Nel pancione della mamma.

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    Essere Mamma

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    LO SVILUPPO DEL FETO IN GRAVIDANZA

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    Normalmente, il concepimento ha luogo due settimane dopo il ciclo mestruale, ma molte donne non sanno esattamente quando hanno concepito. E’ quindi più semplice per il medico retrodatare l’inizio della gravidanza all’ultima mestruazione. Se per esempio l’ultima mestruazione è comparsa 10 settimane fa, ora sareste alla 10° settimana di gravidanza, ma il bambino avrà probabilmente 8 settimane di vita. Con lo speciale di questo mese curato dal Dott. Roberto Fraioli – Ostetrico Ginecologo – seguiremo nel dettaglio lo sviluppo del feto durante le settimane di gravidanza.

    DALLA 1° ALLA 4° SETTIMANA

    Dall’unione dello spermatozoo e dell’ovulo nasce una nuova vita. In questa ora zero il nucleo fecondato misura appena 0,12 millimetri. Eppure nella sua mappa genetica è già stabilito se si tratterà di una bambina o di un bambino, se avrà gli occhi marroni della mamma o i capelli lisci o ricci.
    Dopo quattro ore l’embrione nel corpo della donna comincia a dividersi in due cellule perfettamente uguali. Da questo momento in poi la divisione prosegue e le cellule si dividono continuamente. L’ammasso cellulare di forma quasi sferica impiega cinque giorni a scendere dalle tube fino all’utero, poi comincia ad annidarsi nella mucosa uterina. In questo momento ha le dimensioni di una capocchia di spillo. Pochi giorni dopo, un test di gravidanza è già in grado di rilevare lo stato della ‘dolce attesa.
    La ostetricia calcola i tempi in modo particolare: si dice che il piccolo ha quattro settimane, anche se la fecondazione è avvenuta 14 giorni prima. Il calcolo parte infatti dal primo giorno dell’ultima mestruazione.
     
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    Cellule staminali, per curare il feto da eventuali malattie genetiche

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    Uno studio americano, pubblicato dalla rivista The Journal of Clinical Investigation, dimostra la possibilità di trapiantare nel feto delle particolari cellule staminali, denominate “cellule bambine”, in grado di contrastare eventuali patologie genetiche del bebè ancor prima di nascere.

    Non è la prima volta che ricercatori di tutto il mondo tentano di innestare cellule staminali nel feto, ci sono stati numerosi tentativi prima di questa ricerca, ma gli esiti sono sempre stati negativi.

    L’importante risultato raggiunto da questo studio riguarda l’abbattimento di un pregiudizio medico, il quale presupponeva che il sistema immunitario del bambino rigettava le cellule staminali.

    I ricercatori dell’University of California di San Francisco (UCSF) hanno dimostrato che a rifiutare le cellule staminali è il sistema immunitario della madre e non quello del bebé ancora nel pancione.
     
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    Dieta sana per bimbi in salute
    «Già nel pancione a scuola di gusto»





    La dieta della mamma durante la gestazione è fondamentale per lo sviluppo del bambino. Farlo mangiare in maniera sana durante lo svezzamento, infatti, non basta ad assicurargli un futuro in salute: fondamentale è ciò che mangia la mamma durante la gravidanza e l`allattamento.
    Lo rivela uno studio del Royal Veterinary College e del Wellcome Trust di Londra, pubblicato sulla rivista "The Journal of Physiology". Attraverso alcuni test sui topi, infatti, è stato evidenziato che quelli nati da madri alimentate con cibo poco sano da adulti prediligevano la stessa tipologia di cibo. “Sembra che la dieta della madre durante la gravidanza e l`allattamento siano molto importanti per la salute a lungo termine del bambino - sostiene Stephanie Bayol, del gruppo di ricerca -. Noi abbiamo sempre detto che siamo ciò che mangiamo, ma potrebbe anche essere vero che il bambino sarà quello che sua madre mangia”.
    Se una mamma-ratto non viene alimentata correttamente, infatti, nel figlio-topo di sesso maschile si riscontrano livelli di zucchero nel sangue e di insulina maggiori del normale, mentre nelle femmine si rilevano valori contrari, ma tendono a essere più grasse.
    “Non c`è ragione per cui i risultati dei test fatti sugli animali non debbano valere anche per gli uomini - ha concluso Neil Stickland, uno degli studiosi. - Noi abbiamo in comune con i ratti molti sistemi biologici, per cui i risultati potrebbero ripetersi anche per gli uomini”.
     
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    Il singhiozzo nella pancia della mamma

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    Può capitare che durante la gravidanza la mamma avverta il bambino singhiozzare nel pancione.Ma a cosa serve il singhiozzo? Come si riconosce? Che origini ha?


    I bambini nell'utero cominciano ad avere il singhiozzo dopo soli due mesi, prima che compaia qualsiasi movimento legato alla respirazione.
    Ma quale scopo ha il singhiozzo durante la gravidanza?
    È probabile che il singhiozzo impedisca al liquido amniotico di entrare nei polmoni: durante questi movimenti respiratori, ben visibili con l’ecografia, soprattutto dopo la 22° settimana di gestazione, il bambino, inspirando, inghiotte un po’ di liquido, che poi emette dalla bocca come se stesse singhiozzando.
    Solitamente questo singhiozzo si verifica in concomitanza con particolari azioni che compie la mamma: ad esempio quando si corica, quando si alza o quando consuma un pasto abbondante, tutti comportamenti che provocano una momentanea e fisiologica riduzione dell’afflusso di ossigeno al feto. Il piccolo mette allora alla prova i suoi centri della respirazione e dà inizio a quella strana forma di singhiozzo che provoca sobbalzi ritmici e regolari, anche della durata di mezz’ora, nella pancia della mamma. Il singhiozzo costituirebbe quindi una sorta di allenamento per la respirazione: il movimento allena i muscoli che saranno dediti alla respirazione una volta che il bambino sarà nato. Nel corso della vita intrauterina è possibile che il feto muova i muscoli della gabbia toracica e di conseguenza il diaframma, proprio come se si stesse allenando a respirare.
    Come riconoscere il singhiozzo?
    È un movimento molto particolare: in una zona della pancia si sente un battito lento e ritmico o una serie di piccole scosse. Più evidente negli ultimi tre mesi, è una delle prove indirette che il bambino in utero si prepara alla vita esterna : imparare a singhiozzare può voler dire imparare a rimuovere il latte che eventualmente gli “andrà di traverso”.
    Che origini ha il singhiozzo?
    Negli adulti il singhiozzo è causato da improvvise contrazioni dei muscoli che usiamo per inspirare l'aria. Appena i muscoli cominciano a muoversi, la glottide chiude ritmicamente la trachea.
    La contrazione dei muscoli respiratori e la chiusura della glottide sarebbero un riflesso di origine primitiva, un residuo risalente ai tempi in cui i mammiferi si sono evoluti dagli anfibi (che, attraverso le branchie, spingono l'acqua senza che questa vada a finire nei polmoni). È bizzarro, ma ci sono infatti molte similitudini fra il nostro singhiozzo e la ventilazione delle branchie in animali come i girini.
     
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    Gravidanza: come evitare le smagliature


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    Durante il periodo della gravidanza, il corpo di una donna subisce una grande metamorfosi, sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista fisico: cambiamenti che diventano via via sempre più visibili a partire dal terzo mese, portando con sé anche degli sgradevoli inestetismi. Uno dei problemi estetici più frequenti e difficili da evitare è quello delle smagliature…


    I periodi della vita di una donna in cui compaiono con più facilità sono quelli in cui si verificano forti sbalzi ormonali, come appunto, durante la gravidanza. Inoltre, durante i nove mesi di gestazione, il peso aumenta notevolmente per poi diminuire bruscamente dopo il parto: ciò comporta una notevole tensione addominale che, associata ad una scarsa elasticità della pelle, determina le smagliature.
    Il periodo più critico inizia dal quinto mese, per toccare il picco massimo tra il settimo e il nono mese, quando la tensione addominale è massima. Naturalmente, le parti del corpo in cui si le smagliature si localizzano maggiormente sono: i fianchi, la zona bassa dell’addome e, soprattutto, il seno. Il problema smagliature non si può evitare ma si può arginare almeno in parte seguendo delle regole precise durante tutto il periodo della gestazione.
    La prima regola fondamentale è: prevenire. Durante i nove mesi, prima di tutto, cercate di non prendere chili troppo bruscamente ma cercate di seguire il prospetto alimentare consigliato dal vostro ginecologo. Contemporaneamente, applicate nelle zone più a rischio un ottimo prodotto antismagliature. In commercio ce ne sono tantissimi e sono tutti efficaci, ma devono essere applicati regolarmente.
    Uno dei migliori, a mio parere, è la crema antismagliature proposta da Collistar che, grazie ad una formula innovativa, agisce in modo mirato sul patrimonio fisiologico di collagene ed elastina. Inoltre, ha una consistenza molto ricca e scorrevole, che si assorbe rapidamente.
    Bottega Verde, marchio molto conosciuto nell’ambito della cosmesi naturale, propone la crema e l’olio elasticizzante alla rosa mosqueta che è un rigenerante naturale il cui principio rivitalizza la pelle donandole elasticità.
    Fondamentale è il metodo di applicazione: non abbiate fretta, questi prodotti agiscono meglio se massaggiate delicatamente le zone più a rischio così la pelle li assorbirà lentamente. Inoltre, ricordate che è importante anche avere costanza!
    Se amate ricorrere ai metodi naturali, consiglierei l’olio di calendula che ha forti proprietà cicatrizzanti e l’olio d’oliva perché ha un forte potere nutritivo, ma ne parleremo nei prossimi post!
     
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    Mamma, ci vedo! Già nel pancione.

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    I bambini all’interno del pancione possono vedere, possono osservarsi manine e piedini, scrutare i propri movimenti e guardarsi intorno. No, non è una citazione dal divertente film Senti chi parla, stiamo parlando di un’importante scoperta a cui sono giunti gli studi di alcuni ricercatori della facoltà di Psicologia dell’Università di Torino.

    Gli studiosi hanno indagato le capacità della luce di filtrare tessuti ed abiti e sono giunti alla conclusione che nel ventre c’è abbastanza luce da rendere possibile al bimbo una certa percezione visiva. Anzi, la possibilità di guardarsi intorno che il bimbo possiede nella pancia della mamma è tanto maggiore quanto più la donna è esposta alla luce e aumenta nei mesi caldi, anche grazie agli abiti in fibre sottili che meglio si lasciano attraversare dai raggi luminosi.

    Alcune abilità quindi, sino ad ora considerate spontanee ed innate, appaiono, alla luce di questi studi, già minimamente sperimentate nel ventre materno.
    Il risultato della ricerca modifica sensibilmente le convinzioni finora assunte sull’evoluzione dei sensi in fase embrionale. Se infatti, resta confermato che tatto e udito sono i due sensi più sviluppati nel neonato al momento della nascita, anche la vista, fino ad oggi considerata la funzione sensoriale meno stimolata durante la gravidanza, assume ora un ruolo primario nella formazione delle esperienze sensoriali del bambino.

    Ecco allora che, ad esempio, i bruschi sobbalzi con cui il feto reagisce quando si indirizza una forte luce sull’addome della mamma non sono un semplice movimento riflesso e quasi inconsulto ma una reazione specifica ad uno stimolo che il nascituro sa riconoscere. Gli occhi del bambino del resto si formano alla ventesima settimana di gestazione, anche se resteranno chiusi fino alla ventiseiesima quando il piccolo imparerà a muovere le palpebre e, intorno alla ventottesima settimana, il bambino sarà in grado di percepire la luce e utilizzare quindi i suoi piccoli occhietti per iniziare a conoscere il mondo che lo circonda.
     
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    Gravidanza: cosa c’è nel pancione?

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    La pancia della donna, durante i nove mesi di gravidanza, è quella che subisce i più visibili cambiamenti dovuti, principalmente alla crescita del feto al suo interno. Il pancione, come tutte le mamme sanno, rappresenta per il bambino il nido dove per nove mesi vivrà e crescerà sicuro e protetto. Ma vi siete mai chieste cosa c’è nel pancione e cosa circonda il vostro bambino durante la gestazione? Il vostro bimbo, dentro la pancia è circondato da diverse strutture che lo proteggono da aggressioni e gli consentono di crescere e svilupparsi al meglio.
    Sacco amniotico

    Il sacco amniotico è una struttura trasparente e sottile che avvolge e protegge il feto nel ventre materno. Esso è composto da acqua, sali minerali, proteine e lipidi ed è costituito da due membrane chiamate Amnios e Corion.
    L’Amnios è la membrana più interna del sacco amniotico che circonda l’embrione. All’inizio, l’Amnios è a contatto con il feto ma dopo circa 5 settimane si espande a causa dell’accumulo del liquido amniotico. Il Corion, invece, è la membrana più esterna e delimita la cavità extraembrionaria. Il Corion, tramite i cosiddetti villi coriali, consente il collegamento tra il feto e la madre. I villi, durante la gravidanza, possono regredire (corion liscio) o rimanere (corion frondoso). Entrambe le membrane del sacco amniotico sono molto importanti per lo sviluppo e la protezione del feto. Innanzitutto, proteggono il bambino dalle infezioni esterne, attutiscono gli urti, aiutano nella formazione del liquido amniotico ed impediscono che esso fuoriesca.
     
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    Le prime emozioni? Le vive nel pancione!


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    L’intuizione che la salute e la felicità della mamma possono influire sul bambino in arrivo, sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo, era già presente nell’antica Cina, dove le donne in gravidanza erano incoraggiate, attraverso una pratica chiamata ‘tai-kyo’, a seguire uno stile di vita equilibrato. Oggi si sa con certezza che il legame affettivo tra mamma e bimbo si stabilisce quando il piccolo si trova ancora nel pancione. Lo scambio tra i due avviene, prima di tutto, a livello biochimico: le emozioni vissute dalla mamma determinano la liberazione, nel suo sangue, di ormoni che, attraverso la placenta, raggiungono il piccolo. Se, per esempio, la madre è ansiosa, produrrà più adrenalina, mentre se è tranquilla entrerà in circolo una maggior quantità di endorfine. Assorbendo tali sostanze, per il bimbo è facile sintonizzarsi sugli stati d’animo materni!
     
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    I gemellini si accarezzano già nel pancione

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    Ecco il sorprendente risultato di una ricerca condotta dalle università di Padova, Torino e Parma, in collaborazione con l’Istituto pediatrico di Burlo Garolfo.

    Dall’osservazione di feti gemelli in utero è emerso che questi, già prima della quattrodicesima settimana di gestazione (ossia prima di aver sviluppato completamente braccia e gambe) si scambierebbero carezze e movimenti delicati.

    In pratica esisterebbe una forma di interazione precocissima fatta di gesti che richiamano quelli – volontari – degli adulti, tutt’altro che meccanici e casuali. Spiegano i ricercatori che questa evidenza starebbe a dimostrare che l’essere umano è programmato alla socialità, sin dai primi momenti di vita in utero.
     
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    Quando la futura mamma canta



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    Nel pancione della mamma il bambino sente i suoni. Cullato dal movimento del bacino della mamma il bambino ascolta.

    Il suono, percepito inizialmente attraverso la pelle, i muscoli e le articolazioni prima di esserlo attraverso gli orecchi, è la vibrazione che accompagna costantemente lo sviluppo del feto. Basta pensare al battito del cuore della madre, ma ci sono anche il gorgoglio dello stomaco e dell’intestino, una musica di fondo non-stop. I rumori dell’ambiente esterno giungono al feto più tramite la risonanza della struttura ossea materna, che non attraverso la parete addominale. La voce della mamma è amplificata dalla cassa toracica. Il suo canto risuona nel ventre materno come in una cattedrale… il bambino ascolta tutto, il suo sistema neurosensoriale è costantemente stimolato da questi suoni. La mamma è come un direttore d’orchestra che ha la responsabilità delle emozioni trasmesse attraverso i suoni.

    Il canto è l’espressione naturale della gioia o della tristezza.

    Dopo la nascita il bambino si ricorderà del canto della mamma quando era ancora nel pancione, cosicché l’ascoltarlo nuovamente lo calmerà, comunicandogli di nuovo le emozioni del periodo prenatale.

    Il canto ha dunque un’importanza primordiale nello sviluppo sensoriale ed emotivo del bambino.
     
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    Alimenti da evitare in gravidanza



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    Durante i nove mesi della gravidanza, soprattutto pensando a tutelare la salute del bambino, sarebbe bene avere uno stile di vita sano e un regime alimentare equilibrato.

    E' consigliabile fare a meno di determinati cibi o comunque consumarli ben cotti, perché, essendo veicoli di batteri oi sostanze tossiche, potrebbero causare danni al feto.

    I principali batteri potenzialmente pericolosi sono: il toxoplasma, la salmonella e la listeria.

    La stessa precauzione vale per l’assunzione di determinate bevande: alcune andrebbero eliminate completamente altre invece andrebbero consumate con moderazione.

    Vediamo insieme quali sono le precauzioni su cibi e bevande durante i nove mesi:

    - Insaccati la cui produzione non prevede una cottura specifica, ma solo essiccazione, trattamenti con il sale o affumicatura.
    Tra questi segnaliamo il prosciutto crudo, la bresaola, lo speck, il salame, ecc.

    - Carpacci sia di pesce che di carne; non si deve assolutamente assumere carne o pesce crudo o poco cotto.

    - I molluschi non si devono assolutamente consumare crudi e di norma andrebbero evitati persino ben cotti.

    - Alcuni tipi di pescato, soprattutto quello di grande dimensione tipo pesce spada, spigola o tonno, andrebbero mangiati con moderazione perché contengono una grande quantità di mercurio, metallo dannoso per lo sviluppo celebrale del feto.

    - La verdura e la frutta vanno lavate molto bene, possibilmente con bicarbonato o altri disinfettanti alimentari.

    - Le uova crude non vanno mangiate e di conseguenza gli alimenti che potrebbero contenerle tipo la maionese (quella industriale può essere consumata perchè i controlli che subisce la rendono sicura).

    - I formaggi molli, tipo il brie, il camembert, il gorgonzola, è meglio evitarli sempre per i possibili “batteri cattivi”.
    E’ preferibile consumare formaggi stagionati e pastorizzati.

    - Non assume alcolici per tutta la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre.

    - Moderare l'assunzione di caffeina limitando le bevande che la contengono, tipo il caffè o il tè.
     
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    La flussimetria


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    La flussimetria è una tecnica ecografica indolore che permette di valutare lo stato di salute del feto attraverso l’analisi del flusso del sangue che lo nutre.
    Si basa sul cosiddetto effetto Doppler, ossia sulla variazione di frequenza che si ottiene quando un fascio di ultrasuoni (emesso in questo caso dalla sonda ecografica) incontra e viene riflesso da un corpo in movimento.
    In particolare, quando gli ultrasuoni attraversano un vaso sanguigno vengono riflessi dai globuli rossi e poichè questi sono appunto in movimento la frequenza del fascio di ultrasuoni di ritorno sarà diversa dalla frequenza originaria.
    Proprio l’analisi di tale variazione di frequenza informa sulla velocità del flusso sanguigno e, indirettamente. sul livello di benessere e ossigenazione fetale.
    La flussimetria si rende necessaria solo quando la gravidanza si presenta a rischio.
    Flussimetria materna
    La flussimetria materna serve a valutare lo stato di vascolarizzazione del lato materno della placenta e si esegue di solito fra la 17a e la 23a settimana di gravidanza a vescica vuota con una sonda addominale.
    In questo periodo un’alterazione della flussimetria delle arterie uterine è facilmente associata a gestosi e ritardo nella crescita fetale.
    La flussimetria materna è consigliata alle primipare che presentano i seguenti fattori di rischio:
    - ipertensione indotta dalla gravidanza (PIH)
    - gestosi
    - ritardo di crescita intrauterina
    - sofferenza fetale
    Flussimetria fetale
    La flussimetria fetale si esegue quando si sospetta un ritardo nella crescita fetale dalla 32a settimana fino al termine di essa e si esegue a vescica vuota con una sonda addominale.
    La flussimetria fetale consiste nell’analisi del flusso delle arterie ombelicali e delle arterie cerebrali medie.
    Essa analizza alcune caratteristiche di diversi vasi fetali calcolando il loro indice di pulsatilità (P.I.) e l'indice di resistenza (R.I.).
    Lo scopo di tale esame è quello di individuare precocemente l'insorgenza di una ipossia cronica nel feto e di scongiurare l'insorgenza di una condizione di asfissia e di danno ipossico ischemico cerebrale.
    Si tratta della più importante metodica oggi disponibile per valutare lo stato di salute intrauterino del feto.
     
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    Il bonding

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    Bonding è una parola moderna, ma ha già compiuto più di vent'anni, è nata negli Stati Uniti nel 1982. In inglese "bond" significa attaccare, vincolare, incollare, cementare.
    Il bonding è infatti il processo di formazione del legame tra i genitori e il loro bambino.
    Esso inizia a formarsi già prima della nascita, quando la mamma percepisce il bambino nel ventre, e viceversa, il bambino percepisce la sua mamma e il suo papà, le loro voci e il contatto delle loro mani sulla pancia.

    Il bonding può essere visto come una “perfetta sincronia” che si instaura tra madre e piccolo: questa sincronia permette, per esempio, alla mamma di sentire le mammelle turgide un attimo prima che il bimbo le reclami, dandole senso di competenza e adeguatezza, che con il passare del tempo si trasforma in un legame di attaccamento.

    Gli elementi che compongono il bonding
    Contatto
    La pelle è l’organo più esteso del corpo e il tatto è il primo senso che si sviluppa in utero. Attraverso il contatto sviluppiamo endorfina, serotonina, e la mamma produce più ossitocina (ormone che aiuta l’utero a contrarsi, chiamato anche ormone dell’amore), e più prolattina (non solo favorisce la produzione di latte ma è anche l’ormone del prendersi cura di…e del senso materno); inoltre si abbassano gli ormoni dello stress ACTH, cortisolo.
    Al momento della nascita la mamma e il bambino hanno lo stesso identico dosaggio ormonale; quando il bambino nasce, tutta l’ossitocina e il cortisolo, necessari per il momento del parto, sono alti. Al primo contatto con la mamma è come se ricevesse un segnale di stop alla produzione di ACTH, cortisolo, un messaggio di fuori pericolo dopo il parto.
    Si è notato che nei bambini nati da parto cesareo e poi allontanati dalla mamma, i tassi di ACTH rimangono alti per molto più tempo, e se mantenuto a lungo, i bambini cominciano ad essere più irritabili, dormono meno, hanno difficoltà di crescere.
    Dagli studi di Tiffany Field, sul massaggio a bambini ricoverati si sono avuti: crescita più rapida, reazione migliore alle cure e dimissioni più veloci.

    Odore
    la mamma e il bambino si riconoscono dall’odore; il colostro ha un odore simile al liquido amniotico.

    Temperatura
    Il neonato non è in grado di auto-termoregolarsi, quindi la temperatura corporea della mamma è la temperatura ideale per mantenere quella del piccolo.

    Ritmi e Bioritmi
    Quando una donna partorisce c’è una remissione della neo-corteccia e un lasciar emergere le funzioni sottocorticali del cervello limbico e rettilico; è come se prendessero il sopravvento le emozioni e l’istinto che permettono alla mamma di sintonizzarsi sul bambino.

    Voce
    Il bambino riconosce la voce della mamma, la mamma riconosce il pianto del suo bambino (è anche il modo che ha il bambino di accattivare la mamma).

    Allattamento
    Durante l’allattamento il bambino aumenta le difese immunitarie, e nella mamma vi è l’aumento di ossitocina e prolattina.

    Sguardo
    “Il primo sguardo non si scorda mai”, gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm, che è esattamente la distanza che c’è tra il viso della mamma e del bambino tenuto in braccio; inoltre è attratto dai contrasti e mette a fuoco cose rotonde e scure, (come il capezzolo della mamma e gli occhi).
    Il Bonding, un processo lungo una vita, è un legame affettivo e tattile, che con il massaggio infantile viene intensificato e garantisce un buon sviluppo per il futuro.

    Studi sul bonding
    Gli effetti a breve e a lungo termine di un bonding adeguato sono stati studiati da diversi gruppi di ricerca che hanno misurato la qualità del rapporto madre-bambino nei primi mesi dopo la nascita e hanno valutato, nell’età successiva, le caratteristiche comportamentali e relazionali di quelle coppie.

    I primi studi sul bonding sono stati fatti da un pediatra, neuropsichiatra Bowlby nel 1965, e dai coniugi Klaus -Kennel. Uno degli esperimenti di Bowlby fu fatto con due modelli artificiali di mamma di scimpanze; uno calda di soffice pelo ma sprovvista di latte alle mammelle e l’altro, freddo di metallo ma con il latte. Il piccolo scimpanze introdotto nella stanza andò ad appendersi alla scimmia calda e pelosa e stava con lei fino a quando non moriva di fame; quindi si lanciava verso la scimmia provvista di latte, beveva velocemente per tornare rapidamente dalla “mamma calda”. Il bambino preferisce quindi l'accoglienza al cibo.
    Quando il legame si era già instaurato in gravidanza, il bonding alla nascita si crea più facilmente, altrimenti è più difficoltoso e necessita di tempo.

    L’imprinting è stato studiato da Konrad Lorenz. Lorenz fece l’esperimento con le papere, che sgusciando dall’uovo videro lui come prima immagine alla nascita. Per le papere Lorenz rappresentava la madre, infatti non solo lo seguivano ma quando arrivò il momento dovette insegnar loro a volare.

    Anche gli etologi Harlow e Timbergen dimostrarono che subito dopo la nascita c’è un periodo critico, molto breve, che non si ripeterà mai più, che è essenziale per l’attaccamento madre e figlio. Niko Timbergen studiò i bambini autistici semplicemente osservando e prendendo appunti e notò che questi bimbi non guardano mai direttamente negli occhi e ipotizzò che era stato disturbato il primo sguardo tra madre e figlio. Harlow evidenziò come disturbando il primo contatto alla nascita si disturba anche la vita sessuale futura del nascituro.

    Uno studio fatto da M. Odent ipotizza che rispettare il travaglio e parto fisiologici e il bonding perinatale stimolerebbe la crescita di individui pacifici, in quanto tutti gli ormoni che accompagnano questo periodo concorrono a formare la capacità di amare. Studi sulla criminalità dimostrano relazioni perinatali disturbati.

    Allan Shore nei sui studi evidenzia che il potenziale biologico può essere realizzato solo dalle cure materne e così entro certi limiti lo sviluppo normale del cervello può evolvere in base alla relazione con la madre; un attaccamento sicuro è un fattore positivo per la salute mentale e fisica per l’infanzia e l’età adulta.

    Fedor Freybergh dice che, se saremo in grado di garantire che ogni bambino è sia amato che desiderato fin dall’inizio, che sia trattato con rispetto e che il rispetto per la vita sia al grado più alto nella scala dei valori umani, se potremo ottimizzarer gli stadi della vita prenatale e perinatale senza frustrazione dei bisogni di base, senza influenze aggressive e psicologicamente nocive, il risultato potrebbe essere quello di una società non violenta. Il modo in cui trattiamo nostro figlio è lo stesso con cui nostro figlio tratterà il mondo.
     
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    Diario di una mamma: migliora la presa


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    Il bimbo ha quasi cinque mesi e è sempre più interessato alla realtà che lo circonda.
    Prima passava molto tempo ad osservarsi le manine, ora ha scoperto da poco di avere anche due piedini. E’ buffissimo quando si prende con una manina il pantalone e con l’altra cerca di agguantare il piedino che agita tutto eccitato.


    Quando poi è nudo osserva con attenzione le cinque dita che si muovono e cerca di avvicinarsi il piedino alla bocca.
    Quando deve mangiare si aggrappa ai miei indumenti, e se la poppata si protrae per troppo tempo gli do l’aggiunta. Ha imparato da due settimane circa a tenersi il biberon da solo. Quando lo vede inizia ad agitarsi come un forsennato, più muove la gambine, più ha fame.
    Una volta che l’ho preparato glielo metto davanti in verticale. Il bimbo si concentra al massimo: prima apre la bocca, poi tende le braccine, si spinge in avanti con tutta la sua forza e con entrambe le manine agguanta il biberon. Pian piano se lo porta alla bocca, correggendo il tiro se va ad urtarsi il naso o la guancia. Una volta sazio lo lascia praticamente cadere, ma poi per tre o quattro volte rifà il gesto di portarselo alla bocca, come se volesse migliorarsi e fare allenamento.
    Purtroppo non è assolutamente prevedibile quando è famelico e quando no, così spesso, per sicurezza, quando esco per varie ore mi porto dietro un biberon caldo.
    L’altro giorno ho messo il bimbo a sedere sul tavolo, dietro a lui c’era una bottiglia di acqua di plastica, che ha iniziato a guardare con sguardo molto interessato, girandosi più volte. Ho provato a mettergli davanti la bottiglia ed ha iniziato ad agitarsi e ha fatto per prenderla come se avesse visto un biberon gigante!
     
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    Conta dei movimenti fetali: MAF


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    Il feto riceve ossigeno e nutrimento attraverso la placenta e il cordone ombelicale. Questo richiede che la madre e la placenta siano in salute. Se una delle due non lo è, l’apporto nutritivo e di ossigeno che arriva al bambino sarà ridotto, il che porterà ad una sofferenza fetale.
    In condizioni si stress fetale, il bambino presenterà una riduzione dei suoi movimenti.

    Di norma, i movimenti fetali possono essere avvertiti a partire dalla 16°-22° settimana di gestazione.
    Inizialmente i movimenti saranno pochi e più distribuiti nel tempo, ma saranno più marcati e più ravvicinati man mano che il bambino si sviluppa.

    La conta dei movimenti fetali (MAF) ha un significato clinico a partire dalla 28° settimana, precedentemente dipende molto dalla posizione che assume il feto in utero e dalla componente adiposa materna, che non permette una valutazione univoca dei risultati.
    Varie metodologie sono state suggerite alle mamme per la loro valutazione:


    Autore

    Modalità del rilevamento dei MAF

    Soglia di sospetto dei MAF

    Sadovsky ‘70

    30-60 minuti 2-3 volte al giorno

    < 2 /ora

    Neldham ‘80

    2 ore/ 3 volta a settimana

    < 10 /ora

    Moore ‘89

    Ora più attiva del feto

    < 10 /ora

    Rayburn ‘90

    >/= 1 ora al giorno

    < 3 /ora

    Non c'é univocità di interpretazione, comunque, dopo la 28° settimana, la percezione di più di 20 movimenti al giorno sembra essere un segno indiretto di benessere fetale universalmente accettato.

    L'ostetrica o il ginecologo di solito consigliano di usare questa tecnica per controllarli: dopo aver fatto colazione la mamma dovrebbe mettersi sdraiata per un'ora, e rilevare i movimenti del bambino.

    E' bene tenere presente che comunque ii bambini non si muovono continuamente, neanche quando sono in perfetta salute.
    I bambini durante la gravidanza hanno cicli di sonno-veglia del tutto simili a quelli di un neonato.

    Se si sospetta che ci siano problemi con il bambino in base ai movimenti fetali rilevati è bene contattare il medico immediatamente. Ogni medico esperto conosce le patologie della gravidanza ed è in grado di valutare gli indicatori di salute o sofferenza del bambino attraverso semplici esami (ecografia, monitoraggio del liquido amniotico, cardiotocografia etc).

    In alcuni casi è consigliato consultare direttamente il reparto Maternità dell’ospedale:
    - se il bambino non produce alcun movimento per un giorno intero.(se questo avviene, non aspettare mai il giorno seguente);
    - se il bambino progressivamente si muove di meno nell’arco di uno o piu’ giorni e se senti “troppa poca attività”.
     
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106 replies since 10/3/2011, 16:59   98407 views
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