Quando e' l'ora di fare la nanna....

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    La favola dei palloncini colorati



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    C'era una volta, non tanto tempo fa, molto lontano
    da qui, un paese in bianco e nero.
    Con tante ombre al posto dei colori.
    Un giorno arrivò un signore che portava, legati ad un
    polso, una miriade di palloncini di ogni colore.
    Appena lo vide, si avvicinò un bambino e gli chiese
    perchè quelle strane sfere non fossero bianche e nere.
    Allora il signore gli rispose che veniva da un paese
    dove ogni cosa aveva un colore.
    Proprio come quei palloncini.
    Il bimbo gli domandò un palloncino e il signore
    decise di regalarglieli tutti.
    Si chinò su di lui e glieli tese.
    Il bambino li afferrò, ma d'improvviso cominciò a
    sollevarsi da terra con tutti i palloncini.
    Il signore lo afferrò e il bimbo, spaventato, decise
    di lasciarli andare.
    E appena toccò terra alzò gli occhi verso il cielo.
    Vide quell'enorme quantità di palloncini, con tutti
    quegli strani colori che non aveva mai visto,
    liberarsi in quell'infinita macchia bianco-nera
    che rappresentava l'unico mondo che lui conosceva.
    Il suo CUORE si fermò.
    Era uno spettacolo meraviglioso: quei palloncini
    continuavano a volare in alto come luci sospese.
    Illuminavano il cielo come lampioni accesi, nel
    contrasto delle ombre che incombevano su quel paese.
    Ma d'un tratto, ecco che i palloncini azzurri
    cominciarono a scoppiare, colorando il cielo di
    un azzurro intenso. L'aria che ne uscì si
    tramutò in vento. Il vento cominciò a trasportare i
    palloncini ovunque. Quelli verdi si posarono sui prati
    e li colorarono.
    Quelli gialli fecero scoppiare il sole da cui spuntarono
    infiniti raggi giallo tenue che riscaldarono tutto il
    paese. Quelli variopinti colorarono i fiori e così,
    via via, tutto il paese pian piano acquistò COLORE

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    Il bambino smarrito e incredulo si voltò verso il signore
    per domandargli spiegazioni di tutto quello che era
    successo. Ma il signore dei palloncini colorati
    non c'era più. Era rimasto un unico palloncino rosso

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    che andò a posarsi sul cuore del bambino.
    Il palloncino si gonfiò e il suo cuore riprese a battere,
    rosso d'amore.
    Era nato un nuovo mondo dei colori
     
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    Vuole sempre l’orsacchiotto!
    Non si addormenta senza. Lasciarglielo o no?


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    La bambina, ormai quasi 2 anni, dorme nel suo lettino solo se ha con sé il suo orso di stoffa? Occorre cercare di toglierle quest’abitudine oppure no?

    Addormentarsi con un pupazzo non è un vizio da togliere. Anzi, è importante che l’adulto manifesti piena comprensione per questa esigenza del bambino e che, a maggior ragione, non lo derida.
    Per lui questo pupazzo ha un valore affettivo, perché è in grado di trasmettergli sicurezza.
    In psicologia viene chiamato “oggetto transizionale” perché aiuta il bambino a compiere il difficile passaggio dalla situazione di veglia in cui è accanto ai genitori, a quella di sonno, in cui è privato della presenza rassicurante delle persone che ama.
    Tanto che alcuni bambini si tengono stretto il loro pupazzo anche in altre situazioni “difficili”: per esempio al momento dell’entrata all’asilo nido oppure ogni volta che devono staccarsi temporaneamente dalla mamma. Anche questo è un modo per rafforzare la propria autonomia e diventare grandi.
    Va ricordato che nel caso di bambini molto piccoli, almeno fino ai 6 mesi, al contrario è meglio togliere dal lettone pupazzi e peluches. Un accorgimento consigliato dai pediatri per prevenire il rischio di SIDS (morte in culla).

     
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    il mio bimbo e la nanna.

    bimbi-teneri
    Consigli per il momento della nanna.



    Quando si diventa mamma non sempre si ha il manuale delle buone regole e delle buone abitudini per crescere il proprio figlio. Non siamo sicure che le abitudini che diamo al nostro piccolo siano quelle poi più sane e che un domani ci permettano di non essere schiave dei suoi capricci, dei sui lamenti.Il momento più brutto per le mamme è quello della nanna….O meglio, del momento nel quale le mamme vorrebbero i loro figli a nanna, nel loro lettuccio, ed invece se li ritrovano puntualmente in mezzo nel lettone, padroni di tutti i minimi spazi del materasso, lasciando mamma e papà appesi ai bordi del letto, in posizioni inverosimili!Tutte le tate, che fanno questo di mestiere, ed hanno studiato la psicologia infantile, sconsigliano assolutamente l’abitudine di mettere i figli, sin dai primi mesi, nel lettone con loro.Spesso questa decisione mette in crisi i genitori, soprattutto se sono alle prese con il primo figlio.La mamma si sente cattiva e senza cuore a lasciare il proprio piccolino di soli pochi mesi nella stanzetta nel suo lettino. Ma ricredetevi.Non solo questa è una delle principali abitudini da dare al proprio pargoletto, in modo che in maniera graduale si abitui al suo ambiente, senza dargli verso l’anno e mezzo un distacco improvviso e molto più traumatico da assimilare, ma vi permetterà anche di ritrovare l’intimità perduta da mesi con il vostro compagno.Le esperte assicurano a tutte le neo mamme che, una volta messa al mondo la propria creatura, diventa innato dentro di loro anche un sesto senso, che le permette di avvertire, di captare anche nel cuore della notte ogni singolo movimento, rumore, piccola tosse o lamento che il proprio figlio emette nel sonno.Quindi mamme, anche se contro il nostro essere ‘chiocce’, sappiate che abitudine migliore ai vostri figli, sia per il loro, ma soprattutto per il vostro bene, non potete dare. L’importante è preparare la stanzetta in modo che abbia tutti i confort, magari anche una radiolina per renderci più tranquille e perchè no, una piccola luce da notte, per rendere l’ambiente meno buio.Per far in modo che al piccolo risulti più naturale addormentarsi solo nel suo piccolo ‘nido’, sempre le tate suggeriscono di creare, pochi mesi prima della nascita, un piccolo pupazzetto, fatto con un pezzo di stoffa. Questo pupazzetto, chiamato ‘nanna’, va inserito nel letto dei genitori, in modo che per qualche mese possa assimilare l’odore della mamma e del papà. Questo permetterà al bimbo, una volta nel suo lettino, di non sentire la ‘mancanza’ delle due figure di riferimento, grazie all’odore che ‘la nanna’ emanerà.Anche perchè sappiate che i bambini, per avere un buon risveglio, devono effettuarlo nella stessa condizione in cui si sono addormentati. Ossia, se il piccolo si sarà addormentato al buio nel suo lettino, risvegliandosi in quella condizione non subirà piccoli traumi che gli indurranmo il pianto, se invece lui chiude gli occhi tra mamma e papà, e si risveglia da solo, il pianto sarà molto più probabile!
     
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    facciamo%20la%20nanna

    Ninna nanna

    Chiudi gli occhi, cucciolo mio
    che mamma vicino a te, rimane
    finchè nel sonno piano e
    dolcemente scivolerai.

    Dormi tranquillo, cucciolo mio
    sogna fate, castelli e zucchero filato,
    bianche e soffici nuvole dove riposare
    e arcobaleni colorati dove scivolare.

    Dormi adesso, cucciolo mio
    ti tengo la manina, ancora un pò
    saluta la luna che illumina la notte
    e sorridi alle stelle che brillano nel cielo.

    Riposa bene, cucciolo mio
    ti bacio una guancia senza svegliarti
    domani è vicino ma tu dormi ancora
    cucciolo piccino.

     
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    Quelli di sempre
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    bimbo-che-dorme

    Grazie Lussy...

     
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    Dolce%20mamma_thumb

     
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    Un, due, tre... nanna

    Se nella scrittura di un libro la parte più difficile è l'inizio, nella giornata di un bambino non ci sono dubbi che il momento più arduo sia la fine.

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    Richieste di rinvii, pianti, tentativi di fuga, suppliche, trattative su quale letto lo aspetti per la nanna, sono solo alcune delle manifestazioni di disagio con le quali tutte noi abbiamo avuto occasionalmente a che fare. Certo, di fronte a certe esplosioni pirotecniche già in corso è difficile mantenere la calma e non perdere la testa. Ecco perché il momento che precede il sonno deve essere il più possibile pensato e tutt'altro che improvvisato. Contrariamente a noi adulti, i bambini hanno bisogno di estrema chiarezza in tutte le situazioni, ivi inclusa quella che conduce al lettino, al punto che in gergo si parla di rituale pre-nanna per indicare tutta quella serie di momenti che precedono il congedo serale prima del sonno.
    Ovviamente non esiste una scaletta universale (solitamente si tratta del bagnetto, del massaggio successivo, del pannolino, del lavaggio dei dentini, della messa sotto le coperte e del bacio della buona notte finale) ma un solo ed importante concetto: attraverso la ripetizione rituale di quei gesti ogni sera, il bambino deve capire che è iniziato il conto alla rovescia per decollare ed atterrare tra le amorevoli braccia di Morfeo. Al momento di staccare il biglietto, però, non mancare di ricordargli tutto il bene che gli vuoi, sussurrandogli all'orecchio le parole più dolci che a sua volta ti sussurrerà il tuo cuore. E se la tua vena poetica non fosse proprio così marcata, nessuna paura: sicuramente non faticherai a trovare una canzone, la vostra canzone, che si porterà dentro per tutta la vita.

     
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    I nostri bimbi sognano?

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    Sicuramente lo avrete fatto migliaia di volte, rimanere immobili e in silenzio ad osservare il vostro bambino mentre dorme. E’ troppo bello!
    I piccoli quando riposano hanno un aspetto angelico. Un volto sereno.
    Io ho passato non so quante ore così! E chissà quante ne trascorrerò ancora.
    Ogni tanto accennano qualche sorriso.
    Io mi illudo: stanno pensando alla loro mamma
    Ma i bimbi sognano?
    L’ho chiesto alla nostra Psicologa Amica, la dottoressa Francesca Santarelli.
    Ecco cosa ci ha risposto:

    “Non so se lo sapete o se lo avete mai sentito dire, ma i sogni sono stati individuati e studiati per la prima volta da Freud, papà della psicologia, che definì l’attività onirica come “la via regia che conduce all’inconscio”, cioè attraverso i sogni il nostro inconscio trova modo di emergere e di affiorare alla nostra coscienza, comunicandoci sempre messaggi importanti sul nostro modo di essere e su come stiamo nella nostra interiorità. Attraverso i sogni possiamo manifestare anche disagi, conflitti e problematiche, non solo che stiamo vivendo attualmente, ma proiettiamo anche ciò che abita nel profondo di noi, fantasmi del passato e cio che accade nella nostra mente di cui spesso non ne siamo neanche consapevoli.
    Questo vale anche per i nostri bambini, se pur in maniera differente e cercherò di spiegarvi come e perche.
    Premettiamo che tutti i bambini sognano, fin da piccolissimi, solo che prima dei tre anni manca la capacità di raccontare ed è dunque difficile indagare sui loro sogni. Subito dopo, i piccoli fanno dei resoconti, ma spesso la fantasia e il sogno reale s’intrecciano in modo inconsapevole. Secondo Freud, i sogni infantili sono molto chiari, brevi e coerenti. Il loro contenuto è di solito trasparente: si tratta dell’adempimento di un desiderio diurno, o la copia fedele di vicende familiari e scolastiche.
    E’ solo dalla terza infanzia (5-11 anni) che inizia a formarsi il sogno simbolico, con messaggi mascherati ed enigmatici come quello degli adulti.
    Nei primi due anni di vita infatti, è difficile ottenere un resoconto dei sogni, per cui la valutazione del contenuto onirico è limitata. Sicuramente in questa fascia di età, l’attività onirica svolge un importante ruolo biologico e psicologico nel normale sviluppo del bambino stesso.
    E’ facile che il bambino, anche piccolissimo, abbia degli incubi, che non sa nemmeno raccontare. A volte si verificano dei sogni ricorrenti, quasi a riflettere un blocco che non riesce a superare. E’ importante che l’adulto accolga le sue associazioni spontanee, cioè tutte le impressioni che aggiunge di sua iniziativa: farlo raccontare, fargli disegnare il racconto, lasciar emergere senza minimizzare il nocciolo dell’angoscia dell’incubo.
    Ascoltare al mattino i sogni dei bambini, senza interpretarli, è un gioco utile: aiuta a valorizzare il sogno e il sonno, e a non averne paura.
    Un tempo si alimentavano gli incubi con minacce al momento dell’addormentamento.
    E’ importante invece cercare di predisporre dei “sogni d’oro”, con ninnananne rassicuranti, visualizzazioni dei colori preferiti, antidoti magici inventati insieme. E se l’incubo si fa vivo lo stesso, la mattina dopo bisogna disegnarlo il meglio possibile e bruciarlo. Con l’unico rischio che il rituale liberatorio si riveli così divertente da indurre nuove incursioni di mostri per poterlo ripetere.
    A circa 3 anni i bambini iniziano a riferire sogni occasionali. Questi sogni possono svegliare il bambino, ma hanno uno scarso contenuto emotivo: riguardano, talora, gli animali o possono contenere rappresentazioni dell’uomo (i genitori) sotto forma di animali. Spesso i sogni riguardano necessità proprie come la fame e la sete.
    A circa 4 anni si hanno meno episodi di risveglio a causa dei sogni: il riferimento del loro contenuto è più frequente e la descrizione alquanto realistica, arricchita da elementi fantastici. Si verificano spesso sogni in cui i soggetti sono i compagni di gioco.
    Tra i 5 e i 7 anni, i sogni e la loro descrizione diventano più lunghi e di durata simile a quella degli adulti. Il soggetto che sogna ha un ruolo maggiore come personaggio principale; compare la capacità di creare scenari semplici ed iniziano ad avere un contenuto affettivo. Frequentemente sono riportati sogni in cui si è inseguiti, minacciati o incapaci di muoversi. Compaiono figure spettrali o soprannaturali: spesso i personaggi dei sogni si identificano con quelli del cinema e della televisione. Vengono, talora, riportate difficoltà o preoccupazioni personali, ma i sogni sono per la maggior parte piacevoli. Esiste una notevole variabilità nella descrizione dei sogni da un bambino all’altro. A molti bambini piace sognare e riferire i propri sogni; a volte non vogliono essere svegliati e tendono ad addormentarsi per “finire il sogno”.
    All’età di 8-11 anni, i sogni sono riferiti spontaneamente dai bambini ed aumenta significativamente la loro partecipazione. In questo periodo i sogni sono per la maggior parte piacevoli, ma possono essere influenzati dai personaggi della televisione o del cinema. I bambini riconoscono ciò e spesso dicono “questo mi farà fare un brutto sogno”; gli incubi si verificano in almeno un terzo di tutti i sogni riferiti. Durante questo periodo di sviluppo gli animali diventano un soggetto meno frequente ed è presente una maggiore varietà scenografica, che rispecchia la conoscenza dell’ambiente durante la veglia: eventi scolastici, sportivi, episodi con gli amici ecc..
    La cosa importante è che insegnate ai vostri figli a raccontare cio che hanno sognato perche questo lo aiuta a prendere contatto con il loro mondo interiore e a non averne paura!”



     
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    NANNA
    Quanto deve dormire un bambino?


    BPH014

    Il bisogno di sonno è diverso da bambino a bambino, perché è influenzato da tanti fattori: il temperamento, innanzitutto, poi l’età (più sono piccoli più hanno necessità di dormire), gli stimoli esterni ricevuti, l’atmosfera familiare (se c’è serenità in casa è più probabile che il piccolo dorma di più e si svegli di meno durante la notte).


    Alle mamme piace, però, avere almeno un’indicazione di massima relativa alle ore di sonno che un bimbo dovrebbe dormire in base alla sua età. La tabella che segue serve per farsi un’idea approssimativa di cosa può essere ragionevole aspettarsi dal proprio bambino. Va comunque sottolineato che il criterio a cui attenersi per stabilire che “qualcosa non va” in relazione al momento della nanna non è certo quello della durata, ma piuttosto della qualità del sonno.
    Per esempio, non c’è nulla di cui preoccuparsi se un neonato dorme in un giorno 14 ore anziché 18 o 20, ma il suo sonno è sereno, la sua crescita è regolare e nelle ore in cui sta sveglio non appare irritato, né piange di continuo.

    ORE DI SONNO DI UN BIMBO IN RAPPORTO ALL’ETÀ
    - Nella prima settimana di vita dovrebbe dormire tra le 16 e le 18 ore.
    - A tre mesi dovrebbe dormire in tutto 14-15 ore, di cui a meno 5 durante il giorno.
    - A sei mesi dovrebbe dormire almeno 14 ore, di cui almeno 4 di giorno.
    - A un anno dovrebbe dormire circa 2 ore e mezzo durante le ore diurne e circa 10 ore e mezzo di notte, per un totale di circa 13 ore nell’arco delle 24 ore.
    - A due anni dovrebbe dormire circa un’ora e mezzo di giorno e circa 11 ore e mezzo di notte, per un totale ancora di circa 13 ore, nell’arco delle 24 ore.
    - A tre anni dovrebbe fare almeno un riposino di un’oretta durante il giorno e dovrebbe dormire di notte circa 11 ore, per un totale di circa 12 ore di sonno nell’arco delle 24 ore.



    NANNA
    Le fate del sonno


    BPH021

    Dormire tranquillamente per un'intera notte è per la maggior parte delle neomamme un'autentica chimera, ma con opportuni accorgimenti potrebbe essere possibile.

    "E' essenziale insegnare al proprio bambino a dormire in modo corretto, proprio come gli si insegna a mangiare" spiega Rondine De Luca, fondatrice di Le fate della nanna, che applica il metodo di Tracy Hogg, autrice di "Il linguaggio segreto dei neonati". L'esperta americana insegna ad interpretare i segnali del sonno del bambino, mettendolo a letto nel momento giusto e rendendolo gradualmente capace di addormentarsi da solo. "Spesso le madri si sentono in colpa se non riescono ad interpretare immediatamente il pianto del proprio bambino" continua l'esperta. "Purtroppo i bebè non nascono con il libretto di istruzioni e non è semplice capire al volo i bisogni del proprio piccolo. In realtà ogni mamma che cerca di interpretare i bisogni del proprio bambino si dimostra una madre attenta. Il sonno è un bisogno fondamentale ed è importante costruire un rituale per la nanna ripetendo sempre le stesse azioni" continua l'esperta. "La cosa più importante da capire però è che le cattive abitudini dei bambini sono spesso associate ad azioni sbagliate dei genitori.

    Per modificare il comportamento del bebè bisogna quindi cambiare quello degli adulti di riferimento".A volte i genitori compiono senza volerlo errori che impediscono al piccolo di riposare serenamente o ne interrompono il sonno. "Un esempio ricorrente: spesso si fa addormentare il bebè cullandolo fra le proprie braccia. Ad ogni fase successiva del sonno (di ora in ora), il bambino reclama la condizione iniziale per addormentarsi e da questo hanno origine pianti e lamenti. E' quindi molto importante mettere il piccolo nel proprio lettino da sveglio".



    articolo di Ilaria Prada

     
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    [CENTER]Buonanotte alla mia cameretta - Giusi Quarenghi

    dorrmi

    Buonanotte alla mia cameretta
    Buonanotte alla mia camer
     
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    Problemi di nanna: espedienti per un buon sonno
    bimbo-che-dorme

    Mamme, ecco per voi qualche piccolo suggerimento per aiutare il vostro piccolo ad addormentarsi più velocemente e ad avere un sonno più sereno.


    - In tutte le stagioni , assicurare una temperatura costante (intorno ai 20 gradi) nella cameretta del bambino.

    - Ridurre i rumori e mantenere una luce soffusa, anche durante i sonnellini pomeridiani.

    - Non coprire troppo il bebè: rischierebbe di svegliarsi per il caldo eccessivo.

    - Fare in modo che abbia i piedini caldi, indossando un paio di calze o una tutina intera: sono accorgimenti che favoriscono l’addormentamento.

    - Abituare il bimbo a dormire nella sua cameretta il prima possibile: un ambiente stabile e ben definito per la nanna concorre a trasformare il sonno in un’abitudine.

    - Non coccolarlo mentre è nel lettino, per cercare di aiutarlo a prender sonno.

    - È bene separare il momento delle coccole (che vanno fatte quando il bambino è ancora sveglio e non nella sua cameretta) da quello dedicato alla nanna.

    - Includere il bagnetto serale nel rituale della buonanotte: facilita il rilassamento e concilia il sonno.

    - Mettere a nanna il bimbo a orari il più possibile regolari, cercando di identificare i momenti (ch e so n o diversi per ogni bambino) di maggiore propensione al sonno.

    - Se si sveglia di notte, evitare di portarlo subito nel lettone. Anche se piange, è meglio attender e u n po’. È possibile che riprenda sonno da solo.

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    Una “buonanotte” è garanzia di un corretto sviluppo psicofisico per i piccoli. Ma può accadere che il sonno sia agitato o interrotto da continui risvegli. Il motivo? Scopriamolo …

    … ha cominciato a russare

    -Circa il 9 per cento dei bambini russa abitualmente durante il sonno. Se non è associato ad altri disturbi, quali apnee notturne o torpore diurno non deve destare preoccupazione, perché non ha conseguenze, né crea disagi al bambino. Il più delle volte, a monte, c’è un banale raffreddore, che rende difficoltoso il passaggio dell’aria attraverso naso e bocca. Non è necessario, quindi, alcun intervento, fatta eccezione per una visita pediatrica che verifichi le condizioni delle tonsille e delle adenoidi, ma solo nel caso in cui il russamento diventi un “vizio” quotidiano. Eventualmente, il russamento può essere attenuato mettendo il bambino a dormire nella posizione su un fianco.


    … gli si è tappato il nasino

    -Se il bimbo è ancora nel dormiveglia, basterà sollevarlo leggermente e sistemare degli spessori (un cuscino sottile, per esempio) sotto al materasso all’altezza della testa, in modo che, una volta sdraiato, si trovi in posizione semi- verticale. Può essere utile, inoltre, umidificare la stanza e, nel caso il piccolo sia sveglio, bagnargli le narici con poche gocce di soluzione fisiologica, così da ammorbidire il muco e poterlo aspirare.

    … chiede in continuazione da bere

    Si sveglia e chiede a gran voce un sorso d’acqua. Per poi assopirsi nuovamente e … tornare a chiedere da bere a distanza di poche ore. È la cosiddetta “sindrome da eccessiva ingestione notturna di fluidi”. Un atteggiamento che impedi-sce al piccolo di riaddormentarsi senza che prima abbia inghiottito latte, acqua o camomilla o quant’altro di liquido i genitori lo hanno abituato a ricevere durante la notte. È questo il caso se i risvegli per ottenere da bere si verificano almeno tre volte ogni notte e quando vengono introdotti almeno 350 millilitri di liquidi. Che cosa fare? Eliminare gradualmente la convinzione, radicata nel bimbo, che nel momento in cui ci si sveglia si deve bere, riducendo giorno per giorno la quantità di liquido che gli viene offerta, eliminando tisane zuccherate, sostituendo il bicchiere con il ciuccio.

    … perde il ciuccio (e si sveglia!)

    La soluzione consiste, com’è ovvio, nell’offrirgli il ciuccio ogni volta che lo reclama. Ma conviene davvero? Il consiglio è agire con buon senso, anche in base alla frequenza con cui avvengono i risvegli. Se sono troppo numerosi, meglio non accontentare il piccolo ogni volta che reclama, ma saltare qualche recupero. Lo scopo è abituarlo a riaddormentarsi anche senza ciuccio in bocca.

     
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    Le posizioni della nanna

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    Qual è la posizione giusta per far dormire i bambini più piccoli? E quali gli accorgimenti necessari per una nanna sicura? Ecco le indicazioni del Ministero della Salute, finalizzate principalmente a scongiurare il rischio SIDS, la sindrome della morte in culla che può colpire i neonati nei primi mesi di vita

    A pancia in su. È ormai ampiamente dimostrato che è questa la posizione migliore e la più sicura per far dormire il bebè, che consente al bambino di respirare in modo ottimale riduce il rischio SIDS del 50%: se anche rigurgita, non c’è rischio di soffocamento, perché il bambino da solo girerà la testa a destra o a sinistra.

    Meglio nella sua culla. Soprattutto nelle prime settimane di vita è preferibile che il bambino non dorma nel lettone, proprio per il pericolo di soffocarlo durante il sonno. L’ideale è farlo dormire da subito in culla o nel lettino, ma nella stanza con mamma e papà.

    Su misura per lui. La culla deve essere della misura giusta per il bebè: un lettino troppo grande potrebbe farlo scivolare verso il fondo sotto le coperte, con rischio soffocamento. Se il lettino è più lungo, allora, sistema il bambino (e le coperte) più in basso, in modo che i suoi piedini tocchino il fondo del letto e non possa infilare la testa sotto le coperte.

    Cuscini e materassi. Il cuscino nei primi mesi non è necessario, se lo si vuole usare deve essere di spessore minimo ed antisoffoco; quanto al materasso, non deve essere troppo soffice e non si devono creare spazi vuoti tra materasso e spondine del letto.

    No sul divano. Evita di far dormire il bambino su divano (anche per il pericolo di cadute), cuscini imbottiti e trapunte ed allontana peluche e giocattoli, che potrebbero impedirgli di respirare correttamente.

    Caldo ma non troppo. La temperatura della stanza dove il bebè dorme non dovrebbe superare i 20 gradi. Per lo stesso motivo, non coprire eccessivamente il bebè con vestiti o coperte pesanti (neanche quando ha la febbre!) e fai arieggiare spesso la sua cameretta.

    Ok al ciuccio. È stato dimostrato che l’uso del succhiotto durante il sonno può ridurre il rischio SIDS. Per evitare interferenze con il buon avvio dell’allattamento al seno, è consigliabile però introdurlo solo dopo il primo mese di vita.

    Divieto di fumo. Non bisogna assolutamente fumare negli ambienti dove il bambino dorme (e neanche dove soggiorna).

    (Fonte: ministero della salute)

     
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    Nanna, come far dormire il bambino
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    Abbiamo interpellato alcuni esperti del settore, ognuno con competenze e professionalità diverse. Le risposte, a volte discordanti fra loro, ci fanno capire che non esiste ‘IL’ metodo migliore in assoluto per la nanna e che è giusto che ogni famiglia adotti le tecniche che sente più congeniali per sé e per il proprio bambino.

    Si può insegnare ai bambini a fare la nanna? Ma soprattutto, è giusto pretendere che un bambino sin dai primi mesi ‘impari’ a fare la nanna? E qual è il metodo migliore per farlo addormentare (o riaddormentare) la sera o durante la notte?
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    Abbiamo chiesto il parere di alcuni esperti del settore, ognuno con competenze e professionalità diverse, e le risposte, a volte discordanti fra loro, ci fanno capire che non esiste ‘IL’ metodo migliore in assoluto ed è giusto che ogni famiglia adotti le tecniche che sente più congeniali per sé e per il proprio bambino.

    Riccardo Davanzo,neonatologo presso l’ospedale Burlo Garofolo di Trieste, sottolinea, in particolare, che i neonati, specie se sono allattati al seno, hanno esigenze e ritmi dettati dalle poppate, ma anche dal legittimo bisogno di ricevere rassicurazione e conforto dalla mamma: ecco perché possono svegliarsi anche numerose volte durante la notte ed è impossibile cercare di ‘educarli’ a fare la nanna.

    Molto meglio allora farli dormire accanto a sé e evitare di stressarli (e stressarsi) con l’imposizione di regole ferree.

    Sulla stessa lunghezza d'onda le pediatre Annamaria Moschetti e Maria Luisa Tortorella, responsabili del gruppo di studio disturbi del sonno dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri) di Puglia e Basilicata, che hanno sottolineato tra l’altro che le esigenze di sonno possono variare anche di molto da bambino a bambino, ecco perché è impensabile dettare dei ritmi dall’alto e pretendere che i nostri figli li rispettino sin da piccoli.

    E poi ogni famiglia ha la sua organizzazione e le sue abitudini ed è giusto che individui una prassi che concili le necessità del piccolo con quelle di mamma e papà. Certo, un po’ per volta si potrà individuare una routine piacevole da mettere in atto prima di andare a letto: l’importante è che il bambino la accetti volentieri, altrimenti può generare solo ansia e rabbia.

    Un po' diversa la tesi di Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro del Sonno presso l’Istituto San Raffaele di Milano, che ritiene sia fondamentale impostare da subito delle regole: se è giusto individuare dei rituali positivi di accompagnamento alla nanna, è anche giusto che il bambino si abitui a dormire nel suo lettino. E se si risveglia, bisogna ridurre al minimo l’intervento consolatorio. Solo così potrà acquisire fiducia nella propria capacità di addormentarsi da solo. Leggi anche Lettone sì o no? Questo è il dilemma

     
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    Bimbi a letto troppo tardi?

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    C'era una volta Carosello o il cartone animato della sera: i bambini cenavano, guardavano qualche minuto di tivù e, intorno alle otto e mezza, andavano a nanna. Oggi, invece, sono sempre più numerosi i bimbi, anche di 2 o 3 anni, che rimangono alzati fino alle dieci, e oltre. Da cosa dipende questo cambiamento di abitudini?

    I bambini devono dormire più degli adulti

    "L'orario in cui un bambino si corica dipende dalla cultura e dalle abitudini familiari, proprio come avviene per i pasti", risponde Gherardo Rapisardi, neonatologo dell'Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze. "Studi condotti nell'area fiorentina negli anni Novanta, su una fascia d'età da 0 a 11 anni, hanno dimostrato che in media i bimbi si addormentano alle nove e mezza e si svegliano alle sette e mezza, senza significative variazioni".

    Ciò che varia, specie nei primi tre anni di vita, è la quantità totale di sonno e la sua distribuzione nell'arco della giornata. "In media, a 12 mesi si dorme circa 12-13 ore al giorno, di cui 10 durante la notte e 2-3 nelle ore diurne. L'abitudine al pisolino dura fino ai 3 anni circa", spiega l'esperto. "A 3 anni, invece, un bimbo dorme circa 11 ore. Occorre ricordare, però, che ci sono notevoli variazioni individuali, come in tutti gli aspetti dello sviluppo psicomotorio e del comportamento del bambino".

    Oggi il sonno è più disturbato

    La tendenza degli ultimi anni a posticipare l'orario dell'addormentamento è legata probabilmente al cambiamento di alcune abitudini sociali e lavorative. Spesso i genitori sono lontani dalle famiglie di origine, lavorano entrambi e hanno la possibilità di condividere con il piccolo solo le ore serali. Senza contare la maggiore quantità di sollecitazioni che i bimbi ricevono dall'ambiente circostante. "Non credo che oggi i bambini dormano complessivamente meno, ma che dormano peggio", commenta Rapisardi. "La mia impressione è che ci siano sempre più genitori in difficoltà nei confronti del comportamento dei figli in vari ambiti, tra cui quello della nanna".

    Per chi va all'asilo, serve un orario regolare

    Come comportarsi con i piccoli che, al mattino, devono svegliarsi presto per andare all'asilo? C'è il rischio che, addormentandosi tardi, paghino le conseguenze di un deficit di sonno? "Quando un bimbo va all'asilo, è bene che abbia un orario regolare in cui andare a letto alla sera, in modo che arrivi riposato alla mattina e si svegli da solo", risponde il pediatra. "Se il genitore deve svegliarlo, vuol dire che il piccolo non ha dormito a sufficienza. Il sonno ha importanti funzioni per lo sviluppo neurologico e di tutti gli organi e la sua regolarità nella giornata favorisce il benessere del bambino. Non rispondere a questo bisogno fa aumentare le difficoltà comportamentali del piccolo nel corso della giornata: maggiore irritabilità e insicurezza. Inoltre, una carenza o un disturbo del sonno possono comportare problemi nello sviluppo psicomotorio".



    Articolo di Maria Cristina Valsecchi Ottobre 2012

     
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