LIBRI E GIOCHI D'INFANZIA

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    Giocano: non disturbiamoli

    BPH092

    È la conclusione di un recente studio. La tv accesa, in una stanza dove i bambini stanno giocando e sono intenti a fare tutt’altro, è dannosa perché il gioco per i bambini non è solo un’azione del corpo. Mentre gioca, il piccolo si costruisce la sua idea del mondo. Esplora la realtà, per capire come può plasmarla e “riscriverla”.

    La tv distrae, si impone, fornisce stimoli – ai quali nessuno è impermeabile - che vanno a colpire direttamente la percezione. Tutti abbiamo sperimentato come sia spiacevole cercare di parlare di una cosa importante con una persona che intanto segue la tv. L’effetto è più o meno lo stesso, e questo discorso vale per tutte le occasioni di distrazione.

    Il gioco è un’esperienza “di flusso”: si entra in una dimensione e si perde il senso del tempo (non accade con i videogame, dove questa esperienza è “precostruita”). In tutto questo, noi genitori dobbiamo mettere a disposizione diversi stimoli e lasciare che sia il bambino a scegliere come giocare. Evitiamo di interferire, di aiutare, di spiegare “come si fa”, di invadere lo spazio. E se arriva l’ora di smettere, per mangiare o andare a letto, avvisiamolo per tempo, con frasi come: “Tra 15 minuti si cena, quindi comincia a prepararti”, da ripetere ogni 5 minuti circa fino al momento di interrompere il gioco.
    Un bambino che sa giocare da solo è un bambino sano, capace di gestirsi, di “raccontarsi storie” e “inventare pensieri”. Perché un bambino sappia giocare da solo dai tre anni in poi, è importante che i genitori abbiano trascorso molto tempo con lui prima dei tre anni, fornendogli stimoli adeguati (libri in stoffa, palle, pupazzi… giochi non tecnologici, insomma) e il loro sostegno, alternando momenti di gioco a brevi distacchi.
    È fondamentale che il bambino abbia uno spazio suo. E deve essere attrezzato con colori, pastelli, fogli di carta. Inoltre, il fatto che il figlio abbia uno spazio “suo”, consente ai genitori di avere un proprio spazio, con grandi benefici per il rapporto di coppia e l’armonia familiare.

     
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    “Mamma, raccontamela ancora!”

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    Quanti genitori si sono trovati di fronte alla richiesta di rileggere per l'ennesima volta la stessa storia!

    Ogni sera a sfogliare insieme lo stesso libro che, a volte, dal punto di vista degli adulti non ha nulla di speciale, ma che agli occhi del bambino ha un fascino particolare.

    Un atteggiamento diffuso e che non deve preoccupare. Anzi, mamma e papà devono assecondare questo desiderio e accompagnare il figlio in quello che, in realtà, è un percorso tra paure, emozioni e situazioni da risolvere.

    Storie inventate, emozioni reali

    "Una fiaba evoca una dimensione non completamente realistica, che richiama però situazioni che il bambino si trova ad affrontare ogni giorno. La maggior parte delle storie, infatti, parla di temi come il rapporto con gli altri, la paura, la lontananza, la trasgressione, il distacco", spiega la psicologa Daniela Bavestrello. "Il bambino, così, scopre queste dimensioni e le affronta mentre è in un ambiente protetto, vicino a mamma e papà".

    Chiedere in continuazione di rileggere la stessa storia significa, quindi, rivivere in condizioni sicure un'emozione sconosciuta. "Proprio come 'si allena' a salire un gradino provandoci e riprovandoci decine di volte, il bimbo cerca di superare le sue paure 'affrontando' la stessa storia in continuazione".

    Non bisogna imporre nuove fiabe

    Occorre quindi assecondare il piccolo. Il genitore può, con delicatezza, proporre al bambino alcuni cambiamenti alla storia: modificare il finale o provare a immaginare cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente o se i protagonisti si fossero comportati in un altro modo. Ma si tratta di variazioni da proporre, non da imporre. "La fiaba è come un 'ponte' tra una situazione da affrontare e la sua soluzione: rileggere la stessa storia significa assicurarsi che il ponte sia stabile e che, perciò, la soluzione sia valida", spiega la psicologa. "Il comportamento del piccolo non deve far scattare nei genitori il timore - del tutto infondato - di un'ossessione, ma li deve spingere a riflettere sul fatto che il loro bambino sta semplicemente cercando di elaborare un'emozione". Sì, quindi, alla stessa storia ripetuta decine di volte, fino a quando il bimbo non si sentirà pronto a... girare pagina.



    Articolo di Monica Gabrielli



    A che cosa giochiamo?

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    L'inverno porta con sé la voglia di stare a casa insieme: con i bambini, questa può essere davvero l'occasione per divertirsi in famiglia e fare scoperte interessanti! Ecco alcune proposte per mamme, papà, zii e nonni: suddivise per fasce d'età, sono idee semplici ma efficaci per giocare con i piccoli, stimolando la loro fantasia, ma anche, allo stesso tempo, aiutandoli a esplorare e conoscere il mondo che li circonda.

    FINO A 6 MESI

    La luce colorata

    Procurati una torcia e copri con un pezzettino di stoffa colorata la plastica che protegge la lampadina. Prendi in braccio il bambino, accendi la torcia e muovila lentamente proiettando il fascio di luce sulle pareti della stanza. Osserva come il piccolo segue il cerchio luminoso con gli occhi! E poi sorprendilo, alternando nel gioco stoffe di colori diversi.

    DA 6 A 12 MESI

    Il piccolo cuoco

    Dopo aver disposto su un tavolino ciotoline di differenti dimensioni, metti a disposizione del tuo bambino materiali diversi: farina gialla, farina bianca, riso e pasta (ad esempio, tortiglioni o conchiglioni). Il gioco consiste nel travasare i materiali da un contenitore all'altro. Perché il piccolo non perda interesse, non offrirgli tutto subito. Puoi incominciare, ad esempio, solo con la farina gialla e aggiungere, uno alla volta, gli altri elementi appena noti un calo di attenzione. Per la sua sicurezza, inoltre, stagli vicino per l'intera durata del gioco (stando attenta che non porti alla bocca o al naso oggetti di piccole dimensioni), aiutandolo e commentando sempre le sue operazioni.

    DA 12 A 18 MESI

    Caccia... grossa


    Questo gioco si fa in tre, anche con il papà: è importante che il bambino sia accompagnato per tutto il tempo da un adulto. Il papà conta fino a 10 mentre tu e il piccolo cercate un nascondiglio (non importa se il bimbo non capisce ancora il significato dei numeri, la cadenza ritmata rende bene l'idea dello scorrere del tempo). Finito di contare, il papà avverte: "Sto arrivando!". Scovato il nascondiglio il gioco ricomincia ma, questa volta, i ruoli si invertono: la mamma e il bambino contano fino a 10, mentre il papà si nasconde.

    DA 18 MESI A 2 ANNI

    Indovinello sonoro


    Scegli tre oggetti, ad esempio un cucchiaio, una macchinina e una pallina, e mostrali al tuo bambino. Insieme al piccolo, ascolta in silenzio il suono che producono a contatto con una superficie dura (ad esempio il tavolo): in successione, quindi, fai battere il cucchiaio, fai passare la macchinina e, infine, fai roteare la pallina. A questo punto inizia il gioco. Prendi uno dei tre oggetti e ripeti la stessa operazione nascondendo, questa volta, la mano sotto la tovaglia: il bimbo dovrà riuscire a riconoscere l'oggetto solo dal suono che produce.

     
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    Scegli il libro giusto in base all’età

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    Appena nati (e prima ancora)
    Negli ultimi mesi di gravidanza il bambino è in grado di ascoltare, si abitua a suoni e ritmi del corpo della mamma e inizia a riconoscere la sua voce. Non è un caso che, quando verrà al mondo, sarà proprio questa a calmarlo nei momenti di crisi, a consolarlo e fargli capire che qualcuno vuole davvero comunicare con lui. E nulla vieta che la voce “amica” racconti, canti o reciti filastrocche ricche di ritmi e sonorità piacevoli quando ancora il piccolo è nel pancione. E più che mai dopo.

    L’editoria per l’infanzia è ricchissima di offerte, e tra gli scaffali di qualsiasi buona libreria abbondano libri di cantilene e ninne nanne che la tradizione ha tramandato di generazione in generazione.
    Oltre l’anno
    Per i piccoli di questa età l’esperienza della manipolazione è fondamentale. La loro “biblioteca” personale dovrà essere composta da libri di piccolo formato, di stoffa o cartonati e adatti a essere toccati ed esplorati “a tutto tondo”. Le immagini dovranno essere semplici, e il ruolo dell’adulto sarà quello di seguirle con un dito e commentarle. Ma senza esagerare, evitando di imporre al bambino lunghe sedute di “lettura”, andando invece per gradi. È importante, inoltre, giocare e interagire con il piccolo con la voce e con i gesti. Con il tempo, il bimbo si farà appassionare anche dalle figure e potrà iniziare a manipolare i libri autonomamente.
    Oltre i 2 anni
    A quest’età il bambino che è stato abituato a maneggiare i suoi piccoli libri, può ricevere “volumi” di formato un po’ più grande, ancora cartonati e realizzati con rilegature che consentono un facile sfoglio. Per le sue prime “sedute” di lettura da solo il luogo ideale è il pavimento: il libro deve poter stare aperto e non costringere il bambino a manovre troppo complicate. Spesso i libri per questa fascia di età, oltre a essere molto colorati e graficamente gradevoli, hanno sagomature, inserti di materiali diversi, intagli e alette per scoprire o nascondere immagini e utili a favorire una lettura plurisensoriale da parte del bambino. Un aspetto è molto importante: mentre il piccolo costruisce tassello dopo tassello il suo rapporto con il libro, è fondamentale che ci siano momenti di lettura condivisa. L’abitudine di leggere una storia ad alta voce, la sera prima di dormire, è un rito salutare che crea complicità con il proprio figlio e lo aiuta a scivolare delicatamente nel sonno.
    Oltre i 3 anni
    Ora si consolida nel bambino il piacere di ascoltare storie semplici ma ben strutturate, ricche di movimento e di azione. Gli albi illustrati costituiscono da questo punto di vista un repertorio quasi inesauribile. A quest’età, al piacevole rito della lettura si può aggiungere dunque quello della gita in biblioteca o in libreria: accompagnare il piccolo alla scoperta delle proposte editoriali vuol dire stimolarne l’attenzione e la curiosità e tener vivo l’interesse per questo prezioso passatempo. Un’abitudine che deve essere, prima di tutto, condivisa: i bambini sono molto felici di svolgere attività che visibilmente appassionano gli adulti e sono molto abili nel coglierne sincerità e autenticità. Giocare con la lettura vuol dunque dire condividere con un bambino il piacere di far risuonare le parole, la curiosità di scoprire come andrà a finire la storia, il desiderio di vivere insieme ogni emozione.

     
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    Giocare ed esplorare

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    Laurent e Reader, medici britannici autori di Il tuo bambino di mese in mese (Tecniche Nuove), sottolineano come man mano che il bambino acquisisce nuove capacità, le sue tecniche di gioco diventano più complesse.

    Giocare ed esplorare

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    Affascinato dall'ambiente familiare, il piccolo dai 10 ai 12 mesi curiosa dappertutto. Ecco i suoi giochi preferiti.

    Quante risate
    A questa età i bambini amano le stranezze e troveranno esilaranti i pupazzi con il cappello o gli occhiali del papà, i giocattoli che cadono e tutte quelle scene un po' clownesche.

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    Solletico
    Il bambino inizia a capire il concetto di dare-avere; se gli fate il solletico cercherà di farlo a sua volta.

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    Telefoni
    I bambini saranno attratti da questo strumento e tenderanno a giocarci, imitando i grandi e le loro conversazioni. Il piccolo si divertirà a telefonare a mamma, a papà, ai nonni e così via.

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    Rincorrere la palla
    La palla è una vera passione e vederla rotolare è uno spasso. Dapprima il piccolo la inseguirà gattonando, poi tenderà a farla rotolare verso di voi e si aspetterà di riaverla indietro.

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    Giocattoli con ruote e corde
    Dapprima tirerà la corda rimanendo seduto, ma una volta più sicuro nel camminare, il bambino sarà in grado di trascinare il gicoattolo dietro di sè.

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    Oggetti da far cadere a terra
    Sarà il rumore che gli oggetti producono, ma lasciarli cadere a terra è uno dei giochi preferiti dei bambini di questa età (con buona pace della pazienza di mamma e papà). Potrebbe farlo anche dal passeggino mentre siete in giro, quindi conviene attaccare i giocattoli a dei fermagli per evitare che li perda.

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    Torri, che passione!
    I giocattoli da impilare sono molto stimolanti: il bambino può usare i cubetti, gli anelli, i bicchieri. Possono essere imfilati uno dentro l'altro o capovolti a formare torri da buttare giù.

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    Togli e metti
    I bambini amano togliere e mettere oggetti da un contenitore. Molti stimoli sono loro offerti da quelli che ripropongono forme geometriche o di animali da infilare nell'apposito coperchio. Se abbinare le forme è ancora troppo difficile, si può anche giocare a riempire il contenitore per poi svuotarlo.

     
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    Giocattoli trofeo che tutti volevamo
    Ricordate quando il Natale poteva essere rovinato da un Babbo Natale un po’ distratto? Questi giocattoli trofeo vi rinfrescheranno la memoria...

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    1. Astronave Millennium Falcon
    I giochi di Guerre Stellari hanno invaso il mercato negli anni ‘80, ma un grosso pezzo di plastica plasmata sotto vuoto regnava sovrano: il Millennium Falcon. Effettivamente era un gioco gigantesco, c’era spazio per tutti i personaggi di Guerre Stellari e aveva uno scomparto segreto e un effetto sonoro a batteria che dava l’allarme in battaglia. È anche l’unico giocattolo nella nostra lista che possa far volare il Kessel in meno di 12 parsec – come qualunque patito di Guerre Stellari vi confermerà.

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    2. I Transformer
    Questi robot in incognito sono stati una delle linee di giocattoli più importanti negli anni ‘80, e i bambini impazzivano per i loro Transformer in tutto il mondo grazie al successo della serie di animazione della Hasbro. Il modello di Optimus Prime era quello che volevano tutti: un enorme camion che poteva essere trasformato nel leader degli Autobot.

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    3. Il castello di Grayskull
    Alcuni di voi probabilmente faranno ancora degli incubi sul castello di Grayskull. È uno dei più spaventosi giocattoli mai prodotti, ma questo non faceva che aumentarne la popolarità tra i giovani fan di He-Man dell’epoca. Un capolavoro di plastica, aveva una botola, un ascensore funzionante, un ponte levatoio bloccabile e un cannone laser sul tetto!

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    4. Tamagotchi
    Ricordate il ragazzino in classe che piangeva quando moriva il Tamagotchi? L’originale “cucciolo” digitale è stato per la prima volta messo in commercio in Giappone nel 1996, arrivando da noi poco dopo. Chi lo possedeva doveva allevare un uovo virtuale fino all’età adulta, nutrendo e pulendo la creaturina pixellata. Chi dimenticava di farlo trovava al posto del cucciolo virtuale una piccola lapide. Tragico.

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    5. Furby
    L’incubo di molti genitori a fine anni ‘90, i Furby potevano "parlare" nella loro lingua, il Furbish, ma erano programmati per iniziare a usare parole inglesi "crescendo". Lasciati da soli, continuavano a cinguettare a qualunque ora del giorno e della notte. Potevano anche comunicare con altri Furby tramite un congegno a infrarossi collocato tra gli occhi. Da paura.

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    6. Pupazzo Elmo
    Basato sul personaggio Elmo della serie Sesamo apriti, questo carinissimo muppet si metteva a ridere se lo premevate una volta, e scoppiava a tremare e a ridere istericamente se gli facevate il solletico tre volte di fila. Una carenza di pupazzi Elmo nei giorni precedenti al Natale nel 1996 fece arrabbiare molti genitori e diminuì il numero di bambini che credevano a Babbo Natale.

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    7. Buzz Lightyear
    Dopo l’enorme successo di Toy Story nel 1995, era prevedibile che questo giocattolo di Buzz Lightyear sarebbe saltato in cima alla lista dei desideri per Natale di ogni bambino. Tuttavia, la casa produttrice, la Thinkway, non aveva intuito quanto sarebbe diventato popolare il film e non produsse pupazzi a sufficienza per soddisfare la domanda. "Verso l’infinito e oltre" era la distanza da coprire per trovarne uno.

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    8. Macchinina telecomandata
    Non ci sono giocattoli più cool delle macchinine telecomandate – soprattutto quando sono così belle e corrono veloci come i modellini della Tamiya. Ai nostri tempi era il Grasshopper che tutti volevano, basato sul design di un go-cart monoposto. Tutti i modellini erano facilmente personalizzabili con optional extra, permettendo ai fortunati proprietari di creare l’auto dei loro sogni.

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    9. Cabbage Patch Kids
    I Cabbage Patch Kids sono ancora in vendita, ma queste bambole così carine non sono più richieste alla follia. Come dice il nome, dovrebbero essere nate in un segreto campo di cavoli, anche se le teste di plastica e i corpi di tessuto flaccido facevano sospettare di essere prodotte in una catena di montaggio industriale. Almeno non si facevano la pipì addosso, come la bambola rivale, Baby Born.

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    10. Pattini in linea
    I primi anni ’90 hanno visto la nascita di un nuovo “giocattolo” oltre a un nuovo mezzo di trasporto. Sviluppati per sostituire i pattini da ghiaccio, i pattini in linea (o rollerblades) offrivano un nuovo approccio più aggressivo rispetto ai pattini più tranquilli. Parchi e marciapiedi di tutto il mondo vedevano gli esperti delle 8 ruote farsi strada tra le persone con sicurezza, insieme a nervosi novizi che li seguivano con imbottiture alle ginocchia e protezioni ai polsi per rendere un po’ meno dolorose le inevitabili cadute.

     
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    Massaggio infantile e Ninna nanna nella tradizione Indiana

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    UN PAESE CHE VIVE LE PROPRIE TRADIZIONI

    In India perdurano tradizioni millenarie, che sono ancora oggi trasmesse da uomini e donne con zelo e passione impressionanti. Dall’arte dei kolam del Tamil, ai colorati rangoli, ai canti e danze tradizionali legate al culto o alla storia delle divinità. Anche i legami tra le persone risentono di questo costante filo conduttore che lega questo popolo alla propria tradizione.

    Quando nasce un bambino, il neonato è accolto in modo diverso rispetto alle abitudini occidentali. In India la nascita è un evento intimamente intrecciato con il passato. Questo paese infatti ama vivere ancora in una dimensione tradizionale, pienamente comunitaria, di stretto contatto e comunicazione tra le persone.

    LA NASCITA DI UN BAMBINO E LA COMUNITA’

    Nel momento in cui una donna dà alla luce un figlio, si instaurano spontanee relazioni di cooperazione, aiuto e calore reciproco con le altre donne. La mamma, trasmette questa sensazione di calore e di aiuto del gruppo anche al nuovo nato, attraverso la sua voce, il canto delle ninna nanne e soprattutto il massaggio.

    Si crea una continuità tra la vita dentro e fuori l’utero materno. Con le parole di Frédérick Leboyer, studioso del massaggio praticato in India, si può affermare che “si prolunga la sensazione possente, lenta, ritmata della contrazione del parto, facendola morire lentamente, evitando la frattura brutale, origine di sofferenza”.

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    IL MASSAGGIO INFANTILE E LA NINNA NANNA

    Insieme alla rasserenante voce materna che canta in modo dolcissimo la ninna nanna indiana “Ami Tomake balubashi baby” - che significa “ti voglio bene bimbo mio” -, il massaggio stimola la produzione di quegli ormoni che producono un effetto antistress e rilassante, accompagnando il piccolo verso un piacevole sonno.

    Il massaggio infantile crea abitudinarietà e ritmo, molto importanti per i piccoli. E’ praticato in India specialmente prima del sonno, con il bambino disteso supino sulle gambe della mamma che, seduta con le ginocchia piegate, ricrea una specie di culla.

    Con questa pratica quotidiana il bambino è portato a sviluppare un primo attaccamento positivo alla figura del genitore e ad avere fiducia nel prossimo, interagendo con accoglienza nei suoi confronti. Questo legame pone le basi per le relazioni future dell’individuo. Farà crescere persone capaci di relazionarsi con benevolenza e di stabilire interazioni significative con altri individui.

     
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    Le App per insegnare l'inglese ai bambini: imparare divertendosi

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    Tra le applicazioni per bambini di ultima generazione, quelle con cui imparare l'inglese sono davvero interessanti. Ecco di che cosa si tratta e come scaricarle.

    La scarichi sul tuo iPhone o iPad e il gioco è fatto: i tuoi bambini possono giocare con le parole inglesi, imparando il vocabolario di base per la loro età.
    Play Word ha una grafica molto bella e una logica interattiva d'avanguardia. Ecco le sue caratteristiche:
    Circa 400 termini in inglese
    Disegni cui associare il nome
    Voce che racconta e spiega con simpatia
    I giochi in inglese di diverse difficoltà
    I giochi di cui dispone Play Word sono 3:
    1Picture Blast che ti aiuta a riconoscere gli oggetti, leggere il loro nome e avere una risposta.
    2Word Match è un gioco interattivo che permette di cliccare il nome corrispondente all'oggetto.
    3Lost Letter è la funzione per cui il bimbo inserisce la lettera mancante all'interno della parola.
    Per scaricare le App adatte ai bambini, comprese quelle per l'apprendimento della lingua inglese, basta andare nell'aria App Store e acquistare la App Play Word a solo 1,59 €.
    Sempre più mamme e papà, d'altra parte, scelgono e utilizzano diversi metodi d'istruzione per l'apprendimento dell'inglese come canzoncine e giochini. Consci del fatto che la conoscenza di questa lingua è un valore aggiunto e un grosso passo in avanti negli studi dei propri figli, i diversi agenti educativi, si affidano alla tecnologia e alle classi a domicilio di inglese personalizzato.
    Inoltre, una marea di Applicazioni per l'inglese e le altre lingue sono disponibili sul sito.
    Articolo scritto da Maria Antonietta R.

     
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    Libri per bambini da regalare per Natale

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    Dai mamma, regalami un libro per Natale... Ecco 15 titoli speciali di libri per ogni occasione ed età

    di Marzia Rubega

    Libri che fanno ridere, scoprire cosa c'è intorno, superare le paure, affrontare le emozioni, le novità e i cambiamenti... Ma soprattutto ogni pagina apre un mondo ai più piccoli e a chi sa già leggere per conto suo, 'nutre il cervello' e regala un viaggio, unico e irripetibile, sulle ali della fantasia.

    Dai, leggiamo, insieme, ad alta voce, non per obbligo, ma per il puro piacere di farlo.

    Ecco 15 titoli speciali (scelti con cura e passione da una ex libraia, pedagogista, insegnante e mamma!) per ogni occasione ed età...

    Ridi che ti passa

    Chris Haughton, Oh-oh!, pp. 40, Lapis Edizioni, € 13,50

    b8f5e2aeb99d7acf186b2be7c6dd76ccuniqueidcmcimage1Un delizioso gufetto cade dal suo nido su un alto albero, mentre dorme accanto alla mamma, e si trova, improvvisamente, solo nella foresta. Così comincia la storia del piccolo pennuto dagli occhi grandi, in un gioco, senza parole, con una mezza pagina (un espediente caro ai più piccoli) che si apre e lo mostra a testa in giù. In questo mondo, tra verde intenso del cielo e toni rosso-arancio per il terreno, dove si stagliano le sagome scure delle piante, uno scoiattolo vede il piccolo a terra e corre, subito, a soccorrerlo. Il contrasto dei colori di queste prime pagine, dove l'immagine (davvero originale) non ha neanche bisogno di parole, domina tutto l'albo, in un'alternanza di sfondi vivaci o bianchi, popolati da animali stilizzati (e, comunque, buffi e teneri). Il roditore vuole aiutare l'uccellino a ritrovare la sua mamma, ma non sa chi sia, e chiede al piccolo di descriverla. Peccato che non abbia molto intuito, così porta il gufetto da un orso, un coniglio, una rana, in una giostra di equivoci sempre più divertenti. Testo e immagini di grande impatto, in perfetto equilibrio, per questo racconto, dolce e spiritoso, adatto anche ai piccoli (già intorno ai 2 anni e mezzo) Non a caso, il giovane autore inglese (un designer) ha già vinto oltre una decina di premi.

    Roald Dahl, Gli Sporcelli, pp. 112, Salani Editore, € 10,00


    749b8c462723bfc194f53c11fbed9f2euniqueidcmcimage1Sporchi, brutti e, soprattutto, molto cattivi: ecco il Signore e la Signora Sporcelli che passano tutto il tempo a farsi orribili scherzi a vicenda.

    L'omone ha la faccia ricoperta di peli, dove gli restano spesso appiccicati residui di cibo, la moglie non è così pelosa ma ugualmente ripugnante perché entrambi non si lavano mai... Un racconto esilarante del grande Maestro Roald Dahl, da leggere insieme a voce alta, che strappa la risata a piccoli e grandi.

    Pieno di trovate divertenti (il protagonista vuole creare un numero da circo con le sue 4 scimmie), è un classico che si presta (ottimamente) per invogliare alla lettura, anche 'da soli', i bambini della scuola primaria (dalla seconda in poi e anche medie)... Lo adoreranno!


    Marta Altés, Il mio nome è NO!, pp. 32 , Sinnos Editrice, € 8,50

    21f9abc5070ec9e33df3dba4f1ee0a0duniqueidcmcimage1Sfondo bianco, testo breve in stampatello e deliziose immagini a tinte vivaci per questo racconto in prima persona dal punto di vista di un simpatico cane dal pelo rossiccio. 'Ciao, il nome è NO' - si presenta nella prima pagina dell'albo e inizia a raccontare la sua vita con la famiglia che, secondo lui, lo adora.... Perché? Facile, quando lui li aiuta a correre veloci dappertutto o a cercare tesori in giardino, qualcuno grida sempre il suo nome: 'NO!'. La stessa cosa avviene, ogni volta che assaggia il cibo per primo o scalda i letti per loro... Le affermazioni del cane, che è convinto di comportarsi benissimo, proprio come un bambino che ne combina (involontariamente) di tutti i colori, creano un effetto comico a ogni pagina. Il contrasto tra le sue intenzioni e le immagini dei 'disastri', accompagnate da un 'NO' sempre più grande (racchiuso in una nuvoletta colorata), creano un paradosso sempre più divertente... Che si scioglie nel finale a sorpresa. Da leggere a voce alta, esaltando l'ironia (magari, in modo un po' plateale per i più piccoli), per ridere insieme (dai 3-4 anni).



    Per tipi (molto) arrabbiati
    Claudia Rueda, NO, pp 44, Lapis, € 11,50


    70ded4226e6c8f8eb3fcf227909fbb9cuniqueidcmcimage1Il piccolo orso di questa storia (premio Nati per Leggere 2012 miglior libro 6-36 mesi ) che gioca con la poesia di un mondo bianco e grigio, tra trasparenza lucide e delicate sovrapposizioni, mostra una sua ben precisa personalità. E lo fa con una sequela di NO a tutte le argomentazioni della sua mamma. È tempo di dormire, ma lui non ne vuole proprio sapere, e poi non fa freddo e non ha voglia di rientrare e non ha fame... Il cucciolo, come ogni bambino (soprattutto nella fascia 2-3 anni), rivendica la sua autonomia attraverso il rifiuto e i capricci. Ma anche la fase dei no (e la rabbia) è una tappa importante della crescita. Non servono le parole per calmare l'orsetto che si sente forte e coraggioso e vuole esplorare il mondo... Un desiderio comune a tutti i piccoli che dicono no e scoprono, da soli, come il protagonista del racconto, 'una bufera di neve'... Da leggere, e rileggere, insieme, per farsi catturare dalla magia delle immagini e accettare che non si può giocare tutto il giorno.


    Bruno Tognolini (illustrazioni Giulia Orecchia), Rime di rabbia, pp 71, Salani, € 7,00

    7f71a57bab9cbc6a019a6ad517f1bedduniqueidcmcimage1I più piccoli manifestano, spesso, la rabbia con tutto il corpo: lacrime, strilli e movimenti concitati di braccia e gambe. Una situazione che ogni genitore, prima o poi, si trova ad affrontare. E non dovrebbe mai 'negare' o liquidare facilmente con il tipico 'Dai, non fare così, smettila! Non arrabbiarti!'. Neanche quando il piccolo è 'grande' e non scalcia più. È importante riconoscere ed esprimere ogni tipo di emozione, anche quelle più esplosive, per imparare, col tempo, a gestirle. Questo è un punto su cui tutti gli psicologi sono d'accordo e vale anche per i più grandi (ragazzi e adulti). La rabbia, insomma, è meglio 'tirarla fuori' a ogni età. Un'occasione per farlo, in modo speciale (e quasi terapeutico), è con la complicità delle 50 invettive per le rabbie di tutti i giorni di Bruno Tognolini, poeta e scrittore, considerato erede della lezione di Gianni Rodari (ma lui, quando ne parla sul suo sito, si schernisce). Con la sua parola poetica, forte, precisa e ironica, passa in rassegna e dà forma a ogni tipo di rabbia che un ragazzino può provare (a scuola, a casa, con gli amici, verso il mondo).

    Un libro prezioso che dà sfogo al caleidoscopio di emozioni che scatenano la rabbia, da leggere insieme (e magari recitare) per dare sempre voce anche a un sentimento così 'scomodo'. Per bambini, adolescenti e genitori...

    Maurice Sendak, Nel Paese dei mostri selvaggi, pp. 44, Babalibri, € 12,50
    fac4ded68b9a4fed263c52be36605220uniqueidcmcimage1Un grande classico (tra i libri più venduti per l'infanzia) - oggetto di molte polemiche al tempo della sua uscita, nel 1963 - che affronta il tema della rabbia dal punto di vista del bambino. Non a caso, piace moltissimo ai piccoli lettori di ieri e a quelli di oggi (e non spaventa come affermavano i critici) per le creature orrende e mostruose al centro della storia . Il protagonista, Max, una sera, si arrabbia moltissimo e cerca di seminare (riuscendoci!) caos in tutta la casa. Quando la mamma lo richiama, chiamandolo 'Mostro selvaggio' e lo manda in camera sua, lui dichiara che l'avrebbe sbranata... Una volta solo, la rabbia si trasforma in qualcosa d'altro, un'esplosione di fantasia: la stanza diventa una fitta foresta e lui parte su una barchetta per un lungo viaggio verso il paese dei mostri selvaggi. Qui, Max mette tutti in riga e diventa re ma, dopo tante avventure, avrà voglia di tornare a casa. Perché anche un sentimento 'oscuro' e difficile da gestire, come la rabbia, alla fine si sgonfia... Un racconto che dà sfogo a questa emozione e aiuta i bambini ad accettarla.

    Raccontami una storia...

    Carlo Biglioli (illustrazioni Silvia Bonanni), Pinocchio, Canzoni con il naso lungo,
    pp 48, Il Castoro, € 18,00 (libro + cd)

    d8380cd388820b58ff65a4bec4096ca0uniqueidcmcimage1La storia di Pinocchio, pur se in forma ridotta rispetto all'originale dello scrittore Carlo Collodi (1826-1890), la conoscono tutti (e, per una volta, lasciamo perdere la Disney, come dice da anni l'esperto di letteratura per ragazzi Roberto Denti). Comunque, non è così facile trovare una versione che offra un mix felice di testo e immagini, adatta a bimbi di età diverse (prescolare e primaria).

    Ci ha provato con grande originalità il cantautore Carlo Biglioli, educatore e maestro d'asilo, 'voce' della band Famiglia Rossi coinvolta (per gli arrangiamenti) in questo progetto letterario-musicale. È nato un libro 'nuovo' e poetico che racconta - tra parole, musica e immagini - gli episodi principali del celebre burattino monello. Con le suggestive (e coloratissime) illustrazioni a collage di Silvia Bonanni, ogni pagina racchiude un momento delle avventure del bimbo di legno, interpretate dalle 15 canzoni dell'artista (nel cd allegato al volume). Rime contagiose (facili da memorizzare anche per i più piccoli) e divertenti, ritmi lenti, allegri e travolgenti che regalano una versione unica e gioiosa di questo classico della letteratura per l'infanzia. Per tutti, anche per mamma e papà..

    Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe con i baffi, (interpretate da Giusi Quarenghi, illustrate da Anna Curti), pp 40, Franco Cosimo Panini, € 16,00
    816d4f73762393d2ef190b36a8561ec3uniqueidcmcimage1Ricordate ancora (con nostalgia) le storie classiche raccontate dalla nonna? È ora di leggerle ad alta voce anche ai vostri bambini. Un assaggio della famosa raccolta dei Fratelli Grimm - quest'anno ricorre il bicentenario della sua uscita - torna nella interpretazione di Giusi Quarenghi con le delicate e poetiche illustrazioni di Anna Curti. Sette fiabe, forse tra le meno note (a parte I Musicanti di Brema), dove i protagonisti sono animali che parlano, cercano di campare al meglio e, spesso, fanno i furboni. Ecco, allora, tanto tempo fa il lupo che decise di fare coppia con la volpe per non soffrire più la fame... Il gatto imbrogliò il topo e poi se lo mangiò, le oche riuscirono ad avere la meglio sulla volpe, e un gruppo di animali da cortile sconfisse per sempre il Babau che spaventava i bambini... Le caratteristiche di questi personaggi assumono, talvolta, una dimensione caricaturale o si animano di ironia, che strappa il sorriso a piccoli e grandi. Perché ogni animale rappresenta, tra paradosso e fantasia, virtù e difetti umani. Quaranta pagine che restituiscono tutta la potenza e magia narrativa delle fiabe tradizionali: perfette per appassionare chi frequenta la primaria.
    Giusi Quarenghi (illustrazioni Chiara Carrer), I tre porcellini, pp. 32, Topipittori

    4c53aa38081dc882894d238c77716648uniqueidcmcimage1La classica fiaba dei Tre Porcellini, tanto amata anche dai più piccoli, si trasforma in un racconto 'nuovo' dalla penna di Giusi Quarenghi che gioca tra passato e presente con ironia. Un tono leggero e preciso, capace di evocare l'effetto comico senza forzature, che strappa il sorriso già dalle prime righe... Perché qui c'è una bella famiglia di porcelli convinta che i tre figli siano ormai abbastanza grandi per andarsene: 'I nostri tre porcellini si stanno facendo tre porcelli. Questo è un porcile, non un albergo. Perché non se ne vanno a stare per conto proprio?'. Ma le sorprese non sono finite... Il terzo porcellino, in realtà è una 'lei' che sembra battere per iniziativa e astuzia i due fratelli e li salverà dal lupo cattivo. Che sia una (sottile) rivendicazione dello spirito pratico tipicamente femminile? Poco importa, la storia è divertente e mantiene il finale positivo e liberatorio tipico della tradizione. Un perfetto 'libro esca' (come direbbe la scrittrice Grazia Mauri) per invogliare i bambini della primaria a leggere anche 'da soli', in compagnia del tratto essenziale e originalissimo dell'illustratrice Chiara Carrer.

    Emozioni belle e brutte
    Emma Dodd, Un cucciolo tutto per me!,
    pp 38, Lapis Edizioni, € 14,50

    64d218b1c794af08b09dfed2aac05abbuniqueidcmcimage1Un dialogo tra un bimbo e la sua mamma che segue il tipico 'meccanismo', noto a ogni genitore: a una raffica di richieste infantili, l'adulto oppone logica e spiegazioni. In questo caso, Tommy, il piccolo protagonista con capelli ricci e occhi grandi, chiede di prendere un cucciolo promettendo che se ne occuperà lui... Vi ricorda qualcosa? Quello di avere un animale è un desiderio (e una battaglia per alcune famiglie!) che sembra rientrare nel repertorio comune a ogni bimbo.

    'Cosa ti piacerebbe?' - chiede la mamma che è una sorta di 'voce' fuori campo, tanto che non compare mai nelle immagini grandi e colorate tipiche della mano di Emma Dodd, autrice inglese di molti best-seller per bambini. A ogni pagina - che gioca sul ritmo e la ripetitività (perfetta, quindi, anche per i piccoli di 2-3 anni) - le proposte del bimbo si fanno sempre più 'assurde' (e divertenti): Tommy vorrebbe un elefante, un leone, un orso, un tirannosauro... E alla fine? A sorpresa, anche la 'normalità' può non essere davvero tale.


    Sara Sahinkanat (illustrazioni Paolo Domeniconi), Leo otto volte eroe, pp 48, Sinnos, € 13,50

    a0efd80baaaabaea5dbdef7b302a21a5uniqueidcmcimage1Una storia semplice e delicata che valorizza la 'differenza' e aiuta ad accettare se stessi con serenità. Ovviamente, un libro non è una pozione magica ma permette al bimbo di riconoscere (e identificarsi) una situazione ed emozioni difficili a lui ben note. Il polipetto Leo, protagonista del racconto, ha un'aria davvero tristissima: ogni mattina deve faticare tanto per vestirsi ed è stanco di questo lungo e noioso rituale quotidiano. La mamma cerca di consolarlo ma Leo non sente ragioni, non gli piace proprio essere un polipetto. Pensa che sarebbe meglio essere una anguilla così dovrebbe infilare una sola manica e non 8 come fa lui tutti i giorni! Ma alla fine, questa sua peculiarità (gli 8 tentacoli) che lo rende così insofferente si trasformerà in una preziosa risorsa di cui sarà, finalmente, molto fiero... Un albo ben illustrato, che avvolge in mondo di pesci dove nevica e gioca sui toni dei grigi e sui colori più accesi per i personaggi. Da leggere insieme ad alta voce ai più piccoli (3 anni), e anche da soli (il testo è in stampatello) per i 'grandi' della primaria.

    Perrine Ledane (illustrazioni Lotte Braüning), Lison ha paura, pp 32, Topipittori, € 14,00
    5cf486cc04aef7dcfa0fe938f33d0ea8uniqueidcmcimage1In un'atmosfera onirica e quasi impalpabile, evocata dalle illustrazioni lievi e delicate di questo albo, Lison, la piccola protagonista passa in rassegna l'intero repertorio di paure infantili. In un dialogo, che si ripete con la stessa formula a ogni pagina, la bambina chiama in causa tutta la famiglia... 'Mamma, ho paura' , esordisce Lison senza chiarire perché. E non vuole neppure essere vezzeggiata. Al tentativo materno di capire di cosa abbia timore - del lupo, forse?, azzarda la mamma - la bimba nega e spiega, in modo molto razionale, che i lupi sono innocui.

    Questo meccanismo, in cui la piccola dichiara di avere paura a nonni, zii, amici, fratelli, per poi 'smontare' lei stessa le possibili cause del timore come se fosse l'adulta, si rinnova a ogni pagina. Ritmo e immagini affascinano (e quasi ipnotizzano): da leggere a voce alta con i più grandi (dai 6 anni) per scongiurare ogni tipo di paura.



    Per chi è piccino

    Rebecca LaCoq (illustrazioni Umberto Scalabrini), A tutta nanna,
    pp. 32, Sinnos Editrice, € 10,00

    45abec753b42d70b2e859c741ea4b29cuniqueidcmcimage1Il momento del sonno è spesso un 'incubo' (ad occhi aperti!) per molti genitori. Perché il pargolo, anche se non parla ancora, o ha appena imparato a farlo, si fa capire benissimo e non ne vuole proprio sapere della nanna. Il rito della favola della buona notte può essere un grande alleato per rassicurare il bimbo e convincerlo a dormire. E poi lo fanno proprio tutti: gli orsi nella tana, i pinguini al Polo e perfino i pipistrelli a testa in giù riposano tranquilli quando scende la notte... Con una carrellata di simpatici animali, presentati dalla mamma al suo bimbo che strilla ('Non voglio dormire!'), si apre questo albo illustrato (di piccolo formato con pagine cartonate e testo in stampatello), adatto ai più piccoli. Una storia dolce e poetica che suggerisce a ogni bambino un buon motivo per abbandonarsi al sonno con gioia: i sogni. Tutto può capitare quando si sogna, le avventure più incredibili diventano possibili ('giocare tra le onde insieme ai delfini e poi immergerti giù, nel profondo, a cavallo di una balena'...) - ì racconta la mamma del libro al figlioletto che non dorme. Ogni pagina è un inno alla fantasia, tra parole e immagini grandi e dai colori accesi con un tratto chiaro e 'definito', adatto anche ai piccolissimi.

    Gek Tessaro, I bestiolini, pp. 28, Franco Cosimo Panini, € 11,00


    3557c1420af607fda34982c144f75156uniqueidcmcimage1Un divertente albo cartonato dedicato ai più piccoli della collana Zerotre (che ha vinto il Premio Andersen 2009 come migliore progetto editoriale). Qui sfilano e si presentano in rima gli animaletti, a volte un po' nascosti e dimenticati, che vivono tra i prati. Api, ragni, bruchi, formiche, lumache e cavallette si riscattano dal solito anonimato e diventano protagonisti delle filastrocche del pluripremiato autore e illustratore Gek Tessaro. Da leggere ad alta voce, con il bimbo in braccio, guardando insieme (e indicando) le immagini, in attesa, di farlo ancora, all'aperto, per mostrargli dal vero le piccole creature.


    Antonella Abbatiello, La casa dei gatti piccini, piccini picciò, pp 24, La Coccinella, € 6,90

    17a4afcaa7937e4e832f1c91194f180auniqueidcmcimage1Nel paese dei gatti, in un mondo dai toni caldi e sfumati, tra colline verdi, punteggiate di fiorellini rosa, e nuvole che sembrano di zucchero filato, vive anche Zampanò. Il micio protagonista di questa deliziosa e breve filastrocca – con un ritmo adatto ai piccolissimi (da 18 mesi) - decide di invitare gli amici a cena. Tutti accettano e ne arrivano a frotte: riusciranno a entrare nella casa del simpatico gattino? Dolce finale a sorpresa nell'ultima pagina (che si apre e diventa grande) per questo 'quadrotto' cartonato, dalle immagini poetiche, perfetto per le manine dei più piccoli.

     
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    In biblioteca con il tuo bimbo

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    Non è mai troppo presto per iniziare a frequentare la "casa dei libri". Oggi, molte biblioteche dispongono di appositi spazi a misura di bambino: angoli morbidi con tappeti e cuscini, dove sfogliare i volumi illustrati destinati ai più piccoli e ascoltare le storie lette da mamma e papà. Ecco come rendere queste prime visite un'esperienza magica e stimolante.

    Anche i piccoli sono i benvenuti

    In biblioteca si respira un'aria speciale: i volumi colorati sorridono dai ripiani degli scaffali e le storie sono lì, pronte da scoprire, assaporare e gustare in compagnia dei genitori. "Le biblioteche svolgono un ruolo importante nel promuovere l'amore per i libri e la lettura fin dalla prima infanzia", commenta Giovanna Malgaroli, bibliotecaria, dalla Segreteria nazionale di 'Nati per Leggere'. "Ed è sempre più diffusa la presenza di raccolte e spazi adeguati ai più piccoli nelle biblioteche pubbliche del nostro Paese". I bimbi sono i benvenuti e possono tesserarsi regolarmente, come gli utenti adulti. "Basta recarsi in biblioteca e richiedere la tessera di iscrizione per il proprio bimbo, che gli consentirà di prendere in prestito i libri e gli altri documenti disponibili, come film, riviste e cartoni animati. Per un bambino di due o tre anni possedere la tessera della biblioteca, con tutti i 'privilegi' che questo comporta, sarà motivo di orgoglio, lo farà sentire importante quanto i grandi". E a proposito di grandi, a volte sono proprio i bambini a far conoscere agli adulti in biblioteca. "L'attenzione dedicata ai piccoli, sin dai primi anni di vita, con spazi appositi e appuntamenti rivolti proprio a loro, consente alle biblioteche di consolidare il rapporto con le comunità: i bimbi, infatti, 'trascinano' in biblioteca anche genitori, nonni, babysitter, educatori di nido e insegnanti della scuola dell'infanzia, offrendo l'opportunità a molti di loro di avvicinarsi per la prima volta a un servizio che non avevano avuto modo di conoscere e frequentare prima".

    Una vasta scelta di volumi

    Per i bimbi in età prescolare, la biblioteca offre una grande varietà di libri, dai cartonati per i più piccoli agli albi illustrati per i grandicelli, selezionati da personale esperto. Gli scaffali colorati ospitano fiabe classiche e moderne, racconti, storie buffe e avventurose. "In biblioteca si trovano libri sui più svariati argomenti, come gli animali, gli amatissimi mezzi di trasporto, i dinosauri, e moltissimi altri", dice Giovanna Malgaroli. "In generale, una biblioteca cerca di offrire il meglio della produzione editoriale in tutti gli ambiti nel tentativo di soddisfare le più diverse richieste del suo pubblico di riferimento". E mentre il piccolo sceglie i volumi da sfogliare con mamma e papà, anche i genitori hanno l'occasione per individuare il libro che fa per loro. "Spesso i genitori possono trovare guide e riviste su temi riguardanti la crescita e l'accudimento dei bambini e, in alcune località, le biblioteche ospitano momenti di incontro e di confronto per conoscere altre famiglie".

    Sì alla fiabe sin dai primi mesi

    Studi e ricerche lo hanno dimostrato: l'amore per la lettura si coltiva sin dalla prima infanzia. Come? Ascoltando storie lette ad alta voce da mamma e papà. Il progetto nazionale 'Nati per Leggere' suggerisce di coltivare questa abitudine a partire dal sesto mese circa del bebè. "Solo cominciando prestissimo è possibile invertire la tendenza di un Paese in cui si legge poco, con tutte le conseguenze che questo comporta", afferma Giovanna Malgaroli. "In biblioteca la lettura viene promossa attivamente, organizzando letture ad alta voce per i bambini a partire dai 2-3 anni di età e laboratori dedicati alla lettura, a cui genitori e bimbi partecipano insieme". Per molte famiglie, insomma, quello con la biblioteca diventa un appuntamento fisso, un rituale piacevole per immergersi nel mondo dei libri, scoprire nuovi titoli e... fare qualcosa di divertente insieme, genitori e bimbi.



    Articolo di Giorgia E. Cozza Aprile 2013

     
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    Cinque buoni motivi per far giocare i bambini

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    Per lo psicologo americano Peter Gray, nella società occidentale i risultati scolastici dei bambini stanno assumendo sempre più importanza a discapito del gioco. Che, invece, resta fondamentale per queste ragioni: favorisce la creatività, migliora la salute mentale, lo sviluppo sociale, cognitivo e fisico

    di Concetta Desando
    I bambini, si sa, a scuola non aspettano altro che l’intervallo per correre a giocare. Ma se una volta il gioco faceva parte anche della didattica, oggi sembra scomparire: l’importante, soprattutto in occidente, è sempre più il risultato nozionistico. Tuttavia secondo Peter Gray, psicologo e docente al Boston College, il gioco continua a essere fondamentale per lo sviluppo dei bambini così come succede, del resto, per i cuccioli di tutti i mammiferi, che imparano a conoscere il mondo che li circonda proprio attraverso il gioco.



    “Con il gioco – sottolinea infatti Gray in un articolo pubblicato online su Aeon Magazine – i bambini imparano le più importanti lezioni della vita, che la scuola non può insegnare. Hanno bisogno di giocare, giocare e ancora giocare, senza interferenze da parte degli adulti”. Oggi, invece, è sempre più presente la dicotomia “imparare contro giocare”. “Imparare, secondo questa visione quasi automatica, è ciò che i bambini fanno a scuola e, forse, durante altre attività dirette dagli adulti – spiega lo psicologo -. Secondo questa visione, giocare diventa una pausa dall’imparare”.

    Invece, indica Gray, “se amiamo i nostri bambini e vogliamo che crescano bene, dobbiamo dare loro più tempo e più opportunità di gioco, non meno”.

    Perché ci sono almeno 5 buone ragioni per far tornare i bambini a giocare: i risultati positivi del gioco sono lo sviluppo della creatività, la salute mentale, lo sviluppo sociale, lo sviluppo cognitivo e lo sviluppo fisico.



    La creatività. Giocando ed esplorando da soli la realtà che li circonda, sottolinea lo psicologo, i bambini possono sviluppare la loro creatività. L’intervento degli adulti, attraverso attività o giochi guidati, o impedendo ai bambini di uscire da casa per andare a giocare con altri bambini, invece impedisce questo processo.
    La salute mentale. Gray sostiene che negli anni in cui il gioco libero per i bambini è andato calando, sono cresciuti i casi di disordini mentali quali ansia e depressione, che oggi sono cinque volte maggiori rispetto agli anni Cinquanta nella fascia 15-24 anni.
    Lo sviluppo sociale. I bambini hanno bisogno di giocare insieme per risolvere i propri problemi, per imparare a stare insieme agli altri e per “allenare” le capacità di leadership, di negoziazione e di compromesso. Molti studi, spiega infatti lo psicologo, hanno mostrato che se il gioco declina, cala anche la capacità di essere empatici nei confronti degli altri (cioè di vedere le cose dal loro punto di vista e mettendosi nei loro panni).
    Losviluppo cognitivo. La capacità di concentrazione nei bambini è limitata: tra i 6 e i 10 anni è al massimo di 30 minuti. Oltre questo periodo, “ogni insegnante – spiega Gray – sa che i bambini si distraggono, si agitano e non ascoltano più”. E qui, ancora una volta, si scopre l’importanza del gioco, “il cui ritmo è regolato autonomamente: ciò favorisce il recupero dell’attenzione e stimola i sensi”.
    Losviluppo fisico. “Quanti dei nostri bambini sono in grado di arrampicarsi agevolmente su un albero, di saltare un fosso, di correre a perdifiato?”, si chiede Gray. Pochi, si risponde. “Eppure, nelle aree più rurali, ai bambini viene naturale giocare in questo modo, restando in forma. In quelle più urbane e avanzate, invece, cresce l’incidenza dell’obesità”. Quindi, secondo lo psicologo, il gioco è utile anche sotto questo aspetto, che non è certo secondario.


    Tra l’incudine e il martello, cioè costretti tra lo studio e genitori eccessivamente protettivi, è la conclusione di Peter Gray, i bambini non hanno più tempo né spazio per giocare. Lo psicologo lancia quindi un appello: “Se li amate, fateli giocare!”.

    www.nostrofiglio.it/

     
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    Coco e la festa di Pippo!, il fumetto che racconta il diabete ai bambini


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    Il diabete è una malattia sempre più diffusa e purtroppo ad ammalarsi spesso sono i bambini. Per affrontare questa patologia vengono spesso organizzati degli incontri scolastici. Stavolta i protagonisti sono stati 160 studenti delle classi terza, quarta e quinta elementare dell’Istituto comprensivo di Certosa, partecipanti al percorso ludico educativo promosso da Agdi (coordinamento Associazioni italiani giovani con diabete), con il patrocinio di Diabete Italia e la Regione Liguria, oltre al contributo non condizionato di Eli Lilly.

    L’obiettivo è parlare del diabete, che non deve restare un male oscuro, e dare ai piccoli le competenze per non avere paura della malattia propria o di quella dei compagni. Il rettore della struttura ha dichiarato:

    Il messaggio che deve passare con questa iniziativa, che è anche l’obiettivo della campagna di educazione sanitaria, patrocinata dalla Regione Liguria, è che i bambini con diabete sono come tutti gli altri, ci siamo detti disponibili al progetto pilota dell’assessorato alla Salute, tra l’altro stamattina erano con noi, oltre alla parte istituzionale, anche medici specialisti in diabetologia pediatrica del Gaslini di Genova, una psicologa, una infermiera e altri operatori sanitari. Tra i bambini ha suscitato molte domande e un po’ di apprensione.

    Non è tutto, perché l’informazione ai piccoli è arrivata attraverso una comunicazione semplice e giocosa: un percorso ludico didattico che si è basato sull’utilizzo del primo fumetto di salute Lilly Disney “Coco e la festa di Pippo!” dedicato, appunto, al diabete infantile. Coco è il nuovo personaggio creato da Disney, in partnership con Lilly Diabete. Questa simpatica e piccola scimmietta ha il diabete di tipo 1, la si può riconoscere dal semplice braccialetto identificativo che porta al polso. Coco è cara amica di Pippo, Topolino, Paperino e il resto della banda di personaggi Disney ed insieme vivranno entusiasmanti avventure. La piccola scimmietta dal vestitino lilla vuole raccontarvi le sue esperienze per condividere con voi come lei riesce a gestire il suo diabete durante le feste, la scuola o i pigiama party con gli amici. Porta un messaggio di positività ai bimbi e ai loro genitori.


    www.tuttomamma.com/

     
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