ECCOMI..SONO NATO..(l'isola del neonato)

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    L'ABC DEL NEONATO
    Come capire il linguaggio del bebè

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    Difficile comunicare senza parole. Eppure i neonati ci riescono! Già nei primi mesi, con la posizione delle manine o con il corpo cercano di farci capire cosa vogliono e come si sentono.

    di Luisa Perego

    Quanto sono irresistibili le manine dei bambini? Sono la connessione del neonato con il mondo e già dai primi mesi comunicano e trasmettono ciò che i piccolissimi stanno cercando di dire. Già a tre mesi cercano il sonaglio, afferrano il peluche e stringono il biberon. E' vero, i movimenti sono ancora incerti, ma i piccolini sono più che mai decisi a muovere le manine verso una determinata direzione.

    Dal sesto mese i gesti e i movimenti sono sicuri e diretti a una meta. Sembrano dire: "Quello, quello. Voglio proprio quello" e si allungano e afferrano senza esitazione l'oggetto del loro desiderio.

    E' vero, i piccoli comunicano anche con tutto il corpo, con il viso e piangendo. E più un genitore è in grado di capire cosa il figlio sta cercando di comunicargli, più il neonato sarà sereno e si sentirà compreso.

    Come capire il linguaggio del bebè

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    Le dita sono rilassate e piegate, le manine sono senza tensione. Il tuo bimbo è felice, ma in questo momento non ha voglia di giocare o di divertirsi. Sta cercando di dire: "Non voglio niente di nuovo. Perché non mi aiuti a rilassarmi un po'?"

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    Il piccolo dorme e le manine sono chiuse a pugno. Gli occhi si muovono sotto le palpebre: significa che sta sognando! In questa fase il sonno non è molto profondo: forse, si sveglierà presto. Meglio non allontanarsi troppo e posticipare la chiamata con l'amica a un po' più tardi.

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    Le dita sono distese, le manine e le braccia sono tese: il tuo bimbo è pronto per scoprire il mondo! Ha voglia di giocare e di scoprire qualcosa di nuovo. Tocca a te intrattenerlo...

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    Le manine si chiudono, sono molto tese e sul dorso della mano si intravedono le ossa: il bimbo è agitato e teso. Forse si è spaventato oppure gli fa male qualcosa. E' il momento di consolarlo e di prenderlo tra le braccia...

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    Gli occhi sono chiusi. Le braccia, i polsi, le manine sono distesi e rilassati. Se provi ad alzare di poco il braccio dal lettino, ricadrà a peso morto. Il bimbo sta dormendo profondamente. Prima di svegliarsi, deve ancora passare la fase del sogno. Se possibile, meglio non svegliare un neonato quando è in pieno sonno profondo: si sveglierebbe irritato e confuso.

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    Le manine sono leggermente piegate verso il basso e le dita sono rilassate: è il momento giusto per la nanna! Provre a giocare con lui? Saranno lacrime e pianti... il neonato ha bisogno solo di restare tranquillo.

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    Le braccia sono tese e piegate, le dita pronte ad afferrare qualcosa: "Mamma, mi passi un giocattolo? Oppure il mio peluche preferito!" Aiutalo, è il momento di intrattenerlo con qualche passatempo. Ma non prenderlo in braccio...

    www.nostrofiglio.it/

     
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    Corredino Neonato: Cosa Non Serve Davvero

    Corredino Neonato - Consigli e suggerimenti per evitare fi acquistare oggetti inutili per il neonato

    acquisti-first-225x300Quando è in arrivo un bebè la futura mamma si riempie di riviste specializzate e naviga fino a notte fonda per cercare il decalogo della “madre perfetta”, che ovviamente non troverà mai (non è per scoraggiare, soltanto non esiste la madre perfetta, la madre è perfetta solo per il proprio figlio!).

    E ovviamente, essendo la pubblicità l’anima del commercio, si viene investite in questa ricerca di sapere, da miriadi di reclame per comperare ogni indispensabile oggetto per il neonato.

    In questo oceano di minuzzaglia spesso però si comperano anche cose che alla fine non risultano esattamente indispensabili, anzi, direi proprio inutili.

    Cerchiamo di fare ordine, e di capire quali sono le cose oggettivamente inutili che possono non essere acquistate in vista della nascita di nostro figlio.

    LA BILANCIA

    bilancia-300x199Date retta alle nuove indicazioni dei pediatri: pesare il bambino prima e dopo la poppata è quanto di più inutile possa esserci. Prima di tutto il bimbo si muove, e dunque le oscillazioni, anche di un paio di grammi, sugli 80 che di latte vorremmo avesero preso, potrebbe non far dormire le mamme per giorni. E poi è sufficiente pesare il bambino soltanto durante le visite dal pediatra, senza stare lì a impazzire a casa, con un oggetto senz’altro da non comperare.

    IL TRIO

    Che non è un complesso musicale, come ogni mamma saprà, ma l’utilissimo ovetto-passeggino-sediolino per auto.

    Spesso per acquistare un trio si spendono moltissimi soldi, e altrettanto spesso invece vale la pena di comprare questi utili mezzi di trasporto non necessariamente insieme. Oltretutto durante il periodo nel quale si usa l’ovetto sicuramente il bimbo, per motivi di età, non starà nel sediolino dell’auto e viceversa.

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    E poi sicuramente ci sarà un’amica o una cugina che queste cose le potrà prestare per il periodo che vi serviranno.

    CONTENITORE PER PANNOLINI.

    Si vede nelle pagine delle riviste specializzate, è colorato, e descritto come strumento indispensabile per il “deposito” dei pannolini usati. Niente di più inutile (personalmente!), se poi proprio non si vuole utilizzare il normale sacchetto della spazzatura si possono prendere in considerazione i pannolini lavabili: economici, ecologici, con un unico difetto: è abbastanza impegnativa come scelta.

    DETERSIVI PER IL BUCATO.

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    E’ vero, spesso i detersivi normali, troppo pieni di tensioattivi possono essere una minaccia per la pelle delicata del neonato. Ma i detersivi con la faccia del bimbo ben esposta in etichetta, che magari costano il doppio del vostro, potrebbero senz’altro essere eliminati dalla vostra lista di cose da comprare. E’ sufficiente un po’ di accortezza e sugli scaffali del super troverete il sapone naturale, il bicarbonato o percarbonato di sodio che sono sbiancanti naturali, e per le più fanatiche dell’eco le noci saponarie, del tutto anallergiche e ecologiche (in erboristeria o in rete nei negozi specializzati).


    MOBILE FASCIATOIO

    Se in bagno non avete altri mobili o pensate di utilizzare il mobile anche in futuro quest’oggetto potrebbe tornarvi comodo, ma per cambiare un bimbo è sufficiente che appoggiate su un mobile qualsiasi i classici fasciatoi in spugna rivestita, comodi al pari dei primi, ma più utili se si vuole che il mobile resti tale dopo avere cambiato il bebè.

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    Anche questo direi che è davvero un optional come i fari allo Xeno in un’auto (parere di donna): abbastanza inutile in inverno, ci sono i termosifoni, del tutto inutile in estate.

    GIOCATTOLI

    Qualcuna potrà dire: ma se i giocattoli non si comprano ai bambini a chi si dovrebbero indirizzare? E’ vero, ma i neonati, hanno istinti troppo primitivi per apprezzare le miriadi di giochi che nonne e parenti si apprestano a comprare alla prima settimana di gravidanza della mamma.

    Ci sarà tempo per regalare giochi ai bimbi, e allora gli sforzi per gli acquisti durante i primi mesi di vita del bebè dedichiamoli ad altro.

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    Evitate vestiti firmati a neonati che li indosseranno solo qualche settimana
    ABITI GRIFFATI

    Ricordo bene che incinta del mio primo figlio, la commessa di un negozio alla quale avevo chiesto il prezzo di un vestitino per lui, mi disse: “Duecentomilalire (del vecchio conio!), ma è di buona fattura, se lo trova per molto tempo.

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    Ovviamente non sono più tornata in quel negozio: i vestiti firmati per i neonati sono quanto di più inutile si possa comprare. Resistono per qualche settimana, per qualche mese, per una stagione al massimo, ma fino a che vostro figlio non avrà compiuto lo sviluppo è certo che i vestiti non gli staranno se non per periodi relativamente brevi.

    SCARPE

    Lo so, le scarpe per i neonati sono una cosa inutile, ma sono quasi altrettanto irresistibili!

    Quindi non compratene centinaia di paia, ma toglietevi lo sfizio di acquistarne almeno qualcuno.

    UNA CASA PIU’ GRANDE

    Ecco una spesa inutile e grossa da sostenere, soprattutto in tempi di crisi e di bolla immobiliare.

    C’è un detto che fa “La casa contiene quanto vuole il padrone”, ogni altro commento….è inutile!
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    www.vitadamamma.com/

     
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    BAMBINO 0-12 MESI
    REGALAGLI TANTE COCCOLE!


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    Riuscirò a fargli capire quanto gli voglio bene? È il pensiero di tutte le mamme davanti all’emozione di tenere tra le braccia il proprio figlio appena nato: piccolo, delicato, sembra incapace di comunicare con il mondo esterno. Un modo del tutto naturale esiste ed è il più semplice e spontaneo che ci sia: regalare tante coccole al proprio bambino.

    Il tocco carezzevole delle mani è la coccola per eccellenza. Il bambino lo ama in modo particolare: il tocco lo consola, gli comunica amore e sicurezza, lo riporta a emozioni già provate nell’utero materno. Anche i benefici fisici sono molteplici. Il massaggio migliora la circolazione del sangue, regola il ritmo del respiro, rafforza il sistema immunitario, rilassa i muscoli e regola il ritmo sonno-veglia. E per la mamma? Il contatto quotidiano con il bambino stimola la produzione di ossitocina e prolattina, gli ormoni del latte. Il massaggio, inoltre, è il modo migliore per aiutarla a conoscere il proprio bambino e a interpretarne le necessità.

    Per il neonato, la pelle è l’organo attraverso il quale la comunicazione avviene in modo più diretto: non ancora capace di decifrare i messaggi verbali, il piccolo già appena nato è perfettamente in grado di comprendere i codici del linguaggio tattile e di percepire attraverso il tono muscolare (teso o, al contrario, rilassato) i sentimenti e le sensazioni di chi si prende cura di lui. È, quindi, una cosa del tutto naturale ‘dialogare’ con il suo corpo attraverso un tocco rispettoso e consapevole.

    fonte:http://www.quimamme.it/

     
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    La depressione post-partum è scritta nel Dna

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    La depressione post-partum fa paura alle donne che decidono di avere un bambino. Purtroppo è un disturbo molto frequente e colpisce una neomamma su 5, mettendo i loro bambini a rischio di scarso sviluppo comportamentale, cognitivo e sociale. Secondo una nuova ricerca, questa malattia si può leggere nel dna.

    A sostenerlo sono i ricercatori dell’University of Virginia che – con questa ricerca – aiutano a individuare le donne più predisposte e di conseguenze a evitare a milioni di loro questa difficile esperienza. Il cuore di tutto è l’ossitocina o “ormone dell’amore”, che svolge un ruolo positivo nel legame materno, le relazioni, lo stress, l’umore e la regolazione delle emozioni. Jessica Connelly, autore senior dello studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Genetics, ha commentato:

    Sappiamo che le donne che hanno sperimentato la depressione prima della gravidanza sono a più alto rischio di sviluppare depressione dopo il parto. Tuttavia, anche coloro che non hanno mai sperimentato la depressione possono averla dopo il parto. Questi marcatori genetici che abbiamo identificato ci aiutano a identificarla in anticipo.

    Ricordiamo che il baby blues colpisce tutte le donne dopo la nascita del bambino e dura circa 40 giorni, mentre la depressione post partum è molto più a lungo e, oltre a stanchezza e stress, è caratterizzata da mancanza di desiderio di contatto con gli altri, disconnessione con il proprio figlio, paure estreme rispetto alla sua salute, sensi di colpa e insonnia. Nella ricerca sono state esaminate più di 14mila gravidanze e confrontato campioni di sangue prelevati durante le settimane 7 e 41 di gravidanza, sia delle mamme con depressione sia quelle senza depressione. Che cosa è emerso? Se i livelli del gene recettore dell’ossitocina (OXTR) sono bassi, la donna, pur senza particolari fattori di rischio, è maggiormente esposta a sviluppare depressione nel dopo parto.

    fonte:http://www.tuttomamma.com/

     
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    Fontanelle nei neonati: quando si chiudono?

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    Come ben sappiamo, al momento della nascita le ossa della testa del neonato non sono ancora saldate. Lungi dal poter costituire un rischio o un’anomalia, ciò comporta una discreta flessibilità del capo che aiuta il piccolo a venire alla luce facendosi strada nel canale del parto. I punti di giunzione tra le varie ossa del cranio che non sono ancora ossificate prendono il nome di fontanelle. Contrariamente a quanto si possa pensare, sulla testolina del bebè ce ne sono diverse.

    Il loro numero varia da bambino a bambino: possono esserne presenti da sei ad otto. Resta fermo il fatto che le più importanti siano due, quella anteriore e quella posteriore. Una delle domande principali che una neonamma si ponga, riguarda il momento nel quale queste si chiudano definitivamente.

    In via del tutto generale le fontanelle principali sul cranio del bambino si chiudono intorno ai 12 mesi di vita. In ogni caso entro i 18 mesi tutte le fontanelle dovrebbero essere già scomparse.

    Nello specifico, la fontanella anteriore, facilmente individuabile al solo tatto, si chiude spontaneamente intorno al 18esimo mese di vita. Quella posteriore, invece, caratterizzata da forma triangolare, da dimensioni minori e per tale motivo non molto semplice da individuare, tra la sesta e l’ottava settimana dopo la nascita. Si ricorda, comunque, come il tempo necessario alla chiusura delle fontanelle dipenda molto dalla circonferenza del cranio.

    Per tutta la durata di questo lasso di tempo è bene ricordare come il cranio dei piccoli vada trattato con la massima delicatezza evitando accuratamente urti di qualsiasi tipo. Ciò nonostante non si tratta di una zona eccessivamente fragile: è ricoperta da membrane particolarmente resistenti presenti con lo scopo di proteggere la zona sottostante.

    fonte:http://www.tuttomamma.com/

     
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    Mamma e neonato: il primo incontro

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    I primi istanti dopo la nascita sono cruciali: per questo mamma e bebè non andrebbero separati, ma lasciati liberi di conoscersi ed "esplorarsi" a vicenda


    Il parto segna un momento di separazione e al tempo stesso di riunificazione. Mamma e bambino, che sono stati tutt’uno per nove mesi, si trovano improvvisamente separati, ma sono entrambi pronti per ritrovarsi: condividono infatti un particolare stato di coscienza e di attenzione che permette loro di sintonizzarsi l’uno con l’altro e di gettare le basi della loro intesa presente, ma anche di quella futura. Sin dai primissimi istanti successivi alla nascita, il neonato sfrutta i suoi cinque sensi per conoscere, o meglio per riconoscere, la madre. Vediamo come avviene l’incontro mamma e neonato.

    Vista
    Un tempo si pensava che il bebè non vedesse praticamente nulla. In effetti, la vista è il senso che viene meno esercitato durante la vita intrauterina, ma gli studi hanno dimostrato che il bimbo riesce a mettere a fuoco le immagini poste a circa 20-25 centimetri di distanza. Proprio la distanza che c’è tra lui e il viso materno, quando la madre lo tiene tra le braccia.
    Udito
    Ogni bebè conosce la voce della mamma, poiché è abituato a sentirla già durante la gestazione. E, sin dalla sua vita nel grembo materno, gli è nota anche la voce del papà, particolarmente riconoscibile grazie ai toni bassi e profondi. Un altro suono noto e rassicurante è quello del battito cardiaco: il cuore della mamma gli ha fatto compagnia per nove mesi e ritrovarlo dopo la nascita è una sorta di garanzia di continuità.
    Tatto
    Grazie a studi recenti si è scoperto che la sensibilità agli stimoli tattili in alcune parti del corpo (viso, genitali, palme delle mani e piante dei piedi) compare già al termine del primo trimestre di gravidanza. Il tatto è quindi fondamentale per ricreare, subito dopo la nascita, la relazione prenatale con la madre. Il suo abbraccio, che gli regala una sensazione di contenimento simile a quella provata nell’utero, e il contatto con la sua pelle permettono al neonato di ritrovare la serenità e la sicurezza del grembo materno.
    Gusto
    Le papille gustative compaiono sulla lingua alla 12° settimana di gravidanza e il bimbo mostra di riconoscere i sapori già nell’utero, con una spiccata predilezione, che lo accompagnerà nei primi mesi di vita, per quelli dolci.
    Odorato
    Quando nasce, il bebè riconosce l’odore della mamma e in particolare è attratto dal profumo del suo seno, che è lo stesso del liquido amniotico.
    Alla conquista del seno
    Se, subito dopo la nascita, il bebè viene posato sul grembo materno, in assenza di distrazioni o interferenze esterne è in grado di trovare da solo il seno della mamma. Se il bimbo non viene lavato (il primo bagnetto può attendere, i neonati non sono sporchi e, nel caso in cui ci siano tracce di sangue o di meconio, è sufficiente pulirli delicatamente con un panno umido e asciugarli) e gli si lascia il tempo per “orientarsi”, striscia sull’addome materno e raggiunge il capezzolo. A guidarlo è l’odore del seno che è lo stesso del liquido amniotico che lui ha sulle manine. Dapprima il neonato esplora e stimola il seno con le dita, facendo così allungare il capezzolo e preparandolo per l’allattamento. Poi, grazie al pronunciato riflesso di suzione che caratterizza l’immediato post parto, è pronto ad attaccarsi e a succhiare le prime gocce di colostro.


    Pelle a pelle, per il suo benessere
    Un precoce contatto pelle a pelle permette un miglior adattamento del bimbo alla vita extrauterina a livello “emozionale” e fisico. La vicinanza con il corpo materno non solo favorisce l’abbassamento dei livelli di cortisolo, un ormone indice di stress, e un precoce avvio dell’allattamento, ma anche:

    la termoregolazione:
    un tempo, il mantenimento della temperatura corporea del bebè veniva affidato a lampade o a culle termiche. Ultimamente, numerose ricerche hanno evidenziato che la madre è la fonte di calore ideale. Lo stretto contatto con il corpo materno assicura una perfetta termoregolazione. Inoltre, è stata dimostrata la straordinaria capacità del neonato di trasferire calore dal suo corpo a quello della mamma, quando la sua temperatura corporea raggiunge i 37°, evitando così il surriscaldamento.


    la colonizzazione batterica:
    tutte le superfici del nostro corpo sono fisiologicamente colonizzate da batteri provenienti dall’ambiente esterno. Questa flora costituisce un ecosistema che fa parte delle nostre difese contro le infezioni. Nel grembo materno il corpo del bambino è “sterile”, ma con la nascita avviene un fatto importantissimo per la sua salute e per lo sviluppo delle sue difese: la colonizzazione batterica. In poche ore la pelle e le mucose del neonato ospitano numerose colonie di batteri provenienti dalla madre, da chi lo accudisce, dall’ambiente esterno. Ma perché questo meccanismo fisiologico “funzioni” al meglio è importante un primo contatto prolungato con la mamma.
    Il pianto: reazione alla separazione
    Studi e ricerche hanno dimostrato che i bebè che possono restare a contatto con il corpo materno piangono meno dei piccoli separati dalla madre. I risultati di tali studi suggeriscono che il pianto sia una reazione innata. I neonati riconoscono, infatti, la separazione fisica dalla madre e reagiscono con un pianto le cui caratteristiche sono quelle del richiamo da “stress di separazione”, un corrispettivo del “richiamo da separazione” comune tra diverse specie di mammiferi, utile a un riavvicinamento della madre.

    Sei proprio tu?
    Il neonato è predisposto a riconoscere la mamma sin dai primi istanti. E la madre? Guardando il suo piccino appena nato la donna potrebbe sovrapporre ancora per un po’ l’immagine del bambino ideale che l’ha accompagnata nei mesi dell’attesa (e anche prima) a quella del suo bimbo; ma se non vengono separati, il neonato si impone con il suo aspetto, il suo odore, il suo pianto e la madre non può far altro che riconoscerlo. Perché ciò accada, non ci sono tempi prestabiliti: c’è chi al primo sguardo esclama: “Sei tu!” e chi, invece, ha bisogno di un periodo di conoscenza e vicinanza. In questo processo si rivela determinante anche l’atmosfera in cui avviene la nascita: il silenzio, l’intimità, l’assenza di distrazioni o interferenze esterne sono sicuramente d’aiuto. Importanti, infine, anche le modalità del parto: se la mamma si è sentita “protagonista” dell’evento nascita, se sono stati rispettati i suoi tempi e le sue esigenze, è maggiormente pronta a entrare in relazione con il suo bimbo.


    Il luogo della nascita
    Subito dopo la nascita, se non ci sono state complicazioni e mamma e bebè stanno bene, gli operatori potranno valutare rapidamente il benessere del neonato. Una volta appurato che i parametri vitali del nascituro sono buoni, la preoccupazione del personale sanitario dovrebbe rivolgersi alla relazione madre-bambino. Dato che non tutti i punti nascita seguono i medesimi protocolli d’assistenza, i futuri genitori potranno informarsi in anticipo in merito all’accoglienza che viene riservata al neonato verificando, ad esempio, se il bebè viene lasciato con la madre nelle prime ore successive al parto, se è prevista la possibilità di attaccarlo precocemente al seno (preferibilmente già in sala parto) e se la struttura garantisce la vicinanza di mamma e bimbo con il rooming-in.

    fonte:http://www.dolceattesa.com/

     
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