I GRANDI FOTOGRAFI

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  1. gheagabry
     
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    Quando si dice cogliere l’attimo. Di questo principio Martin Klimas ne ha fatto una professione. Infatti fotografa il momento in cui una scultura, un vaso, un oggetto va in frantumi, congelando l’attimo che non ritorna.



    MARTIN KLIMAS



    Ci sono voluti 18 litri di vernice e sei mesi di lavoro per catturare questi schizzi di vernice causati dalle vibrazioni sonore. Sono stati creati dall'artista Martin Klimas, nel suo studio di Düsseldorf, in Germania.



    Dopo aver scelto una canzone adatta, l'artista alza il volume e le vibrazioni inviate alla vernice provocano questo effetto. Per questa serie che vedere, il signor Klimas ha lavorato sei mesi scattando circa 1000 fotografie e facendo esplodere un paio di altoparlanti.



    Si può dare forma alla musica? O meglio si può percepire una certa struttura riconoscibile dall’occhio umano nelle onde sonore??

    Il fotografo tedesco Martin Klimas è riuscito a rispondere affermativamente a queste domande con la serie di foto che compongono il book La forma della musica.




    L’artista si è ispirato al mondo della pittura e a quello della scienza, prendendo come punti di riferimento Jackson Pollock e gli studi dello scienziato Hans Jenny sulle onde oacustiche: qualche chilo di vernice su un altoparlante appositamente predisposto e una macchina fotografica ad alta risoluzione impostata sui sette millesimi di secondo hanno fatto il resto.



    Il risultato di questa idea eccezionale è un insieme di opere, che ci mostrano che forma potrebbero avere (il condizionale è d’obbligo) le onde sonore che percepiamo relativamente ad un brano piuttosto che quelle di un altro. Si tratta di una specie di processo sinestetico indotto dal fotografo nel pubblico: vedere la musica è altrettanto emozionante quanto sentirla.



    Klimas non è nuovo a rappresentazioni in un certo qual senso particolari della realtà, in cui gioca un ruolo fondamentale l’istante in cui viene osservato l’oggetto invece che l’oggetto stesso, della sua produzione fanno parte infatti le Porcelain Figurines che si congelano nell’attimo in cui si frantumano al suolo i vasi che esplodono e, sempre per restare in tema di cadute in terra, gli oggetti che cadono.



     
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  2. gheagabry
     
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    Fotografia e scultura si incontrano in un curioso esperimento artistico. Per il suo progetto dal titolo Porcelain Figurines, il fotografo Martin Klimas ha lasciato cadere a terra diverse statuine in porcellana da un’altezza di 3 metri, con una fotocamera impostata per scattare foto al momento dell’impatto al suolo.



    Il risultato sono immagini estremamente nitide di figurine che esplodono, congelate nell’attimo dello schianto - sculture temporanee rese visibili all’occhio umano da scatti fotografici ad alta velocità.



    L’effetto è quello di un dinamismo esasperato (tutte le sculture rappresentano già figure in movimento), un conflitto cinetico catturato nell’attimo unico e irripetibile della deflagrazione, che produce opere dal grande fascino visivo e concettuale. Lo stesso procedimento è stato applicato a una serie di vasi con fiori lanciati dall’alto.




     
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  3. gheagabry
     
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    Ne risultano immagini di oggetti che esplodono, si frantumano in più pezzi o rimangono intatti solo per metà, su uno sfondo che trasmette silenzio e tranquillità e che pare quasi stridere con il momento “tragico” e rumoroso che vi viene invece immortalato. Quel che colpisce è comunque il vero intento di questo progetto di Klimas, che non si limita a rendere visibile un preciso momento che l’occhio umano non riesce normalmente a percepire, ma che insiste anzi sul concetto di trasformazione di un oggetto in un altro, quasi a dimostrare che la rottura non ne comporta la distruzione bensì la rinascita sotto altra forma.




    vasi











    fiori



    frutta e verdura











     
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  4. gheagabry
     
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    ZENA HOLLOWAY





    Nato in Bahrain nel 1973 e cresciuto a Londra. A 18 anni ha viaggiato il mondo lavorando come istruttore subacqueo e ha sviluppato una passione per la fotografia subacquea e film. Completamente autodidatta Zena Le immagini sono impressionanti, istintivo e guidato da una profonda conoscenza del suo mezzo... offre la straordinaria combinazione degli aspetti altamente tecnici della fotografia subacquea con la superba direzione creativa risultato straordinario immaginario magico. Ha preso la fotografia subacquea ad una profondità completamente nuovi.



    La fotografia subacquea rinomata Zena appare regolarmente per pubblicazioni quali The Observer Magazine, 125, Tatler e Dazed & Confuzed. Ha vinto numerosi premi internazionali e i suoi clienti commerciali sono: Nike, Umbro, Polydor, Sony, Epson, Herbal Essences e vasca idromassaggio. Tecnicamente, scattare le fotografie sott'acqua può essere la più grande sfida di un fotografo in grado di affrontare. Non solo l'ambiente diametralmente opposta al materiale necessario, ma anche l'acqua stessa può agire come una lente aberrante. Holloway ha superato queste sfide tecniche da spendere così tanto tempo sott'acqua che per lui il lavoro è una seconda natura.




    "Ho smesso le mie immersioni a 1.500", dice. "E 'stato circa sette anni fa. Quindi ho un bel po ' di esperienza subacquea. Tutte le immersioni che ho fatto quando ero più giovane sono state molto preziose. Quando sono sott'acqua, non ci penso affatto. Scuba è solo un mezzo di trasporto per arrivare dove voglio essere, e che mi lascia concentrare su come scattare una foto. Mentre l'approccio fotografico e le attrezzature necessari possono essere diverse per ogni situazione, la varietà è parte del divertimento subacqueo Holloway. "Girare in acque libere è leggermente diverso", spiega.



    "Non hai più controllo, ma si guadagna uno straordinario ambiente di lavoro, che può apparire incredibile. In mare aperto, ho sempre solo cercato di andare con il flusso, letteralmente. "Mi piacerebbe avere una piscina in studio", continua. "Questo è il mio piano di 10 anni. Ma ci sono un certo numero di sedi in tutto il Regno Unito che forniscono strutture subacquee, e tutti hanno una vasta gamma di vantaggi e svantaggi, che devono essere presi in considerazione ad ogni lavoro. "Insieme con la forma, le dimensioni, profondità e colore di una piscina , ci sono altri fattori, dalla qualità e temperatura dell'acqua di una localizzazione alla disponibilità di energia elettrica e dei costi degli impianti necessari coinvolti.






    È possibile utilizzare riflettori e diffusori subacquei, ma bisogna iniziare con un sacco di luce fin dall'inizio, altrimenti non ha proprio nessun effetto. "Holloway mescola luci subacquee con illuminazione Studio Standard sopra la superficie tanto per aumentare la quantità di luce disponibile per aiutarsi a mimare gli effetti che vede nelle immagini. Dice che i principi di illuminazione sulla terra ferma e subacquei di ripresa sono gli stessi, ma l'intensità supplementare è necessaria perché l'acqua si comporta come un gigantesco filtro a densità neutra tra le sue luci, il suo obiettivo e il suo soggetto.




    "In realtà, gli elementi essenziali sono molto simili", dice. "Il più grande effetto che l'acqua ha sulla luce è quello di inghiottirla. L'illuminazione subacquea deve essere molto potente per ottenere qualcosa di fuori di esso. Tutto tende ad assumere un color ciano, e colori si possono alterare un po', ma a parte questo, i limiti sono fissati dalle limitazioni delle apparecchiature. Sto cercando di simulare l'aspetto di illuminazione che vedo sulla superficie e di adattare flash o luci subacquee per vedere se riesco ad ottenere un effetto simile sott'acqua.





    "Anche se Holloway piace fotografare il mondo naturale sottomarino, la maggior parte dei suoi lavori pubblicitari richiedono di lavorare con oggetti e modelli.



    "Mentre la preparazione e la pianificazione sono essenziali per il successo di qualsiasi ripresa, soprattutto per chi subacquea, Holloway afferma che le prove sono di solito impossibili. I movimenti fluidi del corpo in acqua sono impossibili da replicare sulla terra.



    Fortunatamente per Holloway, la sua recente conversione alla foto digitale ha reso possibile rimanere sott'acqua più a lungo e scattare più. Ora, quando riemerge, è per riprendere fiato.



    Non è solo l'acqua, ma spesso l'umidità provoca grandi problemi. La lista è infinita. Connessioni su cavi hanno bisogno di attenzione costante, e alla fine di un sevizio, il mio studio si presenta come un lavatoio cinese. "Fino ad oggi, sono stato fortunato con le "inondazioni", ha continuato, parlando della paura più grande fotografo subacqueo. "Tuttavia, negli ultimi 10 anni, penso di aver distrutto una sola piccola videocamera e un corpo macchina. Sono molto soddisfatto, il passaggio al digitale, però, ha rivoluzionato il mio modo di scattare. Non devo più venire a galla per ricaricare ogni 20 fotogrammi.



    "Tendo a trattare singolarmente ogni immagine", dice. "Alcuni scatti necessitano di ritocchi e gli altri vanno bene così come sono. In sostanza, cerco di tenere al minimo ritocco, ma a volte mi trovo di fronte a un compito che sarebbe impossibile girare sott'acqua. "Un paio di anni fa, ho avuto una serie di lavori pubblicitari," dice Holloway. "E da allora, è stato un flusso costante. Sono molto fortunato ad avere un grande lavoro, Zena Holloway ha puntato su una nicchia unica;. Quasi tutta la sua fotografia subacquea. Questo regno non è semplicemente una casa per il suo fine-art immagini, è anche l'ambiente in cui esegue la maggior parte del suo lavoro commerciale.









    fonte dal web
     
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  5. gheagabry
     
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    JIM RICHARDSON


    ©2009 Jim Richardson/National Geographic

    "Se vuoi essere un fotografo migliore,
    fermati davanti a qualcosa di migliore".


    Questa frase è un semplice mantra che ripeto come un incantesimo radicato nella totale praticità. Lo condivido con altri fotografi e mi sforzo di seguirlo io stesso. Il risultato è che impiego moltissimo tempo a fare ricerca fotografica, per cercare dei luoghi magnifici da fotografare. È molto semplice: sono un fotografo migliore quando sto davanti a qualcosa di meraviglioso come il Grand Canyon.

    Recarsi in luoghi magnifici è solo una parte della storia di qualsiasi bella fotografia. L'altra parte riguarda il modo in cui il fotografo rappresenta il soggetto che ha davanti.
    (national geographic)









     
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  6. gheagabry
     
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    CRISTOFFER RELANDER



    Cristoffer Relander è un graphic designer e fotografo finlandese. Il progetto Multiple Exposure Portraits è una raccolta di fotografie di ritratti particolari: le immagini sono composte da più scatti sovrapposti, in genere due, nei quali il fotografo associa silhouette di persone e animali a paesaggi naturali. Ne vengono fuori delle cose a metà tra fotografia e disegni, che ammiccano alle immagini del passato scattate con le pellicole. In ognuna Relander cerca di riassumere, utilizzando più livelli, le emozioni e le idee che lo hanno colpito con l’idea di creare mondi personali e surreali per mostrare alle persone, lui dice, che “noi siamo la natura”.



    Relander racconta che per scattare queste fotografie usa una macchina digitale con la quale fa diversi scatti e che non sono fotocomposizioni create con Photoshop. Racconta anche che si è abituato all’arte delle luci e delle lenti durante la sua esperienza nella marina finlandese, per la quale si occupava appunto di fotografia (anche se con scopi, ovviamente, differenti).

















    (ILPOST)

    Edited by gheagabry - 23/4/2014, 16:28
     
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  7. ZIALAILA
     
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    IRENE KUNG



    Nata a Berna da padre svizzero e madre canadese di radici irlandesi, francesi e spagnole.
    Irene è un talento a mille sfaccettature : dipinge da sempre , ha la passione per il graphic design ma l'espressione più recente della sua vulcanica creatività è la fotografia .


    Faraglioni_capri


    Roland Barthes sulla fotografia :
    "non quando spaventa, sconvolge o anche solo stigmatizza, ma quando e' pensosa". Capace quindi non di documentare la realta' attraverso un'immagine, ma di evocare altre possibilita' di percepire il soggetto fotografato .

    L'itinerario visivo scelto da Irene Kung dunque e' composto da immagini pensose, come direbbe Barthes .

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    irene-kung_600x398



    Irene Kung non è interessata a riprodurre la realtà, i monumenti che sceglie di fotografare appartengono a città ed epoche diverse. Come afferma Ludovico Pratesi nel testo che accompagna il catalogo della mostra, sono tutti riconoscibili ma allo stesso tempo immersi in un'atmosfera onirica.

    Cavallo,+Irene+Kung




    I suoi soggetti variano dai monumenti architettonici , alla vita delle piante esotiche , ai cavalli argentini .

    irene_kung_millenium_bridge_2007



    irene_kung_duomo_milano



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    Le più grandi negli scatti di Lindbergh

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    Debbie Lee Carrington Helena Christensen, El Mirage, California,Usa 1990
    In mostra a Milano gli scatti di Peter Lindbergh. La Galleria Carla Sozzani ospita fino al 4 novembre una retrospettiva del grande fotografo tedesco in due serie:

    Known - Images of Women: una selezione di 40 immagini iconiche tratte dai numerosi editoriali realizzati per Vogue, Interview, Allure, Harper's Bazaar, Marie-Claire. In queste riprese riconoscibilissime, lo sguardo di Lindbergh restituisce sempre una sensibilità e un'interiorità toccante alle sue splendide donne, anche quando il fotografo tedesco si confronta con i volti di celebrità del mondo della moda e del cinema quali Naomi Campbell, Linda Evangelista, Milla Jovovich, Kristen McMenamy, Kate Moss, Charlotte Rampling, Catherine Deneuve.

    "The Unknown" è stato esposto per la prima volta all'Ullens Center for Contemporary Art di Pechino nel 2011: e' 'la messa in scena' dell'affascinante ed artificiosa avventura della nostra vita quotidiana nel turbolento mondo contemporaneo. Una storia senza tempo, in uno spazio visivo dove si mescolano il glamour del cinema hollywoodiano degli anni Cinquanta, il cinema tedesco di Fritz Lang e Ia fantascienza.

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    Erin Wasson Paramount Studios Hollywood

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    Kate Moss, New York 1994

     
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  9. gheagabry
     
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    KEVIN PINARDY

    Fotografo indonesiano

    "La fotografia è la mia passione. Mi piace creare immagini, e mi piace lavorare con la gente. Ognuno è unico, e cerco sempre di catturare un po' di più di una semplice facciata. 5 anni fa, ho preso la macchina fotografica ed ho iniziato a fotografare. Ho deciso di fare il fotografo a tempo pieno e fare quello che ho sempre voluto fare. Amo le riprese con la luce ambientale, e in generale non amo il flash. Quando sto fotografando, tutti i problemi del mondo se ne vanno. Sono grato per tutte le persone meravigliose che mi aveva aiutato in questi ultimi anni. Sto ancora imparando, sarà un lungo viaggio."
    (6 gennaio 2006)






















    Edited by gheagabry - 13/9/2012, 21:42
     
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  10. gheagabry
     
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    MARIO GIACOMELLI



    Mario Giacomelli è uno dei maggiori fotografi italiani del Novecento. Nato nel 1925 a Senigallia, ha realizzato a partire dai primi anni cinquanta, molti lavori che sono entrati nella storia della fotografia italiana. Alcune immagini dell’artista sono diventate col tempo delle vere e proprie icone, simbolo riconosciuto della ricerca fotografica italiana nel mondo. Fotografo non professionista per scelta, “sublime dilettante”, ha scardinato, soprattutto nei lavori realizzati tra gli anni cinquanta e sessanta, i tradizionali concetti di impostazione classica dell'immagine nel linguaggio fotografico.



    L'immagine è spirito, materia, tempo, spazio, occasione per lo sguardo. Tracce che sono prove di noi stessi e il segno di una cultura che vive incessantemente i ritmi che reggono la memoria, la storia, le norme del sapere.




    … Apposta parlo di segni. Li potrei fare anche sulla carta, nel mare, ma sarebbero tutti voluti, quindi tutti falsi. A me interessano i segni che fa l'uomo senza saperlo, ma senza far morire la terra. Solo allora hanno un significato per me, diventano emozione. In fondo fotografare è come scrivere: il paesaggio è pieno di segni, di simboli, di ferite, di cose nascoste. È un linguaggio sconosciuto che si comincia a leggere, a conoscere nel momento in cui si comincia ad amarlo, a fotografarlo. Così il segno viene a essere voce: chiarisce a me certe cose, per altri invece rimane una macchia.




    Io non credo che la morte chiuda certe storie, perché, se c'è tanto di strano in questi occhi che vedono, e in queste orecchie che sentono, vi è posto per altre cose strane che non capisco.








     
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  11. gheagabry
     
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    NICOLAS MINGASSON



    Nicolas Mingasson è un fotografo francese che si occupa di luoghi dove le persone vivono in situazioni estreme. Ha iniziato come fotografo professionista nel 1992, quando ha lavorato sulla guerra civile in Bosnia-Erzegovina.



    Negli ultimi anni si è dedicato interamente alla popolazione indigena della regione artica, in particolare nella regione del Nord Tajmyr, all’estremo nord della Siberia: una delle regioni più remote e isolate del mondo, in cui vivono comunità autoctone che lottano – oltre che per la sopravvivere – per preservare le loro tradizioni e il loro stile di vita.



    Dopo aver viaggiato per circa 15 anni attraverso queste zone, Mingasson ha deciso di dedicarsi a un reportage dal titolo “Portraying the Arctic“, che nel 2013 si arricchirà grazie alla consulenza di un etnologo, Yann Borjon-Privé.



    L’idea è condurre alcune spedizioni etno-fotografiche per costruire un ritratto delle popolazioni in un momento particolarmente critico della loro storia, condizionato dai cambiamenti climatici, dalla competizione per le risorse naturali e dal rinnovato interesse strategico nella regione che ne sta conseguendo. Mingasson ha intenzione di portare avanti fino al 2015 questo progetto, che assomiglia molto alle grandi spedizioni scientifiche del passato, e nel frattempo sta raccogliendo le fotografie in un sotto-progetto che ha intitolato “Arctic Sentinels”, una serie di ritratti e fotografie di paesaggio sempre scattate nella regione e in bianco e nero .












    articolo de ilpost.it
    fotografie dal web

    Edited by gheagabry - 23/4/2014, 15:33
     
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  12. gheagabry
     
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    Thomas Jackson





    Emergent Behavior è un progetto fotografico dell’artista americano Thomas Jackson. Le immagini della serie mostrano scene, spesso notturne e dalle atmosfere inquiete, in cui gruppi di bicchieri, piatti di plastica, post-it, viaggiano come fossero stormi e si comportano avessero vita autonoma.



    Il fotografo spiega che per realizzare la serie, ancora in lavorazione, si ispira al concetto di comportamento emergente, la situazione in cui un gruppo di entità semplici operano insieme in un ambiente, dando origine a comportamenti più complessi proprio in quanto collettività e non più singoli individui.



    Per capire meglio questo concetto si può pensare a uno stormo di uccelli, a un banco di pesci o a un formicaio. Il comportamento emergente genera qualcosa che non si può prevedere, che non ha una regola e nemmeno precedenti.
    Jackson non spiega come fa a realizzare i suoi scatti ma ci tiene a sottolineare che prima di tutto sono sculture e assicura che le composizioni non sono fatte con Photoshop.




    Thomas Jackson è nato a Providence, Rhode Island ma vive a Brooklyn, New York. Dopo aver conseguito un dottorato in lettere e in Storia presso il College of Wooster, ha trascorso gran parte della sua vita a New York come redattore e critico per libri e riviste. Ha comprato la sua prima macchina fotografica 8 anni fa.





    articolo de ilpost.it
    fotografie dal web

    Edited by gheagabry - 23/4/2014, 15:43
     
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  13. gheagabry
     
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    DANIEL KUKLA




    Lo scorso marzo il fotografo Daniel Kukla ha vinto una residenza d’artista (un artista viene invitato da qualche parte per produrre un’opera d’arte o un lavoro sul luogo e sulla sua esperienza) organizzata dall’Ente per i Parchi degli Stati Uniti. Kukla si è trasferito per un periodo nel sud della California, al Joshua Tree National Park.




    Colpito dalla diversità dei paesaggi, dovuta soprattutto all’incontro del deserto di Sonora con quello del Mojave, Kukla ha deciso di tentare di documentare queste giustapposizioni di ecosistemi usando uno specchio che riflettesse a turno una volta uno e una volta l’altra. Una volta tornato, Kukla ha raccontato che:

    “Tutta la zona ha un’atmosfera davvero surreale: a prima vista il deserto appare del tutto sterile ma una volta che ci si avvicina, che lo si esplora, ci si rende conto che tutto è incredibilmente vario”



    Il progetto, che si intitola The Edge Effect, si è poi allargato e il fotografo ha pensato di accostare anche elementi diversi per ottenere, in un’unica immagine, qualcosa di più complesso.











    ilpost.it

    Edited by gheagabry - 23/4/2014, 16:05
     
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  14. gheagabry
     
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    JO HEDWING TEEUWISSE

    FANTASMI DI GUERRA




    Jo Hedwig Teeuwisse è una storica olandese appassionata di fotografie e di ricerca iconografica attraverso archivi e album di famiglia. L’idea di creare il progetto Ghost of war (Fantasmi di guerra) nasce da un ritrovamento di vecchi negativi fotografici in un mercatino delle pulci di Amsterdam, dove vive. Interessata al contenuto delle immagini, decise di andare alla ricerca dei luoghi dove erano state scattate le fotografie per capire se esistono ancora questi luoghi che furono attraversati da truppe militari, da reggimenti, prigionieri di guerra, e come sono cambiati.
    Il risultato è una combinazione tra queste immagini della Seconda guerra mondiale e le immagini che lei stessa ha raccolto, ai giorni nostri, durante le sue passeggiate per le vie della città.









    Edited by gheagabry - 23/4/2014, 16:42
     
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  15. gheagabry
     
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    OLAF OTTO BECKER



    Olaf Otto Becker, cinquantenne fotografo tedesco, da alcuni anni si reca regolarmente in Groenlandia per fotografare quegli incantati paesaggi nella luce quasi surreale del sole di mezzanotte, che rende ancora piu’ etereo il tutto. Aveva pubblicato nel 2007 ‘Broken Line’. Ora e’ il turno di ‘Above Zero’, sempre con la prestigiosa casa editrice tedesca Hatje Cantz.
    Immagini di grande impatto, immobili, romanticamente melanconiche, serene e spaventose nello stesso tempo.

















     
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47 replies since 27/3/2011, 18:53   14235 views
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