Quando e' l'ora di fare la nanna....

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  1. Lussy60
     
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    6 TRUCCHI PER DORMIRE DI PIù CON UN BEBè


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    Gli studi di epidemiologia dicono che a 9 mesi l’84% dei bambini si sveglia almeno una volta per notte e che il massimo del numero di risvegli per ogni notte si ha a 2 anni. Il fatto è che la parola sonno ha per i bambini, in particolare neonati, un significato diverso che per gli adulti. Le 6-7 ore di sonno filato ( con 2-3 risvegli di cui neppure ci si accorge) dei bimbi più grandi e dei genitori sono sostituiti nei neonati da cicli di 3-4 ore spalmate su 24-25 ore ( ritmo circadiano). Poi i tempi di riposo s’addensano in fasi sempre più lunghe ( con due pisolini diurni ) finche a 5 anni lo schema viene ad assomigliare a quello adulto.

    Quando il bimbo viene al mondo il suo cervello non collega, perciò, sonno e notte, perché non si è ancora completamente sviluppata la ghiandola pienale, quella che permette di sincronizzare il desiderio di riposo sul buio. Ma se i bambini piccoli si svegliano spesso, si riaddormentano anche in fretta.

    Perciò il trucco 1 è non precipitarsi a vedere che cosa succede appena lo si sente muovere nella culla. Un piccolo lamento o un movimento non sono un vero risveglio e accorre immediatamente da lui per “farlo riaddormentare” si rischia di svegliare davvero il piccolo (che magari sta sognando ) e portarlo al pianto. Si rischia così che il bambino si abitui ad aver bisogno della mamma per tornare a dormire !

    Tra il mese e mezzo e i tre mesi il bambino acquisisce progressivamente il ritmo giusto, ma è utile adottare, fin da subito, gli accorgimenti che possono aiutarlo a distinguere il giorno dalla notte.

    Trucco 2 Separare nettamente le attività diurne da quelle serali: distinguere i luoghi della nanna, lasciandolo ad esempio di giorno nella carrozzina e di notte in culla, differenziare la luminosità dei tempi di riposo, vale a dire penombra per i pisolini notturni, buio assoluto per la notte. Anche la poppata notturna dovrebbe caratterizzarsi per luminosità e sonorità attenuate: luce suffusa e luminosità attenuate.

    «Il riposo del neonato dipende dall’avere o meno la pancia piena», chiarisce Italo Farnetani, pediatra, professore a contratto dell’università di Milano Bicocca. «Soprattutto se il bimbo è allattato al seno la poppata, ricca di zuccheri, ma giustamente povera di proteine, regala un beato benessere che induce un sonno breve, ma superficiale. nei primi mesi significa allattare anche ogni due ore, assecondando la richiesta del neonato. Evitare però che la richiesta diventi una pretesa continua.

    Trucco 3 Tra un pasto e l’altro non devono passare mai meno di due ore. Questo per rispettare i ritmi della digestione e per permettere lo svuotamento gastrico. Ma anche per rispettare i tempi della mamma, che altrimenti rischia di vivere la poppata con angoscia. Se più avanti, si desidera facilitare una pausa notturna più lunga conviene posticipare l’ultima poppata a mezzanotte. Se poi, prima di coricare il bimbo lo si tiene in braccio per 10-15 minuti, affinché faccia il ruttino, la digestione sarà facilitata. E lui dormirà meglio.

    Capita però che il bambino si faccia sentire “solo“ perchè vuole le coccole. Già il neonato mette in atto strategie istintive per tenersi la mamma vicina, sono strategie di “richiamo” (piangere, tendere le braccia per essere presi in braccio, aggrapparsi). La fase della rassicurazione fisica, per cui il bimbo dorme solo in braccio o toccando i capelli e i lobi delle orecchie della mamma sono normali nel neonato e fino al primo anno di vita del bambino.

    Trucco 4 Durante il giorno non importa se i suoi stessi movimenti lo svegliano quando il sonno è leggero, ma di sera può essere conveniente avvolgerlo bene, in modo che si senta confortato da questo contenimento e non si svegli nei periodi di sonno leggero, che si alternano a quello di sonno profondo. Un altro accorgimento utile è coricarlo, finché è piccino, nella culla o nella carrozzina, insomma in uno spazio più raccolto di quello del lettino.

    «Talvolta il neonato che si sveglia piangendo può soffrire di reflusso, che si accentua proprio nelle ore notturne. In questo caso il bimbo si sveglia piangendo muove la bocca come se stesse ruminando e si calma non appena succhia un po’ di latte, perché tampona l’acidità anche se poi il problema si ripresenta accentuato«, spiega Luana Nosetti, pediatra, responsabile del Centro dei disturbi del Sonno della pediatria presso l’Università dell’Insubria a Varese.

    Trucco 5 il reflusso gastroesofageo tende a risolversi da solo con l’età (nel 60% dei casi entro i 18 mesi) e la maturazione del cardias, la valvola che si trova nella parte superiore dello stomaco e che ha la funzione di impedire la risalita del cibo. Nel frattempo si può tenere semisdraiato il bambino dopo la poppata, in modo che per forza di gravità il contenuto dello stomaco possa restare nella sua sede naturale anche senza il tappo costituito dal cardias.

    «A partire dai nove mesi i risvegli sono la norma, legati a cambiamenti ambientali e di alimentazione. Lo stabilizzarsi dello svezzamento, l’eruzione dei primi dentini e il fatto che il bambino inizi a gattonare e ad esplorare il mondo aumentano lo stato di eccitazione. In questa fase, il comportamento del genitore è fondamentale. Da fisiologici, infatti, i risvegli possono diventare cronici», spiega Maria Pia Villa, direttore del Centro del Sonno dell’ospedale Sant’Andrea di Roma

    Trucco 6 Evitare di stringerlo a sè o di calmarlo tenendogli la mano. Amando le coccole il bimbo è spinto a chiederne sempre di più e a non riuscire più a riaddormentarsi. A poco a poco, invece, di raggiungere il piccolo per tranquillizzarlo, cominciare a parlargli a distanza. Senza sensi di colpa, ad esempio per essere tornate a lavorare, mostrarsi serene. Quello è ciò che lo aiuterà di più a distendersi e a diradare i risvegli notturni.

    Luisa Brambilla

     
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33 replies since 13/3/2011, 14:17   5864 views
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