-
Lussy60.
La lingua dei segni per capire il bambino
Esiste un modo per comunicare efficacemente col piccolo prima che inizi a parlare? Dagli Usa arrivano i primi libri sulla lingua dei segni, un metodo per decifrare le necessità dei bambini che ancora non parlano
di Antonella Laudonia
Un nuovo libro (“Mamma parla con me”, Cairo Editore) indica la strada nei cosiddetti baby signs. Ecco cosa ne pensano due esperte italiane.
Il vostro bimbo piange e voi non riuscite a capirne il motivo. Avrà fame? Sarà stanco? Avrà sporcato il pannolino? Decifrare le necessità dei piccoli, in età preverbale, è un'esigenza molto sentita dalle mamme, che in questo modo riescono ad abbattere quel senso di frustrazione infinita da cui sono assalite ogni volta che non riescono a interpretare le ragioni dei pianti dei bebè, le loro esigenze, o i loro tentativi di comunicare.
Leggi anche lo speciale: Il bambino piange. come mai? cosa fare?
Su questo tema arrivano anche in Italia, direttamente da Oltreoceano, i primi libri sulla lingua dei segni, che teorizzano e spiegano come utilizzarla con bambini senza difficoltà uditive per migliorare l'interazione genitore-figlio. Da poco tempo nelle librerie “Mamma parla con me”, di Nancy Cadjan (Cairo Editore), è un manuale semplice, suddiviso in una parte teorica e una pratica con chiare illustrazioni, che si propone di divulgare anche alle famiglie italiane il metodo così utilizzato da migliaia di madri e padri e asili americani.
Si tratta di segni intuitivi e facili da imparare, che mimano attività (mangiare, dormire, giocare…), oggetti (latte, ciuccio, letto), persone (mamma, papà, nonna...), sensazioni (caldo, freddo, dolore...) suddivise per fasce d'età, per comunicare meglio nella quotidianità. Secondo questo libro, infine, i bambini le cui madri adottano questo sistema dimostrerebbero un più precoce e più ricco sviluppo del linguaggio.
.