentre più personali sono le tracce di apertura e chiusura. Ricco è il lessico utilizzato per le stesure dei testi i quali, pur nella libertà espressiva dei timbri musicali e degli arrangiamenti (non sempre soltanto elettronici), sono racchiusi in una forma standard della canzone rap, con un ritornello quasi sempre cantato e reiterato in due o più riprese all'interno del brano.
Tracce
Testi e musiche di Caparezza.
Il secondo secondo me – 4:14 Nessuna razza – 4:09 La legge dell'ortica – 3:50 Stango e sbronzo – 3:45 Limiti – 4:37 Vengo dalla Luna (feat. Diego Perrone) – 4:13 Dagli all'untore – 3:55 Fuori dal tunnel – 3:41 Giuda me – 3:28 Nel Paese dei balordi – 3:51 L'età dei figuranti – 3:49 Follie preferenziali – 4:10 Dualismi (feat. Puni) – 3:47 Jodellavitanonhocapitouncazzo – 4:05
Traccia bonus
La sindrome di Lorena – 3:45
I brani
Il secondo secondo me prende di mira una serie di luoghi comuni, tra cui anche quello del ritornello (vedi citazione). Inoltre tratta dei pregiudizi che si hanno contro altre persone. Nessuna razza è una netta presa di posizione contro ogni etichetta al suo modo di scrivere canzoni.
La legge dell'ortica è un altro manifesto programmatico: alle canzoni banali di molti colleghi, preferisce canzoni "irritanti" come appunto è l'ortica; un riferimento può esserci anche al concetto dell'ostrica.
Stango e sbronzo vede la parola "stanco" diventare "stango", dal verbo "stangare", ma anche riferita al tango che suona in questo pezzo come da un giradischi stonato "sbronzo", perché beve per dimenticare una serie di contraddizioni sociali e familiari. Sotto i fumi dell'alcool trova il coraggio di denunciare quello che più lo ripugna, o di vedere la realtà in un'ottica differente.
Limiti contiene una fitta lista di oggetti, marche, usi e costumi dei primi anni settanta, quelli della sua infanzia. Limiti è riferito al conduttore televisivo Paolo Limiti che ha fatto della nostalgia il suo marchio di fabbrica. Gli strumenti diradano via via verso suoni analogici, compreso un organino giocattolo.
Vengo dalla Luna descrive il punto di vista di un ipotetico extraterrestre, che può anche essere inteso come il punto di vista di un emigrante che guarda il mondo delle intolleranze e della società occidentale con fermo distacco.
Dagli all'untore è un'immedesimazione del suo ego artistico con gli untori di manzoniana memoria, che venivano incolpati ingiustamente di diffondere il morbo della peste.
Fuori dal tunnel è un elogio della noia da preferire a forme di divertimento alienanti, con qualche indicazione su come trascorrere il tempo libero con semplici ingredienti.
Giuda me, che sarebbe "giù da me", denuncia alcuni malesseri del Mezzogiorno, e allo scettico Caparezza dice "se non ci credi, vieni".
Nel paese dei balordi è stata incisa anche nel primo demo Ricomincio da Capa autoprodotto dal cantante nel 1998. Questa canzone non è altro che una parodia della celebre opera di Carlo Collodi, Pinocchio. Il testo racconta la storia di Capocchio, un burattino figlio del falegname Geppetto e la Fata Turchina. Il suo papà è un alcolizzato che ha problemi con la legge mentre la madre, che ha chiesto il divorzio, vive con i soldi di Geppetto e lavora in un locale come ballerina di lap dance. Il bambino, interpretato da Caparezza, spiega che le condizioni deplorevoli della famiglia lo hanno costretto a dire bugie e non la sua birichineria come molti, in paese, pensano. Nel corso della canzone vengono narrate le sventure di Capocchio, dal burattinaio Ciucciafuoco, al Gatto e la Volpe, l'arrivo nel Paese dei balordi, la trasformazione in asino ed infine la conoscenza di Lucignolo, il suo amico tossicodipendente.
L'età dei figuranti punta l'indice sulla tv presenzialista, con numerose citazioni a programmi e personaggi, inclusa la simulazione dello zapping nell'arrangiamento finale, e la frase di chiusura che sembra imitare il cantante Nek. Follie preferenziali è una condanna a ogni forma di guerra, di cui ne viene sottolineato il dispendio di vite umane. Vaghi riferimenti al tema del film 2001: Odissea nello spazio.
Dualismi vede Caparezza alle prese con il fantasma di sé stesso, a un consulto con uno psicanalista che poi si svela come un'altra proiezione di sé. La canzone è ispirata alla poesia "Dualismo" di Arrigo Boito.
Jodellavitanonhocapitouncazzo è un racconto in cui, su una base di jodel tirolese, Caparezza ribadisce le sue credenziali artistiche e le origini delle stesse, fino a immaginare la sua morte, che farà da spunto al suo album successivo, Habemus Capa.
Limiti Stamattina mischio l'Orzoro con l'Ovomaltina e me la bevo amaro come il Petrus, indeciso se indossare un jeans Pooh o un jeans Jesus, metto un Wrangler, poi leggo i Peanuts di Linus, esco con calma, pago lo Zagor con la moneta romana dell'Ergo Spalma; come Fred vado dalla mia Wilma, la sogno su di un amaca all'ombra di una palma. La mia macchina? 131 Supermirafiori. Nello stereo: "Un corpo e un anima" di Wess e Dori Ghezzi. In giro vedessi che prezzi, mamma santa, un Dalek a lire 150. Ho un Settebello nei miei panta a zampa anni '70 e tanta voglia di metterla a novanta, questa vita molto bassa passa, e guai a chi non se la spassa mai.
RIT. Mai, mai e poi mai riproverò questi brividi, mai e poi mai riproverò cose simili. Mai e poi mai le elimini, aiuto, sto diventando come Limiti!
Sarà il cavallo che solletica il fringuello, saranno certe foto sul Monello che mi fanno Intrepido, mi sento fico quando faccio centro, amore ti ho portato il Rosso Antico, diamoci dentro! Che più si aspetta più i tempi si fanno cupi. Rimpiango Sandokan sul Cinevisor Mupi, i lupi di Fabuland, i Lego, i Trasferelli, le scatole di Silvan e di Tony Binarelli; Bontempi quelli degli organetti che soffiavano motivi validi, Adica pongo che si fanno morbidi tra le mie mani, richiami così vicini da non apparire più lontani, in una spirale verso il disastro, una Girella nella bocca del Golosastro, uno strazio, Topo Ignazio buttami un mattone sulla testa che questa nostalgia non passa mai.
RIT. Mai, mai e poi mai riproverò questi brividi, mai e poi mai riproverò cose simili. Mai e poi mai le elimini, aiuto, sto diventando come Limiti! Va bene, ora c'è l'Eurostar ma prima c'era il Lima, amavo gustarmelo in vetrina, shokkato, la stessa che una volta ho appannato col fiato quando hanno esposto il calcio-balilla calamitato. Erano gli anni dell'acciaio Inox, ogni bambino sullo spazzolino aveva il Paperino's. Chi non sa cos'è ne resta fuori, chi non sa che Ariel "fredda lo sporco e accarezza i colori" non capisce, che siamo peggiorati tanto che te ne vergogni, che Migliorati sono solo "bambole dei sogni", che muori per trattori ed animali, che il Dolce Forno può fare pure le torte nuziali. Ridi pure ma la situazione è tragica per chi è convinto che la maglieria sia magica, nessuna logica mi salva, sai,sono un fottuto nostalgico, non mi riprenderò mai.
RIT. Mai, mai e poi mai riproverò questi brividi, mai e poi mai riproverò cose simili. Mai e poi mai le elimini, aiuto, sto diventando come Limiti!
Video
Vengo dalla Luna - feat. Diego Perrone
Io vengo dalla Luna che il cielo vi attraversa, e trovo inopportuna la paura per una cultura diversa. Chi su di me riversa la sua follia perversa arriva al punto che quando mi vede sterza. Vuole mettermi sotto sto signorotto che si fa vanto del santo attaccato sul cruscotto, non ha capito che sono disposto a stare sotto, solamente quando fotto. "Torna al tuo paese, sei diverso!" - Impossibile, vengo dall'universo, la rotta ho perso, che vuoi che ti dica, tu sei nato qui perchè qui ti ha partorito una fica. In che saresti migliore? Fammi il favore, compare, qui non c'è affare che tu possa meritare. Sei confinato, ma nel tuo stato mentale, io sono lunatico e pratico dove cazzo mi pare. Io non sono nero, io non sono bianco, io non sono attivo, io non sono stanco, io non provengo da nazione alcuna, io si, io vengo dalla luna. Io non sono sano, io non sono pazzo, io non sono vero, io non sono falso, io non ti porto jella ne fortuna, io si, ti porto sulla luna, io vengo dalla luna... Ce l'hai con me perchè ti fotto il lavoro, perchè ti fotto la macchina o ti fotto la tipa sotto la luna? Cosa vuoi che sia, poi, non è colpa mia se la tua donna di cognome fa Pompilio come Numa. Dici che sono brutto, che puzzo come un ratto ma sei un coatto e soprattutto non sei Paul Newman. Non mi prende che di striscio la tua fiction, io piscio sul tuo show che fila liscio come il Truman. Ho nostalgia della mia luna leggera, ricordo una sera le stelle di una bandiera, ma era una speranza era, una frontiera era, la primavera di una nuova era era. "Stupido, ti riempiamo di ninnoli da subito in cambio del tuo stato libero di suddito" No, è una proposta inopportuna, tieniti la terra, uomo, io voglio la luna! Io non sono nero, io non sono bianco, io non sono attivo, io non sono stanco, io non provengo da nazione alcuna, io si, io vengo dalla luna. Io non sono sano, io non sono pazzo, io non sono vero, io non sono falso, io non ti porto jella ne fortuna, io si, ti porto sulla luna, io vengo dalla luna... Non è stato facile per me trovarmi qui, ospite inatteso, peso indesiderato, arreso, complici i satelliti che riflettono un benessere artificiale, luna sotto la quale parlare d'amore. Scaldati in casa davanti al tuo televisore, la verità nella tua mentalità è che la fiction sia meglio della vita reale, che invece è imprevedibile e non il frutto di qualcosa già scritto, su un libro che hai già letto tutto ma io, io, io no. Io, io, io... Io vengo dalla luna.
Dagli all'untore Io sono l'untore e quando si fa buio spunto come un fungo, ungo dove giungo. Rimango guardingo nel mio ramingo girovagare, chi vuol mandarmi a cagare deve gridare: "Dagli all'untore!". Il mio trip al momento è un unguento sanguinolento che stendo, su pareti di cemento, che intendo elevare a monumento alla stupidità, nell'intento mi cimento con facilità. Cinica figura nell'oscura notte, sporco le porte, porto la morte, chi se ne fotte. Se mi beccano mi spaccano di botte, come minimo mi ritrovate cliccato su Rotten. Il mio cuore batte più delle battone, quando porto confusione nella popolazione, ne traggo giovamento massimo panico al prossimo ed il prossimo, potrebbe essere chiunque!
[RIT.] Cenere, ruggine, sangue di vergine, lingua di serpe, saliva e fuliggine. Ooooh dagli all'untore. Sterco di capra, occhio di pavone, piscia di Capa nel mio calderone. Ooooh dagli all'untore.
Il mattino ha l'oro in bocca per me e la cacca in bocca per la gente sciocca, che s'annusa, s'accusa, s'arrocca. Timorosa d'esser presa pure in chiesa, stanata e lapidata, vittima di illegittima difesa. Lesa da una percossa, passa il monatto e la addossa in un carretto diretto alla fossa, io no, io intercetterò come un pivot la mossa della ressa, anche quando è a me che bussa. No, non apro, se no mi scopro per il ruolo che ricopro di capro espiatorio. Mi consegnerò se avrò finito il repertorio, che invento nel mortorio del mio laboratorio. Per farmi fuori, miei cari, ci vogliono sicari sicuri, loschi figuri, temerari miei pari. Se sono così rari fatemi il favore, chiudetevi in casa che è ritornato l'untore!
[RIT.] Cenere, ruggine, sangue di vergine, lingua di serpe, saliva e fuliggine. Ooooh dagli all'untore. Sterco di capra, occhio di pavone, piscia di Capa nel mio calderone. Ooooh dagli all'untore.
Io sono la peste che investe le teste di cazzo, il "sozzo bubbone d'un livido paonazzo" che mette imbarazzo. Se mi hai ascoltato, ti ho già infettato, poveretto, sei stato beccato, ti hanno portato al Lazzaretto. Io me ne torno a letto soddisfatto, tengo fede al patto che ho stipulato col maledetto. Sono un reietto perfetto, per questo m'aspetto, un paletto nel petto, mi dileguo, mi diletto!
[RIT.] Cenere, ruggine, sangue di vergine, lingua di serpe, saliva e fuliggine. Ooooh dagli all'untore. Sterco di capra, occhio di pavone, piscia di Capa nel mio calderone. Ooooh dagli all'untore.
Video Fuori dal tunnel
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Giuda me Giù da me da mesi si vive vendendo olive interattive, di noccioli geneticamente prive. D'estate ragazzine schive, hanno le zinne accennate ma fanno le dive con vestitini carini, nei camerini non le distingui dai manichini, ma sono vive? Bush, Saddam, Arafat, Sharon, mah, la nuova collezione Benetton, yu-huu. Vi auguro una vita elettrizzante, fulminante dalla corrente di un phon. Ma che futuro come Tron, siamo ancora ai Flinstones, accidenti l'occidente ha vinto, l'uomo verace del sud è estinto, ora è tonto e tinto.
RIT. Non ti siedi, resti in piedi, giù giù giù giù giù da me, hey, se non ci credi vieni, giù giù giù giù giù da me, è inutile che ti dimeni, giù giù giù giù giù da me, e giù di un giuda, sù di un suda, nuda e cruda giù da me.
E non ci sta la fatica ma c'è chi dice stica, mica vado in una fabbrica, andateci voi dalla mentalità antica, io firmo per la liberalizzazione della fica. Chi ficca in testa che questa è la vita, chi glielo spiega che non siamo in gita. E c'è chi se ne va, c'è chi resterà, sempre c'è chi prende ma non sempre c'è chi da, check out! Il politico di turno ci fa il suo bla bla bla sul Mezzogiorno, già crede che qua si sta su Marte, "prego, per andare affanculo da quella parte...". Come ti giri ti si chiudono le porte, ma se appartieni a quelli della corte sei forte, gli altri, si son fatti da parte mentre i fatti da party ancora muovono gli arti.
RIT. Non ti siedi, resti in piedi, giù giù giù giù giù da me, hey, se non ci credi vieni, giù giù giù giù giù da me, è inutile che ti dimeni, giù giù giù giù giù da me, e giù di un giuda, sù di un suda, nuda e cruda giù da me.
La realtà giù da me è una realtà virtuale eccome, ho la netta sensazione che tutto si dissolva in una bolla di sapone... flop... la chiamano emancipazione quella di farsi le lampade nel meridione, quella di farsi le barche, quella di farsi le marche, quella di farsi può darsi sia la soluzione. Io mi faccio con dosi di insolazione, sniffo ossigeno liberato da foglie buone, calo le pillole di saggezza che i nonni di Caparezza spacciano senza timore. Sto su nel Sud che è su di me e del Sud io sono succube. Orsù, dov'è sto Sud, ahimè, è Hollywood giù da me.
RIT. Non ti siedi, resti in piedi, giù giù giù giù giù da me, hey, se non ci credi vieni, giù giù giù giù giù da me, è inutile che ti dimeni, giù giù giù giù giù da me, e giù di un giuda, sù di un suda, nuda e cruda giù da me.
Babbo babbino non picchiarmi tanto forte, t'attacchi al vino e giù coi calci sulle mie gambe corte. Delle legnate sei l'esperto ma ti avverto, toccami ancora e sei morto, non mento, guarda, ho il naso corto! Che, mi diverto a dir cazzate? Mi costa difenderti dai tuoi vizi se m'ammazzi di mazzate. Mammà se la dette a gambe levate, poverina, scompare la tua paga ogni mese, in paese la chiamano fatina. Di lei hanno stima in una cantina di moda, c'è un palo e mezza nuda vi si snoda, fanno la coda per questo, io me ne vergogno, faccio un sogno e vi ci resto: la mamma casalinga e il babbo un uomo saggio e onesto. Ma qualche bastardo beffardo m'attende, mi da del bugiardo, m'offende, ne sento lo sguardo e m'incammino, curvo nel vestitino, occhio basso, capo chino, chi vuole come amico un burattino? RIT. Dammi la mano, vienimi vicino, sono di legno non sono più un bambino... Un burattino nelle mani del destino...(x2) Lucignolo l'artista s'aggiusta una pista di coca col mignolo, si riempie le tempie di nubi empie, pare un comignolo, prima si fa poi si fa serio, scrive due cazzate sul diario, è un visionario. "Per questa roba c'ho la stima della gente"... Contento per te, ma per me sei davvero un deficiente. Altro che matto, meo amigo, com'è che un fatto sui gradini è solo un fatto e su di un palco è sempre un figo? In TV è arrivato il mago CiucciaFuoco, presuntuoso che vende un mondo sano e generoso. Tu, tirchio più di un negozio di marca, va alla forca, sai di stronzate più di una turca. Piglia per il culo i tuoi pupazzi, numeri e tarocchi, intrallazzi per gli sciocchi, a me non fanno effetto, piuttosto attento alla finanza, conoscono il tuo nome, e sai chi è l'infamane che gliel'ha detto? RIT. Dammi la mano, vienimi vicino, sono di legno non sono più un bambino... Un burattino nelle mani del destino...(x2) Capocchio... Capocchio... Capocchio... Tornando a casa trovo quei due tipi là, lui è il gatto, lui è la volpe, sono in società, roba onesta: "la nostra banca ha istituito un fondo apposta, dacci il denaro in fondo lo investiamo nell'azione giusta...". Questa è roba fantastica per chi mastica Asimov, non baratto i miei soldi con i Kalashnikov. Sta a vedere che sono io l'asino, ciuco figlio di un ciucco, amico di un tipo tocco e poco lucido. Lucignolo, c'hai il nome di uno stoppino, tu sei una sega, io un burattino, non starmi vicino mannaggia. persino il Ciuccia, che sta a cuccia con la grata in faccia, ha detto al secondino che se esce viene a darmi la caccia. Nella storiaccia la fata ha un ruolo incisivo: mamma+lap dance= ospite televisivo dall'audience definitivo, mentre io vivo una pena. Arriva il grillo e grida: "Capa, in culo alla balena!"
RIT. Dammi la mano, vienimi vicino, sono di legno non sono più un bambino... Un burattino nelle mani del destino...(x2)
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L'età dei figuranti
"Buonasera e benvenuti ad una nuova puntata di Stato Interessante, stasera parleremo del ruolo dell'informazione, in questo paese di grandissimi fi..." "Suo papà l'ha abbandonata che aveva appena 3 anni, per sposarsi con un transessuale, qualcuno vuole dire la sua?" Ma che bella trasmissione, somiglia con precisione alla poltiglia marrone, delle mie chiappone dopo colazione. Ma dov'è il pudore di queste persone, pagate per dare un opinione, drogate dalla televisione. Genitori orchi, figli Snorky, parenti conteneti di stare in tv a lavare panni sporchi. Cerchi nuovi sbocchi per gli occhi, fai zapping e ti shokki, trovi sciocchi gli show che imbocchi. Ti incacchi con presentatori ingrati, stipendiati da innamorati, casi umani spesso interpretati da attori improvvisati, ballerini incalliti giudicati da maleducati, loro saranno famosi? Noi saremo frustrati! Abituati ad una tv accesa che ci pare spenta,ci pesa la gente che si acconteta da casa non si addormenta ma si gasa, commenta,e segue attenta questo scempio mentre lo share aumenta! RIT. Perchè nella vita vince chi figura, farà passi da gigante chi figura, possiamo farlo tutti quanti, benvenuti nell'età dei figuranti. Perchè nella vita vince chi figura, farà passi da gigante chi figura, lo mette in culo a tutti quanti, benvenuti nell'età dei figuranti. "Buona sera sig. Reza Capa, prego si accomodi..." Oggi vali poco se appoggi e tanto quanto distruggi, immagina una pagina di insulti insulsi roba da lama nei polsi, morsi e pochi rimorsi, mai pronti i soccorsi... o "aborro questi discorsi...", nei salotti TV figuranti stolti fanno più ascolti di molti programmi colti, tant'è che tanti li han tolti dando potere a spalti di giudicanti tanti re, pochi fanti. Nei comizi tizi arroganti attizzano tizzoni ardenti, schizzano epiteti pesanti, vanti. Venti spinti da fiati spenti soffiano intenti ad abbattere abbattono e gli abbattuti si battono finchè possono, poi capitolano, capito non ho il capitolo che sto scrivendo, non mi offendo ne mi sorprendo se ti difendo, così facendo rendo per ciò che innalzo, per ciò che stendo... RIT. Perchè nella vita vince chi figura, farà passi da gigante chi figura, possiamo farlo tutti quanti, benvenuti nell'età dei figuranti. Perchè nella vita vince chi figura, farà passi da gigante chi figura, lo mette in culo a tutti quanti, benvenuti nell'età dei figuranti. Everybody nau... Nau nau nau... "Se vorrai, potrai figurare anche tu, vedrai che il mondo ti sorriderà"
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Follie preferenziali Povero Dio tirato in ballo dagli uomini, ma che religioni, sono questioni da economi, questi omini minimizzano rombi di bolidi, boom, fanno sempre i loro porci comodi, nel nome del Padre figli che si fanno invalidi, senti solo alibi squallidi, danno ragione solamente a visi pallidi, quelli diversi riversi ed esanimi. Partono plotoni di uomini di uomini, verso postazioni di uomini di uomini, aggressori con volti di uomini di uomini, aggrediscono figli di uomini di uomini, in un circo massimo di uomini di uomini, nell'Anno Domini di uomini di uomini, subiamo il fascino di uomini di uomini, come ninfomani di uomini di uomini. Non vengo con te nel deserto, scusami se diserto ma preferisco... RIT. Io preferisco ammazzare il tempo, preferisco sparare cazzate, preferisco fare esplodere una moda, preferisco morire d'amore, preferisco caricare la sveglia, preferisco puntare alla roulette, preferisco il fuoco di un obiettivo, preferisco che tu rimanga vivo. Gli uomini versano il tributo di nostalgie per epoche che mai hanno vissuto la bandiera e il saluto, o con noi o stai muto, questo è il terzo millennio, benvenuto! Chiedo aiuto a Newton, Isacco, come cacchio si fa a sopportare fatti di 'sta gravità? Anacronistica, la verità che viene a galla, esperto di balistica misurami 'sta balla e seguimi in questo viaggio tra santi e demoni, che invece sono solo uomini di uomini, tu che sei forte, alla morte sopravvivimi, io sono debole quindi l'anima minami, caro paese dalle belle pretese chiedimi se ti vedo come friend o come enemy, ti piace fare la pace ma allora spiegami 'sti missili che fischiano nell'aria come un theremin. Non vengo con te nel deserto, scusami se diserto ma preferisco... RIT. Io preferisco ammazzare il tempo, preferisco sparare cazzate, preferisco fare esplodere una moda, preferisco morire d'amore, preferisco caricare la sveglia, preferisco puntare alla roulette, preferisco il fuoco di un obiettivo, preferisco che tu rimanga vivo. Partono plotoni di uomini di uomini, verso postazioni di uomini di uomini, aggressori con volti di uomini di uomini, aggrediscono figli di uomini di uomini, in un circo massimo di uomini di uomini, nell'Anno Domini di uomini di uomini, subiamo il fascino di uomini di uomini, come ninfomani di uomini si ma... RIT. Io preferisco ammazzare il tempo, preferisco sparare cazzate, preferisco fare esplodere una moda, preferisco morire d'amore, preferisco caricare la sveglia, preferisco puntare alla roulette, preferisco il fuoco di un obiettivo, preferisco che tu rimanga vivo.
Habemus Capa è il terzo album studio del cantautore italiano Caparezza, pubblicato il 24 marzo 2006 dalla EMI. Caparezza l'ha definito "il mio disco più politico, quindi un suicidio", nonché "l'album postumo di un cantante ancora in vita".
Il disco
Sì può dire che questo sia il primo concept album del cantante, dato che l'idea di base è quella della morte di Caparezza e della successiva trasmigrazione del suo spirito: nella prima traccia Caparezza "muore", come viene teorizzato alla fine del disco precedente (Verità supposte), per poi vivere una vita diversa in ogni traccia, fino alla resurrezione e rinascita nell'ultima traccia Habemus Capa. Secondo lo stesso Caparezza, la morte dell'autore di solito porterebbe a un aumento in termini di dischi venduti, per questo ha scelto di morire mentre era ancora in vita, per guadagnare anche lui dall'evento. Originariamente, però, il concept dell'album avrebbe dovuto essere una sorta di rilettura della Divina Commedia alla luce della società odierna, in cui ogni canzone avrebbe mostrato una particolare faccia della società e il contrappasso ad essa legato. Caparezza ha affermato di aver lasciato perdere quest'idea dopo aver scoperto come fosse difficile trovare un contrappasso convincente per ogni forma della società che intendeva criticare; tuttavia tracce di quest'idea di base si possono trovare nei brani Gli insetti del podere (i politici ridotti a minuscoli insetti) e Torna Catalessi (meglio una società "catatonica" che quella attuale). Anche l'idea di intitolare l'album "Habemus Caparatzinger" è stata presto accantonata: resta tuttavia il riferimento all'elezione del pontefice Benedetto XVI, avvenuta nell'aprile di quell'anno. Il titolo si riferisce infatti alla formula Habemus Papam che proclama l'elezione del nuovo Papa, in seguito alla morte del precedente; la grammatica latina imporrebbe l'accusativo, quindi Habemus Capam o Capum, ma Caparezza ha confermato che il titolo è intenzionalmente scorretto.[senza fonte]
Tracce
Testi e musiche di Caparezza.
Mors mea tacci tua (intro) – 0:26 Annunciatemi al pubblico – 4:08 Torna Catalessi – 3:58 Gli insetti del podere – 3:59 Dalla parte del toro – 3:59 Ninna nanna di Mazzarò – 4:41 Il silenzio dei colpevoli – 4:08 Profilo psichico – 0:35 La mia parte intollerante (feat. Gennaro Cosmo Parlato) – 4:23 Inno verdano – 3:50 Epocalisse – 3:55 Tii-yan – 0:24 The Auditels Family – 4:07 Ti giri – 3:42 Titoli – 3:56 Felici ma trimoni – 4:53 Sssaasss – 0:22 Sono troppo stitico – 3:59 Habemus Capa – 4:24
I brani
Mors mea tacci tua ha un titolo che si rifà all'espressione latina mors tua vita mea (morte tua, vita mia), che si mescola all'ingiuria dialettale "li mortacci tua". Campiona l'ultimo verso di Jodellavitanonhocapitouncazzo, brano di chiusura del precedente Verità supposte, dove dice appunto "... mamma quanti dischi venderanno se mi spengo", dando lo spunto all'idea di questo nuovo lavoro.
In Annunciatemi al pubblico Caparezza cadavere immagina i commenti dell'opinione pubblica al suo funerale, e li immagina tutti malfidati e travisanti quello che lui era stato. Tra gli altri, c'è chi lo definisce come "quello fuori dal tunnel-el-el della droga": questo commento si riferisce all'uso fuorviante che è stato fatto del suo successo Fuori dal tunnel (del divertimento), come succede a molti artisti incompresi.
In Torna Catalessi Caparezza è nei panni del padrone di un cane: la bestia in realtà rappresenta una provocazione contro il ritmo troppo frenetico della vita attuale, alla quale Caparezza preferisce piuttosto un momento di assoluta stasi: il calembour si rifà al titolo del film Torna a casa, Lassie!, con protagonista il famoso cane collie.
Gli insetti del podere contiene una carrellata di usi e malcostumi del nostro tempo, i cui colpevoli sono rappresentati sotto forma di insetti fastidiosi e nocivi. Questi insetti sono paragonabili ai politici italiani, con un continuo doppio senso.
In Dalla parte del toro si immagina il duello tra un toro e un matador. Queste due figure sono in realtà due metafore. Il toro rappresenta il popolo, mentre il matador il politico o l'uomo di potere e influente. Il cantautore fa sapere già dal titolo da che parte sta.
Ninna nanna di Mazzarò è una canzone in cui una badante tenta di tenere sveglio un bambino per salvaguardarlo da Mazzarò, famoso personaggio di Giovanni Verga, protagonista della novella La roba, il quale ha trascorso la sua esistenza ad accumulare ingordamente beni di ogni genere e che si identifica oggi in molti personaggi della classe dirigente e industriale.
Il silenzio dei colpevoli è un brano in cui Caparezza, capovolgendo il titolo del film Il silenzio degli innocenti, invita le vittime della nostra società a far sentire la propria voce, perché secondo lui chi tace sulle malefatte altrui ne è complice. La canzone è seguita da Profilo psichico, una traccia di raccordo, senza testo.
Ne La mia parte intollerante, in una sorta di razzismo per giusta causa, Caparezza si immedesima in un giovane studente che prende le distanze da un certo rampantismo di molti suoi coetanei.
Inno Verdano
Caparezza durante l'esecuzione del brano Inno verdano durante il Traffic Festival a Torino, nel 2006
è un brano contenente chiari riferimenti alla Lega Nord; Caparezza dà ironicamente la voce a un secessionista padano fervente e autarchico dalla bandiera verde. Compare, come neologismo, l'espressione: "Ma che cosa sta seccedendo?".
In Epocalisse sono presenti riferimenti a gettito su altri malcostumi dei tempi odierni, inclusi numerosi episodi di cronaca e citazioni del vocabolario informatico (Gesù fa rima con yahoo = iahù). Il calembour suggerisce che si stia vivendo l'epoca dell'Apocalisse. Nella canzone è presente una sorta di dialogo tra un ragazzo che crede che quest'epoca sia la "fine del mondo" intesa come disgrazia, e un altro che crede che questo secolo sia la "fine del mondo" intesa come divertimento e sballo. Contiene un campionamento del brano Limiti, presente in Verità supposte. La canzone è seguita da Tii-yan, una traccia di raccordo, senza testo.
In The Auditels Family Caparezza si chiede chi e dove siano coloro che col meter Auditel decidono sui destini delle trasmissioni televisive, sollevando dubbi sulla loro stessa esistenza, e quindi ipotizzando una regia occulta che manipoli i risultati e quindi i palinsesti televisivi. La musica riprende alcuni temi dell'horror umoristico, dalla famiglia Addams al Rocky Horror Picture Show.
Ti giri è una satira diretta ai telegiornali che danno peso ad informazioni insignificanti e sull'informazione manipolata, da cui il calembour del titolo: TG = ti gi... ri (e ti incula).
In Titoli si affronta, nei panni di un broker che sfoggia un campionario di titoli di borsa di valori, il cui significato è incomprensibile ai più: satira accesa sull'economia oligarchica.
Felici ma trimoni vede l'io narrante rappresentato da un prete. Nei vari dialetti pugliesi "trimoni" vuol dire "stupidi": da qui una denuncia contro gli sposalizi per interesse, all'insegna dell'appariscenza e del glamour più sfrontato. La canzone è seguita da Sssaasss, una traccia di raccordo, senza testo.
In Sono troppo stitico, nelle sembianze di Norman Bates, Caparezza immagina il delitto di un folle che ha l'imbarazzo della scelta su come eliminare la propria donna, ma sa di poter contare sulla sua insospettabilità. Il ritornello dice "sono troppo stitico per fare lo stronzo" e prende la campionatura da un brano del Quartetto Cetra, Però mi vuole bene, che era umoristicamente incentrato sullo stesso tema.
In Habemus Capa, nell'annunciare la sua rinascita in stile papale, Caparezza riassume ancora il suo credo musicale, e prende l'occasione per ironizzare sul suo passato artistico come Mikimix (lo si può facilmente capire nelle frasi "Ti piace Capa? Ma quello è lo scemo di Sanremo!" e "Ma sei tu Mikimix? Tu l'hai detto!")