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Ficarra e Picone
Ficarra e Picone è un duo comico italiano, composto da Salvatore Ficarra (Palermo, 27 maggio 1971) e Valentino Picone (Palermo, 23 marzo 1971) e reso celebre dal programma televisivo Zelig Circus.
biografia
Nel 1993 si incontrano in un villaggio turistico a Taormina, dove Picone trascorreva le vacanze mentre Ficarra lavorava come animatore. Nasce allora un sodalizio artistico che coinvolge anche Salvatore Borrello e il trio inizia ad esibirsi in diversi locali di cabaret siciliani con il nome di Chiamata Urbana Urgente. Nel 1995 si esibiscono in vari teatri in tutta Italia riscuotendo notevole successo e aggiudicandosi vari premi riservati ai cabarettisti. Successivamente sono in TV in Zero a Zero su Telenorba e in Seven Show, in onda sul circuito Italia 7.
Rimasti in due, per la separazione da Borrello, mantennero quel nome fino a quando, nel 1998, stabilirono di usare i loro cognomi: Ficarra & Picone. Nello stesso anno la coppia vinse l'edizione del festival BravoGrazie. Da quel momento è un continuo successo per i teatri di tutta Italia: 235.000 biglietti venduti per Diciamoci la verità, il record di ascolti delle due serate Ma chi ce lo doveva dire. Nel 2000 ottengono una piccola parte nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo e Massimo Venier, "Chiedimi se sono felice": Picone come dottore nella clinica siciliana dove è stato ricoverato Aldo, Ficarra solamente tra il pubblico nella scena finale e grida: "Pirandello sei un poeta!"
Partecipano alla sesta edizione televisiva di Zelig (definita Zelig Circus) e da allora sono stati sempre presenti nel programma. Inoltre hanno partecipato a Gnu su Rai 3 e all'Ottavo nano con i fratelli Guzzanti e a trasmissioni su reti locali.
I loro personaggi di maggior successo sono i "Nati stanchi", due giovani disoccupati che calcano lo stereotipo del siciliano svogliato. A questi hanno aggiunto negli ultimi anni i "Fratelli corner", cioè la parodia di due calciatori dell'Inter o della Nazionale di calcio italiana. Il vero, grande successo, è però stato quello teatrale: il primo spettacolo si chiamava In tre sull'arca di Noè; notevole anche l'ultimo spettacolo: Sono cose che capitano.
Nel 2002 è uscito nelle sale cinematografiche il loro film Nati stanchi; nel 2003 hanno pubblicato due libri Stanchi e Vuoti a perdere per la Kowalsky editore; nel 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010 hanno condotto il telegiornale satirico Striscia la notizia, in onda su Canale 5.
Hanno partecipato al Festival di Sanremo 2007 conquistando i favori del pubblico sia per lo sketch interpretato, sia per una poesia recitata in duo sui siciliani, sulla mafia e soprattutto sull'antimafia. Il secondo film dei due, Il 7 e l'8, è uscito nelle sale italiane il 16 marzo 2007, rivelandosi una sorpresa in termini di incassi.
Il duo comico è tornato nei cinema italiani con il nuovo film La Matassa il 13 marzo 2009 bissando in termini di incassi il successo de Il 7 e l'8.
Dal 14 gennaio 2011 ritornano a Zelig con uno sketch riguardante due avvocati "Angelino & Nicolò" e la loro ditta "Si fanno leggi su ordinazione s.r.l.".
Curiosità
Il duo comico è apparso nel video musicale "Sarà Sara".
Il duo compare anche nel numero 2678 del celebre giornalino Topolino sotto le spoglie di due comici di Paperopoli Caraffa e Capone.
I due comici hanno fatto esperienza di doppiaggio, doppiando i loro personaggi nel film Baaria per la versione italiana, in quanto l'intero film è stato girato in siciliano.
I due comici hanno risposto alle domande postate su Yahoo Answers in occasione dell'uscita del film La Matassa .
Sono tifosi dell' U.S. Città di Palermo.
Filmografia
Chiedimi se sono felice, regia di Aldo, Giovanni & Giacomo e Massimo Venier (2000)
Nati stanchi, regia di Dominick Tambasco (2002)
Il 7 e l'8, regia di Salvatore Ficarra, Valentino Picone e Giambattista Avellino (2007)
La matassa, regia di Salvatore Ficarra, Valentino Picone e Giambattista Avellino (2009)
Baarìa, regia di Giuseppe Tornatore (2009)
Femmine contro maschi, regia di Fausto Brizzi (2011)
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tappi.
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gheagabry.
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Un film di Salvatore Ficarra, Valentino Picone. Con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tiziana Lodato, Lily Tirinnanzi, Fatima Trotta.
Commedia completamente incentrata sulla parola che gioca la carta della denuncia del malcostume politico e culturale italiano.
Marzia Gandolfi
Valentino e Salvo, disoccupati in cerca di fortuna e raccomandazione, lasciano Palermo per il paese, dove Valentino è nato e ha piantato la donna dei suoi sogni. La situazione a Monteforte non è però promettente, la gente mormora tra piazza, chiesa, bar e barbiere. L'età matura dei paesani ispira Salvo che risolve di (soprav)vivere con la pensione della suocera e di ogni zio e zia provvisto di 'utile'. Accolti e costretti a un regime alimentare severo, che li conservi in salute e in vita, i 'pensionanti' delegano vita e ritiro pensione a Salvo e Valentino, che comprano la prima auto nuova e provano a godersi il quotidiano. Ma uno dopo l'altro gli ospiti senili trapasseranno, gettando Salvo nella più completa disperazione. Irriducibile e ostinato, convince Valentino a sposare la zia Lucia per garantirsi con la sua pensione il futuro. Niente tuttavia andrà secondo i suoi piani. Perché la vita è sempre in agguato.
Ci risiamo, Andiamo a quel paese, commedia assolatissima della coppia Ficarra e Picone, è ancora una volta incentrata sulla parola e senza nessun interesse rispetto alla visione. Ma se il loro quarto film produrrebbe il medesimo risultato recitato in radio, se non altro questa volta prova a dialogare con la situazione archetipica e sociale in cui Andiamo a quel paese è calato. La commedia gioca allora la carta della denuncia del malcostume politico e culturale italiano, in cui i figli faticano a diventare protagonisti del loro tempo e gli adulti 'delegano'. I grandi sono madri, nonne e nonni, zie e zii in piena crisi di identità, al punto da svendere i sentimenti e venderli al migliore offerente, pensione compresa.
Tra populismo e corruzione, a mancare secondo Salvo Ficarra e Valentino Picone sono i principi morali, la volontà e il pudore. In assenza di regole e leggi si scialacquano le sostanze e si insidiano le zie. Ma davvero l'unico patrimonio culturale trasmettibile alle generazioni future sono le pensioni? Evidentemente no e il film prova ad assegnare a ogni cosa il giusto peso, una forza spirituale e un'onda che 'bagna' anche la Chiesa e il desiderio di amore dei suoi ministri. L'epopea sgangherata del duo scioperato, alle prese col 'debito pubblico' accumulato dai padri, coi genitori detentori di 'ricchezza' mobiliare o immobiliare e coi trasferimenti intra-familiari, per la prima volta non sembra derivare da operazioni comiche radicate nei tempi e nei ritmi degli sketch televisivi ma provenire da una poetica cinematografica e da precisi filoni della commedia all'italiana.
L'attualizzazione socio-antropologica del soggetto si appoggia finalmente su un testo scritto per l'occasione e uno sviluppo narrativo più volte affrancato dalla vis comica dei protagonisti. L'addizione di battute comiche lascia il posto all'evoluzione del soggetto, che mormora un mormorio anti-istituzionale (e confessionale) nemmeno troppo sottotraccia. Sotto il cielo, come dice il giovane prete venuto dal Trentino a miracol mostrare, forse si agita qualcosa di nuovo, una risata sovvertitrice. I problemi sorgono al solito sulla messa in scena, un nulla visivo che non valorizza l'idea di partenza.
Troppo occupati a favorire la mimesi e la comprensione spettatoriale, Ficarra e Picone non riescono ancora a ragionare in termini cinematografici. Per gli attori siciliani nati stanchi il cinema sembra uno dei tanti luoghi sui quali spalmare la loro identità multimediale piuttosto che il coronamento di una carriera. Iperdinamico l'uno e mite l'altro, Ficarra e Picone insistono a darsi alla macchina da presa senza preoccuparsi troppo della specificità del mezzo. A loro favore rema comunque una generosità attoriale che invalida in più di un'occasione il grado zero della regia, accomodata sulla voce over e su quella inside di Nino Frassica. Voci che raccordano la storia e la conducono verso un finale nero. Un epilogo amaro che reclama 'implorando' l'urgenza di un ricambio generazionale delle classi dirigenti.
Video. -
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