ECCOMI..SONO NATO..(l'isola del neonato)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Le coliche gassose

    image


    Nei primi mesi di vita si può assistere ad eccessi di pianto irrefrenabile ed inconsolabile, apparentemente immotivato in bambini per il resto in ottime condizioni generali, tranquilli e sereni in altri momenti della giornata.
    Tali manifestazioni vengono comunemente chiamate “coliche gassose “ o “coliche serali “ e colpiscono circa il 10% dei neonati.
    Una volta che il pediatra abbia accertato che non vi siano particolari malattie, il ''mal di pancia'' non deve essere vissuto come una situazione preoccupante in quanto generalmente si risolve entro il 4°-5° mese di età.

    Chi viene colpito e quando si presentano
    Le coliche dei neonati si verificano senza distinzione di sesso o di razza, sia nei neonati allattati al seno o artificialmente. Di solito incominciano durante il primo mese di vita, con risoluzione spontanea definitiva entro il quarto/quinto mese di vita (il periodo varia da soggetto a soggetto).

    La colica predilige un ‘orario preciso, di solito si presentano nel tardo pomeriggio o nelle prime ore della notte, ma potrebbero presentarsi in qualsiasi altro momento della giornata immediatamente o entro 30 minuti dal pasto. La durata e variabile e generalmente non supera le due ore.

    Come si presenta il bambino e come riconoscerle
    Le crisi di pianto improvviso, incontrollabile e continuo, che sopravvengono prevalentemente dopo il pasto serale, sono la manifestazione più nota, ma spesso il bambino presenta anche volto arrossato, addome teso e gambe flesse sulla pancia; a volte si irrigidisce e si contorce, emettendo gas dall'intestino.

    Perché si manifestano?
    Non si conosce l’ esatta patogenesi (cause), di questi eccessi di pianto, probabilmente il motivo potrebbe non essere lo stesso. Sono state formulate varie ipotesi:
    - Errata tecnica di alimentazione: sunzione da parte del piccolo troppo precipitosa, facendo introdurre così oltre al latte anche molta aria durante la poppata sia al seno che al biberon.
    - Aumentata peristalsi intestinale.
    - Intolleranza alimentare alle proteine del latte vaccino.
    - Temperamento particolare del piccolo.
    - Problemi relazionali familiari.

    Le convinzioni da sfatare

    - Non serve eliminare dalla dieta della madre che allatta particolari cibi (es. legumi, spinaci, cavoli). Alcuni alimenti possono conferire al latte un cattivo sapore ma non indurre le coliche nel bambino. E' invece consigliabile ridurre l'assunzione di bevande eccitanti (the, caffè, cioccolata).
    - Responsabile delle coliche non è il latte materno troppo ''grasso''.
    - Non è vero che le coliche sono da imputare ad un atteggiamento eccessivamente ansioso della madre (è più probabile che l'ansia della madre sia una conseguenza più che una causa).
    - Il ''ruttino'' dopo la poppata non è un evento irrinunciabile e non deve diventare un'ossessione.
    - Non serve utilizzare i sondini rettali o il termometro per favorire l'uscita dell'aria dall'intestino; ciò, al contrario, provoca spesso irritazione e nervosismo nel bambino.

    Consigli pratici
    - Come prima cosa quando si allatta il piccolo al seno, fare aderire bene la bocca la capezzolo della madre in modo tale da evitare che il neonato introduca aria oltre al latte. Se si allatta al biberon, fare in modo che la bocca del piccolo aderisca bene alla tettarella del biberon, per evitare che il bimbo introduca aria. Ci si accorge che il piccolo sta introducendo aria poiché emette il suono della suzione a vuoto. In questo caso non sta succhiando aria, ma sta ingurgitando aria poiché la sua bocca non riesce ad avere una presa valida sul capezzolo della mamma sulla tettarella del biberon.
    - Si può prendere il bimbo in braccio a pancia in giù facendo aderire la vostra mano sul pancino del piccolo, ninnandolo avanti e in dietro con il braccio, mentre l’alta mano, mentre l’altra mano picchietta leggermente sul sederino, favorendo la discesa dell’aria e sua eventuale espulsione.
    - Prendere le gambe del neonato e farle aderire flettendole sull’ addome avanti e indietro in modo tale che la pressione leggera esercitata da questo movimento possa favorire l’ espulsione dell’ aria.
    - Facilitare la fuoriuscita dell’aria massaggiando il pancino con movimenti concentrici rivolti verso il basso per favorire spontaneamente la discesa dell’ aria e sua eventuale espulsione.
    - Se si possiede un seggiolino vibrante utilizzatelo. Le vibrazioni del seggiolino possono facilitare la discesa dell’aria presente nel pancino.
    - Favorire un ‘ambiente sereno privo di stimoli forti quali luce e rumori che potrebbero infastidire il piccolo. Creare un ambiente con luce soffusa e priva di frastuoni. Si può ricorrere anche alla musicoterapia.
    - Se la madre assume grande quantità di latte o suoi derivati , diminuire il quantitativo di latte e derivati introdotti.
    - Fare assumere delle tisane a base di finocchio liquirizia malva o camomilla.
    - Evitare tensioni familiari tra i genitori. Ricordarsi che i bambini sono molto sensibili e capaci di captare il nervosismo e la tensione.

    Rimedi farmacologici
    Quasi tutti i pediatri di fronte a una mamma che si lamenta per le coliche prescrivono qualche farmaco:
    - Simeticone (nomi commerciali Meteosim, Mylicon, Simecrin e Simetic), farmaco da banco molto utilizzato.
    - Cimetropio bromuro (nome commerciale Alginor)
    - All'estero sono invece usati Diciclomide e Dicicloverina, non commercializzati in Italia per il rischio di effetti collaterali.

    A volte vengono proposti prodotti omeopatici oppure tisane di finocchio (es. Colimil).

    Ricordiamo di non dare mai farmaci al bambino senza il consiglio del pediatra.


    Se le coliche si ripetono con una certa frequenza e gravità è bene consultare il pediatra che potrà procedere ad eventuali accertamenti.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Quelli di sempre
    Posts
    9,662

    Status
    Offline
    imageLUSSYYYYYYYYYY.... :a514.gif: :0048.gif:
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE LUSSY
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    La nuova vita della neo mamma e del neonato.


    image

    Ogni mamma “in dolce attesa”, in gravidanza, immagina, spesso anche in modo dettagliato, i momenti che trascorrerà con il suo bambino una volta che potrà prendersene cura. Eppure, per quanto ci possiamo immaginare, la realtà risulta sempre più complessa e delicata da affrontare. Nei primi giorni dal parto, la mamma è estremamente fragile: il parto stesso e l’allattamento sono due grandi eventi che portano stanchezza su diversi piani: da quello fisico a quello emotivo e più sottile per tutto ciò che va a significare. E’ il momento di allineare la nostra vita ed i nostri ritmi con quelli del nostro bambino: da qui, l’importanza di ritagliarsi degli spazi in cui riposare ed occuparsi esclusivamente di lui, entrando sempre più in contatto con il suo mondo. La mamma deve quindi essere sostenuta nel gestire la casa.




    Ciuccio neonato: lo aiuta a sentirsi meno solo


    image

    Il ciuccio è un oggetto molto utile fin dai primi mesi di vita del piccolo perché ha un prezioso effetto rassicurante. Quando da una delle ecografie che si fanno durante la gravidanza, i genitori “vedono” il loro bambino intento a succhiarsi il pollice provano un po’ di sorpresa ma soprattutto molta tenerezza.
    Non sempre si pensa, infatti, che la suzione è un istinto naturale, presente addirittura già nel grembo materno. La funzione della suzione è quindi, forse la più innata tra quelle del neonato in quanto succhiare soddisfa un bisogno primario, quello della nutrizione, e permette al piccolo di stabilire un contatto diretto con la mamma se viene allattato al seno.
    Il ciuccio rappresenta un surrogato della suzione e non è un caso che richiami, come forma, il capezzolo materno. Gli aspetti positivi per il bambino che sono attribuiti al ciuccio sono tanti. Ecco i principali:
    - rilassamento;
    - consolazione;
    - rassicurazione;
    - gratificazione;
    - addormentamento;
    - protezione.
    E’ evidente, quindi, come il ciuccio abbia più che altro un significato psicologico, in quanto è utile soprattutto per attenuare il senso di solitudine del piccolo quando la mamma si allontana da lui, per esempio per andare al lavoro o quando è il momento della nanna. Il ciuccio serve anche a placare il pianto del bambino. Tuttavia, è bene che i genitori non ricorrano subito al succhietto per “zittire” il piccolo senza avere prima cercato di capire il motivo per cui sta piangendo: se per fame, stanchezza o malessere.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    moderatori
    Posts
    43,236

    Status
    Offline
    GRAZIE LUSSY
     
    Top
    .
  6. arca1959
     
    .

    User deleted


    grazie Lussy
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    La scelta del nome



    image



    La scelta del nome è una grande responsabilità per i genitori, in quanto si tratta di scegliere per conto di un'altra persona un aspetto che condizionerà tutta la sua vita


    La scelta del nome è una grande responsabilità per i genitori, in quanto si tratta di scegliere per conto di un'altra persona un aspetto che condizionerà tutta la sua vita. Per questo le riflessioni in questo senso risultano spesso lunghe e non prive di dubbi e ripensamenti, tra nonni insistenti affinchè il loro nome riviva nel piccolo nascituro e rigurgiti adolescenziali che vorrebbero imporre il nome della propria rockstar del cuore.
    E qui si pone la prima domanda: che significato ha per voi il fatto di usare il nome che è stato di qualcun altro di vostra conoscenza, che sia un parente, un amico o una celebrità? Chiaramente, il nuovo venuto darà al nome un significato completamente unico ed esclusivo, dissociato dalla persona che vi ha, per così dire, dato lo spunto. Ciò posto, potrete valutare quanto è importante per voi ricordare una persona attraverso il nome di vostro figlio, e quali valenze ha (ad esempio, sperare che in vostro figlio si sviluppino gli stessi pregi della persona da cui prende il nome).
    Se si sceglie la via della riflessione oculata in luogo dell'approccio emozionale, gli aspetti da valutare nella scelta del nome sono tantissimi. Un altro aspetto è la "fama" di alcuni nomi, che vengono ritenuti troppo "da vecchi" o viceversa "da bambini", o peggio. In realtà la qualità del nome la fa chi lo porta, ed è chiaro che una ragazza non sembrerà più vecchia o più giovane in virtù del suo nome, senza contare che la percezione dei nomi è enormemente diversa a seconda dei contesti e delle culture.
    Lo stravagante, invece, è universale. I divi di Hollywood sembrano ormai patentati nel dare ai figli i nomi più strani ed improbabili: Apple, Maria Lourdes, Suri, Maddox e Zahara sono solo alcuni dei nomi-impiastro capitati in sorte a poveri sventurati non ancora in età per ribellarsi. In Italia il bizzarro generalmente fa molto coatto, e qui non si può non ricordare Verdone in Viaggi di Nozze che propone alla moglie/Gerini di chiamare il povero pargolo Kevin.
    Forse non è giusto segnare eccessivamente il bambino con una parte di noi, e per lo stesso motivo è bene evitare i nomi ideologici o eccessivamente dedicati.
    Altra questione spinosa sono i nomi troppo usati, troppo frequenti all'interno della famiglia o troppo alla moda: quei nomi che, o sono così classici da essere reputati banali da alcuni, oppure che misteriosamente vengono usati in modo massiccio in un determinato periodo. Anche qui è a discrezione del genitore valutare quanto sia importante per il bambino ritrovarsi, ad esempio, in classe con altri omonimi, o avere un nome troppo poco caratterizzante.
    Una domanda molto frequente dei futuri genitori è quella se scegliere un nome corto o lungo: il rischio, nel secondo caso, è che venga storpiato o accorciato in diminutivi non sempre azzeccati.
    Se in generale la scelta iniziale è quella di partire da un suono (nomi che piacciono di per sè) o da un significato (nome di una persona conosciuta o significato del nome in sè), i credenti nella numerologia tengono conto poi di numerosi altri fattori. Per chi crede nel potere dei numeri la scelta del nome da dare al bambino è importantissima e in grado di influenzare tutto il suo futuro, nella misura in cui le lettere del nome del bambino si traducono in numeri, da sole o in combinazione con il cognome e la data di nascita. Visto che ogni lettera corrisponde a un numero, per chi si sente di dar credito alla divinazione numerologica risulta relativamente semplice scoprire quale influenza potrà avere sul bambino il nome prescelto, ma attenzione anche alle combinazioni tra numeri che potrebbero dare origine a significati diversi.
    Una valida guida sulla scelta del nome è Il libro dei nomi di Dario Spada; per ridere un pò, se sapete l'inglese, consigliamo invece Bad Baby Names (brutti nomi per bambini) di Michael Sherrod and Matthew Rayback
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Portare insieme i gemelli nella fascia: possibile, pratico e utile

    image



    Ebbene sì, anche i gemelli possono essere portati in fascia contemporaneamente! Non solo è possibile ma è anche utile, benefico e pratico!
    Appena nati i gemelli di solito sono molto piccoli e il loro peso, spesso, equivale a quello di un solo
    bimbo. Inizialmente quindi possono essere portati davanti, entrambi all'interno della stessa fascia tubolare o anche di una fascia ad anelli. Oppure possono essere portati con la fascia lunga, in posizione
    rannicchiata verticalmente con il viso appoggiato al petto della mamma.
    Se poi, i gemelli vengono separati alla nascita per ragioni mediche, è ancora più importante ristabilire tra loro quel contatto e quella vicinanza che li ha accompagnati durante nove mesi.
    I gemelli portati in fascia rivivono infatti le condizioni vissute in utero materno: vicinanza, calore, contatto.

    image



    Quando diventano più grandi è possibile portarli all’interno di due fasce, come mostra la fotografia
    (io non avevo a disposizione due modelli in carne e d ossa!!). Per vedere invece delle fotografie di
    gemelli portati clicca qui

    Oppure, quando i gemellini sono più grandi, il metodo migliore a cui ricorrere è l'uso di due mei tai contemporaneamente: uno davanti e uno sulla schiena!
    Lo stesso sistema può essere utilizzato per portare due bimbi più grandi: nella foto i cuginetti hanno un anno.

    Sul sito Il Mondo dei Gemelli potete trovare altre fotografie e tecniche da utilizzare per portare due piccolini contemporaneamente.

    image




    E ora la testimonianza di una mamma che ha portato le sue gemelle perchè niente è più efficace, per far comprendere come sia possibile portare due bimbi, del racconto di una mamma che lo ha provato. Perciò grazie a Marisa, mamma di due gemelline, che ha voluto condividere con noi la sua esperienza.

    Ecco cosa ci racconta:

    Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto... io da adolesente dicevo a chiunque mi chiedesse cosa volessi fare da grande, rispondevo:

    trovare un principe azzurro, sposarmi giovane e avere due gemelline.

    Questo era ed è la mia idea di famiglia che magicamente è arrivata. Immaginate il mio stupore quando ho scoperto di avere in grembo due piccole creature, non essendoci familiarità gemellare... beh che dire... la donna più felice del mondo!

    Durante la gravidanza, ho letto molti libri e mi sono documentata su internet, grazie anche al sito di Mamma Canguro ho scoperto le fasce porta bebè come alternativa al marsupio che non avrei potuto utilizzare dalla nascita per una scorretta postura della loro tenera colonna vertebrale.
    Pensavo e ripensavo, chissà se sarà comoda e sicura, se la utilizzerò, se riuscirò a portare entrambe le bimbe...

    Ne ho acquistata una e ho detto: proviamo.

    Le mie bimbe alla nascita pesavano poco più di 2 kg, sapevo dell'importanza di ricreare un ambiente confortevole, con il profumo e il battito cardiaco della loro mamma come quello che hanno sentito per 8 mesi. Per dare a loro un accoglienza più dolce in questo mondo così grande e nuovo, per farle capire che in qualsiasi momento mamma e papà le proteggeranno.

    Appena tornate a casa dall'ospedale ho sperimentato la mia super fascia arancione con occhi stupiti dei parenti e amici (avevo fatto mille prove con i bambolotti), beh che dire... MAGNIFICO... loro si addormentavano all'istante e a me sembrava di riaverle nel pancione. Avvolgono perfettamente e sono sicurissime (a parer mio molto più del marsupio),ne abbiamo subito presa un'altra per il mio compagno che porta con molto orgoglio. Inizialmente una per uno ma poi all'età di 2 mesi quando sono iniziate le coliche le tenevo io insieme...in quei momenti nessuno è come la mamma :-)....

    Visto che avevo 2 fasce le utilizzavo entrambe ma è possibile portarle anche in una sola.

    Con questo sistema abbiamo potuto fare qualsiasi cosa: passeggiate su terreni sterrati nei quali la carrozzina non andava molto bene, spesa nei supermercati nei quali con le mani dovevo spingere il carrello, ho potuto cenare anche in pizzeria mentre loro pisolavano sui nostri petti e soprattutto quando le allattavo di notte, riuscivo a farle riaddormentare subito senza dover chiedere aiuto a nessuno.

    Consiglio vivamente a tutte le mamme questo metodo non convenzionale in occidente ma veramente stupendo e utile.
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    Il secondo mese


    image




    Arrivato al secondo mese, convenzionalmente il bambino non è più considerato neonato. La fase di "rodaggio" può dirsi conclusa anche se per molti aspetti la sua vita non è molto diversa da quella del primo mese. L'alimentazione consiste ancora esclusivamente, nell'allattamento, anche se il ritmo è diventato più veloce e la poppata più breve.P ossono diventare più frequenti alcuni piccoli disturbi che comunque sono comuni e non devono destare preoccupazione anche se alla fine del secondo mese potranno essere più frequenti le coliche gassose.
    Per quanto riguarda lo sviluppo, alla fine del mese il bambino ha accresciuto le sue dimensioni, il peso, la lunghezza e la circonferenza cranica ma soprattutto, rispetto al primo mese, ha fatto grandi progressi nello sviluppo dei movimenti e nella socializzazione.
    Il bambino ha acquisito una maggiore padronanza dei movimenti, passando dai riflessi incondizionati ai movimenti volontari, riesce a muovere gli arti superiori separatamente, se messo bocconi riesce a sollevarsi, sia pure per pochi secondi, puntando i gomiti. Sempre alla fine del secondo mese, di solito il bambino inizia a sorridere alla mamma e a riconoscere le persone. Il suo principale mezzo di comunicazione rimane il pianto che sempre più spesso è intervallato da vocali e gorgheggi.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Il contatto con la mamma riscalda il neonato



    image



    l contatto pelle a pelle della neomamma col neonato è importante per diversi motivi che collaborano alla creazione del rapporto mamma-bambino lo rafforzano e lo rendono affiatato.

    Questo tipo di contatto facilita l'allattamento al seno, stabilizza i parametri fisiologici del neonato e soprattutto aiuta la termoregolazione del piccolo.

    Nonostante ciò però c'è ancora chi è scettico e teme che tenere madre e figlio pelle a pelle troppo a lungo possa invece rischiare la termoregolazione, abbassando troppo la temperatura corporea di quest'ultimo o, se ci fosse difficoltà nell'allattamento, minare il vero e proprio benessere del neonato.

    Per approfondire questo argomento e cerare di risolvere i dubbi la rivista Birth ha pubblicato uno studio, effettuato dalla Case Western Reserve Univeristy di Cleveland in Ohio, che ha preso in esame 48 coppie madre-figlio che avevano difficoltà di allattamento e ne ha favorito il contatto pelle a pelle.

    La temperatura corporea dei neonati è stata tenuta sotto controllo, misurandola prima, durante e dopo tre poppate consecutive, ed il risultato è che durante il contatto pelle a pelle è sempre stata fra i 36,5 ed i 37,6 gradi.

    I ricercatori hanno quindi concluso che i neonati giovano del contatto con la pelle della mamma raggiungendo una temperatura termo neutrale.

    Fonte: British
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    I neonati? Apprendono durante il sonno e sognano ad occhi aperti

    .

    image



    Cosa pensa un bambino, anzi un neonato? Cosa gli frulla nella testa? E soprattutto cosa sogna un bimbo di pochi mesi? Quante volte le mamme si fanno queste domande per riuscire a scoprire a fondo il mondo dei loro figli appena nati.
    Bene se si parla di sogni e di sonno un gruppo di ricercatori della Florida ci ha illuminato, tramite uno studio accurato, dimostrando che il cervello dei neonati inizia subito a lavorare anche nei primi giorni di vita tanto che è sempre propenso ad apprendere anche durante il sonno.
    I ricercatori hanno analizzato un gruppo di 26 bambini nati da soli due giorni e li hanno monitorati mentre dormivano rilevando una significativa attività cerebrale, in particolare gli hanno fatto ascoltare una musica soffiando con delicatezza sulle loro palpebre. Quando poi si sono svegliati i piccoli risentendo la stessa melodia hanno avuto la reazione istintiva di stringere gli occhi.
    Tutto ciò ha portato i ricercatori americani, e in particolare la psicologa Dana Byrd, a concludere che anche i neonati metabolizzano nel sonno ciò che apprendono da svegli, e anzi hanno un cervello davvero molto evoluto che assorbe le informazioni come una spugna e dimostra una forma di apprendimento che non è rilevabile nemmeno fra gli adulti.
    Ad analizzare invece i pensieri dei neonati quando sono svegli ci ha pensato un gruppo di ricercatori dell'Imperial College di Londra che, sempre tramite uno studio, ha evidenziato che i bimbi appena nati sognano ad occhi aperti, cioè hanno un cervello già capace di stabilire le connessioni necessarie a ricordare e fantasticare.
    Lo studio in particolare ha analizzato un campione di settanta bambini di età differenti osservando e verificando come le connessioni neuronali siano già formate al momento della nascita.
    Da ciò hanno quindi anch'essi concluso che il cervello dei neonati è molto più sviluppato di quanto si è sempre pensato tanto da riuscire ad avere capacità introspettive fin da subito.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Le fasi del parto, tappe del viaggio verso la luce


    image



    Sono stati nove mesi di tranquillità, per il bambino: il tepore del liquido amniotico, l’oscurità quasi assoluta, il battito del cuore materno. Ma tutto questo sta per cambiare, perché è arrivato il momento di nascere.

    Via libera al travaglio


    Il bambino lo sa ed è pronto per affrontare la prova, per condividere con la mamma l’impegno del parto. È lui a prendere le decisioni importanti. Qualche giorno prima del travaglio le sue ghiandole surrenali hanno iniziato a secernere deidroepiandrosterone solfato, un ormone che stimola la placenta a fabbricare gli estrogeni necessari alla formazione del latte. E la sua ipofisi collabora con quella materna alla produzione di ossitocina, un altro ormone che favorirà le contrazioni uterine. Inoltre, da un paio di settimane il bebè si è capovolto, rannicchiandosi nella posizione giusta per aprirsi la strada verso la luce. A 7-8 ore dal lieto evento (qualcuna di più se la donna è al primo figlio), la sua testa preme sul collo dell’utero.
    È il segnale che dà il via alle contrazioni del travaglio: ogni 15-20 minuti per le prime due ore, poi sempre più ravvicinate, fino a susseguirsi ogni 4 o 5 minuti. A ogni contrazione, della durata di circa 45 secondi, la muscolatura dell’utero comprime la sacca amniotica e trasmette una maggiore pressione al corpo.
    Il bambino non sta soffrendo, ma il suo organismo è sottoposto a un piccolo stress al quale non è abituato. Lo schiacciamento diminuisce anche il flusso all’interno del cordone ombelicale e abbassa l’ossigenazione fetale del 10% circa. Questo determina un aumento della pressione sanguigna e anche della frequenza cardiaca, che accelera di circa 5 battiti (partendo da una media di 140 al minuto) per poi normalizzarsi durante le pause tra una doglia e l’altra.

    Sospeso fra due ambienti


    Le contrazioni del travaglio hanno anche l’effetto di spingere la testina contro il collo dell’utero, facendolo dilatare e dando al bambino un senso di schiacciamento, una specie di “cerchio alla testa”.
    Le spinte provocano la lacerazione del sacco nella zona sollecitata dalla sommità del cranio e si ha una prima fuoriuscita di liquido amniotico. Ora il piccolo si trova fra due ambienti diversi: da una parte il corpo, ancora compresso dall’utero, dall’altra la testa affacciata al canale del parto (il tratto cervice-vagina) e soggetta alla pressione atmosferica. Questa, essendo inferiore, provoca un risucchio, i liquidi interni affluiscono e si accumulano sotto la cute. Se il travaglio dura più del previsto, in genere si forma un edema sulla sommità del capo, una specie di bernoccolo che, dopo il parto, sparisce da solo.
    Adesso la dilatazione è completa e il momento di venire al mondo si avvicina. In alcuni casi, il piccolo deve sopportare un’altra sollecitazione: se, durante il travaglio, il battito cardiaco veniva misurato attraverso il ventre materno, ora l’ostetrica applica un elettrodo (un sottile filo metallico) sulla testina.

    Un vigoroso massaggio


    Questa è la fase di maggiore impegno, sia per la mamma sia per il bambino, che con la testa comincia a percorrere lentamente il canale del parto: per coprire una distanza di soli 10-12 cm impiegherà infatti circa tre quarti d’ora. Tenendo il capo reclinato sul petto, il bebè non è ancora in grado di vedere la luce. D’altra parte, non avrebbe nemmeno il tempo di farci caso, perché a questo punto lo sforzo e la concentrazione sono al culmine. Il canale è largo esattamente quanto la circonferenza delle testa (circa 30 cm) e le morbide pareti premono con decisione sul piccolo: alle contrazioni dell’utero si sono aggiunte le spinte da parte della madre. La sensazione, per lui, è quella di un vigoroso massaggio.
    Ora il suo organismo sta affrontando una prova faticosa. È come se un adulto continuasse a correre i 100 metri a tutta velocità per un’ora, facendo solo brevi pause per riprendere fiato. Lo sforzo, cui si aggiunge un’ossigenazione ridotta a causa dello schiacciamento del cordone, è superiore a quello affrontato nella prima fase del travaglio, tanto che adesso la reazione del suo corpo è opposta: a ogni spinta non corrisponde più l’aumento di qualche battito, bensì una forte diminuzione (da 140 fino a 90). Tutto ciò è normale perché il piccolo sta spendendo parecchie energie, ma niente paura: è attrezzato per farlo.

    Ora arriva la testina


    Ed ecco che l’impegno è stato ricompensato. La testa è uscita completamente e c’è lo stupore della luce improvvisa (anche se le ostetriche che praticano il parto “dolce” a questo punto abbassano l’illuminazione). In genere, basta un’ulteriore spinta per far seguire anche le spalle e quindi l’intero corpo.
    Tra un passaggio e l’altro è possibile che il faccino perda il colore roseo, diventando leggermente cianotico. È un fenomeno normale: si verifica infatti una stagnazione sanguigna dovuta al fatto che il corpo, ancora compresso nel canale, fa affluire il sangue arterioso alla testa, ma fatica a ricevere quello venoso di ritorno. Con la nascita tutto tornerà alla normalità.

    Un respiro di sollievo


    Quando il bimbo esce dal pancione, il senso di compressione scompare e i polmoni si possono espandere.
    Le vie aeree sono però piene di liquido e c’è un momento di “apnea fisiologica” in attesa del primo respiro. L’ostetrica ne approfitta per liberarle aspirando con una cannula. Il piccolo, a sua volta, recupera le energie a tempo di record. Infine l’aria affluisce nel corpo, seguita da un pianto liberatorio. Che cosa significa questo primo strillo? Sollievo per avere superato l’ostacolo? Fastidio per il gas sconosciuto che irrita i polmoni? Disagio per il freddo sulla pelle? Forse tutte queste cose insieme. Ma è un disorientamento di breve durata, perché il bebè verrà subito adagiato sul ventre materno, dove ritroverà il tepore, il profumo e il ritmo del cuore con cui ha vissuto per tanti mesi.
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Isolani
    Posts
    653

    Status
    Offline


    Screening neonatali: i controlli alla nascita



    image


    ndice di Apgar, misurazione di peso e lunghezza, prelievo dal tallone... Tutti gli esami a cui il vostro bambino viene sottoposto appena nato. Di cosa si tratta e a cosa servono.



    Per verificare il suo stato di salute, alla nascita il bebè viene sottoposto a una serie di controlli. Vediamo di che cosa si tratta.

    A un minuto dalla nascita: l’indice di Apgar
    Subito dopo il taglio del cordone ombelicale, il neonato riceve la sua prima “pagella” attraverso l’indice di Apgar, un test che prende il nome dall’ostetrica-anestesista americana che lo ideò, agli inizi degli anni ’50. È un esame che non si basa su analisi o strumentazioni, ma sulla valutazione dello stato di benessere del piccolo. Viene assegnato un punteggio ai cinque principali parametri vitali: attività respiratoria, frequenza del battito cardiaco, tono muscolare, colorito, riflessi. La somma dei punti può arrivare a un massimo di 10, a indicare un bebè in ottime condizioni, ma sono ritenuti accettabili i valori superiori a 7.
    Il test viene effettuato al primo minuto dopo la nascita e poi, di nuovo, al quinto – in alcuni casi, anche al decimo e poi ogni 5 minuti – qualora l’adattamento alla vita extrauterina richieda un po’ più di tempo.

    Prima di uscire dalla sala parto, due misure di prevenzione

    Oltre al controllo clinico dello stato generale del neonato, in sala parto vengono registrati quei parametri che saranno poi costantemente aggiornati nelle visite pediatriche che seguiranno e che sono molto importanti per tenere sotto controllo lo sviluppo del piccolo: il peso (la media è di 3,2 kg per le bambine e di 3,3 kg per i maschietti), la lunghezza (in media 49 cm per le bambine, 50 per i maschi), la circonferenza cranica (circa 35 cm per entrambi i sessi).
    Quindi, prima che lasci la sala parto, e comunque entro le prime due ore di vita, il bebè viene sottoposto a due misure di prevenzione. La prima consiste nella somministrazione di vitamina K (profilassi per la malattia emorragica del neonato) sotto forma di una piccola iniezione nella coscia o di goccine per bocca; la seconda (profilassi per l’infezione gonococcica e la congiuntivite batterica) nell’instillazione negli occhietti di un collirio antibiotico.

    Ma chi esegue questi controlli? In alcuni Centri Nascita il pediatra è presente a tutti i parti ed è lui a visitare il neonato; in altri, test e profilassi vengono eseguiti da un’ostetrica. In genere, però, entro le prime sei-otto ore di vita ogni piccolo viene visitato anche da un medico che ne rileva, tra l’altro, le competenze motorie, sensoriali e comportamentali. Il controllo dell’attacco al seno, invece, di competenza dell’ostetrica o dell’infermiera, viene eseguito almeno ogni otto ore nelle prime 24, e successivamente ogni volta che c’è bisogno.

    I test di screening
    Effettuati in genere tra le 48 e le 72 ore di vita, si tratta di esami che servono a individuare il più precocemente possibile alcune patologie altrimenti difficili da diagnosticare (il neonato che ne è affetto in apparenza è sano) e per le quali è fondamentale intervenire tempestivamente. È importante sottolineare che si tratta di test di primo livello, il cui risultato non costituisce una diagnosi definitiva, ma semplicemente un indice di rischio. L’esito positivo del test, quindi, non deve far pensare al peggio, ma va considerato come una bandierina rossa che deve essere valutata meglio.

    Un prelievo dal tallone
    Screening metabolico o Test di Guthrie, serve per verificare l’eventuale presenza di alcune malattie piuttosto gravi: l’ipotiroidismo congenito, la fenilchetonuria e la fibrosi cistica. L’esame consiste nel prelievo di qualche goccia di sangue dal tallone del neonato: in genere lo si esegue mentre il piccolo è attaccato al seno, in modo che avverta meno la sensazione dolorosa. Il sangue prelevato viene messo su un particolare cartoncino assorbente e inviato a un laboratorio specializzato.
    La risposta giunge di solito entro circa 15 giorni. n genere, se l’esito è positivo la mamma viene richiamata, altrimenti no. A meno che, come talvolta succede, non ci sia stato qualche problema tecnico nell’esecuzione del test: in questo caso la mamma e il piccolo vengono riconvocati al Punto Nascita per ripeterlo. Altro motivo per non allarmarsi: i “falsi positivi” sono piuttosto numerosi. Capita abbastanza spesso che il dubbio suscitato dal primo test si dissolva completamente di fronte a un’indagine più approfondita.
    L’esame a occhi e orecchie
    Altri test di screening sono quello del riflesso rosso e quello dell’udito. In entrambi i casi, l’invasività è minima e l’esito è immediato. Nel primo, con uno speciale apparecchio viene controllato il riflesso rosso del fondo oculare per verificare che l’occhio sia ben conformato. Nel secondo, grazie a un piccolo sensore inserito nel condotto uditivo esterno e collegato a un’apposita macchinetta, si rilevano le cosiddette otoemissioni acustiche, segno che l’orecchio è ben strutturato e conduce bene il suono.
    Per scongiurare problemi all’anca
    La manovra di Ortolani è un particolare movimento che il pediatra fa compiere alle gambine del bambino per verificare che la testa del femore sia ben centrata nella sua sede, l’acetabolo. Questa manovra serve per la diagnosi precoce di una malformazione, la displasia congenita dell’anca. Se nel compierla si ha il dubbio che sia presente un’anomalia o se esistono fattori di rischio (familiari affetti dalla patologia), in genere si richiede un’ecografia entro i primi 15 giorni di vita per accertare la situazione.
     
    Top
    .
  14. gheagabry
     
    .

    User deleted




    Quando gli occhi di un bambino vengono al mondo… Non c’è parola che lo descriva fino in fondo: Le palpebre son sipari spauriti e innocenti, dalle materne cavità acquatiche emergenti, e si levano d’un tratto tremanti, scosse da venti potenti piccoli veli sgomenti. Mostrano increduli pupille, vinta la nascita tra dubbi e faville, immenso stupore le colora fulgente iridi di fuoco divino nascente. Poesia di luce li riempie infinita L’inesauribile semplicità della vita. S’alza vibrando dal pianeta visibile, l’aurora lattea del dono invisibile Felice l’eco di ninne, di culle, di dolci nidi amor di amati canti e ancor più amati lidi.
    (dal web)


    image




    .
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Millennium Member

    Group
    Administrator
    Posts
    112,793
    Location
    Milano

    Status
    Offline

    Curare i capelli e le unghie dei neonati


    image

    L’igiene e del neonato è una delle cose più importanti e anche più difficili per le neo mamme. La paura di fargli del male o di non essere all’altezza di un compito così delicato a volte rischia di prendere il sopravvento. Ma in realtà solo l’esperienza riuscirà a rassicuravi. Dunque non desistete mai.
    Una delle fasi più complesse è lo shampoo. In genere i bambini, soprattutto se molto piccoli, non sono mai inclini a stare fermi durante questa operazione. Per invogliarli sarà sufficiente presentare tutto come un gioco divertente da fare tra le braccia di mamma e papà.


    Alcuni bambini vengono al mondo già con una folta chioma. Un evento assai raro per la verità. Comunque a prescindere dalla quantità e consistenza dei capelli questi sono destinati a cadere nel giro di poche settimane per lasciar posto a quelli futuri e definitivi. Quindi all’inizio il bambino non avrà bisogno di cure particolari, basterà passargli sul cuoio capelluto un’asciugamano o una spugna. Delicatamente ma con energia senza aver paura di toccargli la testa.
    I capelli andrebbero lavati almeno un paio di volte a settimana. Il primo passo è quello di avere tutto l’occorrente a portata di mano e cioè: due asciugamani morbidi e caldi, uno shampoo delicato e una ciotola di plastica per versare l’acqua sul capo del piccolo.

    Una volta preparato il tutto bisognerà riempire una vaschetta di acqua calda (mai superiore si 30 gradi) stando ben attente a controllare la temperatura con il solito metodo del gomito o con un più professionale termometro. Dopo di che spogliate per metà il piccolo e avvolgetelo fino al collo con uno dei due asciugamani. Mettendolo di fronte inclinate leggermente la testa verso la vaschetta sostenendolo fra capo e collo con una mano, mentre con l’altra procederete a bagnargli la testa. Molti bambini piangono a contatto con l’acqua soprattutto per il fastidio provocato da qualche gocciolina che scivola sugli occhi o sul viso. Cercate di evitare il più possibile di bagnargli il viso.
    Per i bimbi appena nati lo shampoo non è necessario, ma se voi preferite utilizzarlo, basterà usarne una quantità piccolissima e cominciare a massaggiare dalla parte posteriore del capo procedendo pian piano in avanti fino alla testa. Per togliere lo shampoo usate la mano bagnata oppure una piccola tazza. L’importante è evitare con cura che la schiuma finisca negli occhi rischiando di irritare il bambino.
    Una volta finito tamponate la testa con l’altro asciugamano che avrete avuto cura di tenere al caldo e poi copritegli la testa con cura.
    Uno dei problemi più frequenti che colpisce il cuoio capelluto dei neonati è quello della crosta lattea. Si tratta di un fenomeno non grave che di solito scompare in poche settimane, ma che può provocare un’irritazione al cuoio capelluto. Per eliminare l’effetto antiestetico e curare la dermatite basterà ammorbidire le croste con un olio emolliente, magari tenuto sul capo per tutta la notte per poi lavare e spazzolare (con una spazzola morbida) la testa del bambino il giorno seguente.
    Un altro momento, a ragione, di grande apprensione è il taglio delle unghie dei piedi e delle mani. In genere i bambini durante questa operazione si dimenano e la paura è proprio quella di tagliargli. Innanzitutto è necessario sapere che le unghie dei bambini sono molto deboli e si sfaldano facilmente. Comunque è bene cercare di tenerle sempre corte per evitare che si faccia del male stropicciandosi gli occhi.
    È necessario munirsi di forbicine con la punta arrotondata per evitare tagli. Cercare di seguire la curva naturale delle unghie senza tagliarle in profondità. Con decisione prendi il dito del bambino tra il pollice e l’indice tenendo fermo il resto con la mano. Se il bambino è particolarmente agitato provate a tagliargli le unghie mentre dorme. Sarà un buon compromesso.
    Se all’inizio tutto può sembrare difficile e molto complesso non abbiate paura, pian piano diventerà un gesto del tutto naturale. L’importante sarà infondere sicurezza al vostro piccolo.

     
    Top
    .
65 replies since 13/3/2011, 18:55   11278 views
  Share  
.