DEAR JACK

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  1. gheagabry
     
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    DEAR JACK



    La band si è formata nel 2012 con lo scopo di condividere un progetto unico di 4 amici poi diventati 5.
    Sono molto legati nonostante il gruppo sia di recente formazione, escono sempre insieme e ormai si considerano fratelli.
    Il compositore dei testi è Alex, mentre solitamente chi scrive le musiche è Frank; la band suona canzoni di genere pop, rock e R&B, ma ogni componente del gruppo ha influenze musicali diverse: Alessio, infatti, ascolta R&B, soul e jazz, il bassista/pianista invece ha uno stampo classico, mentre il chitarrista varia tra il rock e il metal.

    ALESSIO BERNABEI – frontman DEAR JACK
    Ha 20 anni, è di Tarquinia.
    Suona la chitarra, il basso, il clarinetto e il pianoforte.
    Ha lavorato come barista, parrucchiere e idraulico.
    Non piace alle persone invidiose e sofisticate.
    Coglie l’attimo. È distratto con la testa tra le nuvole, ma è determinato sincero e romantico. Una cosa che lo fa piangere è proprio l’amore.
    Dice di sé: “La mia vita gira intorno ad un sogno che è quello di vivere di musica!”
    Non direbbe sicuramente grazie al suo parrucchiere!

    Francesco Pierozzi
    Dear Jack 21 anni di Tarquinia suona la chitarra e la batteria da 8 anni. Il padre è insegnante di musica e la madre è tatuatrice (la sua!). Non sopporta la puzza di piedi, le ragazze antipatiche e la gente viziata. Single da un anno pensa ancora alla sua ex. E’ molto sensibile.

    Lorenzo Cantarini
    Dear Jack 23 anni di Montefiascone, suona la chitarra da 12 anni. Vive con amici non sopporta ... la tangenziale est. È pigro, permaloso, si vergogna dei suoi indici.

    Alessandro Presti
    Dear Jack 23 anni di Viterbo suona il basso da 11 anni, vorrebbe essere piu sicuro e deciso è socievole, simpatico buono e preciso. Fa sempre tutto con buoni propositi.

    Riccardo Ruiu
    Dear Jack 25 anni di Pescara. Suona la batteria da quando aveva 5 anni. Lavora come usciere all’Università di Pescara, non sopporta perdere tempo, è molto socievole, vorrebbe dire meno bugie, è egocentrico.




    INTERVISTA

    Come sono nati i “Dear Jack”? E perchè avete scelto questo nome?

    I Dear jack nascono quest’estate e si mettono insieme formando un gruppo. Tutti ragazzi stati insieme alle medie (destino?). Abbiamo tutti influenze diverse (classica,metal,soul,R&B.) e, mixando insieme tutto questo, viene una cosa speciale.

    Tre aggettivi che vi descrivono.

    Sognatori
    Creativi
    Pazzi
    Questi sono i tre aggettivi che ci distinguono.

    In che modo avete capito che la musica era la vostra strada? E che background musicale avete?

    Abbiamo capito che la musica era la nostra strada un po’ tardi a dire la verità, ma inconsciamente ce l’avevamo nel sangue fin dalla nascita (da piccolo io che sono il cantante prendevo il pista-sale di mia mamma e lo usavo come microfono, cantando a squarciagola).
    Veniamo tutti da musiche diverse: io cantante ascolto R&B, Soul, Jazz, che dal punto di vista canoro è molto complesso e ricamato. Mentre invece il bassista (che è anche pianista) viene dalla musica classica (Mozart,Bach, Beethoven). Il chitarrista viene dal Rock e dal Metal. Quindi è un pò un minestrone di generi.

    Come nasce una vostra canzone? Chi è che scrive, e chi è che compone e che argomenti preferite trattare?

    Le nostre canzoni nascono grazie a delle bozze che ci vengono in mente nei posti più impensabili (mentre si lavora, mentre si fa la spesa, durante un’esame.. addirittura mentre si fa l’amore). Alex è l’autore dei testi, mentre invece, il più delle volte, il compositore musicale è il chitarrista Francesco.
    Di soliti i nostri testi vanno sempre a parare sull’amore. Chi si lascia, chi si innamora.. non c’è niente da fare, siamo ancora dei teenagers!:D

    “Scaring Me Now”, “Clouds” e “You Gotta Leave Right Away” sono le prime vostre canzoni, di cui per l’ultima avete girato anche il video. Faranno parte di album o ep?

    Forse faremo uscire un EP nel 2013, ma questo dipende dai fans e da cosa richiedono! In questo modo decidiamo se andare avanti a singoli o fare uscire direttamente un EP.


    Ricollegandoci alla domanda precedente, è uscito poco tempo fa il video di “You Gotta Leave Right Away”. Da chi è stato realizzato? Perché avete scelto proprio questo pezzo e di cosa parla?

    You Gotta Leave Right Away, come la maggior parte dei brani nostri, è stato realizzato vocalmente (testo e linea vocale) da me cantante, mentre la parte musicale strumentale dal chitarrista! You Gotta Leave Right Away è un pezzo che parla di tradimento, ma non solo nell’amore, ma anche nella vita in generale, che in poche parole nella vita ci si deve fidare solo di se stessi. Il video riprende il protagonista che è entusiasta di aver rimorchiato una bella ragazza, e si immagina già una notte di passione. Invece alla fine lei, si scopre essere una pazza/maniaca sessuale. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
    Abbiamo scelto questo forse perchè è stato il tema dove sentivamo piu forza, e lo sentivamo piu nostro.



    Avete avuto modo di esibirvi live?

    Abbiamo avuto una serie di concerti a Roma in locali molto buoni, come: INIT, Traffic, Closer e Black Out.

    Se vi ritrovaste davanti ad una persona che non vi ha mai ascoltato, cose le direste per invogliarla a farlo?

    Ad una persona che non ci ha mai ascoltato diremmo: “Amico, ascoltaci e continua a seguirci. Non te ne pentirai!”. Ad uno che non ci vuole ascoltare diremmo: “Non sai che ti perdi!”

    Come tutti ben sappiamo, purtroppo, nel nostro paese oggi come oggi emergere è difficile, voi che pensate su questo? E tra tutte le band che fanno parte della scena underground, quali preferite?

    Oggi vivere di musica ed emergere dalla massa è proprio un’impresa. Ma è solo provarci credendoci in se stessi che si può raggiungere il sogno! E noi abbiamo tutte le carte in regola!
    Abbiamo registrato le nostre canzoni in studi quali: Alternative Factory (di Brian, cantante della band Vanilla Sky) e Skie Studio (di Daniele Ingrati e Marco Calanca che è bassista/cantante della band Hopes Die Last) credo che siamo più di tutti affezionati a queste due band!

    Cosa c’è in progetto per il futuro?

    Noi Dear Jack puntiamo a creare una svolta alla musica generale creando uno stile tutto nostro e un genere, crearci una nostra “anima” chissà, magari un giorno ci riusciremo. Noi siamo più determinati che mai ed affamati di palco. In futuro proveremo a far uscire qualche singolo in italiano per sperimentare come andrebbe il nostro genere nella nostra lingua madre, anche se il nostro sogno è sbarcare in America e raggiungere il livello dei nostri idoli di sempre!

    Un giorno ce la faremo, in viaggio sulla Route 66!

    (CLUSTER MAGAZINE 5 DICEMBRE 2012, www.clustermagazine.it)